- Bari,  la Puglia  e  l'acqua -

 Una ricerca interdisciplinare degli alunni del XVII Circolo Didattico Poggiofranco nell’ambito del programma  “Socrates” di cooperazione europea

PRESENTAZIONE DEL PROF. COSIMO FRANCESCO NOBILE

Ordinario di Chimica nella Facoltà di Ingegneria e Direttore dell’Istituto di Chimica del Politecnico di Bari, direttamente coinvolto nel Progetto

     Alcune classi del  XVII circolo didattico Poggiofranco, diretto dal dott. Vittorio Nigro, hanno partecipato nel triennio 1996-1999 al progetto “COMENIUS” del  programma  “SOCRATES” della  Comunità Europea, insieme con alunni di scuole elementari della Germania (Dresda) e della Carinzia  (Fresach e Rubland).

    Gli alunni della scuola elementare di via G. Tauro hanno posto al centro della loro ricerca l’acqua, risorsa preziosa per la “Puglia sitibonda”, e sviluppato il tema “Bari,  la  Puglia  e l’acqua”

    Motore e anima del progetto in tutte le sue articolazioni e fasi, dalla  programmazione ai contatti con i partners europei, dalla impostazione della ricerca alla sua esecuzione, dall’elaborazione dei dati  ottenuti alla loro publicizzazione sono stati, a mio parere, insieme alla coordinatrice Antonietta Maizzani,  tutti gli insegnanti che vi hanno partecipato, che con entusiasmo e professionalità hanno guidato i loro alunni nello studio di un problema che presenta molte sfaccettature e implica approfondimenti di carattere meteorologico e idrogeologico (per quanto attiene l’origine e le fonti di approvvigionamento dell’acqua), chimico e microbiologico (per la valutazione della sua qualità e idoneità per usi civili o industriali  o per il suo impiego in agricoltura)  e socio-economico (per quanto riguarda l’approvvigionamento e gli usi).

    Sono stato direttamente coinvolto nel Progetto nel corso del secondo anno, con la partecipazione ai percorsi didattici “Acque nascoste” e “I laghi di Conversano”.

    In questi percorsi, la prima fase dello studio è stata dedicata alla scoperta del carsismo non recente che caratterizza il nostro territorio e che ha determinato la trasformazione dei corsi d’acqua inizialmente superficiali in acque sotterranee sempre più profonde.

    La seconda fase

    Questa esperienza, sicuramente importante per l’acquisizione di un valido metodo di studio e lavoro da parte dei ragazzi che vi hanno partecipato e per la loro crescita culturale e umana, è stata realizzata non solo lavorando su libri, ma anche operando sul campo per la scelta, il prelievo e l’analisi  dei campioni: l’Istituto di Chimica del Politecnico ha messo a disposizione un laboratorio portatile per l’analisi delle acque e l’esperienza di Emiliano Pannacciulli, funzionario tecnico, che ha istruito il team di docenti all’uso della  strumentazione e dei reagenti e lo ha assistito nella esecuzione dei risultati.

Mi piace sottolineare l’impegno delle insegnanti con cui ho collaborato e l’entusiasmo degli alunni:  le prime (Sestina D’Amato, Pasqualina Prata, Anna Maria Savoia e Anna Velussi) assidue nel frequentare i laboratori dell’Istituto per impadronirsi delle tecniche per l’esecuzione delle analisi; i secondi particolarmente attenti e interessati nel corso di un incontro che ho avuto con loro nella scuola per spiegare come dai parametri chimici si possa valutare lo stato di salute dell’acqua e  da quelli  microbiologici si possa risalire alle cause dell’inquinamento e (dall’assenza o meno di alcuni microrganismi anaerobici) stabilire se la contaminazione  è  recente o remota.

Il lavoro svolto ha gratificato  insegnanti ed  alunni e certamente ha conferito loro la soddisfazione ed l’orgoglio che ho avuto occasione di cogliere insieme a quelli  del dott. Nigro per gli apprezzamenti dei direttori delle altre scuole europee che hanno partecipato al progetto in occasione della loro visita alla scuola e alla mostra.

          Per quanto mi riguarda, la circostanza di avere un uditorio formato da ragazzi in tenera età e della scuola elementare frequentata dai miei due figli, oltre un decennio fa quando sono stato per più anni presidente del consiglio di circolo, mi ha procurato una grande emozione e non mi ha fatto sentire per niente sminuito nella mia professionalità per aver dovuto adattare il linguaggio e i concetti da esporre al livello cognitivo di questi ragazzi e ho tratto da questa esperienza un’ulteriore conferma al mio convincimento che bisogna coinvolgere g1i alunni per interessarli al Sapere. 

 

Cosimo Francesco Nobile

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