Periodico "Città di Gallarate" (1998-2005)

 

     
 
 
 

 
 
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  Gli editoriali scritti per: "VIVI GALLARATE"
1998
La nostra scommessa
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1999
l buco nel calzino
Reverentia cani
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2000
La mia lettera a Pierino
Il pelo del castoro
I delitti di Ninive
Se questo è un uomo
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2001
Il grande sonno
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2002
Un piatto di lenticchie
Ne riparleremo
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2003
Il nostro paese
Un'immagine per cento parole
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2004
Pecunia non olet
La resa e la ragione
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2005
Trucco e belletto
Lettera a Babbo Natale
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Il logo di Vivi Gallarate
 

Finita l'esperienza della Lista Civica, un nuovo movimento nasce a Gallarate con i transfughi di diverse formazioni. Promotore del nuovo soggetto politico è Claudio Bartoli, a quel tempo Consigliere Regionale, che insieme al sindaco uscente, Angelo Luini, ed alcuni ex assessori e consiglieri da vita ad una lista a cui viene dato il none di VIVI GALLARATE.

I vivisti, così vengono chiamati, si sforzano di riempire il buco lasciato dalla scomparsa Lista Civica, ma aggiungendovi l'esperienza di chi ha rivestito importanti incarichi amministrativi, l'organizzazione capillare ed una base formata da attivisti motivati. Alle elezioni comunali del 1998  il movimento risulta di colpo, in ordine ai voti ricevuti, la  terza formazione cittadina, sopravvanzando liste con simboli nazionali molto noti.

Il movimento - finito all'opposizione - inizia una serie di battaglie per realizzare quello, che nelle intenzioni dei costituenti e dei sostenitori, è la vera scommessa in atto: non farsi ingoiare da un sistema che punta a ottizzare la città e - soprattutto - cercare di attuare una seria difesa del territorio su cui si intravedono forti pressioni cementificatorie e l'arrivo di ulteriori centri commerciali. Non va infine dimenticato che sui terreni circostanti la Superstrada della Malpensa è prevista una mega lottizzazione, il tutto in un'area fortemente congestionata dal traffico e dall'inquinamento.

Gli anni che vanno dal 1998 al 2005 vedono, di fatto ed a dispetto di ogni argine opposto da Vivi Gallarate, l'apertura di  una impressionante serie di cantieri ed altri si prevede che apriranno negli anni a seguire. Le vecchie fabbriche dismesse lasciano il posto a supermercati ed ipermercati. Gli spazi verdi diminuiscono.

L'amico Claudio Bartoli, mi chiede di condividere la sua scelta politica  e di aiutarlo a far conoscere alla città che cosa Vivi Gallarate desidera davvero, stante la poca visibilità mediatica che circonda le iniziative e le lotte condotte da parte del movimento dai banchi dell'opposizione comunale.

Gli articoli che ho scritto e che sono stati pubblicati sul periodico comunale Città di Gallarate, sono uno specchio dei problemi posti via via sul tappeto, sono anche uno spaccato di un certo modo di intendere l'amministrazione di una città medio-piccola come Gallarate, delle critiche avanzate e delle proposte fatte.

Ho sempre cercato di scrivere secondo il mio stile: in modo garbato, ironico, mai offensivo, ma sempre in modo schietto e senza peli sulla lingua. Brevi corsivi spesso obbligati nelle 1800 battute delle esigenze redazionali in cui si è cercato di sintetizzare argomenti troppo complessi per poter essere semplificati in venti righe.

Non so se ci sono sempre riuscito, ma mi sono sforzato di farlo convinto che, certi versi, è questa una battaglia poco nota per ridare spazio e dignità a cose che non l'hanno più e dalle quali una città si misura.