Il Tempio della Pace e' la storia delle
sofferenze patite dai Padovani
a causa delle guerre degli ultimi ottant'anni, una storia scritta nelle pietre
che indica chiaramente la via della pace. Negli anni 1915-18 c'era tanta sofferenza e paura nel mondo. Nelle città del Veneto in particolare, pure a Padova, incombeva il pericolo di un'invasione che poteva fare della città un campo di battaglia. I padovani, invitati anche dal periodico "II Santo dei Miracoli", si rivolsero al loro "Santo", S. Antonio, facendo voto che, se Padova fosse stata preservata da questa minaccia, avrebbero costruito un tempio votivo in suo onore. La guerra cesso' nel 1918, il fronte si fermo' all'Altopiano di Asiago: Padova fu risparmiata. Subito, nel dopoguerra, si penso' al Tempio e l'architetto Zanivan realizzo' un progetto grandioso, una chiesa con un campanile di cento metri, terminante con la statua dell'angelo della pace. Nel 1920 si pose la prima pietra e si procedette alacremente con i lavori,ma, passato il ricordo vivo della guerra e sopraggiunti problemi economici, il Tempio fu lasciato a meta', anche perché attorno alla nuova chiesa si era costituita una comunita' parrocchiale che aveva bisogno di una chiesa piu' modesta e altre strutture ricreative e sportive per la gioventu'. Alcuni erano stati già riportati nei luoghi di origine, 5401 invece vennero inumati in cassette nominali nel Tempio, la cui costruzione fu terminata per questo nuovo fine anche con il contributo dello Stato italiano. Pian piano poi il Tempio fu rifinito e abbellito con marmi, con le sculture di Luigi Strazzabosco, con l'organo dei F.lli Ruffati. Appena il Tempio venne completato scoppio' la seconda guerra mondiale: ancora sofferenze, campi di battaglia, ma anche bombardamenti sulle città, Padova ne subi' dodici. Nel bombardamento del 30 dicembre
del 1943 venne colpita con due bombe e distrutta la parte sinistra della chiesa,
con l'abbattimento della sacrestia e dell'altare della Madonna. Un vero disastro,
uno sfacelo che si univa ai tanti lutti e alle sofferenze per la popolazione.
La chiesa venne chiusa e si dovettero celebrare le messe in luoghi di fortuna.
Dall'8 maggio 1960, per interessamento di Maria Zattarin Trevisan, furono traslati in una cappella dell'atrio i resti di mille vittime civili della seconda guerra mondiale. Nei decenni successivi la zona e' diventata il centro direzionale della citta', con molte banche, il tribunale, l'Universita': tutto cio' e' cresciuto in maniera incontrollata, senza salvaguardare il tessuto abitativo e frazionando la comunita'. La collocazione vicino alla stazione ferroviaria ha portato questa zona a divenire un punto di transito, non solo di studenti o pendolari, ma anche di chi e' in cerca di lavoro, di pane, e purtroppo di traffici di droga e prostituzione. La memoria storica delle sofferenze causate dalla guerra è stata una delle cause che hanno fatto fiorire l'esigenza di pace, non solo come assenza di conflitti, ma anche come bisogno di costruirla nella giustizia e nell'attenzione al rispetto dei diritti fondamentali della persona. Per questo l'inizio dell'anno e' divenuto per i cattolici la giornata mondiale della pace, con il messaggio del Papa che anno per anno puntualizza aspetti particolari per la costruzione di una convivenza pacifica. Anche nella nostra comunità sono sorte iniziative e proposte di pace, ci sono ad esempio le Cucine Popolari, dove si procura un pasto caldo a chi e' povero, ma anche ascolto, aiuto medico, ci sono circa trenta operatori (medici, obiettori, suore e volontari) che accolgono questi fratelli. Alla stazione ci sono i volontari della Croce Rossa che alla notte offrono qualcosa di caldo, ma anche aiuto medico e una mano a chi vuole cambiare vita. Spesso i locali del patronato del tempio sono utilizzati da gruppi di immigrati per incontri di preghiera o di amicizia fra connazionali. Il 4 novembre di ogni anno si tiene in questo Tempio una messa di suffragio con i cappellani militari e le varie autorita' cittadine. Qualche anno fa un signore entrato nel Tempio ha detto: "Tutti questi morti mi fanno tenerezza per la loro giovane eta', e rabbia per chi ha scatenato le guerre." Quanti entrano in questo sacrario che ospita le spoglie di tanti giovani non possono non provare una forte condanna per la guerra e un forte desiderio di pace, non solo fra le nazioni, ma anche nella propria citta', nell'ambiente in cui si vive, nel proprio cuore. |
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