Freccia-sx4.jpg (2157 byte)Eyes Wide Shut   

Regia: Stanley Kubrick - Soggetto: dal racconto "Doppio sogno" di Arthur Schnitzler - Sceneggiatura: Stanley Kubrick e Federic Raphael - Interpreti: Tom Cruise (Bill), Nicole Kidman (Alice), Sidney Pollack (Victor), Vanessa Shaw (Domino), Told Field (Nick), Madison Eginton (Helena, figlia di Bill e Alice), Julienne Davis (Mandy) - Durata: 159’ - Origine: Gran Bretagna - Anno: 1999

Alice e il marito Bill, di professione medico, sono invitati alla festa di Victor. Lasciano la figlia Helena alla baby sitter. Alla festa Bill incontra Nick, un pianista suo ex compagno di scuola e gli promette di andarlo a trovare nel locale dove suona. Alice balla con un ungherese che cerca di sedurla. Bill trova due modelle molto disponibili. Ad un certo punto della festa Victor fa chiamare Bill al piano superiore della villa dove si trova una modella, Mandy, che ha perso conoscenza. Bill l’aiuta a riprendersi. Dopo la festa i due coniugi tornano a casa e qui hanno una discussione sul loro rapporto. Durante la notte Bill viene chiamato perchè un suo paziente è morto. Nella camera del morto la figlia tenta di sedurlo. Più tardi Bill esce per le strade di New York e tenta un approccio con una prostituta di nome Domino, ma è chiamato al telefono da Alice e il rapporto non si conclude. Poi va in cerca di Nick che gli rivela che quella stessa notte dovrà suonare, bendato, durante un’orgia. Per partecipare serve la parola d’ordine e una maschera. Bill insiste con l’amico per conoscere la parola d’ordine, poi cerca un negozio di costumi dove affitta la maschera. Finalmente Bill si reca alla villa dell’orgia. Qui una donna (Mandy?) sembra riconoscerlo e gli consiglia di andarsene. Poco dopo Bill viene smascherato e rischia di essere ucciso. La donna che lo aveva messo in guardia si dice pronta a sacrificarsi per lui. Bill viene messo alla porta e torna a casa. Qui trova la moglie sveglia che gli racconta di un sogno in cui faceva all’amore con un ufficiale dal quale si sente attratta. Terminato il racconto Alice scoppia a piangere abbracciando il marito. Il giorno dopo Bill va alla ricerca di Nick, ma apprende che è partito con due uomini. Riporta il costume nel negozio, dove il proprietario gli offre la figlia minorenne. Si reca alla villa dell’orgia, ma al cancello gli viene consegnata una lettera che lo invita a non immischiarsi. della vicenda. Chiama al telefono la donna cui è morto il padre, ma gli risponde il fidanzato. Va a cercare la prostituta Domino, ma apprende che da una collega che se ne è andata perchè è sieropositiva. Apprende che una modella è ricoverata in ospedale per overdose. Va all’ospedale e trova all’obitorio Mandy, la ragazza soccorsa da lui al party di Victor. Va da quest’ultimo che, nella sala del bigliardo, gli dice tutto sull’orgia e lo sconsiglia di indagare. Al ritorno a casa trova Alice addormentata. Al suo risveglio Bill piangendo le racconta tutto. Più tardi Bill, Alice e la loro bambina si recano in un negozio a comprare regali per il Natale. Qui i due coniugi si dichiarano il loro amore. Alice invita il marito a casa per fare all’amore.

Kubrick è morto il 7-3-99. Questo superbo regista ha creato una serie di capolavori che sono entrati nell’immaginario collettivo: Paura e desiderio (1953), Il bacio dell’assassino(1955), Rapina a mano armata (1955), Orizzonti di gloria (1957), Spartacus (1960), Lolita (1962) Il dottor Stranamore (1964), 2001: Odissea nello spazio (1968) Arancia meccanica (1971), Barry Lindon (1975), Shining (1980), Full metal Jacket (1987) , ecc.).

A questa ultima e incompleta opera Kubrick ci doveva lavorare ancora quattro mesi e sicuramente l’avrebbe tagliata e sfrondata nell’ultima parte, in cui, tra l’altro, c’è una sequenza che lui non ha girato e non avrebbe girato. É quella del bigliardo, troppo esplicita, troppo didascalica. Le spiegazioni di quello che è accaduto fatte da Victor e Bill nel testo originario non dovevano essere così esaurienti. Kubrick di solito è un regista che vuole che il mistero resti dentro il racconto; gli spettatori devono entrare dentro le pieghe del mistero per risolverlo; invece in quella scena Victor spiega quasi tutto.
Kubrick. è stato un autore disperato. In fondo ha raccontato sempre la stessa storia; non per niente i suoi film sono legati tra loro dalla pratica dell’autocitazione. Anche in questo film c’è tutta una serie di richiami ad altre sue opere. Kubrick sembra voler dire: "Il mio è un film solo, un mondo solo". L’intera opera di Kubrick racconta la vita come un viaggio che è già terminato da sempre, dall’inizio ed è terminato con uno scacco del protagonista (Si veda Barry Lindon e Shining, che sono personaggi la cui parabola è decisa dall’inizio). I suoi film hanno sempre raccontato le vicende umane dentro il sentimento dell’assurdità della vita. Kubrick sembra – come lo ha descritto un’immagine di un suo biografo – il comandante di una nave che si trova nell’occhio del ciclone e cerca di tenere in piedi i pezzi della sua scacchiera mentre la nave ondeggia paurosamente da una parte all’altra. Questo ha fatto Kubrick in tutto il suo cinema: cercare di contrapporre, al sentimento dell’assurdità della vita, la forza della geometria, la forza della ragione, la dignità della perfezione del lavoro e del racconto (come fa appunto il capitano che gioca a scacchi nella tempesta). Kubrick è stato un perfezionista ossessivo. Faceva ripetere un’inquadratura 70/80 volte fino a quando non otteneva quello che voleva ottenere. La sceneggiatura di questo film è sta riscritta 17 volte. Il suo perfezionismo però non va visto in termini maniacali; il suo perfezionismo altro non è che la sfida della ragione all’assurdità della vita. Come Leopardi che oppone all’assurdità della vita la purezza e la perfezione del verso. Kubrick sembra voler dire: "la vita è assurda, ma io non mi piego; io voglio comunque mettere ordine, voglio comunque capire". Anche in questo film questo messaggio è particolarmente evidente.
Si tratta di un’opera molto impegnativa che richiede uno spettatore molto attento e preparato, possibilmente già lettore e conoscitore dell’opera precedente di Kubrick. Le difficoltà cominciano dal titolo che, tradotto letteralmente, significa: "Occhi spalancati chiusi", un titolo che contiene due aggettivi che sembrano contrapposti; ma in K. non c’è mai la contrapposizione "o" "o"; c’è sempre l’accostamento "e" "e". In questo film gli occhi del protagonista sono nello stesso tempo "e aperti e chiusi".
Il film nasce da un piccolissimo libro di Arthur Schnitzler, di appena 100 pagine, dal titolo "Doppio sogno", scritto tra il 1921 e il 1925. Questa volta Kubrick resta sostanzialmente fedele al testo letterario; cambia solo il nome dei personaggi (eccetto uno), il luogo dell’azione (New York, anzichè Vienna) e il tempo (fine del 900 anzichè inizio dello stesso secolo). Il libro è delizioso e molto popolare. Si pensi che in Italia (paese molto pigro nella lettura) è giunto alla 28^ edizione.
Eyes Wide Shut ha come tema anche quello della coppia, ma sarebbe riduttivo costringere in un solo significato un grande film come questo. Anche il libro da cui è tratto il film solo apparentemente racconta una crisi di coppia. Questo tema, certo, resta nel film, ma viene enormemente dilatato. Come per tutti i capolavori, il film raggruma in sè tutta la vita con tutti i temi che ci sono dentro: il rapporto dell’uomo con la morte, il rapporto dell’uomo con il suo mondo oscuro e sotterraneo (i suoi sogni), l’affettività e l’amore, il rapporto tra paura e desiderio (per inciso il primo film di Kubrick ha come titolo Paura e desiderio). In questo sta la grandezza di questo film strepitoso.
Questo film non deve essere guardato in termini di verosimiglianza (Basta considerare che è stato tratto da un romanzo che ha per titolo "Doppio sogno"). Occorre leggerlo come un grande sogno e cercare di leggerlo così come ci sforziamo di leggere i nostri sogni, con la consapevolezza che in ognuno dei nostri sogni c’è dentro tutto il nostro io.
Si è detto che Kubrick in fondo racconta sempre la stessa storia e che non per niente i suoi film sono legati dalla pratica dell’autocitazione. Ma c’è una differenza tra questo e gli altri film. Mentre nei primi 12 viene definito un itinerario di perdita, di scacco, di sconfitta (e l’unica cosa che resta al regista è quella di costruire la geometria di questo itinerario), questa volta per il personaggio di Bill sembra esserci la possibilità di salvezza. È questa la novità di Eyes Wide Shut.
Bill è l’uomo qualunque, è l’uomo banale, è l’uomo alienato perchè è lontano da se stesso. Per questo sembra un personaggio predestinato allo scacco, un uomo che sembra andare inesorabilmente verso la morte, verso la sconfitta, verso la follia. Il film racconta la sua discesa all’inferno che sembra inevitabile. Tutti gli incontri che fa lo attraggono inesorabilmente verso la morte. Perchè Bill sembra predestinato alla morte? Si ricordi come inizia il film. Inizia con una domanda: "Hai visto il mio portafoglio?" Bill non lo vede, anche se ce l’ha sotto gli occhi, sul comodino, come non vede neppure la moglie che si è fatta bella per il ballo. Bill è predestinato alla rovina perchè non guarda, perchè ha gli occhi aperti, ma chiusi. E chi non guarda, non riesce ad avere rapporti con gli altri, nemmeno con le donne. Infatti Bill in tutto il film non riesce a concludere nemmeno un rapporto sessuale, nè con la moglie, nè con la prostituta. Nella sua discesa verso l’inferno Bill non si ferma, perchè vede solo la superficie delle cose, non sa guardare dentro. Non sa chi è, non conosce la sua parte oscura, la sua interiorità. Conosce la forza del denaro col quale crede di poter comprare tutto (si ricordi la sequenza dell’acquisto, di notte, del costume e della maschera per andare all’orgia); è tutto incentrato sulla sua professionalità (continua a far vedere il suo tesserino di medico per potere aprire tutte le porte, come una lasciapassare: ha solo questa identità). Ma al medico Bill capita quello che non è capitato a nessuno dei personaggi di Kubrick: di sfuggire, sia pure provvisoriamente, allo scacco, alla deriva, alla morte. Eppure Bill all’inferno è sceso, la morte l’ha guardata in faccia (si ricordi la sequenza dell’obitorio). Però si è salvato.
Tutti i personaggi che Bill incontra (meno tre) sono portatori di morte. Il pianista Nick (l’unico a cui Kubrick non ha cambiato il nome rispetto al romanzo da cui è tratto il film) è una sorta Caronte (ha perfino il pizzetto demoniaco) che gli dà la parola d’ordine per entrare nella villa dell’orgia, per andare, cioè, letteralmente all’inferno. Domino, la prostituta, è siero positiva. Victor (interpretato dal regista Sydney Pollack). nella villa dell’orgia lo guarda dall’alto e lo condanna a morte. La donna cui è morto il padre lo seduce davanti al suo cadavere, ecc.
Ma alla fine Bill si salva, finalmente apre gli occhi. La sua ri-nascita è annunciata dai segnali di un’altra nascita, quelli del Natale, sparsi un po’ ovunque. Il merito della sua salvezza è certo della moglie e della figlia, ma se non ci fosse stato il sacrificio di Mandy (la ragazza soccorsa da Bill al party e che Bill trova morta all’obitorio il giorno dopo l’orgia) Bill sarebbe finito nella villa dell’orgia.. Questa ragazza, ultima degli ultimi, prende volontariamente il posto di Bill, condannato a morte per essere entrato abusivamente nella villa e muore al posto suo. È la prima volta che nel cinema di Kubrick, compare l’idea del sacrificio, come fonte di salvezza.
A salvare Bill è anche la figlia Helena, un angelo innocente che, nella prima sequenza, ha le ali e, nel finale, ha in mano un’angelica Barbie. Lo salva la moglie Alice, una donna che ha già raggiunto una sua maturità e che non fa nessun viaggio all’inferno, se non nel sogno. Lei è una donna domestica (sta quasi sempre in casa, dove tra l’altro stanno appesi alle pareti molti quadri naïf, simbolo della semplicità romantica e serena di lei). Alice, a differenza del marito, ha già scoperto la verità della vita, è in confidenza con il suo mondo interiore, perchè ha gli occhi aperti e vede (quando è in casa porta sempre gli occhiali). Anche il suo rapporto col sesso è quello maturo. Il corteggiatore ungherese, che al party in casa di Victor vorrebbe sedurla, le chiede se conosce l’Ars amandi di Ovidio; lei lo gela ricordandogli che quell’autore è morto in esilio, triste, solo e al freddo. Quasi a voler dire che la logica della sessualità si fonda sulla calda comunione delle anime. Quell’invito finale al sesso ("abbiamo una cosa importante da fare subito: scopare"), fatto da Alice al marito, non deve trarci in inganno. Va letto come un invito ad entrare dentro di lei, ora che è nata una nuova comunione tra i due coniugi, ora che i due coniugi sono già uno dentro l’anima dell’altro.
La struttura del film è classica, cioè lineare:

un prologo (i due coniugi si preparano alla festa e lasciano la figlia Helena alla baby-sitter)
una parte centrale che dura due/tre giorni, imperniata sui monologhi di Alice
un breve epilogo nel negozio dei giocattoli che rimanda al tema dell’innocenza (bambini e giochi).

Ma Eyes Wide Shut è denso di significati e di riferimenti. Coglierli tutti richiede che l’opera venga vista e rivista, perchè si tratta di un film molto "colto", nel senso che è pieno di citazioni, di ammiccamenti con le altre arti, a cominciare dalla letteratura che è l’arte da cui nasce, per arrivare alla pittura.
Si è detto che Kubrick nei suoi film usa la pratica dell’autocitazione. Qui, in particolare, i richiami ai film precedenti sembrano voler dire che lui intende considerare questa sua ultima opera come la ricapitolazione di tutte le altre. Ricordiamo alcuni di questi rimandi, lasciando al lettore più attento il compito di scoprirne altri. Nel negozio dove Bill acquista la maschera c’è il padrone che prostituisce la sua "piccola Lolita".(Lolita del 1962). In più di un’occasione appare un’insegna con la scritta Bowman, che richiama il protagonista del film 2001: odissea nello spazio (David Bowman). Il salone dove si svolge la festa in casa di Victor rimanda in maniera diretta al salone delle feste di Shining ed è soprattutto la luce a sottolinearlo.
Non mancano nemmeno ammiccamenti o anticipazioni di situazioni e significati di altre parti dello stesso film. Ad esempio le due ragazze che Bill incontra alla festa, e che tentano di sedurlo, gli promettono di portarlo "là dove finisce l’arcobaleno". Ebbene il nome del negozio dove Bill compra il costume e la maschera per partecipare all’orgia si chiama appunto Arcobaleno.
Mentre da un punto di vista narrativo il film contiene dei momenti faticosi e non sempre limpidi, da un punto di vista visivo è splendido per i giochi di luce e l’uso del colore. Un esempio per tutti. Il salone dove si svolge il ballo in casa di Victor è invaso da una luce che va in flou, e che sembra venire da un altro mondo, come se lì cominciasse il sogno a "occhi aperti chiusi" Un altro esempio. Dopo il prologo, in ogni sequenza, compare qualcosa di rosso; lo stesso segnale di STOP che compare più volte è di colore rosso, quasi a volerci suggerire il significato: "Fermati, Bill! Stai andando verso la rovina, verso la morte, verso l’inferno".    

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