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L’alitosi
è un problema di cui si ha nozione fin dai tempi antichi: è
possibile trovare scritti che riguardano questo argomento risalenti all’antica
grecia, ed esistono riferimenti finanche nell’Antico Testamento
e in alcuni testi sacri islamici e orientali.
La ricerca scientifica inizia con alcuni contributi nel 1930, per trovare
principalmente dagli anni ’70 in poi definitiva organizzazione,
con approfondimento dei differenti aspetti eziopatologici, clinici e terapeutici
del problema, grazie al lavoro dei gruppi coordinati dal Prof. Joe Tonzetich
della University of British Columbia di Vancouver (Canada) e dal Prof.
Mel Rosenberg della University of Tel Aviv (Israele).
La crescente attenzione della popolazione verso il problema dell’alitosi
ha spinto negli ultimi anni la ricerca a un sempre crescente dispendio
di energie finalizzate allo studio per la diagnosi e il trattamento di
questa patologia.
Ad oggi la paura di avere un alito “non socialmente accettabile”
porta molti soggetti a fare uso di prodotti specifici (o presunti tali)
come collutori, dentifrici, spazzolini, gomme da masticare e caramelle,
prodotti omeopatici. Spesso l’odore sgradevole proveniente dalla
bocca ha importanti implicazioni psicologiche personali e collettive:
per molti individui è causa di notevole preoccupazione nei momenti
della vita di relazione in cui si intrattengono rapporti sociali o affettivi.
L’alitosi è infatti notoriamente un disturbo molto fastidioso,
non solo per coloro che percepiscono quella dei propri simili, ma soprattutto
per coloro che vengono informati, sempre dai propri simili, di soffrirne.
Per quanto riguarda l’epidemiologia, uno studio effettuato negli
Stati Uniti d’America rivela che il 50% dei soggetti è affetto
da alitosi e il 24% dei soggetti al di sopra dei 60 anni dichiara di aver
subito osservazioni spiacevoli sul proprio alito.
Le cause eziopatogenetiche dell’alitosi sono molteplici e correlabili
a diverse condizioni fisiologiche e patologiche : cibi alitogeni, fumo,
bevande, farmaci, malattie otorinolaringoiatriche, malattie gastroenteriche,
epatopatie, nefropatie, trimetilaminuria, cancro orale. Ma, contrariamente
a quanto si ritiene in genere, la ricerca scientifica degli ultimi anni
ha dimostrato che le cause dell’alitosi sono prevalentemente orali
(l’87 % secondo il Dott. Delanghe e Coll.):il disturbo è
infatti provocato nella maggior parte dei casi dalla presenza nell’aria
espirata di composti volatili solforati(VSC) come il metilmercaptano (CH3-SH)
e il solfuro di idrogeno (H2S) , acidi grassi a catena alifatica ( l’acido
butirrico, l’acido valerico, l’acido isovalerico e l’acido
propionico) che
sono prodotti nel cavo orale da microrganismi in grado di metabolizzare
residui alimentari e cellulari quali Porphiromonas gingivalis , la Prevotella
intermedia, il Fusobacterium nucleatum e il Treponema denticola.
A causa della complessità dell’ eziopatogenesi del problema
si rende necessaria una visita specialistica supportata da presidi alitometrici
(Halimeter) per poter formulare la diagnosi e intraprendere la corretta
terapia volta alla risoluzione del problema o al miglioramento della sintomatologia.
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