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I fichi
destinati
all'essiccazione devono essere esclusivamente
della varietà
Dottato e raccolti
tra la fine di agosto e la metà di settembre. I frutti,
naturalmente i migliori, vengono spaccati longitudinalmente
partendo dal gambo (denominato
picciolo).Per riconoscerli, i fichi buoni
devono presentare le
caratteristiche screpolature longitudinali sulla buccia, e
non è detto che i migliori siano quelli più grossi, anzi
spesso sono quelli meno saporiti in quanto contengono molta
acqua e bassa concentrazione di zuccheri.
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E’ chiaro
che la raccolta non può avvenire nei giorni successivi a
pioggia in quanto i frutti si comportano
come delle vere
e proprie spugne e
nelle annate piovose la qualità dei fichi secchi può esser
compromessa.
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Una volta aperti i fichi vengono stesi su dei cannicci di
vitalbe e prima
di esser messi al sole ad essiccare una volta venivano
chiusi nelle botti o nei tini per una nottata, dove lì
veniva acceso lo zolfo. L’anidride solforosa oltre ad avere
un effetto sbiancante è determinante ai fini della
conservazione del prodotto.
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Dopo una settimana circa, a seconda del clima, nel caso di
questo 2008 sono bastati quattro giorni i fichi vengono
messi in cestini o bruscole e appesi alle travi in luoghi
ben asciutti, meglio se sterilizzati di nuovo dai fumi dello
zolfo, dove vengono lasciati a “grumare” per circa un mese
prima di esser “appicciati” (uniti per le superfici interne),
dopo avervi deposto due o tre semi di anice.
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Insomma i fichi di Colle non
hanno nulla da invidiare a quelli di Bacchereto e ai più
rinomati fichi secchi di Carmignano, ma hanno un solo
difetto; sono introvabili,
solo ad uso familiare qualcuno li
produce ancora.
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