Se questa è la storia
Per secoli
Lo so che è facile dare
sentenze storiche, lanciare giudizi contro questo e quello,
mancando il riscontro di ciò che sarebbe potuto accadere se
la storia fosse andata diversamente (poteva farlo?); lo so
che i meccanismi interni alla vita di qualunque società,
superati certi limiti di consistenza e cioè passando da una
piccola comunità a quelli di un popolo, che abbraccia, tra
l’altro, culture e latitudini diversissime, sono
inevitabilmente soggetti (fatta salva, naturalmente,
l’azione dello Spirito Santo) al condizionamento dei fattori
umani e quindi anche della corruzione, del clientelismo, del
calcolo degli interessi esclusivamente terreni. Ma se la
storia è quella che è stata, non possiamo esimerci da una
analisi schietta che porti a chiamare le cose con i loro
nomi, senza scusanti e quindi senza sconti. L’importante
sarebbe di prendere lezione dagli errori compiuti nel
passato remoto e prossimo, cercare di non ripeterli (è il
minimo, se vogliamo essere onesti) e soprattutto capire, da
una parte, le nuove esigenze dei tempi moderni che, in
positivo, vogliono più chiarezza, determinazione e
sensibilità nella difesa della persona e della sua
autodeterminazione e, dall’altra - in continuità con una
avversione che non è mai venuta meno verso il cristianesimo
- come, da parte di elementi e coalizioni anti-cristiane, vi
sia una maggiore abilità e disponibilità di mezzi per
alimentare la “politica del sospetto” verso
Prendiamo allora, come
esempio, un caso: quello emerso con prepotenza in queste
ultime settimane e cioè la decisione dello Stato del
Vaticano di non firmare la proposta avanzata in sede ONU di
chiedere agli Stati membri la depenalizzazione della
omosessualità. Non entro minimamente nella questione di
merito (pur dicendo che l’omosessualità rappresenta un
problema destinato ad assumere dimensioni inimmaginabili e
che non può essere valutato solo ed esclusivamente con le
vecchie categorie teologiche e morali), ma parlando di
metodo mi chiedo: può
Colline
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