la raccolta delle acque

testi e foto a cura di Angelo Fontana, guida turistica autorizzata

 

Fin dalla preistoria l’uomo si è posto il problema della raccolta dell’acqua piovana, per il quale ha adottato varie soluzioni. Una delle tecniche più ingegnose per risolvere tale problema è stata utilizzata dagli abitanti dei Sassi fino ai primi anni del 1900: il sistema dei vasi comunicanti. Sui tetti delle abitazioni furono ricavati tanti piccoli canali che permettevano all’acqua di scorrere in una cisterna posta al centro di un cortile, comune a più famiglie. In caso di piogge abbondanti, la cisterna troppo piena cominciava a traboccare e l’acqua defluiva attraverso un cataletto nelle cisterne delle case sottostanti o attigue. In questo modo l’acqua superflua non veniva mai dispersa ma conservata nelle varie riserve dei due rioni. Nei Sassi erano state scavate alcune migliaia di case distribuite nei cosiddetti “vicinati”, cortili o piazzette dalla forma semicircolare, comuni a circa dieci famiglie. I tetti delle abitazioni fungevano anche da strade percorribili a piedi o con i carretti. (Il disegno è stato tratto dal testo "GIARDINI DI PIETRA" per gentile concessione dell'autore).

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