Chiaberge di Viu'
Le storie nuove... Che racconta Gianelio.

 

Origini della lepre “Esmeralda”

La mamma di Esmeralda si stringeva forte forte la sua bimba durante il viaggio perché aveva paura di perderla in mezzo a quel trambusto di persone sconosciute e poco cortesi perché a tante persone le bestioline nei mezzi pubblici sono poco gradite..

Il papà di Esmeralda, Osvaldo, sbrigò facilmente le pratiche per l’acquisto dei biglietti del treno presso la stazione Torino-Dora e attesero l’arrivo del convoglio al binario n° 2.    Dopo un po, ecco lo sferragliare del treno che con sibili e rumori metallici si fermò quasi vicino alla nostra famiglia di leprotti. Si aprirono le porte del convoglio per far salire i passeggeri e i nostri amici, e sentirono voci di meraviglia indirizzate verso di loro, erano il capotreno ed il macchinista che conoscevano Esmeralda ed i suoi genitori.

  La conoscenza non fu per caso, in quanto i viaggi più frequenti di Esmeralda e i suoi genitori era sempre per la località di Viù, poi i nostri simpatici personaggi a quattro gambe erano sempre buoni ed educati perciò venivano sempre riconosciuti.  Chi li salutava era Maurizio Deagostini il capotreno con i suoi collaboratori che guarda caso sono tutti di Viù. La lepre Esmeralda li riconosceva: Luigi, Piero, Giovanni ed altri. Salirono sul vagone vicino al macchinista per osservare meglio il paesaggio della piana che porta a Lanzo. Dovete sapere cari ragazzi, che Esmeralda conosceva tutti i paesi e le cittadine con le principali caratteristiche fino a Germagnano. Pensate: Venaria con i suoi palazzi storici del Re Savoia, il parco della Mandria e la Reggia di caccia e svago costruita da un grande architetto, di grande pregio architettonico; poi Borgaro caratteristico paese della piana canavese, poi San Francesco al campo con il velodromo in costruzione ed il bel campanile; Caselle con l’aeroporto, Ciriè la bella, Nole, Mathi, Balangero ed infine Lanzo con il suo ponte del diavolo e la sua torre e il bel Istituto dei Salesiani. Poi la galleria tutta buia che Esmeralda quando entrava in galleria aveva tanta paura, e diceva ai suoi genitori “ mamma siamo abbuiati “ per arrivare alla stazione di Germagnano.   La mamma di Esmeralda che si chiama Lucrezia scende dal treno per prima per aiutare papà Osvaldo a portare sulla corriera tutti i bagagli, mentre Esmeralda salutava Maurizio e i suoi compagni di lavoro che con il treno andavano al capolinea di Ceres. La corriera che va Viù e poi fino a Usseglio era pronta e chi guidava era il signor  Peru ad Viù, il signore dell’enoteca di Viù.

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