“Non
preoccupatevi del domani, pensate a fare il bene oggi”
(Padre Pio)
Alla Caritas Diocesana di Pistoia
Vi invio il
testo dell'articolo che verrà pubblicato sul prossimo numero
di “Sul Colle”, periodico della nostra comunità cristiana,
riunita intorno alla chiesa di Santa Maria Assunta a Colle
di Quarrata.
dall'invito
che la Caritas Diocesana ha fatto pervenire a tutte le
parrocchie e quindi anche a questa di Colle - invito con il
quale si chiede di svolgere, nelle domeniche 25 novembre o 2
dicembre “una raccolta per sostenere i progetti in atto” per
aiutare le popolazioni del Bangladesh colpite dal terribile
ciclone Sidr - per sottoporre alla mia e alla vostra
attenzione alcune considerazioni che mi sembrano importanti. Nel caso si
verifichino eventi come quello del Bangladesh - purtroppo
ciò sta accadendo ad un ritmo che ci appare crescente - è
giusto e sacrosanto che la comunità cristiana si mobiliti
per sensibilizzare e richiamare all'obbligo della
solidarietà verso i più poveri e bisognosi. Questo però va
fatto senza dimenticare le emergenze che quotidianamente si
vivono nel nostro Paese e nel nostro territorio, perchè
sarebbe terribile, un po' come togliere il pane di bocca a
qualcuno per darlo a qualcun'altro: una cosa indecente, non
vi pare? Quindi, l'unico atteggiamento in linea con la fede
che diciamo di avere e con la carità che si deve dimostrare
nei fatti e non a parole, non può che essere quello di fare
uno sforzo aggiuntivo, cioè aggiungere a ciò che viene fatto
ordinariamente qualcos'altro. Cosa vuol dire questo in
concreto, per una parrocchia tipo, come la nostra e come
tantissime altre, che vive dovendo far fronte a continue
spese di gestione e di manutenzione degli ambienti e delle
strutture da una parte e, dall'altra, dovendo tenere aperta
la porta a chi viene a bussare e a stendere la mano perchè
non ce la fa più ad arrivare alla fine del mese? Non vi è
alternativa: nei limiti del possibile, accertate le
autentiche situazioni di bisogno, facendo appello alla
generosità dei credenti e delle anime di buona volontà, ma
intaccando anche, se necessario, il proprio portafoglio,
mantenere la porta sempre aperta, fidando e confidando nella
straordinaria provvidenza e misericordia di Dio.
Nell'eventualità poi che si realizzino eventi
straordinariamente nefasti in questa o quella zona del mondo
se, come nel nostro caso, ogni prima domenica del mese si
raccolgono offerte per la Caritas parrocchiale, ciò vuol
dire che dobbiamo aggiungere una raccolta in più in un'altra
domenica dello stesso mese (ecco perchè noi raccoglieremo
per il Bangladesh nella Festa dell'Immacolata Concezione,
cioè l'8 dicembre p.v.). Questo ci sembra l'unico
atteggiamento decente, salvo che i Gruppi Caritas delle
parrocchie non abbiano fondi destinati alle emergenze, ma
questo non avviene a Colle, perchè il Gruppo Caritas Colle
si è dato come principio che i soldi dei poveri non possono
essere tenuti in banca più del minimo indispensabile, ci
sembrerebbe come tenere il pane in cantina, mentre in strada
c'è chi muore letteralmente di fame. Detto
questo però, non mi sento di tacere relativamente ad altri
aspetti della questione che l'appello della Caritas
Diocesana per “una raccolta per sostenere i progetti in
atto” in Bangladesh suscita. In questo caso però - lo dico
subito - più che dare risposte non posso che formulare una
serie di domande, pertinenti, mi sembrano, visto che il
silenzio, quando sono in ballo principi così evangelici come
quello della solidarietà, non può che voler dire la morte
dell'anima e... di tanti corpi che vivono nella miseria. Se
le comunità parrocchiali devono fare uno sforzo aggiuntivo
per venire incontro alle esigenze di carità, lo stesso
devono fare anche le Diocesi? Se le parrocchie devono
forzatamente eliminare gli sprechi, lo stesso dovrebbero
fare anche le Diocesi? Se con l'8 per mille si raccolgono
soldi per il sostentamento del clero, ma questi risultano -
qualora risultino - superiori al bisogno, ebbene quei soldi
vanno messi in banca o vanno destinati, guarda caso, anche
ad emergenze tipo quella del Bangladesh? E se quei soldi
vengono messi in banca - qualora lo siano - come la mettiamo
con la fiducia nella provvidenza divina che i credenti
dovrebbero sempre avere e manifestare, soprattutto quando
questi credenti appartengono alla categoria dei ministri
della Grazia di Cristo?
Colle 26
novembre 2007
d.
Franco Monticelli
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