Stagione 2004 - 2005

Il Campionato del Ceredo sta per morire
aiutateci a salvarlo...

Amichevole

18 dicembre 2004 Azzurri – Rossi-E-Gialli -----8 - 7

RG: giuseppe, paolo, ferrari, matteo, carlo, dido
A: paolo, silvio, tomma, teso, nadjet, orsenigo, ciappi



Amichevole

11 dicembre 2004 Rossi-E-Gialli – -Azzurri---3 - 8

RG: giuseppe, paolo, matteo, rinaldo, zugni, gianma, calmo
A: paolo, dido, carlo, silvio, tomma, nadjet, cosmin


Nadjet: Lo vedi come corre quello. Quello corre così. Come fai prendere con la testa in quel modo. Lui non sapere giocare. Lui pallone visto per la prima volta. Ah.
Punch: Alex resta il più forte.
In coro: Ah,ah,ah,ah.
Punch: Ridete bravi coglioni.
Nadjet: Un tempo, bravo. Un tempo lui giocare bene in Europa. Ora con quel ginocchio lui rimanere a casa.
Punch: Ma come state? E’ il più forte. Uno di questi giorni a quello gli metto le mani addosso.
Giuseppe: Hai una lista o vai di improvvisazione?
Silvio: Nadjet, perché hai ignorato Cosmin per tutta la partita?
Cosmin: Lui fare apposta.
Paolo: C’entra la politica?
Nadjet: Io a lui mai dare pallone.
Punch: Ricordati questo nome...
Secco: Allora?
Punch: Allora che? Me lo sono dimenticato.
Nadjet: Voi italiani non conoscere migliore ex-calciatore di Bosnia?
Silvio: Katanec?
Paolo: Stojkovic?
Giuseppe: Savicevic?
Secco: Savicevic!
Punch: Iza Lumoskic?
Nadjet: Cosa cazzo dite? Ossin.
Punch: E’ vero. Ozzy.
In coro: Ozzy chi, Ozzy Osbourne?
Punch: Io coi deficienti non parlo. Ma lo sai che fine ha fatto Teso?
In coro: No!
Punch: ah, ah, ah. Cazzo non lo sapete?
Nadjet: Dove finito quello che quando io pallone scartare lui, lui dire “che culo!”?.
Punch: Ah,ah,ah, ah.
Nadjet: Tu non ridere. Tu ricordare o fare finta?
Punch: Cazzo dici, deficiente. Angelo.
Nadjet: Sì, Angelo. Quello dire sempre “che culo!”. Allora io cercare sempre da lui e scartare. Così vediamo quando culo finisce. Voi italiani cadere. Oh mio Dio. Naah, voi non sapere giocare.
Paolo: Perché Ronaldinho non lo salta Baresi?
In coro: ah,ah,ah, ah.
Nadjet:. Per fortuna noi avere qui loro due.
Baresi: Paolo, tu parli tanto per parlare. Come puoi paragonare due epoche diverse? Oggi vanno il doppio della velocità. Oggi coi tacchetti sollevano la terra.
Nadjet: Io prima giocare con africani. Loro giocare karate. No pallone. Loro chiedere scusa prima volta. Seconda volta dire fratello. Loro terza volta non dire niente. Io mai loro fratello.
Punch: Tu ce l’hai con lui perché un giorno ha detto che non eri il primo e nemmeno il secondo.
Secco: Di chi stai parlando?
Punch: Non di Luis… il pazzo.
In coro: e chi cazzo è Luis il pazzo?
Punch: Ma come state. Diglielo tu Nadjet.
Nadjet: quello non essere normale. Lui andare al pub. Lui toccare pancia, così…, lui andare da ragazze e tormentare loro con sua cazzo di pancia…
Punch: ah,ah,aha,ah . E la storia del bosco?
In coro: La storia del bosco?
Punch: Quello una sera fa a Teso “Tu tienimi d’occhio il motorino. Io accendo un fuoco nel bosco e poi ce ne andiamo”.
Nadjet: Quello in nostro Paese non durare un giorno. Qui in Italia quello diventare vecchio.
Punch: Ah,ah,ah,ah.

paolo



Amichevole

04 dicembre 2004 Azzurri – Rossi-E-Gialli -----4 - 12

RG: giuseppe, paolo, berto, matteo, zugni
A: paolo, dido, carlo, silvio, tomma, gianma (solo 1°tempo)



Amichevole

27 novembre 2004 Rossi-E-Gialli – Azzurri -----3 - 2

RG: berto, giuseppe, paolo, matteo, zugni, mr.angelo
A: paolo, maurizio, carlo, dido, tomma, nadjet

Ritorno al passato

- Un modello a caso, l’RB2001-20, per esempio. Quello si che era un robot su cui potevi fare affidamento. Mai una virgola fuori posto, mai un errore, mai un reclamo. Prendi uno di questi catorci che fanno oggi, invece… non c’è da fidarsi. Le istruzioni parlano chiaro. Dove li metti stanno, basta programmare il computer e il gioco è fatto. Ma se segui le istruzioni ecco il risultato… un disastro.
- Fammi dare un’occhiata, cos’è questo?
- Me lo hanno venduto per difensore. All’inizio sembra funzionare bene, poi col tempo inizia a fare di testa sua. Parte per la tangente e non lo fermi più, nemmeno a sparargli.
- Ma questo modello non dovrebbe essere in grado di fare di testa sua, è solo un robot, è fatto per seguire gli ordini.
- E’ quello che dico anch’io, ed è quello che ho fatto presente alla casa produttrice quando gliel’ho rispedito per avere spiegazioni.
- E cosa ti hanno risposto?
- Niente, sai come fanno quelli. Si scusano e ti propongono di sostituirlo con un modello nuovo. Ma questa volta gli ho detto di no. Preferisco uno di quei rottami del secolo scorso. Avevano la testa dura, ma quello che gli chiedevi facevano. Niente di più, ma niente di meno.
- E di questo qui cosa ne facciamo?
- Ma, non lo so. Mi dispiace buttarlo via, l’ho pagato un sacco di soldi. Non potresti convertirlo in qualcosa di più utile?
- Non lo so, oggi è difficile mettere mano a queste macchine. Se sono programmati per una cosa non li puoi riconvertire.
- Avevo pensato di mettergli un cappello da Babbo Natale e fargli dare le caramelle ai bambini davanti al mio negozio, ma se mi dici che non si può fare…
- Ci posso provare, ma vediamo… Ecco, proprio come pensavo. Questo modello viene dall’estero, è roba poco affidabile. Non ti assicuro niente.
- E se invece te ne procuro uno?
- Di che?
- Di quei modelli vecchi. Uno del secolo scorso.
- Si, ma dove li trovi oggi, non se vedono più in giro, come minimo li avranno rottamati tutti.
- E se ti dicessi che ne ho uno proprio qui con me, ora?
- E dove.
- E’ in macchina, se aspetti un attimo lo vado a prendere.
[…]
- Cazzo, non ci posso credere…
- Allora? Che te ne pare?
- Ma dove diavolo lo hai trovato? Questo è un reperto archeologico. Fammelo vedere… Cazzo… Non riesco a credere ai miei occhi. Saranno anni che non ne vedevo uno così. E’un pezzo del ’73… Incredibile...
- Bello, vero?
- E’ un mr.angelo, uno di quei robot tuttofare. Li potevi usare indifferentemente come cassiere di banca o come calciatore… roba da matti. Certo! Era un po’duro d’orecchi e ci metteva un po’ a capire quello che doveva fare, ma una volta che imparava diventava insuperabile.
- Lo so… Questo qui era un attaccante, ma era difettoso, non ne azzeccava mai una. Poi un giorno si è rotto e l’ho sbattuto in soffitta, poi sono passati gli anni e l’ho dimenticato lì… E ora eccolo qui, un po’ impolverato, ma funziona ancora. Il fatto è che a me serve un difensore… tu che dici si può fare qualcosa?
- Sarà un piacere lavorare ad un arnese del genere. Mi piacciono le sfide impossibili. Vediamo cosa posso fare…
- Per quando sarà pronto?
- Sabato prossimo lo puoi venire a prendere. Lo provi e mi dici che te ne pare…
- Ti ringrazio, allora ci vediamo sabato prossimo?
- A sabato.

joenat



Amichevole

20 novembre 2004 Azzurri – Rossi-E-Gialli -----5 - 6

RG: berto, giuseppe, paolo, luca, matteo, dido, dario, celep(1°tempo), gianmario(2°tempo)
A: silvio, paolo, maurizio, carlo, ciappi, teso, tomma, nadjet, gianmario

Un caso irrisolto
- Prendi nota. Una tuta da jogging, un berretto nero di lana. E questo cos’è?
- Ehi capo, ma lei quattro calci a un pallone non li ha mai tirati da piccolo?
- Davvero spiritoso. Segna anche un pallone. Così sporchi e marroni, non ne avevo mai visti.
- Il nostro misterX non si fa mancare proprio niente per essere un supereroe al di sopra delle parti. Sappiamo che va a puttane, beve, gioca ai dadi e gioca pure a pallone. Per un paladino della giustizia mi sembra troppo. Dovrò leggermi qualche fumetto, sono rimasto indietro. Non ci sono più i supereroi di una volta, quelli tutti casa e chiesa.
La gente del quartiere era terrorizzata. Nessuno che ne volesse parlare. Le indagini intanto andavano avanti e alla fine qualcuno si espose.
L’appuntamento era in un campetto di calcio della periferia. Eravamo sulla strada giusta. Approssimativamente quei tizi dovevano avere tra i venti e i trent’anni. Dei pivelli, per intenderci. Indossavano le loro stupide maglie da calciatori. Erano tutti mascherati. Non volevano essere riconosciuti, ma bastava presentarsi il sabato successivo per identificarli.
Dovevamo osservarli senza che se ne accorgessero. Una nostra vecchia conoscenza abitava in una palazzina che si affacciava sul campo. Un’ottima posizione per scattare delle foto.
Li prendemmo tutti, dal primo all’ultimo.
Li interrogammo, ma fu più difficile del previsto. Le nostre domande proprio non le capivano.
E pensare che doveva essere gente che aveva studiato.
Un tizio che gli altri chiamavano il Nano perché era proprio basso, non la smetteva di muoversi menando fendenti in aria. Col cappuccio in testa sembrava un pugile un po’suonato. Categoria “cinquanta milligrammi”. Straparlava. Diceva cose insensate, “quella era mano. Altro che attaccata al corpo”. Uno così era inattendibile. Provammo con un tizio alto. Lui alla sua maschera ci teneva davvero. Eminem. Vedeva fighe dappertutto. Un vero coglione.
Gli altri erano anche peggio. Quei quattro vestiti di giallo erano un vero pugno nell’occhio, mai visto nessuno vestito peggio di così. E quegli altri con le maglie azzurre che si credevano i difensori della patria? Davvero patetici. Dovevano essere due gang avversarie che combattevano per il controllo del territorio, una roba tipo quel film, come si chiamava…“I guerrieri della notte”.
Ma non erano loro quelli che stavamo cercando.
Non ne avremmo cavato fuori niente, nemmeno questa volta.
- Ehi capo, che ne dice di quello col pizzo, ha l’aria sospetta. Deve essere un anarchico. Anche se non c’entrasse niente potremmo sempre dargli una bella lezione…
- Piano con le lezioni, non ho intenzione di tirarmi addosso la stampa. Dobbiamo risolvere il caso facendo meno rumore possibile.
- Capo, guardi un po’ quello lì, con quel cappello. Quello che sembra uno scaricatore di porto degli anni ’20. Nasconde qualcosa lì sotto.
- Portatemelo qui, facciamo ancora un tentativo.
Lo portarono dentro per interrogarlo.
- Tu, cosa nascondi sotto quei pantaloni?
- Bè, modestamente, so di essere superdotato, ma…
- Basta con le cazzate… a quanto pare abbiamo qui uno che fa l’eroe. Voi due, fategli passare la voglia di scherzare.
Lo riempirono di calci negli stinchi, ma quello rimase impassibile. Doveva essere uno di quelli che cercavamo. Uno dei supereroi.
- Basta così, ragazzi. Lasciatelo stare. Ora dimmi come diavolo hai fatto a resistere a tutti quei calci.
Il tizio si arrotolò i pantaloni della tuta e sotto comparvero dei calzettoni viola fosforescente. Doveva essere quello il segreto dei suoi superpoteri. Una specie di costume da superman che lo rendeva indistruttibile. Bisognava farglieli togliere.
- Cosa nascondono quei calzettoni antiestetici, parla…
- Niente.
- Forza, toglieteglieli.
Quel maledetto aveva detto la verità. Sotto quei calzettoni di cattivo gusto aveva dei semplici parastinchi. Per quello non aveva sentito dolore.
Ce l’avevano fatta anche questa volta. Eppure qualcosa di vero doveva pur esserci.
Le voci parlavano chiaro. In giro ci dovevano essere dei supereroi che usavano i loro poteri per fare del male. Troppe testimonianze concordavano sui fatti. Non poteva essere tutto inventato.
Quelli che cercavamo dovevano nascondersi tra loro, ma non avevamo prove.
Fu così che dovemmo rilasciarli tutti.
Ma una cosa è certa, non ce li lasceremo sfuggire la prossima volta.
Continueremo a tenerli sotto controllo e al minimo passo falso li smaschereremo quei bastardi.

paolo & joenat



Amichevole

13 novembre 2004 Rossi-E-Gialli – Azzurri -----4 - 3

RG: berto, giuseppe, paolo, luca, rinaldo, zugni
A: silvio, paolo, maurizio, carlo, tomma, gianmario

Blu Notte: The Italian job
Quei sei erano una forza, professionisti del crimine, veri perdenti per vocazione, ma insieme formavano davvero una grande squadra. Alle spalle avevano solo piccole storie di crimine, truffe, furti, poca cosa, ma quando lavoravano assieme, bè.. allora si che c’era da divertirsi.
Il piano doveva essere semplice, i piani semplici sono quelli che di solito funzionano meglio. Si trattava di portare a casa il bottino pieno, fare il colpo grosso.
Il problema era che non erano i soli ad aver messo gli occhi sulla posta in gioco. Qualcun altro aveva intenzione di mettergli il bastone tra le ruote.
Quelli della banda avversaria era gente pericolosa, gente che si era fatta un nome nell’ambiente. Gli chiamavano gli Azzurri perché riuscivano a fregare le loro vittime convincendoli che quello che stavano facendo lo facevano nel loro interesse, come quel partito che andava tanto di moda, Forza Italia.
Il più delle volte riuscivano a farsi consegnare il bottino senza nemmeno sparare un colpo, da veri professionisti. L’organizzazione è il loro punto di forza, ognuno conosce alla perfezione i suoi compiti. Di solito quelli che elaborano la tattica sono due. C’è Paolo detto il “secco”, perché se ti distrai è un attimo e lui ti fa secco, e Silvio detto “barbanera” perché colleziona film sui pirati. Se loro sono la mente della banda, il braccio armato è Tomma detto il “punch”, un vero anarchico, un tipo difficile da tenere a bada. L’esperto in logistica è Maurizio detto il “nero” per le sue idee di estrema destra. Si occupa della retroguardia, delle operazioni di difesa e di fuga, è fondamentale per il gruppo. Uno dei due membri part-time è detto “O.G.M.”, che non sta tanto per Organismo Geneticamente Modificato, anche se ultimamente ha preso qualche chilo di troppo, ma per Oh Gian Mario… L’altro è Carlo, l’unico a non avere soprannome perché è da poco nel giro, è quello che fa il lavoro sporco.
Ma quelli della banda li conoscevano fin troppo bene, sapevano cosa avevano mente. Per qualche tempo si sono infiltrati nel clan avversario, hanno collaborato con loro, ne hanno appreso le tecniche e hanno levato le tende prima di venire smascherati… E il gioco sporco premia.
Giuseppe e Paolo hanno fatto un gran bel lavoro, in meno di due settimane hanno scoperto come e quando gli Azzurri avevano intenzione di agire. Bisognava solo prenderli in contropiede.
Quello degli Azzurri è un gruppo organizzato, non lasciano nulla al caso, ma anche loro hanno un punto debole: si piacciono troppo. Ecco la carta su cui puntare.
A questo punto non serviva più nemmeno un piano per il colpo, l’idea era questa: si trattava di lasciare il campo alla banda avversaria. Avrebbero fatto tutto loro e una volta messe le mani sul bottino, zac!, sarebbe stato un gioco da ragazzi prenderli con le braghe calate. Come rubare le caramelle ad un bambino.
Ma servivano gli uomini giusti.
Berto era l’uomo d’esperienza, quello che doveva tenere la situazione sotto controllo, e anche se da un po’ era fuori dal giro ci sapeva ancora fare. La banda si fidava molto di lui. Poi serviva uno in grado di guardagli le spalle, e chi meglio di uno conosciuto nell’ambiente come il “massiccio” poteva fare al caso loro. Il suo vero nome era Rinaldo e lavorava sempre in coppia con un tipo svelto di piedi e di mani, Zugni, o come lo chiamavano tutti “l’ottimista”.
La squadra era al completo, serviva soltanto l’esca per far scattare la trappola, uno da gettare in bocca al nemico. L’esca era un certo Luca detto “Maccarone” non per le sue origini italiane, ma per la somiglianza col calciatore.
Ecco il piano.
Gli Azzurri sarebbero entrati in azione, avrebbero fanno piazza pulita e si sarebbero chiusi nel loro nascondiglio a contare il bottino. Quello era il momento di “Maccarone”; il suo compito? Fare un po’ di casino lì davanti. In questo lui è un maestro, più si impegna e più combina cazzate. Bisognava lasciarlo libero di inventare, prima o poi qualcosa sarebbe successo.
A quel punto gli Azzurri sarebbero usciti per controllare cosa stava succedendo, avrebbero visto “Maccarone” e avrebbero pensato che non c’era nessun pericolo in vista. Ora toccava agli altri entrare in azione. Svelti, svelti si dovevano infilare nel nascondiglio degli Azzurri, mentre Rinaldo e Zugni coprivano le spalle, Paolo e Berto avrebbero recuperato il bottino.
Finito il colpo bisognava scappare il più in fretta possibile e non appena gli Azzurri, incazzati come non mai, fossero venuti fuori a cercare di recuperare quello che era loro, Giuseppe li avrebbe colpiti con la mossa a sorpresa.
Se tutto fosse filato liscio sarebbe stato un gioco da ragazzi. Un altro grande colpo da maestri.
Il colpo con cui sarebbero entrati nella storia.
Se tutto questo fosse un film sarebbe una "crime-story", un film di gangster. Ci sono i vincitori, ci sono i vinti, c'è l'azione e c'è il bottino.
Ma tutto questo non è un film e non è l'opera di uno scrittore di romanzi gialli.
Tutto questo è accaduto davvero, a pochi passi da qui..
E chi c'era sa di cosa sto parlando.

joenat



Amichevole

6 novembre 2004 Veneziani – Quelli che a Venezia non ci sono mai stati -----3 - 6

Venez: berto, tomma, luca, gianmario, matteo, dario, celep
QcVnms: silvio, paolo, dido, ciappi, carlo, giuseppe, paolo

Smentire le smentite
Smentite e controsmentite. Le controsmentite finiscono per correre più veloci delle smentite e il rischio è che arrivi prima la controsmentita della smentita. Insomma… è nata prima la smentita o la controsmentita? Si è detto tutto e il contrario di tutto... Mai fidarsi dell’ultim’ora…
Ha vinto Bush o ha vinto Kerry… secondo i sondaggi ha vinto Kerry, vado a letto tranquillo… mi sveglio e ha vinto Bush…
Arafat è morto… no, Arafat è vivo…si, si , è vivo ma è in coma irreversibile… anzi no, Arafat parla coi dottori… Arafat verrà sepolto qua, Arafat verrà sepolto là… Arafat ha aperto gli occhi… Araft è più di là che di qua… Arafat è morto...
Saddam è amico degli USA perché combatte contro l’Iran… Saddam è nemico degli USA perché invade il Kuwait… Saddam è amico degli USA perché combatte il comunismo… Saddam è nemico degli USA perché è amico di Osama bin Laden…
Osama bin Laden è amico degli USA perché la sua famiglia è in affari con Bush… Osama bin Laden è nemico degli USA perché è un fottuto fondamentalista… Osama bin Laden è amico degli USA perché ha combattuto i Russi in Afghanistan… Osama bin Laden è nemico degli USA perché è il male assoluto…
Non so più nemmeno se è colpa di un'indigestione, l'effetto di aver visto troppe volte Fahrenheit 9/11 o qualche virus intestinale...
Fidel Castro è caduto… no, è il comunismo che è caduto, Fidel Castro è rimasto saldamente in piedi… No, no, Fidel è proprio caduto…
Meno tasse per tutti… Più tasse per i ricchi e meno tasse per i poveri… I ricchi pagheranno meno tasse dei poveri… i poveri l’hanno preso ancora una volta nel culo…
Il contratto con gli Italiani: “se non verrà rispettato non mi ricandiderò alle prossime elezioni”… “viste le mutate condizioni economiche sarà necessario un adeguamento che…bla,bla,bla...e per questo chiedo il vostro voto alle prossime elezioni"…
Tempo: le temperature rimarranno invariate, sopra la media stagionale… Maltempo: il freddo è arrivato, l’Italia nella morsa del gelo…
Il pianeta si sta surriscaldando… Il pianeta è un po’ freddino…
Superman non è mai stato più forte di così, Superman è indistruttibile… anche Superman è morto.
L’Inter ha vinto...
Anzi no, l’Inter ha pareggiato... per fortuna l’Inter pareggia sempre…almeno qualche certezza è rimasta...
Forse sarà il calcio a darci le risposte...
Il calcio mi piace troppo, non smetterò mai di giocare… se le cose non cambiano non verrò più a giocare… se dobbiamo giocare tanto per giocare tanto vale smettere… se smettiamo di giocare che cazzo c’abbiamo da fare, meglio continuare… si è fatto buio, meglio smettere di giocare… settimana prossima però, mi raccomando, entro le due e mezza al campo se volete giocare… forza, tutti in campo, si comincia a giocare… giocare o non giocare, questo è il problema… gioca e lascia giocare… non parlare per niente, continua a giocare… se non c’hai voglia di giocare dillo… oh! che ti prende, non ti incazzare, è solo un gioco!... Se per voi questo è giocare...
Forse no... forse le risposte stanno da qualche altra parte.

joenat & paolo



Amichevole

30 ottobre 2004 AZZURRI – ROSSI -----2 - 8

R: paolo, berto, maurizio, paolo, orsenigo, matteo
A: silvio, carlo, giuseppe, gianmario, tomma, ciappi

Quelli che...
Euforia da quattro soldi. Qui si fa la storia con la "s" minuscola. Cade il muro anche qui, al Ceredo. Tre anni ci sono voluti per tirarlo su, è una questione di secondi scavalcarlo. Rossi e Azzurri fanno a cazzotti per saltare dall’altra parte. Sto arrivando! Vieni, vieni, che qui c’è sempre posto.
Ma dov’è che si sta meglio? A destra o a sinistra del muro?
Che importa. L’importante è scavalcare.
- Così tutto è come prima - confessa uno.
- La mia vita è cambiata da così a così -. No, sei solo ruotato di centottanta gradi. Sono gradi che si fanno sentire.
In lontananza un cacciatore impallina un passero ritardatario. Arrivare all’appuntamento in ogni caso significa morire, che sia troppo tardi o troppo presto.
Intanto su quel muro c’è un gran da fare. E’ il muro che fa la differenza. Un tizio trova il rimedio. Fa una lista. Noi ce ne stiamo lì, aspettando il nostro turno. Fatta la lista si fa la partita. Per questa volta può anche andare. Siamo gente abitudinaria noi. Difficile che ci si metta d’accordo. Giovani contro vecchi, già fatto. Servono nuovi stimoli altrimenti è finita.
E così, ecco il programma dei prossimi appuntamenti del sabato del calcio…
Quelli di sinistra contro quelli di destra. Disoccupati contro lavoratori dipendenti. Lavoratori autonomi contro direttori. Meridionali contro settentrionali. Quelli con l’orologio contro quelli senza. Bianchi contro neri. Disertori contro arruolati. Militesenti contro congedati. Arrivisti contro quelli che non sono nemmeno partiti. Veneziani contro benefattori. Corporativisti contro scorporati. Mori contro biondi. Bevitori di birra contro bevitori di vino. Quelli che un parcheggio lo trovano sempre contro quelli che invece no, non trovano mai un parcheggio libero. Quelli in gamba contro quelli con due gambe. Mancini contro ambidestri. Abbonati a Sky contro quelli che Sky nemmeno lo considerano. Nottambuli contro diurni. Pendolari contro sedentari. Residenti contro fuorisede. Denunciati contro ignoti. Ipertesi contro depressi. Quelli in lista d’attesa contro quelli non in lista. Quelli che io sono un difensore contro quelli che io sono un difensore e poi in difesa non li vedi mai. Quelli che il pallone l’ho portato io contro quelli che non hanno bisogno di un pallone per arrivare al campo. Quelli che te lo spiego contro quelli che non te lo spiegano. Quelli che te lo mandano a dire contro quelli che te lo dicono direttamente. Quelli che vanno vaffanculo contro quelli che ti ci mandano. Quelli che danno colpa al pallone contro quelli che danno colpa al campo. Colpevolisti contro innocentisti. Atei contro agnostici. Cattolici contro musulmani. Quelli che lavano la macchina ogni weekend contro quelli che aspettano che piova. Quelli che fanno zapping contro quelli che non cambiano mai canale. Vegetariani contro carnivori. Quelli con l’ADSL contro quelli che l’adsl non ce l’hanno. Quelli che l’ho sentito dire contro quelli che non sentono dire mai niente anche se non sono sordi. Quelli che vanno a funghi contro quelli che vanno a puttane. Quelli sopra il metro e ottanta contro quelli che non sono neanche lontanamente vicini al metro e ottanta. Quelli che Maradona è solo un drogato contro quelli che Maradona è megli’e’ Pelè. Quelli che non ti ho visto contro quelli che non si fanno vedere. Quelli che no contro quelli che si. Quelli che vanno al cinema contro quelli che aspettano che sia il cinema a venire da loro. Quelli che Bravehart è un gran film contro quelli che Bravehart è una cagata. Quelli che sudano contro quelli che non sudano mai. Quelli che la palestra prima di tutto contro quelli che la palestra nemmeno se crepo. Quelli che in bocca al lupo contro quelli che in culo alla balena. Quelli che porco zio contro quelli che porcodio. Quelli che in porta non ci posso andare perché da piccolo sono caduto dal girello contro quelli che ieri sono caduti dal girello ma che in porta ci vanno lo stesso. Quelli che l’arbitro ha sempre torto contro quelli che è rigore quando arbitro fischia. Quelli che mai sotto il Pò contro quelli che se potessero sarebbero sempre sotto il Pò. Ottimisti contro pessimisti. Quelli che fanno il cucchiaio contro quelli che usano solo la forchetta. Quelli che usano il televideo contro quelli che scoprono di avere il televideo troppo tardi. Quelli che sono sulla notizia contro quelli che stanno sotto la notizia. Azionisti contro reazionari. Quelli in fuorigioco contro quelli no. Venditori di fumo contro fumatori. Esorcisti contro esorcizzati. Quelli che vincono contro quelli che perdono. Quelli che siamo qui per divertirci contro quelli che sono qui per divertirmi. Quelli che c’hai problemi? Contro quelli che c’hai problemi a chi? Quelli che vanno via alle quattro contro quelli che alle sette sono ancora lì. Quelli che ci vediamo sabato prossimo contro quelli che sabato, forse, anzi no, si, no, si, no, si, no, si, forse ti telefono.

E poi la finale: quelli che si sono rotti i coglioni, contro quelli che hanno contribuito a farli rompere.

paolo


Stagione '04-'05 - dalla 1° alla 6°

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