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l'inizio...
Mio
padre è morto un anno fa. Io non credo alla teoria secondo
cui si diventa veramente adulti solo alla morte dei genitori;
veramente adulti non lo si diventa mai.
Davanti alla sua bara ho avuto pensieri incresciosi. Si era
goduto la vita, quel vecchio porco; se l'era spassata alla grande.
"Ti sei riprodotto
" gli dissi fra me e me con
una certa foga, "hai ficcato il tuo grosso uccello nella
fica di mia madre." Diciamo pure che ero piuttosto teso:
non capita tutti i giorni di avere un morto in famiglia. Il
cadavere m'ero rifiutato di vederlo. Ho quarant'anni, e di cadaveri
ne ho già visti abbastanza; adesso preferisco evitare.
Che poi è il motivo per cui non ho mai voluto animali
domestici.
E non mi sono neanche mai sposato. Di occasioni per farlo ne
ho avute diverse; ma ho sempre lasciato perdere. Comunque le
donne mi piacciono, e pure tanto. In effetti il celibato un
po' mi pesa. E' seccante soprattutto per le vacanze. La gente
diffida degli scapoli in vacanza, soprattutto se di una certa
età: li considerano persone molto egoiste e anche un
po' dissolute; difficile dargli torto.
***
la fine...
Rimarrò
fino all' ultimo un figlio dell'Europa, dell'ansia e della vergogna;
non ho alcun messaggio di speranza da comunicare. Per l'Occidente
non nutro odio, tutt'al più un immenso disprezzo. So
soltanto che, dal primo all'ultimo, noi occidentali puzziamo
di egoismo, di masochismo e di morte. Abbiamo creato un sistema
in cui è diventato semplicemente impossibile vivere;
e, come se non bastasse, continuiamo a esportarlo.
scende la sera, le ghirlande multicolori si accendono davanti
ai beer-bar. Attempati tedeschi si siedono, posano una mano
massiccia sulla flessuosa coscia della loro compagna. Più
di ogni altro popolo i tedeschi conoscono il sospetto e la vergogna,
sentono il bisogno di carni tenere di pelli dolci e dall'inesauribile
refrigerio. Più di ogni altro popolo conoscono il desiderio
del proprio annientamento. E' raro riscontrare in loro la volgarità
pragmatica e compiaciuta dei turisti sessuali anglosassoni,
quel modo di paragonare incessantemente prestazioni e prezzi.
E' altrettanto raro che facciano ginnastica, che abbiano cura
del proprio corpo. In genere mangiano troppo, devono troppa
birra, accumulano grasso insalubre; eppure la loro compagnia
è tanto triste quanto distensiva.
La morte, adesso, l' ho capita; non credo che mi farà
molto male. Ho conosciuto l'odio, il disprezzo, la decrepitezza
e varie altre cose; ho conosciuto anche qualche breve istante
d'amore. Di me non sopravvivrà nulla, e non merito che
qualcosa mi sopravviva; sarò stato un individuo mediocre,
sotto tutti gli aspetti.
Non so perché mi immagino che morirò in piena
notte, e avverto ancora una lieve inquietudine al pensiero della
sofferenza che accompagnerà il distacco dei vincoli corporei.
Faccio fatica a rappresentarmi il cessare della vita come qualcosa
di assolutamente privo di dolore e di coscienza; ovviamente
so di sbagliarmi, eppure faccio fatica a persuadermene.
Qualche autoctono mi scoprirà dopo un paio di giorni
- anzi, dopo poche ore: a queste latitudini i cadaveri cominciano
a puzzare molto in fretta. Non saprà che fare, e probabilmente
si rivolgerà all' ambasciata francese. Essendo io tutt'altro
che indigente, la pratica sarà facile da sbrigare. E
sicuramente rimarranno parecchi soldi sul mio conto; non so
chi li erediterà, probabilmente lo Stato, o magari qualche
lontanissimo parente.
Contrariamente ad altri popoli asiatici, i tailandesi non credono
ai fantasmi, e provano scarso interesse per il destino dei cadaveri:
la maggior parte dei morti viene sepolta direttamente in una
fossa comune. Lo stesso avverrà per me, visto che non
avrò lasciato istruzioni precise. Un atto di morte verrà
redatto, molto lontano da qui, in Francia. Qualche venditore
ambulante, abituato a vedermi nel quartiere, scuoterà
la testa. Il mio appartamento verrà affittato a un nuovo
inquilino. Verrò dimenticato. Verrò dimenticato
alla svelta.
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