Chiaberge di Viu'
Le storie nuove... Che racconta Gianelio.

 

Origini della lepre “Esmeralda”

Tutti scendono compresi i nostri amici e Peru gentilmente aiuta a far scendere i bagagli dei nostri leprotti.  Papà Osvaldo fa da guida per andare da Ireneo per prendere l’auto pubblica che li porterà ai Coletti.  Il Signor Ireneo possiede una bella vettura per il trasporto dei passeggeri e quando vede la nidiata dei leprotti li va incontro chiedendo a papà Osvaldo dove desidera essere trasportato assieme alla sua famiglia.  Sono le otto di sera, la campana grossa del campanile di San Martino la chiesa parrocchiale di Viù batte le ore e il suono si propaga per tutta la vallata ripetendosi quasi all’infinito…..dan,   dan, e l’eco risponde …an,…an…, questo incuriosisce Esmeralda che viene rimproverata dalla mamma, stai attenta non ti distrarre… le ripete.  L’auto si mette in moto per la destinazione richiesta da papà Osvaldo, “Ireneo mi porti fino a San Vito per cortesia !” cosi l’auto pian piano risale la salita di Viù centro, passa la strozzatura del palazzo del Bernini, va su per la Montà e arriva al piano dove ci sono tanti negozi e la Posta.  Percorre il tratto rettilineo e gira a sinistra per scendere al Versino. Poi Ireneo accelera e percorre la discesa sino al bivio prima del ponte che porta alle frazioni di Venera, Brendo ed altre.  Scende la strada che va alle Fucine vede il ponte romanico che porta alla frazione con tante persone ferme al bivio a commentare perché nella frazione una signora compie 90 anni, si prepara a far festa con parenti ed amici.  Ireneo e papà Osvaldo commentano l’avvenimento… e si prosegue.

Giunti al bivio della frazione Fucine si gira a sinistra per risalire la strada che porta al Col del Lys, la prudenza di Ireneo che ad ogni curva segnala la presenza della sua automobile. Percorrendo la strada che porta al colle del Lys e poi a Rubiana al primo bivio si inserisce lungo una strada in leggera discesa che porta alla frazione Tuberghengo dove ci sono dei signori che lavorano il legno, facendo souvenir simpatici, i nonni Marilena e Gianelio hanno fatto acquisti compresi dei porta-uova e porta-tovagliolo con la scritta Edoardo e Federico, poi la strada si inserisce nei boschetti pieni di funghi porcini e di “garitule” per giungere alla biforcazione della strada che porta alla frazione Chiaberge e continuando arriva al “cinavè” altro bivio per la frazione Aires; poi corre in lieve discesa sino alla località San Vito.  Ireneo che conosce bene tutte le località raggiunge un pianoro  per fermare la sua auto e con modi cortesi informa la famiglia dei leprotti che la strada per raggiungere i “coletti” più breve termina in quel punto. Concordano il costo del trasporto con papà Osvaldo e tutti scendono dall’automobile. 

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