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Come si svolge una nostra seduta medianica - Lo scopo dei fenomeni medianici 

7. Come si svolge una nostra seduta medianica

 

Tutti i fenomeni descritti sono avvenuti nell'arco di circa trent'anni per mezzo dello stesso medium, la cui medianità si è rivelata quando aveva sedici anni ed era studente. Si è poi diplomato, impiegato; conduce una vita semplice e riservata e pur avendo dedicato la sua giovinezza al compimento della missione affidatagli non ha mai voluto accettare compensi di sorta ed è sempre stato decisamente contrario ad apparire il mezze di questi fatti meravigliosi.

I componenti del gruppo sono in parte gli stessi di tanti anni fa, altri si sono aggiunti in seguito: nell'insieme si tratta di persone diverse per età e cultura. Vi sono laureati, diplomati, universitari, attori, eccetera: nessuno di loro desidera essere nominato pubblicamente, ma potrà dare testimonianza della veridicità e della genuinità di questi fenomeni a chiunque vorrà fare un'indagine seria e approfondita.

 

La casa che ospita il gruppo, da quando il numero dei partecipanti è molto aumentato, è l'abitazione di uno di loro, una casa isolata nei dintorni di Firenze, silenziosa e immersa nel verde; si riuniscono ogni tre o quattro settimane, quasi sempre gli stessi: le Guide spirituali hanno consentito di includere ogni volta un osservatore estraneo, purché conosciuto da un componente del cerchio.

Il numero dei partecipanti varia da venticinque a trenta: all'inizio, seduti tutti in cerchio ai lati del medium, essi ascoltano uno del gruppo che rilegge quello che è stato detto dalle Guide nella riunione precedente, e che è stato inciso su magnetofono, ritrascritto e distribuito in copia ciclostilata ai partecipanti. Finita la lettura, il cui tema dovrebbe avere già costituito oggetto di meditazione tra una riunione e l'altra, nasce di solito un'animata discussione che talvolta si protrae per oltre un'ora.

 

Ha inizio quindi la seduta vera e propria: i presenti recitano una preghiera e si concentrano in silenzio dopo che è stata spenta la luce; la trance del medium avviene entro cinque  minuti circa. Per primo si presenta sempre lo Spirito Guida, di cui parleremo in un capitolo a parte: nella seduta qui di seguito descritta ha rivolto ai presenti queste parole:

«... Voi avrete osservato che le nostre conversazioni vertono su diversi temi, trattati da differenti punti di vista, proprio perché ci rendiamo conto delle difficoltà che voi incontrate nell'afferrare concetti che esulano dalle umane convenzioni e perciò cerchiamo di riproporveli con parole differenti. Appagando la vostra curiosità iniziale circa la condizione di esistenza in cui ci troviamo noi che abbiamo abbandonato la Terra, abbiamo cercato di prospettare alla vostra attenzione una visione generale di ciò che è, in modo che poteste trarre convinzione che nell'esistente non c'è irrazionalità alcuna, che tutto ha uno scopo ed una ragione ben precisi. 

 

Ma illustrare ed ampliare questa visione generale di ciò che è, non costituisce il solo scopo delle nostre comunicazioni, anzi direi è solo un punto di attracco per giungere all'altro fine del nostro dire, che è quello di indurvi a porre attenzione al vostro mondo interiore... 

Nella vita umana non si tratta di conoscere cose ignote come un fatto culturale, ma si tratta di superare la concezione dell'esistenza poggiante sul senso di separatività; trovare un'altra coscienza di sé  che esuli da una visione egoistica e perciò mi sembra più proprio dire "una nuova coscienza", un nuovo "sentire". Nessuno può trasfondere in voi questo "sentire". 

Ecco perché vi diciamo che non vi portiamo la verità, ma che vi diamo solo delle indicazioni per raggiungerla; la verità è una conquista personale... Voi soli, nel segreto della vostra intimità, potete svelare il vostro mondo interiore, comprendere la vostra natura segreta. La psicologia, la psicoanalisi, riescono solo a graffiare la vernice che nasconde l'intimo di ogni uomo. Con ciò non nego la validità di queste materie, ma affermo che l'analisi che ciascuno di voi può fare su se stesso va molto al di là di quello che gli altri possono fare per voi.

 

Consapevoli di tutto questo, continuiamo a parlarvi del mondo che sta attorno a voi, confidando che ciò serva a indurvi ad analizzare voi stessi, a scoprire quel ben più vasto mondo che è nell'intimo vostro".

 

Dopo le parole dello Spirito Guida, in una seduta del 30 maggio 1974, si è presentata un'entità che all'inizio respirava a fatica, poi ha preso forza e con voce sicura si è espressa così:

«... Mi chiamai Enrico Mattei: non vengo per accusare, non ho odio, ma per portare aiuto. Dite, ditelo: nella pianura Padana c'è il petrolio, dopo diecimila metri, tanto, tanto! Ne sono sicuro, è in grande profondità, ma è un giacimento fino oltre le Alpi. In tutta la pianura, anche a Cortemaggiore...

Ecco, ho assolto il mio compito, grazie! .

 

Ancora una pausa; quindi si manifesta l'entità che presiede ai fenomeni fisici e che in una seduta precedente aveva suggerito di predisporre una macchina fotografica con flash.

 

La ragione di questo suggerimento sta nella relazione che segue: «Ho avvertito che il medium a me vicino, seduto sulla poltrona, si è piegato in avanti. Dopo poco, a qualche centimetro dal pavimento ho veduto una luminescenza debole e soffusa; successivamente la luce è divenuta più intensa tanto che ho potuto distinguere le mani dello strumento. Leggeri vapori emanavano dalle dita e si dissolvevano rapidamente.

 

Ad un certo momento lo strumento  ha posto la sua destra sotto i miei occhi, vicinissima. La luminescenza interessava quasi esclusivamente le dita, era visibile solo sul lato interno, pareva avere sede nel derma e filtrare attraverso l'epidermide, la quale però conservava ben visibile il suo disegno, le sue pieghe tra una falange e l'altra, tutte le sue caratteristiche superficiali; il colore era bianco-azzurrino». Mentre avviene tutto questo, l'Entità mormora: «Ecco, io sono pronto, potete fotografare: come vi abbiamo detto, questo serve per dimostrare, per capire, che niente è sulle mani del medium durante questi fenomeni luminosi. Adesso state concentrati». Due dei presenti sono muniti di macchina fotografica, una con flash, l'altra senza: da quella con flash viene scattata una sola foto, nel timore che il lampo danneggi gli occhi del medium, sensibilissimi ad ogni luce mentre è in stato di «trance».

Per centrare il campo da fotografare, nel buio della stanza l'unico riferimento è appunto la luminescenza delle mani. Solo dopo molti giorni si potrà conoscere la sorpresa che riservava questa fotografia.

 

Adesso si presenta Kempis, l'Entità attesa con particolare interesse da quanti più vivamente sono attratti dall'aspetto filosofico-scientifico delle lezioni. Anche di questa Entità parleremo nel capitolo ad essa riservato.

Dopo aver risposto alle domande formulate dai presenti all'inizio della riunione, Kempis, ricollegandosi a quanto aveva detto sul Cristo nella lezione precedente, prosegue:

«... Preannunciato dall'Apocalisse, dai profeti di sventura e perfino dai giornali che hanno problemi di tiratura, avanza  l'Anticristo!... Come potremo noi riconoscerlo per non essere sorpresi dal suo sopraggiungere? Come distinguerlo con le sue insidie, i suoi inganni? Noi dobbiamo guardarlo in faccia questo tracotante principe delle tenebre. L'Anticristo insidioso si nasconde nella tacita acquiescenza della tirannia, dell'errore e dell'ingiustizia. Regna quando alla chiarezza delle azioni si sostituiscono le congerie delle parole, dei compromessi volti a nascondere l'incapacità. Impera quando la libertà è usata a fini egoistici e quindi diventa liceità. 

 

Quando si smarrisce il senso della misura e l'intemperanza acceca gli uomini. Quando la carità diventa una vuota formalità fatta per accrescersi, per meritarsi il cielo e non per amore al prossimo. Quando si abbandonano gli ideali morali non per migliorarli, ma per dare libero sfogo alla propria cupidigia. La religione che si serve degli insegnamenti dei Maestri per maledire, per condannare i suoi nemici, è religione dell'Anticristo.

Allora, se tutto questo è l'Anticristo, questo apocalittico nemico dell'uomo, non è tanto lontano da noi, non è di là da venire, ma è in noi, figli e fratelli, si aggira in noi e fra noi da almeno 2000 anni:... se questa è la verità, una diversa domanda dobbiamo farci: quando finirà il regno dell'Anticristo?

 

Quando solo la maledizione sarà maledetta, quando saremo liberi dalla schiavitù delle passioni, dagli errori dell'ignoranza, dalle pene del timore, dalle angosce del desiderio: ... nella nostra debolezza, in attesa di questo giorno, come andare avanti? come comprendere qual è la via più breve?

Ascoltiamo con reverenza chi può indicarcelo».

 

Queste ultime parole sono pronunciate con tono sempre più solenne e commosso: seguono dei momenti di silenzio. Un profumo di tuberose e gigli comincia a pervadere la stanza con crescente intensità. Si percepisce che il medium si alza e si reca quasi al centro della stanza dove rimane in stato di levitazione. La voce che i presenti odono non appartiene a nessuna delle Entità che si manifestano di solito:

 

"Beati voi siete che potete affinarvi nell'istruzione. 

Ma guai a chi non è convinto di nulla sapere, perché dell'umile è il Regno dei Cieli.

Beati voi siete che non conoscete l'obbligo di partecipare nolenti ai riti religiosi, ma guai a chi non trova tempo di dire una preghiera, perché di chi ama Dio è il Regno dei Cieli.

Beati voi siete che potete nutrirvi senza preoccupazione, ma guai a chi non dona il superfluo, perché di chi nulla possiede è il Regno dei Cieli.

Beati voi siete che non conoscete il giogo del lavoro coatto, ma guai a chi non è produttivo, perché di chi mette a frutto la sua esistenza è il Regno dei Cieli.

Beati voi siete che potete muovervi in una maggiore libertà sociale, ma guai a chi è schiavo di se stesso, perché dell'uomo libero è il Regno dei Cieli.

Beati voi siete che sul sangue dei vostri predecessori potete sognare e sperare in un mondo migliore, ma guai a chi sciupa l'occasione, perché dei puri è il Regno dei Cieli.

Voi avete udito che vi fu detto:

Beati gli affamati e gli assetati di giustizia, ma io vi dico:

più beato ancora chi nulla desidera, nemmeno la giustizia, perché di chi è morto a se stesso e di chi fa la volontà del Padre è il Regno dei Cieli. Il Regno dei Cieli riposa nella quiete interiore.

Pace a voi».

 

Mentre vengono pronunciate le ultime parole il corpo del medium piano ridiscende fino a che è di nuovo adagiato sulla poltrona: il profumo è così intenso che ognuno tornerà alla sua casa conservandolo ancora addosso.

Dali, lo Spirito che sovrintende alle riunioni, chiude la seduta con queste parole:

«Devo assolvere con piacere un piccolo compito: la Guida dei fenomeni fisici ha materializzato poco fa ciò che io adesso consegno a questi figli. Può anche darsi che mentre avete eseguito la fotografia, gli oggetti stessi fossero in materializzazione».

 

Nel dire così, egli consegna a due partecipanti che stanno per sposarsi, una lucernina di ottone a tre becchi, alta circa quindici centimetri e ad un'altra partecipante in attesa di un bimbo, un fiore di gladiolo bianco bordato di rosa, uno solo, freschissimo: «Vi benedico: spero che il vostro ricordo non si distacchi da questa serata». Sono le ultime parole di Dali e la seduta è finita.

Alcuni minuti di silenzio, poi il medium si risveglia; come  sempre egli non ha la minima consapevolezza di quanto è avvenuto durante la sua "trance". Accese le luci, per lui il profumo sempre intenso e gli oggetti che gli vengono mostrati sono la sola dimostrazione di ciò che è avvenuto: più tardi egli potrà riudire dal magnetofono tutte le comunicazioni.

 

La fotografia scattata nel corso della serata fu sviluppata dallo studio di ottica Barzechi di Firenze: ad una prima superficiale osservazione appare evidente solo il fatto che le mani del medium non presentavano alcuna particolarità, mentre la foto era stata scattata quando esse apparivano luminosissime.

Guardando poi con più attenzione, anche con l'aiuto di una lente di ingrandimento, ecco apparire in basso, sotto la poltrona del medium, la lucernina in formazione: ad essa infatti mancano alcune parti, per esempio la base. E più a destra, sempre in basso, in un ectoplasma bianco-rosato, comincia a delinearsi il contorno del fiore (foto 30 e 31).

 

 

8. Lo scopo dei fenomeni medianici

I fenomeni fisici non sono mai un fine a se stessi: talvolta essi sono il tramite di manifestazioni di disincarnati legati da rapporti affettivi con qualcuno dei presenti (ed è questo il caso dei numerosi doni di cui è stato fatto cenno nelle precedenti pagine); altre volte essi hanno invece lo scopo più diretto di richiamare l'attenzione sulla straordinarietà delle forze che presiedono alle manifestazioni. In ogni caso, però, tali fenomeni sono volti a predisporre i presenti a credere all'autenticità delle «fonti» e, conseguentemente, a meditare in tutta disponibilità interiore l'insegnamento delle Guide Spirituali.

 

A tale proposito frequenti sono i richiami del Maestro Dali:

«... Le riunioni cosiddette spiritiche o hanno lo scopo di svegliare l'attenzione degli uomini, far loro capire che esiste molto di più di quello che cade sotto i sensi fisici e che appartiene al piano fisico, o hanno lo scopo di insegnare. In un primo tempo dello spiritismo si aveva una grande sperimentazione di fenomeni fisici, altrimenti oggi lo spiritismo non esisterebbe più. Se non vi fossero stati dei fenomeni che per loro stessi costituivano delle prove di intervento di qualcosa di sconosciuto, se fino dall'inizio si fosse parlato solo di "insegnamento spirituale" lo spiritismo molto probabilmente non sarebbe riuscito a fare più scalpore di quanto lo faccia una setta religiosa. 

Invece l'attenzione degli nomini fu colta nel modo che voi tutti sapete. Ma il vero scopo dell'esistenza delle sedute medianiche è l'insegnamento; perciò, quando si è potuto accertare che il fenomeno esiste, quando è dimostrato che non siamo di fronte a quegli isterici vaniloqui privi di ogni controllo che molto sovente si chiamano sedute spiritiche o medianiche, allora le porte della comunicazione devono aprirsi; ma la comunicazione fra il mondo degli incarnati ed mondo dei disincarnati, per essere all'altezza del miracolo  che rappresenta, deve superare ogni insegnamento umano, deve andare oltre ciò che gli ottimi filosofi del passato o del presente possono enunciare, di ciò che la scienza umana ha scoperto fin qui».

 

Sempre a proposito dello scopo dei fenomeni medianici trascriviamo letteralmente la registrazione di una seduta in cui, prima la nostra Guida Dali e poi le altre Entità che abitualmente si presentano alle nostre riunioni, si alternano ad illustrarci il perché della loro presenza fra noi, in un serrato dialogo, con un susseguirsi di voci diverse fra loro per intonazione, timbro, volume e per il diverso modo di porgere identiche verità.

 

DALI:

... Fino dal tempo in cui abbiamo cominciato a portarvi il nostro insegnamento, cioè da quando avete cominciato a  rendervi conto che queste comunicazioni non potevano costituire un passatempo né un mezzo per soddisfare le vostre curiosità umane, noi abbiamo curato che questa cerchia di amici che liberamente si riunivano, libera rimanesse nel tempo, estranea ad ogni forma di organizzazione perché siamo convinti che le organizzazioni che acquistano una personalità propria finiscono col perdere il contatto diretto con l'uomo, la capacità di comunicare col singolo al di là di ogni barriera ideologica. Noi abbiamo fiducia nell'opera individuale, nell'aiuto che l'uno può dare all'altro direttamente, senza che il beneficato debba abbracciare come contropartita una ideologia o una religione. Per questo motivo - ed anche per altri - vi abbiamo spinto alla riservatezza e non vi abbiamo mai spinti a credere di essere voi, e noi, investiti da una speciale missione divina. 

 

A distanza di trent'anni dalle prime comunicazioni, volgendovi nel tempo ad esaminare la nostra opera, vi sarà facile vedere il programma che abbiamo svolto, che non appariva e non appare, nel momento in cui passo su passo lo attuiamo.

 

Lo scopo delle nostre comunicazioni non è quello di provare l'esistenza obiettiva dei fenomeni fisici, né della sopravvivenza di un quid immateriale alla morte del corpo. O meglio, abbiamo provato tutto ciò ad ognuno di voi, ma se avessimo voluto provarlo all'opinione pubblica, ci saremmo serviti di questo strumento in quel senso, ottenendo forse fenomeni più rilevanti di quelli che comunemente osservate. Ma che scopo avrebbe dimostrare alla generalità degli uomini la sopravvivenza dell'essere? Forse imbrigliare ancora di più l'azione dell'uomo con la paura dell'aldilà o con la preoccupazione di procurarsi un avvenire radioso dopo la morte? No!

 

Quando gli elementi sono stati forniti, ciascuno, - a questo punto dell'evoluzione - deve trovare da solo la propria certezza. Quindi con gli altri comportatevi come noi ci comportiamo con voi: lasciate che ciascuno scopra da se stesso di che cosa ha bisogno, viva libero nelle sue convinzioni, subisca gli effetti delle cause liberamente mosse. Fornite gli elementi e lasciate che ciascuno tragga la sua conclusione finale.

Se allora la scoperta individuale è lo scopo della vita dell'uomo, che senso ha il nostro messaggio? Forse quello di portare una nuova morale?

 

KEMPIS:

La morale è ciò che attiene alla valutazione delle azioni in funzione del bene. Questa può essere una definizione. Ma chi ha conoscenza del costume dei popoli sa quanto diversa sia l'etica delle società. Lo stesso pensiero filosofico riconosce vari tipi di morale tutti in stretta dipendenza con altrettante concezioni di bene. E quanto si sia modificato il concetto di «bene» nel tempo, certamente voi lo sapete: dal bene inteso come "felicità" degli antichi, a Dio, massimo bene del Cristianesimo, al bene "conoscenza del vero" dei razionalisti, al bene che coincide con l'utilità dei positivisti e così via. Come ho detto, a tante concezioni di bene, corrispondono tante moralità. 

 

E così abbiamo l'etica intellettualistica, l'etica irrazionalistica, l'etica volontaristica e chi più ne ha più ne metta. In effetti, però, non esiste una morale assoluta che debba essere assunta come ideale da tutti gli uomini, dal selvaggio al Santo. Esistono tanti stati di coscienza, raggiungibili per tappe successive, ciascuno dei quali diviene ideale morale” nel momento in cui è prossima la meta che il singolo deve raggiungere. Ecco il perché di tante società con tante etiche diverse. Sono i differenti ambienti in cui ciascuno trova il suo gruppo di esperienze che lo conducono ad ampliare la coscienza; che lo conducono ad una più profonda maturazione.

 

Quindi la morale, e le credenze, non hanno un valore assoluto: sono i termini del problema che ciascuno deve risolvere, ma è il processo del risolvere il problema e non sono i termini che danno all'individuo un nuovo «sentire». Sono gli stimoli che vengono dagli ambienti in cui vive che trasformano l'«essere» dell'individuo. E se generalmente noi possiamo affermare che per l'individuo è «bene» tutto ciò che amplia la sua coscienza, altrettanto genericamente possiamo dire che una vita è favorevole, è positiva, quando da essa si hanno esperienze che direttamente allargano gli orizzonti di un nuovo «sentire».

 

CLAUDIO:

Tornerà utile ricordare che per molte religioni la vita dello spirito corrisponde alla rinuncia al mondo ed alla società. Quanto sia distorta questa concezione lo abbiamo ribadito più volte. Tuttavia non si deve credere che la vita sia vissuta nella continua esperienza diretta e nell'istinto; persino gli animali che non posseggono il raziocinio ed hanno una vita istintiva, conoscono il freno inibitore alle loro azioni: la paura; o - se preferite - contrapposto all'istinto di aggressività degli animali, vi è quello frenante del timore. 

 

Con ciò intendo dire che una vita è vissuta quando si ha l'esperienza diretta, si è attivi, vigili, ma soprattutto quando si e riflessivi, quando si usa, da parte dell'uomo, quello strumento in più che ha rispetto a forme di vita più semplici; quando si usa l'intelletto e non già per crearsi delle false morali o delle pastoie inutili, ma per comprendere i propri limiti e superarli. Sicché se volessimo dire e riassumere in una frase, in un titolo, lo scopo della vita dell'uomo, non dovremmo dire tanto che lo spirito sperimenta la materia, quanto che l'uomo - attraverso a quelle vicende che lo vedono protagonista - trascende il proprio egoismo, supera una visione della sua esistenza in cui tutto è visto unicamente in funzione di se stesso, raggiunge la coscienza d'essere  tutt'uno con ciò che esiste.

 

Nel mare costantemente agitato dei pensieri, dei conflitti del singolo e dei popoli, dei desideri, delle frustrazioni, ciascuno trova il proprio gruppo di esperienze che lo conducono ad ampliare il suo a "sentire".

Ogni esperienza non è mai perduta, anche quando è fondamentalmente errata è pur sempre un'esperienza.

Ma come non è necessario sperimentare tutto direttamente, così non è indispensabile errare per comprendere.

Una vita è spesa favorevolmente quando si raggiunge l'equilibrio fra l'azione e la riflessione; fra l'intenzione e la capacità di realizzarla.

 

DALI:

Qual è il nostro posto in tutto ciò, o figli? Noi cerchiamo di aiutarvi a prendere coscienza di voi stessi rendendovi consapevoli del peso che avete nella collettività, facendovi capire che l'ingiustizia e lo sfruttamento del singolo sembrano fine a se stessi per la visione limitata nel tempo e degli eventi che gli uomini hanno.

 

TERESA:

Cerchiamo di istillare in voi la convinzione che la vita, per quanto sia un mezzo di evoluzione, può essere serena e pacifica purché sia liberata dall'ignoranza, dalla superstizione; ma soprattutto purché si riesca a concepirla non più solamente in funzione di se stessi.

 

CLAUDIO:

Cerchiamo di convincervi che la felicità può essere di codesto mondo, purché ci si renda conto che non è conseguenza del possesso di qualità, né virtù, né amicizie, né beni materiali, né che cresce col successo e con la notorietà.

 

TERESA:

Cerchiamo di farvi capire che l'unica etica veramente universale è quella di concepire come unico bene l'aiutare gli altri e come unico male recare loro danno.

 

CLAUDIO:

Tuttavia vi insegniamo a misurare le vostre forze, a trovare il giusto equilibrio fra il vostro ideale morale e la possibilità di trarlo in pratica. Vi insegniamo a cominciare da poco e da vicino, amando di più i vostri familiari ed i vostri amici.

 

DALI:

E qual è il vostro posto in tutto ciò? Per molti anni voi siete stati passivi spettatori di queste comunicazioni. Adesso siete voi che dovete rispondere a chi vi chiede. Ma non vogliamo fare di voi dei predicatori, dei divulgatori delle nostre parole. Non vi mandiamo come pecore fra lupi feroci; tutto quello che ci aspettiamo da voi che rispondiate a chi vi chiede, a chi vi mandiamo, perché non siete voi che scegliete con chi avere contatti, siamo noi.

E non preoccupatevi se ciò che direte non sarà recepito: la Verità quando è tale, anche quando è prematura non va mai perduta, rimane nell'individuo come un seme che inizierà il suo ciclo vitale nella stagione propizia.

 

CLAUDIO:

Nei riguardi di voi stessi ci attendiamo che quando sarete scavalcati o quando i privilegi, le amicizie influenti, la disonestà impunita, lo sfruttamento a danno di altri faranno prevalere chi non ha meriti, non abbiate una reazione che rafforzi il vostro "io", che vi dia frustrazione ed amarezza perché sarà segno, allora, che avete compreso ciò che noi intendiamo dirvi.

 

KEMPIS:

Se tutto ciò vi sembra poco e già detto, allora non ci siamo espressi bene, perché noi contrapponiamo allo sterile ascetismo l'azione individuale ad ogni livello della società, culturale, politico, assistenziale, forse, anzi certamente modesta, ma in ogni caso più fattiva.

 

CLAUDIO:

Contrapponiamo alla violenza a se stessi creatrice di nevrosi e distorsioni di pensiero, l'auto-convinzione che è liberatrice.

 

DALI:

Contrapponiamo al cieco dogma l'enunciazione in termini intelligibili della Realtà, cioè una Verità che se anche non è - e non potrà mai esserlo - assoluta, è tuttavia quanto di più aderente voi possiate afferrare dell'unica, dell'ultima Realtà.

 

CLAUDIO:

Al consiglio di sacrificare la vostra vita terrena a beneficio di quella celeste, noi contrapponiamo il consiglio di vivere serenamente il presente e ciò è possibile solo se si è capaci di concepire la propria esistenza al di là degli angusti confini di "mio", "io", "guadagno".

 

TERESA:

Al vuoto formalismo religioso contrapponiamo quel tanto e quel poco che la vostra convinzione e le vostre possibilità vi faranno fare.

 

DALI:

All'idea di un Dio capriccioso, che interviene a suo piacimento, che vuole essere lodato ed adulato, contrapponiamo l'idea della Divinità che tutti comprende, che tutti chiama a S‚ attraverso una comunione vieppiù vivida ed effusa.

Questo e questo solo è lo scopo della nostra presenza fra voi.

 

E in effetti è nell'insegnamento trasmesso in queste comunicazioni che sta la ragion d'essere dello spiritismo e la possibilità del suo sviluppo futuro. Così come sostiene anche il Maestro Kempis nel brano che qui viene riportato:

 

"... Vogliamo togliere tutta la parte fenomenica dello "spiritismo"? Togliamola pure. Non vogliamo credere che si tratti di comunicazioni di trapassati, di disincarnati? Bene, non crediamoci. Vogliamo pensare che sia una colossale mistificazione? Pensiamolo. Alla fine rimarrà qualcosa; certo una marea di parole, tantissime delle quali senza senso, ma fra queste, poche che possono avere un valore per l'uomo. Poche che rappresentano il rimpianto di chi non ha dato valore a ciò che l'aveva, di chi "per amore e con amore" vuole aiutare i suoi simili. Sì, a voi spetta l'onore di scoprire e valutare,  ma vi assicuro che ne vale la pena.

 

Non possiamo finir di parlare senza rivolgere un monito agli interrogatori di tavoli per antonomasia acciocché non abbiano a credere, da quello che ho detto, di essere sempre nel giusto. Agli illusi che accettano come preziose rivelazioni discorsi che sono vaghi e imprecisi quando possono essere controllati, e che divengono logorroiche blaterazioni quando nessuno può sapere se corrispondono a Verità. A chi confonde logori quaresimali con espressioni della più alta spiritualità, chiedo: "Su che cosa fondate la vostra certezza di parlare coi disincarnati? E se siete certi, perché accordate più fiducia ai morti che ai vivi? Non è sufficiente trapassare per capire la Verità. Questo lo comprendete? 

 

Allora, perché una buona predica non vi basta per chiamare "Maestro" un vivente e la stessa è più che sufficiente per ritenere 'alta Guida spirituale' un presunto disincarnato? Siete voi i veri nemici dello spiritismo, voi che contribuite a soffocare- fra una marea di  idiozie - discorsi che potrebbero avere un valore per l'uomo". 

 

E parliamo anche a voi vivi che vi fingete voce dei morti: se avete da dire qualcosa, ditelo a vostro nome. Non è certo con l'attribuire un'autorevole paternità ai vostri vaneggiamenti che essi si riempiono di significato! E se qualcuno vi crede quello che vorreste essere, e più ancora vi credesse Dio in persona - ammesso che Dio sia una persona - voi non crescereste di niente rispetto a quello che siete. Moneta falsa che si spaccia per buona!

 

Parliamo infine agli esperti della più confusa di tutte le scienze - se scienza si può classificare la parapsicologia - e chiedo: qual è il vostro scopo? Chiarire o confondere? Scoprire o coprire? A coloro che a priori credono in malafede medium e sperimentatori, chiedo: "Siete sicuri di essere in buona fede? Perché questa e la qualità essenziale dello scienziato: la perfetta buona fede. 

 

L'assoluta mancanza di volontà di far pendere l'ago degli strumenti in un senso o nell'altro: la ricerca della verità per amore alla Verità, anche se essa è sgradita ed urta contro interessi precostituiti. Voi siete i depositari di quella che sarà - dopo molte trasformazioni - la nuova scienza sacerdotale. Quanta tenerezza ispireranno, allora, le vostre diatribe! Ma sarete ammirati perché il vostro lavoro, al di là di ogni personale interpretazione, è un invito a scoprire e quindi a dominare - insieme alle ricchezze del mondo esteriore - i poteri interiori dell'uomo. 

 

Ogniqualvolta qualcuno si è posto come intermediario fra l'uomo ed il mondo sconosciuto detto 'sovrannaturale', tutto si è risolto con lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, perfino l'eredità dei grandi spiriti si è - in mano all'uomo - trasformata in uno strumento di tortura, di imposizione, di repressione, di sfruttamento. Ebbene, questo vostro annaspare per cercare di capire certi fenomeni che per il loro carattere inconsueto fanno pensare al sovrannaturale e, comprendendoli, togliere ad essi quell'alone di mistero e di timore del quale si servono i ciarlatani per estorcere e ricattare, ebbene questo dà al vostro lavoro un valore più che sociale, morale. Perciò vi amiamo profondamente, come amiamo tutti coloro che aiutano l'uomo a prendere coscienza di se stesso!"".

 

Continua