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l'inizio...
Arsenal - Stocke
City
14 settembre 1968
Mi
innamorai del calcio come mi sarei innamorato delle donne: improvvisamente,
inesplicabilmente, acriticamente, senza pensare al dolore o
allo sconvolgimento che avrebbe portato con sé.
Nel maggio del 68 (una data significativa, naturalmente, ma
è tuttora più probabile io pensi a Jeff Astle
piuttosto che a Parigi), poco dopo il mio undicesimo compleanno,
mio padre mi chiese se mi sarebbe piaciuto andare con lui alla
finale di Coppa fra West Brom ed Everton; un collega aveva offerto
un paio di biglietti. Gli dissi che il calcio non mi interessava,
neppure la finale di Coppa - il che era vero, per quanto ne
ero consapevole - ma rimasi comunque incollato alla televisione
per l'intera partita. Alcune settimane più tardi guardai,
incantato, l'incontro Manchester United - Benefica, con mia
mamma, e alla fine di agosto mi alzai presto per sentire com'era
andato lo United nella finale della Coppa Intercontinentale.
Amavo Bobby Charlton e Gorge Best (non sapevo niente di Denis
Low, il terzo della Santissima Trinità, che aveva saltato
l'incontro con il Benfica a causa di un infortunio) con un ardore
che mi aveva preso completamente di sorpresa; durò tre
settimane, finché mio padre non mi portò a Highbury
per la prima volta.
***
frammenti...
SUPERMAC
Arsenal-Everton
18.9.76
" In una delle mie videocassette (Gorge
Graham's Greatest Ever Arsenal Team, se qualcuno fosse interessato)
c'è un esempio perfetto di scena alla Malcom Mcdonald
.Trevor Rossi si impossessa della palla sulla destra ,crossa
prima che il terzino sinistro del Manchester United riesca a
intervenire,Frank Stapleton salta, sfiora di testa il pallone
che rotola lungo la linea di porta e finisce in rete.Perché
in queste immagini, ritroviamo la quintessenza di Supermac ,data
la sua totale assenza nell'azione del gol? Perché lui
è là, che fa un affondo disperato in cerca della
palla prima che oltrepassi la linea, apparentemente non riuscendo
a toccarla,e poi parte alla carica sulla destra dello schermo
con le braccia alzate,ma non per congratularsi con chi ha segnato,
no, ma perché sta rivendicando il gol come suo .(Rivolge
un breve sguardo preoccupato alle sue spalle, quando si rende
conto che i suoi compagni di squadra non sembrano interessati
ad assembrarsi intorno a lui).
Quella sua partita con il Manchester United non è l'unico
esempio della sua imbarazzante propensione ad attribuirsi il
merito di qualsiasi azione svoltasi nei suoi paraggi. Nella
semifinale della Coppa d'Inghilterrra contro l'Orient, la stagione
successiva ,due gol sono registrati come suoi. In realtà
entrambi i tiri sarebbero finiti addirittura in fallo laterale
- come dire che non viaggiavano neanche lontanamente in direzione
della porta- se non avessero colpito un difensore dell'Orient(
lo stesso tutte e due le volte) e non avessero tracciato una
ridicola parabola sopra il portiere per finire in rete.Malcom,
tuttavia,non fu neppure sfiorato da simili considerazioni, e
per entrambi i gol esultò come se avesse percorso tutto
il campo palla al piede, scartando ogni singolo difensore prima
di insaccare nell' angolino sinistro.Non era molto portato all'autoironia.
Durante la partita contro l'Everton,che vincemmo 3-1 (un risultato
che indusse tutti noi a credere,nuovamente che la svolta c'era
stata e anche Terry Neill stava costruendo una squadra capace
di vincere ancora il Campionato), ci fu un'altra chicca .Macdonald
sta correndo dietro al pallone insieme allo stopper avversario,che
allunga un piede e solleva la palla a scavalcare tragicamente
il proprio portiere in uscita; ma subito Macdonald alza le braccia
,corre verso di noi nel North Bank, si gira per verificare la
gioia del resto della squadra. I difensori sono famosi per la
velocità con cui negano un proprio autogol quando è
possibile , ma lo stopper dell'Everton, sconcertato dalla faccia
tosta del suo avversario,disse ai giornali che il nostro numero
nove non si era neanche avvicinato di striscio al pallone.Ciononostante
il gol fu accreditato a Macdonald.
A dire il vero ,non fece una gran carriera nell'Arsenal. Si
ritirò per un grave infortunio al ginocchio dopo tre
sole stagioni con noi, e nell'ultima stagione giocò soltanto
quattro volte. Riuscì,tuttavia, a trasformarsi in una
leggenda. Era un giocatore magnifico ,quando era in giornata,ma
non ne ebbe molte a Highbury; il suo periodo migliore fu con
il Newcastle, una squadra abitualmente scarsa; ma la sua ambizione
era tale che sembra sia riuscito a farsi largo a gomitate nella
Casa delle Celebrità dell'Arsenal.(Arsenal 1886-1986,di
Phil Soar e MrtinTyler , l'opera definitiva sulla storia del
club,lo esibisce bello grande in copertina,mentre Wilson e Brady,
Drake e Compton non si vedono neanche.)
Perché abbiamo lasciato che si prendesse tanto spazio?Perché
un giocatore che scese in campo con l' Arsenal meno di un centinaio
di volte è associato al club più prontamente di
altri che giocarono sei o settecento partite?Macdonald fu ,se
non altro ,un giocatore seducente ,e noi non siamo mai stati
una squadra seducente; così, a Highbury,facciamo finta
che sia stato più importante di quello che è stato
veramente,e mettendolo sulla copertina dei nostri libri patinati
speriamo che nessuno si ricordi che ha giocato con noi solo
due anni,e di venire quindi scambiati per il Manchester United,
o il Tottenhamo, o il Liverpool. Nonostante la ricchezza e la
fama dell'Arsenal ,noi non siamo mai stati di quello stampo-
siamo sempre stati troppo grigi, troppo sospettosi nei confronti
di chiunque avesse una personalità- ma non ci piace ammetterlo.Il
mito di Supermac è una truffa che il club fa a se stesso,
e siamo tutti ben contenti di poter chiudere un occhio.
***
AMICI
- ALTRI AMICI
Tutti i mercoledì sera
"Sono una punta, o meglio, non sono un portiere,
un difensore o un centrocampista, e non solo riesco a ricordare
senza difficoltà alcuni gol che ho segnato cinque, dieci
o quindici anni fa, ma in privato traggo ancora molto piacere
dal farlo, anche se sono sicuro che questo genere di indulgenza
alla fine mi farà perdere la vista. Non sono bravo a
giocare a calcio, è inutile dirlo ma fortunatamente questo
è vero anche per gli amici con cui gioco. Siamo bravi
quel tanto che basta perché valga la pena di giocare
: ogni settimana c'è qualcuno che segna un gol eclatante,
un potente tiro al volo di destro o un tiro angolato che corona
una funambolica discesa attraverso una difesa avversaria disorientata,
e in segreto e con un senso di colpa ci pensiamo fino alla volta
successiva ( non su questo dovrebbero fantasticare degli uomini
adulti). Alcuni di noi non hanno più capelli in cima
alla testa, anche se questo , come continuiamo a ripeterci,
non è mai stato un problema per Ray Wilkins, o per quella
brillante ala della Sampdoria di cui ora mi sfugge il nome ;
molti di noi hanno qualche chilo di troppo ; la maggior parte
è oltre la trentina . E anche se c'è il tacito
accordo di non fare contrasti troppo duri ( un sollievo per
chi, tra noi, non ne è mai stato capace) , ho notato
nell'ultimo paio di anni che la mattina del giovedì mi
alzo quasi paralizzato dal dolore alle articolazioni, ai legamenti
del ginocchio e al tendine di Achille ; ho il ginocchio gonfio
e ingrossato per due giorni, eredità del legamento mediale
che mi sono lacerato in una partita dieci anni fa (la successiva
operazione esplorativa fu quanto di più vicino abbia
mai sentito di essere a un vero giocatore) ; se mai ho avuto
una buona andatura, ho cominciato a perderla con l 'aumentare
degli anni e per il mio stile di vita autolesionista. Alla fine
dei nostri sessanta minuti sono paonazzo per lo sforzo ; l'imitazione
della seconda maglia dell'Arsenal (vecchio modello) e i pantaloncini
sono fradici."
***
UN REVIVAL ANNI
SESSANTA
Arsenal - Aston Villa
11.1.92
"
Era strano cercare di raccontare quanto fosse stata sventurata
la maggior parte della mia vita calcistica, nel bel mezzo di
quel periodo post-scudetto pieno di speranze e di gloria .Così,
man mano che la stagione cominciava a sgretolarsi , che Higbury
tornava a essere un luogo per giocatori insoddisfatti e tifosi
infelici, e il futuro assumeva un aria così cupa che
era impossibile ricordare perché mai l'avevamo visto
luminoso, cominciai di nuovo a sentirmi a mio agio. Il Grande
Crollo del 1992 aveva una sorta di attrazione magica. Quella
con il Wrexham fu una geniale e autentica ripetizione della
disfatta con lo Swindon, sufficientemente umiliante da farmi
rivivere il trauma infantile ; nello stesso tempo, mentre stavo
cercando di ricordare il vecchio e noiosissimo Arsenal degli
anni Sessanta , Settanta e , sì , Ottanta, Wright, Campbell
e Smith e gli altri mi fecero la cortesia di smettere di segnare
, e cominciarono ad apparire tanto incapaci quanto lo erano
stati i loro equivalenti storici.
Contro l 'Aston Villa , una settimana dopo il Wrexham , mi balenò
davanti agli occhi tutta la mia vita. Un pareggio 0-0, contro
una squadra da niente, in una partita insignificante , di fronte
a un pubblico insofferente, di tanto in tanto arrabbiato ma
più che altro stancamente tollerante, nel freddo gelido
di gennaio .. L'unica cosa che mancava era Ian Ure che inciampa
su se stesso, e mio papà , che continua a mugugnarmi
accanto."
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