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Tra
le diverse interpretazioni del mito di Auriga ("il
cocchiere"), la più avvincente risulta quella che la identifica
col personaggio mitologico Mirtilo, figlio dell'amazzone Mirte e del dio
Ermes (per i romani Mercurio, il dio messaggero dell'Olimpo) e cocchiere
del re Enomao. Questi non voleva che la figlia Ippodamia si sposasse
perché un oracolo gli aveva predetto la morte per mano del futuro
genero, oppure, secondo un'altra versione, perché ne era innamorato.
Per allontanare i pretendenti aveva promesso la figlia in sposa a colui
che lo avesse battuto in una corsa di bighe: la biga del gareggiante
doveva però trasportare Ippodamia, che menomava la velocità, ma anche
la stessa attenzione del conduttore. Il cocchio dello sfidante doveva
evitare di essere raggiunto da quello di Enomao, guidata da Mirtilo: in
caso di sconfitta, il pretendente veniva decapitato. Pelope, un giovane
di cui la stessa Ippodamia era innamorata, non si fece spaventare e,
d'accordo con Mirtilo (anche lui segretamente innamorato di Ippodamia),
sostituì i perni delle ruote del carro reale con altri di cera.
Risultato: Pelope vinse la gara ed Enomao perse la vita cadendo dal
carro che si sfasciò in corsa. I tre complici (Mirtilo, Ippodamia e
Pelope) fuggirono per sottrarsi alla vendetta della popolazione e
Mirtilo, nel tentativo di possedere con violenza Ippodamia,
approfittando di una breve assenza di Pelope, venne spinto da un
precipizio in mare da quest'ultimo. Prima di morire, però, Mirtilo
scagliò una maledizione contro Pelope e suoi discendenti, che subirono
perciò continue tragedie (vedi Atreo, Tieste, Agamennone).
La costellazione viene immaginata come un auriga con in braccio una
capra (Capella, cioè in latino appunto "piccola capra") e due
capretti (stelle Headi, zeta ed eta Aurigae). I mitoastronomi greci
seppero spiegare la presenza di questi animali narrando che le due ninfe
Aix ed Elice, le balie di Zeus, non avevano latte, sicché dovettero
dargli come nutrice una capra, Amaltea, che lo svezzò. L'animale aveva
partorito proprio in quel periodo due caprettini. Quando Zeus divenne
adulto, volle per gratitudine rendere eterni nel cielo la madre insieme
ai i due figli.
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