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Prima costellazione
zodiacale, corrispondeva originariamente al punto vernale, cioè al punto
in cui l'eclittica (il percorso apparente del Sole sulla volta celeste)
intersecava l'equatore celeste ed anche il momento in cui iniziava la
stagione primaverile: per questo motivo l'Ariete è sempre stato simbolo
della rinascita (dal buio e dal freddo invernale), potenza, primo
movimento della vita.
Oggetto di molte leggende, l'Ariete fonda il suo mito sostanzialmente su
quella romana, in base alla quale un ariete alato dal vello d'oro salvò
Frisso ed Elle, figli di Nefele, da una cospirazione della loro matrigna
che li voleva offerti in sacrificio per scongiurare una carestia
appositamente da lei provocata. Elle cadde, morendo, durante il viaggio in
groppa sull'ariete, sul fiume che in suo onore venne chiamato Ellesponto.
Frisso, invece, portato in salvo nella Colchide, sacrificò l'ariete a
Zeus, ne inchiodò il vello d'oro ad una quercia e la sua immagine
(spoglia del vello, per questo non molto brillante) venne posta nel cielo
da Nefele in memoria del salvatore dei suoi figli. Frisso, deciso ad
ottenere la mano della figlia del terribile Re Aeta, offrì il vello al
padre di lei, che lo lasciò sulla quercia custodito da un grosso serpente
insonne. In seguito Frisso morì e suo cugino Pelia divenne ingiustamente
il sovrano di Iolco in Tessaglia, titolo che spettava in realtà a
Giasone. Pelia un giorno sfidò Giasone a portargli il vello d'oro
dell'Ariete, in cambio del suo trono: fu così dunque che Giasone e altri
55 eroi (gli Argonauti) intrapresero il famoso viaggio a bordo della nave
Argo, alla conquista del vello. Gli Argonauti si presentarono innanzi al
Re Aeta, che rifiutò la loro richiesta. Intanto Medea, la figlia di Aeta,
si innamorò di Giasone, ed escogitò per lui un piano per rubare il
vello: convinse con l'inganno il serpente insonne ad addormentarsi, di
modo che Giasone potè agevolmente staccare il vello dalla quercia e
scappare via con lei, inseguiti dalle guardie del Re. Giunti sani e salvi
i due usarono il vello a mo' di coperta nuziale
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