I piani di esistenza - Microcosmo - Evoluzione- Definizione di vita - Dal cristallo all'astrale - Sviluppo e origine della razza umana -
Definizione di peccato - Superamento della negatività - I tre aspetti dell'evoluzione - Evoluzione dopo il trapasso - Modalità del trapasso -
Il suicidio - Il piano mentale - Modalità della nascita - Libertà - Predestinazione e karma - La Manifestazione - Nascita di un Cosmo-
Le sette aggregazioni della materia - Nozione di tempo e di spazio - Illusione del movimento -
PARTE TERZA L'INSEGNAMENTO
In questa parte sono state incluse tutte le comunicazioni
che, nell'esposizione dei concetti e nel susseguirsi delle argomentazioni,
costituiscono un insegnamento unitario. Proprio per non interrompere
l'omogeneità del discorso, sono stati omessi i nome delle Entità comunicanti:
la maggior parte dei messaggi sono di Dali e Kempis, ottenuti sempre attraverso
lo stesso medium, con trance ad incorporazione. Solo alcune comunicazioni sono
di Entità che intervengono più raramente alle nostre sedute. E' utile ricordare che, all'inizio, i partecipanti a
queste riunioni - compreso il medium, allora sedicenne - erano persone che,
sulle cose dello spirito, avevano la limitata cultura che un insegnamento
religioso di tipo scolastico può dare, non avendo mai posto attenzione alla possibilità di ulteriori acquisizioni
in questo campo. Ma quello che gli Istruttori disincarnati, che non
desiderano essere chiamati Maestri, rivelavano a poco a poco, oltre ad
arricchire direttamente la mente dei partecipanti, stimolava in loro il
desiderio di approfondire le loro conoscenze in campo spirituale. Grande poi è
stata la soddisfazione quando - a distanza di anni - nella lettura e nella
meditazione di testi di sognati di consultare, essi hanno trovato conferma di
questo insegnamento esoterico in altre filosofie (specialmente in quelle
orientali) potendo così constatare quanto le Guide avessero ulteriormente chiarito
e approfondito e quanto di nuovo avessero rivelato. Pertanto, possiamo confermare la validità del loro
messaggio che ha indotto tutti noi ad ampliare il nostro orizzonte di conoscenze, a volgere
l'attenzione al nostro mondo interiore, a rivedere tutto da una prospettiva
diversa nella rivelazione di altri piani di esistenza. (1) Ricordiamo che tutto ciò che è stampato in
normale corpo di stampa è l'opera degli estensori, mentre ciò che è stampato in
corpo minore è stato ripreso dalle comunicazioni medianiche registrate (N.d.R) I piani di esistenza Dalle
notizie che ci sono pervenute fino dai tempi più antichi, sappiamo che l'uomo definì il mondo in: visibile e non
visibile. Contemporanea
di questa definizione è la presunta ubicazione dell'invisibile che ancora oggi
molti ritengono esistere in qualche zona dell'universo fisico. Un poco più
evoluta è la convinzione che l'invisibile non appartenga al mondo materiale;
comunque, un interrogativo rimane sempre: che cosa esiste oltre quello che si
percepisce e si controlla? L'uomo
percepisce limitatamente alla gamma di ricezione dei
suoi sensi; con speciali apparecchiature, può indovinare l'esistenza di
qualcos'altro, che però appartiene sempre alla ragione dell'universo definita
fisica. Ma
oltre questo? Avete ridotto ai minimi termini la materia; farete altre scoperte
proseguendo nelle ricerche, non troverete un ostacolo quale il
"nulla". Avete scoperto che il grandissimo numero di sostanze è il
risultato di un numero assai minore di elementi: avete osservato Quando
farete questa scoperta dell'elemento ultimo o primo piano fisico, comprenderete
che, oltre a quello, Facciamo
alcune considerazioni: in natura esistono moltissime sostanze, prendiamone una
comune: il sale. Domandiamo alla chimica che cosa è il sale: cloro e sodio
combinati danno il sale. La sostanza detta comunemente sale è la combinazione
degli elementi cloro e sodio. In teoria, prendendo un cristallo di sale lo
possiamo frantumare fino ad arrivare ad una infinitesima parte, oltre la quale
lo scinderemmo nei suoi elementi costituenti, cioè non avremmo più sale, ma
avremmo cloro e sodio separati. I chimici chiamano questi ultimi
"elementi" mentre noi li consideriamo come "sostanze" Infatti, recentemente la vostra
scienza ha stabilito che gli elementi
sono il prodotto dl un certo numero di particelle, che varia da elemento, da
voi chiamate: elettroni, protoni, neutroni e via dicendo. A
sua volta, un elettrone differisce da un protone per un numero diverso di altre
particelle, e così via, fino ad arrivare complessivamente a sette suddivisioni. La settima è definita da noi:
unità elementare del piano fisico, ed è la stessa per tutti gli elementi. Così
come nel Cosmo il piano spirituale è lo stesso Però,
vista la differenza che esiste fra le prime tre classi di densità materiale del
piano fisico e le rimanenti quattro, noi possiamo definire o considerare il
piano fisico in: eterico e denso. Ma non possiamo dilungarci in queste
considerazioni o in altri particolari, e pensate che noi guardiamo
esclusivamente la materia del piano fisico: immaginate poi se noi prendessimo
in esame i veicoli (i corpi fisici) mentre vogliamo accennarvi, sia pure
brevemente, anche agli altri piani di esistenza, nei quali voi un giorno
vivrete coscientemente. «Piano
di esistenza» è da noi definita una regione Tutti
i piani di esistenza sono attorno a voi. Entro la materia stessa è il mondo
degli spiriti. Immense meraviglie vi circondano, ma di tutto questo non siete
consci. Per ogni piano di esistenza l'individuo ha dei veicoli e, per ogni
veicolo o corpo, dei sensi; ma dove i sensi sono sopiti, la coscienza non
lavora. Ecco perché voi non percepite molto di più, di quanto non rientri nel
ristretto campo percettivo dei vostri sensi fisici. La
più grossolana materia che non appartenga al piano fisico,
è su un mondo da noi definito «astrale» il quale ha anch'esso i suoi solidi, i
suoi liquidi, i suoi gas,
i suoi eteri, anche se questi sono immensamente più sottili di quelli del piano
fisico. Se vasto e vario è il piano fisico, così e più ancora sono gli altri;
sette sono quindi le densità materiali del piano astrale. La natura ripete di
piano in piano, nei suoi ritmi, gli stessi metodi. Il mondo astrale è molto
simile a quello fisico, anche perché moltissimi veicoli astrali ricalcano
esattamente quelli fisici. Qui non esiste materia opaca, ma ogni oggetto ha una
lucentezza ed un colore particolare. Se
alcuno, nel piano fisico, di dati somatici, è capace di comprendere l'anima di
una creatura, con molta più facilità questo avviene nel piano astrale dove, non
solo si capisce l'elevatura di una creatura, ma si può anche comprendere il sentimento del momento.
Naturalmente, questo non riesce subito facile a tutti, anche perché quanto si
osserva cambia repentinamente nel colore e Che
dire degli abitatori del piano astrale? Ve ne sono moltissimi. Dagli spiriti
elementari e costruttori della natura, dai veicoli di individui incarnati o
disincarnati, ve ne sono di tutte le specie: socievoli e scontrosi, timidi e
feroci, gentili e scortesi, moltissimi. Un
individuo che viva coscientemente nel piano astrale, vede
tutto questo e ha davanti a sé un mondo
vastissimo e meraviglioso. Ora, come il vostro corpo fisico ha dei sensi,
similmente l'astrale ha i suoi. Questi sensi sono detti anche
"centri" i quali, sviluppati, danno non solamente la visione di
quanto circonda il veicolo astrale di una creatura, ma danno anche la
consapevolezza. Naturalmente,
però, colui che ha i sensi del corpo astrale sviluppati, generalmente è un individuo evoluto, un individuo che può
agire indipendentemente dal corpo fisico. E'
comune convinzione che l'uomo dopo aver lasciato il suo corpo fisico, la sua
veste, veda tutto con chiarezza; non è giusto e non è esatto per tutti. Solo coloro
che vivono coscientemente possono avere un'ampia visione; per gli
altri si ha una maggiore consapevolezza, raggiunta piuttosto da un esame di
coscienza e da una purificazione che da altro. Il
veicolo astrale di un individuo è quel
corpo che trasforma quanto proviene dal mondo fisico, o dall'astrale stesso, in
sensazioni trasmesse alla mente che le
raccoglie e le cataloga. Ciascuno, secondo la natura dei propri pensieri,
costruisce il proprio corpo astrale, così come certi esercizi fisici sviluppano
alcuni muscoli piuttosto che altri. La particolare natura del corpo
astrale derivante da questo, fa sì che
l'individuo abbia più intense e più gradite certe sensazioni piuttosto che
altre e, naturalmente, desideri quelle; in altre parole l'anima umana – secondo l'evoluzione
dell'individuo -
Dopo
un periodo di tempo di circa 36 ore da che il veicolo fisico ha cessato di
vivere, l'individuo l'abbandona
definitivamente e sosta nel piano astrale più o meno lungamente, in attesa che
il suo corpo astrale si disintegri. Che cos'è che determina questa attesa? Essa
corrisponde alla purificazione dell'anima dopo la morte, descritta in vario
modo da ogni religione. L'attesa
è determinata da una particolare natura del Ogni
corpo astrale è formato con la materia dell'omonimo piano nelle sue sette
densità. Ora, dopo il trapasso, il corpo astrale diviene un insieme di sette
gusci concentrici i quali, iniziando da quelli di materia più densa e
successivamente in ordine gli altri, si decompongono.
Ogni
decomposizione è accompagnata da un particolare stato
di coscienza, derivante dall'esame dei desideri avuti, propri di quella materia
della quale è composto il guscio che si sta scomponendo. Come il vostro corpo
fisico nella putrefazione è aiutato da certi agenti esterni, così l'astrale in
questo disfacimento può essere aiutato, producendo così una sollecitazione
nella disintegrazione. Ogni
anima evoluta si trattiene brevemente nel piano astrale e queste purificazioni
non sono seguite dall'anima, ma essa cade in un lieve torpore. Le
altre anime, invece, o rivivono colpe commesse, oppure con la materia di questo
piano si creano un mondo fittizio per cullare desideri insoddisfatti, finché ,
stanche e saziate dai loro sogni e disintegrato completamente il corpo astrale,
l'anima si trova sulle soglie del piano successivo a questo: "il
mentale" che, prima di allora, essa non aveva mai immaginato che esistesse. Quanto
è stato detto a proposito della materia Una
particolarità che si nota i questo piano è la grande
In
questo piano, attendono di manifestarsi due classi di considerata in densa ed eterica, vista la differenza che esiste fra le tre suddivisioni inferiori e le quattro superiori, così la materia del piano mentale ha uno stesso stacco, diciamo, ed è da noi chiamata: "regione della forma" e "regione della non forma". Mi spiego: se la materia mentale esistesse solo nelle quattro
suddivisioni superiori, diciamo meno dense, gli impulsi della coscienza
individuale, o pensieri, non creerebbero delle figure ma unicamente dei
bagliori, per cui la comunicazione fra incarnati sarebbe possibile solo per
colore che possono comprendere la ragione pura, mentre la materia più densa del
piano mentale, sotto gli impulsi della coscienza individuale, prende delle
forme le quali sono ricevute dal
cervello (organo del corpo fisico) e tradotte in parole, rendendo possibile la comunicazione sia fra gli incarnati sia fra i
disincarnati.
Ma
non poteva esistere solo materia mentale delle quattro suddivisioni superiori?
Quella detta appartenente alla
"regione della non forma?". Evidentemente no, se pochi sono i
cervelli che possono ricevere tale Cristo,
per insegnare agli uomini, prese forma umana.
Quando
l'uomo sarà evoluto, non vi sarà più bisogno di incarnarsi. Colui che vivesse
coscientemente, nel vero senso della parola, sul piano mentale, ed avesse i
sensi del suo corpo fisico sopiti, cioè
mettiamo, fosse cieco e sordo, vedrebbe ed udrebbe meglio di colui che avesse
vista ed udito. Allora
possiamo dire che il corpo mentale di un individuo,
è quel corpo che traduce gli impulsi della
coscienza individuale in immagini o bagliori, secondo la natura di questi impulsi e, queste
immagini o bagliori, sono definiti da voi pensieri i quali, ricevuti dal
cervello fisico, sono tradotti in parole. Così come possiamo dire che il corpo
fisico è quel veicolo capace di comunicare con i simili a mezzo di atti o di
parole. Ma come il corpo fisico non è
l'individuo stesso, altrettanto non lo è il mentale. L'individuo è il
pensatore, colui che pensa, e che non va confuso con il veicolo mentale.
Non
si può tralasciare di dire, sia pure accennando come è stato fatto per le altre
cose, di quella regione del piano mentale corrispondente ai cieli descritti
dalle religioni. Occorre però ricordare che una creatura, la quale fosse in
questi cieli, non sarebbe divisa da altre se non da un particolare stato di
coscienza. Tutto è attorno a voi. Un uomo che avesse vissuto per meritarsi un
premio eterno od avesse dedicato la sua vita ad un ideale, dopo il trapasso,
nel piano della mente, per Questo stato corrisponde quindi ad un
senso di appagamento, di beatitudine. Molte Entità che si presentano in certi
incontri, provengono appunto da questa regione del mondo mentale. Ecco perché
esse descrivono un «aldilà» simile a quello che credevano esistesse durante la
vita, perché lo stanno sperimentando e per esse è una cosa reale, non un sogno.
Una
volta che l'individuo, non abbastanza evoluto, abbia cessato questo suo sogno,
si riposa; rivede con chiarezza e con tranquillità tutte le passate esistenze,
ma non è conscio di quanto avviene attorno a lui, perché egli è entrato nel
piano successivo a quello mentale, ha abbandonato il suo corpo mentale e si
trova sulle soglie di un piano, nel quale un giorno vivrà un'immensa
indescrivibile beatitudine. Il
piano akasico è quel piano immediatamente successivo a quello mentale ed
immediatamente precedente a quello spirituale. Fu emanato dal primo alito di
Dio. E'
cosa ardua parlare di questo piano dove l'individuo che vive coscientemente è
Iniziato o già Maestro. Qui vi è dualità, ma non separazione; ogni essere qui
sente di appartenere al Tutto, e di essere un'unica cosa con tutto il resto
dell'Emanazione e, nello stesso tempo, di essere se stesso come mai lo ha
provato prima. Da questo piano si riversano sugli altri piani di esistenza, un
amore sconfinato ed una comprensione senza limiti. Questo,
quindi è il piano della "Fratellanza universale", "Dell'Amore",
il piano dove un giorno tutti vivranno coscientemente, ricordando le amarezze
di oggi come piccole cose, piccole in sé , ma grandi per quello che hanno
prodotto sull'essere umano. Il
corpo akasico dell'individuo è il corpo formato appunto dalla materia di questo
piano, quel corpo che serba in sé tutte
le esperienze avute nelle varie incarnazioni; quel corpo che si costituisce man
mano che l'individuo evolve. Il
corpo mentale è quel corpo che produce l'illusione della separatività, perché è
dell'intelletto la prerogativa di distinguere l'"io" dal non
"io"; ma questa illusione è necessaria per costituire, formare
l'autocoscienza, in altre parole, il corpo akasico.
Tre
furono le manifestazioni, le emanazioni dell'Assoluto: la terza creò il mondo
mentale, la seconda il mondo akasico, la prima il mondo spirituale e questi
Ma
poco possiamo sapere di questo mondo e del successivo, perché la nostra
coscienza ancora si muove nella densità materiale dei piani sottostanti. Ci
conforta il pensiero di sapere che i nostri Fratelli Maggiori ci attendono e ci
aiutano in questo nostro sviluppo. Nessuno immagina che esista un mondo più
elevato di quello che egli conosce, me il sapere che esistono mondi ancora più
elevati, e il solo pensarlo, li avvicina e fa sì che quelle cose che una volta
sembravano perseguibili solo ai Santi, diventano più facilmente raggiungibili. La
suddivisione da noi fatta è più convenzionale che reale. L'Universo è un tutto
inscindibile; ogni piano di esistenza sta attorno a ognuno, dall'astrale al
mentale, dall'akasico allo spirituale stesso. E'
utile ricordare che dicesi piano l'insieme di tutte le materie
che hanno le stesse caratteristiche fondamentali. La distinzione è quindi
condotta in funzione della diversità delle materie e non da una diversa
ubicazione nello spazio in quanto, del resto, in ciascun punto del Cosmo esistono tutti i piani. L'esistenza
dell'individuo su questi piani non può essere quindi intesa come uno spostarsi
dell'individuo da un piano all'altro; significa, invece, avere in ciascun piano
un corpo in formazione o in attività. L'uomo
di media evoluzione, oltre che esistere sul piano fisico, esiste astralmente, mentalmente ecc., perché ha u corpo
astrale, mentale, ecc. Se mai, si deve distinguere fra esistenza inconsapevole
ed esistenza consapevole. La prima è quella esistenza che per poca evoluzione,
quindi in
cui sono i veicoli. Per cui, ad esempio, l'uomo di media evoluzione esiste
consapevolmente nel piano fisico, inconsapevolmente negli altri piani. L'esistenza
individuale si svolge in diversi livelli: in modo consapevole nel piano fisico
e in modo inconsapevole nel piano astrale a livello di sensazione, emozione, Per ogni attività dei veicoli, un livello di
esistenza raggiunto. Sette
sono i livelli principali di esistenza nell'uomo: SCHEMA ILLUSTRATIVO
In
questo schema, occorre rilevare che per incarnazione intendiamo non solo la
vita dell'individuo giunto allo stadio di evoluzione umana, tanto che abbiamo
scritto, alla sommità di quel settore dello schema, "i livelli
dell'esistenza nell'individuo". Con "incarnazione", infatti,
intendiamo qualunque stadio dell'evoluzione individuale, giacché incarnazione,
per noi, è quel processo che collega la vita dell'individuo con una qualunque
forma di vita nel piano fisico. Quindi, per incarnazione intendiamo anche il
collegamento fra la vita Individuo
- pertanto - è anche colui che, per poco sviluppo o poca evoluzione, ancora non
si incarna come uomo, ma è collegato alla manifestazione di una qualche forma
dei tre regni naturali. Microcosmo
Microcosmo
è, per eccellenza, l'individuo che è giunto allo stadio di evoluzione umana;
l'uomo, in poche parole. Ma per estensione di significato, microcosmo è
l'individuo ancorché questo - per poco
sviluppo - sia collegato
ad un forma di manifestazione della vita naturale, o minerale, o vegetale, o
animale. L'individuo, all'atto della sua manifestazione, possiede in potenza
tutti i veicoli o corpi. Attraverso alle varie incarnazioni - cioè attraverso
alla reincarnazione - taluni di questi veicoli o corpi si organizzeranno, altri
- in particolare la coscienza - si costituiranno o fermeranno. Anche
se i veicoli non sono organizzati, pur tuttavia la materia che si organizzerà in veicolo esiste attorno
all'individuo. E quindi noi, per forza, dobbiamo dire che l'individuo è un microcosmo, anche se un
microcosmo, veramente e propriamente,
lo sarà solo quando la maggior parte dei suoi veicoli saranno sviluppati o
costituiti; cioè quando l'individuo sarà uomo. In un primo tempo, lo scopo
dell'incarnazione dell'individuo è quello di organizzare i veicoli inferiori
attraverso il collegamento dell'individuo con una forma semplice di
Inizialmente
l'individuo non è collegato a una sola forma di vita, nel mondo naturale, ma
più saranno i processi di cristallizzazione ai quali sarà collegato
l'individuo;
Gradatamente, dalla forma di vita animale all'uomo, l'individuo è
collegato a un numero di forme di vita contemporaneamente sempre minore: mentre
in un primo tempo l'individuo che sia collegato, per sviluppo raggiunto, alla
forma di vita naturale animale, è contemporaneamente collegato a più forme di
vita di questo tipo, man mano che il suo sviluppo aumenta (e con esso la sua
evoluzione) le forme di vita alle quali è collegato diminuiscono di numero.
Alle soglie del mondo umano, sarà collegato nello stesso tempo ad una sola
forma di vita nel mondo animale.
Fino
a che questi veicoli non sono pronti, l'individuo Quando
poi queste materie sono organizzate l'individuo può esprimere. Prima riceveva
solo delle sensazioni; se avesse potuto esprimersi avrebbe detto: "caldo,
freddo, fame, sete, sonno, stanchezza" e via dicendo.
Non
avrebbe avuto il senso dell'individualità; parlo per quelle individualità le
quali animano, sul piano fisico, forme che voi chiamate cristalli, cioè
appartenenti al regno minerale e quelle del vegetale o dell'animale, che non
hanno consapevolezza della propria natura individuale. Mentre, allorché si è
costituita la mente, questa consapevolezza appare nell'individuo e l'individuo
non dirà: freddo, fame, e via dicendo, ma, una volta uomo, "io ho
freddo", "io ho fame". Questo perché la mente da proprio questo
preciso senso dell'individualità; fa sentire l'individuo distinto da tutto
quanto lo circonda.
Come
uomo, l'individuo è sempre collegato ad una sola Questo
corpo è la porta attraverso alla quale passano superiori tutti
quegli urti, tutti quegli impulsi, tutte quelle esperienze che vanno a
raggiungere i veicoli che sono interessati; e attraverso a questa porta, l'uomo
riceve questi impulsi che organizzano i suoi veicoli superiori. In particolar
modo, la parte di corpo mentale che dà l'intelletto. Successivamente, sempre
attraverso tale porta, o corpo fisico, l'intelletto assieme all'astrale,
costituirà la coscienza.
Dobbiamo
anche considerare la fase dell'evoluzione
dell'individuo a seconda di come si svolge, e cioè: da prima i veicoli
si organizzano attraverso agli impulsi del mondo circoscrizionale, del mondo
che sta attorno Quando
la coscienza sarà sufficientemente costituita, cioè dopo che il veicolo che sta
fra la Scintilla Divina
Ecco
perché l'evoluzione dell'individuo al suo
inizio è L'evoluzione
ha un suo ritmo naturale: così - volente Evoluzione Il capitolo si apre con la presentazione di un concetto di vita che si discosta da ciò che viene con tale termine comunemente inteso. Di solito, infatti questa è almeno la nozione sulla quale filosofi e scienziati sembrano maggiormente concordare -, per vita s'intende l'attitudine di certi fenomeni a regolarsi da sé secondo fasi di crescita, riproduzione, senescenza e morte che appaiono - nella loro essenza - indipendenti da quella parte di mondo che si definisce inanimato, o inorganico. Nella classica tripartizione della
natura in regno minerale, vegetale ed animale, il fenomeno "vita"
riguarderebbe dunque esclusivamente questi ultimi due modi di esistenza. E'
chiaro, tuttavia, che se in una prima approssimazione il concetto ora dato può
sembrare, pur nella sua genericità, corretto, ad uno sguardo più approfondito,
la distinzione così prospettata tra vita e non-vita diviene assai difficile, se
non impossibile.
Questa
è appunto la direzione nella quale muove l'insegnamento sull'evoluzione nella
sua parte introduttiva. Insegnamento Tale
concetto di vita si estende dunque fino a ricoprire per intero quello di
esistenza. Lungi dal cadere in un genericismo panteistico o, peggio,
magico-animistico, esso sottolinea un'omogeneità di base dell'esistente, la
quale costituisce indispensabile premessa d'una comprensione il più possibile
ragionevole (e cioè non mitica, o fantastico-religiosa) del fenomeno evolutivo.
Le
nozioni necessarie a tale comprensione vengono fornite secondo una successione
che consente di cogliere il concetto di evoluzione in aspetti ed implicazioni
di ampiezza crescente. In
particolare, in un quadro evoluzionistico e perciò dinamico della vita, il
problema morale del peccato evita compromessi con rappresentazioni
antropomorfiche e paternalistiche di Dio, trovando un'impostazione al tempo
stesso elastica e rigorosa: elastica perché , pur essendo rispettosa dei
diversi gradi di evoluzione degli individui e delle conseguenti loro diverse
possibilità di comprensione, è consapevole di come il problema della
distinzione tra male e bene non possa conoscere soluzioni contenutistiche
univoche e prestabilite: rigorosa poi, perché il concetto di karma viene a
porre in luce la legge in virtù della quale ogni azione è produttiva per il suo
autore di conseguenze ineluttabili e destinata, sia in questa vita che in
quelle successive, a risvegliare il suo S‚ spirituale, nella progressiva
eliminazione di ogni scoria di egoismo. * * * Definizione di
Vita In
natura dicesi vita quel fenomeno spontaneo atto a manifestare dei centri di
sensibilità e di espressione. Il
fenomeno "Vita" è regolato e determinato da precise leggi, identiche
per tutti gli individui appartenenti ad una stessa specie. In seno
all'uguaglianza della specie, il grado di mente manifestatesi, pur essendo
parallelo e correlazionale alle caratteristiche della specie, mostra una
personalità distinta anche nelle forme di vita strutturalmente meno
organizzate. Quelle leggi che rendono possibile la vita, limitano l'individuo;
ma è da questa limitazione che la mente si aguzza ed organizza. Vita e mente
sono inscindibili, l'una è veicolo dell'altra. Tale
collegamento genera uno scorrere che, visto nella
Nel
creato, che poeticamente può essere definito un
La
materia, nella sua costituzione ultra-atomica, è la forma cementata e composta
dalla vita macrocosmica, mentre la forma dell'organismo vive di vita
microcosmica. Come la vita microcosmica ha un ciclo, così la vita macrocosmica
ne ha uno proprio. Allorché la vita microcosmica ha cessato il proprio ciclo,
il legame fra la forma e il microcosmo viene meno ed accade una
disorganizzazione della forma, un ritornare della materia ad
uno stadio elementare. Allo stesso modo, allorché un Cosmo ha compiuto il suo
ciclo, avviene un ritornare della cosiddetta materia e di tutto ciò che sta
alla
Un
Cosmo, che è costituito da molti Universi, i quali sono formati da molti
sistemi solari, non rimane invariato in questi elementi siderali per tutto il
ciclo di manifestazione, ma fluttua in tal senso e si trasforma.
Un
pianeta, il quale abbia terminato il proprio ciclo di vita, cede la materia che
lo componeva ad altri pianeti, così come un organismo vivente, allorché la vita
che lo animava cessa, cede la materia che lo componeva ad altri organismi. Ma
non può mai accadere che l'individualità,
Ma
vediamo - per meglio spiegarci - di fare degli Un oggetto ha una forma, ma non vive di vita microcosmica; vive la materia che lo compone e vive di vita macrocosmica. Un pianeta ha una forma, ma non vive Il fatto che la materia possa avere una
forma piuttosto che un'altra e passi da un organismo manifestante una vita
microcosmica ad un altro manifestante un'altra vita microcosmica, non interessa
per niente la vita macrocosmica, la quale cementa ed anima la materia nella sua
composizione ultra-atomica. Ancora un esempio: nel vostro organismo accadono i
normali processi di ricambio; ebbene il vostro organismo non è affatto
disturbato, anzi questi processi fanno
parte della vita stessa del vostro organismo. Quindi
tutto vive. In
sostanza, il Cosmo non è che un organismo immenso, prodotto e manifestazione di
una vita nella quale vi sono altre vite che sono espressioni, correnti,
riflessi dell'Unica vita. Dagli esperimenti di laboratorio l'uomo può essere
tratto in inganno: può credere di poter
creare la vita. Non è così; la vita microcosmica si manifesta
ogniqualvolta trova l'ambiente adatto, e quando l'uomo crede di aver creato la
vita, non ha fatto altro che creare l'ambiente adatto alla manifestazione della
vita. Niente è morto, ma tutto vive e non esiste materia che si possa far vivere. Dalle
immensità siderali alle immense sottigliezze della materia ed oltre, è la
Vita che tutto muove e fa palpitare, quella Vita che è principio e fine
dell'Amore, quell'Amore che è principio e fine della Vita. Le
due forme di vita microcosmica e macrocosmica, fuse in unico amplesso, sono ben
sintetizzate nel sigillo di Salomone in cui: La
materia, come elemento del piano fisico, vive di Quando
un'individualità organizza un veicolo o corpo e lo rende strumento della
propria evoluzione, prende dalla materia del piano, la quale seguita a vivere
di vita macrocosmica, e la rende sede di una vita microcosmica, la quale cessa
quando l'individuo abbandona il veicolo o corpo. L'evoluzione
consiste nella purificazione dei veicoli e nel procedere al risveglio del
"SE'" spirituale. Evoluzione, per l'individuo, significa sviluppo
della quello
spirituale, in quanto deve comunicare alla mente la sua natura divina; quello
mentale, in quanto la mente deve essere capace di ritenere tutto ciò; quello
astrale, in quanto si deve desiderare altruisticamente; quello
fisico, in quanto la forma fisica deve avere la
quale non denigra chi è minimo rispetto ad essa, perché non è condannabile il
fiore che ancor non è sbocciato. La Scintilla Divina, staccandosi dall'eterno
fuoco, per venire ad animare una forma fisica, attraversa tutti i piani di
esistenza di ciascuna materia. Dal
cristallo all'astrale
Giunge
così al piano fisico, rivestendosi anche di
questa materia, cioè organizzando la più semplice forma di vita sul
piano fisico: il cristallo (il processo della cristallizzazione è la
manifestazione di tale vita). Proseguendo
in questo organizzare, avviene che comincia a vibrare la materia del desiderio:
l'astrale. Il mutare delle stagioni, la siccità e le piogge in una pianta fanno
sì che sorga il primo barlume di desiderio e sensazione. Il desiderio e la
sensazione sono bene sviluppati negli animali, ed in essi comincia a vibrare la
materia mentale, poiché si cerca il modo di assecondare il desiderio e la
sensazione. In alcuni animali superiori, questa mente-desiderio è già
abbastanza sviluppata da formare quasi un individuo. Infatti, due cani della
stessa razza, età e discendenza, posti nelle identiche condizioni di pericolo,
reagiscono diversamente. L'uomo è individuo, perché ha questa mente-desiderio
fecondata, come dicemmo altre volte, dal Terzo Aspetto dell'Assoluto.
Durante
la vita umana, la mente si stacca dal desiderio e, anziché assecondarlo, lo
soggioga. Comincia così a vibrare il vero SE', lo Spirito che, all'apogeo della
scala evolutiva, si unirà con la mente od anima umana divinizzando l'uomo. Così
si svolge l'evoluzione del creato. Il
corpo umano discende da quello animale. L'entità Sviluppo e origine della razza
umana Quando
moltissimi secoli fa, avvennero le prime congiunzioni, la razza umana sulla
terra non esisteva. Quindi,
quelle entità che si erano unite al Terzo Aspetto dell'Assoluto (le chiameremo
Entità-uomo per distinguerle dalle altre), dovettero reincarnarsi in un corpo
animale, precisamente scimmie. Esse
vissero una vita quasi in tutto uguale a quella degli animali, per molti anni ancora, con la differenze che, ogniqualvolta si univano due corpi animali,
appartenenti Così, attraverso generazioni e
generazioni, attraverso atrofizzazioni e sviluppi di organi, si formarono dei
corpi molto diversi da quelli scimmieschi, si formò la razza umana tuttora in
evoluzione. Infatti, il corpo deve rispondere alle esigenze dell'evoluzione
individuale; così notiamo soggetti dotati di poteri taumaturgici, di medianità,
veggenza, ecc. Ma il corpo fisico non solo risponde alle esigenze individuali,
bensì anche alle esigenze dell'èra spirituale.
Questa
è la vera ragione che determina la continua I
nostri avi, atavi e su, su, tutti gli ascendenti, furono questi anelli. Il
corpo di un avo aveva un'infinitesima parte in più di rassomiglianza alla
scimmia, di quello che ha il vostro corpo. Quindi, per trovare l'anello di
congiungimento fra un corpo vostro qualsiasi e la scimmia dalla quale discende,
dovremmo ritrovare tutti i corpi, anche in sola via maschile, che legano quel
corpo alla prima comparsa sulla terra dell'Entità-uomo. L'anello, od il
passaggio, si troverebbe diluito nei corpi di tutte quelle generazioni. Bisogna
distinguere discendenza del corpo fisico-umano Il
corpo fisico-umano discende dallo stesso ceppo che ha dato origine all'odierna
razza delle scimmie, perché - nel grande disegno che tuttora vige e secondo il
quale si svolge l'evoluzione di tutti gli Universi e del presente Universo e
della Terra - il corpo, veicolo fisico (che fino allora si era formato e dal
quale più facilmente si sarebbe potuto avere un veicolo adatto all'individuo-uomo,
per la sua evoluzione) era quello delle scimmie. Ciò, però, non significa che
tutte quelle Entità che abbiano terminato il loro migrare nei tre
Mentre
dapprima il processo dell'incarnazione ha lo scopo Se
prima il corpo astrale ed il mentale si organizzavano, nascevano, dopo, attraverso lo sviluppo
dell'astrale e del mentale, nasce l'akasico, o veicolo della coscienza, il
quale dovrà a sua volta svilupparsi, ampliarsi: allora non vi sarà più l'uomo,
ma il superuomo. L'individuo
modifica l'ambiente e, da ciò, ha una reazione, come se ad un certo momento
egli andasse di fronte ad uno specchio e, vedendovi la sua immagine riflessa,
potesse togliere certe imperfezioni: ecco l'uomo che crea l'ambiente e
l'ambiente che crea l'uomo. Come
si deve intendere la frase "Dio dal nulla creò tutte La
scienza prova che non può esservi materia
che non abbia forma, quindi quella che nel testo sacro è chiamata materia
informe, non è la stessa materia che conoscete, ma un quid che chiameremo
"Spirito". Per cui, prima della creazione c'era solo lo Spirito il
quale, essendo onnipossente, eterno, infinito, non può avere una forma. All'origine
di questo universo, non era ancor terminata Qui ci fermiamo
perché la nostra mente vacilla.
Torniamo
allora al periodo in cui apparve la prima La
vostra scienza dice che ogni cellula ha un nucleo, il quale può essere
considerato il cervello della stessa. Quando, attraverso la nutrizione, la
cellula raggiunge un
volume relativamente considerevole, il nucleo
si scinde in due e si hanno due cellule. Quale è la ragione che fa
prendere al cervello di ogni cellula questi estremi rimedi? Facciamo
un esempio: consideriamo una sfera di volume x e due sfere di volume x/2
ciascuna. A
parità di volume, la superficie esterna della prima sfera è di gran lunga
minore della somma delle superfici esterne delle due sfere piccole. Voi
sapete che la cellula vegetale, per vivere, ha bisogno di luce e ossigeno,
tant'è vero che, negli abissi marini, non esistono le alghe. Da
dove assorbe l'ossigeno la cellula? Dalla
superficie esterna (la spiegazione è riferita al primo organismo,
coercitivamente monocellulare, che si riprodusse sulla terra), cosicché ,
quando essa raggiunge un volume critico a cui l'ossigeno assorbito non è più
sufficiente, si scinde in due per poter meglio assorbire ossigeno, acquistando
maggiore superficie esterna. Questa
è la ragione della riproduzione cellulare: una ricerca di ambiente favorevole.
E' la ricerca di ambiente favorevole che fa muovere la cellula, aggregarla ad altre
cellule, formando così un organismo sotto la direzione di un'unica mente in cui
ogni cellula ha un preciso compito: Da
questa schematica storia del Cosmo si può vedere che
tre sono state le grandi onde di vita: -
evoluzione della materia; -
evoluzione della forma; -
evoluzione dell'autocoscienza. * * * Definizione del
peccato L'esistenza
sul piano divino o evoluzione è costituita dall'insieme delle esperienze
acquisite nelle molteplici Possiamo anche dire che il peccato è debolezza, quando non si è saputo far valere la volontà: che è una causa alla quale deve seguire un effetto. Questo effetto è di
La
legge karmica non è la manifestazione della malvagità Ma
come diminuire la possibilità di sbagliare? Conoscendo
Quando
l'uomo soffre, abbandona tutto ciò che crede
Questa è una concezione molto poco evoluta della sofferenza, ma se si pensa che fra questa e quella più recente - secondo la quale la sofferenza sarebbe una specie di prova - esistono tanti e tanti anni di esperienze umane, ci si rende conto che nella comprensione della realtà che ci circonda, non si sono fatti grandi progressi. Infatti, anche pensare al dolore come se fosse una sorta di collaudo dell'uomo, come se Dio fosse un vasaio che guarda alla fine del Suo lavoro controluce i vasi, per vedere quelli che sono interi e quelli che sono riusciti con qualche imperfezione o con qualche foro, e poi mettesse da una parte quelli ben riusciti e dall'altra quelli scartati, è alquanto infantile e pare incredibile che ci si ostini ancora a presentarla agli uomini. Quegli stessi uomini che - da un altro orecchio - odono le conquiste della scienza, i miracoli della tecnica e su su. Come è possibile che gli uomini ascoltino
queste scoperte scientifiche, ne riescano ad apprezzare - se non i principi - i
risultati, ed al tempo stesso possano credere a queste immagini...
chiesastiche, immaginose, favolose della Realtà, a questi concetti così vani,
vacui di Dio!
Certo
se si considera la storia del pensiero umano, si deve convenire che i popoli
che più si sono avvicinati a comprendere la ragione vera della sofferenza sono
stati i popoli orientali, i quali hanno capito che esiste una legge naturale
paragonabile, in un certo senso, ad L'egoismo
umano, in tutte le cose, trae il suo vantaggio
I
popoli orientali hanno scoperto con la loro intuizione la legge di causa e di
effetto ed ecco che, con poche parole, si è cercato di rendere agli uomini il
senso di questa legge. Si è detto loro: voi non siete puniti per i vostri
peccati, ma dai vostri peccati. Ebbene, anche questa immagine che sembra così
efficace e convincente, tuttavia è inesatta perché , se vogliamo veramente
capire il Karma - ripeto, il karma doloroso - dobbiamo assolutamente
prescindere dall'idea della punizione. Infatti il Karma, effetto di cause mosse
dall'uomo, non
Ma
quand'è che l'uomo muove un karma doloroso? Quando,
nonostante i molteplici avvisi che vengono da diverse parti, non si comprende e
si vuole esperimentare direttamente. E'
allora che l'effetto doloroso costituisce l'unico rimedio per l'individuo, per
capire quello che è suo ideale morale. Così, di ideale morale, l'individuo
costituisce la sua coscienza, grano a grano, tassello per tassello, ed acquista
un "sentire" sempre più ampliato, fino a che il suo
"sentire" è già così consistente che egli può lasciare le
incarnazioni, e continuare una vita futura di "sentire", di
"comunioni" sempre più
estese con tutti gli esseri esistenti. Esistono
i karma familiari ed i karma collettivi di una
Il
conoscere che il karma doloroso non è una ingiustizia per chi lo subisce, non
ci deve esimere dal provare pena per le
creature colpite, ché anzi devono essere oggetto di tutta la nostra
comprensione e di tutto il nostro amore. E se il karma ci colpisce direttamente
non dobbiamo crederci abbandonati da Dio o vittime di
una ingiustizia; certo, è difficile accettare l'idea che le nostre sofferenze
dipendono da cause mosse da noi, da qualcosa che non abbiamo capito o alla
quale non abbiamo posto attenzione in una precedente incarnazione. In questa
visione della vita, si rivela la funzione evolutiva del dolore. Vediamo al suo sorgere questo dolore, quando si chiama sensazione spiacevole.
Fino alle
soglie dell'incarnazione Pur
provenendo da questo, la sofferenza si rivela nel suo corpo astrale al pari di
tutte le altre sensazioni, ma è solo da uomo, quando il corpo mentale è
abbastanza organizzato, che il dolore è più sentito. Ciò accade per l'aumentata
sensibilità e per l'accresciuto campo di azione dell'uomo che gli procurano
nuove forme di sofferenze (se egli non vuol comprendere) sconosciute agli animali.
L'"io", quale vasta gamma di rammarico, dispiacere, sofferenza e
dolore procura all'uomo! L'ambizione con il desiderio di primeggiare procura,
se contrastata, una vera e propria sofferenza a chi desidera espandere la
propria personalità. Però, anche questo genere di dolore che proviene
dall'"io" - e, quindi, dalla mente - si rivela nel veicolo astrale
dell'individuo. Dopo il trapasso, quando il corpo astrale viene abbandonato e
la consapevolezza, per chi ha
sufficiente evoluzione da permetterlo, si sposta nel piano mentale, il
dolore (o qualsiasi spiacevole sensazione) non è più avvertito dall'individuo. Similmente
avviene per chi, abbandonata la ruota delle nascite e delle morti per raggiunta
evoluzione, non ha più bisogno di incarnarsi nel piano fisico. Il dolore è
quindi necessario fino ad un certo punto dell'evoluzione individuale: oltre non
ha più ragione di esistere. Ma, prima di allora, non può esservi evoluzione
senza dolore. E'
attraverso l'alternarsi delle sensazioni spiacevoli con le piacevoli che, prima
la pianta e poi l'animale, vanno sviluppando il proprio corpo astrale; ed è
attraverso questo passaggio, riconoscendo e catalogando i tipi di sensazione,
che l'individuo organizza la propria mente. Nell'uomo
poi il dolore, che è sempre causato da qualcosa che egli non ha compreso, porta
comprensione, * * * Superare la
negatività Il
naturale trasformarsi delle cose è lento; esso è un passaggio da grado a grado.
Affrettare questa naturale lentezza è creare una reazione che, per la sua
violenza, può abbattere. Il problema per l'individuo non è quello di annullare
il male che è in lui, ma è quello di comprendere e superare, attraverso una
ricerca, gli aspetti negativi dell'attività dei veicoli necessari alla sua evoluzione sul piano universale.
L'esistenza evolutiva è simile al movimento spiegato da una teoria come una
successione di punti. Se si potessero
riunire tutti i punti, o momenti dell'esistenza, si potrebbe vedere
pressappoco una retta sempre inclinata verso l'alto.
Il
problema dell'individuo non è quello di divenire, ma quello di essere,
non è quello di conoscere, ma quello di comprendere, non è quello di sapere, ma
quello di sperimentare.
Nell'individuo
la volontà è la base della potenza, la comprensione quella dell'amore, la
consapevolezza quella della saggezza.
La
vita è un processo di miglioramento attraverso una Così, a poco a poco, l'uomo si libera dall'illusione, che è una forma di evasione creata dal desiderio egoista che cerca conforto; e, su questa via, procede al raggiungimento del puro essere che, non conoscendo le barriere della separatività, ha raggiunto la pienezza dello spirito. Quando l'uomo è incarnato, non si accorge
di imparare tante esperienze,
concentrato come è su quella che lui dice essere la sua infelicità, preso com'è
dal meccanismo della vita. Quando
trapasserà, comprenderà a pieno l'utile che ha tratto incarnandosi; solo allora
si svolgeranno nella sua mente le vicende di quella che fu la
sua esistenza ed
egli raccoglierà il succo, cioè l'esperienza che porterà sempre seco. Allora
comprenderà quale fu il suo Karma, quali le illusioni sulle quali si soffermò;
mediterà su tutto ciò, fortificandosi nell'esperienza assimilata. * * * L'individuo
è unito a delle forme che vivono nel piano
Riportatevi,
per spettacolarità della cosa, ai primi vagiti di questo pianeta, alle prime
cristallizzazioni, cioè quando la temperatura del globo cominciò a scendere e
si ebbero le cristallizzazioni. Voi sapete che si possono avere diverse
cristallizzazioni: quella più semplice è per evaporazione lenta di una
soluzione in cui sia stato sciolto un sale, l'altra è in seguito ad una
fusione; ad esempio, un metallo o un metalloide portato alla temperatura di
fusione e quindi lasciato raffreddare in determinate condizioni, cristallizza.
Allo stesso modo avvennero le prime cristallizzazioni sul pianeta Terra; Che
cosa accade? Questo processo essendo legato per via
Supponete
di avere diversi diapason, ognuno di nota diversa; se voi con un altro diapason
producete una nota bassa, vibrerà il diapason che ha questa nota bassa; allo
tesso modo, nel processo vitale della cristallizzazione la prima materia che
vibra è l'astrale.
Passano Via
via che le varie materie, di cui sono composti i piani di esistenza, si
organizzano, l'individuo, come già si è detto, diviene sempre più capace di
esprimersi: ma solo allorché si costituisce la mente l'individuo ha il senso dell'individualità e si sente
distinto da tutto Però
questa stessa mente, conducendo ad una maggiore evoluzione, è un mezzo
attraverso a cui l'individuo acquisisce
la certezza, l'esatta consapevolezza di essere uno con tutto quanto lo
circonda; e questo avviene quando vibra ciò che sta alla radice di tutte le
cose, l'unica base su cui poggia tutto l'emanato: la goccia o Scintilla Divina.
Essa è appunto il centro comune di tutti coloro che
sono nella manifestazione; quando un individuo giunge ad avere contatto con questa base comune e divina, allora ha la
netta certezza di far parte di un Tutto-Uno, legato strettamente ed unito in
armonia.
Questa scintilla è sempre presente, perché anima le varie forme di vita; dà vita alla stessa individualità, non è che giunga in un secondo tempo, è sempre presente nell'individuo, ma deve essere ritrovata. Cioè l'individuo deve, attraverso alla propria evoluzione, stabilire il contatto fra la coscienza che si è costituita e la Scintilla Divina che è alla radice di lui stesso. Nella Scintilla Divina che è base, pietra cubica del Tutto, è racchiusa tutta quanta la sapienza, la conoscenza, tutto quanto sta alla radice dell'emanato, del Cosmo, e una volta che l'individuo è giunto a stabilire il contatto fra la propria coscienza e la Scintilla stessa, l'individuo è tutt'uno con quanto può dare questa Scintilla Divina, con la stessa Scintilla. Questo avviene solo
quando l'individuo si pone in uno stato d'animo di intima tensione tale da
poterne ricevere gli altissimi impulsi. Essa Scintilla è la sicura guida, la
ferma base sulla quale si svolge e si realizza tutta l'evoluzione; man mano che
la coscienza si costituisce, si espande, si sposta dai piani inferiori sino
alla radice dell'essere (il vero S‚), l'individuo acquisisce maggiore
consapevolezza della sua unione col Tutto. I tre aspetti
dell'evoluzione
L'evoluzione
della materia, della forma e della Senza
queste due ultime leggi sarebbe impossibile non solo l'evoluzione individuale
(della coscienza), ma anche gli altri due aspetti dell'evoluzione. Ad esempio,
nell'evoluzione della specie (forma), l'ereditarietà non è sufficiente a
spiegare le mutazioni genetiche, se queste non sono sostenute da mutazioni di
carattere psichico. In
sostanza, è la psiche dell'individuo che muta, prima ancora del mutare del
soma. E questa mutazione psichica come può spiegarsi, se non con l'esistenza di
un «quid» trascendente la forma materiale? Questo, animando più forme successivamente, dalle esperienze
acquisite evolve e cerca, attraverso un diverso uso del suo corpo fisico, nuovi
mezzi di espressione all'evoluzione raggiunta.
L'evoluzione
non avrebbe senso e continuità senza la legge di causa e di effetto e senza
l'esistenza di un «quid» trascendente la materia (anima) reincarnantesi nelle
diverse forme sempre più organizzate e sempre più tendenti ad organizzarsi. Osservando i tre regni naturali (minerale, vegetale, animale), è facile scoprire un crescendo nella manifestazione della vita: dal semplice manifestarsi senza possibilità di espressione, a forme in cui è palese l'esistenza di sensazioni, ad altre in cui esistono attività mentali financo intelligenti. La trasmigrazione del «quid» trascendente la materia nei tre regni naturali ha per scopo di far acquisire nuovi mezzi di espressione (sensazioni, emozioni, desideri), fino a dare all'individuo l'intelligenza e la consapevolezza di sé , cioè la percezione dell'io e non io.
Tale consapevolezza che non è ancora coscienza è propria dell'uomo; il «quid» Durante
l'evoluzione umana, l'individuo forma la propria coscienza, in altre parole
acquisisce gradatamente quella maturazione interiore che una volta raggiunta
farà di lui un essere in cui la moralità, non sarà più un atteggiamento imposto
da fattori esterni, ma corrisponderà
Dunque, il capitolo dell'evoluzione umana va dalla consapevolezza di sé , con il conseguente sorgere dell'egoismo, alla costituzione della coscienza individuale, cioè al superamento di questo egoismo. La formazione di tale coscienza, che trae, quindi, origine dal reincarnarsi nelle forme di vita dei tre regni naturali e che si attua gradualmente nella reincarnazione umana, è lo scopo e la meta della ruota delle nascite e delle morti. Ma l'evoluzione, che si può così suddividere in sub-umana ed umana, non ha termine con la costituzione della coscienza individuale. Esiste uno stadio ulteriore che si può convenzionalmente denominare evoluzione super-umana: l'individuo nel crescente amore al prossimo abbatte le ultime barriere della separatività e si sente unico con tutto il Creato. La meta di questo successivo stadio
evolutivo si può vedere come la realizzazione della coscienza cosmica.
E
oltre? Oltre vi è l'identificazione con Dio, l'immedesimarsi con l'inizio e la
fine del Tutto, con l'Eterno Presente e l'Infinita Presenza che trascende ogni
Cosmo, con la Coscienza Assoluta, con Colui che E'.
Ci
si potrebbe domandare, a questo punto, se vi siano dei fatti, i quali possano
comprovare che esiste la legge di evoluzione spirituale. E'
una cosa non impossibile, ma certamente strana pensare
L'evoluzione
dell'auto-coscienza riguarda proprio il campo, la sfera umana; e quindi per
osservare l'evoluzione nel suo svolgersi, si deve guardare non l'umanità, ma
l'uomo, giacché l'umanità non è sempre
formata dagli stessi individui. Quindi, come si può fare un paragone fra
l'umanità di oggi, la quale è formata da una
«qualità
X» di individui, e l'umanità di cento o duecento o trecento, od anche mille e
più di mille anni fa, la quale era formata da una "qualità Y" di
individui?
Vedere
se vi è stata un'evoluzione, grosso modo, lo si può fare, ma a rigore questa
analisi non è esatta, Quindi,
non si può comprendere, o trovare tracce della legge di evoluzione,
dell'auto-coscienza, altro che esaminando il singolo individuo attraverso alle
molteplici incarnazioni. * * * Evoluzione dopo il
trapasso
"Evoluzione
dopo il trapasso", sta per quel ciclo che Vorrebbe
dire, questa evoluzione dopo il trapasso, quel tempo che l'individuo, animale,
uomo, super-uomo, impiega a liberarsi dei suoi veicoli inferiori: il corpo
astrale e il corpo mentale. Così,
se ad esempio un individuo non ha ancora * * * I
pochi che prima dell'avvento dello spiritismo hanno potuto comunicare con le
anime dei trapassati, erano Maestri.
Allorché si ebbe questo grande movimento spirituale
che si è manifestato dapprima con lo spiritismo, subito l'uomo si è preoccupato
di indagare sull'aldilà e, naturalmente, molte persone si sono fidate
Ecco
il motivo per cui a volte nelle sedute spiritiche Ciascuna
parla della sua realtà. E' giusto dire che il
sonno della morte è un sonno con sogni e, come nella Il
Cristiano sognerà il paradiso promesso dalla sua religione, il pellirossa i
verdi pascoli, il buddista di Nirvana e così via.
Nella
seduta in cui ci furono date le notizie che riportiamo in queste pagine - a
titolo dimostrativo della soggettività che impronta il concetto di ogni
trapassato circa il mondo nel quale si trova - le nostre Guide fecero
manifestare l'entità di un poeta moderno ateo. Il suo ostinarsi a credere che
nulla debba esservi dopo la morte del corpo fisico gli faceva concepire un
mondo di silenzio, come se nel silenzio tutto si dovesse annullare ed egli avesse così conferma di essere stato
nel giusto a proposito delle sue idee di ateo. Ora, superata quella sua
convinzione, così descrive il suo precedente stato: Un
silenzio più buio della notte fonda, più freddo del gelo, più sordo della
pietra: non un tarlo che faccia scricchiolare un mobile, non una luce, non
un'immagine che parli. Tutto tace, un silenzio buio che non ti riempie, più
solo della solitudine, più freddo e più vuoto della morte. Nella tomba almeno i
vermi che ti rodono le carni, parlano, la morte che ti strazia parla. Qui Si
noti come anche attualmente il suo stato d'animo rifletta una convinzione
personale (non hai voluto ascoltare), di rimorso e castigo per non aver
creduto. Tutto ciò è un'opinione che non corrisponde assolutamente alla verità.
«Credere che Dio favorisca chi lo loda piuttosto di chi lo bestemmia, è
assurdo». Così le nostre Guide bollano certi atteggiamenti pseudo-religiosi.
Modalità del
trapasso
L'Entità,
dopo il trapasso del corpo fisico, sosta vicino
a questo per un po' di tempo ed è grandemente in questo suo primo contatto con un piano di esistenza diverso, l'individuo è aiutato dalle persone care trapassate prima di lui, che cercano di distaccarlo dalla vista del suo corpo fisico. Se il trapasso è stato violento, l'individuo
non si rende subito conto del cambiamento di stato: poi sopravviene una sorta
di sonno con sogni, durante il quale il trapassato entra in una sommaria visione della vita trascorsa.
Dinanzi ai suoi occhi si apre un mondo non molto dissimile da quello fisico, ma
che ha un'impronta diversa: l'essenza del Sempre
a scopo dimostrativo, nella medesima seduta le nostre Guide fecero manifestare
una Entità da poco trapassata che nella sua ultima incarnazione aveva
ucciso. L'esperienza
conseguente a quella sua azione, avuta quando ancora era uomo, insinuò
nell'animo suo un primo pentimento, una
coscienza embrionale. Ora nel piano astrale, durante la cosiddetta
purificazione, il pentimento diventa rimorso, l'esperienza si amplia attraverso
il rivedere, dal nuovo punto di vista, l'azione compiuta e la coscienza si
sviluppa, ma si completerà solo quando
da incarnato subirà l'effetto del karma mosso. L'Entità
che si manifestò implorava di non essere uccisa, dimostrava di essere in preda
ad una grande angoscia, ad un invincibile terrore. Le
nostre Guide precisarono che, in realtà, nessuno faceva male a quella creatura:
era lei stessa che viveva, creandoselo, un dramma dalle tinte così fosche,
secondo il suo grossolano modo di esprimersi ed in funzione della sua rozza
sensibilità o possibilità di ricevere. Il terrore provato non era la condanna
per l'atto commesso, ma l'unico modo per farle comprendere il valore di ciò che
aveva fatto, in altre parole per renderla cosciente. Il
suicidio Per
quanto riguarda invece il suicidio, in un'altra occasione i nostri Maestri
ebbero modo di dirci che coloro che si tolgono la vita solo per sfuggire alle
loro sofferenze fisiche o morali non
raggiungono lo scopo, perché fino a quando il loro Karma non è esaurito, le
loro sofferenze continuano nel mondo astrale. Nel
piano astrale troviamo ambizioni di tutte le
Un
altro esempio, questa volta per mostrarci come il desiderio di arrivare,
primeggiare, l'ambizione smodata, la vanità, il culto di se stessi, abbiano
conseguenze nel piano astrale, ci fu dato con la manifestazione dei pensieri di
un'Entità occupata a tenere con la sua immaginazione una conferenza. Si
trattava di un artista le cui opere non avevano incontrato il favore del
pubblico e la mancanza di successo aveva creato nel suo animo uno smisurato
desiderio di essere lodato. Ora,
nel piano astrale, appagava questa sua aspirazione immaginando di essere
interrotto nella sua conferenza da entusiastici applausi del pubblico. Chi
era presente a questa seduta poté udire
le parole dell'Entità, le pause che essa faceva immaginando di essere
applaudita, Fino
a che l'entità non si svincola dai suoi desideri,
Il
suo corpo astrale si è liberato dalla materia più densa e comincia a spaziare
un orizzonte più ampio: viene a contatto con la vita del piano astrale. L'individuo
può vedere così, oltre agli abitatori temporanei di quel piano che sono entità
di passaggio come lui, gli abitatori permanenti che sono gli spiriti cosiddetti
"elementari" i quali hanno una loro forma propria, una forma che
deriva dalla funzione che essi
Sono forze intelligenti personificate, strumenti delle leggi divine, atti a
costituire il corpo astrale ed il corpo fisico degli individui in modo consono
allo sviluppo che questi debbono conseguire. Incontra gli autori astrali, che
sono entità le quali
Ecco
perché non sarà mai ripetuto abbastanza di pensare ai cari scomparsi cercando
di infondere loro un senso di liberazione, non richiamandoli con la visione
della nostra disperazione e del nostro dolore, ma accettando con la massima
serenità possibile questa pausa di attesa, sicuri che essi saranno ad
accoglierci quando il nostro cammino terreno sarà giunto a termine. In
questa regione del piano astrale, l'individuo sosta quel tanto necessario al
decadimento di tutti i gusci del suo corpo astrale: abbandonato completamente
il corpo astrale, evento simile alla morte del corpo fisico, l'individuo si
trova sulle soglie del piano successivo a questo, il piano mentale, che prima
di allora non aveva percepito. Infatti, coloro che hanno la loro consapevolezza
nel piano astrale possono seguire ciò che accade nel
Una
volta abbandonato il veicolo astrale e con questo E'
il momento in cui trova spiegazione a tante domande circa gli eventi della sua
vita terrena: domande che l'individuo si era posto sia durante lo scorrere
degli avvenimenti sul piano fisico, sia dopo il trapasso. Questa rinnovata facoltà mentale spinge l'individuo, se il suo passato comportamento glielo consente, a ricercare la spiegazione di altre cose che desidera e desiderava capire.
Gli studiosi hanno nel piano mentale il loro paradiso. Qui
l'individuo può erudirsi ed appagare la sua sete di sapere più di quanto poteva
fare da incarnato; in sostanza, completa le nozioni che ebbe nell'ultima
incarnazione: ogni fatica è trasformata in abilità, ogni aspirazione in potere.
Per esempio, colui che fu Enrico Fermi è stato uno degli artefici della
scoperta che, possiamo dire, ha battezzato questo secolo, perché nella
penultima incarnazione fu un alchimista che si interessava della costituzione
della materia. Dopo la morte del suo corpo fisico, nel piano mentale, continuò
ad interessarsi vivamente della questione e nella nuova incarnazione che ebbe,
attualmente l'ultima, egli poté illuminare
l'umanità. Naturalmente
questo può avvenire per chi ha una certa evoluzione oltreché interesse ad un
dato problema. Gli
scienziati continuano a studiare quei problemi ai quali non seppero trovare
risposta, in modo che, nella nuova incarnazione, ne avranno già insite
nell'intimo le soluzioni. Lo studioso della natura, dopo aver lasciato il corpo
astrale, continua ad interessarsi di quei problemi ai quali aveva posto
attenzione.
Frutti della permanenza nel piano mentale
Di
tutto quello che l'individuo impara nel piano mentale,
Abbandono del piano mentale e riposo dell'ego
L'ampliamento
delle cognizioni acquisite avviene L'unico
che non cambi, nel senso che non viene abbandonato, appunto il corpo akasico. Si hanno allora due casi: se
l'individuo non è evoluto, una volta abbandonato il corpo mentale, entra in una
sorta di torpore ed è occupato nel rivedere tutte le esistenze trascorse;
questo torpore è chiamato "il riposo dell'Ego". Se invece, è
sufficientemente evoluto, cioè se la sua coscienza individuale è abbastanza organizzata,
egli ha una visione del piano akasico che gli dà più che riposo, beatitudine.
La
coscienza individuale è perciò il prodotto di tutte le * * * Il
trapasso, specie quando è violento, molto spesso è inavvertito, così come inavvertita
proprio è la nascita. Abbiamo
detto che l'individuo, dopo avere abbandonato i veicoli astrale e mentale, se
non ha una certa evoluzione, cade in una sorta di torpore: questo è dovuto al
fatto che, non avendo la coscienza abbastanza costituita, formata, non ha
neppure i sensi per vivere nel piano della coscienza e cade quindi in una sorta
di incoscienza, di inconsapevolezza.
Modalità della nascita
Da
questo momento l'individuo si risveglierà nella sua Sempre
che abbia un'evoluzione che non gli permetta di vivere, consapevolmente, sul
piano akasico. Nel
caso invece che l'individuo, per evoluzione, possa vivere nel piano akasico,
egli prolunga la sua consapevolezza anche dopo l'abbandono del corpo mentale, e
vive con una certa consapevolezza anche nel piano akasico, nel piano della
coscienza; consapevolezza che è in proporzione, appunto, alla costituzione
della sua coscienza. Poi,
al momento della nuova reincarnazione, anche per Ad ogni nuova
incarnazione, si
Se
l'individuo ha studiato profondamente un dato argomento, questo retaggio - che
è un retaggio del corpo mentale - non va perduto dopo il trapasso, quando
l'individuo lascia il corpo mentale, ma ritorna, e l'individuo alla nuova
incarnazione può ritrovare facilmente i frutti del suo passato studio. Basta
una semplice applicazione e l'individuo trova in modo naturale in sé la conoscenza della materia che fu oggetto
di studio nella precedente incarnazione. Mentre
il nuovo corpo fisico è in formazione, già si sa che quel corpo che sta per
animarsi nel piano fisico è destinato a quella e a quella sola entità: quando Il
nuovo corpo prende vita, cioè dopo il parto, si ha il contatto con l'essere
superiore, ma non è un contatto completo, come si avrà negli anni successivi. Il
veicolo che per primo risponde agli impulsi del corpo fisico è il corpo
astrale: cioè il bambino ha subito delle sensazioni, sia pure per quanto
riguarda soltanto la sua vita vegetativa, freddo, caldo, fame, ecc. Poi
il bambino cresce e comincia ad avere dei desideri, cioè ha trovato il completo
contatto con il suo corpo astrale. Successivamente,
si ha il contatto con il corpo mentale, ed
il bambino comincia ad avere dei pensieri ben distinti ed i primi ragionamenti.
Naturalmente, durante questi contatti - siccome i veicoli non sono del tutto
organizzati - non si ha un trasfondersi di intelligenza già sviluppata, ma si
ha il contatto con la facoltà del ragionamento. Il fanciullo adopera questa sua
facoltà e comincia a svilupparla andando a scuola, osservando i compagni,
l'ambiente che lo circonda, i genitori. Se il veicolo mentale fosse già
sviluppato, dal contatto si avrebbe già il ragionamento e non la facoltà del ragionare. Dunque,
da questi contatti si realizza prima la possibilità di avere sensazioni e
desideri, poi pensieri e ragionamenti, mentre i relativi veicoli si organizzano
sempre più, fino alla maturità.
In
genere, possiamo dire che a sette anni vi è già il completo contatto, e a buon
punto è lo sviluppo del corpo astrale, a quattordici anni del corpo mentale, a
ventuno del corpo akasico o coscienza. Lo sviluppo è sempre posteriore al
contatto. Naturalmente,
questi termini sono puramente indicativi e le età dei contatti possono variare
da individuo ad individuo: certo è che l'uomo ha raggiunto il suo completo
sviluppo quando entra in contatto diretto con la sua coscienza, con il suo
corpo akasico che - adombrato dal corpo mentale nuovo per ogni incarnazione -
non può comunicare il ricordo diretto delle vite passate, Libertà Da
ciò che è stato esposto fino ad ora, possiamo desumere che, ai fini dell'ampliamento
della coscienza individuale attraverso le molteplici incarnazioni, esiste un
trinomio indissolubile: legge di evoluzione, di reincarnazione, di causa ed
effetto o karma. Appare così chiaramente che la vita dell'uomo non è un
collaudo del suo spirito, ma una vera e propria nascita spirituale. L'uomo non
è provato per vedere se resiste alla lusinga del male, oppure per vedere se la
sua fede è solida, ma ha delle esperienze affinché nasca spiritualmente; per
questo il problema della libertà individuale è - per ovvi motivi - centrale ad
una visione evoluzionistica e karmica dell'umana esistenza e valido come tale,
poiché non ogni evento della nostra vita è univocamente prestabilito, visto che
rimangono, nel corso evolutivo di ognuno, degli spazi vuoti, dei momenti in cui
l'individuo, svincolato dalla legge di causa ed effetto, sceglie la sua azione
sui diversi piani (azione, desiderio, pensiero); scelta che, come si vedrà, sia
pur restando di ugual peso
evolutivo, conosce gradi diversi di ampiezza e perciò, potremmo dire, diverse
qualità.
Il
perno centrale, su cui poggia l'impostazione data in queste pagine al problema
della libertà, sta nel principio, conosciuto tanto dalla tradizione filosofica
occidentale quanto da quella orientale, per cui lo "spazio" di
libertà in cui ogni individuo si muove, cresce in misura direttamente
proporzionale al suo grado di conoscenza. Si tratta qui, evidentemente, non di
una conoscenza intellettuale, ma di un'"acquisizione di coscienza",
il cui momento qualificante non è dato da una "manipolazione" di
concetti. Tale manipolazione - tuttavia - può non mancare, ed anzi spesso è
necessaria, se non altro per organizzare in un discorso compiuto, l'esperienza
morale e renderla così oggettiva e comunicabile. Ritornando al momento
qualificante, esso è dato da un'intima ed immediata tensione dell'animo verso
ciò che, al suo stadio attuale di maturazione e di consapevolezza, si presenta
come intrinsecamente "buono".
Da
ciò consegue che la crescita morale dell'individuo lo rende libero non perché
lo pone nelle condizioni di volere e fare qualunque cosa, bensì perché lo
sospinge sempre di più verso ciò che alla sua coscienza si rivela come ideale
di "bene", in tendenziale armonia con il fine d'amore che regola l'universo.
Rivelazione che, evidentemente, si fa sempre più ampia, ricca e complessa - ed
allo stesso tempo, semplice, immediata - a mano a mano che l'individuo
progredisce nel suo cammino evolutivo. E
questa evoluzione dell'individuo, questo ampliamento della sua coscienza, si
attua anche indipendentemente da una sua specifica e cosciente volontà di
progredire (si può forse dire che una volontà latente ed inconscia di progresso
è in qualche misura sempre presente in ognuno). Il che significa che l'individuo
tende sempre e comunque a farsi più libero ed in ciò risiede la ragion d'essere
di una sdrammatizzazione e semplificazione del problema della libertà, la quale
- è bene chiarirlo subito - riguarda il problema della libertà solo nei suoi
termini teorici di fondo, senza perciò nulla togliere alle difficoltà e
inquietudini del momento individuale e concreto della scelta che, per ciascuno,
avviene "qui" ed "ora". * * * Prima
di affrontare questo ponderoso argomento è a
coloro che sono abituati a pensare in termini di responsabilità, verrà
istintiva una domanda: "L'uomo, allora, ha colpa di ciò che compie
nell'ignoranza e nella coercizione?". Per rispondere a questo
interrogativo, occorre tenere sempre presente il principio che l'esistenza
dell'uomo non è una riabilitazione, non è una prova atta a stabilire se debba
meritare un premio o un castigo, ma è una nascita vera e propria. Infrangendo,
consapevolmente o no, liberamente o coercitivamente le leggi cosmiche, l'uomo
subirà degli effetti, avrà delle esperienze le quali allargheranno in lui la
coscienza e ne determineranno la nascita spirituale. Il dolore che l'uomo
incontra non è il castigo di una colpa commessa, ma l'ultimo rimedio al quale
si è costretti a ricorrere per fargli comprendere una Verità.
Premesso
ciò, il problema del libero arbitrio cade, ma è pure sempre interessante conoscere in quale misura l'uomo è libero, e
di quale tipo è questa libertà. Non
occorre criticare coloro che affermano la libertà assoluta degli uomini: che
ciò non sia è più che evidente. L'uomo, o l'individuo, sarebbe assolutamente
libero nella scelta se questa si maturasse in un'atmosfera di vuoto assoluto,
oppure in un'atmosfera nella quale l'Assoluto è egualmente presente; ma il
nulla assoluto non esiste, quindi rimane valida la seconda condizione: è
assolutamente libero chi ha raggiunto la massima evoluzione, chi ha presente il
Tutto con eguale intensità. Per l'uomo, quindi, non è il caso di parlare di
libertà assoluta. La libertà dell'uomo è relativa e cresce proporzionalmente
all'evoluzione. Ciò è logico: infatti, se un individuo poco evoluto avesse una
grande libertà, moverebbe tante cause che lo soffocherebbero, mentre - essendo
la libertà proporzionale all'evoluzione, e cioè alla coscienza - esiste un
controllo naturale che restringe il campo di azione degli inevoluti in modo che
questi possono muovere solo tante cause da non restare soffocati. Ma
dire chela libertà dell'uomo non è assoluta, non significa che l'uomo non abbia
alcuna libertà. Libertà
assoluta vuol dire assenza di ogni e qualunque limitazione,
come assenza di libertà vuol dire assoluta coercizione. Fra questi due estremi
è compresa la libertà dell'individuo dal suo manifestarsi nel piano fisico come
cristallo, all'apice della sua evoluzione come superuomo. Non
solo, ma se esaminiamo la libertà di un uomo di media evoluzione, vediamo che
esiste egualmente questa scala data da: 1)
Azioni che egli compie (o subisce) irrevocabilmente per karma, cioè per gli
effetti delle cause che egli ha mosse in precedenti incarnazioni (assenza di
libertà). 2)
Azioni che egli compie per sua libertà relativa, per le quali la scelta è stata
influenzata da una necessità (libertà spuria). 3)
Azioni che egli compie, sempre nell'ambito della sua libertà relativa, ma al di
fuori di qualunque influenza (libertà pura).
Libertà
pura, naturalmente, non vuol dire assoluta. Per
essere assolutamente libero, l'uomo - come prima è stato detto - non dovrebbe
subire alcuna influenza in tutte le decisioni da prendersi, mentre la libertà
pura si riflette in una, o poco più, decisioni prese al di fuori delle
influenze. Solo nell'uomo massimamente evoluto la libertà pura si identifica
con la libertà assoluta, in quanto tutte le decisioni sono prese al di fuori di
ogni influenza.
Riassumendo:
la libertà in genere è la possibilità che ha l'individuo di mettere in atto
certi suoi proponimenti. Questa libertà può essere goduta in misura diversa,
cioè essere assoluta o relativa. La
libertà è sempre un attributo in quanto non esiste in modo a sé stante. La libertà è una conseguenza
dell'evoluzione; quanto più l'individuo è evoluto, tanto più è libero. La legge
di evoluzione, invece esiste in modo a sé
stante. La libertà è un attributo dell'evoluzione. E' assolutamente
libero chi non patisce di alcuna limitazione. Le
limitazioni possono essere di ordine intimo: mancanza La misura della libertà si determina nell'attimo in cui l'individuo si propone di fare qualcosa. Ad esempio: fino a che non ci si proporrà di volare non si
determinerà
L'assenza
di desiderio rende l'individuo indeterminatamente libero. Assenza di
limitazione significa anche non essere sottoposti ad alcuna influenza. Tale
condizione si realizza in due soluzioni: l'una negativa, l'altra positiva; cioè
è assolutamente libero l'individuo che è posto in un ambiente interiore ed
esteriore di vuoto assoluto, o l'individuo che ha presente, con eguale
intensità, il Tutto. Il
libero arbitrio, quindi, non esiste in modo assoluto
Totale
assenza di libertà, significa assoluta coercizione. Quindi, nell'assenza di
libertà non si può parlare di semplici (o complesse) influenze che volgono
l'individuo ad un'azione, ma addirittura di fattori coattivi che non lasciano
possibilità di scelta. E'
facile capire che l'uomo non gode di una libertà assoluta; la libertà relativa
di cui gode l'uomo gli concede un certa gamma di azioni e la possibilità di
realizzare alcuni suoi proponimenti, ma ciò non vuol dire che i proponimenti
che l'uomo può attuare nascano in un'atmosfera di libertà, perché possono
essere dettati da certe necessità. In questo caso l'uomo ha solo la libertà di
soddisfare la necessità che ha dettato il proponimento, ma il proponimento non
è frutto della sua libertà.
Quindi essendovi inoltre proponimenti che l'uomo non può attuare, nonostante la
sua necessità (assenza di libertà in quel senso), e proponimenti che non sono
frutto di alcuna necessità, ma frutto di un'intima libertà individuale, occorre
distinguere così: -
Libertà relativa che si divide in:
1)
libertà pura: ed è quella libertà nell'ambito della
quale le azioni non sono determinate né da influenze esteriori, né da
necessità; 2)
libertà spuria: ed è la possibilità di attuare o soddisfare certi desideri o
necessità.
-
Assenza di libertà, che si distingue in: 1)
parziale, quando solo un certo numero di azioni è predestinato; 2)
totale, quando ogni e qualsiasi evento dell'esistenza è preordinato nei minimi
particolari (ad esempio, il processo di cristallizzazione, prima manifestazione
di vita).
Che
cos'è quindi libertà? Per libertà deve intendersi La
libertà cresce con l'evoluzione dell'individuo, è quindi relativa a questa;
quando l'individuo ha raggiunto il massimo dell'evoluzione, gode della più
ampia libertà. Tuttavia
l'individuo evoluto non compie certe azioni; si può allora considerare questi
limitato? No, dal momento che libertà significa poter compiere tutto quello che
si vuole; l'individuo evoluto non vuole compiere quelle azioni; sarebbe
limitato nel momento che dovesse compierle, perché allora farebbe qualcosa
contro il suo sentire. Se
poi certe azioni si "dovessero" compiere, egli le vorrebbe. L'individuo
evoluto quindi è limitato al proprio sentire, al proprio essere, in altre
parole a se stesso. Ora essere limitati a se stessi significa non essere
liberi? Per
l'individuo non evoluto sì, perché se anche potesse
Ma
l'individuo che ha raggiunto la massima evoluzione, essendo questi
consapevolmente uno col Tutto, si identifica con l'Assoluto e, quindi, il suo
sentire è illimitato come l'essere; allora - laddove non vi è limitazione
alcuna - vi è assoluta libertà. Disegnata
così a grandi tratti quale sia la condizione di libertà dell'individuo giunto
ad un alto livello di evoluzione, viene spontaneo volgere lo sguardo alla
nostra attuale condizione ed esaminarla più specificamente alla luce
dell'impostazione generale del problema. Si tratta, più precisamente, di vedere
quali siano i margini di libertà, entro cui già ora possiamo operare per
favorire il nostro cammino evolutivo: "Se
si vuole avere un'idea chiara di quale libertà di Questo
il pensiero del Maestro Pitagora, il più chiaro, profondo, completo, conciso
sull'argomento del libero arbitrio. Niente v'è da aggiungere, niente da chiarire:
la libertà dell'individuo cresce con il suo evolversi.
Predestinazione e Karma
Determinare
fino a che punto l'uomo è libero è sempre stato un problema appassionante.
Esiste il destino, ovvero una predestinazione? Implicitamente, ammettendo
questo, neghiamo che l'uomo possa avere una libertà, conseguentemente una
responsabilità dei propri atti. Ma, oltre questo, l'assenza della libertà
impedisce all'individuo l'avere delle volute esperienze e, quindi, l'evolversi
della sua coscienza. D'altra parte non è vero che l'uomo abbia una libertà
assoluta, proprio per il fatto di essere uomo, cioè di avere delle necessità
fisiche ovvero delle schiavitù: qualsiasi necessità è una schiavitù.
Inoltre,
per avere la libertà di scegliere il bene o il male, come si dice, si deve
essere al di fuori del bene o del male per non venire influenzati nella scelta. Esiste
una legge di causa e di effetto alla quale l'uomo Naturalmente,
è l'uomo con le sue azioni, non il fato, che costruisce l'ossatura della futura
esistenza, i particolari saranno costruiti da ciascuno secondo la libertà di
cui godrà, proporzionalmente alla sua evoluzione.
Questa
libertà condizionata l'uomo non sa godersela nella sua pienezza in quanto,
spesso, si autolimita, creandosi delle regole, dei pregiudizi, che non osa
trascendere. Questi è l'uomo limitato, che rifugge ogni innovazione, che
giudica e comprende secondo i suoi schemi di pensiero, che non osa andare oltre
ciò che altri ha sperimentato. Da
quanto precede discendono conseguenze che, pur senza incidere in quella sfera
inattaccabile ed irrinunciabile di responsabilità che ciascuno possiede
nell'ambito della propria libertà, radicalmente trasformano i rapporti di
causalità entro i quali siamo soliti inquadrare gli eventi esterni. Più
precisamente, il concetto di responsabilità direttamente si collega a quello di
karma, non appena si pensi al problema degli effetti che l'azione (e, in
genere, l'influenza) di ciascuno può avere sulla vita degli altri individui.
Questo
tema viene dalle nostre Guide trattato con particolare riferimento agli effetti
negativi di tale azione. Il caso limite preso in considerazione è quello
dell'omicidio, ma con tale ipotesi particolare è una legge ben più generale che
viene qui a delinearsi: quella per cui nessuna creatura può soffrire per mano
di un'altra, se ciò non è karmicamente prestabilito. Così
come ci sembra di poter dire che nessuna creatura può in genere influire sulla
vita di un'altra, se non nella misura consentita, nelle circostanze favorevoli
come in quelle sfavorevoli, dalle rispettive "congiunzioni" karmiche. Il
punto d'attracco per i problema della libertà e responsabilità sotto il profilo
ora delineato è dunque - come si è detto - costituito dal caso-limite
dell'omicidio. Il problema può venire posto nei seguenti termini: "se una
creatura muore per mano di un'altra creatura, quella morte doveva avvenire, o è
stata la creatura che uccide a provocarla?". La stessa cosa - rispondono le nostre Guide - va osservata da due punti di vista. Ad esempio: nell'assassino si ha colui che uccide e colui che è ucciso. Ora non è ammissibile che il libero arbitrio di una creatura possa provocare un danno così grave quale è il togliere la vita ad un altro individuo. Cioè una creatura non può fare questa somma di male, per così dire. Si hanno dei casi in cui
degli innocenti che transitano per una
Prendiamo
l'esempio di una creatura che uccide: questa creatura non ha saputo superare
l'uccidere i propri fratelli attraverso il ragionamento; ma non ha fatto in
realtà un male così grave quale l'uomo crede che possa fare uccidendo, in
quanto l'altra creatura che è stata uccisa, doveva trapassare. Purtuttavia,
questo non toglie che la causa sia stata mossa, in quanto l'individuo che ha
ucciso è realmente un assassino. Sarebbe
però erroneo intendere le parole che precedono nel senso che il corso degli
eventi sia rigorosamente prestabilito
per entrambe le creature della nostra ipotetica vicenda. Dire, infatti, che
così "doveva" essere, è solo parzialmente esatto: Così
doveva essere per colui che è morto, ma non per colui che ha ucciso. Per quella
creatura che uccide, non potendo superare questa azione attraverso il
ragionamento, altro mezzo non v'era che l'esperienza diretta. Ma
con questo "doveva essere" non si deve intendere una cosa predisposta
dal fato. Certamente che se non si comprende con la mente, altro mezzo non v'è
che il dolore; e quindi "doveva essere" unicamente in questo senso.
Cioè vi sono due vie: se si scarta la prima, non rimane che la seconda.
Una
creatura, che può essere causa di sofferenze indicibili e del trapasso di
milioni di esseri umani, dovrebbe avere un karma... inestinguibile? Il fatto è
che ciascuno di noi può essere, e molto sovente è, lo strumento di un karma di
un proprio simile. Ciò però In
quanto poi a certi fatti clamorosi, per analogia, anche quando si tratta di una
sola persona, ci si può ricondurre all'esempio di Guida, il quale avrebbe
tradito Cristo,
l'avrebbe venduto e che quindi starebbe nel più profondo dell'inferno. Guida,
però, rappresenta lo strumento, non solo di una certa parte dell'umanità che
viveva al tempo del Cristo e che circondava la sua figura in quel momento
storico, ma rappresenta il simbolo di tutta l'umanità che si era cristallizzata
e che in questa cristallizzazione, aveva determinato la venuta del Cristo sulla
terra. Tutte
le creature ritenute responsabili di atrocità, non E'
stato detto che l'uomo nel Cosmo è centro di coscienza e di espressione: è una
individualità che si ammanta, nelle successive incarnazioni, di diverse
personalità: ma tutte queste personalità sono illusorie, come tutto il resto
dell'emanato. L'unica che mai è nata, che mai cambia, mai muore, è la divinità
insita alla radice di ogni cosa. Nell'uomo rappresenta il suo S‚ reale, nel
quale egli può divenire consapevolmente Uno col Tutto e in esso fondersi. Così
quando viene detto nascita spirituale non si deve intendere nascita dello
Spirito. Lo Spirito è increato ed è partecipe della natura dell'Assoluto e
quindi è completo, è immortale, immutabile, infinito, eterno e via dicendo.
"Nascita Tale
divina eredità ci ricorda che tutto viene dall'Uno e per Sua forza, tutto
all'Uno tornerà al termine di questo ciclo di manifestazione cosmica: tutto
allora sarà assorbito nel Tutto e tutto sarà omogeneo. Oltre
l'illusione delle forme, oltre il mondo delle ombre, oltre il continuo
cangiarsi del quadro della natura, al di là della materia, dell'energia, della
mente, è la Realtà, è la radice di ogni cosa, la causa delle cause, lo Spirito
infinito o Divina Sostanza. La manifestazione "Dal
nulla non possono essere state create tutte le cose, ma l'Eterna Realtà (o Dio
Assoluto) ha emanato da se stessa, in se stessa, ogni cosa, per cui ogni cosa è
plasmata di Divina Sostanza. All'inizio di questo ciclo di manifestazione
cosmica, l'Uno prende il cosmo come sua forma: la Divina Sostanza plasma per
prima la mente, poi l'energia e la materia. Per tutta la durata di questo ciclo
di vita cosmica, non può esservi energia senza materia, né materia senza energia.
La materia è forma e non vi è forma che non sia manifestazione di una vita; lo
Spirito Divino o Divina Sostanza è vita e non vi è vita che non sia limitata da
una forma".
Con
queste parole del Maestro Kempis possiamo capire come anche la nascita di un
cosmo, che sembra riguardare solo la scienza, sia un evento strettamente legato
al concetto Dio-Assoluto, al concetto di "emanazione" e non di
"creazione". Per questo i nostri Istruttori non hanno trascurato di
farci intuire come ciò che sembra riferito alla sola materia, costituisca un
tutto inscindibile con l'energia, la mente e lo
Prima
di continuare - tuttavia - non possiamo non soffermarci su un fatto che può
destare qualche perplessità nei lettori in possesso di un cultura scientifica.
Questo capitolo dedicato alla Manifestazione, oltre a contenere brani di
particolare difficoltà interpretativa, sia sul piano filosofico, sia su quello
scientifico, è anche caratterizzato da alcuni punti in contrasto con la
conoscenza ufficiale attuale. Se a seguito di tali differenze, avessimo
soppresso quanto non può essere accettato alla luce delle conoscenze
scientifiche attuali, ci saremmo comportati slealmente sia nei confronti del
lettore, sia di noi stessi.
L'esistenza
di questi punti controversi esporrà indubbiamente la casistica concernente il
nostro Cerchio agli attacchi di negatori ad oltranza; al tempo stesso però essa
pone un interrogativo a chi crede che la fonte delle informazioni ricevute sia
il subconscio del medium che le attingerebbe attraverso alla sua facoltà
extrasensoriale di lettura di libri chiusi (è provato che un sensitivo può
rivelare il messaggio chiuso in una busta sigillata). Se così fosse, perché
esisterebbero queste differenze fra quanto ci è stato detto e quanto la scienza
ufficiale insegna? Comunque
siamo certi che la lealtà da noi dimostrata nel non sopprime quanto può deporre
a sfavore delle prove di cui siamo stati testimoni, avvalora maggiormente
quanto di magnifico e di indistruttibilmente reale ha caratterizzato un
trentennio di attività, densa di ogni genere di eventi meravigliosi e
oggettivamente accertati, di ogni genere di paranormalità e avallati da
documentazioni fuori da ogni discussione, di cui nel presente volume ne sono
riportati solo alcuni. Nascita di un Cosmo
"Nel
principio era la parola, e la parola è appo Dio, la parola è Dio", dice
l'Evangelista Giovanni. Che
cosa è la parola? Un pensiero manifestato; qualcosa che era "in" e
che si rivela. Nell'Evangelo
di Giovanni queste parole vogliono, se non Poiché
dal nulla non può nascere nulla, Dio è Colui che E', cioè Colui che è sempre
esistito, il quale non cesserà mai di esistere; non ha avuto inizio, non avrà
fine. Di più: questo Dio non può divenire, cioè acquistare o perdere qualcosa,
perché è completo; quindi tutto quanto esiste è in Lui; cambia solo aspetto, si
trasforma, ma non accresce, non può aumentare, non può acquisire qualcosa,
poiché questo significherebbe che Egli, prima di tale acquisizione, mancava di
qualcosa; invece è completo.
Questa
trasformazione trova la sua spiegazione e la sua ragione di essere proprio
nella natura stessa si Dio, perché esistere significa, appunto, passare da una
trasformazione all'altra. In questo concetto sta una Realtà che è conosciuta da
alcune religioni come: "I giorni e le notti di Brahama", cioè i
periodi di manifestazione e non manifestazione di questo Dio, che abbiamo visto
essere Assoluto. E non potrebbe essere altrimenti, poiché non sarebbe Dio.
Questi
giorni e notti di Brahama, o di Dio, sono Lui stesso, rappresentano la Sua
natura, la spiegazione e la ragione della Sua esistenza. Iddio è Colui che E',
e con questa affermazione, abbiamo escluso ogni possibilità di divenire in Lui,
Egli non è né giorno né notte; E' colui che è, ma in Lui si hanno queste
manifestazioni, cioè emanazioni di Cosmi, detti giorni di Brahama, e si hanno
le non manifestazioni, in cui i Cosmi non sono manifesti e questa realtà è
chiamata notti di Brahama. Ora non è detto che nel suo essere infinito debbano
susseguirsi i giorni alle notti; possono essersi manifestati innumerevoli Cosmi
i quali, giunti al termine della loro manifestazione, si riassorbono, sono
riassorbiti e si hanno le notti; ma non si deve cadere nell'errore che un solo
Cosmo sia manifestato e una sola notte si abbia. Iddio,
ha in sé i giorni e le notti di
Brahama, poichè Egli
è il giorno e le notti di Brahama uniti.
Prendiamo
in esame un giorno di Brahama, cioè una manifestazione: come nasce un Cosmo.
Dal nulla non può venire nulla, e i tempi (cioè questa manifestazione, che ha
un inizio ed una fine) nascono dall'emanazione di qualcosa che non è al di
fuori di Dio, ma è in Dio
L'Evangelista
ci vuole dire che i tempi sono iniziati con una manifestazione, la quale è
"appo", cioè con Dio, cioè non disgiunta da Dio, perché è Dio stesso. Dunque
la manifestazione è in Dio; dall'intimo, per così dire, di Dio stesso si
rivela, appare, ma non fuoriesce: rimane in Dio. Questo
primo alito, questa prima manifestazione è il Dalla
notte di Brahama, periodo di non manifestazione, si ha un primo alito, una
prima rivelazione, la quale (si intenda questa successione non nel tempo, ma
come successione logica), essendo prima, rimane anche come meta più alta e più
vicina a Dio stesso svelato nella sua natura, al di fuori di ogni velo
illusorio. Questo
punto di partenza, resta punto di arrivo per l'evoluzione dell'uomo, da uomo a
super-uomo.
Ora
questo Logos, manifestandosi in triplice aspetto, diviene anche circonferenza
degli universi; da "principio" diviene anche "fine". Questa
prima manifestazione, primo alito, che è pietra cubica del Cosmo che si sta
manifestando, può essere vista metaforicamente, simbolicamente, idealmente,
come un punto attorno al quale gravita o graviterà il Cosmo; e non può essere
diversamente. Non può esservi infatti in questo Cosmo che si sta formando un
altro centro ideale, perché questa prima manifestazione è quel quid più vicino Eccoci
alla Trinità riconosciuta da ogni essere illuminato. Se
questo punto è centro ideale del Cosmo che nascerà, questo non vuol dire che il
Cosmo sia nato; è gettata la pietra miliare; gettato il cardine su cui si
svolgerà tutto il Cosmo, ma il Cosmo deve ancora manifestarsi. Come è che si
manifesta? Interviene un cambiamento, una successiva (nel senso logico)
manifestazione; creato il
"Tre
che sono uno; nell'uno vi è la causa del due e del tre; nel due vi è l'uno e la
causa del tre; nel tre vi è l'uno e vi è il due. L'uno procede dall'altro, ma
in definitiva non sono che il triplice aspetto di una stessa cosa: una
successione, la quale ha solo valore logico, non cronologico; il centro ideale
del Cosmo che si sta manifestando e la delimitazione di questo Cosmo. Nel
primo aspetto vi sono gli altri due aspetti, la causa della loro
manifestazione; infatti se non vi fossero gli altri due aspetti che si
manifestano, non potrebbe esistere un primo aspetto; questa Trinità deve essere
vista, non come una somma, ma come un'identica cosa avente tre aspetti. Il
primo aspetto del Logos è la radice dell'essere o lo Tale
dualità è madre di tutte le forme. Il terzo aspetto è la mente universale
depositaria di tutte le forme, sorgente di ogni energia formatrice. Infatti
dalla mente procede l'energia e la materia. Ecco
la successione logica della manifestazione; Le sette aggregazioni della materia
La
scienza definisce "energia" ciò che attraverso ad un agente
intermedio, od una trasformazione, od una macchina, può produrre lavoro. Per noi "energia pura" è "materia del piano astrale", ovvero ciò che si ottiene dalla disintegrazione della più elementare materia fisica. Ogni piano di esistenza differisce dagli altri non per una diversa ubicazione nell'Universo, ma per la diversa natura della materia che lo costituisce. Tutti i piani esistono nello stesso spazio ciascuno comprende sette sottigliezze o densità di materia. Ciò vuol dire che la materia elementare di ogni piano si può aggregare e divenire complessa in ragione di sette accostamenti: quattro e tre. Oltre sette
aggregazioni si ha l'equilibrio ed il generarsi di un'altra materia, tutta
nuova: la materia elementare di un nuovo piano di esistenza. Le aggregazioni per
ciascuna materia di ogni piano sono sette, in dipendenza di una legge
fondamentale cosmica.
Le
prime quattro aggregazioni (ad esempio del piano fisico: eterico,
super-eterico, sotto-atomico, atomico) differiscono dalle seconde tre in quanto
le une si creano per assommarsi di unità elementari, le altre (solido, liquido,
gassoso) si determinano dalla più o meno stretta coesione che v'è fra atomo ed
atomo. A rigore, potremmo dire che gli elementi chimici della materia fisica
possono esistere indifferentemente nei tre stati di aggregazione molecolare:
solido, liquido, gassoso, purché si trovi la giusta temperatura che li fa
vaporizzare, liquefare o solidificare. Così l'acqua, liquido, differisce dal
ghiaccio solo per una questione di temperatura, mentre un elettrone differisce
da un protone per il numero di particelle elementari che costituiscono sia
l'uno che l'altro. La
scienza, scoprendo che disintegrando l'atomo si Il
calore, in effetti, è una vibrazione degli atomi che compongono la materia; la
diversa conduttività del calore dipende dalla singola capacità delle materie di
trasmettere, da proprio atomo a proprio atomo, queste vibrazioni. La luce è,
invece, una vibrazione non degli atomi, ma dei corpuscoli che compongono gli
atomi. La vibrazione luce differisce dalla vibrazione calore, oltre che per la
natura di ciò che vibra, per la frequenza di
Poiché
l'energia liberandosi mette in vibrazione la materia fisica circostante, noi
possiamo dire che l'energia è essenza del movimento; ma di quale movimento? Non
certo del moto assoluto. L'energia, o materia del piano astrale, è l'essenza
del movimento della materia del piano fisico. Enunciamo
ciò in principio generale: l'essenza del
Nel
piano fisico, ad esempio, i venti sono causati dalle diverse temperature dei
gas che sono in certe zone dell'atmosfera; ma poiché il calore è
un'applicazione di energia alla materia, noi possiamo dire che qualunque moto
di materia fisica, sia esso spostamento o vibrazione, è sempre causato
dall'energia, ed enunciando ciò in principio generale: qualunque movimento
delle materie di un piano è sempre alimentato dalla materia del piano
precedente per sottigliezza. In modo analogo qualunque impulso che il corpo
fisico può avere, prima per esistere, poi per attuarsi in azione, deve essere
sempre alimentato dal corpo astrale. E così di ogni corpo a quel piano che
l'individuo, per propria evoluzione, ha raggiunto come livello di esistenza
individuale.
Abbiamo,
però, sempre detto che ogni sollecitazione è Se
ciò non fosse, l'evoluzione non sarebbe possibile, perché è proprio in virtù
della collisione delle due sollecitazioni che il livello di esistenza si sposta
al piano superiore; non solo, ma se non vi fosse la possibilità di spinte
dall'esterno, o dal più grossolano al sottile, la disintegrazione della materia
non sarebbe attuabile.
La
scienza nelle disintegrazioni atomiche usa il mezzo dall'esterno (bombardamento
di atomi di elementi instabili, cioè di quegli elementi in ci è facile
distruggere l'equilibrio dei corpuscoli che li costituiscono) ed in tale
disintegrazione si libera l'energia, che avendo raggiunto il normale equilibrio
della settima aggregazione aveva dato origine alla materia fisica. Quindi la
materia bombardata si scompone in energia, essenza del movimento, la quale,
liberandosi dal naturale equilibrio, si applica alle altre materie fisiche
circostanti e le pone in quella vibrazione che voi chiamate luce e calore. Il
mezzo dall'interno per scomporre la materia è quello che noi usiamo nei
fenomeni di apporto. Fino
ad oggi abbiamo parlato di corpuscoli e particelle Occorrerà
quindi nomenclare - come sempre in modo convenzionale - tutte quelle
suddivisioni e raggruppamenti, l'atomo che la scienza umana conosce. Fino
dall'inizio abbiamo detto che alla base delle innumerevoli materie fisiche,
esiste un elemento "Identico"; noi lo abbiamo chiamato il
"numero uno" del piano fisico, l'esistenza del quale è supposta dalla
stessa scienza ufficiosa. Cioè, oggi si è propensi a credere che la diversità
di tute le materie, prima ancora di quei corpuscoli e di quelle particelle che
compongono gli atomi degli elementi, sia dovuta a una diversa combinazione di
"un elemento identico" di un "elemento basilare". Ciò è esattissimo.
Noi
chiameremo quindi questo numero uno del piano fisico, "unità
elementare" della materia fisica, analoga all'unità elementare della
materia astrale, analoga all'unità elementare della materia mentale. La
prima differenziazione è dovuta all'"opposizione" di questa unità
elementare, che chiameremo "particella". Come terzo tipo di materia
abbiamo i "corpuscoli", infine un altro tipo ancora di materia
possiamo chiamarla i "nuclei". sino a questo punto abbiamo visto
quattro tipi di materie fisiche elementari: l'"unità elementare", che
è alla base di tutta la materia fisica, le "particelle", i
"corpuscoli" ed i "nuclei"; e ciascuna di queste materie
fisiche ha una sua densità. Arriviamo,
dopo i nuclei, agli atomi; e qua dobbiamo spiegare perché sempre abbiamo fatto
una distinzione nella scala delle densità materiali fra i primi quattro gradi e
i secondi tre gradi di densità materiali. Perché le materie allo stato atomico
possono sussistere - a rigore - indipendentemente allo stato gassoso, liquido e
solido. Cioè: non è che ad una materia, a quella corrisponda una ed una sola
densità, come nel caso delle materie elementari che compongono l'atomo. In
sostanza le innumerevoli materie del piano fisico, possono collocarsi o
suddividersi secondo la loro densità in una scala settenaria che va da un
massimo di densità dei solidi, ad un minimo di densità dell'unità elementare;
abbiamo visto che "tutta la materia del piano fisico" scaturisce
dalla differenziazione di "un'unica Infatti, da questa unità elementare abbiamo le particelle,
dalle particelle abbiamo i corpuscoli, dai corpuscoli abbiamo i nuclei e dai
nuclei passiamo agli atomi. Gli atomi si differenziano l'uno dagli altri, per
un numero diverso di elettroni che girano attorno ai nuclei centrali. A loro
volta, gli atomi delle diverse materie, combinandosi fra loro, originano
materie, sostanze diverse.
Ricapitoliamo
ancora. Partiamo, questa volta, da ciò che gli occhi vedono: dalle innumerevoli
materie fisiche. Il
chimico ci dice che esse sono "sostanze". Le sostanze sono la
combinazione di elementi; gli elementi si differenziano l'uno dagli altri da un
diverso numero di particelle elementari che stanno in seno agli atomi che
compongono gli elementi stessi. Queste particelle noi le abbiamo nomenclate, e
abbiamo detto che sono: i nuclei, i corpuscoli, le particelle e, alla base di
tutto, le "unità elementari" del piano fisico. Dunque
fino ad ora abbiamo visto che le innumerevoli materie fisiche diverse,
scaturiscono tutte da un'unità elementare del piano fisico e che ai primi
quattro tipi di materia elementare (cioè unità elementare, particelle,
corpuscoli e nuclei) corrispondono quattro densità di materia.
Una
volta arrivati agli atomi, non è più che aggregando gli atomi si abbia una
nuova materia alla quale corrisponda una precisa densità, ma si hanno materie
le quali possono esistere indipendentemente allo stato gassoso, liquido e
solido. A
questo punto viene spontanea una domanda e cioè: che cosa esiste fra il nucleo
centrale di un atomo e gli elettroni che vi girano attorno? Abbiamo detto che esiste
materia astrale, infatti, e ci possiamo domandare se questa materia sia quella
che compone il corpo astrale.
Se
all'uomo fosse data per un attimo la possibilità di vedere la materia del paino
fisico allo stato atomico vedrebbe un insieme di nuclei e di elettroni che a
questi girano attorno; e la visione dei corpi solidi che sono Andando ancora oltre, sparirebbe
addirittura la visione dei solidi poiché non si vedrebbero più le materie
dense, bensì le sottili, ossia ciò che compone la materia densa. Si passerebbe
così in un altro mondo la cui esistenza è insospettata eppure reale quanto
quella - e forse più di quella - che si osserva con gli occhi fisici.
Il
corpo astrale degli individui è formato di materia astrale, ma non è
necessariamente quella materia che sta fra i nuclei centrali e gli elettroni
che compongono il veicolo fisico di questi individui. Cioè: se si allontana da
un corpo fisico una qualche sua parte, non è che contemporaneamente se ne
allontani una parte del corpo astrale.
E' stabilito, è provato attraverso a certe materie radioattive, che le materie
che compongono un corpo fisico si rinnovano continuamente. Perfino lo scheletro
del corpo fisico, che ne è la parte più densa, Allo
stesso modo è per il corpo astrale; il corpo astrale è formato di materia
astrale e questa materia del piano astrale rimane unita, collegata, organizzata
assieme da un fulcro, un centro magnetico che è appunto
l'"individuo". Le
materie fisiche che compongono il corpo fisico si rinnovano in un ciclo di
tempo; altrettanto è per il corpo astrale. Ma sia il corpo fisico che il corpo
astrale non vengono dispersi perché esiste un centro di attrazione in modo che,
venendo espulse le materie vecchie, a queste si sostituiscono materie nuove. Non
si deve però pensare che questo centro di attrazione sia localizzato in qualche
parte del corpo fisico o Come
si vede da questo schema, le materie eteriche risultano dalle aggregazioni di
parti elementari, a ciascuna delle quali corrisponde una ed una sola densità,
mentre le materie fisiche dense risultano dalle combinazioni di vari atomi e la
varietà degli atomi scaturisce dal diverso rapporto con cui sono legati i
corpuscoli ai nuclei; ma l'aggregazione degli atomi, combinati o no,
IL
SUONO è un fenomeno che interessa gli atomi
IL
CALORE è un fenomeno che interessa gli atomi
IL
MAGNETISMO è un fenomeno che interessa i nuclei
L'ELETTRICITA'
è un fenomeno che interessa i corpuscoli (passaggio
di elettroni).
LE
ONDE ELETTROMAGNETICHE sono un fenomeno che interessa
LA
LUCE è un fenomeno che interessa le particelle
I
VARI TIPI DI RAGGI sono vibrazioni ed anche emissione di particelle.
LA
RADIOATTIVITA' è un fenomeno che comprende le vibrazioni e l'emissione di
particelle.
Da
ciò che è stato detto appare, sia pure in modo schematico, la costituzione del
Cosmo.
1)
Le materie ed i piani si compenetrano; nello stesso spazio esistono tutti i
tipi di materie. L'impenetrabilità dei corpi ha quindi valore per corpi della
stessa densità, tipo e per molecole, atomi e particelle, ecc. dello stesso
piano. 2)
Il Cosmo, pur essendo incommensurabile è, però, definito. Oltre i confini del
Cosmo (Manifestazione) è il non Manifestato. Il Manifestato è definito dal non
Manifestato. 3)
Il Cosmo ha un centro ideale. Attorno ad esso (Costituzione del Cosmo) 4)
La più vasta è il più alto piano spirituale cosmico, il primo che fu
manifestato, l'ultimo che sarà riassorbito. 5)
I piani tutti, anche quelli compresi fra questi due, si differenziano, pur
essendo analoghi, da caratteristiche particolari risultanti da una legge che
governa le materie, la quale le raggruppa in virtù di un unico principio in
diverse specie. 6)
La materia più densa può, quindi, passare allo stato più sottile con estrema
facilità, purché si cambino i valori ed i rapporti che la rendono quale è. La
densità è il risultato di rapporti di unità costituenti. 7)
Si può dire che il limite della densità è il rapporto che la determina. 8)
Ogni stato ha un limite nel Cosmo, oltre al quale non è il vuoto, ma un nuovo
stato.
L'universo
astronomico, pur incommensurabile ha un limite. I sistemi solari, gli universi
cosmici si allontanano traslando dal centro ideale del Cosmo a velocità vieppiù
accelerata. Laddove questa velocità raggiunga quella della luce è il confine
del piano fisico o dell'universo astronomico. Lì da materia fisica si trasforma
in materia astrale. In
questo punto ideale, che è più di "stato" che di "luogo", è
l'estremo limite del cielo siderale; ma questo non è ancora il confine del
Cosmo: altre materie, altri piani di esistenza vi sono prima di giungere al
limite della Manifestazione. Nella
vertiginosa entità di questi valori incommensurabili, l'uomo fisico appare come
una nullità, e tale sarebbe se nel suo intimo, nella sua vera natura, che al
pari del piano nel quale vive, ha le radici oltre i confini definibili, non vi
fosse lo stesso principio e la stessa forza "che muove il sole e l'altre
stelle". * * * Nozione di tempo e di spazio nei vari piani di esistenza Ogni
piano ha il "suo tempo": nel piano fisico per prendere un oggetto
occorre un tempo, occorre che la mano si
sposti e questo spostamento occupa un tempo. Nel
piano astrale invece questo cambia molto: questo concetto di tempo non esiste
più perché non occorre eseguire una serie di movimenti, o avere un moto per
trovare una persona, ma basta un semplice desiderio; e quindi l'idea del tempo
cambia. Nel
piano mentale cambia ancora, rispetto e al piano astrale e al piano fisico,
perché basta un pensiero per avere il contatto immediato con l'oggetto di
questo pensiero. Il
tempo non esiste laddove è l'Eterno Presente, cioè "in Dio". Allora
tutto è "presente", ogni incarnazione è presente. Ogni istante è come
fotografato in Lui. La vita è composta di innumerevoli attimi; ognuno di questi
attimi è presente in Lui contemporaneamente e separatamente. * * * Illusione del
movimento L'illusione
del movimento di una proiezione cinematografica è data dal susseguirsi dei
fotogrammi e dalla persistenza delle immagini sulla retina dell'occhio; questo
vi insegna la vostra scienza. In realtà, la visione di un film è un lavoro
mentale perché è un fenomeno che avviene nel veicolo mentale dell'individuo. Se
qualcuno vi dicesse che tutto quanto quello che voi vedete è simile
all'illusione accennata, voi prendereste quel qualcuno per un pazzo. Pure
considerate: in possesso di una visione relativa, chiusi in una forma densa,
voi potreste essere oggetto di un'illusione simile a quella del movimento in
una proiezione cinematografica. In realtà, esiste solo l'Eterno Presente e
l'Infinita Presenza.
Nel
piano fisico voi avete cognizione dello spazio perché , chiusi in una forma,
per raggiungerne un'altra, una delle due deve spostarsi entro l'agente che le
separa. Nell'astrale
è il desiderio o la volontà che possono rendervi presenti là dove desiderate o
dove volete. Nel
mentale è il pensiero che vi dà l'immediata sensazione di un reale contatto fra
voi e l'oggetto del vostro pensiero. Nello
spirituale, al di fuori di ogni limitazione, si
Un
oceano si può considerare un insieme di gocce: pure ciascuna goccia esiste solo
nell'attimo in cui viene prelevata dalla massa dell'oceano e solo allora si può
dire che ne sia vicina o lontana. Allo
stesso modo, se voi risalite alla radice dell'essere vostro, comprendete di
essere uno nel tutto e che lo spazio è del piano relativo, perché solo lì si ha
l'illusione che esso esista.
Come
il movimento è una successione di punti, il tempo ne è una di attimi, in
ciascuno dei quali vi è una particolare disposizione degli oggetti del Cosmo.
la vostra mente, passando da un attimo all'altro, secondo una successione
convenzionale, con il ricordo crea l'illusione del movimento, del cambiamento,
del tempo. * * * Oltre
i ritmici cicli di manifestazioni cosmiche, oltre l'immenso quadro di
evoluzione, oltre l'eterno divenire degli universi, sta il Supremo Perché di
tutto questo, sta l'Eterno, l'Infinito, l'Immortale, il Perfetto, l'Assoluto...
oltre... oltre.
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