Scelta la posizione
per la prova di taglio, il sig Giovanni inizia l'operazione di falciatura
dell'erba. La nostra Esmeralda rimane ammirata nell'osservare il movimento
dell'operatore ed il fruscio diverso di andata e ritorno della falce per
tagliare l'erba e il profumo dell'erba stessa appena tagliata. Le galline
accorse saltavano sull'erba appena tagliata per beccare gli insetti ed
il gallo, chiacchierone, che si dava da fare per segnalare la pericolosità
di stare vicino alla lama della falce.
Terminata la prova di taglio dell'erba il sig Giovanni invita la nostra
leprotta a visitare la stalla con le mucche che sono molto curiose di
vedere personaggi nuovi che fanno loro visita,meglio se portando anche
una bracciata di erba fresca e appetitosa.
Poi il sig Giovanni, dal cuore generoso, offre una bottiglia di ottima
panna ad Esmeralda dicendo che è un omaggio con tanta simpatia.
Ringraziando, la leprotta ritorna ai Coletti informando la mamma Lucrezia
del bel dono.
Il Gufo Petronillo sul suo ramo osserva tutti i gesti di Esmeralda intenta
a preparare una grossa panca posta accanto alla sua casetta ponendo una
tovaglia variopinta, una brocca di acqua, bicchieri di carta, e cucchiaini.
Tra lui, Petronillo si interroga gesticolando e scollando le ali, ma cosa
succederà
? .
Mamma Lucrezia esce dalla casetta e porta un pacco di biscotti "canarin"
acquistati da Jolanda, sono fatti con prodotti di questi posti, cioè:
burro di montagna, uova delle galline di Viù, acqua delle fonti,
la farina e la vaniglia sono stranieri, la farina viene importata dal
mulino poco lontano da Lanzo, mentre la vaniglia da molto lontano. Il
figlio di Jolanda con operosità impasta e prepara il forno come
una volta per far cuocere su apposite teglie i biscotti. Pensate, che
quando prepara questi biscotti si sente il profumo per tutta la parte
alta di Viù.
Durante la preparazione della panca si sono sentiti passi provenire dalla
strada e mamma Lucrezia è rimasta con il fiato sospeso, aveva paura
dei soliti intrusi, poi tutto è ritornato alla normalità,
era arrivato il papà di Esmeralda, il Leprotto Osvaldo, da una
visita a parenti che abitano a Rubiana e con l'occasione aveva acquistato
scarponcini sportivi che essendo nuovi avevano modificato la cadenza del
passo.
Ritornati alla normalità, mamma Lucrezia chiama a se' Esmeralda
ed insieme richiedono al gufo Petronillo di chiamare con il linguaggio
del bosco tutti gli amici per far la "merenda sinoira" cioè
per riunire a gustare panna e biscotti canarin.
Immaginate il gufo Petronillo posto sul suo ramo con le penne arruffate
gli occhi golosoni il becco umido di saliva a richiamare gli amici del
bosco
.. Emesso ripetutamente il segnale convenzionale, nonno Gianelio
non riesce a imitare questo segnale ma dovrebbe fare più o meno
così: piripipiri, piripipiri, piripipiri, (come il ritmo del segnale
Morse delle radio di un tempo).
Passato pochi minuti si vede sopra gli alberi in volo in attesa di essere
chiamato il picchio delle Tuie (Frazione Toglie) molto vicino ai Coletti.
Poi il pettirosso chiacchierone dei Biulai, e poi la volpe Genoeffa della
Cumba, e poi la marmotta Carlotta dei Trucet, poi il cucù di Ciampestrun,
e poi la gazza Fausta del Cavalè, e poi la rondine Evelina del
Tuberghengo, e ancora lo scricciolo dei Brun.
Il suono viene recepito da un piccolo cinghiale che transitava nei pressi
delle Vignette che con il suo grugnire corse verso la piazza dell'orologio
del bosco e fece paura a tutti gli invitati; ma mamma Lucrezia con dolcezza
lo allontanò dicendo: che prima di presentarsi ad una festa bisognava
lavarsi per bene, specie le unghie delle zampe davanti.
Esmeralda invitò gli amici a prendere posto alla tavola imbandita,
invitando Petronillo a scendere dal ramo, il gufo prese il volo e in forma
elegante si portò con loro. La nostra leprotta distribuì
panna e canarin e tutti iniziarono la merenda sinoira .
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