La mia versione dei fatti
Insomma per farla breve io, Carmela B. di fu Crispino e Mariacatena S., mi ritrovai a passare per via Broccaindosso lunedì scorso attorno alle quattro del mattino.
Vede, commissario, il fatto é che soffro d'insonnia precoce da quando l'estate passata ho avuto la fortuna di guardare le stelle la notte di San Lorenzo in ottima compagnia.
Da allora, ogni notte mi sovviene il piacevole evento e mi alzo col proposito di scrutare il cielo e ricrearmi quella atmosfera fatata.
Ma sto divagando.
Quindi, per tornare al fatto....
Vagavamo senza una meta precisa, con l'unico scopo di assaporare i colori di un'alba invernale, quando notammo al terzo piano del palazzo una finestra illuminata.
"Ma guarda guarda" - ci siamo detti - "Qualcuno lassù é già alzato e starà bevendo il caffè"
All'improvviso mi sono ricordata che, corrispondendo la strada, il palazzo ed anche la finestra all'indirizzo esatto di una tale M. di professione insegnante da me conosciuta casualmente l'anno passato, ho avuto come un guizzo, che, se fossi stata in un fumetto, mi si sarebbe accesa una lampadina.
Poichè certi orari mattutini ispirano complicità ho proposto ai miei compagni di merende una visita alla solitaria (sicuramente tristissima ) professoressa, che, magari, ci
avrebbe offerto una tazzina di caffè.
Abbiamo perciò varcato il portone, salito le scale e arrivati davanti all'ingresso abbiamo notato (con stupore) che la porta era socchiusa.
Entrammo con circospezione e notammo subito uno strano silenzio e soprattutto uno strano odore.
Percorremmo tutto il corridoio fino alla cucina.
Colà si presentò ai nostri occhi un'immagine che mai, commissario, le giuro, mai, potrò dimenticare.
Lei ci sorrideva, (più che un sorriso era un ghigno), i bigodini sulla testa, un filo di occhiaie, (notai immediatamente i suoi occhi azzurri perché non indossava gli occhiali).
Nonostante l'avessi vista sorridere molte volte (di sorrisi ipocriti grondanti melassa)
questa volta il sangue gelato che avevo nelle vene era causato da un altro motivo.
Non c'era il corpo!
Ed é stata appunto l'affannosa ricerca del corpo che ha causato tutte quelle chiazze di sangue sul mio golfino, non altro, commissario.
Lo giuro.
Dio l'abbia in gloria
Adesso, però, come mi ha consigliato l'avvocato, intendo avvalermi della facoltà di non rispondere.
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