Ecco la
mia esperienza vissuta a... LOURDES
"Mi riaffaccio alla semplicità ... scegliere di
rimanere poveri" Aspettavo da molto questa
partenza e con l'attesa sono cresciute anche le mie
aspettative. Sono arrivata al 27 giugno in corsa: dopo mesi
iperattivi e pieni di impegni e di responsabilità, forse
prima mai avute, avevo bisogno di "fermarmi" per ritrovare
il centro, o meglio, per rimettere Dio al centro, per fare
silenzio fuori e dentro me e mettermi in condizione di
ascoltare una voce che non fosse soltanto la mia. Questi giorni a Lourdes si
sono rivelati per me come un piccolo percorso verso un
riaffacciarsi alla semplicità; infatti le aspettative con
cui ero partita erano molte, ma soprattutto pretendevano il
mio mantenere sempre strette le redini della mia vita, ed
invece mi sono sentita prendere per mano e guidare verso una
fiducia più vera, verso un atteggiamento di apertura e di
abbandono. E' stato per me un po' come "ritornare a casa",
un riaprirsi al dialogo … e la figura materna e dolce di
Maria mi ha aiutata a farmi piccola fra le braccia di una
madre che ti guarda, con uno sguardo che "ti ascolta" fino
in fondo. A Lourdes si respira davvero
un'aria di profonda pace: è luogo dove tutti ripongono il
loro cuore e le loro speranze, dove ogni persona non può non
ritornare a casa con un piccolo seme da coltivare. Questi giorni sono andati al
di la di ogni mia aspettativa, anzi proprio dove mi
aspettavo di incontrare Dio non l'ho trovato, e proprio
quando ho smesso di pretendere di decidere come e dove, Lui
ha fatto capolino nel mio cuore e sono stati più di uno i
momenti significativi per me a Lourdes: tutti caratterizzati
dalla semplicità. Un momento significativo è stata una
adorazione notturna in cui dopo un bel po' di tempo sono
riuscita a mettermi davvero a cuore a cuore con Gesù, come
una persona viva e non come un ideale prestampato. E’ stato
bello, davvero bello ritrovare quel silenzio "pieno di
parole", quel sentirsi ascoltati e presi a cuore, nonostante
il mio superbo voler far spesso da me. Quella sera ho
ripercorso un po' i mesi precedenti rendendomi conto della
differenza dello scegliere di vivere con Dio o senza Dio,
ovvero della qualità, della sostanza e della pienezza che
caratterizza la mia vita quando vivo alla luce di un Dio che
mi ama. Un altro piccolo sasso nello
stagno è stata la coinvolgente riflessione di padre Nino,
che mi ha reso più vicina la figura di Bernadette, aprendomi
gli occhi sulla bellezza della povertà, sulla bellezza della
scelta del rimanere poveri, dello spogliarsi di se stessi,
dello spogliarsi del bisogno di approvazione, di stima, di
ammirazione, quella povertà capace di abbandonarsi ad una
volontà più grande, quella povertà che ci rende liberi,
quella povertà che si fa casa che accoglie, quella povertà
che dona senza pretese, quella povertà che si rivela
ricchezza. Inoltre
sono stati molto preziosi per me anche il dialogare, il
confrontarmi e il condividere questa esperienza con persone
vicine; in particolare le parole che mi porto a casa sono
state quelle di non cercare la felicità sempre ad un passo
da me, ma di vivere l'ora come un momento prezioso per
"essere l'amore". Quindi, adesso, viene la parte più
difficile e concreta: torno a casa con il desiderio di
tenere alto il mio orizzonte, di fermarmi un po' per
ascoltare una voce che mi guida e per riconoscerLO in quello
che vivo, cercando ogni giorno con più semplicità di essere
"amore". Grazie!
Giulia
Verni (2008) |
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