Introduzione
SCUOLA DEL CERCHIO FIRENZE 77
Il
Libro di Francois Risposte dall'invisibile
e Complementi d'insegnamento
In
Appendice: Pietro Cimatti intervista Francois
(9
Interviste radiofoniche in diretta su RAI 1)
Siamo solo una voce senza corpo, un'identità senza nome, una dottrina senza autorità, un messaggio scritto sulla sabbia di un deserto ventoso. Dali Ed ora i sole s'innalza dall'Oriente ed il regno dell'ombra si dilegua; adesso la Luce viene ed illumina l'intimo di
ogni uomo. E' l'era della Luce;
è l'aurora!
CAGLIOSTRO
Introduzione "Vi voglio raccontare
com'è che mi trovo
qui in questo ruolo. Dovete sapere che nel corso della mia ultima incarnazione
io fui a Udine, in Italia, per svolgere il mio lavoro. Ero, allora, un
esponente del governo di Napoleone, e a quei tempi si usava mostrare subito a
ogni personaggio che occupava un posto di una certa preminenza, la lista delle
persone che doveva frequentare, e di quelle che non doveva incontrare; e, questa, una consuetudine, specialmente in certi momenti particolarmente
tumultuosi. Venni così a sapere che nel Veneto viveva un certo signore, che si
diceva compisse vari viaggi, che si interessava di occultismo, e che quindi io
non avrei dovuto assolutamente frequentare, nè mai vedere. Ora, io mi
interessavo segretamente di occultismo e fu proprio quella proibizione che mi
spinse a cercarlo, conoscerlo e frequentarlo. Questo
signore era il "Veneziano" e
naturalmente si stabilì tra noi un contatto che io mi tenni molto nascosto; non
so se lo tenni nascosto perchè così doveva essere, o perchè avevo paura di
compromettermi, in verità. Comunque non lo tenni tanto nascosto da non sentirlo
profondamente in me. Come sapete, il Veneziano
è la guida psichica
del Cerchio, ed è proprio questo legame che si instauri con lui che mi ha poi
condotto qui a svolgere questo ruolo così singolare ed anche gratificante per
me. E' davvero una cosa meravigliosa questa mia posizione così particolare, di
chi deve seguire un discorso di questo tipo, Voi mi fate, a volte, delle domande che io
stesso non mi sono mai fatto prima, e trovo immediatamente la risposta, chiara,
limpida, lampante - suggerita, intuita, non so come. Anche per cose che
riguardano, ad esempio, scoperte della vostra scienza che io assolutamente non
ho conosciuto nella mia ultima incarnazione, perchè allora non erano ancora state fatte. Come questo possa avvenire io non lo so. Credo che sia ad opera dei maestri; penso che sia
una forma di intuizione che loro mi danno affinchè io possa
rispondere."
Con
queste parole, Francois, ultima delle
"Voci" manifestatesi al Cerchio Firenze 77 in ordine di tempo, ci
introduce, con la freschezza del suo fare amichevole e discorsivo, al ruolo che
ha sostenuto nella cerchia fiorentina durante gli ultimi quattro anni di quella strordinaria vicenda medianica e spirituale 2. Correva il 1980 e sulle onde radio di Rai 1,
durante una puntata del suo seguitissimo programma notturno La telefonata, nel
corso del quale ogni sera intervistava in diretta un ospite, Pietro Cimatti
raccontava ai suoi ascoltatori: "C'è una collina intorno a Firenze,
isolata. Là si riunisce ogni tanto, da molti anni, un gruppo di amici che si è
fatto chiamare Cerchio Firenze 77. Soltanto da due, tre anni il Cerchio è conosciuto come il
più serio, ma anche il più strabiliante gruppo di alta medianità, dove avvengono apporti, materializzazioni, luminescenze,
levitazioni, perfino un caso di smaterializzazione del medium; il quale si
chiama Roberto....". Così
iniziava l'intervista (la prima e unica, se
si esclude un brevissimo intervento ad una piccola radio libera di Milano) a
Roberto Setti, già da 34 anni medium del Cerchio Firenze 77, fino ad allora
sconosciuto al grande pubblico. Quel
primo contatto
porterà Pietro Cimatti in
seno al gruppo fiorentino per seguire appassionatamente gli ultimi anni di
manifestazione dei maestri e d'insegnamento, e quindi ad incontrarsi frequentemente con
quest'ultimo "venuto" nel Cerchio, che proprio in quel 1980 si era presentato per la
prima volta, con il suo forte e accattivante
accento francese: "Amici, fui medico e occultista, il mio nome è Francois...". Cominciava
così una stagione ricca di doni per i
partecipanti - Molta di
questa saggezza, tanto profonda quanto
semplice e immediata, dell'amico e fratello Francois, Pietro Cimatti ha già
raccolto in quel bellissimo volume che è Maestro, perchè?, e che rappresenta un
facile accesso per chi si avvicini ignaro sulla soglia di questo mondo di
meraviglia che ci circonda e di cui sempre troppo poco sappiamo. Ma non tutto quanto
Francois ha detto, ed è veramente molto, è potuto entrare in quel libro, che del resto contiene - come
pure questo - una certa quota, funzionale alle necessità esplicative, di
comunicazioni delle varie altre Voci del Cerchio Firenze 77. In special modo,
per le esigenze strutturali di quel libro curato da cimatti, non vi sono potuti
entrare tutti quelli che potremmo definire a buon titolo, e così li ho voluti
chiamare, "complementi d'insegnamento"; ovvero tutti quei
chiarimenti, tutte quelle annotazioni specifiche, approfondimenti, che
seguivano le lezioni vere e proprie - in particolare di Kempis - e che rispondevano
alle domande incalzanti che i vari partecipanti della cerchia proponevano ad
ogni incontro con Francois, come un vero e proprio fuoco di fila, a
testimoniare l'esigenza pressante di un tale rapporto fraterno e chiarificatore
allo stesso tempo. E proprio per venire incontro a
quella esigenza
che sospetto presente in molti di coloro, e sono ormai tantissimi, che si sono
affacciati a quella vera e propria finestra sulle grandi verità che rappresenta
l'insegnamento del Cerchio Firenze 77, ho intrapreso il gradito compito di
rimettere insieme, scegliere, tagliare, cucire, 1977
Dai mondi invisibili 1978
Oltre l'illusione 1981
Per un mondo migliore 1982 Le
grandi verità 1984
Oltre il silenzio A
questi vanno aggiunti La voce dell'Ignoto,
volumetto corredato di cassette con le "loro" voci, e poi altri
volumi usciti successivamente tutti presso le Edizioni Mediterranee, il cui
editore ha avuto per "buon karma" il ruolo e la ventura di pubblicare
e distribuire, proprio nel senso di poter rendere pubblico e porgere ad altri,
a tanti altri, il dono meraviglioso dei maestri, attraverso una incalzante
successione di riedizioni che a distanza di anni prosegue incessante, a
testimonianza del potere dilagante della verità che si spande dintorno,
fluisce, ovunque attecchisce, ovunque si rivela a chi sia pronto, a chi -
destino e conquista- ne senta il richiamo e l'esigenza, con un tamtam
sussurrato per un irrefrenabile passamano; un amorevole contagio editoriale per
contatto, per polarità che si richiamano, per la forza dell'amore che calamita
a sè l'amore che alberga, spesso sopito,in ogni uomo. Chi, per amore, non vorrebbe condividere con
coloro che ama il calore, la fiamma che sente dentro e, insieme, ciò che l'ha
accesa, e la serenità, che quella fiamma comunica, di chi sa e comincia a
capire? Così, semplicemente, "da sole", le parole dei maestri
corrono, secondo una logica d'amore ignota e inconcepibile in un mondo di spot,
video-clip, manifesti, denti, sorrisi, gambe e volti finti per finti viventi
inconsapevoli di sè abitatori distratti di una realtà tanto virtuale quanto
inconsistente; la logica di quell'amore tanto immateriale quanto
sostanzialmente e intimamente radicato nell'uomo, tale da indurlo
all'imperativo della condivisione di tutto ciò che risuona come amore. E chiunque
abbia incontrato le Nell'affrontare
questo compito non mi sono certo
interrogato sulla mia idoneità e capacità a svolgerlo, chè altrimenti avrei
abbandonato subito l'impegno: più che di me stesso, mi sono fidato dei maestri,
di Francois, e affidato alla bellezza del materiale che andavo via via
scegliendo. Le ore, i giorni, i mesi sono trascorsi in questo amorevole gorgo
di parole: un abbraccio avvolgente, una discesa dentro il ventre stesso dei
concetti, talvolta così emozionante da lasciarmi stordito al termine di una
giornata di lavoro; la compagnia incessante di Francois e dei maestri in questo breve frammento di tempo ha creato il magico e paradossale contrasto fra
l'ampiezza ridondante della loro presenza e la brevità dei mesi volati via d'un
soffio, proprio un attimo di vita: il tempo non esiste. ciò
che adesso ha una qualche parvenza di esistenza
"oggettiva" è questo libro, che da quella brevità, unità alla
pochezza del mio lavoro, è sbocciato come avesse vita propria, e attendesse
solo di manifestarla. Si
può dire che sia un libro con due corpi: due
libri in uno. Nel primo vi si trovano raccolte, come in un
sano e buon libro di cucina, le ricette per vivere meglio, più serenamente, più
consapevoli di ciò che siamo e di ciò che accade intorno a noi; e anche qualche
indicazione sul mondo che ci attende non appena lasciato questo, così da non essere
del tutto ignari, come emigranti in terra straniera. Nel secondo si incontra la sapienza in veste di
semplicità. Certo,
questa seconda parte richiede
un'attenzione diversa, ed anche una disponibilità maggiore ad accogliere in sè il nuovo che giunge. Del
resto, dice un'antica massima di saggezza: "Dove posso mettere questo che
ti offro e che tu vuoi, se non fai un po' di posto in te?!". Ad introdurre questa
parte del libro ho tentato un volo d'uccello, proprio un battito d'ala,
sul ponderoso insieme dell'insegnamento, così da fornire un'idea, anche se
molto vaga, di cosa si vada ad incontrare. Più utili e appropriate le varie
note a piè di paragrafo con i rimandi ai testi dei maestri. Non si lasci intimorire, il
"debuttante" sul palcoscenico della conoscenza, dai concetti arditi
espressi in quella seconda parte del libro, intitolata Il mondo
"interiore"; si lasci condurre per mano da quel generoso fratello che è
Francois; si lasci catturare dalla curiosità di scavare, di andare a toccare
con mano, di vedere con i propri occhi, di capire con il proprio cervello, di
scoprire con la propria E d'altra parte, se fino ad oggi, in Occidente,
quello che riguardava una realtà che non fosse solo compresa nella materia, era
di dominio della sola religione, nell'epoca attuale c'è realmente la possibilità di studiare
quell'aspetto della vita che fuoriesce dalla materialità in senso stretto, senza dover necessariamente cadere sotto
l'imposizione o l'egida religiosa: si può finalmente gettare lo sguardo più oltre, verso
quel confine che ormai sappiamo esistere; perchè che vi sia un aldilà, un'altra dimensione di esistenza, qualcosa d'altro da
ciò che
sperimentiamo nella vita quotidiana, quasi nessuno più lo nega. E oggi c'è questa
possibilità di osservare e studiare tranquillamente, senza la paura di
infrangere dogmi o di toccare tabù, questo aspetto della realtà che è stato, in
passato, o negato del tutto, oppure addirittura oggetto di fanatismo. Alle soglie del 2000, usciti dal tunnel di
secoli oscuri, si possono finalmente accogliere e affrontare in tutta libertà i
temi che riguardano l'intimo dell'uomo e che sono stati, per cultura o
ignoranza, oggetto di delega per troppo tempo. Finalmente di questi temi si può
parlare a prescindere anche e soprattutto da quei sistemi di pensiero chiusi
che sono le concezioni ufficiali delle vetuste dottrine religiose, perchè
significa parlare, oggi che la fisica si è portata presso i confini della
materia, di fatti reali. Non si tratta più di parlare di fede, di religione; non
più come prima. Oggi l'uomo scopre in sè la propria religiosità, non come una
dottrina esterna a lui ed esteriore nella sua applicazione, ma intima, sentita,
esigente di risposte chiare a domande chiare. E
questa intima esigenza dell'uomo prende oggi i
connotati esteriori di quella che è stata fino a ieri, per quanto riguardava il
proprio intimo, la sua cultura. Ed ecco quindi piangere le statue, manifestarsi
apparizioni, ecco le visioni, ecco le antiche sibille vestire oggi i drappi
delle madonne; ed è così generale l'esigenza interiore dell'uomo, che dovunque
fioriscono veggenti e parlano voci: e poi le reminiscenze, i ricordi d'altre
vite, le medianità, le manifestazioni paranormali, sempre di più, a profusione,
a valanga. Ed ecco, infine, anche i messaggi spirituali. Ora, se da una diversa dimensione devono giungere,
se di un "oltre la materia" devono parlare, se di una realtà intima
devono comunicare, quale forma più adatta se non la medianità? E cioè quella
modalità di chi si svuota di sè per far posto a qualcosa d'altro che, da
dentro, si comunica all'esterno per manifestare ciò che si contiene ma che
può essere conosciuto solo
ponendolo ad di fuori di sè, là dove gli strumenti-destino dell'uomo lo possono
cogliere e riporre coscientemente in sè, da dove è apparentemente uscito e da
dove non si è mai allontanato, essendo un "se stesso" più alto,
inconoscibile dal se stesso quotidiano, che pure lo contiene e ne fa parte.
L'oltre ha da sempre accompagnato l'uomo, polarizzando la sua attenzione sulle
rivelazioni attraverso il grande gioco del magico, del fenomeno, dello
straordinario. L'uomo è sempre rimasto un fanciullo; curiosità da una parte e
reverente timore dall'altra, e anche l'occulto, lo stravagante, lo sconosciuto
hanno sempre fatto presa su di lui. Ancora in
questa veste si mostra, oggi, la
sapienza al fanciullo sul punto di diventare adulto. Ma per chi già sia pronto,
il consiglio è di non soffermarsi sulla fonte dalla quale questi straordinari
messaggi provengono: quella è solo la forma, non la sostanza. Non si getti via
il quadro perchè non ci è gradita la cornice che lo contiene, si getti via
piuttosto la cornice ( e in effetti un bel quadro rimane tale anche senza
cornice, e per chi lo sa apprezzare, le cornici diventano del tutto superflue: così
deve essere). Con l'insegnamento dei maestri ci si immerge
nella sostanza e, figli di questo mondo fatto di immagini che nascondono il
vero aspetto delle cose, ci si lascia alle spalle ciò che appare, per andare al
nucleo di quelle cose e per guardarle come fosse la prima volta, oltre tutti i
condizionamenti che ci abitano e ci guidano, nostro malgrado, a osservare la
vita con occhiali che la deformano. Le parole dei maestri rappresentano uno
strumento potente per superare un limite che non è nostra natura, ma piuttosto
nostra abitudine; è il vestito che ci siamo cuciti addosso; spogliarsi di quest'abito eminentemente mentale corrisponde a togliersi
quegli occhiali e
vedere il mondo a occhi nudi, liberi dai pregiudizi e dal fardello dei dogmi. La Voce dice: "E' l'alba di un nuovo
giorno"; è il momento di cambiare pelle, è una nuova primavera quella che
ci viene incontro, frizzante per stimolare la nostra curiosità, intelligente
per catturare il nostro interesse, fresca per placare la nostra mente
infiammata e confusa, libera per liberarci dal peso secolare di culture,
religioni, ideologie, ed infine amorevole per condurci a guardare al di là del
quotidiano e finalmente a distinguere qualcosa che vale. Questo
e tanto d'altro. Veramente, per chi voglia e abbia buona
volontà,
non c'è limite; non c'è limite alla sapienza che si manifesta a ogni pagina di E' sufficiente accogliere serenamente il
vocabolario amorevolmente adatto a tutti i livelli culturali, semplice per i
semplici e complesso per gli intellettuali, così da lasciare che il
"nuovo" verbo - che muta solo nell'enunciazione, ma è il medesimo da
sempre - insemini l'intimo, quell'intimo che lo chiama, che lo cerca e anela
attraverso tutte quelle confuse manifestazioni di sè alle quali oggi
assistiamo; perchè solo lì, oltre il percorso indispensabile della mente,
germoglia il seme e matura il frutto della conoscenza. Ma attenzione, non si creda di trovare in
queste pagine, e negli altri libri del Cerchio Firenze 77, la panacea universale,
nè
la nuova stampella per le fatiche del vivere. E' un percorso di conoscenza, per
andare incontro alla verità. Chi quella cerca, qui quella può trovare. E se è
vero che l'uomo non è nato per vivere in modo grossolano, solo per appagare i
suoi desideri e le sue aspirazioni più materiali, ma è nato per andare oltre questa
sua condizione, allora il cammino che deve intraprendere non è verso
l'esterno, dove quella condizione lo chiama a vivere e a confondersi, ma verso
il proprio intimo, in sè. Se si rivolge lo sguardo solo verso il mondo
esteriore ci appaiono le cose sensibili e materiali, e l'intimo ci rimane
misterioso, senza espressione e senza significato,come una sfinge muta, e non
riusciamo a capire nè le cose fuori di noi, nè ciò che ci abita. E' dentro la
risposta a tutte le domande. A
questo indirizza tutto il corso
dell'insegnamento; solo per questo alcune Voci hanno parlato nel buio di una
semplice stanza per 37 anni; perchè volgessimo la nostra attenzione dal fuori
al dentro di noi. Tutto qui. E il provenire di quelle voci d'amore da quel buio era emblematico di come, da quel
buio che l'uomo ha sempre temuto e
che è il simbolo di tutte le sue paure, di tutto ciò che non conosce e per questo
lo spaventa, delle profondità che ha in sè e nelle quali teme di
perdersi, da quel buio non vengono pericoli e minacce, ma serenità, abbraccio,
conoscenza, amore. E' l'inizio di un viaggio immenso, da fuori a dentro, e
curiosamente è un viaggio che da dentro cambia il fuori: "basta che tu lo
voglia". Mi accorgo di aver presentato,
più che questo libro, l'insieme dell'opera meravigliosa compiuta dai maestri attraverso
quella silenziosa, sconosciuta e, nella sua trasparenza, enigmatica creatura che era
Roberto Setti: la più alta e pura potenza trasformata in atto attraverso la più
perfetta e pura assenza di sè; un puro (e quanto ampio?!) canale per contenere e convogliare la
cascata della pura sapienza e del puro amore. Ma se tutto è Uno, come è e deve essere, parlare di un frammento dei messaggi o dell'insieme dell'insegnamento è la medesima cosa. Cambia solo l'aspetto esteriore; è la perfezione funzionale allo scopo; qui l'intervento artigianale di cui sono il solo responsabile. Ho continuato,
sull'indicazione preziosa di Pietro Cimatti, la medesima costruzione di
Maestro, perchè? in domande e risposte, costruzione suggerita in buona misura dalla
forma originaria dei testi proposti, appunto risposte a domande; e per quanto
possibile ho mantenuto inalterato lo stile discorsivo, talora utilmente e
piacevolmente reiterativo, di Francois, con tutti quegli incisi e quegli stili che ne caratterizzano l'incedere accattivante nell'esporre e che, se in
queste pagine riescono forse a restituire appena un'ombra dell'atmosfera
suggestiva e vibrante il fermento che accendeva intorno a sè, nell'eloquio
avevano la grazia e la capacità di far sentire ognuno a casa propria, nel
proprio salotto, in conversazione con un amico caro e amato, con il quale è possibile aprirsi fino in fondo e su qualsiasi argomento, certi, innanzi tutto,
di essere compresi e sempre bene accolti. Tale era il piacere di stare "con
Francois";
che dire poi del brivido e del sentimento ai limiti del sostenibile che era
l'incontro con le altre Voci? E qui mi fermo, sapendo di non poter comunicare,
altro che a parole, il senso di smarrimento e insieme di pienezza, di
inimmaginabile esistenza, che ha accompagnato la sua esperienza nel buio di quel
semplice, fratelli nell'alto e sconosciuti qui, nella corsa del tempo. Per concludere, un breve cenno su
quella parte
del libro che funge da appendice, ma che è a pieno titolo uno dei momenti alti
di tutta questa straordinaria vicenda: ho voluto riportare integralmente quello che rappresenta nella storia del cosiddetto paranormale un fatto
più unico che
raro, e nella storia dello spirito, la più grande occasione di divulgazione,
diffusione e contatto (alcuni milioni di persone) con la voce diretta
dell'aldilà, di quell'oltre che in quella occasione si manifestava come
Francois, penetrata nelle case e nei cuori di chi, ignaro, ascoltava
quella voce. Tra il gennaio del 1982 e il dicembre del 1983,
per ben nove volte Pietro Cimatti intervista in diretta, alla radio nazionale,
Francois, presentandolo come medico, suo amico e guida professionale,
nonchè
come maestro in occultismo. Tutti sono convinti di ascoltare un sapiente
vivente e invece sta accadendo il più grande A
questo punto ringrazio tutti coloro che mi
sono stati vicini durante il volo di questi mesi, e che con suggerimenti
accorti e discreti mi hanno aiutato a smussare, calibrare, togliere,
aggiungere. A tutti i nuovi amici che ancora non conosco e che leggeranno queste
righe suggerisco di prendere contatto con l'editore, perchè a Firenze,
anche se con la scomparsa fisica di Roberto Setti il miracolo delle sedute si è
definitivamente interrotto, gli incontri degli amici continuano, e la loro
disponibilità per condividere con altri, attraverso la loro testimonianza,
quanto hanno avuto in dono è totale. |