Pietro Cimatti intervista
Francois
Un "evento"
più unico che raro Nove telefonate; nove interviste in diretta
radiofonica dagli studi RAI di Roma con Francois Broussais, dal gennaio del
1982 al dicembre del 1983. Se è vero, come io credo sia vero, e come lo stesso Francois afferma nei "complementi d'insegnamento", che è "un'unica coscienza" quella che ci parla, quella che si manifesta in forma di parola, di discorso, di suono amorevole e convincente, scevro di qualsiasi connotato umano - nel senso di autoritario, moralista, superficiale - se non di quell'unico, che era proprio una grandissima "umanità", così vera, così genuina da apparire quasi impossibile; se è vero questo, allora il più sublime "invisibile", in quei nove straordinari appuntamenti radiofonici, si è fatto parola tanto perfetta quanto "umana", e cavalcando l'onda, anch'essa invisibile, delle frequenze radio ha raggiunto un mondo di silenziosi, attenti, ascoltatori notturni, fraternamente riuniti intorno ad un fuoco altrimenti inaccessibile, condotti da un'abitudine serale sul punto di un incontro fatale, quello con "l'unica coscienza che ti parla". Quanti solitari!, quanti non vedenti!, quanti occasionali
inconsapevoli!, sfiorati da una voce "qualsiasi" eppure così
"altra", entrata nelle loro case col garbo invisibile di chi è attento e delicato
perchè è in sè attenzione e delicatezza, per incuriosire,
per non turbare, per offrire, per un richiamo impersonale, per amore. Solo per
amore. E quanto amore abbia mosso quell'invisibile in
voce di Francois, quanto stupore, quanto interesse, quanta attesa e speranza in
un ritorno, lo hanno testimoniato gli ascoltatori presso gli studi radiofonici
di Roma. Così
è accaduto qualcosa che ha veramente dello
straordinario, direi del miracoloso, se non temessi il carico d'abuso che grava
su questa parola. Ma se penso a quanti, chissà quanti!, sono stati raggiunti da
quella voce e hanno potuto raccogliere nel cuore un po' E sento qui di dover ringraziare Pietro Cimatti
che ha voluto e ottenuto (era destino, ma il destino lo scriviamo noi) queste
nove "chiacchierate in amicizia", nove appuntamenti per tanti e per
tutti. Sono qua di seguito trascritti; a distanza di anni ancora brillano come
fiaccole contro il buio della notte e
della mente dell'uomo. Testimoniamo ancora, come già lo fecero per radio,
dell'esistenza di altro che non sia materia, di qualcuno o qualcosa che possa
parlare di spirito da una condizione diversa da quella di chi, lo spirito, lo
immagina, o lo spera, o lo crede. Non le ho toccate; mia solo la punteggiatura, in
un tentativo di restituire un ritmo parlato irripetibile con la scrittura. Suo,
di Francois, dell'amorevole e dell'invisibile, quell'insieme di umanità del
parlare fatto di errori sintattici, di ripetizioni, di concetti iniziati e
lasciati sospesi, di neologismi, di forme arcaiche, dei vari
"guarda", "è vero?", "ecco", "allora",
intercalari come stilemi, un'apparenza di cordiale e fraterna normalità sopra
una sostanza di amorevole saggezza e appena velata sapienza. Qua e
là, per la verità raramente, si potrà
riconoscere qualche frammento finito - quello sè in una forma letteraria
ricorretta - in questo stesso volume o nel Maestro, perchè? di Cimatti; ma
anche e quelli dovessero apparire, e non lo credo, come ripetizioni, ho
ritenuto di doverli lasciare intatti nella loro forma originaria, essenziali al
ritmo e all'atmosfera del "dire". Il
Francois delle pagine che seguono, e di cui
purtroppo non è possibile riportare il
tono dolcemente accattivante, un accenno esotico di pronuncia alla francese
nella dizione rapida e sicura, e l'armonia del timbro su una voce piena e
rotonda, è il Francois delle sedute; quel Francois che in tanti, a Firenze,
hanno potuto incontrare, "riconoscere" e amare. E il suo saluto,
"a presto", è una promessa rivolta a tutti. Indice delle interviste 1 gennaio 1982 -
Sono all'opera oggi i maestri nel mondo? -
L'iniziazione generale, il ritorno del Cristo -
Come entrano i maestri immateriali nello - Come va inteso oggi l'occultismo? 21 marzo 1982 -
Apparire ed "essere": il "caso" non esiste -
Libero arbitrio o destino? - Una ricetta per la felicità? 10 aprile 1982 -
Malocchio, fatture, possessioni -
Hanno senso le ricorrenze ufficiali? -
Come fare per rimanere giovani e felici? - "Le grandi verità ricercate dall'uomo" 27 agosto 1982 - La
reincarnazione - E' proprio necessaria la sofferenza? 7 Settembre 1982 - La
sessualità e l'amore - Le
vere comunicazioni medianiche. Chi è il - Come ridurre l'inquinamento? 18 dicembre 1982 - La
tensione che c'è oggi nel mondo -
L'Età dell'Acquario -
Che vuol dire, oggi, essere un uomo religioso? -
Che significato hanno il Natale e la figura 1 gennaio 1983 - La solitudine -
"Conosci te stesso"
- Ha
senso migliorare i potenti per migliorare - Serve ancora la preghiera? 13 agosto 1983 -
Come si riconosce la "vera" via dello spirito? - Nascere, vivere, morire: perchè? 26 dicembre 1983 - Il
contagio dell'atmosfera psichica -
Credere nella sopravvivenza -
Come rivolgersi a un "caro scomparso" Interviste
1 gennaio 1982 Pietro Cimatti -
Buonasera e buon 1982 a tutti
gli amici di queste mie telefonate. Sono collegato con gli amici del Cerchio
Firenze 77, che voi già ben conoscete. Vi presento, con un po' di commozione,
il mio più grande amico, colui che è il mio amico più sicuro, che è mia guida
di lavoro e mi è anche guida di vita: è Francois Broussais, che è medico e che
è maestro di occultismo. Buonasera,
Francois... vuoi presentarti da solo? Francois
- Buonasera, caro Pietro. Ti ringrazio
di questi tuoi appellativi, forse un tantino esagerati... mi metti così in
imbarazzo; tu sai che io non amo parlare di me stesso. Diciamo che quel poco
che io sono riuscito a sapere l'ho imparato dalle guide del Cerchio, da questi
maestri veramente elevati spiritualmente, ai quali si può rivolgere qualsiasi
tipo di domanda. E adesso, non potendo parlare loro direttamente per ovvie
ragioni, sono io che mi faccio loro tramite e spero di riuscire a dire qualcosa
in modo efficace e soprattutto convincente. - Sono all'opera i maestri, ora, nel mondo;
c'è
un progetto per questo?, c'è un grande futuro che ci aspetta?, c'è qualche cosa
di importante per cui i maestri sono in azione? - Guarda,
però tu mi consenti di dirlo. Pietro,
questa è una visione un po' antropomorfa. Non bisogna pensare che le guide che
assistono l'umanità durante tutta l'evoluzione in senso lato, siano più attive
in certi periodi e meno in altri; perchè tutto si attua attraverso una legge
mirabile di armonia. Sarebbe come tu dicessi, per esempio, che la legge di
gravità in certi periodi vige e in altri periodi vige meno - è vero? No, è sempre costante questa opera, questa legge sublime che tutto guida, che guida
le sorti degli uomini, è sempre costantemente presente e attiva. Piuttosto, per
chi La legge sublime di armonia che tutto coordina e
che fa procedere le sorti dell'uomo secondo un ben preciso programma, è sempre
vigente e sempre operante in egual misura. -
Però c'è un discorso, che i maestri hanno
fatto, e cioè che è iniziata ed è in atto quella che i maestri chiamano
"l'iniziazione generale", che indica una sorta di accelerazione,
direi, di questo processo. -
Perchè c'è proprio un cambiamento - è vero?,
mentre prima vi erano certe figure che erano carismatiche, che rappresentavano
un poco la condensazione delle varie saggezze, dei vari sapere, adesso, invece,
questa iniziazione generale sta a significare che tutto rinasce dall'intimo
dell'uomo. Infatti, a che cosa noi assistiamo? Assistiamo a un interesse generale di tutta
l'umanità, attuato attraverso la cultura, attraverso i mezzi di comunicazione,
attraverso il contatto che c'era tra tutti gli uomini, perchè una volta - è inutile che io stia a dirlo - vi era molto
più isolamento - è vero? Questo
stretto contatto di uomo con uomo, se da un lato può portare all'esasperazione
- e anche quella fa parte di un piano meraviglioso di accelerazione di
esperienze, perchè non c'è dubbio che vivendo a contatto, avendo queste
relazioni così strette, c'è un maggior modo di vivere, qualcosa di più sentito,
di più diretto - dall'altro lato questo dà la misura di quanto questi tempi
siano cambiati. Per esempio - guarda - tutti si aspettano che da
un momento all'altro possano nascere delle guide che possono salvare le sorti
dell'umanità: ecco, questo è vero, ma non così, assolutamente; perchè quello
che può cambiare l'umanità è quello che deve nascere nell'intimo di ogni uomo.
Del resto noi ci rifacciamo anche alle famose tradizioni orali antiche, degli
antichi occultisti, che dicevano appunto che il Cristo sarebbe ritornato
dall'intimo di ogni uomo, nell'intimo di ogni uomo, il Cristo simbolizzando
come la divinità, come l'armonia. Ebbene, c'è veramente, attraverso questo
maggiore esperire accelerato - è vero? - una maggior conquista di coscienza da
parte di ogni uomo, e questo sarà quello che muterà le sorti dell'umanità. Vorrei
perciò dare, se mi è consentito, una
parola di speranza per tutti; tutti, adesso, siamo portati a vedere l'avvenire
degli uomini in modo catastrofico, di aspettarsi chissà che cosa, forse Ebbene, io ho, invece, molta fiducia nella
natura dell'uomo, in quella parte sublime, superiore che è in ciascuno di noi,
la quale sono sicuro che trionferà sull'interesse egoistico, sull'oscurantismo,
sul desiderio di lasciare le cose come sono, lasciare i privilegi a quelli che
li hanno. Sono sicuro perchè vedo dentro le creature che mi circondano, che
conosco, e vedo che in ogni uomo c'è questa parte meravigliosa e sono sicuro,
ripeto, che questa trionferà sulla parte negativa e oscurantista. -
Tant'è vero che tu hai un occhio d'amore
particolare, privilegiato per i giovani... - Certo; sono loro la grande nostra speranza. E,
guarda, io vorrei che noi anziani ci volgessimo con più attenzione ai giovani.
Sè, ci sono questi fatti di droga, queste cose che possono turbare e farci dare
un giudizio negativo, ma ti assicuro che, per quanto possano sembrare estese, non
lo sono. Nei giovani, specialmente, c'è questo desiderio di ritrovare certi
valori fondamentali; ma non per tornare indietro! Per ritrovarli in
consapevolezza, veramente: non più imposti dall'esterno, ma proprio trovarli
dentro di sè, scoperti come propria, vera, reale natura. E' questo quello che
mi fa sperare in un avvenire bello. -...
Ci sono i giovani e poi ci siamo noi; cosa c'è in noi che non va, che non partecipa a questo processo di rinnovamento, di
evoluzione generale? - Guarda... io credo che a volte per giungere
alla sobrietà, sia necessario passare dall'ebrietà. La nostra generazione, per
così dire, quella dei non giovani, sta sperimentando questo lato che è, in
fondo, doloroso anche, e negativo: quello dell'ebrietà. Noi vogliamo trovare
questi valori, inconsapevolmente, attraverso gli opposti; e così assistiamo a
questo triste spettacolo di scandali, di cose tristi e brutte. Però, se questi
scandali sono degli avvenimenti che si leggono sulla cronaca di ogni giorno, c'è contemporaneamente, specialmente nei giovani, ma anche nei non giovani,
qualcosa che nasce nell'intimo: il bisogno di porre fine a questo stato di
cose, il bisogno di credere in qualcosa di veramente valido, il bisogno di
credere in persone che siano profondamente oneste e rette. E questo bisogno
noi, un giorno, riusciremo a capire che potrà essere soddisfatto solo se noi
stessi per primi cominceremo ad essere giusti, onesti, retti. Questo. Perchè il
mondo non può cambiare, se noi non cambiamo intimamente. Ognuno di noi dice: "Se tutti gli altri
fanno così, a che cosa serve che io sia giusto, onesto, mi comporti in modo
retto?!". E -
E questo potrebbe essere l'unico modo per far
finire quelle che sono state le vecchie gabbie delle ideologie.. - Certamente, il vero ed unico modo efficace.
Solo questo può essere, non altri... -
...anche i vecchi criteri educativi, che hanno
creato dei tabù, delle paure, che hanno assolto o condannato, così...in nome... - ...che sono stati, guarda bene, sono stati
utili, anche loro - è vero? -; tutto è utile, in ultima analisi, però, ad un
certo punto, deve essere superato, deve essere un progresso, un balzo in avanti
continuo. -
Senti Francois, se si potesse tracciare, come
in un disegno a colori, un quadro del mondo che ci aspetta e che l'uomo può
fare con la sua buona volontà, tu come lo tracceresti questo disegno? - Vale quello che ho detto prima: quello che
possiamo fare è cominciare da poco e da vicino. Solo questo possiamo fare come
individui singoli, come iniziativa individuale. E' chiaro, poi, che vi sono
anche le organizzazioni, ma che servono, appunto, per l'azione in senso
generale; ma se viene a mancare il supporto vero, l'elemento vero che è il singolo,
se il singolo non ci crede, l'organizzazione diventa qualcosa che tutto
persegue fuor che la giusta causa. -
Ti voglio chiedere qualcosa che solo a te
posso chiedere: quando gli amici invisibili parlano all'uomo e comunicano con
l'uomo, debbono venire nel tempo, essi che sono fuori del tempo; come può
accadere questa apparente "infrazione" della nostra piccola legge? - Guarda...ti
dirò - entriamo in un campo
completamente diverso - ...è chiaro che, anche da vari studi che sono stati
fatti nel campo della parapsicologia, e poi anche dalla scienza umana che
ammette la relatività del tempo e dello spazio; ecco, fuori del tempo lo siamo
solo in una dimensione assoluta, cioè solo Dio è al di fuori del tempo e dello
spazio, perchè poi tutto è graduale in natura - è vero? - ed ogni dimensione,
in fondo, ha il suo tempo e il suo spazio, come ha la sua materia. Perchè non
dobbiamo pensare Allora ci sono diverse dimensioni, e ogni dimensione ha il suo tempo e il suo spazio. Quindi, per i nostri maestri invisibili che ci parlano, non è un uscir fuori da un "non tempo", perchè anch'essi, siccome debbono seguire l'umanità, sono in una dimensione in cui ancora c'è una successione, c'è un tempo e c'è uno spazio, anche se molto diverso da quello del piano fisico. E che tutto sia graduale è chiaro: guarda, per esempio, la stessa materia del piano fisico. Se noi stiamo alle
suddivisioni scolastiche di anni fa, la scienza dice che la materia è conosciuta negli stati di aggregazione solido, liquido e gassoso; e questo
è vero per la materia a livello atomico-molecolare - è vero?-, ma se andiamo in
quella parte della sempre materia fisica cosiddetta "subatomica", al
di sotto dell'atomo, non possiamo più parlare degli stati di aggregazione
solido liquido e gassoso, non esistono più; quindi, già da qui si vede che
quelle antiche classificazioni della materia fisica sono ormai superate... Non so, un flusso di elettroni (che poi sarebbe
la corrente elettrica) non è nè un solido, nè un liquido, nè un gas; eppure gli
elettroni sono ancora materia fisica. Infatti, che cosa ci dicono i nostri maestri? Ci
dicono che gli stati di aggregazione della materia non sono solo quei tre
molecolari, ma esistono altri quattro stati di aggregazione più sottili...in
fondo ai quali passiamo in uno stato "materiale" diverso: il
cosiddetto "piano astrale" degli occultisti. E dove
è? Nella stessa materia fisica; perchè
non si tratta di "luogo diverso", ma di "stato diverso".
Guarda, la scienza fisica ultratomica conosce i neutrini, che sono particelle
estremamente sottili e penetranti - è vero?-, i neutrini sono sempre materia
fisica. Se vi fosse un corpo fatto di neutrini potrebbe
benissimo passare attraverso le pareti, ed essere quindi in mezzo a noi senza
che nessuno potesse vederlo, ed essere "qualcosa" di sostanza. Questo per dire, appunto, che
quando si parla di dimensioni diverse, non si deve pensare a luoghi lontani, a
paradisi e via dicendo, ma si deve pensare a "stati diversi". -
Come si può intendere oggi l'occultismo. E'
stato una corrente segreta; da bocca a orecchio si sono tramandate delle verità. Oggi qualcosa
è cambiato: è il tempo della verità da propagare, è vero? - Certamente, certamente. Guarda, la
verità dura
nel tempo - è Adesso dire "occultista"
è, così, una
forma di nostalgia; però la verità sarà, da ora in poi, proclamata dai tetti, e
sarà, ripeto, ritrovata nell'intimo di ogni uomo; gradualmente!, naturalmente
non sarà una fulminazione, ma ciascuno per proprio conto, piano piano, dalle esperienze che
avrà, dalle delusioni, anche, dallo sperimentare l'ebrietà, come
prima dicevo, troverà la misura per essere forte. -
Ecco, prima che io ti ringrazi a nome di tanti
invisibili amici di aver voluto partecipare a questa inaugurazione di un anno
della nostra esistenza, ti vorrei chiedere questo: proprio come 1¯ gennaio, ci
vuol dire qualcosa per concludere questo magnifico discorso, che vada forse a
qualcuno in particolare, non so... - Ti ringrazio, veramente e, soprattutto, saluto
questi tuoi amici che sono senz'altro anche miei amici. E, vorrei dire, li
sento così amici che quasi potrei dire che li conosco tutti; sè, veramente. Perchè, guarda, per conoscere le persone basta
"sentirle": io credo di, attraverso di te - è vero?-, di
"sentirle", di voler bene, e quindi di conoscerle. - E quindi l'augurio
è... -... L'augurio
è: datevi un poco di fiducia,
cari amici. Non siate dei pessimisti. Cercate di vedere la vita con speranza,
con ottimismo. Sè, ci sono fatti di cronaca veramente tragici, veramente
strazianti; però, guardate, sappiate vedere al di là di questi fatti presenti
un filo invisibile che conduce tutti noi verso un destino migliore. E se anche
non saremo noi in questa vita, saranno i nostri figli, o forse noi, anche, in
un'altra vita - è vero? -, in una vita successiva. Ma quello che importa più di
tutto non è tanto costruire al di fuori, belle città, belle case, comodità, sè,
anche questo è importante, ma
soprattutto è importante costruire dentro di noi. E se per costruire dentro di
noi è necessario, a volte, soffrire, passare dagli eccessi, cerchiamo di avere
il buon senso di accettare anche questo, ma non supinamente!, badate bene: di
accettarlo nel senso di combattere, di reagire, di svegliare tutte l energie
buone che sono dentro di noi, per arginare questi soprusi, per arginare queste
violenze. Questo io credo che sia l'augurio che posso fare
per voi... Ringrazio tutti coloro che hanno avuto la
pazienza di stare ad ascoltarmi. Buon anno... -
Buon anno a te, e un saluto ai maestri e agli
amici che hanno permesso questa meravigliosa occasione. A presto Francois, e
grazie ancora... 21 marzo 1982 Pietro Cimatti -
Buonasera a tutti, e buona
primavera. E buonasera a Francois. Pronto Francois... Francois
- Buonasera a tutti gli amici che
questa sera sono veramente tanti... -
Senti Francois... ci sono i maestri del
Cerchio Firenze che dicono, ed è la sapienza che lo dice, che tutto è legge,
che tutto è ordine, che tutto è equilibrio nel cosmo, vero?, sia nei regni
della natura che in quelli dello spirito; eppure l'uomo nella vita, nella società, vede dolore, guerra, squilibrio, prevaricazione. Come si possono
accordare questi due elementi, questo "apparire" e questo
"essere", così diversi? - E' l'eterna questione, che non
è nuova,
dell'apparire e dell'essere, del divenire e dell'essere. Ma del resto, che
quello che cade sotto i nostri occhi non sia la realtà, i filosofi di tutti i
tempi l'hanno sempre sospettato e sempre proclamato - è vero?- non c'è dubbio.
Ci sono stati poi i mistici che hanno confermato questo. Vi è un meraviglioso
mistico cristiano che ha detto: "Tutto è ordine; è come un meraviglioso
tappeto di cui l'uomo vede il rovescio", e quindi vede tutta questa
confusione. Ma se si crede all'esistenza di Dio non si
può
fare a meno di pensare che tutto sia ordine. Del resto che tutto sia
equilibrato, e che tutto sia ben regolato da precise leggi, questo la scienza
umana l'ha già scoperto - è vero? E poi ci sono i famosi proventi dei
deterministi, i quali dicono che tutto è una catena di cause ed effetti.
Questo, in fondo, ci conforta, perchè se tutto è causa ed effetto, certamente
niente è lasciato al caso, perchè "caso" e questa catena
deterministica sono de cose inconciliabili. Il "caso", guarda,
è assolutamente un
assurdo della logica - così come il moto perpetuo è un assurdo della meccanica
- non c'è dubbio. Tanto chi crede nella catena deterministica, quanto chi crede
nell'esistenza di un ente Supremo, non può ammettere il "caso". Vedi,
chi crede in Dio non può pensare che esista il "caso" perchè, se
esiste il "caso", o Dio conosce l'apparire del "caso" e
quindi lo utilizza per i suoi fini provvidenziali - e allora non è più "caso" - o non lo prevede e allora il "caso"
è superiore a
Dio. Quindi, tanto che creda in Dio, quanto che si
creda che tutto sia frutto di un rigido determinismo, è certo che il
"caso" non può esistere. Tutto è, quindi, precisamente ed esattamente
regolato; di questo noi dobbiamo essere certi. -
L'uomo fin dove è realmente libero di
scegliere nella sua - Ecco, guarda, la questione per essere
compiutamente svolta occuperebbe certamente tutta la notte - è vero? Tu sai
quanto è stato scritto a questo proposito; però è certo che il concetto del
"libero arbitrio", che è stato sostenuto dalla filosofia del
medioevo, è stato poi abbandonato, e lo si ritrova ora solamente nella teologia
cattolica. Perchè è chiaro che il libero arbitrio assoluto, cioè questa
possibilità che avrebbe l'uomo di scegliere al di fuori di ogni influenza, e
bada bene anche al di fuori dell'influenza del divino, è una cosa logicamente
insostenibile; perchè l'uomo, per il fatto stesso di avere un corpo fisico,
necessariamente è sottoposto a delle influenze, a delle necessità, e quindi,
chiaramente, non può essere libero in assoluto. Allora il discorso da farsi è quello di una
libertà relativa: cioè, l'uomo è sicuramente influenzato,
certamente subisce delle influenze che vengono dal suo ambiente, dalla sua
stessa personalità, dall'educazione che ha avuto; però, ha la possibilità di
sottrarsi a queste influenze: la libertà è possibile in questo ambito. Come?, tu dici. Prendiamo la visione
più ristretta, quella del determinismo che non lascerebbe posto a libertà; però vi
sono catene deterministiche di ogni genere, cioè cause-effetti che riguardano,
per esempio, la vita biologica, che riguardano, per esempio, la vita
psicologica; ecco, vi sono dei salti tra queste catene deterministiche, e
quindi è possibile attraverso questi salti sfuggire al determinismo stretto.
Faccio un esempio spicciolo, in soldoni: un uomo che ha lavorato tutto il
giorno - è vero?- e torna a casa stanco; ha la possibilità di rimanere a casa a
riposarsi, oppure andare fuori al cinema, supponiamo; ecco la catena
deterministica: siccome è stanco, lui starà in casa a riposarsi: questo è lo
stretto determinismo. Però, si insinua in questa catena deterministica un'altra
catena deterministica di tipo psicologico: per esempio, la sua compagna
desidera uscire e allora lui, per accontentare la sua compagna, che cosa fa?:
frena la sua stanchezza, la reprime, cerca di non ascoltarla ed esce. C'è qui
un salto di qualità, quindi, da un tipo di psicologia sua propria, egoistica,
che l'avrebbe fatto rimanere in casa, e invece uno slancio, diciamo pure
altruistico, che è quello di accontentare la sua compagna. In questi salti di
qualità tra le catene deterministiche sta la libertà dell'uomo. -
Ti volevo chiedere in questo primo giorno di
primavera... -...che
è il primo giorno del calendario
astrologico... -...
certo!, ti volevo chiedere una tua ricetta
per la felicità, o comunque per la pace degli uomini, degli amici. - Ecco, io vorrei che ognuno di noi veramente si
concentrasse e pensasse alla sua vita in termini molto semplici; non si
lasciasse suggestionare da tutte quelle influenze che vengono dall'ambiente;
esaminasse la sua vita freddamente, dicesse: "Ma veramente questa
sofferenza, questa infelicità che io provo nel mio animo, questa
insoddisfazione, è dovuta veramente a una situazione mia, personale, familiare,
di lavoro, reale, che veramente ha i termini così tristi, così... che conducono
a una macerazione, oppure è la mia mente che esaspera tutto questo?". Perchè non dobbiamo dimenticare quello che
dicono i nostri istruttori, che la mente è una creatrice di fantasmi: l'uomo è
schiavo della sua mente,e finisce sempre col perdere il timore della sua
esistenza, perchè si lascia trascinare dalla mente. Molte volte, proprio non ha ragioni
oggettive,
obiettive, per essere infelice. Purtroppo, a volte ci sono queste ragioni - è vero?-, malattie e via dicendo, ma molte altre volte, proprio nel benessere
della sua vita, crea queste situazioni sue personali che non lo soddisfano, ma
non perchè vi siano ragioni obiettive; solo perchè, quasi sembra che abbia il
"bisogno" di soffrire; molte volte ci sono delle situazioni in cui
l'uomo si punisce proprio creandosi delle sofferenze immaginarie, o esasperando
proprio all'eccesso certe situazioni che possono essere faticose, ma che non
possono e che non debbono portare alla esasperazione. Allora, ognuno di noi cerchi di guardare dentro
di sè se veramente i problemi che ha sono problemi oggettivi o non sono
esasperazioni. Cerchi di guardare anche i suoi simili, a
situazioni più gravi della sua, e allora vedrà, forse, meno drammaticamente le
sue situazioni. -
Francois, hai detto che il 21 marzo è l'inizio
della primavera astrologica, e l'inizio dell'anno, proprio; puoi fare un
prognostico per le stagioni prossime? - Ma guarda, esula da quelle che sono le mie
possibilità - è vero? Però certo, secondo le tradizioni esoteriche, questo
periodo non è molto felice, nel senso che le cose non vanno tranquillamente. E
questo non importa essere dei veggenti o dei paragnosti per dirlo; basta
guardarsi intorno. Certamente vedrete che ci saranno ancora molti
sconvolgimenti, molte difficoltà. Però, quello che è importante è che ciascuno
non si lasci abbattere dal pessimismo che gli eventi possono ispirare, e soprattutto
che ciascuno non E se vi sono, questo lo dico spero senza offesa
per nessuno, dei rappresentanti politici che non funzionano bene, ebbene siamo
noi che possiamo sostituirli, noi che possiamo imporci, noi che possiamo far
vedere a loro la necessità, il bisogno che ogni uomo ha di rettitudine, di
onestà e soprattutto di attività: questo è importante. Se noi invece deleghiamo agli altri tutto
questo, certamente il futuro non può riservarci felici periodi. -
E' quindi un invito,
Francois, all'attività,
all'ottimismo e alla forza. Ed è l'augurio per tutti gli amici. Vuoi dire
un'ultima cosa, intanto che ti ringrazio? - No, per
carità, sono io che vi ringrazio. Io
spero di non apparire come un predicatore - è vero? Vorrei apparire come un
amico di tutti voi, e spero ancora di avere l'occasione di potervi rivolgere la
parola. -
Buona notte
Francois, e buona notte a tutti
gli amici da Pietro Cimatti. 10 aprile 1982 Pietro Cimatti-
Bentornato all'amico
Francois in
questa vigilia pasquale, buonasera Francois... Volevo dirti ch emolti
ascoltatori ti sono molto grati per quello che hai detto nella telefonata del
21 marzo scorso; hai molti amici, i quali poi mi danno incarico di chiederti
alcune cose su certi loro problemi, su certi loro dubbi. Io comincerei da qui:
tu sai che si parla molto di malocchio, di fatture, di possessioni, il che significa
tanti guaritori, taumaturghi, esorcisti. La domanda è questa: cosa c'è di vero,
di fatto, di pericoloso in questa voga del satanico? Francois
- Ecco guarda, io escluderei da questo
i taumaturghi - è vero?- i guaritori, momentaneamente; potremmo su questo
argomento tornare in seguito. E invece vorrei soffermarmi sul malocchio, La dimensione sconosciuta che ci circonda
è una
dimensione amica, che è fatta apposta per dare maggiori possibilità all'uomo; è
fatta per aggiungere e non per togliere; è fatta per dargli altre possibilità e
non per costringerlo, non per terrorizzarlo, non per paralizzarlo: questo è importante. Parliamo un poco delle varie fatture, malocchi
eccetera, e allora, prima parliamo in senso teorico, cerchiamo di fondare il
nostro discorso non su delle affermazioni di principio, su cose accademiche;
cerchiamo di seguire il sistema della scienza figlia dell'esperienza, perchè
prima che si fosse fatta questa affermazione fondamentale, che ha segnato una
nuova svolta nella ricerca scientifica, tutto era detto così, era enunciato,
era dichiarato e non spiegato; allora noi cerchiamo, per quanto sia possibile,
in questo campo così vasto e così misterioso, di trovare delle prove obiettive:
allora, tu sai che sono esistiti, ed esistono ancora, degli ipnotizzatori;
l'ipnotismo esiste - è vero?-, la stessa scienza medica ricorre all'ipnotismo, è
una cosa oggettiva, provata. Ci sono stati dei soggetti ipnotizzatori fortissimi,
i quali riuscivano a ipnotizzare delle persone senza neppure conoscerle e senza
ricorrere all'ausilio della parola, semplicemente guardandole a distanza, anche ravvicinata se
vogliamo, ma senza farsi vedere dal soggetto; uno di questi fu Bosco, il quale
si divertiva per strada a fissare le persone dietro alla nuca mentre
camminavano e a comandare loro, attraverso la sua forza ipnotica, di togliersi
il portafoglio e di lasciarlo cadere a terra. Naturalmente lo faceva così, per
gioco, per dimostrazione. Questo
è stato provato, e ci sono degli
ipnotizzatori che possono anche farlo; rari!, ripeto, perchè generalmente colui
che opera l'ipnotismo ha bisogno del contatto diretto con il soggetto, ha
bisogno Allora, attraverso un certo potere ipnotico
è possibile, teoricamente, che un ipnotizzatore comandi a un'altra persona di
sentirsi male, fare una vera e propria fascinazione. Però, quanti sono gli
ipnotizzatori che riescono a fare questo? E soprattutto, quanti si votano ad
una simile opera? Nessuno! Non credo che qualcuno abbia una tale cattiveria per
fare questo. Quindi, teoricamente esiste questa possibilità, ma praticamente
direi che è inesistente. Poi c'è tutta quella procedura magica di fattuchieri,
di maghi neri, eccetera, che, a pagamento, si dicono disponibili a lanciare
delle maledizioni ai nemici dei loro clienti, clienti peraltro estremamente
ingenui - è vero? Ma ragioniamo freddamente:
è possibile che
queste persone, i professionisti direi, raggiungono una tale carica di odio
verso coloro che neppure conoscono, da estrinsecare la loro volontà e influire
negativamente su queste persone che, ripeto, neppure conoscono? Può darsi che la
volontà possa esteriorizzarsi,
qualche rara volta, quando chi, direttamente, è interessato raggiunge una tale
carica interiore, una tensione interiore da poter fare questo: perchè tu sai
che i poteri paranormali si estrinsecano non così, semplicemente a comando,
come ce lo narrano le favole, ma con un particolare stato di tensione; tu sai
che le prove con la psicocinesi hanno dimostrato che, prima di poter muovere un
oggetto con il pensiero, occorrono anche due ore di concentrazione,
semplicemente per poter muovere un piccolo oggetto di poco peso. Allora come è possibile che una persona, che neppure conosce la vittima, possa raggiungere
una tale carica di odio da trasmettere questo effetto psicocinetico a distanza? Quindi, quando si sente parlare di fatture, quando
si sente parlare di malocchio - è vero?-, e che adesso va tanto di moda - le
persone sono tutte affatturate perchè si sentono male - cerchiamo di riportarci
alla realtà; pensiamo a quanto sia remota questa possibilità che esista un
soggetto che veramente, a pagamento, possa prestarsi a gettare una maledizione
veramente efficace contro questo o contro quello. Non è assolutamente
possibile. Allora andiamo a cercare queste cause
nell'intimo della persona, nella mente della persona. Lè veramente è il mondo
dei fantasmi, dei malocchi, delle fatture, dei malesseri, delle fascinazioni; è
la nostra mente che quando l'essere è insoddisfatto crea tutto questo mondo così
angoscioso, cerca un pretesto. Ci sono ragioni psicologiche di persone che
cercano e vogliono Perchè a tutti fa piacere essere compresi, fa
piacere essere amati, curati - è vero?-, e quindi c'è una certa opera di
mantenimento di questo stato di vittimismo. Tutte queste cose sono di ordine
psicologico, e non di ordine trascendentale. Poi, per quanto riguarda le possessioni vorrei
dire che, certamente, l'aldilà comprenderà anche persone che non sono dei
modelli di perfezione, persone che moralmente nella loro vita non sono state
dei santi, però è una dimensione completamente a parte, e non si può pensare
che queste "anime" siano vaganti e pronte a rispondere al comando di
chicchessia per andare a impossessarsi di questo o di quello; assolutamente. Ripeto,
l'aldilà, la dimensione sconosciuta che
ci circonda, questo mondo meraviglioso che è assai più vasto di quell'altro
mondo che i nostri sensi riescono a catturare, è un mondo che è fatto per la gioia, per la felicità dell'uomo, che
è fatto per dare all'uomo ulteriori possibilità di ricezione e di
apprendimento, e non è fatto per torturarlo e farlo soffrire più di quanto
soffra nel mondo fisico. Io vorrei proprio dirlo, se qualcuno ha un
minimo di fiducia in me, vorrei proprio dirlo chiaramente: liberatevi da questa
idea della possessione, delle fatture e del malocchio. Cercate invece le cause
della vostra sofferenza dentro voi stessi; ricercatele nel profondo del vostro
intimo, e vedrete che riuscirete a liberarvi, perchè il vero mondo delle fatture
è la mente dell'uomo. -
Francois, domani è Pasqua; è la Pasqua della
resurrezione, cioè il trionfo sulla morte. Vuoi dire qualcosa agli amici? - Certamente. Ecco, vorrei dire questo: queste
ricorrenze ovviamente non hanno alcun riscontro oggettivo - è vero?-; sono date
convenzionali, e sono tutte belle, qualunque data convenzionale è bella quando
dà motivo di potersi riunire, di poter pensare in senso positivo, in senso
buono, agli altri, agli amici, ai propri cari, ai propri familiari e a coloro,
anche, che forse in certi momenti non sentiamo tanto vicini. Ecco, allora se è necessaria una festa per questo, ben vengano le feste, ma io vorrei che
veramente ogni giorno -
Come
può l'uomo, come possiamo noi restare
giovani, pronti, vivaci e felici ad ogni età?, c'è una sorta di ricetta, che
non è magica, una ricetta profonda che tu puoi dare? - Guarda, soprattutto non odiare,
perchè l'odio,
il rancore, l'astio verso gli altri sviluppa delle tossine non solo psichiche,
ma anche fisiche. Colui che è ben disposto verso la vita, verso gli altri, non
si intossica nè psichicamente, nè fisicamente. Ecco, questa è veramente una
ricetta che io do volentieri. Sai
perchè amo i giovani? Adesso ti dico una
cosa che ti farà sorridere, forse. Giorni fa ero a un giardino pubblico di
passaggio, e c'erano due giovani sui venti anni, uno dei quali era
profondamente arrabbiato nei confronti dell'altro, e l'offendeva, diceva: "Tua
madre è una donna di malaffare..." e qui, naturalmente, non sto a elencare
gli improperi che gli diceva, sempre su questa madre; ma guarda, veramente, una
inventiva in fatto di turpiloquio che sarebbe da premiare con un premio Oscar - è
vero? E l'altro rimaneva impassibile, silenzioso. A un dato momento l'elenco
del turpiloquio ha avuto un attimo di incertezza; il secondo, l'offeso, ha
preso al volo l'occasione e gli ha detto: "Sai cosa ti dico? Mi sono
stancato, me ne vado. Ciao, mamma!". E' così; questo! voglio dire. Anche
per chi riceve del male, delle offese, cercare sempre di essere padroni di se
stessi e non rispondere con la stessa cattiveria. Molti dicono: "Mi
è stato fatto questo
torto tremendo" e si mettono allo stesso livello di colui che li ha offesi.
Ecco, se vogliamo non intossicarci in questa catena, che poi è la stessa catena
che, allargandosi, conduce alle guerre. Allora, sottraiamoci alla
responsabilità che
abbiamo per il fatto che nel mondo c'è la guerra, proprio rimanendo soli e
semplici dentro di noi, non parteggiando per una parte o per l'altra, ma
cercando sempre di non essere coinvolti e trascinati, e fare azione opposta a
quella che molte volte quasi tutti fanno. -
Se tu dovessi,
Francois, dare un titolo al
prossimo volume del Cerchio Firenze 77, un titolo bello, che titolo daresti? - "Le grandi
verità ricercate
dall'uomo"...perchè lè si trovano. -
Io ti ringrazio
Francois, vuoi dire un'ultima
cosa, un saluto? - Sono io che ti ringrazio, caro Pietro. Vorrei dire questo: sento
così vicini i nostri
comuni amici che vorrei, se fosse possibile, una volta poter rispondere
direttamente alle loro domande: non che tu non faccia delle domande
interessanti, per carità, sei bravissimo, e questo non lo dico solo io; ma vorrei
avere l'opportunità di rispondere direttamente alle loro domande perchè mi
sentissero ancora più vicino di quanto mi sentano... -...
vedremo che questa accada... Auguro la buona Pasqua a tutti e soprattutto
auguro che nel prossimo futuro per tutti sia una perenne Pasqua di pace. Grazie
e buonanotte. E buonanotte a tutti gli amici da Pietro
Cimatti. 27 agosto 1982 Pietro Cimatti -
Buonasera e bentornato
all'amico Francois, che, come ricorderete, è istruttore e guida del Cerchio
Firenze 77. Si
è parlato spesso di reincarnazione, proprio
in questo ultimo ciclo: è un tema radiofonicamente nuovo, e quindi, tu capisci,
è fonte anche di ansia, anche di incertezze per alcuni amici, per alcuni
ascoltatori. Alcuni anzi rifiutano questo tema, la reincarnazione, proprio per
un motivo essenziale: dicono che basta questa vita, ne basta una, c'è una sorta
di rifiuto della vita come dolore, come sofferenza, come guerra, attraverso il
rifiuto del tema reincarnativo. Io mi appello ancora alla tua generosità perchè
tu spieghi questo. Francois
- Vedi caro; per dare la ragione logica
della verità della reincarnazione dovremmo fare un discorso più generale,
perchè certamente per coloro che si accontentano della spiegazione della realtà
quale, per esempio, la danno le religioni che non parlano di reincarnazione,
allora la reincarnazione non ha nessun senso. Cioè, se l'uomo
è posto di fronte al bene o al
male, e a seconda se sceglie il bene o il male si guadagna una felicità, o non
se la guadagna, che durerà tutta l'eternità - intesa, eternità, come tempo Però chi veramente vuole approfondire questo
argomento, nel senso di dire: "E' mai possibile, però, che l'uomo sia
posto di fronte a delle prove, l'uomo così fragile? E' possibile che sia in
possesso di un libero arbitrio così assoluto, tale da poter scegliere il bene o
il male al di fuori di ogni influenza?" - perchè, bada bene, se c'è
un'influenza la sua scelta non è più libera. Ora, che l'uomo sia libero,
l'abbiamo già detto in un'altra occasione insieme, assolutamente libero, al di
fuori di ogni influenza, è insomma affermare una cosa assolutamente illogica,
assurda. Per il solo fatto di avere il corpo, di essere sottoposto a tante
limitazioni, l'uomo chiaramente non è assolutamente libero; e quindi, nelle sue
scelte, chiaramente, è influenzato, e se è influenzato allora tutto il discorso
del far dipendere dalla sua scelta - è vero?- la sua vita futura spirituale
cade; chiaramente cade! Ma se noi invece pensiamo che l'uomo
è destinato
ad evolversi, non solo fisicamente, culturalmente, socialmente, ma soprattutto
spiritualmente, allora una sola vita per questa evoluzione non è sufficiente:
occorre che l'uomo comprenda in sè tante esperienze, faccia tante di quelle
esperienze da costituire la sua coscienza; e prima raggiungere il proprio
dovere e fare, cioè, le cose non per il proprio egoismo e il proprio tornaconto,
ma proprio perchè è ciò che egli deve fare; e poi, in fase successiva, si
rivolga agli altri; cioè, non si rivolga più agli altri solo perchè quello è
ciò che deve fare, ma perchè è spinto da un senso d'amore e d'altruismo, e via
via sempre di più; insomma l'evoluzione comprende questo. Naturalmente, ripeto, tutto
ciò non può essere
raggiunto in una sola esistenza; ma del resto la reincarnazione nella pluralità
delle esistenze spiega anche tutte quelle apparenti ingiustizie che altrimenti
sono inspiegabili. Cose tragiche, morti improvvise, creature che nascono
infelici, che sono quasi perseguitate dal dolore, per tutta la loro vita;
oppure tragedie che fulminano intere famiglie. Tutto questo non
è che il mezzo e la conseguenza
e l'effetto di cause mosse in una precedente incarnazione, allorchè si è fatto
qualcosa senza avere compreso; e questo determina, successivamente, la
comprensione di qualcosa, l'allargamento della coscienza attraverso, appunto,
il dolore. Ora, tu mi dicevi che molti rifiutano la
reincarnazione proprio in nome del dolore, e quindi perchè rifiutano la vita.
Però la cosa non può essere vista così relativamente, perchè, certo se tu pensi Ripeto, metto da una parte quelle esperienze dolorose per la
morte di persone care - le persone, poi, fisicamente non si vedono più -; ma le
altre esperienze dolorose, come malattie, come difficoltà della vita, come
anche altre cose che hanno riguardato il tuo intimo essere, esperienze
psicologiche gravose, poi, a distanza di tempo, effettivamente tu sei in grado
di dire: "Sè, quelle esperienze sono state così amare, ma mi hanno
arricchito, mi hanno insegnato qualcosa, mi hanno formato". Ora, la vita, chiaramente, per molti è dolorosa; però prima di affermare in senso così assoluto che è solo dolore, e quindi non vale la pena di viverla altre volte, vorrei che ciascuno, veramente, con tutta onestà e in tutta sincerità, riflettesse e guardasse e veramente riconoscesse che molta parte del suo dolore è di natura psicologica; è costruita su convenzioni sociali, è costruita su idee o gusti che egli ha, è costruita sul dar valore a cose che, se ben si vede, valore non hanno. Riflettete, cari amici
che mi state ascoltando; pensate che effettivamente grandissima parte della
vostra vita è di natura psicologica, e quindi si fonda su quelle che sono le
convenzioni umane, su quelle che sono le regole sociali, su quelli che sono i
vostri gusti, la vostra personalità, i vostri desideri; e molte volte, tanto
per portare le cose all'estremo limite, una signora può soffrire perchè non ha
un vestito alla moda per andare a una festa: ripeto, questo è un caso limite.
Però scendiamo, e guardiamo in noi stessi, e vediamo che certe volte soffriamo,
per esempio sul lavoro, perchè ci sembra abbastanza, o perchè lui ha più di
noi: ma tutti questi sono fantasmi della mente, amici. Cerchiamo di meditare su
queste ragioni di dolori che vengono dalla sfera psicologica, e vi accorgerete
che, veramente, per molte cose, non vale la pena di soffrire. Allora, fatto questo discorso, dico: la vita non
è veramente tutto dolore; anzi, se poi si va al di là di quelli che sono
avvenimenti che ci trascinano e ci coinvolgono e del sapore amaro che questi
avvenimenti possono avere, e non sempre hanno - perchè ci sono anche le cose
belle della vita; quelle facilmente ci se ne dimentica. Ecco, allora dico: "Al di
là di questo la
vita, veramente, vale la pena di essere vissuta, perchè ci dà un'enorme tesoro,
una grandissima ricchezza". E non è una ricchezza materiale, e non è una
ricchezza neppure culturale; c'è anche quella, ma c'è qualcosa ancora di molto
più importante: è la ricchezza interiore, quello che porta dentro di noi,
quello che trasforma in noi. Perchè vedi, prima parlavamo di civiltà - è vero?-. Allora noi siamo abituati a giudicare le
civiltà dal grado di cultura,
dalle opere che hanno realizzato, e tutte queste cose esteriori; ma il vero
valore di una civiltà è quello che quella civiltà è riuscita a dare all'intimo
degli uomini che la costituivano; quella è la vera civiltà. Altrimenti,
guardate, che cosa rimarrebbe di tutte le meravigliose civiltà del passato?
Polvere! Solo dei ruderi. E veramente allora la vita
sarebbe una beffa, il tempo cancellerebbe le cose migliori, le consumerebbe.
Mentre invece il vero tesoro che le civiltà costruiscono sta dentro gli uomini!
Sta dentro quelle creature che hanno vissuto e costituito quelle civiltà. -
Francois...Francois...io ti devo dire addio
per questa sera, il tempo è finito. - Ti ringrazio. Mi scuso per questa mia
verbosità, ma spero che a qualcuno sia servito. A presto cari, a presto... 7 settembre 1982 Pietro Cimatti -
Buonasera. Attesissimo,
veramente, il grande amico Francois è ancora una volta con noi. Buonasera Francois...Questa sera ci sono dei vecchi amici, ma ci sono anche dei
nuovissimi; e forse per cominciare vuoi dire a loro, ai nuovi, qualcosa? Francois
- Innanzitutto do loro il benvenuto, in
un certo senso, e poi spero di essere all'altezza della fama che un po' voi mi
avete creato, anche se in effetti io non mi sento niente di particolare se non
un riferitore di quello che i nostri amati e grandi istruttori, con generosità,
ci rivolgono - è vero?- e quindi mi faccio un po' bello con le penne degli
altri, come si usa dire; comunque se posso essere -
Il tuo riferimento
è sempre ai maestri del
Cerchio; questa nuova sapienza, che poi è proprio un lievito ed è un seme di
una nuova umanità. In questo quadro di riferimento filosofico esoterico
sapienziale, quello che ti vorrei chiedere a nome di tanti amici giovani, ma
non solo giovani, è che significato ha la sessualità, direi quasi il rapporto
amore-sessualità? Tu sai che tutto ciò che è spirituale ha tenuto lontano, ha
quasi respinto la sessualità, è come se le due cose non andassero d'accordo, se
ci fossero delle rimozioni, delle sessuofobie in campo. Sarebbe ora di
mettere...che tu dicessi qualcosa di chiaro, su questo tema: in fondo è una
domanda sull'amore. - Certo... guarda, Pietro...ti ringrazio
moltissimo di questa domanda, anche se spero di poterla, non certo esaurire, ma
insomma nella risposta dare un cenno del concetto abbastanza comprensivo
sinteticamente. Ecco, si tratta di questo: i nostri istruttori
ci hanno detto che il destino dell'uomo è quello, attraverso molte esperienze,
molte peregrinazioni nella materia, di trovare quell'amore che unisce ogni
essere. Allora se l'amore, la comunione degli esseri, la comunione di amore nel
senso più bello e più vero, è la meta di tutti gli uomini, è chiaro che questa
meta si raggiunge gradualmente. Ma in questo la natura aiuta gli uomini;
attraverso che cosa? Attraverso vari espedienti, uno dei quali, ad
esempio, è l'amor materno e l'amor paterno, ma uno ancora più diffuso è proprio
la sessualità, perchè attraverso l'istinto sessuale gli uomini si cercano, si
conoscono, si trovano. Ed anche se poi questo primo entusiasmo amoroso,
sorretto da questi sensi, con il tempo un po' si appassisce, un po' si appanna,
ciò non vuol dire niente, perchè il seme rimane - è vero? E', quindi, un motivo, quello della
sessualità,
per fare incontrare le persone. Allora, in questo quadro, come si può pensare
che l'amore sessuale possa essere qualcosa che non vada d'accordo con la
spiritualità? Evidentemente attraverso una deformazione del concetto essenziale
e primario. Certo, se le creature si amano veramente, non
c'è niente di peccaminoso nel fatto che il loro amore si completi attraverso
anche una relazione sessuale, come dicono i nostri istruttori. Però il sesso
non deve diventare, invece, motivo di vizio fine a se stesso, ma deve essere
suscitato dal sentimento; quando tra due creature c'è questo sentimento, che
sgorga appunto dalle profondità dell'essere, Se di "peccato" dobbiamo parlare, lo
dobbiamo fare nei casi in cui il sesso diventa vizio, diventa scopo dell'esistenza
dell'uomo. Ecco, allora, tu sai che io ho molta cura verso
i giovani, e vorrei proprio rivolgermi ai giovani - è vero?- che, invece, si
cimentano nelle relazioni per fare delle conquiste sessuali fine a se stesse,
delle collezioni, delle medaglie...Ecco, vorrei proprio mettervi in guardia da
questo tipo di mentalità distorta, perchè è vero: non c'è niente di peccaminoso
nel sesso; però cercate non il sesso, cercate il sentimento, cercate l'amore.
Ripeto, se poi questo amore si completa con un atto sessuale, è una cosa
meravigliosa; ma alla base di quell'atto deve esservi il sentimento. Questo è importante, e questo
è vivere in armonia con la natura. Quando tra le creature c'è l'amore, non c'è niente di peccaminoso, veramente. -
Che funzione ha il medium, chi
è il medium? Ma
soprattutto la funzione del medium, in questo momento in cui se ne parla tanto,
e in certi casi anche troppo. Sarebbe anche qui bene chiarire. - Ecco, guarda caro Pietro, prima di rispondere
a questa domanda, vorrei dire qualcosa sulla funzione delle vere comunicazioni
medianiche; non chiamiamole "spiritiche" per non entrare in polemica. Vi sono dei fatti paranormali che vengono
spiegati in vario modo, e che ognuno è liberissimo di spiegare come meglio
crede e come più torna alla sua ragione, non c'è niente da dire: esistono
questi fatti. Allora devono essere oggetto di studio, anche se nel fare questo
studio, questa analisi, i sistemi che usa la scienza non sono sufficienti e si
dimostrano inadeguati, anzi elemento addirittura negativo nella manifestazione
del fenomeno. Questo non perchè sia tutto un trucco, come alcuni dicono, ma
proprio perchè in questi fenomeni entra in modo predominante la psiche umana di
questa figura, di questo sensitivo, di questo "strumento", di questo
medium. E talvolta questo spirito d'indagine, questo modo di indagare, con fare
proprio, così, inquisitorio, può turbare quello stato, così particolare, di
tensione interiore che invece è necessario per la produzione del fenomeno; però
debbono essere materia di studio e di indagine, non c'è dubbio, anche se con
mezzi leggermente diversi da quelli che usa comunemente lo scienziato. Direi
che importantissimo sarebbe, che, a questi fenomeni, assistessero e fossero
seguiti da psicologi - è vero? Però, questi fenomeni, che funzione hanno? Sono
fatti, forse, E' perfettamente
inutile fare delle sedute medianiche per avere dei discorsi che qualunque buon
predicatore potrebbe fare; e talvolta sono anche molto inferiori ai discorsi
che fanno i predicatori. Se questi fenomeni debbono avvenire, debbono dare
qualcosa all'uomo; non in senso materiale, ma in senso spirituale, o
filosofico; debbono aiutare a chiarire e a comprendere la realtà; debbono dare
un quadro, una spiegazione della realtà, che sia logica e che faccia fare al
pensiero dell'uomo un passo avanti. Perchè se debbono essere rimasticature di
cose che sono già state dette da grandi spiriti e da grandi pensatori - e già,
guarda, che siano rimasticature sarebbe già una bella meta raggiunta; perchè a
volte si assiste a comunicazioni che sono veramente banali, che non hanno
nessuna ragione di sussistere. Per questo, a coloro che credono che queste
comunicazioni siano frutto di spiriti disincarnati, dico: "Non importa
certo scomodare i morti per dire cose di questo genere". Statevene lontani
da queste fonti che vi tengono avvinti solo con l'autorità di proclamarsi
provenienti dall'oltre tomba, dall'aldilà - è vero?- statevene lontani; perchè,
veramente, se qualcosa deve venire da queste comunicazioni deve essere un
qualcosa che, intanto, sia materia di studio, e poi, soprattutto, anche che
possa arricchire, non dico la cultura dell'uomo in senso generale, ma perlomeno
la cultura di coloro che vi assistono, tiri fuori le loro qualità migliori, li
renda più aperti, e non chiusi in una gabbia, in una nuova credenza, che in
fondo poi di nuove credenze, con questo fine, non ce n'è proprio bisogno. Allora, il vero medium
è colui che è strumento
di un fenomeno di questo genere; e debbo dire, e con questo certamente mi
attirerò le antipatie di molti, che quando si tratta di fenomeni reali, che
sono cristallini, non si mescola mai il lato del mercimonio: non c'è mai da
pagare qualcuno per mettersi in contatto con una dimensione sconosciuta. Quando
c'è di mezzo questo, che si deve pagare un "pedaggio", allora, cari,
diffidate; perchè veramente, se in queste comunicazioni medianiche la fonte è qualcosa che viene da una dimensione diversa da quella fisica e psichica dei
presenti, e se questa fonte
è veramente di un'altezza
spirituale che si rispetti, non si mescolerà mai a questioni di denaro, non si
servirà mai di un medium che si fa pagare; questo vorrei dirlo a chiare note,
anche se sono consapevole che susciterò le ire di tutti coloro che, di queste
cose, fanno un mercimonio. -
Ecco, questo strumento
così sensibile, e di
natura così misteriosa, che è in bilico tra due mondi, con dei poteri che usa
ma spesso ignora, che sono un dono ma anche un peso, talora; perchè?, come
nasce la sua funzione, in senso sottile? - Guarda, naturalmente quando siamo di fronte a
casi in cui si hanno comunicazioni di un certo valore, che non sono numerose,
sono casi che fanno parte di quel piano, chiamiamolo pure "divino",
d'evoluzione spirituale degli uomini - è vero? Allora anche lo strumento è qualcuno che
è all'altezza di questa manifestazione, della quale egli è al
centro; molto spesso, invece, si assiste a manifestazioni nelle quali colui che è
il tramite, è una creatura che veramente mostra aspetti patologici. Allora,
il fatto che una creatura dica di essere sensitiva, o dica di essere medium, o
dica di avere facoltà paranormali, non deve mettere coloro che queste creature
avvicinano in condizioni di accettare tutto come oro colato, e interpretare,
magari, le stranezze di queste creature, di queste persone, come se fossero
cose carismatiche, che facessero parte di questo mistero; le verità spirituali
non sono illogiche, perchè la verità e la logica sono un'unica cosa. La verità
non è illogica, e quindi, quando c'è qualcosa che non è logico, c'è qualcosa
che non è completamente in armonia con la verità. Queste creature che si proclamano, si
professano, appunto, dei sensitivi e che dicono: "Io, in certi casi, ho
indovinato questo...", non significa poi un gran che, perchè queste facoltà molto spesso non sono continue nella vita e in ogni momento, e quindi,
quando una persona ha avuto un caso, una manifestazione che poi si è dimostrata
veridica, non significa che questo sia una garanzia per tutto il resto, che
tutto il resto sia veritierio; anzi, bisogna sempre, in questo campo, andare
con molta cautela, e ricordarsi che se anche una persona è veramente uno
strumento sensibile, proprio per il fatto della sua sensibilità, può essere travolto
da onde pensiero diverse, e quindi talvolta può essere portato
"fuori", così come succede del resto di tutti gli strumenti anche
uomini, che possono essere messi fuori sintonia - è vero? Comunque
è un campo che bisogna veramente
affrontare con grande cautela. Questo lo dico a tutti coloro che mi ascoltano:
bisogna andare con molta cautela e soprattutto diffidare quando la cosa diventa un'organizzazione che vuole
catturare le persone, che vuole fare dei proseliti, quando c'è di mezzo il
denaro... -
Siamo alla fine,
Francois, di questa nuova,
meravigliosa serata. Ti vorrei chiedere una cosa, per finire. Tu dicesti una
volta che questo pianeta è tutto inquinato; che fare, ognuno di noi, per non
aggravare lo stato di malattia di questa nostra bella Terra? - Ecco cari, soprattutto guardate, io direi di
stare molto attenti a vivere secondo un modo di vita più semplice; questo è molto importante. Non disperdere, non sprecare, non sciupare;
perchè, nella
dispersione, nello spreco c'è il richiamo di un maggior inquinamento. Cercare
di ridurre i propri consumi veramente in maniera essenziale, perchè oggi si
sciupa moltissimo, e quindi si inquina moltissimo. Allora, quello che ciascuno di noi
può fare, in
questo mondo, è quello di ridurre le proprie esigenze; che poi, guardate, non è
difficile, non è difficile. Vi sono tantissime cose inutili che facciamo e che
consumiamo veramente senza ragione, aumentando, in questo modo, l'inquinamento
del pianeta. E soprattutto rispettare la natura; ecco, questa è un'altra cosa
che ognuno di noi può fare. Forse altre cose, come costruzioni di depuratori e
via dicendo, noi non possiamo che richiederle, non le possiamo fare
materialmente, ma nel nostro piccolo questo!, di rispettare la natura massimamente,
e di non sciupare, di non consumare eccessivamente, lo possiamo fare. -
Francois? Grazie, grazie per la tua cortesia e
la tua umanità... - Buonanotte a tutti e un abbraccio a tutti. 18 dicembre 1982 Pietro Cimatti - Buonasera a tutti gli amici, e bentornato
all'amico Francois, che è molto atteso e, posso dirlo veramente, molto amato
dagli ascoltatori di queste telefonate. Buonasera Francois... Francois
- Buonasera, caro Pietro, e buonasera
cari amici; vi ringrazio della vostra amicizia, del vostro affetto, che è tutto
per bontà vostra. -
Io volevo dirti,
Francois, se tu, prima di
cominciare questa breve chiacchierata, hai qualcosa da dire, prima delle
domande che ho in animo di porti, in questa fine di anno 1982. - Ecco, vorrei dire questo: non
c'è bisogno che
lo faccia notare io, quanto il momento sia particolare, non solo per l'alta
Italia, ma Purtroppo ancora per tre anni l'uomo dovrà
toccare il fondo; poi, però, fortunatamente vi sarà una ripresa, una ripresa
lenta che avrà, diciamo, il suo culmine benefico attorno al 1992. Quindi
allora, in chiusura di questo anno, non posso, ripetendo le parole dei maestri,
dirvi che l'anno prossimo sarà un anno meraviglioso in cui tutti i problemi
saranno superati e via dicendo; no, anzi debbo ancora dire che la situazione
attuale praticamente continuerà immutata. Però c'è questa speranza, tra qualche
anno, di ricominciare lentamente a risollevarsi e andare verso un futuro più confortante e
più sereno. Questo dipenderà soprattutto da come l'uomo si rivolgerà nei confronti degli avvenimenti, da come si
porrà nei confronti della
vita, della società di cui fa parte, e delle persone, non solo quelle che
stanno a distanza, ma proprio quelle che sono vicine a lui. Voi avrete certamente notato come oggi vi sia
questa tensione fra gli uomini, come tutto sia preso in maniera irritante, chi
si rivolge a voi per una qualunque cosa, non trova mai una risposta serena,
conciliante, ma subito ci si mette sull'attenti, sul chi va là - è vero?-, e si
risponde in maniera irritata. Ecco, anche questo è una conseguenza di questa
atmosfera che regna fra gli uomini proprio a livello psichico, e che induce
tutti ad avere certe reazioni. Bisogna rompere questa catena, bisogna cercare
di capire che bisogna rimboccarsi le maniche veramente tutti, ed avere un
diverso atteggiamento nei confronti della vita e dei nostri simili: questo è importante. In funzione di questo cambiamento si
produrrà quella "fine del
mondo" non in senso materiale, ma di un vecchio mondo, di un mondo ormai
obsoleto, finito, che non ha più ragione di esistere. In questo momento di
transazione è importante che ciascuno -
Francois, tu hai parlato di speranza. La
speranza moderna ora ha un nome; si chiama "Età dell'Acquario".
Alcuni dicono che già c'è, è già iniziata; altri dicono che sta iniziando. Comunque
è una sorta di nuova fiamma, di nuovo
stimolo. Cosa c'è di esotericamente e scientificamente esatto in questa
definizione "Età dell'Acquario"? - Il discorso
è vero, è veritiero, e si
riallaccia a quello che dicevo prima sulla fine di un vecchio mondo e l'inizio
di un nuovo mondo; che non è una fine esteriore, ma interiore, un nuovo mondo
intimo dell'uomo, un nuovo uomo. E siccome tutto questo avviene come sempre in
natura - che non conosce salti - avviene così gradualmente, in maniera sfumata;
da qui, quindi, la diversa interpretazione fra quelli che dicono: quest'età è
già cominciata, e altri, invece, che è ancora da incominciare; non c'è un
salto, non c'è un "dall'oggi al domani cambia l'età" - è vero?, non
c'è una data, avviene tutto per sfumature. Perchè poi anche questa
età, proprio come tu
dici, non è un' età che si può riscontrare sul calendario astronomico, ma vi
sono uomini che appartengono all'età precedente. Quindi, è un avvento dell'Età
dell'Acquario che avviene attraverso l'avvento di uomini nuovi, attraverso il
cambiamento che si produce nell'intimo degli uomini e delle nuove generazioni
che vengono; quindi è un compenetrarsi lento. Il finire di una "razza di
anime", non so come chiamarla, di un ciclo di anime, di un gruppo di anime
assai numeroso, e l'avvento di un nuovo ciclo di anime di diversa evoluzione e
quindi un cambiare poi, di riflesso, del mondo esteriore. - Ecco, a questo proposito... E' noto che ogni
stagione dell'uomo ha bisogno di ridefinire non solo le nozioni, ma anche i
concetti; oggi - e siamo sempre in questo clima di fine anno e, come tu dicevi,
di finis mundi - che cosa significa e che cosa comporta essere religioso? Un
tempo tu sai che cosa voleva dire essere religioso; oggi, e da oggi, che
significa essere un uomo religioso? - Ecco, il significato
è completamente diverso - è vero? Non significa più avere una sorta di atteggiamento verso la vita e
verso i propri simili, e verso il divino, di timore, di soggezione, di completa
sottomissione, senza alcun spiraglio di comprensione, ma solo per cieca obbedienza.
Era bella anche quella, quando corrispondeva a una purezza d'intenti, ad una
bellezza interiore. Però, è Perchè è una religiosità che
va perfettamente d'accordo, prima di tutto con la ragione, e poi con la libertà
di ciascuno: cioè, non seguirà più una norma di vita, per così dire, religiosa
- se ancora vogliamo continuare ad usare questo termine nel vecchio senso - per
timore o per altre ragioni; ma sarà proprio una norma di vita naturale, che
sboccherà dalla propria intima natura, che corrisponderà al proprio intimo
essere; e non avrà proprio più niente a che vedere con quel vecchio tipo di
religiosità, ma sarà una religiosità basata sulla comprensione delle cose, e
non più su atti di fede. Proprio quello che prima si credeva per atto di fede,
imposto per dogma, invece sarà una intima convinzione che scaturirà dal vedere
quale è la realtà e come le cose sono; che rispetterà l'ordine naturale delle
cose e che, quindi, sarà una cosa meravigliosa, perchè veramente lascerà la
massima libertà ad ogni essere, il quale agirà non più per costrizione, ma per
propria scelta sentita, vissuta, convinta... -
...e quindi religioni
più vicine o più lontane
al divino, non ci potranno più essere in nome di questa libertà e razionalità? - Certamente, non ci potranno
più essere. E
soprattutto, la legge sarà fatta per l'uomo e non l'uomo per la legge. -
Che cosa significa il Natale? - Ecco, guardate, si possono dare tanti significati, come tanti significati sono stati dati alla figura del Cristo; direi che questa figura è stata presa e pretesto non per unire gli uomini, ma per dividerli, e questo ancora oggi si vede. Noi, però, bisogna sempre cercare i punti che ci uniscono, non quelli che dividono, come è stato detto tante volte. E allora, questa figura del Cristo, al di fuori di ogni spiegazione trascendentale che può esservi, valida, meravigliosa quanto si vuole, ma guardiamola nella sua realtà; non è forse una figura che deve unire gli uomini, credenti e non credenti, spiritualisti e materialisti? Certamente! Gli spiritualisti perchè vogliono vedere in questa figura una divinità, i materialisti perchè debbono vedere in questa figura un uomo vittima del potere, dell'oppressione, no? Un vero proletario, non c'è dubbio! E allora vediamolo
come punto di unione, come simbolo di tutta l'umanità: un uomo che è stato
sacrificato dal potere, che ha sofferto, che è andato incontro ai suoi simili,
specialmente agli addolorati, a coloro che avevano bisogno, a coloro che erano
considerati reietti, peccatori; e allora prendiamolo tutti insieme come simbolo
di un modo di essere che dovrebbe essere per tutti. Ecco, vorrei, mi auguro,
che questo sia il significato del Natale per tutti gli uomini. -
Ecco,
Francois, abbiamo ancora pochi minuti.
Cosa c'è nel quarto volume del Cerchio Firenze che si intitola Le grandi Verità
ricercate dall'uomo, è uescito quest'anno, ecco, cosa c'è di nuovo in questo
volume? Cosa c'è di nuovo, nel senso di appiglio, di invito alla speranza,e
anche oltre la speranza? - Ecco, di nuovo c'è un maggior calcare sull'insegnamento, che è liberatorio in ogni senso, con i riferimenti a come deve intendersi la sessualità, la gelosia, tutti questi moti in fondo che, forse, tutti gli uomini che li hanno si sentono in colpa. E invece è una visione diversa, e questo è molto importante; questo per quanto riguarda l'insegnamento etico. Poi, per quanto riguarda l'insegnamento esoterico-filosofico
c'è questo discorso sul "sentire", sulla comunione degli esseri, su
questa cosa meravigliosa attraverso la quale è realizzata l'unità del tutto; ed
è una visione meravigliosa che francamente nessun filosofo ha mai prospettato e
che si insinua con una perfetta logica, come un perfetto incastro in tutto
quello che è l'insegnamento filosofico antecedente, che ne è un corollario, una
conclusione meravigliosa e che, nello stesso tempo, fonda in modo logico tutto
l'insegnamento etico e tutta la morale che gli uomini hanno sempre conosciuto,
ma che hanno sempre seguito così, per atto di fede, per comandamento degli
spiriti eletti. -
Francois, vuoi dire un'ultima cosa agli amici
che ti ascoltano, e sono molti? -
Sè, vorrei dire che sono loro vicino, molto
vicino, affettivamente. Spero di avere ancora l'occasione di parlare loro; e
vorrei anzi invitare insieme a loro uno dei nostri maestri a parlare attraverso
questo mezzo. Credo che sarebbe molto più efficace di quanto lo sia io, in
effetti. Mi auguro che questo possa avvenire. Ringrazio tutti voi. Vi invio
tutto il mio amore. A presto cari, a presto. 1 gennaio 1983 Pietro Cimatti -
Buonasera e buon 1983 a tutti
gli ascoltatori. A tutti un saluto e un augurio da parte degli
amici, e anche da parte mia una infinità di auguri che questo 1983, anche se
non può esserlo in senso generale, che sia perlomeno in senso individuale
migliore degli altri. - E' appena trascorsa la grande festa dell'anno,
l'antica festa dei doni. Ma ieri sera, ahimè, anche forse oggi, quanti sono
rimasti - Ecco cari, volentieri, volentieri.
Perchè in
effetti molte sono le persone che si sentono sole, ed in effetti, anche
guardando la loro vita, sono un po' isolate, emarginate - è vero? A queste
persone io vorrei dire che, per prima cosa, la solitudine, molto spesso, è voluta. Certamente non a livello conscio;
però a livello inconscio è voluta,
sia perchè quando si è veramente in grado di andare incontro agli altri è difficile rimanere soli;
sè, ci sono dei momenti particolari in cui una persona può essere emarginata, direi anche abbandonata dagli altri, per certe sue
situazioni particolari di difficltà, e allora coloro che erano a lei vicino si
allontanano per non trovare su di sè il peso che questa persona deve portare.
Però, ricordarsi sempre che quando si va incontro agli altri, quando si cerca
veramente la compagnia degli altri, quando si è in grado di dare, è difficile
rimanere soli anche nei momenti di bisogno è vero?, quando non si è più in
grado di dare. Così
a tutti coloro che sono soli io dico:
"Guardate dentro voi stessi, se veramente non vi siete posti, con il vostro
modo di fare, con il vostro modo di essere, in questa condizione di
solitudine". E poi, a parte questo, dico che nessuno è mai veramente solo,
perchè nessuno è indipendente e isolato dagli altri suoi simili, e, per quanto
uno possa sentirsi solo, serve sempre a qualcun altro, magari anche solo con
una sua apparizione fugace, con un suo presentarsi così superficiale: però
nessuno è mai veramente isolato. Ed allora, su questa idea, su questo
principio, affrontare la vita in modo
diverso; ce n'è bisogno veramente, perchè è vero che quando si è di
fronte ai problemi della vita, l'uomo deve risolverli da solo, ed anche le
persone più "accompagnate", più in compagnia, però i loro problemi
devono risolverli da sole. I nostri maestri dicono: "Noi non possiamo
che darvi delle indicazioni; non possiamo risolvere per voi i vostri
problemi"; e questo è vero a livello generale, è così per tutti. Però, a
livello di "vicinanza" noi dobbiamo dire che solo chi vuole
emarginarsi, solo chi vuol veramente isolarsi, riesce in questo intento ed è,
di fatto, solo. -
A nome di molti amici, ti vorrei chiedere
Francois, che cosa veramente deve significare: "Anno Santo", al di là
delle proclamazioni ufficiali e degli usi che se ne potranno fare di affluenza
in questa nostra grande e bella Roma? - Io vorrei dire che (forse io non sono la
persona più adatta per Allora, in questa occasione, non per fare una
sorta di -
Ora ti volevo chiedere una cosa. I ragazzi
studiano a scuola "conosci te stesso"; la sapienza antica scrisse
questa massima sui frontoni dei templi; in fondo non si è mai capito cosa vuol
dire "conosci te stesso"; è una frase che ha un po' impaurito, e un
po' ha lasciato interdetti quelli che l'hanno ascoltata. Come si puo'
sintetizzare il "conosci te stesso" oggi, per l'uomo moderno? - Ecco,
è una cosa che, pur avendo un'origine antica,
pur essendo stata conosciuta anche dagli antichi, è di enorme attualità, perchè
riconsidera, alla luce del "conosci te stesso", tutta la moralità e
quindi tutto il modo di essere, di comportarsi dell'uomo. Dicevo prima che
certi valori debbono essere ritrovati, è vero? Ritrovati dentro se stessi. E
allora quello che prima veniva insegnato come imposizione, come modo di
comportarsi del tutto, in fondo, esteriore, proprio nè più nè meno che un
atteggiamento, trovando la sua reale ragion d'essere, deve essere poi
trasportato nel proprio intimo, nell'intimo di ognuno, fino ad esser natura
propria dell'individuo. Allora come
può avvenire questo? Il
"conoscere se stessi" non significa conoscere il proprio corpo,
oppure conoscere quello che l'esoterismo dice di cui sia costituito l'uomo - è vero?, ma significa conoscere il proprio intimo, la propria reale natura, il
proprio "essere interiore". E come è possibile questo? Questo è
possibile E questa, in fondo,
è nè più nè meno che
un'opera di autoanalisi che ha molto in comune con quella che è la
psicoanalisi; è una psicoterapia che viene fatta individualmente,
riflessivamente, da se stessi, e certamente è molto efficace. Ripeto,
però, la giusta posizione è quella di
scoprire la verità di se stessi senza nè giustificare le proprie meschinità,
nè
impaurirsi di fronte a certi aspetti che non vorremmo avere: solamente
denunciarli a se stessi. Ed è molto importante questo, perchè attraverso questa
costante autoanalisi si liberano certi complessi, certi aspetti deteriori che
sono all'origine dell'angoscia dell'uomo di oggi. -
A questo punto,
Francois, ti volevo chiedere
una cosa. Alcuni ascoltatori hanno detto di chiedere a Francois questo: il
mondo va come va; ma non si potrebbe trovare un sistema per migliorare i
potenti, per vedere così di migliorare la qualità della vita, la sostanza del
quotidiano? Ecco, è un gioco strano, migliorare i potenti per migliorare i sudditi;
è possibile? - Io non faccio che ripetere quello che i nostri
illuminati maestri dicono a questo proposito - è vero? Però dico, senza offesa
per nessuno, indubbiamente coloro che sono alla manovra delle leve del potere,
molte volte lasciano a desiderare, e i recenti avvenimenti lo hanno dimostrato,
hanno fatto vedere certi retroscena che veramente nulla hanno di edificante, ed
hanno confermato quello che io dico e che vorrei, in verità, che non fosse. E' vero che certi dirigenti, potenti, che sono a
dirigere le sorti dei popoli non sono forse moralmente all'altezza di questo
compito, perchè, diciamolo pure, bisogna che coloro che rivestono cariche
pubbliche siano all'altezza di quelle cariche che rivestono; perchè non basta,
esteriormente, apparire in un modo e poi, intimamente o privatamente,
comportarsi in modo del tutto diverso - è vero? Questo bisogna dirlo. Però, prima di prendere questi fatti a motivo di
agire in modo analogo, ciascuno di noi deve ricordarsi che il mondo può essere
cambiato solo cambiando se stessi; quindi, non ci aspettiamo dagli altri quello
che noi dobbiamo fare, non deleghiamo agli altri - dicono i maestri - quello
che noi dobbiamo fare; cominciamo da poco e da vicino, cioè da noi stessi, ad
agire più rettamente, a non Se si riconosce che
certi personaggi non
agiscono bene, non vedo proprio perchè dovremmo farlo anche noi! Dobbiamo
governare meglio noi stessi, questa è la cosa essenziale e di primaria
importanza. -
Serve ancora oggi la preghiera? - Beh, adesso ci sono varie forme, varie
discipline - è vero?, che insegnano l'unione del proprio essere: discipline
orientaleggianti. E, a detta di coloro che le praticano, sono molto efficaci,
perchè fanno raggiungere una certa distensione, una certa calma, avere un
allontanamento di questa famosa angoscia (della quale stasera desiderio
parlare), pongono in uno stato di serenità, di ricettività, di tranquillità. Ed allora, direi, prendiamo la preghiera in
questo senso: cerchiamo di vederla non come una petizione che si rivolge
all'Ente Supremo per avere qualcosa, per ottenere una grazia, un favore, così come si farebbe di fronte a un sovrano, ma cerchiamo di pregare la
divinità che è in ognuno di noi, proprio perchè il nostro essere raggiunga quella unione
attraverso la quale è possibile realizzare in se stessi il "vero
uomo". E' possibile trovare l'equilibrio che ci pone in quelle condizioni
d'animo tali da rendere il meglio di se stessi. Vediamo la preghiera in questo
modo. -
Francois, so che per concludere tu devi dire
qualcosa agli amici. A te... - Ecco cari, vorrei dire qualcosa a proposito
dell'importanza del credere, o non credere, se esiste qualcosa dopo la morte.
Io ho udito diverse volte le persone dire: "Ah, ma se io fossi sicuro che
la vita dell'uomo non finisce con la morte del corpo, allora io sarei più buono,
farei di più, sarei portato a sacrificarmi di più..." - è vero? Allora, questa sopravvivenza,
così importante
per varie ragioni, che gli uomini guardano come oggetto di studio, oggetto di
disputa e di controversia, in fondo ha un solo significato, invece; perchè
guardate, prima di tutto, l'uomo deve agire bene perchè sente di farlo, perchè
riconosce che è giusto fare così, e non perchè sa che la vita non finisce con
la vita del corpo, non per questo; poi la sopravvivenza non deve essere creduta
con la speranza che ognuno di noi continui quale è, cioè che non muoia; sia una
sorta di illusione, di droga - è vero?, perchè ha paura della morte: questo
mai. Quindi, da questo punto di vista, credere nella
sopravvivenza, Ecco, per concludere dicevo, l'unica cosa che
giustifica l'idea della sopravvivenza, che veramente la riscatta, è il fatto
che credere nella sopravvivenza dà un senso al dolore dell'uomo. Tutto
veramente sarebbe assurdo se non esistesse qualcosa oltre ciò che appare. Ecco. -
Grazie,
Francois... - Grazie a voi e buon anno a tutti... 13 agosto 1983 Pietro Cimatti -
Buonasera a tutti, tutti gli
amici e bentornato a Francois, che è senz'altro il più atteso degli ospiti di
questo programma. Buonasera Francois... Francois
- Buona sera, caro Pietro, buonasera
cari amici,e ben trovati... - Siamo veramente felici di ascoltarli. Ho
qualche cosa da chiederti; comincerei da qui: io dico che curiosità o necessità, spesso sono mescolate, portano gli uomini, oggi particolarmente,
alla ricerca di una soglia, di un nuovo inizio della loro vita; è come se la
vita precedente li avesse prima illusi e poi delusi. Alcuni comprano libri,
altri vanno in India, cambiano religione; ecco, da te Francois, vorrei sapere:
qual è, veramente, l'inizio del sentiero, e come si riconosce, e come ci si
incammina su questo vero sentiero? - Ecco guarda,
è una domanda molto bella, ed io
ti ringrazio di avermela fatta. In effetti è un momento molto particolare perchè, non
c'è bisogno che lo dica io, moltissimi sono quelli che sono portati
a ricercare qualcosa più, per loro, soddisfacente, più appagante - sul piano
dello spirito, naturalmente, parlo di questo. Sembra che quello che hanno conosciuto fino
adesso non sia più sufficiente a contenere il loro desiderio di qualcosa di più
profondo, di qualcosa che riesca ad essere anche più gratificante sul piano
dello spirito. Ed allora, come tu dici, in questa ricerca, molto spesso, scappano
fuori delle vie che si rivelano, per loro, chiuse e deludenti. Purtroppo chi ha
questa sete di riconoscere le verità dello spirito in forma diversa, facilmente cade
nel fanatismo, e facilmente fa e ripete gli errori che erano, magari, della
religione alla quale apparteneva e che ha, in un certo senso abbandonato,
ripudiato; li ripete forse in forma peggiore. Perchè se andiamo a vedere certe
forme di misticismo - se così vogliamo chiamarle - sono molto più fanatiche,
molto meno equilibrate, e chiedono molta più violenza a se stessi, di quanto lo
chiedano o lo chiedevano le varie religioni del passato, "ufficiali". Allora, io vorrei dire a coloro che sentono il
bisogno di trovare le verità dello spirito in forma nuova: "State attenti;
non vi lasciate abbagliare; pensate sempre che quello che voi venite a
conoscere, se è valido, deve suscitare in voi le qualità migliori. Prima di
tutto non vi deve stimolare a lasciare gli impegni che vi siete assunti; anche
se questi impegni vi risultano gravosi e, al momento, piuttosto traumatizzanti
per voi". Vedo molti giovani, per esempio, che lasciano le loro famiglie,
le quali magari si trovano in stato di necessità, per seguire o questa o quella
disciplina religiosa, o mistica, o filosofeggiante. Ecco, se veramente
l'insegnamento è valido, non deve distogliervi dagli impegni morali ai quali
siete tenuti. Succede spesso che, addirittura, alcuni lasciano
i figli, o i coniugi, per seguire una strada "spirituale", una via
cosiddetta "spirituale" - è vero?, allora ancora ripeto:
"Certamente, quella via, non ha niente di spirituale". Perchè
ciascuno deve per prima cosa fare il proprio dovere nei confronti di coloro
verso i quali è tenuto a farlo. Dicono i nostri maestri: "Cominciare da
poco e da vicino". Quindi, se qualcuno vuol meglio seguire la via dello
spirito - e di questo ce n'è bisogno, la via dello spirito, non inteso come
seguire una ritualità del tutto esteriore, ce n'è bisogno - la vera via dello
spirito che è quella che conduce poi alla pace, all'equilibrio, alla
rettitudine, è vero?, e alla serenità interiore -, chi vuol seguire la vera via
dello spirito, deve cominciare con l'essere migliore lui stesso, ma non andando
in romitaggio, non uscendo dalla società ed entrando in una corporazione
religiosa, o in una sorta di organizzazione,bensì cominciando da poco e da
vicino. Ecco, mi raccomando, coloro che sentono questo
desiderio, di tenere presente questo; che debbono cominciare da poco e da
vicino, e che se la via che hanno trovato riesce a suscitare le loro qualità
migliori e a far fare il loro dovere nel modo migliore, tutto allora è valido;
altrimenti, se li distoglie dai loro impegni, è una via errata. -
Ora,
Francois, ti volevo chiedere: è l'eterna,
semplice, abissale domanda dell'uomo - sono, poi, i perchè dei bambini -, che
l'uomo non riesce a risolvere e porta spesso con sè nella tomba: perchè sono
nato? Perchè sono qui? E proprio la domanda che tutte le filosofie e tutte le
religioni, e anche le scienze, hanno affrontato; ma, ahimè, ogni giorno la si
ripropone come nuova; nascere, morire, vivere; perchè? - E' una bella domanda anche questa;
però bella
in un altro senso: bella come mole di risposta alla quale bisognerebbe
sottostare per essere esaurienti - è vero? Ecco;
perchè si nasce, perchè si muore, perchè
si esiste. Le risposte che sono state date dalle varie filosofie, dalle varie
religioni, alla luce della logica alla quale l'uomo deve fare appello - alla
quale l'uomo di oggi fa appello molto spesso, anzi direi quasi sempre - non
reggono. Non reggono perchè la figura della divinità - naturalmente bisogna
ricorrere alla figura della divinità se si vuol trovare un motivo
dell'esistenza, perchè, se allora non si crede che esista qualcosa di
superiore, una ragione che va oltre, diciamo, il semplice caso, allora
chiaramente non c'è bisogno: è il caso. Perchè? Non
c'è nessun perchè. Se il caso è alla
radice di tutto allora non c'è nessun perchè, è una cosa fortuita, è vero? -
Però, per quel ricorso alla razionalità e alla logica cui mi riferivo, io
vorrei dire, proprio sinceramente, che uno si domandasse: ma coloro che dicono
che tutto è frutto del caso sono ritenute delle persone intelligenti, che non
si lasciano influenzare, delle persone raziocinanti. E allora, io domando, e
ognuno se lo domandi: "Ma veramente vi sembra logico, e razionale, e
possibile, che tutto venga dal caso?". Sostenere che tutto
è frutto del caso è l'affermazione più illogica, più inverosimile che l'uomo possa fare. Quindi chi
crede che tutto sia frutto del caso non è assolutamente una persona razionale. Questo lo dico non come affermazione,
così, ma
se voi andate a guardare come è strutturata la vita, come è possibile che il
cosmo si sia sviluppato, come è nato, si trova un insieme di intelligenza che
assolutamente non può essere fortuita. Non è possibile. Fece il maestro Kempis un bellissimo esempio,
che io amo ripetere a tutti gli amici che mi stanno ad ascoltare: "Se in
una scatola noi mettiamo un orologio tutto smontato - è vero? - e cominciamo ad
agitare questa scatola, può darsi che dopo miliardi e miliardi di agitazioni
l'orologio si ricomponga e cominci a funzionare. E questo sarebbe il cosmo. Può
darsi che, per un caso, tutti gli elementi che concorrono a formare la vita, e
quindi poi tutta Allora, se si crede che all'origine non vi sia
il caso, allora si crede che esiste qualcosa di superiore, che vi sia una
finalità, che esista Dio. Allora, dicevo prima, che quella risposta che
danno le religioni a proposito della ragione per la quale l'uomo esiste è una
risposta che non soddisfa, che non è razionale, che non appaga. Proprio perchè
questa figura di Dio è dipinta male, è concepita male. E quindi l'uomo si
ribella al vedere Dio in un certo modo. Ora non sto qua a fare la critica delle
varie concezioni del divino che sono state fatte; però io credo che la nostra
razionalità arrivi a farci concepire un Dio che non può essere staccato,
diviso, da tutto quanto esiste. E un Dio, soprattutto, che sia coscienza, che
sia "sentire", che sia amore; e che noi siamo parte di Lui: con Lui
siamo un solo essere. E quindi quel nostro vibrare, agire, vivere, essere,
esistere, è parte integrante dell'esistenza divina. In questo senso noi siamo
Suoi figli ed Egli ci è Padre; in questo senso. Allora, se riusciamo ad ammettere questo, forse
questa figura di Dio diventa a noi più vicina, e noi possiamo comprendere la
ragione della nostra esistenza, che è la ragione della Sua esistenza; possiamo
comprendere che al di là di quelle esperienze amare che ci accadono, talvolta
giornalmente e per anni, esperienze dolorose e traumatizzanti, c'è una ragione
ed è una ragione meravigliosa: non di punizione, ma anzi, di misericordia, di
amore! Perchè attraverso quelle esperienze noi riusciamo a unirci a Dio
coscientemente. Cioè proviamo la coscienza di essere parte
dell'esistenza di Dio Ecco, questa forse
è una visione, perlomeno per
me e per gli altri amici, che può dare un senso alla vita dell'uomo, il quale
non esisterebbe. Pensate a quante civiltà sono trascorse e sono rimaste in
polvere: allora tutto quel valore di quelle civiltà è andato perduto? No, se
ciò che quelle civiltà hanno dato è stato l'aumentare la coscienza degli
individui, di quegli esseri che hanno vissuto quelle civiltà. E' soprattutto un
arricchimento interiore. Così, lo scopo della vita dell'uomo è un arricchimento del suo "sentire", della sua coscienza; e questo arricchimento cresce, cresce, cresce e diventa tale fino a che l'uomo non prende coscienza d'essere uno con il suo creatore - se così vogliamo chiamarlo - con Dio. - Io ti ringrazio
Francois; c'è ancora del
tempo, ma non voglio chiederti più nulla. Vorrei che parlassi tu agli amici;
hai qualcosa da dire? - Ecco, vorrei ribadire questo discorso;
cioè
ricordarlo a tutti, perchè la vita
porta molto spesso, l'ho detto prima, le esperienze amare, porta lacrime - è vero?- e, particolarmente in questo momento, sembra che tutto crolli e che il
dovere dell'uomo sia quello di essere furbo, sia quello di riuscire a truffare
gli altri, a vivere disonestamente - la disonestà è giustificata purchè porti
all'arricchimento del disonesto. Ora io non vorrei sembrare un vecchio barbogio
che vuol fare il moralista a tutti i costi; però, ciascuno si domandi se è possibile e concepibile un mondo nel quale ognuno cerca di frodare l'altro, nel
quale proprio in virtù della sete di frodare gli altri per trarne il maggior
profitto, non ci si possa più fidare di nessuno; nel quale non esista più il
sentire, il sentimento, se vogliamo, nel quale appunto tutti i sentimenti siano
banditi, perchè nemici di quel profitto, di quell'arricchimento che ognuno
avrebbe il "dovere" di raggiungere. No, certo! io credo che nessuno
vorrebbe un mondo così fatto. Eppure è il mondo così come è concepito adesso,
è vero? E allora, se voi siete convinti che un simile
mondo non possa esistere, se voi volete che non esista, allora opponetevi!: non
insegnate ai vostri figli a fare il furbo, ma insegnate loro piuttosto questi
principi. Insegnate che un mondo così non potrebbe che portare alla distruzione
dell'uomo contro l'uomo, e quindi è un mondo da ripudiare. Non lasciatevi
influenzare da quello che state vivendo, dalla corruzione di coloro che
dovrebbero anzi essere onesti e retti, perchè sono alla guida vostra, in un
certo senso; non lasciatevi influenzare. Loro stessi, con il loro modo di
agire, hanno la loro condanna. E quindi siate invece convinti che il mondo
nuovo da costruire è tutto l'opposto; non si basa sulla disonestà e
sull'arraffare; sul voler togliere agli altri più possibile, cercare di
corromperli, cercare di ingannarli per accaparrare quel che più si può
accaparrare. Ecco, questo mi raccomando. -
Francois, devo salutarti. E con questa
raccomandazione dobbiamo lasciarci, caro...è finita... - Ti ringrazio e saluto tutti; buonanotte e a presto... 26 dicembre 1983 Pietro Cimatti -
Buona sera a tutti gli amici
ascoltatori e buona sera a Francois; ben tornato a questo ciclo di telefonate
in diretta... Francois
- Buona sera caro Pietro, e buona sera a
tutti gli amici che trovo qua volentieri; che hanno, con le loro gentili
richieste, reso possibile questo mio ritorno. -
In questo periodo di auguri,
Francois, il tuo
pensiero e il tuo augurio riguardo a questo periodo di grandi tensioni, direi
totali, anche internazionali, che determinano una sorta di atmosfera psichica
di pessimismo, di sconforto, così che la gente tenda a sentirsi peggio di
quanto effettivamente stia, quasi che fosse contagiata, appunto, da questa
atmosfera psichica. - Ecco,
è vero caro, tu hai detto bene:
"contagio psichico". Ora, parlare di questo argomento nei tempi
attuali è una cosa un po' che desta qualche perplessità in molti ascoltatori.
Perchè, che cosa significa "contagio psichico"? Se si pensa che sino
al secolo scorso addirittura non si credeva neppure al contagio fisico, e non
si sterilizzavano gli strumenti chirurgici! Che cosa possa significare
addirittura il contagio psichico, per taluno è una cosa che non si immagina
facilmente. E però c'è stata - è vero?- una sorta di gradualità, no? Hai visto?
Dal contagio fisico si è passati poi a trovarlo, a scoprirlo; poi si comincia
in parapsicologia a credere al contagio psichico. Che cosa sia questo credo che
molti ascoltatori lo sapranno, ma comunque, se ve ne fossero di quelli che non
lo sanno, lo dirò volentieri. Può significare tante cose, ma principalmente
che quando si verificano certi fenomeni, e di questi fenomeni ne è data notizia
ad altri, si sono saputi e risaputi, succede che gli stessi fenomeni avvengono
presso altre persone. E allora si dice che queste persone hanno subito un
contagio psichico, che ha fatto scattare qualcosa in loro, per cui sono attori
essi stessi degli stessi fenomeni che hanno e che si verificano da altre parti. Ma il contagio vero e proprio psichico del quale
voglio accennare brevemente questa sera - su tua gentile richiesta - non è questo. E' proprio quello che ha alla base la comunicazione psichica fra gli
esseri. forse, come nel secolo passato molti non credevano al contagio fisico,
oggi non si crede al contagio psichico di questo genere. Cioè, non si può
pensare che i pensieri di tensione, di preoccupazione di una persona possano in
qualche maniera andare a colpire altre: cioè a costruire un frammento di
atmosfera psichica Ecco, che cosa succede? Succede che in questo
particolare momento, vuoi per difficoltà oggettive, che vi sono sul piano
mondiale, di vario ordine; vuoi per una certa strumentalizzazione - diciamolo
pure chiaramente - di questi momenti difficili, da parte di persone che hanno
interesse a mettere in evidenza queste difficoltà (perchè in questo modo,
allora, si crea una sorta di direzione e di interventi in un certo senso, per
cui si "debbono" fare certe cose, le quali hanno certe priorità
proprio per la difficoltà del momento - si dice, è vero? - e così non se ne
fanno certe altre); vuoi per altri motivi, per un complesso di ragioni si crea
questa atmosfera, non solo a livello conoscitivo, di notizia, ma proprio
psichica, di tensione. E questo spiega come certe persone, le quali non si
interessano proprio in maniera diretta, oppure sentita, di quello che succede
nel mondo - ma prendono così, come notizie di cronaca, ma senza però rimanere
profondamente interessati o sconvolti -, tuttavia provino in se stesse una
sorta di malessere, di tensione, di scontentezza, di tristezza. Così, dico a coloro che mi stanno ascoltando:
forse, ripensando a questo periodo, ai giorni passati, ai mesi trascorsi,
ricorderà certamente di essersi sorpreso a dire: "Ma strano! Io non sono
contento; ho qualcosa, un malessere addosso, qualcosa che mi disturba; ma, in
effetti, la vera ragione di tutto questo non ce l'ho; oppure, se l'ho, l'ho in
minima parte". Ecco, questo è proprio il risultato di questa atmosfera
psichica che è in questo momento e che è alimentata, ripeto,dalla mancanza di
speranza degli uomini, e dal desiderio di alcuni di fare apparire ancora più tragico quello che,
già di per sè, lo è abbastanza. -
C'è un rimedio a questo, Francois? - Il rimedio
è molto difficile. Perchè? Perchè
dire che cosa potrebbe esservi di rimedio potrebbe suonare come un "tira a
campare"; invece non è così. Ognuno, che in un certo momento della Naturalmente voi direte: "Questi sono tutti
bei discorsi; però, all'atto pratico, fra l'uno e l'altro c'è una bella differenza!". Questo
è sottointeso; ognuno ha dei problemi, ed è solo lui che sa come vederli e di quali
gravità sono. Però, molte volte si è portati a esagerare; proprio, ripeto, sotto l'influenza dell'atmosfera
psichica: e allora si sopravvalutano. Ecco, cercate di non sopravvalutarli per
rimanere padroni di se stessi ed usare tutte le proprie energie per affrontarli
e risolverli. -
Francois, ti ringrazio. Ora, proprio come
portavoce del Cerchio Firenze 77, e dei grandi spiriti, io ti vorrei chiedere
una cosa, molti ascoltatori me ne hanno fatto precisa richiesta, ed è questa:
quale può essere il modo giusto di pensare, di rivolgersi proprio, nel proprio
cuore, ad un caro scomparso? E' un tema molto doloroso, molto importante, molto
quotidiano. - Le cose che si possono dire a questo proposito
sono, forse, belle e possono essere di conforto; però si basano tutte su di un
atto di fede, per l'uomo di oggi abituato così al raziocino: cioè a credere che
qualcosa sopravviva alla morte del corpo fisico. A questo proposito io penso,
però, che per arrivare veramente, se non a credere, ma a pensare che questa sia
una cosa probabile, non occorre fare un atto di fede nel vero senso della
parola, ma con delle semplici cognizioni che sono alla portata di tutti, si può
arrivare Quindi non si è trattato solo di
mettere insieme certe sostanze ed elementi chimici, da cui ha avuto inizio la
vita. La vita è un processo assai complesso, e se anche si fosse creato un
certo numero di cellule viventi, a un dato momento, come fatto casuale, poi,
immediatamente dopo, quelle cellule si sarebbero spente; perchè raggiungere la
vita significa poi creare, seguire un processo alquanto complesso, anche a considerarlo
al di là dell'evoluzione che si è svolta poi nel corso delle migliaia di anni,
dal momento in cui sono apparse le prime cellule viventi sulla terra - è vero? Quindi il caso, anche ammesso che vi sia,
può
dare inizio, attraverso accostamenti di sostanze e di elementi, alla vita; ma se non c'è qualcosa dietro, per cui
questa vita segue un ordine - in tutte le sue funzioni - di evoluzione, di riproduzione, e via dicendo,
certamente la vita si sarebbe immediatamente dopo spenta. Quindi, se il caso
non esiste, allora c'è una finalità. E se c'è una finalità allora abbiamo già
detto - perlomeno ammesso in parte abbondante - che non esiste solo la materia,
c'è qualcosa che trascende la materia.
Da questo punto, allora - io ho detto molto
brevemente e succintamente, ma ognuno può fare gli approfondimenti che meglio
crede - non c'è che da fare un altro sforzo per credere che questo essere, così
meraviglioso e complesso, che è l'uomo,
non debba finire con la morte del suo corpo. Se poi, anche al di là di quello
che è la scienza vera e propria, ma si vanno ad osservare certe discipline
nuove - è vero? (io ho udito con molto piacere quello che il prof. Sodaro ha detto a proposito delle reversioni
psichiche; molto interessante! Da buon scienziato lui ha detto: "Questi
sono i fatti; poi la spiegazione siamo cauti a darla") -, però dico, tanti
sono gli indizi che possono in qualche maniera far credere che veramente non si
muore con la morte del corpo. Che cosa poi sia dopo, allora ognuno potrà
approfondirlo secondo le sue tendenze religiose o filosofiche... Perchè poi ci troviamo di fronte a una
vastità
di leggende - è vero?, che debbono essere purificate dalla logica dell'uomo di
oggi, anche quelle, riviste, revisionate, ecc. Però è sufficiente credere che
non si muore con il corpo. Se non si muore con il corpo, allora come rivolgersi
e come continuare una relazione fra coloro che il corpo l'hanno e coloro che il
corpo l'hanno lasciato? Ecco, vi dico -
E' questo che vogliamo... - Ecco. Allora, vi dico subito che ho fondato
motivo per credere, non per fede, ma proprio direi, in un certo senso, per esperienza
diretta, no? , per una cosa così, che io posso per prima fortuna ripetere,
avere di essa la ripetibilità, che coloro che hanno lasciato il piano fisico -
lasciato lasciando il corpo fisico - possono ancora vedere ed essere in
comunicazione con coloro che, nel piano fisico, nel mondo fisico, ancora
rimangono. Vi sono arrivato, a questa convinzione, proprio per una fortuna
direi, e credo che ognuno del resto, prima o poi, vi arriverà...con un po' di
buona volontà, con un po' di fede, anche. Allora, il distacco grande esiste solo per
coloro che rimangono. Ma anche coloro che rimangono non debbono
pensare a questa dimensione più sottile della fisica come a qualcosa di
tenebroso, di pauroso, perchè è qualcosa invece di meraviglioso. Proprio
attualmente sono stati fatti degli studi, perlomeno delle relazioni, su coloro
che hanno subito, diciamo, la morte clinica e poi sono tornati in vita. E le
spiegazioni, anche qua, sono diverse; fra le quali, però, una da non scartare è
quella che, veramente, queste persone abbiano fatto capolino in una dimensione
diversa per poi riprendere il corpo. E che le loro impressioni di beatitudine,
di felicità, di amore, da cui si sentivano avvolte, non fossero semplicemente
dei conati dovuti al cervello - è vero?- che era rimasto privo di ossigeno; ma
proprio veramente qualcosa che si trova in una dimensione diversa. -
Francois, vuoi dire un'ultima cosa? Intanto io
ti ringrazio prima che vada su la musichetta di questo programma. Devi dire
un'ultima cosa a tutti gli amici che ti
hanno atteso? -
Sè, vorrei dire tante cose; perchè io non
vorrei parlarvi facendovi fare degli atti di fede, come fino ad ora siete
abituati a fare; non occorre fare degli atti di fede. L'uomo può credere, con
le cognizioni che ha adesso alla sua portata, di semplice istruzione; può avere
in sè, non dico la prova oggettiva, ma di poter credere con ragionevolezza che
la realtà non è solo fisica. E allora, quando crederà a questo, invece di farsi
un dovere di rubare il più possibile, quando deve fare un conto, farà il
meglio. -
Buona notte,
Francois... - Buona notte, caro Pietro. A presto a tutti, a
presto.
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