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Il
leone era associato al ruggente Sole del solstizio d'estate: la sua origine da
alcuni è attribuita ai Sumeri, che lo chiamavano UR.GU.LA, da altri invece agli
egiziani, colpiti dal fatto che i leoni per sfuggire alla siccità si recavano
in massa nella valle del Nilo proprio nei giorni solstiziali, quando il benefico
fiume straripava: da qui il leone divenne il simbolo della discesa del Nume
triforme in Horo, oppure nel Sole divino che nutriva il cosmo e faceva crescere
le benefiche acque del Nilo. In Egitto, infatti, è nato il simbolismo che
associa la fonte d'acqua o l'abbondanza del vino con il leone, tant'è che molte
fontane e tini sono costruiti con una testa di leone da cui sgorga l'acqua o il
vino (usanza propiziatoria ancor oggi praticata). Un esempio evidente è
costituito dalla nota fontana del Bernini in piazza Navona a Roma: l'animale è
scolpito mentre accosta il muso all'acqua aspettando l'inevitabile crescita del
livello di essa. Nel solstizio d'estate venivano chiusi gli scoli della fontana
per simulare lo straripamento del Nilo.
Gli Arabi avevano disegnato nei cieli un Leone molto più grande, che
comprendeva anche il Cancro, la Vergine e la Bilancia, oltre a toccare l'Orsa
Maggiore e l'Idra: infatti la stella Algieba che oggi viene immaginata come la
criniera dell'animale, deriva dall'arabo "al jahbah", che significa
"la fronte" della gigantesca immagine leonina araba.
Nella mitologia greco-romana ci sono principalmente due interpretazioni: secondo
Igino Giove avrebbe messo nel cielo l'immagine del Leone in quanto Re degli
animali. Altri mitografi invece sostengono si trattasse del Leone di Nemea
ucciso da Ercole nella prima delle 12 fatiche per diventare immortale. L'animale
generato da Tifone ed Echidna, la mostruosa donna con la coda di serpente,
divorava uomini e greggi. Dopo un vano tentativo con le frecce l'eroe intrappolò
la bestia in una caverna e lo strangolò. Più tardi Ercole lo scuoiò
utilizzando i suoi stessi artigli (dato che gli altri mezzi erano risultati
vani, per la durezza della pelle) e utilizzò la pelle a mo' di mantello e la
testa a mo' di elmo, conferendogli un aspetto minaccioso. Infine Zeus pose in
cielo il leone in memoria dell'impresa di Ercole.
La stella più luminosa, Regolo, dal latino "regulus" (piccolo re), è
stata chiamata così da Tolomeo, ma dovunque ha sempre avuto un carattere
regale: in Mesopotamia era il Re e per gli Ebrei la stella di David
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