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Una mamma è...
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- Una mamma è una stella che brilla
- nella notte, al mattino e alla sera;
- è un’amica fedele e sincera
- che, tradire, giammai ti potrà.
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E’ la luce che illumina il mondo,
- della quale non puoi fare a meno;
- il suo sguardo ti rende sereno,
- la sua voce accarezza il tuo cuor.
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Una mamma è qualcuno che soffre
- in silenzio e a te mostra il sorriso;
- non negarle mai un bacio sul viso
- perchè, lei morirebbe per te.
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Una mamma ti veglia, ti scruta,
- ha timore che tu non riposi;
- ti regala i suoi sguardi amorosi
- fino a che non ti vede dormir.
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Quando tu ti sarai fatto grande
- e lei avrà i suoi capelli d’argento,
- stai con lei, non lasciarla un momento:
- a quel punto, ha bisogno di te.
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Voci
dalla campagna
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Bello è sostare all’ombra degli ulivi
- ed ascoltare il cinguettio dei passeri
- appollaiati là, sopra il cipresso,
- il fruscio delle fronde degli abeti.
- Ammirare il fiorire dei roseti
- nei giardini, quand’è primavera.
- E
ancora: guardar la capinera
- che indaffarata fabbrica il suo nido,
- ascoltare delle civette il grido,
- nel mistico silenzio della sera.
- E
poi il ruscello che scende verso il piano,
- spumeggiante e festoso,
- portandosi con sè foglie e detriti,
- e andando verso oceani infiniti:
- dove si placa cessa il folle andar.
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Bello è assistere, al tempo degli arrivi,
- al volo delle rondini che vanno verso la gronda
- alla ricerca di quel vecchio nido
- lasciato lì, nell’altra primavera;
- lo troveranno, forse, verso sera
- e lì, staranno, finchè vien l’autunno:
- ogni anno questo si ripeterà.
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E’ bello, infine, udire l’usignolo
- a sera; quando già spunta la luna
- contar le stelle piano, ad una ad una
- fino a che il sonno non arriverà.
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Vecchio paese
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- Vecchio paese mio, verde e selvaggio
- in te respiro pura aria di poggio,
- le tue stradelle strette e solitarie,
- il verde delle valli
- l’argento degli ulivi;
- tutto quello che voglio in te lo trovo:
- folte macchie di rovo
- e querce secolari,
- e grandi vigne dai lunghi filari
- cariche di ciocche.
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Poi: donne belle dalle fresche bocche
- ardenti e innamorate,
- sorgenti zampillanti d’acque pure
- splendide creature,
- compagne dei miei sogni
- in queste lunghe notti senza luna,
- ch’io bacio ad una ad una
- appena chiudo gli occhi e mi addormento.
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Il vento corre e va lungo le valli
- s’acquieta al piano, lentamente muore
- e cessa il suo rumore,
- ed il paese mio ridente giace
- a piè dei colli,
- così com’io lo volli
- così com’era nella mente mia
- fin da quand’ero all’alba della vita.
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Il Nostro
Colle
E’ bello ritrovarsi,cari amici,
di tanto in tanto, sopra a questo colle,
ci basta poco per esse felici:
amiam la vita semplice così.
In questa sala noi ci ritroviamo,
mangiamo questo cibo genuino,
e tra un boccone e l’altro discutiamo
mentre un bicchier di vino sgorga giù.
E questo colle ormai ci è caro
E non lo cambierem con altri mai
A doverlo lasciar sarebbe amaro:
viver qui ci dà la felicità.
C’è l’aria pura, il verde ovunque abbonda,
la gente è laboriosa e sincera,
c’è in gran silenzio quando è notte fonda:
è salutare il vivere quassù.
Ci son fiori di campo e di ginestra,
e ulivi inargentati, in ogni valle,
s’affacian dame belle a ogni finestra:
e le pupille ci fan rischiarar.
Dolce mio colle, adesso ti saluto,
resta sempre così,come tu sei,
a te ho donato i miglior anni miei,
e spero di restar sempre con te.
Renzo Lunardi da (POESIA TRA LE FRONDE)
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