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Oltre la vita, oltre la morte - Sulla vita degli esseri nella dimensione può sottile - Il tempo oltre la vita umana. I suoi astrali -

Su uno spirito guida che nel piano astrale  aiuterebbe il trapassato a capire - Sulla fisicità dei disincarnati e sul modo di riconoscersi fra di loro -

Immagini e forme del piano astrale - Se i colori esistono nelle altre dimensioni di esistenza - Rapporto tra il tempo-spazio fisico e quello astrale -

Come nasce il tempo-spazio - Il primo impatto col piano astrale. Gli spiriti elementari del piano astrale: che cosa sono? -

Sugli automatismi che presiedono all'esistenza degli uomini - Le silfidi e gli gnomi. Gli angeli e gli arcangeli. Esistono realmente? -

Le "intelligenze" planetarie e stellari - Gli spiriti elementari artificiali -

IL PRESENTE INTERIORE

 

Parlate un nuovo linguaggio agli uomini ed essi non vi comprenderanno.

Indicate una via diversa da quella che seguono e che dà loro un qualsiasi interesse, ed essi vi combatteranno.

Ecco perchè chi vuol comprendere deve nascere ogni giorno; conoscere, ma non essere legato; credere, ma essere pronto a dubitare di tutto.

Chi si cristallizza in canoni di pensiero, chi rimane legato al passato, necessariamente confronta le nuove con le vecchie convinzioni e condanna senza comprendere.

Vede la realtà chi è assolutamente libero.

 

 

Oltre la vita, oltre la morte

 

Che cosa s'intende per evoluzione dopo il trapasso. Che cosa accade, a vari livelli di evoluzione, nei piani può sottili dell'essere? Come vi si svolge l'esistenza?

 

L'uomo, finchè è incarnato, non si accorge di apprendere tante esperienze, concentrato com'è su quella che dice essere la sua infelicità, preso com'è dal meccanismo della vita.

Solo dopo il trapasso comprenderà appieno l'utile che ha tratto incarnandosi. Solo allora si svolgeranno nella sua mente le vicende di quella che fu la sua esistenza ed egli ne raccoglierà il succo, cioè l'esperienza, che porterà poi sempre con sè. Allora comprenderà quale fu il suo karma, quali le illusioni sulle quali si soffermò; mediterà su tutto ciò fortificandosi nell'esperienza, che sarà da lui assimilata.

La vita è un processo di miglioramento attraverso una scelta continua.

Scegliendo l'irreale, ciò che non può appagarlo, l'uomo soffre ed impara una lezione tanto triste quanto utile: impara a discernere il reale dall'irreale, ciò che desta in lui la divinità da ciò che lo conduce lontano e lo illude; e, alla luce di questo discernimento acquisito, disciplinerà i suoi desideri, distruggendo il suo desiderio egoistico: perchè l'egoismo è un'irrealtà.

 

Così, a poco a poco, l'uomo si libera dall'illusione, che è una forma di evasione creata dal desiderio egoista che cerca conforto. E su questa via procede al raggiungimento del puro essere, che, non conoscendo le barriere della separatività, ha raggiunto l'espansione del suo Io divino.

 

Il concetto di evoluzione dopo il trapasso sta per quel ciclo che l'individuo compie dopo che ha abbandonato il veicolo fisico. Ciclo che non è identico per tutti gli individui, naturalmente; per gli individui che avevano forma animale nel piano fisico, per l'uomo, per il superuomo.

A rigore, dobbiamo dire "diverso per ogni individuo" perchè ognuno di noi, dopo un'incarnazione, segue un suo ciclo a seconda dell'evoluzione, delle esperienze, dei desideri, dei pensieri che ha avuto nell'incarnazione ultima. Non solo, ma questo ciclo è diverso per l'individuo da un trapasso all'altro, da una vita a l'altra.

Vorrebbe dire, "evoluzione dopo il trapasso", il tempo che l'individuo impiega a liberarsi dei suoi veicoli inferiori, ossia il corpo astrale e il corpo mentale.   

Così, se incontriamo nel piano astrale un individuo che ancora non abbia abbandonato il suo veicolo astrale, ciò non significa che quell'individuo sia evolutivamente inferiore ad un altro che possiamo incontrare, quello stesso momento, nel piano mentale: può infatti darsi che chi è in questo momento nel piano mentale sia trapassato prima di colui che in questo momento stesso si trova nel piano astrale.   

Evoluzione, in questo senso, ha un significato completamente diverso da "evoluzione spirituale".

 

Dopo il trapasso, l'individuo ha un'evoluzione che segue un ciclo di rinnovamento, o anche, se questo vi chiarisce meglio, di purificazione.   

Una volta abbandonato il veicolo astrale, e con ciò assopiti i desideri insoddisfatti, le facoltà mentali del l'individuo sono può pronte e chiare. L'individuo può così rivedere e riflettere con può chiarezza sulla sua ultima incarnazione.    

E' il momento in cui trova spiegazione a tante domande, riguardo agli eventi della sua trascorsa vita terrena, che si era fatto durante questa e dopo il trapasso. Questa rinnovata facoltà mentale spinge l'individuo, se il suo temperamento glielo consente, a ricercare la spiegazione di altre cose che desidera o desiderava capire.    

Gli studiosi hanno nel piano mentale il loro paradiso: qui l'individuo può erudirsi ed appagare la sua sete di sapere può di quanto potesse farlo da incarnato.

 

E di tutto quello che l'individuo impara nel piano mentale, che cosa rimane? Rimangono i frutti delle riflessioni circa  il significato della sua vita: rimane, sotto forma di impulso o facilità ad apprendere in una prossima incarnazione, quanto l'individuo ha potuto conoscere e sapere nel piano mentale.

Non sarà mai, però, che un individuo possa evolvere spiritualmente ed iniziare qualcosa di nuovo nel piano mentale, o comunque dopo il trapasso, perchè, se ciò fosse, la vita sul piano fisico non avrebbe può significato.

 

Prendiamo un uomo di media evoluzione. Dopo il trapasso costui soggiornerà nel piano astrale e, quindi, nel piano mentale: qui potrà meditare e riflettere, avere ancora una vita di pensiero ma solo per trarre il succo delle esperienze incontrate nella precedente incarnazione, senza fare nuove esperienze, senza aggiungere molto al suo retaggio: potrà solo assimilarlo e trarne il massimo insegnamento possibile poichè, per l'evoluzione in forma umana, è necessaria la vita sul piano fisico.

Fino  a che non sia costituita, formata completamente la coscienza, per evolvere è necessario incarnarsi.

 

Quest'uomo di media evoluzione che trapassa, che abbandona il proprio veicolo fisico, nel piano astrale è sottoposto a diversi modi di vita.

Inizialmente avrà un "riposo"; poi passerà in quello stato che abbiamo detto di "purificazione", cioè dovrà abbandonare il proprio corpo astrale; e per ognuno dei sette sottopiani, per ogni materia che è cioè oggetto di un sottopiano nel piano astrale, egli avrà un periodo può o meno lungo di purificazione a seconda dei desideri che si sono ripercossi o che interessano quella densità di materia.

 

Ma che cosa vede?

Ciò che vede non è sempre "oggettivo". Intendo dire questo: nel piano fisico la vostra visione, pur essendo soggettiva, ha tuttavia una certa oggettività in quanto voi vedete ciò che circonda il vostro veicolo fisico perchè avete i sensi fisici sviluppati. 

Ma non avendo l'uomo di media evoluzione i sensi del corpo astrale sviluppati, ciò che vede dopo il trapasso è molto simile a ciò che voi vedete in sogno; e poichè, già vi abbiamo detto, la materia del piano astrale è abbastanza plastica sotto l'impulso del pensiero e del desiderio, se quest'uomo sarà stato ossessionato da qualche idea, da qualche desiderio e via dicendo, con la materia del piano astrale si formerà delle scene, dei plastici che potranno ossessionarlo.

 

Se avrà avuto dei desideri per la cui soddisfazione è necessario il veicolo fisico, il corpo fisico; se cioè avrà quelli che voi chiamate desideri più bassi; con la sua immaginazione egli potrà plasmare con la materia del piano astrale gli oggetti corrispondenti a tali suoi desideri. Il beone, per esempio, potrà formarsi una specie di vino e cercare di immaginarsi, di riprodurre la sensazione che si può provare nel bere.      

Ma sarà sempre qualcosa che lo lascerà inappagato e insoddisfatto poichè si tratta, in ogni caso, di desideri la cui piena soddisfazione si può avere solo mediante un corpo fisico: e, non essendovi più un corpo fisico, questi desideri non possono essere appagati.  

 

Fino a che, attraverso il ripetersi di questo stesso senso di "non appagamento", avverrà che l'individuo si stanchi e passi all'altro sottopiano meno denso, immediatamente superiore.

Possono esservi in quest'uomo anche desideri meno grezzi, che possono venire dall'espansione dell'io: tali desideri possono, in un certo senso, essere può e meglio appagati, essendo possibile soddisfarli senza il concorso di un corpo fisico. In tal caso l'uomo può indugiare può a lungo nel sottopiano astrale dove vive tali illusori appagamenti dell'io.

 

Ciò che viene pienamente soddisfatto è tutto quanto invece appartiene al corpo mentale: il desiderio di studiare, di sapere, eccetera; sempre, però, limitatamente alle possibilità che l'individuo aveva nell'ultima incarnazione. Queste possibilità non crescono di molto. Il desiderio di conoscere, la facoltà di apprendere è può lucida e viva; ma non può essere che un individuo di media evoluzione possa diventare, oltre il trapasso, un genio.     

 

Ripeto ancora una volta: non è che l'individuo, abbandonato il corpo fisico, non veda niente nel piano astrale non avendo desti e sviluppati i sensi del piano astrale; ma la visione che avrà, se non ha desti questi sensi neppure in minima parte, sarà una visione molto soggettiva, sarà una specie di sogno, qualcosa che egli crea attorno a sè ma che non ha corrispondenza con la realtà degli altri, con la realtà che gli altri, i desti, vedono.    

 

Colui che ha  sviluppati i sensi del corpo astrale, che può quindi vedere, attraverso queste finestre e queste porte, che cosa circonda il proprio veicolo astrale, costui avrà tutta un'altra visione, più oggettiva, e potrà benissimo comunicare con altri individui disincarnati, e potrà benissimo vedere cosa accade nel piano fisico, potrà vedere in azione gli "elementali" (Sugli spiriti elementari o "elementari" vedi può avanti.), potrà vedere quello che vi è nel piano astrale e nel piano fisico. Infatti, per chi vive consapevolmente sul suo  piano è sempre possibile la visione di tutti i piani che sono al di sotto.     

 

Dunque, se l'individuo vive consapevolmente nel piano mentale, ha la visione di ciò che accade nel piano astrale e di ciò che accade nel piano fisico, mentre non ha la visione del piano immediatamente superiore, il piano che noi abbiamo definito "akasico", o della coscienza.

 

La ragione di quel che accade dopo il trapasso, una volta abbandonato il veicolo fisico, è insomma di trarre il succo delle esperienze fatto nella vita da incarnato in modo che poi, nella vita successiva, l'individuo possa avere nuove ed ulteriori esperienze.

 

Un accenno a quella regione del "mondo mentale" corrispondente ai cieli descritti dalle religioni. Una creatura, la quale fosse in questi cieli, non è divisa dalle altre se non da un particolare stato di coscienza.

 

Tutto è attorno a voi.

Un uomo che avesse vissuto per meritarsi un premio eterno o avesse dedicato la sua vita ad un ideale, dopo il trapasso, nel piano mentale, per karma,vede ed esperimenta l'ideale sognato. Questo stato corrisponde ad un senso di appagamento, di beatitudine.      

 

Molte entità che si presentano in certi incontri medianici provengono appunto da questa regione del mondo mentale: ecco perchè descrivono un aldilà simile a quello che credevano esistesse mentre erano in vita, perchè lo stanno sperimentando e, per esse, e una cosa reale, non un sogno.     

Una volta che l'individuo non abbastanza evoluto abbia cessato questo sogno, si riposa, rivede con chiarezza e con tranquillità tutte le passate esistenze, ma non è conscio di quanto avviene intorno a lui perchè è entrato nel piano successivo a quello mentale, ha abbandonato il suo corpo mentale e si trova sulle soglie di un piano nel quale vivrà un'immensa, indescrivibile beatitudine.

 

Nei piani di coscienza oltre quello fisico quali sono i rapporti tra gli esseri come comunicato?

 

E' meravigliosa e indescrivibile intanto, questa osmosi continua fra il mondo fisico, materiale, e il mondo invece più sottile, anche solo quello astrale, per non parlare poi del mondo mentale e, addirittura, del mondo della coscienza. Sono cose che si descrivono poco bene, certo, perchè i rapporti sono completamente rivoluzionati.   

 

Il rapporto tra entità della stessa dimensione, diciamo qua tra noi, è molto diverso da quello esistente tra incarnati. Basterebbe il fatto della comunicazione del pensiero. Se Dio vuole, non sono più possibili l'inganno, l'ipocrisia, il timore, il rispetto cosiddetto umano: non esistono più queste forme. C'è un rapporto schietto, diretto.   

 

Anche il rapporto con voi ancora incarnati è totalmente diverso. Ad esempio, quando voi mi pensate io vi santo, vi seguo, vi ho continuamente con me. L'ho già detto: sento quello che voi volete che io senta, giacchè i vostri pensieri segreti, quelli più intimi, li sente solo la vostra guida spirituale, mentre rimangono sconosciuti agli altri disincarnati.

E' un sentire telepatico, più o meno, che si instaura. Sento i pensieri che volete inviarmi. Alcuni, certo, sentono può di altri. Però chiunque sente.     

Non vengono sentiti i pensieri dei viventi mentre si è nel famoso stato di riposo, di concentrazione su se stessi, quando dopo il trapasso si è immersi nel rivedere la propria ultima incarnazione; allora si è come isolati, tanto è vero che non si vede neppure quello che succede intorno a sè nel piano astrale. In quello stato non si ha una visione oggettiva, resta tutta una introspezione interiore e quindi non si è disturbati, si è in un certo senso protetti. Però, appena l'individuo comincia ad uscire da questa introspezione, allora chiaramente sente.

 

 

Sulla vita degli esseri nella dimensione può sottile.

 

Non vorrei che pensaste, parlando di "vita", che noi facciamo qualcosa di simile a ciò che viene fatto nel piano fisico,  azioni come il mangiare, il vestirsi, ecc. Questo possono continuare a volerlo fare coloro che ancora non si sono accorti di essere trapassati, mentre quanti vivono consapevolmente nel piano astrale, nel piano mentale, hanno un tipo di esistenza del tutto diversa: ad esempio nel piano astrale vivono principalmente attraverso sensazioni, emozioni. 

 

Un'entità abbastanza evoluta lascia velocemente il suo corpo astrale e si sente liberata, più leggera per questo legame che si sta sciogliendo. Altrettanto, e più ancora, avviene per il corpo mentale.   

Nel piano fisico voi siete abituati a contare il tempo, le pause tra un'azione e l'altra nella sequenza dei pensieri, e vedete il tempo scorrere può o meno velocemente. Dopo il trapasso, invece, tranne il periodo del riposo, del famoso "sonno", questo non avviene può ed è tutto un susseguirsi di fatti interiori, quindi c'è una ben diversa valutazione della successione, quella successione analoga al trascorrere del tempo nel piano fisico. Non vi sono pause, non vi sono tempi vuoti, ma è tutto un continuo succedersi di eventi interiori. 

 

Per darvi un esempio: se per ipotesi la mia esistenza fosse solo dei momenti in cui parlo con voi, mentre voi tra una seduta e l'altra fate molte cose che riguardano la vostra vita - e potete anche annoiarvi -, per me sarebbe una seduta dopo l'altra, senza soluzioni, senza pause. Questa è la differenza che si può riscontrare vivendo coscientemente  dopo abbandonato il corpo fisico.    

 

Questa successione di fatti interiori nel piano astrale consiste, in un primo momento, nel "rivedere" la propria vita. In un secondo momento, una questione di stimoli e di desideri induce, una volta compreso, ad  andare avanti e a continuare la propria evoluzione, ad avere contatti con altre entità dello stesso piano e sottopiano. Questa aspirazione ad avere contatti con entità può elevate riguarda un'evoluzione abbastanza inoltrata; poichè, come nel piano fisico l'uomo comune non suppone neppure che esistano piani può sottili, così nel piano astrale, pur avendo raggiunto la consapevolezza di essere trapassati e che quindi la morte non esiste, il non avere una certa evoluzione non fa pensare o immaginare che esistano altri piani superiori, può sottili, e si è convinti che l'aldilà consista tutto in quel piano o sottopiano nel quale ci si trova. Già saperlo con la mente, semplicemente come nozione, che vi sono altri piani di esistenza, basta ad innescare il desiderio di andare avanti.    

 

Poichè tutto è quantità nel senso di sostanza, chi vive nel piano astrale ha la sua quantità di astrale, di mentale e di coscienza; chi vive nel piano mentale, immediatamente superiore nel senso di più sottile, ha la sua quantità di mentale e di coscienza; e così via, perchè niente esiste in modo puramente astratto: non esiste il nulla.

 

 

Il tempo oltre la vita umana. I suoi astrali.

 

Nella vostra vita di tutti i giorni voi avete dei momenti in cui non fate niente, ma il cervello continua a pensare e vi pare che il tempo non trascorra mai, perchè voi passate da avvenimenti ad avvenimenti. Nella nostra dimensione, invece, non esistono pause. Lo spazio tra una vita e l'altra, in tutti i piani, è un soffio.    

 

Non abbiamo solo la trasmissione del pensiero, per comunicare. Si colgono anche i rumori astrali, ad esempio quelli delle piante. Quando date da bere ad una pianta, per esempio, voi non sentite niente, ma il suono cambia in una nota gioiosa. Quando strappate una foglia, c'è una specie di gemito.

 

Su uno spirito guida che nel piano astrale  aiuterebbe il trapassato a capire.

 

Questa domanda mi dà lo spunto per una precisazione. Voi sapete che, a differenza di  quanto viene detto da talune altre fonti, non è che abbandonato il suo corpo fisico l'individuo si ritrovi in uno stato tale di coscienza da avere tutto chiaro e da vedere e conoscere la verità. Ed ecco la precisazione che mi preme: se è vero che l'uomo, lasciato il corpo e il piano fisico, e ritrovatosi nel piano astrale, non è cambiato molto, che senso ha rivedere  la propria vita? Sarebbe come una persona che, da vecchia, riguardasse indietro: se, certamente, per una certa percentuale potrà riconoscere dove ha sbagliato, ma per il 99 per cento cercherà di giustificarsi. E questo, talvolta, perchè non si è sinceri con se stessi e si cerca sempre di scusarsi, ma altre volte proprio perchè non ci si rende conto della sofferenza che si infligge ad altri inconsapevolmente.     

 

Allora, quando dopo la morte del corpo fisico si rivede la propria incarnazione, e più ancora dopo, quando quest'ultima la si mette in relazione con quella che mosse le cause per le quali si sono subiti gli effetti nell'ultima incarnazione, c'è una visione di queste vite. E l'uomo come può capire qualcosa? Non capirà certo le cause che ha mosso inconsapevolmente, perchè nessuno glielo dice, ma capirà dagli effetti che ha subito. Quella è la comprensione che vede e che raggiunge: cioè vede perchè ha dovuto avere un certo tipo di karma, lo mette in relazione con le cause mosse nella vita relativa, e da qui trae le somme e capisce la lezione. Ma, ripeto, non riuscirà mai a vedere e a capire certe cause che ha mosso inconsapevolmente. Perchè?    

 

Trapassando, lasciando il corpo fisico, per il solo fatto di trovarsi nel piano astrale l'uomo non può raggiungere una tale onniscienza da capire, essendo egli rimasto pressapoco quello che era. Quindi nessun tipo di  spirito guida che lo illumini a questo proposito; tanto più che se ha mosso delle cause, cioè non ha cercato di capire con la mente, ha mosso queste cause anche se vi fosse uno spirito guida che lo illumina e gli dice "guarda, qui hai errato", Se la cosa potrebbe avere valore di notizia, ma non potrebbe mai dargli la lezione che invece gli darà, a quel punto, il dover subire l'effetto in una prossima incarnazione.

 

 

Sulla fisicità dei disincarnati e sul modo di riconoscersi fra di loro.

 

Può che di fisicità, si tratta di sostanza. Noi amiamo dire "fisico" solo quello che attiene alla materia del piano fisico. Ciò non vuol dire che non vi siano altri tipi di materia, però in senso di "sostanza".      

Questa nostra, diciamo, fisicità è rappresentata da diversi tipi di sostanze più o meno sottili, ma in ogni caso più sottili di quelle del piano fisico. Secondo la nomenclatura usata dai vecchi occultisti, la sostanza più densa, che più si avvicina a quella fisica, è la materia o sostanza astrale. quella che costituisce il mondo astrale e i corpi astrali di tutti gli esseri.    

 

Come sapete, il corpo astrale  ricalca in maniera quasi identica il corpo fisico, nella forma. Allora, il riconoscersi avviene attraverso la forma di questa sostanza: cioè coloro che vivono coscientemente nel piano astrale, e che hanno la loro coscienza a livello di corpo astrale, possono avere una comunicazione, un riconoscimento mediante la forma astrale, in modo analogo a come, nè più nè meno, voi vi riconoscete attraverso il corpo fisico.    

 

V'è poi la fase, dopo il trapasso, in cui anche il corpo astrale viene abbandonato, nè più nè meno di come viene abbandonato il corpo fisico: senza dolore, però, questa volta, e senza paura. L'entità l'essere rimane con il suo corpo mentale, che corrisponde al nucleo del potere pensativo, intellettivo dell'uomo.

 

Anche nel piano mentale c'è una sorta di riconoscimento attraverso la forma.  

Si passa poi alle regioni più sottili, quelle che  riguardano il pensiero intuitivo, la regione del piano mentale detta della "non forma", in cui appunto non v'è più forma mentre vi sono - detto in termini di percezione - come dei bagliori. Il riconoscersi avviene mediante una forma di intuizione. 

Non so se vi è mai capitato di sentire accanto a voi delle persone e di non vederle, sentire ad esempio un amico o un caro disincarnato, sentirne proprio la presenza pur senza vederlo: ecco, questa è una forma intuitiva. Un'altra forma di riconoscimento attraverso l'intuizione è quella che voi conoscete come telepatia.      

 

Questo avviene nelle regioni può sottili del piano e del corpo mentale, quelle dette della non forma: perchè la materia mentale non si organizza può in ideogrammi che somigliano a forme, ma in modo diverso.         

E questa è una fase solo preparatoria ad una regione ancora può sottile, quella che i maestri chiamano akasica, o della coscienza, o "piano del sentire", in cui assolutamente non esiste può neppure la percezione, non esiste può una distinzione soggetto-oggetto, non esiste può questa forma, così nitida sul piano fisico, ma esiste un modo di entrare in comunicazione solo attraverso il contatto.            

 

Un processo analogo, ripeto, voi lo conoscete attraverso l'intuizione.  Intuire una cosa significa averla dentro di sè, non mediante la percezione alla quale siete abituati per entrare in contatto e conoscervi, ma proprio un essere la cosa stessa.            

 

Si può pensare che l'entità, essendo qualcosa in senso di sostanza - come abbiamo detto - sia imprigionata nella forma fisica. Questo non è esatto: vi sono modi del contatto, tra due soggetti, che non necessariamente rispettano questa tesi, ad esempio il modo di essere in contatto tra una stazione radio trasmittente ed una postazione ricevente: c'è sempre questo collegamento fisico, in senso di sostanza, perchè anche le onde elettromagnetiche appartengono a qualcosa di sostanziale, ma non debbono essere imprigionate per poter essere ricevute. Non necessariamente il corpo astrale di un'entità è imprigionato nel corpo fisico della stessa entità incarnata: è un collegamento.          

 

Nelle vecchie tradizioni occultiste si diceva - ed è vero - che esiste un "cordone d'argento" che collega il corpo astrale al corpo fisico nei momenti in cui il corpo astrale, quando vi sia tale possibilità, fuoriesce dal corpo fisico e può percepire al di là dei sensi del corpo fisico. Rimane questo sottile cordone d'argento, chiamato nella mitologia "filo di Arianna", che continua a collegare il corpo fisico al corpo astrale.          

 

Al momento del trapasso, della morte, questo cordone d'argento è reciso il corpo fisico non è può collegato al corpo astrale, l'entità non percepisce può quello che avviene nel piano fisico, la sua coscienza si sposta al veicolo astrale e può vedere, se non è immersa in se stessa e nei suoi pensieri, ciò che la circonda, può cioè avere una visione semi-oggettiva del piano astrale.   

Per fare un esempio dato dai maestri, detto in modo a voi comprensibile, ecco come avviene il collegamento tra il corpo astrale e il corpo fisico, e la visione-percezione del piano fisico.    

 

Supponiamo che tu sia collegato con una telecamera che si trovi in una parte lontana da questa stanza buia, ad esempio l'America, New York; e supponiamo che questa telecamera abbia la possibilità di farti vedere quel che succede a New York, e tu sia collegato in  modo da avere unicamente, solamente la visione che ti viene attraverso la telecamera. In un primo momento, chiaramente, tu hai il senso di essere qui, in questa stanza, ma poi, poco a poco, questo tuo senso di ubicazione viene a spostarsi e tu vai ad avere precisamente la sensazione di essere a New York, là dove è la tua telecamera. Fai conto che questa stanza sia il piano astrale e che New York sia il piano fisico: allora, tu credi di essere a New York ma in effetti sei qui in questa stanza. In un certo senso, certo, sei anche a New York, perchè puoi vedere tutto quello che succede là avendo anche la possibilità di vivere, di agire, di intervenire in quello spazio, e quindi in un certo senso tu sei là. Ma tu sei anche qua.

 

Nel momento in cui si interrompe il collegamento con la tua telecamera, e cominci a vedere quello che c'è in questa stanza, hai una  certa visione di questa stanza, ed ecco che tu ti desti qua, dove sei sempre stato ma senza esserne consapevole. Ecco, ripeto, detto con un esempio che vale per quello che vuole dimostrare, come avviene il collegamento tra il corpo astrale e il corpo fisico.

 

Immagini e forme del piano astrale.

 

Le forme del piano fisico non hanno una loro corrispondenza nel piano astrale. Esistono delle forme proprie del piano astrale.      Inoltre vi sono i corpi astrali di tutti gli incarnati, tutti gli individui che sono incarnati sotto forma di piante, animali o uomini: ciascuno ha nel piano astrale il proprio corpo astrale, il quale ha una precisa e determinata forma. E possiamo dire che l'esatta corrispondenza fra le forme del piano fisico e quelle del piano astrale l'abbiamo nei corpi astrali degli individui incarnati.

 

Non è che un qualsiasi oggetto che viva di vita  macrocosmica abbia corrispondenza nel piano astrale. E tuttavia, essendo gli oggetti solidi composti appunto di materia solida - la quale è la combinazione di unità elementari del piano fisico, le quali unità elementari sono le materie ultime del piano astrale - ne consegue segue che nel piano astrale gli oggetti del piano fisico hanno una loro immagine, una loro parvenza, nell'ultimo sottopiano del piano astrale, cioè quello può prossimo al piano fisico.       

C'è però una differenza: mentre per esempio la sedia o un qualunque oggetto solido ha nel piano fisico una certa consistenza, l'immagine che se ne ha nel piano astrale è l'opposto, è una specie di vuoto.        

Perchè questo? L'oggetto di materia fisica densa non tiene in sè la materia astrale; non la tiene perchè è materia fisica combinata; nell'ultimo sottopiano del piano astrale questa materia non è visibile e percepibile, mentre è può visibile e percettibile la materia che sta attorno all'oggetto, quella che voi potete chiamare atmosfera. Essendo questa atmosfera meno densa dell'oggetto, essendo essa un gas, lo spazio corrispondente nel piano astrale ha, come dire, minore vuotezza, è può densa, per cui si avverte uno stacco netto, nel piano astrale, fra la sedia che è come il vuoto di un calco e ciò che le sta attorno.         

 

Per questa ragione, la visione del piano astrale è una visione che comprende l'interno degli oggetti del piano fisico. Per questa ragione, chi ha sviluppati i sensi del corpo astrale, in altre parole il veggente, può vedere il vuoto degli oggetti solidi, chiusi.

 

Se i colori esistono nelle altre dimensioni di esistenza.

 

Come sapete, il colore è una diversa frequenza della luce. In sè, in natura, non esiste. Solo attraverso la rivelazione che di questa frequenza si ha nella retina, e poi nel cervello, e fino al corpo astrale e al corpo mentale, si ha la percezione del colore.            

Sapete anche che la gamma di ricezione dell'occhio umano è molto limitata mentre ci sono altri sensi, principalmente i sensi del corpo astrale, che possono ricevere una gamma di frequenze maggiori. Perchè il  fenomeno del colore è analogo anche nel piano astrale, solo che la gamma di ricezione dei sensi astrali è molto può ampia. E' come se un apparecchio radio avesse la possibilità di ricevere può gamme d'onda. Così, vi è la possibilità di ricevere e di percepire colorazioni impensabili nel piano fisico.

 

Nel piano mentale la cosa e ancora più ampia, vi sono anche sfumature percepibili in modo molto può netto di quanto si percepiscano con gli occhi del corpo fisico.

Naturalmente, questa esperienza avviene sempre quando l'individuo ha la possibilità di vedere al di là di se stesso. Infatti, quando l'uomo lascia il corpo fisico, in un primo momento con il suo corpo astrale e il suo corpo mentale è tutto volto alla riflessione della sua ultima incarnazione e quindi ha una vita estremamente soggettiva. 

Solo quando ha terminato questa elaborazione, comincia a volgere la sua attenzione all'esterno di sè e quindi ad avere una visione più oggettiva del piano astrale. 

 

Ecco, in quel momento comincia la ricezione della realtà che lo circonda, realtà che è sempre illusoria rispetto alla realtà finale, la realtà assoluta, ma che è certamente meno soggettiva di quanto lo sia in quel periodo in cui il trapassato riflette sulla sua ultima incarnazione e sulle precedenti, che a quella sono collegate karmicamente.

In quel momento particolare della sua esistenza, quando si volge attorno ed osserva il piano astrale, l'individuo ha la percezione di tutti questi colori e suoni diversi, ed ha sensazioni che, a meno che egli non sia stato un malvagio e crudele nel senso può ampio del termine, sono sempre sensazioni di grande benessere, di felicità, di distensione, di serenità.

 

Rapporto tra il tempo-spazio fisico e quello astrale.

 

Precisiamo subito che il tempo, come lo spazio, sono strettamente inerenti alla materia. Questo lo dice anche la vostra scienza. Tanto è vero che essa ipotizza questo: se fosse vera la teoria del big-bang, cioè dell'esplosione iniziale, che culminasse con la traslazione di tutti i corpi celesti; e se questi corpi, giunti ad un certo limite, cominciassero anzichè a smaterializzarsi, come spiegano i nostri maestri, a tornare indietro per raggrupparsi tutti al centro del cosmo, formando così un nuovo globo di materia; il quale globo desse poi luogo ad una nuova esplosione e quindi al sorgere di un nuovo cosmo, ebbene, la vostra scienza conclude che questo nuovo cosmo molto probabilmente avrebbe tutta una diversa struttura materiale, e quindi spaziale, e quindi temporale.

 

La stessa scienza riconosce, dalle teorie della relatività in poi, con le successive parziali conferme che si sono avute,  che lo spazio è strettamente inerente alla materia e che non esiste può assolutamente uno spazio vuoto, indeformato, tridimensionale, infinito ecc., come ipotizzavano Euclide e tutti gli antichi. Lo spazio è invece come un'emanazione della materia, per intendersi: e questo lo dice la vostra scienza. E quindi, se lo spazio, e conseguentemente il tempo, è direttamente connesso e dipendente dalla materia, ne consegue che a materie diverse corrispondono spazi e tempi diversi.          

 

Ora, siccome il piano astrale non è che una diversa dimensione, un diverso stato di sostanza - che gli antichi esoteristi hanno chiamato energia - ne deriva che anche lo spazio e il tempo del piano astrale sono estremamente diversi da quelli che sono  nel piano fisico; così, come, analogamente e conseguentemente, sono diversi nel piano mentale.         

 

Allora, fare una relazione fra questi tempi è una cosa estremamente difficile. E anzi, non vi sarebbe assolutamente nessuna relazione se non vi fosse una costruzione comune, se non vi fossero dei comuni denominatori fra gli esseri astrali e gli esseri fisici.          

 

Questo spazio-tempo, ad esempio, nel quale io vi sto parlando, è un comune denominatore fra voi, che vivete consapevolmente nella dimensione fisica, e io che invece vi parlo da un'altra dimensione. Questo comune percepire, questa relazione tra voi e me - che al limite potrebbe essere unilaterale, potrebbe cioè essere solo da parte di chi vive nella mia dimensione - mette in contatto due scorrere completamente diversi l'uno dall'altro.            

 

Per quello che posso dirvi, l'uomo che vive nel suo mondo fisico ha il senso dello spazio perchè deve spostare il suo corpo in un certo ambiente: se desidera visitare un luogo, deve traslocare il suo corpo, con atti meccanici, da un luogo all'altro. Nella mia dimensione, invece, la cosa è completamente diversa. Mentre nel piano fisico, ripeto, occorre una certa serie di azioni meccaniche per spostare il proprio corpo fisico, nel piano astrale sapete che è sufficiente un desiderio per trovarsi immediatamente nel luogo che si desidera visitare. Tutto questo, voi capite, da una visione e una percezione dello spazio totalmente diversa.

 

Che la concezione dello spazio cambi in funzione del modo di percepire e dell'ambiente così percepito, che la concezione della realtà nella quale uno si trova possa radicalmente cambiare in funzione del tipo di percezione che ha, non occorre arrivare al piano astrale per dimostrarlo, ma basta un esempio.

 

Se voi aveste il senso dell'odorato molto sviluppato, come lo hanno certi animali, vi accorgereste se in  un dato ambiente sono state delle persone o degli animali, e quali vi sono stati, anche se ora non ci sono può. Per accorgervi che in una stanza c'è stato qualcuno, a voi occorre vedere degli oggetti spostati rispetto a come li avevate lasciati, o altri segni altrettanto tangibili e visibili. Se invece aveste il senso dell'odorato molto sviluppato, come lo hanno certi animali, entrando in un ambiente vi accorgereste subito, anche se niente è stato spostato, che c'è stato qualcuno; e lo percepireste dall'odore che quella persona o quell'animale hanno lasciato nell'ambiente. 

E' chiaro che tutto questo vi darebbe una concezione, una sensazione molto diversa della realtà e dello spazio-tempo.

 

Detto questo, potete ben pensare a quanto sia diversa la concezione della realtà, e la sua percezione, in un piano dove basta desiderare per trovarsi, immediatamente, in un ambiente diverso, in un luogo diverso. E questo, solo per parlare del meccanismo dello spostamento. Se infatti andiamo a parlare della percezione visiva, certo è un modo completamente diverso. E questo modo diverso di percepire attiene a concezioni diverse della realtà: concezioni che sarebbero completamente indipendenti, e non avrebbero nessun punto di riferimento, se proprio non fossero costruite in modo che vi siano dei comuni denominatori, per un piano generale che non vi sto adesso a spiegare: lo stesso piano generale, cari amici, per il quale noi parliamo assieme e comunichiamo da una dimensione all'altra.

 

Come nasce il tempo-spazio.

 

L'illusione del movimento in una proiezione cinematografica è data dal susseguirsi dei fotogrammi e dalla persistenza delle immagini sulla retina dell'occhio; questo v'insegna la vostra scienza. In realtà, la visione di un film è un lavoro mentale perchè è un fenomeno che avviene nel veicolo mentale dell'individuo.

Se qualcuno vi dicesse che tutto quello che voi vedete è simile all'illusione di cui ora vi parlavo, sono sicuro che voi  prendereste quel qualcuno per un pazzo. Pure considerate: in possesso di una visione relativa, chiusi in una forma densa,  voi potreste essere oggetto di una illusione simile a quella di cui vi parlavo. In realtà esiste solo l'eterno presente e l'infinita presenza.        

 

Nel piano fisico voi avete cognizione dello spazio perchè, chiusi in una forma, per raggiungerne un'altra, una delle due deve spostarsi entro l'agente che le separa.      

 

Nell'astrale è il desiderio o la volontà che possono rendervi presenti là dove desiderate o dove volete.

 

Nel mentale è il pensiero che vi dà l'immediata sensazione di un reale contatto fra voi e l'oggetto del vostro pensiero.  

Nello spirituale, al di fuori di ogni limitazione, si ha coscienza dell'eterno, presente e dell'infinita, presenza di ognuno e di ogni cosa.            

Un oceano si può considerare un insieme di gocce: pure ciascuna goccia esiste solo nell'attimo in cui viene prelevata dalla massa dell'oceano e solo allora si può dire che ne sia vicina o lontana. 

 

Allo stesso modo, se voi risalite alla radice dell'essere vostro, comprendete di essere uno nel tutto e che lo spazio è del piano relativo, perchè solo lè si ha l'illusione che esso esista.    

 

Come il movimento è una successione di punti, il tempo ne è una di attimi, in ciascuno dei quali vi è una particolare disposizione degli oggetti dell'universo. La vostra mente, passando da un attimo all'altro, secondo una successione convenzionale, con il ricordo crea l'illusione del movimento, del cambiamento, del tempo.

 

Cosa deve intendersi per "altre dimensioni", in senso di stato di spazio.

Ora non faccio che parafrasare quello che dicono i maestri se tu avessi qualche senso in meno, nella realtà a cui appartieni, o se tu avessi qualche senso in può, ad esempio se tu fossi capace di captare le radiazioni ultraviolette oppure le onde elettromagnetiche, la realtà assumerebbe tutta una diversa fisionomia.

 

Se tu man mano avessi (per "tu" intendo centro di coscienza di espressione) a perdere i sensi del corpo fisico ed acquistassi altri sensi, naturalmente perderesti la dimensione fisica e acquisteresti la dimensione astrale, se si trattasse dei sensi del corpo astrale. Allora non cambieresti spazio, cambieresti solo la gamma di ricezione. 

Perchè la realtà è unica e la si coglie a secondo delle possibilità di recepirla. Non interessiamoci del sentire, del mondo del sentire nel quale la percezione non esiste può; interessiamoci dell'altra parte della realtà, dove esiste la  percezione, cioè dove tu puoi entrare in contatto con gli altri attraverso il processo della percezione. 

 

Allora, che differenza c'è fra piano fisico, piano astrale piano mentale? Non sono diverse dimensioni in senso di spazi diversi; assolutamente no; è la stessa realtà ma non lo stesso spazio. Perchè? Il piano di esistenza, il piano fisico ad esempio, non è una diversificazione di spazio ma solo di coscienza; è uno stato di coscienza. 

 

Tu raggiungi la coscienza nel piano fisico attraverso i sensi, che esercitano la tua percezione di una data porzione di realtà; tu raggiungi la coscienza del piano astrale attraverso i sensi che percepiscono un'altra porzione di realtà; e così nel piano mentale per un'altra porzione di realtà. Ma la realtà è unica. Allora, non si può parlare di spazio, perchè i piani sono stati di coscienza, ed essendo piani di coscienza non sono spazio. In conclusione: nè più spazi nè un solo spazio, solo stati di coscienza diversa e una sola realtà. Che cos'è la percezione? E' il cogliere l'apparenza delle cose, la sembianza e la non sostanza, non la realtà. Ciò che voi vedete nel piano fisico è sempre l'apparenza, non la realtà, proprio perchè il processo della percezione si fonda sulla captazione dell'apparenza.  

 

Se anche tu avessi un microscopio  elettronico capace di penetrare nella materia così profondamente da raggiungere la visione non solo delle molecole e degli atomi, ma degli elettroni, dei corpuscoli e via dicendo, vedresti sempre ciò che appare, non ciò che è.   

Da qui, appunto, il pensiero filosofico secondo il quale l'uomo non riuscirà mai a conoscere la realtà vera. Ed è giusto: l'uomo come tale, coi suoi mezzi, coi suoi sensi, ancorchè incentivati con gli strumenti scientifici più perfezionati che potrà concepire, non arriverà mai ad entrare nella materia, nella realtà, dentro, se non attraverso la percezione e quindi l'apparenza.      

 

E' una contraddizione interna : l'uomo non può conoscere la realtà. E chi è che può, conoscere la realtà vera? Colui che riesce a conoscerla non può mediante la percezione bensì, mediante l'identificazione, la comunione: diventare la cosa che si deve conoscere.

 

Solo attraverso a questo processo è possibile conoscere la realtà; ed eccoci nel mondo del sentire, il mondo delle intuizioni, il mondo delle comunioni, il mondo delle identificazioni.

 

Il primo impatto col piano astrale. Gli spiriti elementari del piano astrale: che cosa sono?

 

Gli abitatori permanenti del piano astrale sono i cosiddetti "spiriti elementari", i quali sono i costruttori della natura, dei corpi astrali, e anche i distruttori dei corpi astrali abbandonati dagli individui che sono trapassati e poi sono passati dal piano astrale al piano mentale.   

Non si deve pensare che questi spiriti elementari siano degli esseri, degli  individui: sono invece "forze intelligenti improntate", si potrebbe dire - per similitudine - dei robot; i quali accudiscono a tutte quelle che sono le funzioni necessarie alla manifestazione della vita sia del piano astrale che del piano fisico.

 

Colui che dal piano fisico passa al piano astrale con la sua consapevolezza, certo vede un ambiente diverso, nei primi momenti, perchè la materia astrale è molto può luminosa e colorata di quella fisica. Poi entra, s'è già detto, in quella fase soggettiva nella quale può creare cose che ha desiderate nella precedente esistenza fisica e il cui desiderio porta ancora vivo con sè. E può, essere tratto facilmente in inganno da questa realtà se egli desidera che sia la realtà vera e non un suo sogno, come in effetti è.    

 

Questa fase ha vari aspetti: in essa il sogno si mescola al ricordo della precedente o delle precedenti incarnazioni. Poi l'individuo ne esce fuori e si rende conto di essere in una fase transitoria. 

A questo punto può cominciare a vedere quello che è veramente il piano astrale, nella sua realtà oggettiva, e scopre che questo piano astrale può essere facilmente modellato sotto l'impulso del suo desiderio: ma per far questo occorre sia una certa evoluzione che  una certa preparazione. Certo è che si rimane subito abbagliati, nella visione oggettiva, dalla luminosità della materia, dai colori molto vivi e cangianti, dall'atmosfera molto fine, che porta ad uno stato interiore di coscienza.

 

Sugli automatismi che presiedono all'esistenza degli uomini.

 

In  ogni piano ci sono, diversi per sottigliezza, degli automatismi o spiriti elementari che governano la vita della      natura, creando l'ambiente adatto all'evoluzione individuale. Essi sono strumenti delle leggi divine atti a costituire i veicoli astrale e fisico degli individui in modo consono allo sviluppo da essi conseguito. E vi dirò che certi automatismi, i quali presiederanno alla diversa condizione fisica degli uomini del futuro, giacciono attualmente inattivati. 

Siccome opereranno anche nel piano astrale, e riguarderanno certe possibilità dell'uomo del futuro attinenti al suo corpo e alla sua persona, e siccome l'uomo attualmente non ha queste possibilità, il loro germoglio, il loro seme è nel piano mentale, quello antecedente per sottigliezza. Voi sapete infatti che tutto ha sempre origine nel piano immediatamente antecedente per sottigliezza.    

 

Anche i semi, i germogli che costituiscono il corpo fisico operano nel piano antecedente, che è il piano astrale. Allo stesso modo, gli automatismi che sono nel piano astrale, che riguarderanno le particolari possibilità del corpo fisico dell'uomo del futuro, giacciono inattivati come semi nel piano mentale; o diciamo che sono germi in attesa che vi siano le condizioni per operare.

 

 

Le silfidi e gli gnomi. Gli angeli e gli arcangeli. Esistono realmente?

 

Nei tempi andati si amava personalizzare, figurare, rendere umane quasi tutte le forze della natura: e ne danno testimonianza tutte le leggende, le mitologie, le novelle e via dicendo, in cui le varie forze della natura (il vento, il fuoco, ecc.) venivano personalizzate.  

 

Oltre quelle forze della natura che l'uomo conosce ve ne sono altre a livello sottile, forze dal carattere magnetico, elettrico, forze  vitali che servono a creare la vita del piano fisico.    

 

Voi vedete, del piano fisico, solo ciò che appare agli occhi fisici, ma ignorate tutta la parte sottile e nascosta, l'altra parte sul piano eterico, sul piano astrale. Perciò credete che il fenomeno della vita avvenga semplicemente con quei fondamenti della biochimica che vi sono noti attraverso la biologia; mentre noi diciamo che non basta un supporto di materia fisica densa per creare la vita.   

 

E' vero, come è stato detto dai maestri, che ogniqualvolta si crea l'ambiente favorevole non occorre l'intervento diretto di Dio per creare la vita, ma è la stessa legge insita nella materia a creare la vita. E' altresì vero che quell'ambiente favorevole, quella legge vitale, non è insita solo nella materia visibile ma anche nella parte sottile della materia che sfugge alla vostra vista.     

 

Ora, tutte queste meravigliose confluenze di leggi e di forze che creano la vita sono regolate da altrettante forze e altrettante leggi. Possiamo così dire che certi elementi grossolani si accostano e compongono in un determinato modo perchè esiste una controparte sottile che ne facilita l'accostamento: e sono le forze elementali (o spiriti elementali, nella definizione personalizzata). 

Ve ne sono moltissime, conosciute sotto varie forme. Sono stati chiamati elementali dell'acqua, del fuoco, della terra e dell'aria - i quattro elementi conosciuti nell'antichità; e sono stati rappresentati in forma umanoide, alcuni in veste maschile e altri femminile, sempre in una configurazione caratteristica, originale, poichè si capiva - nel dar loro una forma antropomorfica - che non potevano essere uguali agli uomini. 

 

Sono stati chiamati gnomi, silfidi, e così via. Ma sono tutte fantasie poichè non sono esseri, gli elementali, ma forze della natura che non hanno coscienza e non hanno una loro autonomia. Voi siete abituati alle meraviglie della tecnologia elettronica, che è propria del periodo che state vivendo, e vi sembra di poter quasi affermare che certe macchine elettroniche abbiano una loro intelligenza, nel senso che rispondono intelligentemente a certi stimoli o impulsi. 

Così è di questi spiriti elementali, che sono forze improntate in un certo modo per rispondere a certi stimoli, ma che fanno questo non per coscienza o conoscenza, bensì solo automaticamente, come automaticamente rispondono i cervelli elettronici. 

E come, toccando certi cervelli elettronici, possono esserci delle conseguenze spiacevoli per chi non sa dove mettere le mani, così, facendo un'evocazione particolare attraverso l'occultismo, si possono attrarre su di sè queste forze, che possono danneggiare non per una loro volontà di danneggiare ma perchè è come toccare una fiamma.      

 

Gli spiriti elementali sono in ogni piano: nell'astrale, nel mentale e su, su negli altri piani più sottili, dove la vita impera, dove vi sono  forze più sottili, più organizzate, che sono appunto, gli angeli, gli arcangeli e via dicendo, da non pensare come personalità: sono forze spirituali, come cervelli elettronici ancora può perfezionati: sono forze meravigliose a confronto delle quali i vostri cervelli elettronici sono cose davvero rudimentali.

 

 

Le "intelligenze" planetarie e stellari.

 

Sapete dagli antichi che vi sono degli " spiriti elementari " che sono legati ai pianeti e alle costellazioni.   

All'uomo moderno pare strano che certe intelligenze celesti, le quali raggruppano e distribuiscono questi spiriti elementari, debbano servirsi delle  costellazioni e dei pianeti come mezzo. L'utilità di questo può essere intravista mediante un esempio. Supponiamo che dobbiate avvolgere un filo su di una bobina in modo regolare. 

Se non avete una spola, non potrete far questo. La spola è, appunto, il pianeta o la costellazione che influisce nel momento e nel luogo adatti.    

 

Ma l'utilità di ciò può essere resa ancor può chiara se pensate di dover avvolgere su una stessa bobina, che starebbe ad indicare la vostra Terra, diversi fili e tutti in ordine diverso.   

 

Gli spiriti elementari dell'acqua si servono della Luna come mezzo di distribuzione. Gli spiriti elementari dell'elemento fuoco si servono del Sole come mezzo di distribuzione. Gli spiriti elementari dell'aria, in cui il 7 è il numero fondamentale, si servono dei sette pianeti, tra i quali vi sono anche il Sole e la Luna, come mezzo di distribuzione. Gli spiriti elementari della Terra, di cui il 12 è il numero fondamentale, si servono delle 12 costellazioni come mezzo di  distribuzione.   

 

Tutto è regolato, preciso, analogo, negli universi.        

I cabalisti, che credevano fermamente nell'astrologia, insegnavano che vi sono 7 gerarchie celesti le quali, con i loro influssi, governano il mondo umano servendosi dei pianeti come mezzo.

Se facessimo un elenco di tutte le costellazioni e di tutti i pianeti, troveremmo che 22 hanno un influsso diretto, non secondario, sulla Terra. Vi dice niente questo 22?

Esso è il numero degli arcani maggiori del Tarocco.

 

 

Gli spiriti elementari artificiali.

 

Gli spiriti elementari, come li chiamarono gli antichi occultisti, si possono può precisamente definire "essenze elementari improntate": in definitiva, non sono che forme-pensiero che trovano la loro corrispondenza nel piano astrale, e dal piano astrale al piano fisico.    

 

Gli spiriti elementari possono essere naturali o artificiali. Anche l'uomo può, mediante una forte concentrazione, creare uno spirito elementare. Ed alcuni infatti furono creati, in modo può o meno intenso, può o meno riuscito, dagli antichi sacerdoti egizi, e posti a custodia delle tombe dei faraoni o dei dignitari.

 

Così, può avvenire che la forte impressione di una creatura in un ambiente possa determinare, senza che essa lo voglia, senza la sua consapevolezza, una forma-pensiero che rimane legata a quell'ambiente e che, di tanto in tanto, allorchè trova condizioni favorevoli di simpatia, di sintonia, di risonanza, si estrinseca e dà segni tangibili nel piano fisico.    

L'energia necessaria a questa manifestazione, od a queste "infestazioni" come sono state chiamate, è data dallo stesso etere, dallo stesso ambiente: è tratta dalla stessa fonte dalla quale è tratta l'energia di cui si servono gli spiriti elementari per svolgere il "programma" che è stato loro imposto.   

 

Ogni pensiero rimane, non viene distrutto. Ad originare uno spirito elementare artificiale deve essere però una forma-pensiero molto, molto intensa. Tanto è vero che gli antichi sacerdoti, gli antichi praticanti la magia, dovevano concentrarsi sempre sullo stesso pensiero, con la stessa intenzione, per molto e molto tempo, in può riprese, onde creare uno spirito elementare artificiale.      

 

Ma vi sono circostanze nelle quali l'individuo, soggetto ad una forte impressione, ha inconsapevolmente un pensiero talmente intenso, sollecitato dall'emozione o impressione provata, talmente forte da creare, ripeto inconsapevolmente, una forma-pensiero improntata.

 

  

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