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... Passati alcuni giorni di ambientazione nel bel
bosco dei Coletti, la nostra lepre Esmeralda, dopo aver chiesto il permesso
alla mamma, decide di visitare la frazione del Chiaberge che dista pochi
minuti di sentiero panoramico posto all’inverso a mezza costa della valle
di Viù. Preso lo zainetto Invicta ,compagno di numerose gite e passeggiate
al Valentino si incammina. Lascia
la casetta sotto il grande castagno e mentre saluta la mamma, sente un
borbottio con parole sillabate provenienti dalle foglie di un ramo dell’albero
di frassino, poco distante. La paura assale Esmeralda che cerca di ritornare
verso la sua casetta e quasi quasi urlando ritorna dalla mamma per dire
di questo strano rumore dal bosco.
Ma non fece in tempo, accanto a lei sente batter d’ali e si trova
davanti un bel volatile dagli occhi vispi e con un suo modo particolare
si presenta: mi chiamo Petronillo sono il capo dei gufi del bosco. Ti
porgo la punta dell’ala destra per salutarti e darti il benvenuto, anche
da parte di tutti i gufi del posto che appena possibile ti presenterò.
Ripete, sono Petronillo il curiosone, la mia casa è posta sull’albero
del frassino. Vedi, indicando con l’ala e sul ramo più panoramico. Guido
tutti i gufi e carico l’orologio del bosco. Poiché sono chiacchierone
parlo anche da solo e faccio così da guardia agli animali poco graditi
come il falco, i cinghiali, le cornacchie e il cucù, ma sai perché faccio
scappare il cucù, eh!.. tu non lo sai, dice Petronillo, prima di tutto
perché il suo canto è insistente, poi controlla tutti i nidi, quindi è
un maleducato, sai non si guarda in casa altrui, e poi.. e poi… devi sapere
che c’è un nonno al Chiaberge che lo imita bene e il povero cucù non riesce
a capire questa presa in giro così vola qui intorno
e fa un chiasso con il suo cucù-cucù da disturbare il silenzio
del bosco. La nostra Esmeralda
rimane meravigliata, non sa cosa dire, poi si siede in mezzo alle piantine
di genziana e chiede a Petronillo di accompagnarla alla frazione Chiaberge.
Petronillo non aspettava altro per porsi al suo servizio, così chiama
la mamma per chiedere il permesso di recarsi con il gufo-capo.
Decisero di andare in due modi perché Petronillo è un volatile
e possiede gambette corte non resistenti a fare il percorso sul sentiero;
quindi saltellando da un ramo all’altro e qualche corsetta partirono.
Percorsero il sentiero quasi in piano che dai Coletti porta ai Runc di
sopra e decisero di fare una fermata conoscitiva accanto al Pilonetto
votivo. Qui Petronillo racconta che una volta l’edificio dei Runc era
abitato dai signori residenti alla
frazione Aires e le mucche avevano un nome di città e di nazione. Sai
dice Petronillo, c’era una mucca della razza bruno-alpina quelle con il
mantello dalla pelle marrone con occhi e sopraciglia bellissime da diva. |
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