Henry Miller

 

Il libro degli amici


 

 

Il libro degli amicil'inizio...

Nella mia vita è stato il primo amico in assoluto. Un’amicizia nata dalla strada, dove ci incontrammo la prima volta, in quel glorioso 14 ° distretto di cui ho scritto con tanto calore. Avevamo tutti e due cinque anni. Naturalmente avevo altri amichetti nel quartiere, oltre a Stasiu. Per me è sempre stato facile fare amicizia. Ma Stasiu era il mio amico vero,intimo, il mio caro compagno di sempre.
Stasiu era il nome con cui lo chiamavano i genitori. Nessuno di noi osava chiamarlo così, perché quel nome lo faceva riconoscere subito come polacco e lui non voleva. Si chiamava Stanley e Stasiu era un diminutivo affettuoso. Ho ancora nelle orecchie la zia che lo chiama con voce dolce, staccando bene le parole _ “ Stasiu, dove sei Stasiu? Vieni a casa, è tardi”. Sentirò quella voce e quel nome fino al giorno della mia morte.
Stanley era orfano ed era stato adottato dagli zii. La zia , una donna di proporzioni enormi con seni simili a cavoli, era una delle donne più dolci e più gentili che abbia mai conosciuto. Per Stanley fu una vera madre, probabilmente molto migliore di quello che sarebbe stata sua madre se fosse vissuta. Suo zio, viceversa,era un bruto sempre ubriaco e aveva il negozio di barbiere al piano terreno della casa dove abitavamo noi. Ho ricordi tra i più vividi e terrificanti di quando rincorreva Stanley per strada con un rasoio aperto in mano, bestemmiando a pieni polmoni e minacciando di tagliargli la testa.

 

frammenti...

Di quello che successe a Stanley non so più niente. Seppi per vie traverse che era diventato cieco, che aveva mandato i figli all’università e nient’altro.
La sua vita deve essere stata molto desolata e solitaria. Sono sicuro che non aveva un grande interesse per la moglie. So che odiava il lavoro in tipografia. E sono sicuro che non ebbe neanche un briciolo di fortuna come scrittore. Che cosa avrei potuto fare per aiutare Stanley? E’ un problema, perché non sono mai stato capace di fare qualcosa per qualcuno, neanche per me. E’ che ho avuto la Fortuna dalla mia parte. Innumerevoli volte, quando tutto sembrava senza speranza, sono stato salvato, molto spesso da qualcuno assolutamente estraneo. Stanley non aveva nessuno che lavorasse per lui, meno che tutti gli dei.

***

Non so che cosa ci voglia per sopravvivere in questo dannato paese. Bisogna avere la moralità e la ferocia di una donnola, l’aggressività di un pugile, la spietatezza di un assassino, la crudeltà di un grosso magnate – e in più un barile pieno di fortuna. Joe era un povero diavolo, ma era un gran cavaliere in confronto ai tipi che oggi vanno per la maggiore. Sebbene non volesse aver niente a che fare con il Papa o con la Chiesa, in circostanze diverse, sarebbe potuto diventare un buon prete irlandese. Gli mancava solo la stupidità e l’intolleranza bigotta.

***

Si avvicina il nono anno della mia vita e con esso la fine del mio primo Paradiso in terra. No, del secondo Paradiso. Il primo fu nell’utero di mia madre, dove lottai per rimanere sempre, ma il forcipe alla fine prevalse. Quello dell’utero fu un periodo meraviglioso e non lo dimenticherò mai. Avevo quasi tutto quello che si poteva desiderare – tranne gli amici. E una vita senza amici non è vita, per quanto raccolta e confortevole possa essere.

***

Non sono sicuro se i suoi genitori venissero da Galway o da Country Court, ma erano irlandesi come il maiale di San Patrizio. Il suo vecchio faceva il manovale e ne aveva l’aspetto. Sua madre sembrava più una puritana della Nuova Scozia che un’irlandese chiacchierona. Il vecchio ogni tanto aveva scatti di nervi. Era irascibile e litigioso. Gli capitava di mettersi a far salti di furia e quasi a ballare di rabbia. Se pensavo che la mia vita familiare fosse difficile, quella di Alec era cento volte peggio. Il suo vecchio era per lui una fonte permanente di umiliazioni. Era così ignorante che non aveva mai sentito parlare di Robert Burns. Aggiungete a ciò che era un cattolico pieno di pregiudizi , di vedute ristrette, cocciuto e ostinato come sanno essere i cattolici.

 

 

 

 

 

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