Materiali / Articoli

 

DISCO-GRAFICA - (4)

LE DONNE DI MARCUS KEEF

di Enzo Caffarelli  (da Ciao 2001 n. 37 del 17 settembre 1972)

 

 

Dopo la parentesi americana di Abdul Mati Klarwein della scorsa settimana, torniamo all’Inghilterra ed a Marcus Keef, uno dei maestri della scuola fotografica inglese da parecchi anni. Come Ric Breach (Catapilla, Ben, Warhorse, Gentle Giant 3) anche Marcus Keef, in arte semplicemente Keef, ha legato il proprio nome ad un’etichetta specializzata britannica, la Vertigo. La Vertigo è una delle più giovani scuderie discografiche, che insieme a poche altre – Charisma, Island, Harvest – ha rivoluzionato la musica inglese. La Vertigo ha creato i Gentle Giant, i Black Sabbath, i Beggars’s Opera, i Ben, gli Uriah Heep, ha lanciato i Nucleus ed il nuovo Graham Bond, e ha scoperto decine di altre formazioni.

I capolavori di Keef, sempre delle fotografie trattate con tecniche particolari per ottenere colori sfumati e pallidi, hanno come costante nota caratteristica la presenza di personaggi umani, preferibilmente una donna. I colori sono temperati, crepuscolari, i paesaggi vasti e solitari, i volti femminili riflettono la mestizia e la verginità del mondo naturale cui appartengono. In questa dimensione si inseriscono le covers del primo Black Sabbath, del primo Nirvana e della “Valentine suite” dei Colosseum.

La copertina del primo Black Sabbath ha avuto un’importanza eccezionale. E’ una delle poche di Keef in cui vi sia reale unione fra contenuto del disco e figura; in pratica, fra testo, musica e immagine. “Black Sabbath”, omonimo pezzo di introduzione del LP, è ispirato ad un antico poema anglosassone del XIII secolo, il “Beowulf”: "…non lontano di qui si stende un vasto stagno: su di esso si protendono i boschi coperti di gelida brina; e la foresta, le cui radici si intrecciano, folta adombra le acque… di là altre si ergono le onde in un furioso tumulto, nere, sino alle nubi, finché l’aria si ottenebra ed i cieli tornano a piangere…”.

E così i Black Sabbath: “…Ancora cade la pioggia, veli di oscurità avvolgono gli alberi anneriti che, piegati da qualche invisibile violenza, perdono le loro stanche foglie e piegano i loro rami verso la terra grigia coperta d’ali di uccello…. La cateratta dell’oscurità si forma velocemente, la lunga nera notte comincia, ed ancora, vicino al lago, una ragazza aspetta, non vedendo crede di non essere vista, e ride… debolmente a distanza una campana sta suonando e la pioggia, la pioggia cade ancora”.

Keef ha trasposto graficamente il paesaggio; ed inoltre, come il quartetto di Tony Iommy ed i Black Widow davano origine a quel rock duro e ricco di effetti che sarebbe stato definito dark sound, così parallelamente l’opera di Keef e quella di Ric Breach per la copertina del primo Black Widow, aprivano la strada a tutta una moda, quella delle copertine ossianiche: alcune pienamente o in parte giustificate, come il tenebroso volto in avanzata decomposizione del primo Uriah Heep, o l’uomo carponi degli Atomic Rooster di “Death walks behind you”, riproduzione di un quadro di William Blake, l’elegiaco sepolcrale del Settecento (a titolo di informazione, un altro suo quadro è stato utilizzato dagli Strawbs per la prima pagina di “Grave new world”). Altre invece del tutto gratuite, come il gigantesco teschio degli Still Life, uno dei pochi “bluff” dell’etichetta Vertigo.

Altre copertine notevoli di Keef sono il primo LP dei Beggar’s Opera, l’album degli Spring, il primo Warhorse, l’interno degli Heaven con il totem indiano, il secondo Black Sabbath.

 

 

 

Black Sabbath – I

 

Può essere considerata la copertina che ha aperto la strada a tutto il filone delle copertine ossianiche. Una giovane donna sospesa in un paesaggio sepolcrale, corrispondentemente alla descrizione del testo di “Black Sabbath”. Secondo la definizione di un critico inglese, il paesaggio rispecchia fedelmente con il contorno monocromatico di un’immagine colta sulla superficie di una profonda pozza d’olio, le aspre realtà della loro città natale, e della compagna circostante. La costruzione ricorda il maniero di Brambletye, che viene identificato con il maniero de “La valle della paura”” di Conan Doyle (Sherlock Holmes).

 

 

 

Colosseum – VALENTINE SUITE

 

Per il secondo e fortunatissimo LP dei Colosseum, Keef ha realizzato un altro dei suoi paesaggi desolati e vergini. Ancora qui una donna, su di uno sfondo crepuscolare ma che ha perduto tutta la drammaticità e l’ancestrale paura di Black Sabbath, fra due altissimi candelabri.

 

 

 

NIRVANA

 

Completa il trittico delle donne di Keef. IL colore è stupendo, e l’unico difetto dell’album è che i Nirvana non valgono quanto il loro fotografo. Tutta la verginità e la mestizia del mondo di Keef si rispecchiano nella donna dei veli: l’interno della copertina riproduce un ambiente identico, ma il giovane alla finestra sulla sinistra, si è voltato; e contemporaneamente la donna e la bambina sono scomparse. Chiara l’allusione all’anestesia locale, al miraggio.

 

 

 

Beggar's Opera – ACT ONE

 

Ancora una volta, per i classicheggianti Beggar’s Opera del primo album, Marcus Keef ha descritto un paesaggio quasi surreale, con personaggi mascherati ed opulenti che paiono essere usciti dalla mente di Federico Fellini. Notate l’esasperazione delle forme, e la stravaganza degli indossati.

 

 

 

WARHORSE

 

Per il primo album dei Warhorse (il secondo con il mare rosso è stato disegnato da Ric Breach). Keef ha rappresentato i protagonisti travestiti da Tommy della prima guerra mondiale. Stavolta è stato il nome del complesso letteralmente “cavallo da guerra”, che il leader Nicky Simper, ex basso dei Deep Purple, ha conferito al suo gruppo hard, ad ispirare l’autore. Notate anche qui la tecnica sfumata della foto.

 

 

 

SPRING

 

Il paesaggio è uno dei più desolati. Sulla riva di un fiume già macchiato di sangue giace un soldato morto. I colori sono sfumati e crepuscolari, e la copertina è a tre facciate con un’unica foto, una tecnica ancora rara perché ingombrante ed impegnativa per la confezione, ma che potrebbe non tardare ad imporsi. La copertina interna degli Heaven, altra realizzazione di Keef, con i sette musicisti sotto un totem indiano, comprende addirittura sei facciate.

 

 

                                                                                                                                                                              Enzo Caffarelli

 

 

INDICE

DISCO-GRAFICA

 

Ciao 2001