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Collezionismo sa Lolla:
Lamette - Storia
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Introduzione
di Serafino Pisanu
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Cenni storici
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Secondo
alcuni archeologi, il fatto che in parecchie pitture rupestri l'uomo
primitivo fosse rappresentato sbarbato può verosimilmente significare
che già da allora l'uomo usasse radersi, probabilmente con utensili
abilmente levigati e scheggiati, ricavati nella selce, nell'ossidiana
o da valve di conchiglie.
Si
ritiene che il primo rasoio sia nato in Egitto, durante il periodo nel
quale cominciò a diffondersi l'uso di rame e bronzo.
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Il ritrovamento
più antico è conservato al Louvre, dove è catalogato come rasoio
anatolico del 3000 a.C.. Si tratta di un sottile coltellino in
bronzo, con la punta leggermente ricurva, molto simile ad altri
strumenti egiziani utilizzati per uso chirurgico o votivo. Fra
i ritrovamenti è considerata interessante anche la borsa in pelle,
appartenuta all'architetto Kha (datata 1450 a.C., conservata nel Museo
delle Antichità Egizie di Torino), contenente tre rasoi in bronzo.
Due di questi hanno manici in legno e lame larghe, a cinque
lati. Due sono a forma di bisturi, con lame piuttosto corte e
impugnature arrotondate e taglienti alle estremità. Un altro tipo di
rasoio studiato dagli archeologi è quello detto "a spatola",
considerato il modello preferito durante le prime dinastie di Faraoni
e il periodo dell'Antico Regno (2920-2134 a.C.)
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Prima
del 1000 a.C., gli Etruschi inventarono e in seguito continuarono ad
adoperare, forse principalmente per usi votivi, il rasoio in
bronzo di forma "lunata", più adatto a seguire i contorni
del volto, ed uno detto "fenestrato", formato da due lame
unite al centro da una griglia oppure da lame, tonde o semicircolari,
traforate. La forma lunata continuerà ad essere sfruttata anche per
rasoi in ferro di periodi successivi, detti della cultura Halstatt
(regione Austriaca). Anche i rasoi di tipo fenestrato continueranno ad
essere presenti in Italia settentrionale e in altre zone dell'Europa
durante il periodo del ferro.
Rasoi
in ferro molto semplici, a forma di lama di coltello tozza,
appuntita e decorata da una impugnatura a ricciolo o ad anello, sono
stati rinvenuti nei corredi funebri di guerrieri in necropoli svizzere.
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Si
ritiene che i rasoi punici, ritrovati nei relativi contesti funerari
della Sardegna, della penisola Iberica e del Nord-Africa, venissero
usati nei riti delle sepolture con funzioni di purificazione, sia nei
confronti del defunto sia delle persone venute a contatto con lui. Il
fatto che venissero posti nella sepoltura accanto al morto potrebbe
voler significare, secondo gli studiosi, che fungessero da
"collettore" delle impurità del defunto e forse da
simbolica speranza di purezza, di pulizia, che avrebbe garantito un
accesso onorevole all'aldilà. I rasoi bronzei sono ritrovamenti
frequenti fra i reperti degli scavi di Cartagine e spesso sono molto
suggestivi, con complicate incisioni sulle lame. Le figure
spesso sono divinità di origine egiziana, come Iside che allatta
Horus, oppure Horus con la testa di falco, o ancora Reshef, ornato con
la corona del Basso Egitto. Vi sono anche raffigurazioni più tipiche
del mondo greco, come Eracle, Hermes ed Asclepio. A volte i disegni
che compaiono sulle lame sono invece disegni geometrici, anche molto
complessi, forse a carattere magico, nello stile egizio. Per la
maggior parte questi rasoi hanno un'impugnatura di forma sinuosa e
un'estremità arrotondata. Sono datati dagli studiosi dal VII sino al
II secolo a.C. Dato che il loro rinvenimento si
limita alle tombe di particolari famiglie e a volte vi sono incisi dei
nomi, forse la loro presenza nelle sepolture era una prerogativa delle
classi più nobili, probabilmente quella sacerdotale.
Rettangolari, allungati e sottili, gli esemplari meno antichi
presentano talvolta un manico a forma di animale, forse per motivi
votivi.
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In
Guatemala, nell'angolo più remoto della foresta del Petén, a
Cancuén, una delle città Maya più grandi e ricche mai scoperte,
attorno al palazzo maggiore, si sono ritrovate le abitazioni e le
botteghe di artigiani, da quanto risulta abilissimi nel lavorare le
giade, la pirite e le ossidiane provenienti dal grande altopiano alle
spalle della città ( e del cui commercio la città deteneva il
monopolio). Si è scoperto per l'appunto che questi artigiani
fabbricavano vari oggetti e gioielli in giada, come preziosi specchi
con sottilissimi fogli di pirite, affilati coltelli e anche rasoi in
ossidiana.Questo accadeva nel corso del periodo classico della civiltà
Maya, dal 250 al 900 d.C.
Nel
333 a.C. Alessandro Magno impose ai suoi soldati di radersi per non
offrire una facile presa agli avversari durante i combattimenti.
Dovendo equipaggiare tutto il suo esercito, si diffuse l'uso di un
rasoio ripiegabile nel manico, simile a quelli oggi detti "da
barbiere", che i Latini chiamavano novacula o anche culter
tonsorium. Rasoi romani molto belli, con impugnature d'avorio o
d'osso elegantemente scolpito, sono stati ritrovati a Pompei. Le lame
in ferro erano sottili, a forma di trapezio e ripiegabili. Il rasoio
più simile a quello odierno, detto "a mano libera",
sembra fosse la "novacula" dell'era Cristiana, raffigurata
anche in alcuni marmi funebri delle Catacombe romane. La forma della
lama risulta più dritta e snella, e inoltre si nota una sorta di
prolungamento all'estremità e una impugnatura allungata.
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Ci sono
somiglianze fra tali rasoi e altri presenti nei musei scandinavi. Nel
300 a.C. pare che a Roma sia stata aperta la prima bottega da
barbiere, il quale sembra fosse un siciliano fatto arrivare dal nobile
Publio Licinio Mena. Fu la prima di tante altre botteghe di "tonsores",
citate da Giovenale come causa di "disturbo della quiete
pubblica" per gli schiamazzi e le grida che ne provenivano. I
barbieri infatti non si limitavano a fare la barba, ma si
improvvisavano dentisti o addirittura si dedicavano ad interventi di
piccola chirurgia. Questa confusione è rimasta per circa venti
secoli, tanto che in Francia la corporazione dei Barbieri-chirurghi
venne sciolta nel 1718 e in Italia agli inizi dell'800. La leggenda
vuole che l'insegna dei barbieri, il cilindro verticale a strisce
trasversali che gli anglosassoni chiamano "pole",
volesse proprio simboleggiare il rosso delle arterie, il blu le vene e
il bianco le fasciature delle medicazioni.
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Nei
secoli che seguirono, la forma restò più o meno invariata e simile
in tutte le zone dell'Europa. Grosse variazioni naturalmente ci
furono riguardo ai materiali, grazie alle continue migliorie e
innovazioni di tipo metallurgico e tecnologico. I centri di produzione
più importanti divennero Solingen, Sheffield, Toledo, Valencia.
Jean
Perret, coltellinaio francese, nel 1770 pubblicò "La Pogonotomia"
(dal termine greco pogon, barba, e tomia, tagliare).
Le considerazioni del Perret riguardavano il fatto che il pelo della
barba, agganciato dalla lama in procinto di tagliarlo, per un momento
esce un po' più del solito dalla pelle. Se si fosse riusciti a
ripassare velocemente il rasoio per tagliare anche questo pezzetto,
normalmente meno accessibile, la rasatura sarebbe potuta risultare più
duratura. Perret inventò quindi nel 1762 un rasoio affilatissimo,
detto "à rabot" (a pialla), che però, nelle mani di
barbieri poco abili nel maneggiarlo o poco attenti al fatto che la
pelle già rasata risultasse molto più delicata, in breve si guadagnò
in Inghilterra l'appellativo di "taglia-gole" (cut throath).
Pur non avendo riscosso troppo successo, si tratta comunque di una
innovazione rilevante per la successiva evoluzione del rasoio.
La
notevole abilità raggiunta dagli artigiani, unita all'uso di
materiali eccellenti, permisero nel frattempo di ottenere rasoi sempre
migliori, sia esteticamente che come perfezione di affilatura, su
entrambe le facce delle lame (bilama). Divennero famosi i laboratori
di "Feinschleiferei", in Germania, dove si diceva che i
rasoi fossero affilati così bene, da poterli sentir
"cantare", quando venivano adoperati.
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Seguendo
i concetti di Perret ed elaborando varie sperimentazioni, durante la
prima metà dell'Ottocento a Sheffield, in Inghilterra, David
Hartiey ebbe l'idea di un rasoio chiamato New frathe-blazed razor,
realizzato da un certo Champion, che prevedeva che la lama, tramite
due slitte, scorresse perpendicolarmente alla linea di taglio, in una
sorta di percorso protetto, che minimizzava il pericolo di tagli
sconsiderati.
Nel
1820, il coltellinaio francese Francois Bernard realizzò e
commercializzò un rasoio ancora più sicuro, con una specie di
fessura, dove andava inserita una lama mobile.
L'inglese
William Henson, nel 1847, ebbe invece l'dea di piazzare la lama in
posizione perpendicolare rispetto all'impugnatura, realizzando il
"rasoio a zappa" (hoe type razor), che ebbe molto
successo. Questo sistema divenne in seguito lo spunto per la nascita
del Safety razor, il "rasoio di sicurezza", brevettato
nel 1880 dai fratelli Kampfe di New York, produttori del famoso
"Star". Questi rasoi però utilizzavano lame prodotte con un
complicato processo di forgiatura e affilatura e dovevano comunque
essere in seguito riaffilate.
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Nell'800
si diffusero anche modelli di rasoio detti "a cuneo" e l'uso
delle "coramelle" per affilarli.
Una
vera e propria rivoluzione nel campo della rasatura ci fu nel 1895,
quando King Camp Gillette pensò bene che potesse risultare
particolarmente redditizio inventare qualcosa che, dopo un rapido uso,
dovesse essere subito riacquistato. Un suo amico, William Painter,
aveva inventato il tappo a corona. Gillette legò il proprio nome ad
una invenzione altrettanto rivoluzionaria rispetto al costume. Il
nuovo rasoio di Gillette aveva lamette monouso intercambiabili,
realizzate in modo che sporgesse dal rasoio solo l'estremità della
lama, per una rasatura davvero sicura. Gillette dovette però
aspettare fino al 1903 per riuscire a venderne i primi esemplari: 51
rasoi e 168 lamette in un anno, con l'aiuto del socio William
Nickerson, (inventore a sua volta della pulsantiera per gli
ascensori). Nel 1914, grazie alla scoperta di due tecnici
dipendenti della sua Società Gillette Inc. (Brearly e Sheff-Ad),
Gillette realizzò e lanciò sul mercato la lametta in acciaio
inossidabile. Le sue lame, ricavate dal taglio di un profilato,
risultavano di buona qualità ma contemporaneamente convenienti, sia
come costo di produzione che per gli acquirenti finali. Il successo fu
enorme. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, l'esercito americano
adottò proprio questo tipo di rasoio a lametta, contribuendo al
successo e alla diffusione mondiale della Gillette. In Europa
l'inserimento dell'acciaio inossidabile come materiale prediletto per
la coltelleria e la rasatura significò grandi miglioramenti come
qualità e praticità d'uso.
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Fra
i rasoi americani dell'epoca, ma meno conosciuti, si ricordano
anche i rasoi Collins, del 1914, una sorta di "affettatrici"
per barba. Sempre alla fine dell '800 si diffuse in America l'uso del
rasoio Valet e delle sue imitazioni, con la lama di modello
piatto e abbastanza economico, che andava arrotata con l'Autostrop (autoarrotante).
Gli Inglesi nel Novecento possono vantare i Compax, con impugnatura
telescopica, inseriti in una scatola affilalame, e i Tedeschi i Tura
del 1927, con lame contrapposte.
In
Italia, nei primi del Novecento, venivano usati veri gioielli, come i
piccoli pieghevoli da viaggio, i rasoi italiani Croce di Malta con
lama quadrata, del 1905 e, negli anni '30, i Multiplex a cinque lame
sovrapposte, il modello che si sa fu utilizzato anche da personaggi di
spicco come Gabriele D'annunzio, Guglielmo Marconi, Trilussa e
Ottorino Respighi.
La
storia dei rasoi elettrici comincia invece negli anni '20, in America.
La moda femminile dell'epoca proponeva abiti corti e sbracciati,
creando l'esigenza di depilarsi anche per le donne. L'industria
rispose con il lancio del primo rasoio elettrico, lo Shick, dal nome
del colonnello, pensionato dell'esercito americano, Jacob Schick, che
nel 1928 lo brevettò. Il meccanismo era basato su lame che scorrevano
al di sotto di una piastra bucherellata, in cui il pelo restava
intrappolato.
Successivamente,
soprattutto negli anni '30, anche gli uomini cominciarono ad
utilizzare rasoi elettrici come lo Shick o altri di tante altre
marche. Per donna si conoscono, del 1935, gli Shermack, a lama
tonda.
Nel
1973 il francese Marcel L. Bich lanciò sul mercato un nuovo tipo di
rasoio di sicurezza, il "radi e getta", oggi diffusissimo.
Le
innovazioni tecnologiche degli ultimi anni hanno portato a studi
sempre più avanzati sia come materiali che come perfezione tecnica.
Esistono addirittura modelli avveniristici, ultrapiatti, in tutto
simili a una carta di credito, bilama per disabili con cartuccia
fissata a un bracciale di gomma, rasoi utilizzabili in
situazioni particolari, con lampadina inserita nell'impugnatura.
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Le immagini sono state trovate
sul WEB con un motore di ricerca immagini e qui raccolte per gli amici
collezionisti. Se qualcuno vantasse dei diritti esclusivi su di esse,
basta che ce lo faccia sapere e provvederemo ad eliminarle.
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