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Introduzione

SCUOLA DEL CERCHIO FIRENZE 77

 

 

 

Conosci te stesso?  

 

Teoria e pratica dell'autoconoscenza

 e della liberazione

 

 

 A cura di Pietro Cimatti

 

 

Introduzione

Ecco, a sei anni della scomparsa fisica di Roberto, il cuore del Cerchio Firenze 77, un'altra raccolta di brani tratti dalle comunicazioni delle Voci che, attraverso il suo dono totale di se stesso, sono giunte nei lunghi anni di ininterrotto contatto e colloquio tra la Pura Coscienza e l'umana possibilità di coglierne quanto meno il suono, meraviglioso ad udirsi.

 

Il titolo interrogativo "Conosci te stesso?", e la particolare disposizione e rielaborazione dei brani che compongono questo manuale di una folgorante teoria e pratica dell'autoconoscenza e della liberazione - un Insegnamento che mai, prima di ora, era stato dato all'uomo - hanno forse bisogno di essere spiegati.

Chi può dire, sinceramente, di conoscere se stesso?, di esservisi consapevolmente applicato? E chi, altrettanto onestamente, può dire di essere stato appagato dai tanti metodi finora proposti dall'industria culturale su questo tema di fondo?, e chi sa che esso segna l'unico passaggio dall'uomo inconsapevole e smarrito all'uomo della consapevolezza e della serenità interiori?

 

Che cosa significa, ancor prima, "conoscere se stesso"? Vuol dire forse conoscere, dopo averla studiata come esterna a se stessi, la mappa delle funzioni biopsichiche il cui ordinato e coordinato svolgimento è preposto a una buona salute?, o forse conoscere, tabelle e statistiche alla mano, i modi di un corretto rapporto con i propri simili, esteriormente considerati, ovvero di un oculato inserimento nella propria società? 

Certamente non sono ancora questi, fino dall'antichità sapienziale (quando Conosci te stesso era scolpito sul frontone di un tempio delle iniziazioni), il vero valore e il vero significato di quella espressione imperativa che, scrisse Giovenale, è discesa dal cielo - detto metaforicamente - e dal cielo seguita a venire, indicando infine che solo conoscendo se stesso l'uomo è veramente uomo, a somiglianza del dio che ha in sé, nel più profondo che è l'altissimo di lui stesso. E di questo dio interiore, celato ai più, e la cui conoscenza è liberazione, i tanti e mutevoli dèi fabbricati dai teologi, e adorabili all'esterno e nell'ignoranza di se stessi, sono, se non proprio la parodia, certamente l'illusione.

 

Forse ora possiamo meglio cogliere il senso di una indicazione costante delle Voci del Cerchio: non siamo venuti tra voi per costituire o avallare nuove religioni, nuovi rituali, nuovi alibi per l'evasione dalla vita, nuove abitudini e palliativi per i pigri ed i pavidi, ma anzi a distruggere intimamente tutto questo; non è più il tempo delle sette, delle filosofie o religioni precludenti, degli steccati divisori tra uomo e uomo, tra un gruppo e l'altro, tra il cuore e la mente dello stesso uomo, ma anzi è venuto il tempo di superare tutto questo, di andare oltre l'illusione in cui finora  l'umanità è vissuta e ha sofferto; e questo è possibile solo conoscendo la reale struttura e finalità del Macrocosmo e, conseguentemente, del microcosmo umano che lo rappresenta ed incarna sulla terra; insomma, solo conoscendo se stessi.

Tutto ha origine e fondamento da qui: conoscere se stessi.

 

Forse possiamo anche cogliere meglio il perché le Voci parlassero, polifonicamente ma secondo un Disegno unico e sapientemente coordinato, dall'intimo dell'uomo Roberto, dal più profondo che è l'altissimo - si è detto; e perché tanto Insegnamento indicaste in un'unica direzione, insieme amorosa e imperativa, valida per ogni uomo di ogni tempo: conosci te stesso!

Al limite, lo stimolo e l'indicazione costante, pressantemente insistita ai loro ascoltatori di ieri e di domani, è una teoria e pratica dell'autoconoscenza e della liberazione: che non si riassume in tecniche e modalità da imparare a memoria, obbedendo passivamente al maestro e istruttore, che non promette e cioè non inganna in quanto indica la via maestra ma, nel contempo, ricorda che ognuno deve da solo, con la sua sola volontà e le sue sole forze, percorrerla fino in fondo, con sincerità e perseveranza: e questa via maestra è Conosci te stesso; nient'altro!

 

Ora, scomparso Roberto, le Voci tacciono e il Messaggio sapiente che da lui sgorgò pare interrotto, sicché taluni che hanno partecipato al miracolo del Cerchio hanno poi potuto sentirsene acerbamente privati. 

Ma è solo un gioco dell'apparenza: in realtà, l'incalzante polifonia delle Voci magistrali séguita a farsi udire, profonda e costante, ben oltre il Cerchio che esse stesse adunarono e guidarono, nell'intimo di ogni uomo vivente, dove il seme di una Nuova Conoscenza è stato interrato al tempo di Roberto. E di questo può accorgersene chiunque ascolti il nuovo respiro dell'umanità, senta il nuovo corso delle intenzioni e delle azioni umane, che sempre più scopertamente fluisce. Sicché ora possiamo dire: ecco, quel messaggio di Sapienza e di Amore che pareva detto per pochi "fortunati", entro l'ambito stretto di un cerchio di uditori, è diventato agevolmente l'implicita conoscenza e l'operante coscienza di tanti uomini di buona volontà, dovunque si trovino a vivere, che ne siano consapevoli o non, quali che siano le lingue e gli ambiti culturali del loro agire nel mondo. E questo non è che l'inizio di una primavera dello spirito - dalle Voci annunciata, e pareva una promessa; oggi visibilmente avviata, e pare ancora un miraggio!

 

Questo nuovo slancio condurrà l'uomo ancora più avanti sul suo sentiero di liberazione, cioè incontro al suo reale destino. La liberazione dell'uomo attraverso la conoscenza, la quale culmina e si corona con l'autoconoscenza: non è altro che questo, in sintesi, il Messaggio delle Voci.

 

Allora, che cosa è stato quel Cerchio che una felice esigenza editoriale, al momento di aprire l'Insegnamento maturato al chiuso di una "scuola" solo apparentemente privilegiata, si è autodefinito Cerchio Firenze 77, con ciò indicando sinteticamente una data, una città di avvio - la città natale di Roberto - e un gruppo di amici raccolti intorno al "fuoco" delle Voci, nella notte del mondo?

 

Ora meglio comprendiamo che il Cerchio è stato l'occasione necessaria, secondo un Disegno di inesplorabile vastità e profondità, affinché un Sapere destinato ai secoli dell'uomo, al cuore profondo dell'uomo, fosse seminato "in terra" e trovasse, in quel buio dei tempi, il terreno fertile e protetto perché il seme attecchisse indisturbato e, via via, crescesse fino a diventare il nuovo Albero della Conoscenza per tutta un'umanità in attesa, oltre ogni limitazione di spazio e di tempo, la quale umanità potrà nutrirsi del dono dei suoi frutti, e ristorarsi alla sua grande ombra, e stringersi intorno ad esso come ad un nuovo patto col divino interiore.

 

Allora, e di conseguenza, chi è stato Roberto, grazie al quale tutto ciò che il grande Disegno prevedeva si è realizzato?, senza il cui dono di se stesso niente si sarebbe potuto realizzare?

Dopo la sua scomparsa fisica molto si è detto e scritto di questo "uomo invisibile " - come doveva essere e come infatti è stato secondo quel Disegno impersonale che egli è venuto a compiere. Si è detto e scritto che è stato un grande medium - con un termine preso dallo spiritismo; e che è stato un uomo tranquillo, taciturno, equanime, mansueto, restio ad imporsi, reciso nel non attribuirsi la Potenza che per suo mezzo si manifestava e che lui per primo stupiva - con attributi che sembrano presi dall'agiografia dei mistici e dei "piccoli santi" d'altri tempi, quelli destinati alla postuma adorazione dei semplici di spirito, che non si pongono domande.

 

Non c'è dubbio che, nei modi dell'apparenza, Roberto fosse e apparisse anche questo, cioè un medium prodigioso per la fenomenologia che spontaneamente esprimeva, nonché una creatura "morta a se stessa", assennato e distaccato in quel mondo esagitato e delirante dello spiritismo, della cosiddetta parapsicologia, che lo rasentò e talvolta lo ferì ma al quale egli fu totalmente estraneo grazie alla sua "divina normalità" e alla sua superiore ironia.

 

Al di là di queste plausibili apparenze, si deve tuttavia dire che Roberto è stato - a volerlo proprio identificare - un Iniziatore, il perfetto strumento di quella Potenza, di quella Pura Coscienza che, indicando all'uomo di buona volontà il suo grande destino, non poteva analogamente che manifestarsi e rappresentarsi "in terra" mediante quell'uomo di buona volontà e dal grande destino - ma invisibile e impersonale come i maestri le cui Voci dissero, qualificandosi:

"Siamo solo una voce senza corpo, un'identità senza nome, una dottrina senza autorità, un messaggio scritto sulla sabbia di un deserto ventoso ".

 

A proposito di Roberto, presenza costante nel mio presente, vorrei concludere con un fatto riferito da Krishnamurti. Prima di cominciare a pensare con la sua testa - egli disse una volta - gli avevano inculcato e l'avevano convinto di essere il veicolo dell'Istruttore del Mondo; ma quando cominciò a pensare, volle scoprire che cosa si intendesse per Istruttore del Mondo, che cosa volesse dire, da parte Sua, prendere un veicolo, e che cosa mai significasse la Sua manifestazione in questo mondo. Così conclude Krishnamurti: "Di proposito sarò vago, poiché per quanto facile mi sarebbe precisare, non è mia intenzione farlo, visto che, quando si definisce una cosa, cerca di dare una interpretazione che nella mente degli altri prende una forma definita da cui sono legati e dalla quale dovranno poi liberarsi".

In modo analogo, per questo Insegnamento di liberazione e per colui che gli si è fatto libero e perfetto strumento, è meglio davvero non precisare, non definire oltre, proprio per non creare altri vincoli, altri feticci, altri santi, altre pastoie al libero pensare e sentire dell'uomo.

Oltretutto, il silenzio di Roberto è sacro.

 

Come ogni macchina lavora perché è stata costruita secondo i principi che regolano la fenomenologia del piano fisico così l'universo esiste perché si fonda su precise leggi. Queste leggi hanno la loro radice nel grande piano divino, poiché qui   la loro ragione di esistenza, ma si manifestano e vigono su ciascun piano, regolandone la vita.

La conoscenza di tali leggi è visione del reale. Ignorarle non vuol dire che non esistano o che non abbiano i loro effetti. Si ignorano troppe cose ed è per questo che si soffre.

Ignorare significa non sapere, ma si può non sapere proprio per non voler sapere, oltre che per non poterlo! Lo scopo di questo insegnamento è di farvi conoscere quelle leggi.

 

Continua