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l'inizio...
Fu
Anais Nin che mi presentò a Conrad Moricand. Lo portò
nel mio studio alla Ville Seurat un giorno d’autunno del
1936. la mia prima impressione non fu in compenso favorevole.
L’uomo sembrava tetro, pedante, egocentrico, troppo sicuro
di sé. Si portava appresso una sorta di alone fatalistico.
Era il tardo pomeriggio, quando arrivò, e dopo aver fatto
quattro chiacchiere andammo a mangiare in un piccolo ristorante
della avenue d’Orleans. Da come esaminò il menù
capii subito che era un tipo meticoloso. Chiacchierò
senza interruzione per tutto il pasto, pur continuando a mangiare
di gusto. Ma era una conversazione, la sua, di quelle che non
si fanno a tavola, di quelle che rovinano la digestione.
Aveva un odore che non potei fare a meno di notare. Era un misto
di lozione da barba, cenere bagnata e tabac gris, con l’ombra
di un profumo indefinibile, elegante.Più tardi queste
componenti si sarebbero fuse in un unico inconfondibile aroma:
l’odore della morte.
la fine...
La
fine arrivò all’improvviso. Secondo l’articolo
commemorativo di Briant su “Le Goéland”,
il mattino del giorno in cui morì, Moricand ricevette
una visita da una cara amica, una donna. Questo fu verso mezzogiorno.
Mentre si separavano, la informò molto semplicemente
che non l’avrebbe mai più visto. Dato che sembrava
in buona salute e col morale alto, e dato che nulla durante
la loro conversazione avrebbe potuto far prevedere un’osservazione
simile, lei vi diede poco peso e la considerò una boutade.
Quel medesimo pomeriggio, verso le quattro , ebbe un attacco
di cuore. Andò in cucina in cerca di aiuto, ma nonostante
le sue gravi condizioni nessuno vi trovò motivo di allarme.
Fu chiamato un medico, ma aveva da fare. Sarebbe venuto più
tardi, appena libero. Quando arrivò, era troppo tardi.
Non c’era altro da fare che avviare in fretta e furia
all’ospedale il povero Moricand, che respirava ancora.
Quando lo ricoverarono all’ospedale Saint-Antoine era
già in coma. Morì la stessa sera, alle dieci e
mezzo, senza riprender coscienza.
Nei suoi ultimi istanti , scrive Briant, fu “ seul comme
un rat, nu comme le dernier des clochards”.
31 agosto 1954
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