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La storia...non solo di un cane ma di un popolo e di alcune persone determinanti in quello che è ora il nostro amico a quattro zampe.......

Per parlare della storia del siberian husky bisogna partire da molto lontano e parlare della storia di un popolo:i Ciukci.
Questo popolo abitava la zona della Siberia che in seguito alle glaciazioni risalenti al 200.000-100.000 a.c.formava una sorta di ponte naturale tra l’Asia e l’America,la Beringia.
Più precisamente la regione abitata dai Ciukci era nota come Ciukotka ed era la zona che si trovava sulla costa artica a circa 100 km da Chaun bay…

Al tempo dei Ciukci erano molto poche le popolazioni che utilizzavano i cani come mezzo di trasporto:essi erano molto più utilizzati per fare da pastori alle mandrie di renne(che erano il vero mezzo di trasporto)e per la caccia…..ma in quegli anni i Ciucki si accorsero che i cani che da sempre li seguivano potevano essere un mezzo di trasporto molto migliore delle renne:per le renne infatti c’era la necessità di trovare sempre zone con pascoli per poterle alimentare,inoltre i cani erano comunque sempre con loro e non costituivano un costo in più ma anzi permettevano di abbandonare l’allevamento della renna: fu così che essi modificarono le vecchie treggie(una sorta di slitte su cui caricavano i loro averi) in quelle che si potrebbero considerare le antenate delle attuali slitte da sleddog.
Un altro vantaggio costituito dall’utilizzare cani era che per il cane non era necessario preoccuparsi di procacciargli il cibo in quanto,a differenza della renna,esso lasciato libero e memore del tempo in cui veniva utilizzato per la caccia,era tranquillamente in grado di trovare ciò che gli serviva per la sua alimentazione.

Fu così che mentre altri popoli si specializzavano nell’allevamento della renna i ciukci si specializzarono nella selezione di questi cani che dovevano avere determinate caratteristiche e che,visto l’isolamento in cui vivevano le varie popolazioni a quel tempo, rimase una razza purissima in quanto non vi era nessuna ibridazione con altre razze canine..

Il cane dei Ciukci doveva essere agile,veloce,molto docile sia con le persone che,soprattutto,con gli altri cani (era inconcepibile che potessero avvenire zuffe in una muta di cani da traino) ,essere di media taglia,avere un sottopelo folto (che li riparasse dal freddo)ma un pelo di guardia medio molto più funzionale di quello lungo a cui neve e ghiaccio potevano attaccarsi rendendo difficoltosi i movimenti e cosa fondamentale dovevano possedere quello che oggi chiamiamo il “desire to run” cioè l’inarrestabile voglia di correre ed una passione sfrenata per il traino….

I cani che non corrispondevano a queste esigenze..venivano soppressi senza tante remore ed anche quelli che non dimostravano caratteristiche eccellenti ma che comunque potevano essere utilizzati per il traino venivano castrati per impedire che potessero trasmettere quelli che i ciukci ritenevano difetti…. In questo modo è facile capire come avessero al loro seguito dei cani pressochè perfetti,senza alcuna tara caratteriale o fisica….senza conoscere nulla di genetica avevano creato un allavamento serissimo di cani puri…

E questi cani risultarono loro molto utili in un frangente storico che poteva avere esiti disastrosi per questa popolazione: nel 500 l’esercito russo decise di invadere i territori della Siberia e piano piano assoggettarono tutte le etnie che trovavano sul loro percorso….tutte tranne una:i Ciukci che grazie ai loro cani veloci riuscivano sempre a scappare scatenando una vera e propria caccia all’uomo….
Nel 1747 il comandante Pavlutskij decise che avrebbe sterminato definitivamente questa tribù di ribelli ma le cose andarono diversamente:non solo infatti essi riuscirono a scappare per l’ennesima volta ma avendo le loro mute di cani velocissime poterono organizzare un agguato che uccise buona parte dell’esercito russo,comandante compreso, e quei pochi che sopravvissero si unirono ai Ciukci insegnando loro l’arte delle armi da fuoco…. Così ora erano sicuramente un bel problema:veloci,astuti ed ora anche armati….

Fu così che la Russia divenne molto magnanima nei loro confronti,rendendosi conto che non avrebbe mai potuto sconfiggerli, e nel 1837 la Ciukotka ottenne l’indipendenza e la libertà dal pagamento di tasse alla Russia.
Tutto ciò era avvenuto anche grazie ai loro cani, che nell’800 avrebbero avuto una vera e propria consacrazione negli stati Uniti grazie alla corsa all’oro:in quegli anni infatti furono scoperti alcuni giacimenti nella zona dello stretto di Bering e tutti i cercatori d’oro erano arrivati fondando una sorta di quartier generale in una piccolissima cittadina che veniva chiamata,poiché non risultava nemmeno sulle cartine,no name….e che sarebbe poi diventata la famosa Nome.Arrivati a Nome notarono subito i cagnetti locali ma vedendo la loro stazza non li presero nemmeno in considerazione per il traino facendo arrivare dagli Stati uniti i loro cani, decisamente-secondo la loro opinione- più adatti al traino principalmente cani di grossa mole di razza s.bernardo e terranova.
Poiché però i ghiacci permettevano la ricerca dell’oro solo in pochi mesi all’anno nacque per passare il tempo la consuetudine di fare gareggiare i propri cani contro quelli degli altri,nacquero in pratica le corse.
Una delle prime corse a nascere fu la All Alaska Sweepstakes della quale vi sono alcuni documenti fotografici che ritraggono la prima edizione….ebbene nemmeno l’ombra di un nordico.
Per la seconda edizione però…..sbarcò in alaska dalla Siberia un commerciante russo (era il 1908), tale William Goosak con una muta di nove cani per partecipare alla gara di 408 miglia tra Nome e Candle: tra la popolazione di Nome fu grande la sorpresa quando videro sbarcare nove cagnetti grigiastri con il muso a punta e orecchie piccole e l’ilarità si diffuse tra la folla che battezzò,deridendoli,quei cani i “topi siberiani”…tanto tutti sapevano che la gara l’avrebbe vinta tale Scotty Allan con la sua muta di mixed malamute,cioè cani potenti ottenuti da vari incroci tra malamute e cani veloci come setter,levrieri e airdales sperando di ottenere un cane dalla velocità notevole:in effetti la velocità c’era ma questi cani avevano generalmente piedi troppo deboli per le lunghe distanze sul ghiaccio ed una capacità di sopportazione allo sforzo molto limitata soprattutto a casa delle loro mole imponente…
Pare che la muta di Goosak fosse talmente derisa da essere data nelle scommesse pre gara a 100 a 1 o 50 a 1…..

Ebbene la gara venne si vinta da Scotty Allan ma il team di Goosak,guidato da Louis Thrustrup, arrivò terzo a poca distanza dal primo classificato dopo aver dominato buona parte della gara….e la cosa assai più sconcertante per gli abitanti di nome fu vedere come all’arrivo della corsa, mentre i cani di Allan si accasciavano al suolo stravolti,i piccoli topi siberiani correvno di qua e di là curiosi e felici cercando le coccole dei presenti e facendo capire che erano ben pronti e felici all’idea di ripartire..
A fine gara comunque l’atteggiamento della gente cambiò a tal punto che due famosi musher vollero acquistare subito una muta di siberian…e la muta di Goosak venne acquistata da Charlie Madse mentre un altro personaggio famoso che aveva preso parte alla gara,tale Ramsey,spedì subito qualcuno alla ricerca di questi cani nella zona di Markovo vicino al fiume Anadir…

Alla terza edizione della gara Ramsey presentò i suoi cani in tre team….che si piazzarono nei primi quettro posti….
Da qui partì la celebrazione del Siberian Husky e nessuno più si sarebbe sognato di deridere i topi siberiani…..
Anche se la vera e propria consacrazione fu grazie alle gesta di Leonard Seppala……

 

 

Leonhard Seppala

                                   

Leonhard Seppala con il suo Togo... si può intuire quale rapporto vi fosse tra il musher ed il suo leader

 

 

Se Fox Maule Ramsey è giustamente passato alla storia come il primo proprietario di una muta di siberiani vincitori di una gara in Alaska sicuramente il più grande musher di tutti i tempi è stato Leonhard Seppala, l’uomo che ha diffuso lo sport dell’Alaska in Canada ed in tutto il Nord Est degli Stati Uniti e che ha fornito lo stock di cani iniziali del siberian husky American Kennel Club.
La storia di Seppala con i siberian husky ha un inizio,come spesso accade,del tutto casuale: l’esploratore Norvegese Roald Amundsen aveva programmato una spedizione al Polo Nord con i cani da slitta e per avere i migliori cani aveva incaricato un minatore di Nome, Jafet Lindeberg, di trovargli ed allenare una muta di cani che subito venne affidata a da Jafet a Leonhard Seppala.
Quando poi Amundsen rinunciò alla spedizione i cani rimasero presso Leonhard che curò il loro allenamento in vista della partecipazione alla All Alaska Sweepstakes del 1915.
Con questa muta Leonhard non solo partecipò ma vinse anche le ultime tre edizioni della gara (1915-1916-1917) raggiungendo anche il primato delle tre vittorie consecutive eguagliando e superando la vecchia volpe “Scotty” Allan (che deteneva il primato delle tre vittorie ma non consecutive).
La fama di Leonhard Seppala è tuttavia indissolubililmente legata alla “Serum Run” cioè la famosa corsa del siero antidifterico per salvare la popolazione di Nome: corsa nella quale fu accompagnato dal suo miglior leader Togo….ma relativamente a questo potete leggere tutto nella “Riabilitazione di Togo”.

La corsa del siero in ogni modo rese famosi Seppala ed i suoi cani in tutti gli Stati Uniti tanto che nell’estate del 1926 venne organizzato un viaggio propagandistico (quella che oggi chiameremmo tournee!!!) in tutto il nordamerica fino a New York: e proprio a New York, al Madison Square Garden vi fuurono le sibizioni più spettacolari: Seppala ed i suoi 44 cani rimasero per 10 giorni al termine dei quali ebbe luogo la vera riabilitazione di Togo: a lui vennero riconosciuti i meriti di miglior cane leader sia in occasione della corsa del siero che nelle varie gare di Leonhard, meriti che erroneamente erano stati attribuiti allo sconosciuto Balto.
Togo alla fine delle celebrazioni ricevette una medaglia d’oro direttamente dall’amico esploratore Amundsen.

Nel gennaio del 1927 Seppala si recò nel New Hampshire presso una famiglia di amici, i Walden, per partecipare ad alcune gare in occasione delle quali battè l’amico Arthur Walden…e soprattutto battè un altro musher di tutto rispetto:la signora Elizabeth Ricker la quale vendette in blocco la sua muta di cani misti per acquistare in blocco tutti i cani di Seppala escluso Togo che Leonhard stesso le regalò vista la sua già avanzata età.
Seppala si fermò per 5 anni presso i coniugi Ricker e con Elizabeth diresse il nuovo allevamento importando cani dalla Siberia attraverso Olaf Swenson direttamente dagli ultimi isolatissimi villaggi Ciukci sulla costa artica (lo storico Bob Crane sostiene che fossero originari di un villaggio a 70 miglia da Chaun Bay):gli storici primi cani dell’allevamento che arrivarono dalla Siberia erano Kreevanka,T-Serko,Laika’s Bilka e Volchok e lo stesso anno arrivarono dall’Alaska anche Bonzo e Tosca.

Il sodalizio tra Seppala e Elizabeth continuò fino a quando lei lasciò il marito e sposò Kaare Nansen,figlio del famoso esploratore polare. Leonhard tornò in Alaska e i cani vennero venduti ad Harry Weeller ,musher ed allevatore canadese che proseguì il lavoro di selezione iniziato da Seppala e dalla Richer.

La riabilitazione di Togo:

La statua che c'è in Central Park intitolata erroneamente a Balto. Sulla targa posta sotto alla statua si legge:

"Dedicato all'indomabile spirito dei cani da slitta che portarono il siero per 600 miglia su ghiaccio,attraverso acque traditrici e tormente artiche da Nenana per la salvezza della colpita Nome nel 1925. Perseveranza. Fedeltà. Intelligenza."

 

 

 

Leonard Seppala e Togo furono i protagonisti della grande corsa del siero..in queste righe riviviamo quell’indimenticabile impresa dalle parole dello stesso Seppala.
“un giorno del gennaio 1926 il responsabile del servizio sanitario venne da me chiedendomi se avessi accettato di andare con i cani lungo la pista a riportare il siero antidifterico che era così importante per combattere la malattia.Ogni giorno venivano colpiti sempre più bambini.Dissi che sarei stato felice di andare se le autorità ritenevano che non ci fosse un team migliore.
Una mattina,circa alle 6, ci fu un suono lungo ed insistente del telefono e tutto il canile rispose in un “husky chorus”e quando io apparvi vestito per il viaggio l’eccitamento del canile fu coasì forte che sembrava di essere tornati ai tempi delle Sweepstakes.
Scelsi i cani uno per uno e naturalmente nessuno di loro voleva essere lasciato indietro.Ne scelsi 20.Avevo programmato di lasciarne qualcuno lungo il percorso custoditi negli igloo degli esquimesi sino al viaggio di ritorno quando avremmo potuto sostituire i cani freschi ai cani ormai stanchi.Inoltre se qualcuno di loro avesse mostrato segni di debolezza o male ai piedi avrebbero avuto la possibilità di riposare ed essere in buone condizioni per la volata finale.Pensavo di lasciare lungo il percorso 12 cani e di arrivare a Nulato con 8. Con l’aggiunta di forze fresche,sulla via del ritorno,sarei stato in grado di guidare la slitta giorno e notte.Scelsi quindi i 20 cani migliori nonostante a quel tempo tutti fossero in ottime condizioni ed alzassero le zampe pregando di venire scelti.Il primo giorno percorremmo 33 miglia e da quel momento in poi il team si appassionò molto al lavoro raggiungendo una media di oltre 50 miglia al giorno.
Attraversammo due villaggi dove vi erano scuole statali per i bambini esquimesi ed io raccontai dell’epidemia agli insegnanti consigliando loro di chiudere le scuole,tenere i bambini in quarantena e lontano da persone di passaggio provenienti da Nome.
Secondo il programma alcuni cani furono lasciati in custodia lungo il percorso mentre il resto proseguiva affrettandosi.Il giorno dopo partimmo per Shaktoolik un villaggio esquimese nella parte sud di Norton bay.Al largo della baia c’era vento forte e capimmo che con il vento del nord alle nostre spalle avremmo fatto un buon tempo.
Il team avrebbe meritato un buon riposo alla fine del viaggio e certamente lo avrei desiderato anche io.Dopo aver attraversato il ghiaccio in vista della destinazione di arrivo per la giornata sentimmo un altro team di cani e ci lanciamo per raggiungerlo.Quando arrivammo potei veder che il conduttore stava sedando una zuffa tra cani.Gridata una parola di saluto stavo superando la muta quando l’uomo mi gridò qualcosa.Dato il vento e con il cappuccio capii solo tre parole”siero…..torna indietro….”Pensai di avere capito male ma quando gettai uno sguardo alle mie spalle vidi l’altro che agitava le braccia…Gridai a Togo “gee” ma non poteva rispondermi perché gli altri cani erano ancora lanciati nella corsa ed io dovetti percorrere ancora un altro miglio prima di riuscire a rallentare la corsa e fare girare il team.
Quando raggiungemmo l’uomo nella mia slitta fu gettato un pacco e l’uomo mi consegnò un foglio con le istruzioni.I cani giovani del mio team si comportavano malissimo desiderando attaccare lite con quelli dell’altro team.Il conducente mi spiegò che dopo la telefonata e la mia partenza l’epidemia era peggiorata così che avevano deciso di accelerare il tragitto mandandomi incontro brevi staffette che si susseguivano giorno e notte .In questo modo avevo raggiunto il siero con un viaggio di sole 170 miglia invece delle 300 previste.
Avevamo avuto una giornata pesante avendo percorso 43 miglia con il vento fortunatamente alle spalle.Il ritorno fu ancora più pesante:il vento era contro di noi e la temperatura era di 30° sotto lo zero…non avevo altro da fare che…”ballare”.I cani fecero del loro meglio ed io guidavo come se mi fossi trovato in una gara.
Il ghiaccio di Northon Sound è famoso per essere traditore:Spesso ha l’abitudine di muoversi e rompersi in modo che prima che uno se ne accorga ha percorso miglia su un pezzo di ghiaccio libero con acqua aperta da tutti i lati venendo così lentamente ma inesorabilmente sospinto nel mare di Boering.
A dispetto di questa prospettiva spiacevole cercammo di raggiungere Isaac Point e dopo un percorso di quasi 90 miglia il team fu fermato per un breve riposo in canile.I cani impazzirono alla razione di salmone e grasso di balena.Entrato nell’igloo lessi le istruzioni:questa dicevano che il siero doveva essere scaldato ad ogni sosta:spinsi quindi la slitta all’interno,sciolsi la pelliccia e le tele avvolate attorno al pacco feci scaldare al massimo l’iglooe misi il pacco al caldo.Dubitavo cjhe il caldo potesse penetrare nel pacco e sospettavo che essendo liquido fosse congelato.
Un vecchio esquimese che mi era vicino quando uscito cominciavo a preparare i cani mi disse:”forse ghiaccio non tanto buono…forse rompe e si allonatana….forse tu andare più vicino riva…”
Lo ringraziai per i consigli e nel pomeriggio entrai in un nuovo villaggio dove un altro team mi aspettava per darmi il cambio…Avevamo percorso in tutto 340 miglia per portare il siero….Feci riposare i cani per un giorno e quando il giorno dopo raggiunsi Nome tutti ci aspettavano:c’era la stessa accoglienza che veniva riservata dopo una ittoria in una gara…La notizia si era intanto sparsa in tutti gli USA e la stampa cominciò a parlare di noi e d eravamo diventati eroi mentre noi ,all’insaputa di tutto continuavamo con il nostro cammino per distribuire ovunque il siero…L’ultimo team portò il siero a Nome alle 6 del mattino del 2 febraio 1925..era gelato come io avevo sospettato ma il medico decise di usarlo comunque..
Ci furono parecchi scandali relativi alla “corsa del siero” e molte voci che riportavano che ci fosse chi lo aveva venduto…
Ma la cosa che più mi disturbava era che il record di Togo fu assegnato a Balto,una nullità,che fu portato alla ribalta e reso immortale.
Era più di quanto potessi sopportare quando Balto…il “cane della stampa” ricevette per la “sua gloriosa impresa” una statua che lo raffigurava con i colori di Togo e con l’affermazione che lui aveva portato Amidsen a Point Barrow e per una parte del percorso verso il polo quando non si era mai allontanato per più di 200 miglia da Nome.
Avendogli attribuito il record di Togo divenne il “più grande leader da corsa di tutta l’alaska”..anche se non aveva mai fatto parte di un team vincente..
Lo so perché ero io il suo padrone:avevo cresciuto sia Balto che Togo…
La corsa del siero fu l’ultima lunga distanza di Togo:durante quella corsa aveva lavorato al massimo e al meglio.Gli ero grato e cercavo di di avere la cura migliore per il vecchio cane.Togo sui sedici anni sembrava contento di riposare sui suoi allori..
Posò senza fare storie per un fotografo con le sue coppe ed i suoi trofei immaginandosi forse i bei tempi andati.Mi parve meglio lasciarlo dove poteva essere ospitato e godere del meritato riposo.
Ma fu un triste addio ,una fredda mattina di marzo quando Togo poggiò la sua piccola zampa sul mio ginocchio come se chiedesse perché non veniva con me.
Per la prima volta in 12 anni percorrevo una pista senza Togo….”

Dal racconto originale che Leonard Seppala fece alla sua amica Elizabeth M. Richer

 

Ed alla fine un po' di storia dell'allevamento di questo cane:

La ricostruzione dell’esatta provenienza dei cani siberiani che fondarono il siberian husky dell’American Kennel Club è un’operazione molto complessa e che ancora oggi desta polemiche e dibattiti anche tra gli stessi redattori dello standard.
L’elemento che vollero tenere presente era che il cane da slitta della siberia doveva conservarsi come cane veloce ma soprattutto come cane adatto a percorrere con trotto sostenuto lunghe distanze e non trasformarsi in uno sprinter rapido per vincere le gare locali di pura velocità!!!
Cosa certa è che i capostipiti della razza furono i cani che Seppala portò nel New Hampshire nel 1927 e quelli che non senza traversie riuscì ad avere da Olaf Swenson…..ma il problema nasce quando si cerca di dare una esatta collocazione geografica della provenineza di questi cani capostipiti della razza!!

Infatti non bisogna assolutamente dimenticare che la terra dei Ciukci era, in seguito a guerre tra questa popolazione siberiana e la russia zarista,assolutamente off limits per tutti,russi compresi, in seguito ai trattati di indipendenza del 1837 e che l’unico commerciante americano “ammesso” a commerciare con loro era per l’appunto Olaf Swenson!
Questo fatto sicuramente conferma che tutte le importazioni di cani avvenute fino ai primi del ‘900 furono importazioni ufficialmente non provenienti dalla Ciukotka, ma questo non significa che non ci fossero cani della Ciukotka,visto che gli stessi Ciukci commerciavano alla fiera di Markovo con l’esterno…
C’è da fare questa precisazione perché i cani siberiani erano molto differenti tra loro: quelli provenienti dalla zona del fiume Kolyma erano caratterizzati da un folto sottopelo, un medio pelo di guardia, una statura ridotta e aspetto e coda che ricordano la volpe; di contro tutti gli altri cani siberiani (in particolare quelli della Camciacta)erano più alti,con un pelo più lungo e con aspetto che ricorda quello lupino.
Queste differenze ce le rivela lo stesso Seppala in una lettera che la signora Eva “Short” Seeley mandò ad un suo interlocutore in cui riferiva di una conversazione avuta con Leonhard:
“…da poco ho sentito Seppala e posso dirle alcune cose che probabilmente lei già conosce ma questa è la descrizione che Seppala mi ha fatto dei cani siberiani. I cani che venivano dalla foce del fiume Anadyr avevano mantelli più pesanti ed erano più grossi e lo stesso vale per i siberiani della Camciacta. La maggior parte dei cani che erano stati importati per primi provenivano dal fiume Kolyma ed erano piuttosto corti, i preferiti da Seppala, ed il loro pelo era più aderente,si appoggiava più vicino…., ma tutti i siberiani avevano un folto sottopelo che era come un piumino…
…A proposito della coda Seppala dice che ve ne erano di entrambi i tipi, ma quella a spazzola tipo volpe era presente nella maggioranza dei cani….. la Maggior parte dei cani che Seppala ha portato nel new Hampshire avevano la coda a spazzola che ricordava quella della volpe….”..


….Già….la signora Eva “Short” Seeley….colei che diede una vera e propria battaglia perché venisse redatto lo standard del siberian husky…..al quale lavorò giorno e notte in compagnia del marito Milton, Dean Jackson(primo presidente del SHCA) e sua moglie Lorna Taylor ,Margaret Dwey, Millie Turner ,Charles Roberts, Elizabeth Ricker, Leonard Seppala,Coke Hill,Clarence Grey, e la signora Darling….
Dodici persone….dodici amici….dodici con una grande ed unica passione:il siberian husky…
E fu così che nel 1938 questi dodici redigono il primo standard ufficiale della razza….
E di questi dodici…beh buona parte fondarono i più importanti allevamenti di Siberian husky,allevamenti che di fatto fanno la storia di questo cane….
Voglio ricordarne solo due: l’allevamento di Short Seeley (Cinook) che formarono la loro linea di sangue partendo da una femmina in prestito da Leonard,grazie all’intercessione di Elizabeth,Toto una delle figlie di Togo e che produssero grandi campioni come lo storico campione Alyeska Suggen of Chinook,nonno dell’indimenticato Monadnock’s Pando.
L’altro allevamento storico è appunto il Monadnock’s di Lorna Barnes: si innamorò dei siberiani la prima volta che vide correre Seppala e i suoi primi cani vennero acquistati da Short: 7 cani (tra cui Toto e Toska of Aleiska che divenne la femmina capostipite del suo allevamento)..
Una grande svolta per Lorna fu negli anni 50 quando la storia del suo allevamento e del siberian husky in genere vide la comparsa sui ring di tutto il mondo di Monadnock’s Pando che pose le basi per il fin troppo sfruttato tipo si di siberian husky:bianco e nero con gli occhi azzurri!!!
Oltre ad essere un cane molto bello Pando era anche un ottimo riproduttore… Ed è infatti presente in moltissime genealogie…
I campioni più famosi di questa linea di sangue sono oltre al già citato Pando (22 campioni da 10 femmine), la campionessa Monadnock’s Czarina ( 8 campioni da Pando) ed il primo siberian Husky rosso ad ottenere il titolo da campione: Monadnock’s Red Tango of Murex.

Concludo qui la storia del siberian husky che ho diviso volutamente in più parti…Come già anticipato all’inizio è una storia molto affascinante perché si intreccia in maniera indissolubile con la storia di un popolo e di uno stato….
Spero che risulti sufficientemente chiara e soprattutto che l’ultima parte non sia troppo “pallosa” in quanto ci sono moltissimi nomi..ma ho reputato giusto mettere i nomi di coloro che hanno di fatto “creato” il siberian husky!!!


 

 

 

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