| La storia postale di Torri del Benaco | |
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Presentazione |
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La ricerca dedicata al servizio postale di Torri si qualifica come una lodevole attenzione agli aspetti spesso meno conosciuti della realtà locale,che possono essere da tutti apprezzati proprio perché ciascuno può riconoscere in essi un pezzetto della propria storia, un legame con le proprie radici. E questa è una constatazione che riteniamo importante e valida soprattutto per i giovani, cui rivolgiamo un invito perché sappiano ricercare nei valori del passato la propria identità storica. Se la tradizione orale viene trascurata da abitudini e ritmi profondamente mutati che portano all'impossibilità della comunicazione tra le generazioni, ci auguriamo che la divulgazione su carta stampata possa divenire un valido stimolo per un rinnovato interesse al dialogo. Nell'affermare la disponibilità a sostenere e incoraggiare queste iniziative, l'Amministrazione comunale esprime la propria soddisfazione e un ringraziamento all'autore e a quanti hanno collaborato alla riscoperta di un importante capitolo della storia di Torri. Il Consigliere incaricato alla cultura Il Sindaco Daniela Peroni Alberto Vedovelli |
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Introduzione |
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Il "bollo" è nato molti secoli or sono; fin dall’antichità i regnanti e i nobili usavano spedire i loro messaggi a mezzo di corrieri propri. A garanzia e riservatezza questi scritti venivano sigillati con ceralacca, "segnata" o "bollata" con una matrice che imprimeva il segno di riconoscimento del mittente, spesso costituita dall’impronta dell’anello di chi spediva la missiva. Il sistema permane fino al Medioevo, successivamente questo mezzo di trasmissione dei messaggi si estende anche al cittadino. Questi, non potendo disporre di un proprio "corriere", affidava la corrispondenza a organizzazioni già esistenti. Nasce così il servizio postale pubblico-privato, da un’esigenza che si trasforma in un lavoro redditizio. Con l’istituzione di questo servizio, vengono adottati anche nuovi sistemi: "segni" o "bolli" di identificazione e di indicazione, che spesso venivano apposti manualmente sulle missive. Tra questi ricordiamo il triangolo, che simboleggiava la staffetta, per indicare l’esigenza di un trasporto veloce, e il simbolo della frusta o della forca dell’impiccagione,che venivano inflitte a quei messaggeri che ritardavano o smarrivano la corrispondenza. La lettera sbarrata con due righe incrociate (croce di S. Andrea) o la parola "franca" stavano ad indicare che quella lettera andava consegnata senza richiesta di alcun pagamento. In quel tempo, la tassa generalmente veniva pagata dal destinatario e non dal mittente, mentre non veniva applicata alla corrispondenza dei regnanti e delle autorità civili o ecclesiastiche. Col trascorrere degli anni, il paese progrediva e i sistemi di comunicazione affinavano organizzazioni e metodi. È in questo periodo che emergono alcune grosse compagnie che si dedicano al trasporto della corrispondenza: appaltatori della Curia romana, della Repubblica di Venezia, ma più importante è la famiglia Tasso, di origine bergamasca, la quale crea un servizio postale che in poco tempo si estende in tutto il mondo. Con l’affermarsi di queste organizzazioni, nascono anche le prime impronte italiane e al posto dei segni manoscritti appaiono i bolli. Con l’incremento dei traffici postali e il miglioramento del servizio, i bolli vengono ad assumere precisi significati. Si crea così una notevole serie di interessanti impronte: dai timbri daziari della Repubblica di Venezia ai bolli inchiostrati del Ducato di Milano, dai bolli in negativo del Regno di Napoli, ai timbri a cuore del Granducato di Toscana. L’introduzione del bollo indelebile è il passo decisivo per l’organizzazione della Posta. Un grosso cambiamento si ha nei primi anni del 1800 ad opera di Napoleone Bonaparte che introduce regole e metodi ancor oggi in uso. Le Poste vengono affidate allo Stato, il diritto del cittadino è tutelato. A maggiore garanzia, viene introdotta la raccomandata con ricevuta di ritorno, si fissano delle tariffe di trasporto standard, l’utente finalmente ottiene la possibilità di reclamo. Un cambiamento nella funzione del "bollo" si ha nel 1840 con l’introduzione del francobollo. FRANCO BOLLO: FRANCA era la lettera che non richiedeva esborsi di denaro dai destinatari perché la quota del trasporto era anticipatamente pagata dal mittente, e BOLLO invece, era l’impronta del timbro. Da quel momento il "bollo" postale assume un nuovo compito, cioè quello di "annullare" o "segnare" francobolli posti sulla corrispondenza per mpedire il loro riutilizzo. Se prima nella maggioranza dei casi indicava solo la località di partenza della corrispondenza, da questo momento gradualmente viene completato. Sul timbro sono evidenti la località di partenza o di transito e quella di arrivo della corrispondenza stessa, ma anche l’anno, il mese, il giorno ed in molti casi l’ora di inoltro della corrispondenza stessa (il numero che indicava l’ora, era seguito da una "A" per antimeridiano, mentre una "P" stava per pomeridiano). Da questo momento, il "bollo" o annullo postale prende anche una veste legale e giuridica divenendo prova in cause legali. Oggi, dopo oltre vent’anni di presidenza, finalmente vedo coronare un mio grande sogno: quello di vedere pubblicata una collezione filatelica studiata e realizzata da un socio del Circolo filatelico-numismatico di Torri. Ma quello che mi rende particolarmente felice è sapere che l’autore, Paolo Loncrini, entrato nel nostro circolo fin dal 1977, è praticamente" cresciuto filatelicamente" all’interno di esso, passando da timide e generiche raccolte di francobolli a vere e proprie ricerche storiche come dimostra questo libro, sintesi della collezione pubblicata nell’ambito della XIIIª Manifestazione filatelico-numismatica "Torri 97". Il Presidente del Circolo Filatelico-Numismatico di Torri del Benaco Franco Pezzi
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