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l'inizio...
A
tutti i non-nati, a tutti i nascituri, a tutti gli innocenti
grumetti di indifferenziata nientità: Alla larga dalla
vita!
Io me la sono beccata, la vita. io mi sono ammalato di vita.
ero anch’io un batuffolo di indifferenziata nientità,
e poi , pifff, s’è aperto all’improvviso
uno spiraglio, uno spioncino. Luce e rumore si sono riversati
dentro il nulla. Delle voci hanno cominciato a descrivere me
e il mio ambiente. Non potevo reclamare, contro quello che dicevano,
né ricorrere in appello. Dicevano che ero un maschio
a nome Rudolph waltz, e questo era quanto. Dicevano che si era
nell’anno 1932, e questo era quanto. Dicevano che mi trovavo
a Midland City, nell’Ohio, USA e anche questo era inoppugnabile.
Non s’azzittivano mai. Anno dopo anno, ammucchiavano dettaglio
su dettaglio. Ancora seguitano. Lo sapete cosa dicono adesso?
Dicono che siamo nel 1982, e che io ho cinquant’anni.
Bla bla bla.
***
frammenti...
Una
volta mio padre mi disse, da vecchio- dopo aver trascorso due
anni in prigione, dopo avere perso tutti i suoi quattrini e
tesori d’arte-, che la più gran delusione della
sua vita era stata quella di non avere mai fatto il soldato.
Era l’ultima sua illusione( e forse aveva un certo fondamento)
quella di essere nato per coprirsi di gloria in un campo di
battaglia.
Certo, invidiò John Fortune fino all’ultimo. L’uomo
che gli aveva fracassato il piede andò in guerra e divenne
un eroe, e a papà sarebbe tanto piaciuto combattere al
suo fianco, in trincea, e andare con lui all’assalto,
e poi tornare, come Fortune, con il petto carico di medaglie.
L’unico onore, vagamente militare, che mio padre ricevette
in vita sua fu un citazione, da parte del governatore dello
Stato dll’Ohio, per la parte da lui svolta nella colletta
di ferrivecchi per la patria in armi, durante la seconda guerra
mondiale, a Midland City. Non vi fu alcuna cerimonia. L’attestato
arrivò per posta, un bel giorno.
Papà era in prigione, a Shepherdstown, il bel giorno
in cui arrivò. La mamma e io glielo portammo, quando
andammo a trovarlo. Io avevo tredici anni allora. Sarebbe stato
più gentile, da parte nostra, se l’avessimo bruciato,
quel pezzo di carta, e ne avessimo sparse le ceneri nel fiume.
Quell’attestato era infatti una suprema ironia, per mio
padre.
“ Finalmente mi trovo in compagnia degli immortali,”
disse. “ Non mi restano ormai che due onori, cui aspirare.”
Il primo, ottenere la tessera di fancazzista. Il secondo, diventare
pubblico notaro.
Papà si fece consegnare quel certificato poiché,
disse, intendeva pulircisi il sedere, alla prima occasione.
Il che sicuramente fece.
Invece di salutarci, quel giorno, ci disse, alzando due dita
a V come uno scolaretto: “ Bisogno impellente.”
***
Quindi
, era tipo da dire a un bambino di otto anni, figlio di operaio
“ Mi guardi come se io fossi Mefistofele. E’ questo
che pensi ch’io sia, eh? Eh?”
Il mio amichetto era tenuto a rispondere.
O sennò, era capace di dire alla figlia d’un bidello,
nell’offrirle una sedia: “ Siedi,cara, all’Assedio
Periglioso. O non osi?”
I miei compagni di giochi erano perlopiù figli di povera
gente, di genitori non istruiti, poiché il quartiere
si era rapidamente degradato, dopo che i ricchi- tranne papà
e mamma- avevano traslocato altrove.
A un altro mio piccolo amico, papà aveva la faccia di
dire: “ Sono Dedalo, io. Vuoi che ti costruisca un paio
di ali, per volare con me? Così potrai aggregarti alle
oche selvatiche e migrare al sud con loro! Però dovremo
star attenti, è vero, a non avvicinarci troppo al sole.
E lo sai perché non dovremmo avvicinarci troppo al sole,
eh? eh? ”
Il bambino era tenuto a rispondere.
Sul letto di morte , all’ Ospedale Conteale, papà,
tirando le somme dei suoi pregi e difetti, disse che, se non
altro , era stato magnifico con i bambini, i quali con lui si
erano sempre divertiti un mondo. “ Io li capisco,”
disse.
***
“
Tu, io , tua madre e tuo fratello discendiamo da un solido e
stolido ceppo tedesco di gente senza fantasia, senza estro,
senza grazia, gente la cui virtù è che non può
mai smettere di faticare sodo. tu vedi in me un uomo che fin
da piccolo fu oggetto di lusinghe e menzogne e che fu traviato
dal proprio destino, che era una vita di lavoro e affari, una
vita monotona e faticosa ma utile alla comunità. Non
gettare via il tuo destino come ho fatto io. Sii ciò
che sei nato per essere . sii farmacista!”
e così divenni farmacista. Ma non rinunciai mai a fare
lo scrittore, anche, sebbene smettessi di parlarne.
Identificai
allora un errore di fondo che i miei genitori avevano commesso,
riguardo alla vita: pensavano che sarebbe stata una brutta cosa
, se qualcuno avesse mai riso di loro.
***
Dunque non era una vera Waltz, ma una Waltz acquisita.
E non sarebbe mai stata una Waltz, per niente, se Felix non
l’avesse fatta passare, per disgrazi, attraverso un parabrezza,
il giorno dopo il suo congedo dall’esercito. La conosceva
appena, poiché la sua famiglia si era trasferita a Midland
City mentre lui era in guerra. Venivano da Kokomo nell’Indiana.
Felix non la distingueva neppure dall’altra gemella, Dina.
Erano andati a fare una scarrozzata con l’auto del padre
di lei. Grazie a dio, non era la nostra automobile, comunque.
Non ce l’avevamo più. Non i avevamo più
un corno di niente, e papà era ancora in carcere. Però
guidava Felix. Era lui al volante. E i freni s’incepparono.
L’auto era una Hudson di prima della guerra. Non c’erano
auto di dopo la guerra.
Dunque Donna passò attraverso il parabrezza, e smise
di somigliare come una goccia d’acqua a sua sorella Dina.
E Felix la sposò dopo che la dimisero dall’ospedale.
Aveva solo diciotto anni, ma portava la dentiera. Tutti i denti
falsi, di sopra e di sotto.
Felix oggi allude al suo primo matrimonio come a uno shotgun
wedding, ovvero nozze col fucile alle reni, sposalizio a mano
armata, o simili. I parenti e gli amici di lei ritenevano fosse
suo dovere sposarla, l’amasse o non l’amasse, e
Felix dice che, anche lui, la pensava così. di solito,
quando si parla di “ matrimonio riparatore” ( o
“ col fucile puntato”, come si dice da noi) si pensa
a una gravidanza.
Un uomo ha messo incinta una donna, quindi deve sposarla per
forza.
Felix non mise incinta la sua prima moglie prima del matrimonio,
ma la fece passare attraverso un parabrezza. “ Tanto valeva
che l’avessi messa incinta, “ mi diceva l’altra
sera. “ Farla passare attraverso un parabrezza è
stato qualcosa di, più o meno, equivalente.”
***
Sulla
balconata siede RUDY WALTZ, un farmacista neutro dell’Ohio,
fratello minore di Felix. E’ grande e grosso e di bell’aspetto,
ma talmente timido e asessuato che potrebbe essere fatto di
tonno in scatola. E’ incredibile, ma costui ha scritto
una commedia che andrà in scena tra poche ore. Lui lo
sa, che non vale niente. Anzi considera tutto se stesso un grosso
errore. Non dovrebbe neppure seguitare, probabilmente. Tutto
quel che può fare, lui, è concedere alla vita
il beneficio del dubbio.
***
FELIX:
Che cos’è un idiota prodigio?
GENEVIEVE: Uno ch’è stupido in tutto, tranne in
un campo… come suonare il piano.
FELIX: Lui non sa suonare il piano.
GENEVIEVE: Però ha scritto una commedia…che va
in scena. Magari non si lava. Magari non ha amici. Magari è
tanto timido che ha paura di parlare con la gente. Però
ha scritto una commedia, e ha un ricco vocabolario. Ha un vocabolario
più ricco di noi due messi insieme. E certe volte dice
qualcosa che è veramente spiritoso o saggio.
FELIX: E’ laureato in farmacia.
GENEVIEVE: Pensavo che fosse un idiota prodigio anche a questo
riguardo…Teatro e farmacia. Però è, il figlio
di un assassino. Sfido ch’è così com’è.
Sfido che desideri rendersi invisibile. L’ ho visto camminare
per Cristopher Street domenica scorsa, e era grande e grosso
e bello come Gary Cooper, ma nessuno lo vedeva. E’ entrato
in un caffè, si è seduto davanti al bancone, ma
nessuno lo serviva… perché non c’era, lui,
non c’era. Sfido io.
***
la fine
Ricordai
che papà mi aveva detto una volta: “ Will Fairchild
sarebbe ancora vivo , oggi, se solo avesse avuto un paracadute
sulle spalle.”
Ecco là, dunque il dono di Hippolyte Paul De Mille a
chi abiterà Midland City nei giorni a venire: l’irrequieto
fantasma di Will Fairchild.
E io, Rudy Waltz, lo Shakespeare di Midaland City, l’unico
serio drammaturgo che sia vissuto e abbia operato in questa
città, farò ora a mia volta un regalo al futuro.
Si tratta di una leggenda. Ho inventato testè una spiegazione
del fenomeno per cui, probabilmente, il fantasma di Will Fairchild
sarà visto vagare qua e là, pressappoco dovunque,
nella nostra città - nel Centro per le Arti vuoto, nell’atrio
della banca, fra le casette di Avondale, fra le ville di lusso
dei Colli Fairchild, nel piazzale dove un tempo sorgeva la biblioteca
pubblica…
Will Fairchild va alla ricerca del suo paracadute.
Volete
saper una cosa? Viviamo ancora nel Medioevo. I Secoli Bui, nel
piazzale dove un tempo sorgeva la biblioteca pubblica…
Will Fairchild va alla ricerca del suo paracadute.
Volete
saper una cosa? Viviamo ancora nel Medioevo. I Secoli Bui non
sono ancora finiti.
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