normalmente, una comunità pluralistica come è
pluralistica
Nella cellula quindi sono
presenti giovani coppie, coppie mature, giovani, anziani… E’
tuttavia possibile, e in qualche caso consigliabile, che
alcune cellule siano costituite da soli coniugi, da soli
giovani, da soli fanciulli, da persone che vivono lo stesso
stato di vita o da persone che hanno interessi comuni,
perché appartenenti allo stesso oikos (ambiente di
vita).
La cellula è di piccole dimensioni
Essa è costituita da 8-18
membri. Se raggiunge i 18-20 membri deve moltiplicarsi.
Essendo una comunità a misura d’uomo, noi diciamo che è una
comunità primaria secondo diversi livelli: dal punto di
vista sociologico, perché è un piccolo gruppo tra i cui
membri possono instaurarsi relazioni; a livello psicologico,
perché sono possibili rapporti interpersonali; a livello
ecclesiologico, perché è una piccola ma intensa
realizzazione di Chiesa. Il leader inoltre riesce
effettivamente a seguire ciascun membro della sua cellula ed
il momento particolarmente importante della condivisione del
proprio cammino di fede e di evangelizzazione è facilitato.
La cellula è mediazione tra la parrocchia e la famiglia
La
cellula si pone come elemento di mediazione tra la
grande comunità della Parrocchia e la piccola
comunità della famiglia “chiesa domestica”. Attraverso
un membro, che frequenta la cellula, ci si prende cura
dell’intera sua famiglia, sia nelle sue più urgenti
necessità sia aiutandola a riscoprire la lieta notizia
dell’Amore di Dio. Avvengono così profonde conversioni
nell’interno del nucleo familiare, che riscopre la propria
identità alla luce del sacramento del matrimonio cristiano,
intraprende con nuovo entusiasmo il cammino di fede ed
abbraccia con maggiore consapevolezza la sua missione
evangelizzatrice. Non è detto che tutti i membri di una
famiglia entrino nella cellula evangelizzatrice, ma
l’esperienza testimonia che essi cambiano la loro concezione
sulla parrocchia. Cominciano a vederla progressivamente come
comunità cristiana ed offrono volentieri il loro servizio[1].
La cellula è luogo di conversione
Il passo della cellula è il
passo dell’ultimo: qui c’è la scommessa che distingue la
cellula dal gruppo elitario. La logica della cellula è
quella di Gesù, che spogliò se stesso, si abbassò, si fece
schiavo, si fece il servo di tutti e l’ultimo di tutti, si
fece obbediente fino alla morte in croce,dopo aver lavato i
piedi ai suoi apostoli. La logica della cellula è il
servizio a chi ha più bisogno, nella convinzione che “si
cresce nella misura in cui si serve”. In questo senso la
cellula comincia sempre da capo. E’ opportuno notare che
Gesù non esclude la discussione dei suoi sul primeggiare, ma
offre il giusto orientamento: “Chi tra voi vuol essere il
primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti” (Mc
9,35).
La cellula è una Chiesa in sedicesimo, una microchiesa: una
piccola ma intensa realizzazione di Chiesa
Perché ci sia una
realizzazione di Chiesa occorre siano presenti queste
realtà: l’annuncio e l’ascolto della Parola; la comunione
con Dio, specialmente attraverso la preghiera, l’Eucaristia
e l’adempimento della sua Parola; la comunione fraterna da
realizzarsi attraverso il reciproco amore e servizio; la
comunione con la gerarchia; la spinta evangelizzatrice,
attraverso l’espletamento dei ministeri e carismi (cf. At
2,42). Ora, tutte queste realtà sono presenti nella cellula.
La cellula è una piccola comunità che ha l’ardore
dell’evangelizzazione
Scopo della cellula non è
soltanto quello di lasciarsi evangelizzare, ma anche (e
moltissimo) quello di evangelizzare. Le parrocchie, perché
continuino a sussistere e a svolgere la loro missione,
devono passare dal Vieni al Vai. Gesù scelse i
dodici Apostoli perché stessero con Lui e per mandarli (cf.
Mc 3,14). Gesù dice ai membri della cellula: “Venite
per incontrarmi, per stare un po’ con me, per trovarvi fra
voi, per amarvi, per sostenervi, per aiutarvi a risolvere i
vostri problemi…”. Ma poi dice: “E adesso andate, annunciate
il mio Vangelo, portatemi dei discepoli…”. La riunione
settimanale è il punto d’incontro della cellula: punto
d’incontro nel quale tutti possono amarsi, servirsi,
condividere, rifornirsi. Ma la maggior parte del ministero
si svolge durante la settimana, mentre si vive con gli
altri, li si ama, li si serve, si testimonia, si diventa
“interrogativo”, li si avvicina al Signore…
La cellula è una piccola comunità in cui si entra
o attraverso relazioni di “oikos”,
o per richiesta dell’interessato, o per invito da parte di
un membro della cellula. L’oikos è costituito da
quelle persone con cui si hanno già relazioni (familiari,
parenti, colleghi di lavoro, amici, persone con cui si
condivide il tempo libero). Attraverso una metodologia
speciale (come si spiegherà tra poco), si cerca di portare
in cellula, ad una ad una, quelle persone che s’incontrano
tutti i giorni. I membri della cellula accettano: di
frequentare regolarmente il gruppo; di invitare membri del
loro oikos al gruppo; di accettare responsabilità
all’interno del gruppo; di ricevere un’intensa formazione e
abilitazione.
La cellula è una piccola comunità destinata a moltiplicarsi.
La legge della cellula
biologica è questa: o si moltiplica o muore. Questa stessa
legge presiede alla vita della cellula evangelizzatrice: o
si moltiplica o muore (perché se non si moltiplica viene
meno al suo fine primario di evangelizzare). Questa legge
crea la possibilità di una moltiplicazione indefinita. La
moltiplicazione permette alla cellula di raggiungere nuove
persone e di rimanere sufficientemente piccola. Il destino
finale di tutte le cellule è quello di morire per generare:
moltiplicandosi non c’è più una cellula madre e una cellula
figlia, ma nascono due cellule figlie, che ricominceranno il
processo con rinnovato entusiasmo. Rispondono così
all’appello di Giovanni Paolo II per una Evangelizzazione
che sia Nuova anche nell’ardore.
IL CAMMINO DELLA CELLULA
EVANGELIZZATRICE
“Gesù, avvicinatosi, disse loro: “Mi è stato dato ogni
potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate
tutte le nazioni, battezzandole
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,
insegnando loro ad
osservare tutto ciò che vi ho comandato.
Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del
mondo”
(Mt 28, 18-20).
Questo brano, molto
significativo, e il nome dato alla Cellula (di
Evangelizzazione appunto), potrebbe essere non bene
interpretato. Si rischierebbe infatti di non comprendere
complessivamente lo spirito dell’iniziativa, apparendo che,
magari alla fine, si debba andare in giro a parlare alla
gente e a suonare i campanelli delle abitazioni: non è così!
Di fatto, il cammino della Cellula di Evangelizzazione ha
come base la centralità di Cristo nella vita di coloro che
aderiscono alla proposta, impegnandosi a rivedere tutta la
propria esistenza intima e relazionale alla luce del suo
amore per noi. Questa evangelizzazione è quindi prima di
tutto destinata a noi stessi, ma non potrà non avere
ricadute salutari sull’atteggiamento verso gli altri. In
altre parole si tratta di rivivere lo spirito dei primi
cristiani i quali convertivano la gente non tanto e solo con
la parola ma con l’amore fraterno e l’azione dello Spirito
Santo, vivificati entrambi dalla preghiera personale e
comunitaria.
I SETTE FINI DELLA CELLULA EVANGELIZZATRICE
1 -
Crescere in intimità con il Signore
“Santificatevi
dunque e siate santi
perché io sono santo”
(Levitico 11, 44).
… dedicando tempo alla
preghiera, alla meditazione della Parola di Dio, a creare un
legame tra preghiera e vita, tra Parola e vita, a vivere con
lo Spirito Santo in intimità in associazione in dipendenza,
ad accettare la morale di Gesù attraverso l’insegnamento
della Chiesa.
2 -
Crescere nell’amore fraterno
“Amatevi
come io vi ho amati” (Giovanni 13, 34).
Ciò significa conoscere tutti
i membri della cellula, essere sensibili ai bisogni degli
altri, ascoltarli, sostenerli nelle difficoltà, aiutare a
crescere…
3 –
Condividere Gesù con gli altri
“Così
risplenda la vostra luce
davanti agli uomini”
(Matteo 5, 16).
In cellula ognuno deve
illuminare gli altri con la luce di Gesù e poi deve portare
questa luce ai lontani. Ciò significa: servire gli altri
come Gesù serviva; raccontare agli altri le meraviglie di
Gesù; testimoniare ciò che egli ha fatto nella nostra vita e
ciò che noi tentiamo di fare perché egli sia conosciuto e
amato; presentare una vita credibile; raggiungere i vicini,
cioè quelli del proprio “oikos” (ambiente di vita).
4 –
Svolgere un ministero nella Chiesa
“Ora
voi siete Corpo di Cristo e sue membra,
ciascuno per la sua parte”
(1Corinti 12, 27).
Ognuno, in preghiera , e dopo
essersi debitamente consigliato, è chiamato a dare il suo
servizio nella cellula, nella comunità parrocchiale e nella
Chiesa. La cellula deve diventare il vivaio nel quale
fioriscono i vari collaboratori che si mettono a servizio
della comunità.
5 –
Dare e ricevere sostegno
“Portate
i pesi gli uni degli altri,
così adempirete la legge di Cristo” (Galati 6, 2).
E’ importante dare sostegno;
ma è anche importante, riconoscendo la nostra debolezza,
ricevere sostegno. Se non abbiamo questa umiltà, dobbiamo
chiederla al Signore (cf. 1Corinti 12, 26). Il sostegno che
si deve dare e ricevere, può essere fisico, psicologico,
spirituale e materiale. Perché si possa dare e ricevere
sostegno, occorre far conoscere le proprie necessità agli
altri e mettere i fratelli a proprio agio perché abbiano il
coraggio di manifestare le loro necessità.
6 –
Addestrare nuove guide
“Le
cose che hai udite da me
trasmettile a persone fidate”
(2Timoteo 2, 2).
Se la cellula è destinata a
moltiplicarsi, deve essere il luogo in cui si formano i
futuri leaders di cellule. Ogni guida deve avere a cuore la
formazione e l’abilitazione di una co-guida che assumerà la
conduzione di una delle cellule figlie, appena la cellula
madre si moltiplicherà.
7 –
Approfondire la propria identità cattolica
“…
giungano a penetrare
nella piena conoscenza
del mistero di Dio, cioè Cristo,
nel quale sono tutti i tesori
della sapienza e della scienza” (Colossesi 2, 2-3)
Ciò significa vivere il
legame tra sacramenti e vita, specialmente tra Eucaristia e
vita; accettare totalmente l’insegnamento della Chiesa, in
modo particolare riguardo la giustizia sociale, la
sessualità, il matrimonio, l’apertura e il rispetto per la
vita di ogni persona; vivere uniti al Papa; sapere
instaurare un dialogo costruttivo con i non cattolici, senza
rinunciare a proclamare il Vangelo nella sua integrità,
secondo la tradizione cattolica, che si allaccia agli
apostoli.
I sette momenti dell’incontro
della Cellula Evangelizzatrice
1 - Preghiera di lode e di
ringraziamento … 10 minuti;
2 - Condivisione ………………………….
20
minuti;
3 - Ascolto dell’insegnamento
…………… 20 minuti;
4 - Approfondimento ……………………..
15 minuti;
5 - Problemi pratici
……………………… 5
minuti;
6 - Preghiera di
intercessione …………....
10 minuti;
7 - Preghiera per i
fratelli/sorelle assenti … 10 minuti. [1] Cf. P. PERINI, The parish open to movements that serve the family, traduzione italiana Parrocchia e movimenti a servizio della famiglia, in Atti del Congresso eucaristico, Rio de Janerio 1998. |