La
geometria del motociclo
L'avancorsa
e la stabilità direzionale del veicolo
Variazioni
dell'avancorsa normale in curva
Comunemente quando si parla di geometria del motociclo ci si
riferisce alle seguenti tre grandezze geometriche:
- il passo;
- l'angolo
di inclinazione dello sterzo;
- l'avancorsa.
Consideriamo il veicolo nella
posizione verticale e con angolo di sterzata nullo (fig. 1).
Il passo è la distanza tra i punti di contatto dei
pneumatici con il piano stradale; l'angolo di inclinazione dello sterzo è
l'angolo compreso tra l'asse verticale e l'asse di rotazione dell'avantreno
(cannotto dello sterzo); l'avancorsa è la distanza tra il punto di contatto
della ruota anteriore con la strada e il punto intersezione dell'asse dello
sterzo sempre con il piano stradale.
Le grandezze geometriche indicate nella
figura rappresentano:
L'avancorsa e l'angolo di inclinazione dello sterzo sono
particolarmente importanti in quanto definiscono le caratteristiche geometriche
dello sterzo e quindi concorrono a definire la maneggevolezza e la stabilità
direzionale del veicolo.
Durante il moto la tenuta di strada è garantita
dalle forze laterali di attrito che agiscono perpendicolarmente
all'intersezione del piano delle ruote con il
piano stradale. Le forze laerali giacciono nel
piano stradale.
Le forze laterali esplicano dei momenti attorno all'asse
dello sterzo proporzionali alle distanze an e bn; distanze che sono legate al passo e
all'avancorsa dalle relazioni:
an rappresenta
l'avancorsa normale ossia la distanza tra il punto di contatto della ruota
anteriore e l'asse dello sterzo.
Questa semplice considerazione ci fa capire
che il passo e l'avancorsa sono intimamente legate tra di loro e vanno quindi
considerati assieme. E' quindi sbagliato parlare di avancorsa piccola o grande
se non viene riferita al valore del passo del veicolo.
E' da osservare che la
distanza bn può essere
pensata come l'avancorsa normale della ruota posteriore.
Uguali valori
dell'avancorsa possono essere ottenuti con diverse soluzioni
costruttive.
Nella soluzione più semplice l'asse della forcella è sovrapposto
all'asse dello sterzo. E' possibile anche utilizzare assi di sterzo e della
forcella inclinati diversamente, questa possibilità non viene praticata, anche
perché non presenta vantaggi apprezzabili.
Nella maggioranza delle applicazioni l'avancorsa viene
realizzata inclinando l'angolo dello sterzo (21-35%) e mediante l' avanzamento
della forcella e/o della ruota rispetto al cannotto di sterzo.
Teoricamente
sarebbe possibile anche una realizzazione con angolo di inclinazione dello
sterzo nullo; questa soluzione presenta però degli svantaggi; la forcella
infatti viene maggiormente sollecitata e inoltre affonda di più durante la
frenata.
Facciamo ora alcune considerazioni sui valori delle
grandezze geometriche normalmente utilizzati.
La tabella seguente riporta i
valori delle caratteristiche geometriche di un certo numero di
veicoli.
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Come parametro di confronto delle diverse geometrie dei motocicli può essere assunto il rapporto tra le avancorse normali:
L'avancorsa normale anteriore risulta variabile nel campo
4-8% rispetto all'avancorsa posteriore.
I veicoli da corsa hanno un valore
del rapporto all'incirca pari al 6%; i veicoli sportivi e super-sportivi hanno
valori dal 6 al 6.5%; i veicoli da turismo, più o meno sportivi, presentano
valori variabili dal 6 al 8%.
I veicoli tipo cruiser (veicoli pesanti ) sono
caratterizzati da rapporti pari al 5-6%, hanno quindi avancorse modeste rispetto
al passo. Questo probabilmente è dovuto alla necessità di rendere i veicoli
maneggevoli alle basse velocità; poichè il carico sulle ruote anteriori risulta
elevato a causa dell'elevato peso del veicolo, la scelta di una avancorsa
piccola diminuisce il valore della coppia che il pilota deve applicare al
manubrio per eseguire una determinata manovra. E' da osservare inoltre che il
normale impiego di questi veicoli è a velocità non molto elevate e quindi non
necessitano di avancorse elevate che garantiscono una elevata stabilità
direzionale alle alte velocità.
Il rapporto risulta piccolo anche per gli
scooter; ciò è giustificato dal fatto che il campo di impiego è (o meglio
dovrebbe essere) alle basse velocità e pertanto viene privilegiata la
maneggevolezza sulla stabilità direzionale
A rigore il rapporto dovrebbe
tenere conto della ripartizione del carico sulle ruote; un veicolo avente un
elevato carico sulla ruota anteriore necessita di una avancorsa di lunghezza
minore. Infatti carichi maggiori sulla ruota anteriore generano forze di attrito
laterali maggiori a parità di slip della ruota; pertanto per avere la stessa
coppia di richiamo agente attorno all'asse dello sterzo è necessario diminuire
la lunghezza dell'avancorsa normale.
Il rapporto corretto in base alla
ripartizione del carico risulta:
L'avancorsa e la stabilità direzionale del veicolo
Per approfondire questo concetto consideriamo un motoveicolo
che avanza con moto rettilineo, dotato di una velocità costante e supponiamo che
una perturbazione esterna (ad esempio una
irregolarità del piano stradale oppure un colpo di vento
laterale), provochi una leggera rotazione dello
sterzo verso sinistra.
Prescindiamo per ora dal fatto che il veicolo cominci
a girare verso sinistra e che, a causa della forza centrifuga, inizi
contemporaneamente ad inclinarsi verso destra e concentriamo invece la nostra
attenzione sulla forza laterale di attrito F generata dal contatto del pneumatico
con il terreno.
Sul pneumatico anteriore agisce quindi una forza di attrito
F avente la medesima
direzione della velocità di strisciamento, ma verso opposto. Poiché l'avancorsa
è positiva, la forza di attrito F genera un momento che tende a riportare lo sterzo nella posizione di
equilibrio. La coppia raddrizzante risulta proporzionale al valore
dell'avancorsa normale (figura 5). Maggiore è l'avancorsa normale maggiore è il
momento di richiamo a parità di velocità di strisciamento.
Se il valore dell'avancorsa fosse negativo (punto di contatto tra ruota e terreno posto più avanti del punto di intersezione dell'asse dello sterzo con il piano stradale), la forza di attrito F, sempre opposta alla velocità di strisciamento, genererebbe una coppia attorno all'asse dello sterzo che tenderebbe ad aumentare la rotazione dello sterzo verso sinistra. La forza di attrito F amplificherebbe perciò l'effetto perturbativo, compromettendo gravemente l'equilibrio del motociclo (figura 6).
Da osservare che l'avancorsa può diventare negativa a causa del profilo stradale ad esempio quando la ruota supera un gradino o un dosso. Questo avviene più frequentemente nell'utilizzo fuori-strada, per questo motivo i veicoli da cross e enduro hanno un valore dell'avancorsa normale maggiore di quello dei veicoli stradali.
Vediamo ora cosa succede se l'avancorsa è nulla. La forza laterale in questo caso non esercita nessun momento attorno all'asse dello sterzo; la stabilità direzionale viene compromessa.
Concludendo possiamo dire che:
- valori piccoli
dell'avancorsa generano momenti raddrizzanti piccoli; come conseguenza lo sterzo
viene percepito molto leggero ma la stabilità direzionale risulta modesta.
Piccole perturbazioni del piano stradale provocano facilmente la rotazione dello
sterzo;
- valori elevati dell'avancorsa generano momenti raddrizzanti grandi;
il veicolo viene percepito direzionalmente stabile ma necessita di coppie
applicate al manubrio da parte del pilota più elevate, a parità di cambiamento
di traiettoria.
Cambiamento dell'avancorsa normale in curva
Finora abbiamo fatto delle considerazioni sull'avancorsa
normale misurata con il motociclo verticale e con angolo di sterzo
nullo.
L'importanza dell'avancorsa normale deriva dal fatto che il momento
esercitato dalle forze reattive (carico verticale e forza laterale) attorno
all'asse dello sterzo è proporzionale al valore dell'avancorsa. Infatti le forze
agenti sul pneumatico (figura 9) si possono scomporre in una forza parallela
all'asse dello sterzo e in una forza normale. L'avancorsa rappresenta il braccio
della componente normale.
Ci chiediamo ora come varia l'avancorsa normale quando il
veicolo sta percorrendo una curva.
La figura 10 mostra l'andamento
dell'avancorsa normale al variare dell'angolo di rollio e dell'angolo di
sterzata. Si può notare come l'avancorsa normale diminuisce sia aumentando
l'angolo di rollio e sia soprattutto aumentando l'angolo di sterzata. Se però
consideriamo angoli di sterzata inferiori a 5° e variazioni dell'angolo di
rollio inferiori a 40° si può osservare che le variazioni sono inferiori al
20%.
La figura 11 mostra che l'aumento del raggio del toroide del
pneumatico attenua queste variazioni, con un angolo di sterzata pari a 5° e un
angolo di rollio uguale a 40° la variazione è pari al 10%. Ossia il cambiamento
del tipo di pneumatico anteriore può comportare il cambiamento del raggio del
toroide, risulta quindi diverso il braccio delle forze reattive in
curva.
Poiché il pilota "sente" il comportamento dell'avantreno attraverso la
coppia esercitata sul manubrio risulta evidente che la variazione del raggio del
toroide del pneumatico può cambiare la sensazione della guidabilità del
veicolo.
Se a parità di avancorsa normale viene variato l'angolo di
inclinazione dello sterzo si ottengono dei grafici molto simili, ossia
l'andamento dell'avancorsa normale in curva è quasi insensibile all'angolo di
inclinazione dello sterzo.
Come conclusione si può affermare che, nel
paragonare veicoli con caratteristiche diverse, è preferibile riferirsi
all'avancorsa normale (anziché all'avancorsa in pianta) poiché questa ha un
preciso significato fisico.
A titolo di esempio nella figura 12 è
rappresentata l'avancorsa tradizionale al variare dell'angolo di rollio e di
sterzata. Si può osservare che, contrariamente a quanto succedeva con
l'avancorsa normale all'aumentare dell'angolo di rollio, per piccoli valori
dell'angolo di sterzata, l'avancorsa tradizionale aumenta.