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Avvertenza - Un'occasione preziosa -

SCUOLA DEL CERCHIO FIRENZE 77

 

 

Maestro, perchè?

 

Risposte dall'invisibile

 

 

A cura di Pietro Cimatti

 

 

 

Indice

                                                   

Avvertenza                                          

 

Un'occasione preziosa                               

 

                     IL PRESENTE INTERIORE

 

1. Oltre la vita, oltre la morte                    

 

2. La ruota delle nascite e delle morti             

 

3. La legge del karma                               

 

4. L'evoluzione e il suo fine                       

 

 

                         LA PRIMA CHIAVE

 

Conosci te stesso                                    

 

                                                    

 

                       IL PRESENTE ESTERIORE

 

1. La vita del sentire                               

 

2. I poteri della mente                               

 

3. I segreti del sole e della terra                   

 

                         LA SECONDA CHIAVE

 

Scienze e magie                                         

                 

                       IL PRESENTE ULTERIORE

 

1. Il maestro e il suo insegnamento                   

 

2. Le religioni dell'uomo                             

 

3. Il ritorno del Cristo                             

 

 

                                                               

AVVERTENZA

Lo scopo di questo libro è di far vedere fino a che punto può giungere la luce di rinnovamento portata dai maestri del Cerchio Firenze 77. Non c'è nozione o concetto che, in questa luce, non venga ad essere ridefinito e riproposto ad un superiore livello di conoscenza. E tale il rinnovamento, rispetto a quanto è asserito da altre fonti, che non c'è quesito o dubbio del lettore che rimanga senza una risposta logica e convincente. E questo nuovo pensare conduce inevitabilmente, quanto spontaneamente, ad, un nuovo agire nei confronti di se stessi e degli altri.      

 

Il materiale di comunicazioni e trascrizioni che resta a disposizione degli amici del Cerchio, e perciò di tutti, non ha certamente esaurito e poteva già dare occasione ad un volume più ampio.

Ma sugli argomenti qui non ancora compresi il lettore ormai addestrato troverà da solo le risposte adeguate ai suoi quesiti usando il sicuro criterio dell'analogia, cioè estendendo ai temi mancanti le stesse chiavi di spiegazione offerte dai temi affini qui invece svolti ed esaurientemente spiegati.       

Tale suggerimento è possibile, oltre che utile, in quanto l'insegnamento dei maestri è unico, logico e totale, che non ha l'intenzione di avversare nè di catturare nessuno, ma ha solo quella di fornire i mezzi per una nuova conoscenza a chiunque ne abbia il segreto bisogno o una palese curiosità.

 

Questa offerta di una spiegazione esauriente a tutti i perchè? dell'uomo è oggi possibile - e infatti è qui - proprio per quella crisi generale dei valori e delle certezze che, in altre parole, significa l'eclissi di ogni autorità, alla quale poter chiedere risposte nuove, coerenti e oneste a quei perchè? dell'uomo sulla terra, dalla quale poter attendere un esempio ed una indicazione reali per un presente e un futuro migliore.

 

I libri del Cerchio già stampati presso questa editrice, secondo una progressione che risponde a un preciso disegno, contengono l'intero sistema concettuale, diciamo pure l'intero insegnamento dei maestri invisibili. Ognuno di essi è completo in se stesso e sufficiente, per il lettore che non voglia proseguire, a dargli tutto quanto occorre per entrare - ma sentendosi atteso - in una nuovissima dimensione del pensare e del sentire. Per un altro verso, ogni libro si aggiunge calibratamente ai precedenti nel senso via via di ampliare e approfondire  la conoscenza, fino ad abbracciare ogni possibile lettore di oggi e di domani - e così l'intero "sentiero" è tracciato, l'intera possibile verità ci è donata.    

Allora, si può chiedere, in che senso è autosufficiente e necessario anche questo libro, che appare oltre il Cerchio, dopo che, esaurita la trasmissione del messaggio, è scomparso lo stesso messaggero, ossia il medium prodigioso che ha "detto" i maestri per tanti dei nostri anni?      

 

L'utilità e la necessità di questo libro, o direi "manuale di pronta consultazione", è in primo luogo nella composizione, a domande e risposte. Essa simula il modo stesso con cui un maestro svolto colloquialmente e sciolto amichevolmente, per anni, i grandi temi del Cerchio, portandoli alla misura esatta del suo uditorio, anzi portando se stesso alla misura del suo innamorato uditorio grazie al suo costante riferirsi ai "nostri maestri". In quegli incontri e colloqui c'è stata così, una sorta di "ripetizione" alla portata di tutti, futuri lettori compresi. In più, hanno trovato magistrali risposte tutte le domande - sembrassero pure minori - che riguardavano e riguardano le ansie, i problemi, le paure, le curiosità, i dolori dell'uomo di ogni giorno, colui che rimane il grande sconosciuto a se stesso e l'eterno inappagato.      

 

Nel lungo lavoro di compilazione e di definizione del testo con il quale è avviata "la scuola del Cerchio", mi ha sorretto e guidato un'idea: forse proprio da questo vademecum, se il lettore se ne sentirà invogliato e motivato, potrà agevolmente salire via via gli altri gradi di una intera scala di conoscenza, qui indicata in modo semplice ma pi£ che sufficiente per dimostrarne tutta l'altezza, la logicità, la completezza, l'utilità che non avrà fine nè in questi testi nè in questa esistenza.

 

Infine questo libro, per come è composto, è un'amichevole sfida al lettore che non tema di spiazzarsi accettando l'ipotesi, accademicamente inammissibile, di un Sapere tendenzialmente totale e totalmente accessibile a tutti, nessuno escluso! Non so davvero dove sia reperibile, nei cataloghi dell'editoria, un manuale come questo, da leggere - suggerisco - come un romanzo di avventure del pensiero, oltre tutte le formulazioni "esoteriche" del passato.   

 

Le guide che mai sono mancate all'umanità hanno sempre parlato delle verità che qui sono spiegate; ma per l'immaturirà dell'uomo, incapace di comprendere, sono state finora costrette a presentarle come ideali di moralità da perseguire in quanto tali. Oggi, trovando uomini con la mente più adatta, più, pronta, i maestri fanno vedere che quegli ideali non sono comandamenti senza intelligenza - ai quali infatti l'intelligenza talora ripugna - ma anzi rappresentano il logico svolgimento della vita umana. Seguirli non è dimostrare solerzia e passiva ubbidienza ma vivere nel modo giusto, naturale e intelligente.    

 

I maestri rifuggono dal dire le cose con l'autorità consueta del "l'ho detto io e quindi non c'è nessun bisogno di mostrare".

Al contrario, essi fondano ogni loro affermazione sulla logica, in primo luogo, e sulla possibilità di seguirli senza dover compiere grandi sforzi di comprensione.    

 

Questo è il modo nuovo di presentare l'insegnamento fino a ieri occulto. Un tempo ci si preoccupava ben poco della capacità del discente di seguire o non segui te. Quella era la verità, che gli tornasse o non gli tornasse. Ora, invece, una prima accortezza dei maestri consiste proprio nel parlare un linguaggio da tutti comprensibile, detto con le stesse parole degli ascoltatori e per la loro mentalità. In questo modo l'insegnamento diventa familiare come in un nessun altro modo avrebbe potuto essere e come mai è stato.           

Così, tutti hanno la possibilità di comprendere pi£ precisamente, pi£ approfonditamente, le verità che sono oltre ciò che appare. E questo è importantissimo: andare oltre ciò che appare, per capire che la realtà e la verità delle cose è ben diversa da quella che l'uomo ha sinora creduto e che mai lo ha appagato.

 

Della realtà l'uomo vede una immagine, e naturalmente, come tutto ciò che osserva, la interpreta secondo la sua natura, con i suoi limitati strumenti percettivi. I maestri vogliono invece condurlo all'interpretazione pi£ vicina possibile alla realtà oggettiva, alla realtà vera. In qualche modo, quindi, lo inducono ad uscire dalla condizione umana per comprendere che la realtà non può essere a immagine e somiglianza dell'uomo, ma è qual cosa che va oltre la condizione umana, certamente importantissima, come tutto quanto esiste, ma tuttavia non tale da farne il  campione e il modello unico.     

 

Questo ce lo dimostra la natura che non fa preferenze tra un uomo e un animale, perfino tra un uomo e un virus: vince il pi£ forte e non è detto che l'uomo lo sia.

 

E' quindi errato pensare che la realtà, dal più al meno visibile, fino a Dio sia quale l'uomo se la rappresenta e la immagina, come invece tutte le religioni, le filosofie e le discipline attinenti al pensiero hanno affermato, fino ad oggi - in tal modo scambiando l'apparenza con la Realtà e l'io con Dio.

Questo è un grave errore, fonte di gravi conseguenze per l'uomo stesso.    

 

Ci si può chiedere: che importanza e che utilità può avere conoscere la realtà più prossima a quella vera, oltre ciò che sembra all'uomo, oltre la  meravigliosa ma effimera condizione umana?     

Di per sè la cosa, potrebbe avere un valore semplicemente eruditivo, di appagamento di una curiosità culturale. Ma se questa concezione della realtà - come è strutturata e ordinata in un disegno globale - la si accetta in quanto se ne sia convinti e la si condivida intimamente, essa è e dà molto pi£ di una semplice conoscenza, sia pure affascinante: essa è capace di aprire qualcosa nell'intimo dell'uomo, di fargli comprendere e condividere spontaneamente il senso degli ideali morali può alti che siano stati additati o proclamati dalle grandi spiritualità. E questo nuovo sentire, in quanto è affidato alla buona volontà del singolo, è la vera nascita dell'uomo e, simultaneamente, del mondo migliore.

 

Se questa concezione della realtà portata dai maestri rimane solo un archivio mentale di nozioni, se serve solo  a darsi un abito originale e variopinto con cui pavoneggiarsi davanti a chi queste nozioni non ha, quella comprensione e quel rinnovamento non possono avvenire. La conoscenza è proficua solo quando sia vissuta con trasporto, non come evasione e vanto ma come arricchimento interiore: solo così è liberante e pacificatrice.

 

Quello che ha portato avanti l'uomo, anche dal punto di vista spirituale, per certi temperamenti è stato lo studio; per altri è stato uno spontaneo senso mistico; per altri ancora è stata l'esperienza diretta e dolorosa. Ma ciò che in ogni caso può fare risparmiare fatica e sofferenza è la conoscenza di come sono veramente le cose, quella conoscenza che è naturale premessa del far diventare le verità conosciute parte di se stessi, e quindi coscienza.

E' per dare quella conoscenza, e quindi innescate questa coscienza, che i maestri hanno fatto scuola per tanti anni della

nostra vita e per i tanti che ne trarranno beneficio e felicità nel futuro dell'uomo.

 

Forse è vero che il tipo di insegnamento e di ragionamento offerto dai libri del Cerchio (e quindi anche da questo) può non essere congeniale a tutti. Tuttavia esiste un punto, nella vicenda evolutiva di ogni uomo, in cui questo aspetto deve essere incontrato e affrontato. E' un punto che apre troppe nuove prospettive, che pone l'individuo in situazioni e stati d'animo troppo diversi da quelli che formano la realtà apparente, cioè quella della solitudine e del dolore. E ogni individuo deve trovare questo modo nuovo di collocarsi consapevolmente nel suo mondo, sapendo quale è il suo vero ruolo ed il suo reale destino. Ciò segna l'inizio di una vita pi£ piena.     

 

Col diffondersi delle comunicazioni e del libri dei maestri, molti si chiedono e sempre pi£ si chiederanno che cosa sia il Cerchio Firenze 77. E' perciò doveroso ed utile dire qualcosa in proposito, anche se è molto può facile dire che cosa non è piuttosto che cosa è, come già un maestro ci ha avvertiti e convinti. Dunque, il Cerchio non è un'organizzazione, nè un'associazione, nè una setta.

 

Non è neppure qualcosa di definibile in senso umano, poichè non esistono affiliati, soci, sottoscrittori. Fanno parte del Cerchio - che è in fondo solo una rappresentazione ideale -  tutti coloro che ascoltano o leggono queste comunicazioni, e liberamente e soggettivamente le commentano. Quindi, i membri del Cerchio non hanno niente di diverso dai lettori di quotidiani. 

Non possono esistere rappresentanti ufficiali del Cerchio proprio perchè ne fanno parte idealmente tutti coloro che sono e che saranno convinti dei concetti, delle verità portate, attraverso le voci dei maestri, a tutti. Ma pur essendone convinti, non c'è nessuno che possa recepire totalmente questo messaggio, prescindendo dalla sua soggettività. Esistono dei volumi già stampati presso questa editrice, e quelli possono essere oggetto di studio e di comprensione, non l'interpretazione che altri ne possano dare. Non esiste, perchè ne manca assolutamente il desiderio, la volontà di fare proseliti e di convincere chi sia tranquillo nelle sue opinioni, quali che siano. La divulgazione avviene spontaneamente, per adesione naturale e non provocata di coloro che condividono ciò che sono venuti a conoscere e che ha avuto come fonte unica un uomo di nome Roberto. Attraverso di lui i maestri si sono presentati nel tempo e hanno detto l'insegnamento che ci spetta come dono e come responsabilità. Non c'è mai l'uno senza l'altra.   

 

Non si sapeva, prima di Roberto, quanto i maestri, la sapienza siano prossimi, pronti a tutte le domande dell'uomo per dare tutte le risposte e le stimolazioni necessarie alla sua evoluzione: così la conoscenza diventa coscienza e la speranza certezza.

Roberto ha indicato, offrendo la sua esistenza come esempio miracolosamente semplice, appunto che i maestri sono qui, prossimi a noi, in noi. Che un uomo li abbia avuti in sè, dando loro il mezzo della voce e della presenza per tanti che lo possono testimoniare, è il segno e la testimonianza che ogni uomo li ha in sè, che in sè può avvertirne - nel silenzio  interiore - la voce amica e la serena presenza. In tal modo il loro insegnamento, che sembra finito con la morte di Roberto, non ha fine: perchè non ha fine l'evoluzione, la coscienza, la profondità dell'uomo.

 

Il dono spontaneo di Roberto prosegue, dunque, ben oltre la sua sparizione fisica, attraverso la responsabilità di chiunque ne accolga il messaggio e, nel far questo con gratitudine, ne fa a sua volta dono grato ad altri. E così via, oltre il tempo.

Per quanti siano stati i prodigi della sua "divina" medianità, che in tanti possiamo credibilmente testimoniare, il vero miracolo è che, per il solo fatto di esistere e di donarsi consapevolmente alla sua missione, Roberto ha indicato che il mondo occulto ci è amico, che i maestri sono con noi, in noi, qui. Tutto è qui. Questo è il logico messaggio, così silenzioso che può sfuggire alla consapevolezza meno accorta, dell'uomo silenzioso di nome Roberto. E questo lo rende maestro, prima di tutto, di vita.

 

Questo libro, che a lui è naturalmente dedicato, non è una trattazione sistematica dell'intero insegnamento, secondo le distinzioni e le progressioni consuete ai libri dei maestri già apparsi, da loro stessi approntati editorialmente. Esso è piuttosto una antologia in forma di vademecum - s'è già detto - quasi del tutto inedita, delle tante risposte date dalla voce del maestro Francois, ma non solo da questa, alle domande di chi fu accanto a Roberto negli ultimi anni della sua medianità. E sono le domande stesse che i lettori di questo libro hanno forse, chissà quante volte, indirizzato alle varie fonti di conoscenza "esoterica", ma senza una piena soddisfazione, senza che l'ansia o la curiosità si potessero dire appagate nella piena luce della logica. Ora questo appagamento è possibile.

 

La definizione del testo, tratto dagli stenogrammi delle sedute; i tagli e gli inserti da precedenti comunicazioni, resi necessari dall'esigenza - che mi sono data - di costruire un libro-dossier per qualsiasi tipo di lettori; tutto questo è stato il lavoro e la responsabilità del curatore dell'opera,a nient'altro affidato se non alla buona volontà e all'amore per Roberto ed i maestri, ai quali tutto è dovuto. Dove quel lavoro e questa responsabilità risultino difettosi, il lettore comprenda le intenzioni e scusi l'operaio maldestro.

 

Certo, il fascino di questo "romanzo della verità", così semplicemente e amichevolmente narrato, è tale che posso lasciare il lettore solo con la promessa di altri dossier - il materiale non è certo esaurito - su questi e su altri aspetti non meno affascinati e rivelatori, anzi ancora più arditi e trascinatori, di un insegnamento indispensabile all'uomo di oggi e di domani.

 

Ringrazio tutti gli amici partecipanti agli incontri del Cerchio che, grazie alle questioni poste ai maestri, hanno reso possibile questa raccolta di risposte. Ringrazio Nella Bonora e Luciana Campani per la prontezza con cui hanno messo a mia disposizione il materiale più raro in loro possesso. All'amica Luciana, in particolare, debbo una può esatta messa a punto di questo testo. Senza il lavoro di trascrizione dei nastri degli ultimi anni, compiuto da Gianna Giachetti, e senza l'intera trascrizione dattilografica di Carmen Mazza, questo libro non sarebbe tuttavia giunto in porto a così breve distanza dalla scomparsa di Roberto.

Gli "incontri del Cerchio" proseguono e anzi si intensificano spontaneamente in varie città italiane. I lettori che desiderino notizie su questi incontri e su come parteciparvi od estenderli, possono rivolgersi con fiducia al curatore di questo libro, presso questa casa editrice.

 

                                                                                                                                                                                                      P.C.

 

 

Un'occasione preziosa

 

Dali - Sono da poco compiuti trentasette anni di colloqui con voi. Lo scopo delle nostre comunicazioni lo abbiamo illustrato altre volte e non c'è bisogno di ripeterlo; se mai, ci sembra necessario - ora che il contenuto delle nostre comunicazioni è divulgato e può conosciuto - rispondere alle obiezioni di coloro che non colgono nella sua interezza il nostro messaggio, di coloro che si interessano del contenuto delle comunicazioni può che dell'aspetto fenomenico ma che non vi trovano niente di nuovo rispetto ad altre dottrine filosofiche, religiose od esoteriche, e di quelli che invece, pur cogliendo la parte inedita dell'insegnamento, la reputano una complicazione non necessaria.

 

Claudio - Se voi stimate che non abbiamo detto niente di nuovo, significa che siete cristallizzati nelle vostre concezioni, che avete perduto l'umiltà di chi vuol veramente sapere, convinto che la realtà è talmente vasta e incontenibile da un sistema di pensiero chiuso che di conseguenza le cose da conoscere sono sempre tante anche se già si conoscesse tutto il conosciuto.

 

Kempis - Se vi sembra che niente di nuovo abbiamo portato, o ci avete ascoltati superficialmente o non avete capito.

 

Veneziano - Figli, il vostro rifiuto a cogliere il nuovo può discendere dall'insicurezza, dalla paura di affrontare verità che determinino un fermento in voi stessi, vi smuovano dal comodo compromesso che avete raggiunto con la vostra coscienza e riaprano il conflitto interiore.

 

Claudio - Quando l'uomo conosce una verità che sente tale, cerca subito di intellettualizzarla. Cerca di adattarla a se stesso e di renderla meno scomoda. A quel punto la difende da altre verità conosciute successivamente, che ne mostrano la fragilità e l'incompletezza, anche perchè si sente diminuito ad ammettere che fino ad allora non conosceva aspetti della realtà può esplicativi. E' l'io personale ed egoistico che ne scapita e perciò non gli fa accettare ciò che in ultima analisi arricchirebbe la sua conoscenza.

Inoltre, riconoscere che altri sono portatori di verità può complete della propria è dare valore ad altri, e questo l'io non lo vuole.

 

Dali - Siamo sicuri nell'individuare le ragioni della  vostra opinione circa il nostro messaggio perchè sappiamo di avere eletto qualcosa di può e di nuovo, Per coglierlo dovete dimenticare quello che sapete, e leggere il messaggio come se nulla conosceste dell'argomento. In altre parole dovete cessare di confrontare le nostre parole con le vostre conoscenze accettando solo quello che già vi è noto.      

Il confronto fatelo dopo, quando avrete capito interamente il messaggio, ed allora vi accorgerete che esso dà una visione può completa della realtà o comunque rappresenta una ipotesi di spiegazione che non lascia spazio ad ombre.     

Certamente capire, anche in questo caso, richiede un minimo di applicazione ed impegno. Alcuni concetti sono complessi perchè per essere capiti occorre fuoriuscire dagli schemi della logica del divenire, cioè dalla realtà nella quale vivete. D'altra parte, conoscere ciò che sta oltre l'apparenza deve essere lo scopo di chi si accosta al fatto che rappresentiamo.

 

Kempis -      Allora, parlare della struttura della realtà che  sta oltre ciò che appare, non è una complicazione inutile. Certo, se vi accontentate delle concezioni che sino ad ora sono state date, delle enunciazioni astratte senza confrontarle con la realtà che vi appare, allora tutto va bene. Però siate consapevoli che il vostro modello di realtà è pieno di lacune e non regge al collaudo della logica.    

Se vi accontentate non dico delle favolette in cui Dio è un sovrano capriccioso, ma anche di quelle che parlano di storie di razze, pianeti, gabellate come verità esoteriche, allora avete ragione voi: il resto è complicazione inutile. Però siate consapevoli che il vostro sapere è quello di chi vende fumo.       

E' facile diventare pontefici di un popolo che non chiede nemmeno il controllo della logica: basta raccontare qualche fola, ccme il fanatismo religioso insegna. Ma se si vuole avere una risposta che finalmente spieghi perchè l'uomo deve amare ed essere retto senza invogliarlo ad essere così, con la promessa di una futura ricompensa, allora non bisogna rifiutare la spiegazione che richiede uno sforzo di comprensione.

 

Dali - Noi vi amiamo, perciò la nostra non è una fredda filosofia, perchè il nostro amore per voi si trasfonde nelle nostre parole. Nè quello che vi diciamo può rimanere un fatto intellettuale: non vi diamo delle notizie, o delle nozioni, vi offriamo l'occasione per vibrare, per sentire l'amore divino che avvolge ogni essere, cosicchè possiate trovare la fiducia e la serenità di chi ha  compreso.

 

Teresa - C'è tanto bisogno di amore! Se riuscite a sentirci vivi, veri, allora dovete sentirvi come dei fanciulli fra le braccia di una madre che comprende gli errori, che non condanna nè scaccia per essi, ma aiuta i suoi figli a capirli, a rimediarli o quanto meno a non ripeterli.

 

Claudio - Il fatto che le nostre parole siano dettate dall'amore non le rende tuttavia comode. Egualmente sono filtrate dal vostro io ed anche chi le ha accettate cerca poi, successivamente, di renderle meno significative affermando che ormai l'insegnamento è già stato dato nella sua essenza e quello che diciamo ora è solo una ripetizione o al massimo una puntualizzazione.

 

Dali - Se torniamo può volte sugli stessi concetti è perchè non li avete capiti precisamente. Non c'è niente di male da parte vostra. L'insufficienza può anche essere nostra nel non essere stati abbastanza chiari. Ma quando vediamo che non fate domande perchè credete di avere capito bene, cosa possiamo fare se non ridire il concetto in termini diversi per mettere in risalto cosa non è stato giustamente capito?

 

Kempis - A quel punto, invece, voi dite: "Questo è già stato detto" e non traete le conseguenze che quel concetto, giustamente  inteso, comporta nella visione generale. Ve ne do un esempio: in altra occasione ho detto che un'affermazione non ha il solo significato che scaturisce dal senso letterale ma in un sistema logico comprende anche tutte le conseguenze inerenti, così come l'affermazione stessa, a sua volta, è conseguenza di certi presupposti.

Quando vi diciamo che tutto è uno, voi accettate il concetto, ma non ne vedete tutta l'estensione, anzi continuate a pensare in termini opposti, a concepire la realtà in termini di separazione: voi e il "non voi".

 

Allo stesso modo, quando vi abbiamo detto che la materia akasica è tutta quella costituita da tutti i possibili sentire cosmici e che non può esistere un atomo di tale sostanza che non faccia parte di un sentire, perchè essa è sentire, a voi è sembrata una precisazione senza interesse, un dettaglio dato per riempitivo, mentre non è così, perchè sul piano della concezione della realtà porta a delle conclusioni che se anche per voi sono già note possono dare la misura di quanto quelle verità conclusive siano esiste.

 

La differenza che c'è fra mondo akasico o della coscienza, o del sentire, e mondi della percezione, sta proprio in quello che dicevo e cioè: mentre nel piano fisico, ad esempio, la materia non è tutta quella che compone i corpi degli esseri, perchè esistono anche oggetti inanimati, nel piano akasico tutta la materia costituisce solo i corpi akasici degli esseri e niente altro, poichè non esiste altra realtà.

Inoltre vi abbiamo detto che nei mondi della percezione la comunicazione fra gli esseri e la conoscenza della realtà avviene solo a livello di apparenza: vi è solo identificazione, e quindi la conoscenza è sempre reale.

Nei mondi della percezione la realtà in sè è diversa da come è percepita non solo per il fatto che è colta unicamente la sua apparenza, ma addirittura perchè al di là delle limitazioni del soggetto percipiente non esiste. Un oggetto che cade sotto i vostri sensi e che in virtù di essi vi appare quale lo percepite, in sè, nella sua realtà, è solo sostanza indiversificata, quindi non esiste quale voi lo conoscete.

La sedia su cui sedete per voi è una realtà ben concreta; tuttavia così vi appare in virtù del fatto che il vostro corpo è costituito di analoga materia, e che la limitazione della vostra vista vi impedisce di vedere la materia nella sua realtà. Infatti, se voi vedeste solo a livello sub-atomico, ogni forma sparirebbe e tutto vi apparirebbe come un cielo stellato. Eppure ancora la vostra osservazione non raggiungerebbe la realtà della materia: coglierebbe solo il suo apparire a livello subatomico.

 

Infatti, se ancora andaste in profondità, anche il cielo stellato sparirebbe per mostrarvi le forme del mondo astrale, forme che in una visione può profonda sparirebbero anch'esse in un cielo stellato. A sua volta quel cielo stellato sparirebbe per lasciar posto alle forme della materia mentale, materia che non è ancora la radice, la sostanza basilare, perchè a sua volta è costituita da materia akasica ed in ultima analisi di sostanza spirito indiversificata.      

Allora, qual è la realtà di un quid, di una sostanza la quale mostra aspetti diversissimi col mutare il punto di vista dal quale si osserva?

 

Se la realtà di una cosa è la sua vera qualità e condizione, e se la vera qualità e condizione sono quelle che sono e non quelle che appaiono, allora la realtà della sedia è al di là delle sue apparenze, o meglio non è nessuna di quelle che appaiono all'osservatore, cioè è sostanza indiversificata.       

Tutto il mondo delle forme, tutta la molteplicità non è reale, è un'apparenza. Le varie apparenze della sostanza che compone la nostra sedia sono tutte egualmente irreali: non ce n'è una può reale dell'altra. D'altro canto, però, ogni apparenza, limitatamente alla condizione nella quale emerge, è qualcosa, ed essendo qualcosa è una realtà; ma proprio per il fatto che è qualcosa in relazione ad una particolare osservazione, è una realtà relativa.        

 

Allora, la vera qualità e condizione di tutto è sostanza spirito indiversificata: ma il tutto è anche l'insieme della realtà relativa, altrimenti non sarebbe il tutto. Quindi il tutto è tutta la sostanza e tutta l'apparenza.            

Perchè Dio non sia meno del tutto (e non può esserlo, altrimenti tutto sarebbe Dio) deve comprendere tutta la sostanza e tutta l'apparenza, e questo può essere solo se tutto fa parte di Dio. Gli esseri, i mondi, tutto quanto esiste è all'interno di Dio.          

 

Tutto quello che noi vediamo, tocchiamo, gustiamo, gli stessi nostri pensieri, sensazioni, sentire, formano parte di lui pur non essendo lui. La trascendenza di Dio quale conseguenza della sua immanenza. Questo lo sapevate.

Quello a cui invece non avete fatto caso è che se è vero

che la materia akasica è tutta quella che compone la coscienza cosmica e quindi l'insieme dei sentire relativi, i corpi akasici, le coscienze individuali, ne discende che i mondi mentale, astrale e fisico con tutto quello che contengono sono  costituiti di coscienza, di sentite. 

Se i mondi della percezione sono costituiti di materia akasica e se non esiste materia akasica che non faccia parte di un corpo akasico, cioè di una coscienza, di un sentite individuale, ne consegue che  i mondi della percezione sono 

costituiti sostanzialmente dall'insieme delle coscienze individuali, sono dentro, interni all'insieme di quella.

Qualunque materia cada sotto la vostra attenzione fa parte della coscienza di un essere. Certo è impossibile dire a quale essere appartiene, così com'è impossibile localizzare nel mare una goccia di pioggia che vi cada; ma strutturalmente è così.

 

Pensate: voi che siete abituati a considerare il mondo in cui vivete consapevolmente come qualcosa di esterno ed estraneo a voi, per essere nel vero dovete vederlo come parte di voi stessi, e non solo perchè è scenario della vostra esistenza e di avvenimenti che vi coinvolgono, ma anche perchè la sostanza che lo costituisce fa parte in ultima analisi del vostro stesso essere.

Pensate: lo sgomento che vi coglie meditando sulla vastità degli spazi cosmici, che talvolta vi fa sentire sperduti in un infinito e forse scordati in tante molteplicità, è infondato perchè tutto è costruito di coscienza e tutta l'immensa vastità dell'esistente è dentro la coscienza dell'essere!

Oh, Padre, come suona può vera perchè può comprensibile ora l'affermazione che tu sei in tutti e tutti siamo in te! Non è un modo di dire: è realtà. Tu sei nelle fibre del nostro essere, che è costituito della tua stessa sostanza, e noi siamo nel tuo seno quali unità della tua coscienza.

 

Dali - Dunque, cari, il nostro parlare, continuare a dire, mantiene vive ed attuali le nostre parole, nonostante gli sforzi dell'io personale ed egoistico tendenti a minimizzarle,a relegarle fra le cose trascorse che non sono state capaci di cambiare l'uomo.

 

Kempis - Non avete scampo. Noi siamo certi di darvi uno strumento capace di tanto. Voi soli avete la responsabilità di lasciar cadere una occasione preziosa.

 

Continua