Letta dal popolo di Colle durante cena di ringraziamento

Sig. sindaco, signori

                      

                                                         In clima di festival di S. Remo come siamo, non disdico una significa rievocazione.

Tutti si ricordano quella canzoncina:

tu sei buono, ti tirano le pietre;

tu sei cattivo, ti tirano le pietre.

Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai,

tu sempre pietre in viso prenderai!       

Ciò avviene spessissimo nella vita di tutti. E non le nascondiamo sig. sindaco, che, talvolta c’è capitato di far ancor noi.

Quando i nostri morti minacciavano di uscir dal sepolcro per protestare del modo in cui eran  tenuti; quando noi viandanti eravamo costretti a percorrere vie impraticabili, su cui le balestre facilmente saltavano, i fascioni si spaccavano, e le camere d’aria sgonfiavano, non era difficile “gonfiare”, e tirar sassi e qualche altra cosa al sindaco e compagnia!

Ma ora basta! Sassi in specie non se ne tira più! Non c’è più motivo.

I nostri poveri morti infatti si sono placati; e dormon sereni il sonno dei giusti nel suggestivo Camposanto rimesso a nuovo, all’ombra dei cipressi e sotto l’urne riordinate, risistemate e spesso ornate di fiori e lumi.

E noi viventi esultiamo nel vedere ben sistemate le strade, su cui è facile e tanto comodo

transitare.

Riconosciamo che questi grandiosi lavori sono dovuti, in gran parte a lei, signor sindaco; alla sua larghezza di vedute, alla sua ferma, tenace volontà, alla sua intraprendenza, che le ha fatto superare ogni ostacolo, ogni difficoltà; al suo fattivo impegno, che ha saputo sollecitare la cooperazione dei suoi collaboratori.

E’ giusto quindi che diciamo il nostro viva, sentitissimo grazie a lei sig. sindaco, ai tecnici, alle maestranze, agli operai, a tutti coloro, che, in qualche modo, hanno contribuito ad appagare i nostri, lasciatemi dire, giusti desideri.

Gliene siamo e gliene saranno grati per sempre!

Ma lassù, sig. sindaco che la …                il nostro più fervido voto augurale: d’averla cioè a capo, a guida illuminata e solente del nostro comune per tanti e tanti anni ancora!

Con lei non ci sarà difficile veder presto l’acqua nelle case di tutti, godere il comodo del telefono, ammirare un impianto d’illuminazione ancor più efficiente, e veder la piazza di Santa Maria convenientemente sistemata.

Noi siamo pochi,e quindi ben poco possiamo, bisogna riconoscerlo! Ma anche il poco talvolta giova! E il nostro poco non glielo abbiamo mai negato, ne mai lo negeremo!

Anzi; ci sforziamo di fare opera di persuasione per una sempre maggiore solidarietà al suo e nostro ideale, che certamente è il migliore, per una vita ogni or più prospera della nostra Comunità.

Non più sassi dunque, sig. sindaco: questi bravi operai li hanno fermati col catrame!

Ma un cordiale e fervido evviva! Per confermarle la nostra soddisfazione, la nostra fiducia, il nosto pieno consenso alla sua opera veramente magnifica per l’intero Comune.

 

             COLLE  02 FEBBRAIO 1968