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» 2008-02-15 13:24
CLIMA: ITALIA MALE PER I GAS SERRA, POCA ECO-ENERGIA
                               ROMA - Stenta a decollare l'Italia sul fronte dell'energia verde, che nel 2006 segna uno dei livelli più bassi mai registrati (16,6% produzione del settore elettrico), nonostante tra 2000 e 2006 quella da eolico sia quadruplicata (427%) e da biomasse triplicata (364%).

Terzo Paese europeo nel 2005 per produzione di gas serra (il quinto nel 1990 e il quarto nel 2000), negli anni diminuisce le tasse sulle emissioni di anidride carbonica. Questi alcuni dati di Ambiente Italia 2008, Scenario 2020: le politiche energetiche dell'Italia, l'annuale rapporto di Legambiente sullo stato di salute del Paese. Il volume (Edizioni Ambiente, 256 pagine, 18 euro), presentato a Roma, è dedicato all'energia e alla lotta al cambiamento climatico e utilizza 30 indicatori. Nella fotografia del rapporto Legambiente l'Italia è lontana dai target fissati da protocollo di Kyoto e Unione europea.

 Ma secondo il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, la strategia dell'Unione europea (-20% CO2, +20% efficienza energetica, 20% di energia da fonti rinnovabili) è un'opportunità per l'Italia, dove occorre 'una politica nazionale che ripensi l'attuale modello energetico per invertire la rotta". Ecco i principali dati del rapporto:

- EMISSIONI GAS SERRA: nel 2005 oltre 580 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (+ 0,3% sull'anno precedente) per l'Italia, che si piazza al terzo posto in Europa (il quinto nel 1990 e il quarto nel 2000); la Ue registra un -7,9% emissioni rispetto al 1990 (Ue a 15 -3%), l'Italia tocca +12,1%, per via consumi trasporti (+27%), produzione energia elettrica (+16%) e riscaldamento per usi civili (+21%); emissioni pro-capite di poco superiori a media europea, circa il doppio media mondiale; rispetto al 1990 per ogni milione di euro di Pil le emissioni di CO2 sono diminuite in Italia del 7% (in Germania e in Usa -24%, in Gran Bretagna -33% e in Cina -44%);

- MAPPA EMISSIONI CO2: primato assoluto a Lombardia (16% totale), seguita da Sicilia, Veneto e Puglia (poco sotto 10%), mentre Sardegna, Valle d'Aosta, Puglia, Friuli Venezia Giulia segnano oltre 10 tonnellate per abitante (a fronte media nazionale di 7,9 tonnellate per abitante di CO2 da usi energetici). Valori più bassi al Sud o dove si usano molto le rinnovabili (Trentino Alto Adige);

- CONSUMI ENERGETICI:
nel 2006 pari a 196 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (+20% rispetto al 1990, in linea con la Ue). Un italiano consuma poco meno della media Ue (anche causa clima), circa la metà rispetto a un cittadino Usa (3,5 tonnellate petrolio contro 7 tonnellate), ma tre volte un cinese e quasi nove volte un africano;

- FONTI RINNOVABILI:
nel 2006 pari a 16 Mtep, circa l'8,3% del totale dei consumi energetici, in crescita sul 2005. Nel settore elettrico fonti verdi nel 2006 sono il 16,6% produzione nazionale, uno dei valori più bassi. Tra 2000 e 2006 cresce del 427% la produzione di energia eolica, del 364% produzione elettrica da biomasse, del 124% produzione da fotovoltaico (nel 2007 è atteso boom), del 140% produzione termica da solare;

- TRASPORTI:
parco auto con consumi energetici specifici tra i più bassi d'Europa, ma record densità motorizzazione; consumi per trasporti stradali (+1% su 2005 e + 27% rispetto al 1990);

- FISCO: tra 1997 e 2006 il prelievo fiscale ambientale (energia, auto, rifiuti, acqua) delle amministrazioni pubbliche é diminuito di oltre 6 miliardi di euro; tra il 1995 e il 2005, a prezzi costanti, la tassazione emissioni di CO2 (calcolata in funzione della tassazione energetica) è diminuita di circa il 20% per ogni tonnellata di CO2 emessa.

 

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