Ultimo aggiornamento:    07/04/02

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IL NARCISIMO      
Il mito di Narciso
Il mito tratta di una metamorfosi, cioè del passaggio da una forma all’altra. Una ninfa è violentata dal dio Fiume (Cefiso) e da quella violenza nasce Narciso. L’indovino Tiresia )Lo stesso che rivelò ad Edipo la verità: l’uccisione del padre e l’incesto con la madre) predice a Narciso che sarebbe vissuto molto, purchè non avesse conosciuto se stesso. Gli rivelò anche che tutti si sarebbero innamorati di lui per la sua bellezza. Narciso non comprese il significato della predizione. Rifiutò sempre le profferte d’amore e fino a 16 anni visse libero in modo avventuroso, in mezzo alla natura, coltivando la musica e la caccia. Un giorno si innamorò di lui la ninfa Eco, che aveva già alle sue spalle una storia con Zeus, per la quale Giunone, gelosa, la punì togliendole la possibilità di parlare se non ripetendo l’ultima parola detta da qualche altro. Narciso la respinse ed Eco disperata si dissolse al calore del sole del mattino e di lei rimase solo la voce. Un altro spasimante di Narciso fu un uomo, Aminio. Anche questa volta Narciso rifiutò le profferte d’amore, non per motivi moralistici (tra i Greci infatti l’amore omosessuale era un passaggio normale nell’età giovanile), ma perché non interessato all’amore in genere. Anzi gli inviò una spada con la quale il giovane si uccise. Diana allora decise di vendicare Eco, sua protetta, e Aminio. Fece sì che Narciso si innamorasse senza essere corrisposto. Un giorno Narciso vide la sua immagine nell’acqua e se ne innamorò, restando tanto attratto da non potersene allontanare. A questo punto, come spesso avviene nei racconti mitologici che sono trasmessi oralmente, esistono tre conclusioni:

  1. Narciso si lascia morire di inedia, cioè muore per consunzione imprigionato dalla visione di se stesso
  2. Narciso, essendosi buttato nella pozza per raggiungere la sua immagine, muore annegato
  3. Narciso, per la disperazione di non potere amare la sua immagina si suicida con la spada (come il suo innamorato Aminio)

Dal corpo di Narciso nasce poi un fiore che prende il suo nome e che vive nei luoghi umidi. Da notare che Narc h in greco significa "torpore", "sonno " Infatti l’olio di narciso per i Greci era un narcotico.

Narciso e la psicanalisi
Mentre Edipo nutre un amore per il genitore di sesso opposto, Narciso nutre un amore per la sua stessa persona.
Freud non approfondisce il mito di Narciso, ma afferma che in una certa fase iniziale dell’evoluzione il soggetto concentra la libido su se stesso e parla di "narcisismo primario". Successivamente l’individuo volge la libido verso l’esterno. Se poi invece c’è una permanenza o un ritorno su se stesso si ha la "nevrosi narcisistica", che è un fenomeno patologico, che sta ad indicare la maniacale cultura del proprio corpo, la vanità intellettiva, il piacere della fantasia statica, il bisogno di ottenere ammirazione. Questi soggetti, non avendo un contatto reali con se stessi e col proprio corpo (amano infatti, non se stessi, ma l’immagine di se stessi), non sanno amare neppure gli altri, perdono l’interesse per l’ambiente e l’oggettività
Il narcisismo positivo
From (L’arte di amare) afferma che esiste anche un narcisismo positivo, un narcisismo "egosistemico", cioè un narcisismo in sintonia con l’EGO che funziona a vantaggio dell’IO; quindi un narcisismo fisiologico, costruttivo, sano e maturo, volto alla creatività, alla costruttività, che non esclude l’amore per gli altri, anzi è funzionale alla possibilità di scambio con il prossimo. "Ama gli altri come te stesso": se uno non ama se stesso, non può amare neppure gli altri. Questo avviene quando le persone hanno superato il narcisismo egocentrico dell’infanzia.
Origine psicologica del narcisismo
Il narcisismo si sviluppa per le frustrazioni subite nell’età evolutiva, quando il bambino volge ad altri o ad altro le sue pulsioni (dopo aver superato il narcisismo primario) ed è respinto.
Versante grafologico del narcisismo
Il narcisismo – come si è visto - è una condizione psicologica egocentrica ed infantile: amando la propria immagine il soggetto si sente al centro dell’universo. Secondo Freud l’individuo si sviluppa passando dal narcisismo primario totalizzante fino alla conquista del pensiero oggettivo e della capacità di amare non solo se stesso, ma anche l’altro. Il narcisismo come investimento di energia psichica su di sé non scompare ma del tutto, perché risponde ad una esigenza di autoconservazione. Occorre bilanciarlo con l’energia investita verso gli altri (ama il tuo prossimo come te stesso). In caso contrario il narcisismo può diventare patologico, in quanto allontana dalla realtà e diventa una regressione in risposta ad un ambiente non saturante che produce un vuoto affettivo. Il comportamento può comportare:

scarsa capacità di giudizio obiettivo
eccesso di reazione emotiva alla critiche (collera, fantasie compensatorie, depressione)
limitazione della capacità di amare

Allora da un punto di vista grafologico il soggetto assume modelli grafici graziosi (curva sopra la media, adagiata sul rigo, puntini a cerchio), gesti ricercati, svolazzi ricercati (indici di manierismo finalizzato ad ottenere ammirazione e all’autocompiacimento) stretto tra lettere (difficoltà a concedere spazio all’altro), forte pendenza (l’altro è vissuto come una parte di sé da possedere), ricci ideativi sopra la media (fantasie di onnipotenza, rifiuto della realtà sentita come frustrante - Ma nei ragazzi il riccio ideativo può essere una tappa evolutiva da superare), accurata sopra la media (il forte controllo grafico rivela mancanza di elasticità dell’IO: l’immagine di sé è falsata dall’estremo bisogno di essere considerati; il soggetto sente il bisogno di rappresentarsi agli altri nel modo migliore, anche non autentico; la tensione provoca spreco di energia e l’espressione degli affetti viene irrigidita).  

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