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Documento CGD Campania
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C.M. n. 19 del 1-2-2008
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Nota Ass. Gabriele a Fioroni
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Organici 2008-2009

 

 

bambino e colomba

4000 cattedre in meno in Campania 


 

Le disposizioni del decreto interministeriale inerenti l’organico del personale docente e Ata per l’anno scolastico 2008/2009 - trasmesso con la circolare n. 19 del 1 febbraio 2008 - rappresentano un grave attacco ai livelli occupazionali e determinano un peggioramento dell’offerta formativa ed educativa della scuola, soprattutto della scuola del sud.

 I “tagli” previsti dalle leggi finanziarie del 2007 e del 2008 colpiscono infatti tutte le regioni dell’Italia meridionale. In Campania il ridimensionamento degli organici è di circa quattromila unità (sulle 11.000 unità tagliate a livello nazionale).

Le misure sembrano dettate da una volontà che risponde soltanto alla logica del risparmio e alla subordinazione completa dell’istruzione pubblica agli “imperativi” del ministero dell’economia, senza nessun tipo di mediazione.

A differenza di quanto accade in altri comparti della pubblica amministrazione, dove l’intervento di razionalizzazione investe la sola dimensione quantitativa dei servizi offerti, nell’istruzione pubblica le nuove disposizioni compromettono in modo grave la stessa possibilità di fare scuola. Tra le tante misure previste dal decreto le seguenti sembrano particolarmente dirompenti:

 

q       I parametri previsti dal D.M. n. 331/98, che regolamentavano il numero degli allievi per classe e lo sdoppiamento delle stesse, sono aboliti senza nessuna possibilità di deroga.

q       Si conferma la tendenza a superare progressivamente l’organico di fatto, il che significa predeterminare i bisogni ancora prima che essi si siano manifestati.

q       Tutte le sperimentazioni previste dal D. M. 234/2000 saranno ridimensionate.

q       L’organico funzionale nella scuola primaria abolito

q       Il tempo pieno dovrà rispondere ai vincoli più rigidi rispetto al passato.

q       Non sarà possibile attivare corsi serali con un numero di allievi inferiore a venti unità.

q       Il numero di insegnanti di sostegno non potrà superare il 25% del numero di classi e di sezioni in ciascuna istituzione, senza possibilità di deroga. Quest’ultima misura ci sembra molto grave perché tende alla predeterminazione del numero di soggetti in situazione di disabilità, con buona pace della retorica sulla centralità della persona, sul nuovo umanesimo e altre “utopie” ministeriali.

 

La Questa “razionalizzazione” rischia non solo di compromettere il piano di riassorbimento, lento ma progressivo, del precariato, ma depotenzia anche le capacità delle scuole di rispondere in modo adeguato al disagio e alla dispersione. Nella nostra regione - dove decine di migliaia di allievi disertano le aule scolastiche e il degrado e la criminalità imperversano -  negli ultimi anni le scuole hanno rappresentato un avamposto della democrazia, proponendosi quali fabbriche diffuse di legalità e di orientamento esistenziale. Centinaia le “scuole aperte”, grazie al piano di alfabetizzazione alla cittadinanza attiva promosso dall’assessorato regionale, centinaia i laboratori e gli operatori impegnati. Il piano di razionalizzazione rischia ora di compromettere questo lavoro capillare perché destruttura gli ambienti di apprendimento, minaccia l’integrazione sociale e indebolisce globalmente le possibilità progettuali della scuola dell’autonomia.

Le associazioni professionali degli insegnanti CIDI e AIMC, l’ANDIS (Associazione Italiana Dirigenti Scolastici), il Coordinamento Genitori Democratici, Tuttiascuola, la .......................................................

rivolgono un pressante appello al Ministro della Pubblica Istruzione perché il decreto interministeriale venga ridisegnato nelle sue parti essenziali; sollecitano i sindacati, le istituzioni regionali, comunali e provinciali a promuovere tutte le iniziative necessarie in difesa del diritto allo studio e indicono una

Conferenza stampa

per Giovedì 13 marzo alle ore 12 presso il Liceo “Genovesi.

I docenti delle scuole di ogni ordine e grado, i dirigenti scolastici, i genitori, gli studenti, i rappresentanti delle istituzioni sono invitati a partecipare.

 

   

   

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