Anno I  7 Settembre 2004                                                                                                                                                          Foglio Mensile

L’ALTRA CAMPANA

Ovvero la Voce del Coordinamento dei Comitati Civici di Bagno a Ripoli- Direttore Responsabile Francesco  Matteini

Aut. Trib. di Firenze n°5316 del  02.01.2004 - Redazione e Stampa Via T.Lorenzoni 34 Grassina - B. a Ripoli - Proprietario Lorenzo Sanseverino

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ULTIM’ORA! IL TAR ANNULLA IL PIANO REGOLATORE PER OSTERIA NUOVA!!

Stavamo per preparare la versione definitiva di questo numero, quando è arrivata una notizia ‘bomba’: il TAR, con sentenza del 6 ottobre, ha annullato, perché illegittimi, il Piano regolatore comunale e il parere di conformità della Provincia, nella parte relativa agli interventi di nuova edificazione previsti per Osteria Nuova.

Nel 1999, infatti, alcuni cittadini di questa frazione avevano impugnato il Piano regolatore; successivamente, nel 2003, le associazioni ambientaliste Italia Nostra, VAS e WWF ITALIA erano intervenute nel giudizio, sostenendo le ragioni dei ricorrenti.

Il TAR ha ora accolto il ricorso, affermando che gli atti impugnati sono illegittimi per contratto con il Piano territoriale della Provincia; la zona di Osteria Nuova, infatti, è classificata dal Piano provinciale come area fragile, per la quale è necessario un programma di paesaggio.

Il Comune di Bagno a Ripoli ha previsto di costruire in questa frazione, in mancanza del programma di paesaggio.

Da anni cittadini, associazioni e comitati vanno dicendo che non si può costruire su un’area fragile, senza alcuna valutazione sull’impatto ambientale e senza che sia stato fatto il programma di paesaggio.

L’Amministrazione comunale ha sempre eluso queste importanti argomentazioni, tacciando chi le proponeva di voler fare polemiche strumentali e ‘politiche’.

La decisione del TAR conferma invece la serietà delle contestazioni mosse contro assurdi interventi edificatori, che, ormai è chiaro, non rivitalizzano un bel niente e sono in totale contrasto con le norme a tutela del paesaggio previste dallo stesso Piano provinciale.

Questa sentenza, quindi, è particolarmente importante, perché riafferma la forza e l’efficacia degli atti normativi di rango superiore rispetto agli strumenti urbanistici comunali; in sostanza, i Comuni, diversamente da quello che si vuol far credere, non sono autonomi al punto tale da fare tutto quello che vogliono, ma devono comunque rispettare norme poste a tutela del territorio e di altri interessi generali.

Auspichiamo quindi che la decisione del TAR sia l’occasione giusta, affinché l’Amministrazione comunale rifletta sul suo operato e riesamini attentamente le sue scelte: siamo proprio sicuri che vi sia un reale fabbisogno di nuove abitazioni? Siamo sicuri che con gli interventi già realizzati gli assurdi obiettivi che il Comune si era proposto non sono già stati raggiunti? Se poi vi fosse realmente un fabbisogno di alloggi, siamo sicuri che per soddisfarlo si debba per forza costruire sulle colline e non basti riqualificare l’esistente?

 

 I Comitati Coordinati di Balatro, Osteria Nuova, Villamagna Bubè

Dopo le ferie il Professore vuole suonare un’ALTRA MUSICA…

Sul precedente numero avevamo intitolato questo editoriale parafrasando un gergo orchestrale che alludeva al fatto che anche dopo la tornata elettorale, ed il cambio dei “suonatori”, questi suonavano la stessa musica; nonostante le tante promesse di cambiamento, ci era infatti sembrato che tutto cambiasse in chiave Gattopardesca purché tutto restasse com’era”, tanta era stata infatti la nostra sorpresa per la leggerezza con la quale si erano affrontate nei Consigli Comunali pre feriali problematiche delicate come la questione dell’area ex Etelia, o l’assunzione di “un consulente” a chiamata pagato profumatamente, guarda caso proveniente da un ambiente, quello della scuola, da cui proviene proprio il Sindaco Bartolini. Insomma tutto sembrava ripetere un copione già letto e sceneggiato in nome di una  continuità” più volte richiamata come “non sense” dalla passata gestione reggente della Dal Pino.

Dopo le ferie, il Consiglio Comunale del 28-29 Settembre, del quale rendiamo conto in questo numero, sembra aver spazzato via tutto questo come un fulmine a ciel sereno.

Nuova ispirazione in Comune? Il professore d’orchestra Bartolini sembra aver infatti trovato, sotto qualche “faldone” di osservazioni e richieste di certe opposizioni di sinistra e talvolta non solo, uno spartito musicale dimenticato da anni ed ora vuole suonare quest’Altra Musica che sembra suonare toni più vicini a quelli dell’Altra Campana: nel nome della trasparenza, della democrazia e del buon governo dei bisogni della gente. Sarà musica vera o sarà solo il canto di una sirena per sedurre Ulisse dopo che i Proci hanno già portato via tutto? Staremo a vedere, ma non certo con le mani in mano, ci vuol ben altro per sedurre i Comitati ed il Sindaco lo sa!

Buona lettura.

I Comitati Coordinati di Balatro, Osteria Nuova, Villamagna, Bubè

IN QUESTO NUMERO

 

l      OMNIA MUNDA MUNDIS

Chi avrà ragione? Andreotti o Fra’ Cristoforo?

l      ETELIA:un po’ di storia

Ovvero una “Bonifica maledetta”…

l      le esequie del paesaggio….

La speculazione peggio dei saccheggi e delle guerre…

l      SVILUPPO INSOSTENIBILE

Perché gli affari sono insostenibili…

l      una scuola per la pace

L’illusione euforica della caduta del muro di Berlino…

l       Rubriche:

o        Cosa succede nel Palazzo:

Resoconto Consigli Comunali 20–28-29 Settembre 2004

l       Suonano le campane

o        La coerenza è ancora un valore ?


OMNIA MUNDA MUNDIS


Qualcuno dei nostri venticinque lettori si sarà fregato gli occhi dalla meraviglia, leggendo, anche sull’ultimo numero di questo foglio, la notizia del ritorno in primo piano della questione del recupero della ex fabbrica ETELIA: aumenti di volume, destinazioni, ecc. ecc… A suo tempo, l’ETELIA fece una vittima illustre: l’ex Sindaco Girolami  venne arrestato, sembra di ricordare per un problema di contiguità familiare con una persona fisica che sembrava avere interessi nel recupero della fabbrica, ma, all’esito del processo, l’ex Sindaco Girolami venne >> Segue a pag II
 Segue da pag. I <<
prosciolto pare di ricordare per prescrizione. Un proscioglimento fa sempre piacere, nessuno vuole vedere condannato chi non lo merita, del resto si dice “meglio cento colpevoli liberi che un innocente in carcere”. Adesso il Comune di Bagno a Ripoli ha nuovamente deliberato la sorte di questo grande complesso immobiliare con evidenti interessi economici che sono connessi al recupero ed alle nuove destinazioni. Non riteniamo convincente l’improvvisa volontà del Sindaco di far sapere al Consiglio nomi e cognomi di taluni soggetti già interessati al recupero dell’ex ETELIA nella precedente vicenda, anche perché tale volontà contrasta con le sue posizioni di appena un mese fa, sottratte le ferie, e non basta parlare di una cordata di “imprenditori pratesi” come si è letto sui giornali di domenica 3 ottobre: confidiamo quindi che al di là delle coperture societarie, siano rivelate alla cittadinanza le persone fisiche a cui è riferibile la proprietà degli immobili; confidiamo anche nel fatto che il diritto alla riservatezza, la cosiddetta “privacy”, possa trovare soddisfazione col consenso dei soggetti interessati alla divulgazione di eventuali dati riservati, riconoscendo, in questo caso, il supremo valore della trasparenza.

OMNIA MUNDA MUNDIS”, dice Frà Cristoforo ad un confratello, volendo insegnargli che tutto è puro per chi ha il cuore puro: nel segreto della sua coscienza chi ha presentato il progetto conosce la propria purezza, noi non possiamo giudicare.

Altri hanno detto un’altra cosa, e cioè che pensare male è peccato, ma spesso ci si indovina, per cui, per far tacere le male lingue, forse non sarà inutile invocare un poco di trasparenza in più su questa vicenda.

Restiamo in attesa di sapere se ha ragione Frà Cristoforo, o se invece ha ragione il Senatore Andreotti.

Carneade


 


ETELIA: UN PO’ DI STORIA


Abbiamo voluto pubblicare questa ricostruzione dei fatti, che alcuni potranno ritenere parziale o imprecisa, ma è purtroppo frutto della “discrezione di molti” e dei “si dice” di pochi, per rinfrescare comunque la memoria, ai cittadini di Bagno a Ripoli, su questa vicenda che, nonostante le sentenze della magistratura, ha lasciato sempre aperto il dubbio, di parte dell’opinione pubblica, magari proprio per una mancanza di adeguata informazione sull’accaduto. D’altronde anche molti degli attuali Consiglieri comunali hanno dichiarato di non conoscere il caso Etelia, e si sono chiesti perché nessuno li aveva informati, forse per eccessiva discrezionalità, come qualcuno ha detto, oppure perché è più facile raccontare solo le vicende belle. Che ci sia stata una volontà non dichiarata di dimenticare, basta fare un giretto in via Volta per scoprire una delle zone più centrali quanto inaspettatamente più degradate di Bagno a Ripoli, quasi che occuparsene, fino ad oggi, significasse automaticamente sporcarsi le mani.

Più di dieci anni fa, l’area Etelia fu acquistata, dopo il fallimento della omonima fabbrica di inchiostri, dalla società EMA, alcuni riferiscono costituita per l’occasione, ad un prezzo conveniente perché teneva conto dell’onere che poi l’acquirente avrebbe dovuto sostenere per la forzosa necessità di effettuare la bonifica ambientale dell’ex fabbrica. La bonifica venne effettuata, noi non conosciamo esattamente in che modo, ma sicuramente arrivarono le certificazioni di idoneità, rilasciate dalla USL, secondo alcuni con troppa facilità, dopo che la fabbrica per anni era stata posta sotto sequestro per inagibilità, alimentando dubbi sulla veridicità di tale certificazione, grazie alla quale il bene, appena acquisito, subì un’immediata rivalutazione di circa tre volte rispetto al prezzo pagato per quell’area (da poco più di 2 miliardi di lire a circa 8). Altra anomalia, secondo taluni, si aggiunse quando ad acquistare l’ex fabbrica bonificata si propose la Fiorentinagas, società a partecipazione pubblica della quale il nostro Comune era ed è, tra gli azionisti. I dubbi sulla trasparenza di tutta l’operazione, in piena era di tangentopoli, provocarono l’intervento della magistratura. All’epoca dei fatti, era stato rieletto sindaco, in secondo mandato, Girolami, che, precedentemente al primo mandato, aveva anche ricoperto la carica di presidente della suddetta USL. Poiché nell’assetto della società acquirente figuravano alcune persone fisiche in contiguità familiare con costui, direttamente o tramite “coperture societarie”, la vicenda giudiziaria portò all’arresto

 

dello stesso Sindaco e di altri, poi in gran parte scagionati per prescrizione. Concluse tutte le pendenze giudiziarie, la Fiorentinagas perfezionò l’acquisto nel 1997.

Oggi, questa vicenda sembra ripresentarsi, in altro contesto, ma come allora ripartendo da una bonifica ambientale dell’ex fabbrica richiesta dalla normativa Ronchi, come ci hanno dato ad intendere, sempre che la bonifica “certificata” sia realmente avvenuta!? Certo dei dubbi vengono quando persino su La Repubblica si legge di barili di inchiostro ancora interrati sul posto; qualora si fosse fatto riferimento anche alla precedente legge Merli, ci sembra si possa parlare più propriamente di una “discarica controllata” che di una bonifica. Un po’ di trasparenza in questo senso non farebbe male. Ciò premesso, l’ex Etelia, nel 2001 è stata rivenduta dalla Fiorentinagas ad un’altra società privata dall’assetto, diciamo, “molto articolato”, INVESTEFIORE, ad un prezzo inferiore a quello di acquisto (6,8 miliardi di lire). Ci chiediamo perché la stessa Fiorentinagas non abbia eseguito la bonifica in questione, come per altro la legge richiedeva da tempo, investendo i 550.000 Euro necessari, ma rivalutando il bene sicuramente di un valore molto superiore, ripianando almeno la perdita che solo contabilmente ammonta a 1,2 miliardi di lire, senza considerare quanto avrebbero reso 8 miliardi investiti sulla fine degli anni ’90 in un qualsiasi prodotto finanziario. Ma non è tutto qui, ironia della sorte, ad eseguire l’intervento di bonifica ed altro, ha riferito il Sindaco Bartolini al Consiglio, sarà una delle ditte di un certo sig. Fontani, come già all’epoca della prima bonifica, in contiguità familiare indiretta con l’ex sindaco Girolami.

Le posizioni tra i due sono ora istituzionalmente assai diverse e la loro ricorrente contiguità potrà piacere solo a chi crede nella superstizione, ma ovviamente quando a monte ci sono vicende come quella sopra descritta, in grado di alimentare una certa “psicologia del sospetto”, si può ben capire perché serve trasparenza sulla nuova bonifica che deve essere analizzata e seguita con particolare attenzione, magari non incrociando le dita per superstizione, ma controllando, come ha detto giustamente Vezzani in Consiglio, citando Platone: affinché alla forma giusta (Certificazioni) corrispondano anche contenuti giusti (Bonifica reale e definitiva del sito).

 

Sergio Morozzi

 


SVILUPPO INSOSTENIBILE

Spesso si accusano i comitati di ‘guardare al proprio orticello’, così i nostri amministratori, con il pretesto di ‘sintetizzarle’, finiscono sempre col trascurare le istanze provenienti dalla collettività, in favore di chi ormai lo sappiamo.

Questo argomento, però, non vale per i Comitati di Bagno a Ripoli, che si sono coordinati per affrontare i problemi in via generale e infatti in quest’articolo proveremo a ragionare in un’ottica ‘di area vasta’, per usare un’espressione cara ai nostri amministratori .

Ci domandiamo: ma il modello di sviluppo perseguito dalle amministrazioni dell’area fiorentina è sensato o no?

Infatti, è ormai evidente, come denuncia anche il Coordinamento dei comitati di Firenze, che l’Amministrazione fiorentina tende a disincentivare la permanenza dei residenti, in favore di turisti e studenti, e a favorire la progressiva scomparsa dei piccoli negozi inidspensabili (alimentari, macellai, ferramenta, ecc.). Quei pochi cittadini e negozianti che vogliono rimanere vengono confinati nella ‘riserva indiana’ dell’Oltrarno; addirittura, secondo il Coordinamento dei comitati fiorentini, gli artigiani vengono incentivati a trasferirsi ‘Diladdarno’, per lasciare spazio ai carissimi e orribili negozi per turisti che vendono articoli in pelle e di abbigliamento, che starebbero bene forse a Manhattan, ma non a Firenze!

Che dire poi dell’ossessiva manìa di tappare tutte le aree libere con altro cemento, magari realizzando in piena città, come avviene nel quartiere Bandino – Gavinana, un centro commerciale che non è assolutamente necessario, visto che nella zona già esistevano supermercati e negozi dove si poteva trovare di tutto? Possibile che conti solo l’interesse di un solo grande soggetto, a danno del tessuto sociale e commerciale del quartiere?

Grazie a questa dissennata politica, è evidente che ai poveri fiorentini, che oltretutto si trovano a fare i conti con una situazione del traffico e dei parcheggi ormai insostenibile, altro non resta che fare fagotto e andare a cercar casa nei comuni circostanti, in zone più amene e tranquille. Qui troveranno comuni disposti ad accoglierli a braccia aperte come nuovi contribuenti; troveranno anche case di lusso in zone collinari, dato che le amministrazioni, sempre in cerca di consenso, non si fanno scrupolo di distribuire regali ai costruttori amici.

Le conseguenze di tutto ciò si possono immaginare facilmente: lauti e immediati vantaggi per pochi (costruttori, grandi imprese, commercianti, ecc.), gravi svantaggi per tutti gli altri.

Mentre taluni vedranno ingrassare il proprio portafogli, vedremo una Firenze, ormai svuotata dei suoi abitanti e di importanti luoghi pubblici (università, uffici giudiziari [ma non era meglio spostare questi ultimi nella zona Murate – Caserma Baldissera, invece che a Novoli?], sempre più trasformata in una Disneyland per turisti, vedremo le belle zone collinari deturpate da orribili costruzioni, vedremo il tessuto sociale dei piccoli borghi collinari impoverito in conseguenza dell’arrivo di molte persone che si limiteranno a pernottarvi per poi partire alla mattina presto e tornare alla sera tardi dopo aver fatto la spesa in un ipermercato (e non nelle ‘botteghe’ dei paesi, che quindi non avranno alcun vantaggio dalle nuove case), vedremo maggiori problemi per i piccoli centri abitati (scarso approvvigionamento idrico, fognature carenti, ecc.), vedremo, come già stiamo vedendo, le strade per Firenze sempre più intasate.

Ovviamente, i nostri amministratori baldanzosamente affermano: “vi faremo strade acquedotti, fognature” >> Segue a pag.IV


 Segue da pag. III <<
A parte il fatto che è sicuramente sbagliato agire secondo la logica del “prima costruiamo, poi risolviamo i problemi”, è certo che il potenziamento dell’approvvigionamento idrico e delle fognature non è cosa che si fa dall’oggi al domani.

Lo stesso vale per l’ampliamento delle strade e per le varianti ai centri abitati, oggi realizzate con notevole impatto ambientale, che hanno solitamente la funzione non di fluidificare il traffico esistente, ma di creare le premesse per ulteriori edificazioni rispetto a quelle previste, con ulteriori aumenti di traffico; senza contare che, almeno per quanto riguarda la zona a sud – est di Firenze, si possono fare tutte le superstrade e le varianti che si vogliono, tanto i pendolari avranno poi modo di ritrovarsi tutti congestionati sul viale Europa! È evidente quindi che simili politiche non sono sostenibili dai cittadini e dal territorio; occorrerebbe cambiare sistema e mentalità, orientare lo sviluppo in un’altra direzione, questa sì veramente sostenibile. I comuni limitrofi dovrebbero abbandonare la miope politica della continua espansione edilizia e dedicarsi a valorizzare il patrimonio abitativo esistente per far fronte ad un eventuale fabbisogno di alloggi; indubbiamente.

La rivitalizzazione di un piccolo borgo passa anzitutto attraverso il sostegno (con sgravi fiscali e altro) alle attività commerciali e produttive locali, come ad es. le piccole botteghe, indispensabili agli anziani e a coloro che non possono recarsi ai vari supermercati e centri commerciali.

Inoltre, è più conveniente aumentare le occasioni di ritrovo della popolazione con iniziative culturali e/o sociali (una festa o una sagra rivitalizzano più di cento nuove abitazioni) e incentivare forme di ricettività turistiche a bassissimo impatto (piccoli agriturismi e affittacamere), valorizzando comunque le carratteristiche peculiari del luogo in considerazione. In quest’ottica, è insensato, ad esempio, orientare Pontassieve, come si è proposto di fare, verso uno sviluppo industriale capace di competere con la ‘Piana’ Firenze – Prato – Pistoia; un ambiente agricolo – collinare non potrebbe sopportare un simile impatto, anche sotto il profilo del notevole incremento di traffico che ne deriverebbe. I comuni dell’area fiorentina e lo stesso Comune di Firenze dovrebbero poi operare per un serio potenziamento di qualsiasi forma di trasporto pubblico, aumentando nell’immediato la frequenza delle corse degli autobus e semplificandone al massimo i percorsi, per raggiungere il centro di Firenze nel più breve tempo possibile.

Le amministrazioni dovrebbero poi occuparsi più seriamente del trasporto su rotaia, invece di sprecare tempo e denaro per devastanti ampliamenti stradali; perché, ad esempio, i comuni di Greve, Impruneta e Firenze non si accordano per riaprire l’antica tramvia Firenze – Greve, che alleggerirebbe il traffico sulla Chiantigiana più di quanto non riuscirebbe la variante di Grassina?

Per quanto riguarda Firenze…beh, qui siamo in presenza di un caso disperato; basterebbe arrestare la grave emorragia di residenti che oggi sta letteralmente ‘dissanguando’ la città e invogliare nuove persone a venirvi ad abitare., rendendo più vivibile il centro.

Mi rendo conto però che tutte queste proposte appartengono più al libro dei sogni che alla realtà dei fatti; purtroppo, le nostre amministrazioni sono orientate in tutt’altra direzione, con buona pace delle reali esigenze delle popolazioni interessate.

Fino a quando, amministratori scriteriati, continuerete ad abusare della nostra pazienza?!?

Usque Tandem    


Le ”esequie” del paesaggio fiorentino


Le Giornate Europee del Patrimonio sono state celebrate in Toscana con  numerose iniziative a cura del Ministero per i Beni e le Attività culturali, degli enti locali, e delle associazioni culturali. Il tema scelto quest’anno dall’Italia era L’arte, la musica e il paesaggio e nei giorni 25-26 settembre, oltre a concedere l’ingresso gratuito a musei ed aree archeologiche, sono state organizzate mostre, rassegne fotografiche, concerti, conferenze e spettacoli al fine di far conoscere e valorizzare il patrimonio culturale italiano. E’ utile sottolineare che il tema del paesaggio è stato oggetto di grande attenzione in queste manifestazioni. Limitandosi a menzionare solo quelle tenute a Firenze ricordiamo un documentario intitolato La decima musa in biblioteca. Il paesaggio ritrovato: arte e natura nella provincia di Firenze, proiettato presso la Biblioteca nazionale centrale di Firenze; Il paesaggio visto dai Georgofili nel tempo, fra scienza e arte, mostra organizzata dall’Accademia dei Georgofili; Il paesaggio in fotografia e Il paesaggio nella pittura Toscana, due conferenze promosse dalla Soprintendenza speciale per il polo museale fiorentino, tenute presso il Rondò di Bacco. Anche la Fondazione Spadolini ha partecipato alle celebrazioni con un’apertura straordinaria della villa “Il tondo dei cipressi” a Pian de’ Giullari, intitolando la manifestazione Storia, arte e paesaggio nella villa Spadolini.

Nonostante l’interesse storico-artistico dimostrato nei confronti del paesaggio nel territorio fiorentino mi sembra che esso non si sposti dal suo valore puramente documentario: nelle varie manifestazioni si è celebrato il paesaggio come era in passato, ma nessuno si è preoccupato della tutela e della salvaguardia delle bellezze paesaggistiche che ancora esistono e che sono in pericolo di imminente devastazione. Si gioca molto sulle parole “tutela” e “valorizzazione”, “legislazione concorrente” fra Stato, regioni ed enti locali, contenute negli articoli del nuovo Titolo V della Costituzione italiana, per abbandonare la tutela del paesaggio nelle mani di amministrazioni comunali che permettono vergognose speculazioni edilizie in territori sottoposti a vincolo di tutela per il loro pregio.

Viste in questa ottica le sopraccitate manifestazioni culturali appaiono piuttosto una rievocazione del valore culturale che il paesaggio ha rappresentato nei secoli scorsi, non potendo nessuna autorità (Stato, Soprintendenza, Regione) garantire ai posteri l’integrità di tutto ciò che è sopravvissuto a guerre e saccheggi, ma che non potrà sopravvivere alla speculazione edilizia del Terzo millennio.

 

Stefania Pratesi

 


Una scuola per la PACE


Questo è il testo del documento letto nell’intervento al Consiglio comunale aperto del 20 settembre sul tema PACE quando ancora l’ansia per la conclusione del rapimento di Simona Pari e Simona Torretta non era stata tramutata in gioia per la loro liberazione. Nel finale abbiamo lasciato il nostro fiducioso appello per la loro liberazione.

Parlare di pace oggi è paradossalmente più difficile di quando tutti avevamo paura dell’atomica o dimostravamo contro i missili a Comiso come ultimo atto di quella strategia della guerra fredda che per contro aveva riscaldato gli animi di intere generazioni. L'illusione euforica che la caduta del Muro di Berlino avrebbe portato istantaneamente a una pace perpetua e ad una nuova era di sviluppo, si è dissipata subito dopo. La maggior parte degli Stati, una volta divisi in blocchi, hanno dato l’impressione di aver perduto, con la mondializzazione, i propri strumenti di pilotaggio. La forza della democrazia è sembrata ormai priva di appigli, nella mani di ‘anonimi padroni’, astrazioni chiamate: mercati finanziari, tassi di interesse, tassi di scambio, quotazioni delle materie prime, indici ed elaborati statistici… La posta in gioco è chiara. "Il mondo se non cambia strada, si avvierà inesorabilmente verso uno di quei momenti tragici che indurranno gli storici dei periodi successivi a chiedersi, come è già successo negli anni trenta, perché mai non si sia intervenuti in tempo".

Dalla fine della guerra fredda, abbiamo infatti assistito a varie decine di guerre, e sono tuttora in atto quasi trenta conflitti armati, per la maggior parte interni agli Stati più poveri della terra, che hanno aggiunto, come fenomeno inedito, la scomparsa di interi popoli, nel sangue e nella tragedia, sotto la spinta di pulizie etniche e religiose che hanno riproposto il genocidio come atto di sterminio di inermi minoranze. Ieri nella ex Jugoslavia, oggi in Iraq ed in Cecenia, si stanno consumando i conflitti disumanamente più noti, ma quanti altri numericamente più catastrofici siano in corso, un po’ in tutta l’Africa, pochi sono in grado di dirlo.

Se le guerre durano decenni, vuol dire che la guerra non é la soluzione per porre fine a questa terribile spirale di violenza. La vera pace deve nascere dalla forza dell'anima, dalla concordia e dalla giustizia prevenendo il rischio di contagio delle politiche di pulizia etnica e di genocidio attraverso la promozione, come sottolinea l'Unesco, di una cultura di pace che educhi all'attuazione effettiva dei diritti umani e della tolleranza nel pluralismo culturale.

La vera pace non è, in alcuni casi, neppure semplice assenza di guerra, e tanto meno la guerra preventiva per esportare un ordine egemonico, come si è detto di voler fare in Iraq.

La soluzione sta nell´educazione alla pace ed ai diritti umani delle future generazioni. Una scuola per la pace deve essere il nostro impegno più urgente verso tutti i bambini del mondo. Ma come si può dare questa risposta se la guerra fredda è finita e ciò nonostante continuiamo a investire massicciamente nell'insicurezza, invece di investire preventivamente nella pace. Le spese militari mondiali si aggirano tra gli 800 ed i 900 miliardi di dollari l'anno mentre sarebbero sufficienti solo 130 miliardi di dollari per dare almeno un tetto, acqua salubre e impianti sanitari di base a quel miliardo e 300 milioni di indigenti censiti nel mondo. Come possono andare a scuola di pace se non hanno da mangiare!

Abbiamo in mente Enzo Baldoni, aspettiamo Simona Torretta e Simona Pari insieme a tutti gli altri ostaggi, così come abbiamo in mente le altre vittime della guerra in Iraq e nelle altre parti del mondo. Ma questi tre italiani erano lì non per fare Ponzio Pilato e neppure per egemonizzare chicchessia, erano lì perché credevano in una scuola per la pace.

Sergio Morozzi


Cosa succede nel Palazzo


Resoconto Consiglio Comunale del
 20 Settembre 2004

I lavori del Consiglio comunale sono ripresi, dopo la pausa estiva, con la seduta straordinaria del 20 Settembre dedicata al tema della pace, ed aperta alla cittadinanza. Riguardo a questa seduta non abbiamo gran ché da segnalare, anche perché, il patos angosciante che si respirava quella sera, per la sorte delle due “Simone”, non vogliamo >>Segue a pag. VI
Segue da pag. V << riviverlo neppure attraverso queste righe, vista la felice conclusione che nel frattempo ha avuto la vicenda. Tuttavia vogliamo ricordare quella sera, perché per loro, c’era tanta gente e forse la partecipazione, sarebbe stata ancor più numerosa se il Consiglio fosse andato a trovare a “casa” i cittadini, con una convocazione in qualche piazza, magari in quella della pace a Bagno a Ripoli.

Aldilà dei numeri la serata ha tuttavia mantenuto senza dubbio una indiscussa qualità, grazie anche al pluralismo che il presidente del Consiglio, Angelo Falmi, ha garantito, invitando a parlare di pace anche i rappresentanti di quelle realtà legate in vario modo alle più attuali situazioni di guerra: dall’Imam della moschea di Sorgane, ai rappresentanti di organizzazioni umanitarie pacifiste, come Emergency e naturalmente la commissione pace del nostro Comune, che ha aperto gli interventi. Il Presidente ha tenuto a precisare di aver invitato anche i rappresentanti della comunità israelitica che, pur avendo accettato l’invito, non sono potuti essere presenti.

Una nota positiva degli interventi è stata la mancanza di vene polemiche di parte e ciascuno degli intervenuti ha semplicemente espresso il proprio pensiero sulla pace. Tutti hanno sottolineato un comune denominatore rappresentato dalla necessità di sostenere una cultura di pace che porti ad una reciproca tolleranza delle diversità.

C’è stato anche qualcuno, a partire dal sindaco, che ha sostenuto la necessità di un po’ di guerra sotto l’egida dell’ONU che talvolta può far bene, anche se questa organizzazione non è più rappresentativa di una realtà mondiale che è ormai lontana anni luce dal mondo che la spartizione degli accordi di Yalta ci avevano consegnato dopo l’ultimo conflitto mondiale. Oggi, come ha ricordato anche l’Imam, non è più pensabile che siano i soliti 5 membri del consiglio di sicurezza, come allora, a determinare le scelte dell’ONU.

Rimanendo nello scenario delle religioni, nei secoli causa di tante guerre “sante”, non è mancato l’apporto anche di un intervento che ha rivendicato il Buddismo come religione portatrice di una vera cultura di pace, attraverso la ricerca di una propria felicità interiore. Interessante la sintesi che Giovanna Cardini ha fatto di questo concetto dicendo che “la guerra viene fatta da chi non è felice dentro” e francamente ci sembra una verità così semplice, ma allo stesso tempo così grande, da non dover aggiungere altro.

Resoconto Consiglio Comunale del
 28 Settembre 2004

La seduta del 28 è stata limitata all’analisi degli ordini di ordini del giorno a carattere prettamente istituzionale come le modifiche agli statuti della Safi e della Fidi Toscana. La prima in vista del suo assorbimento da parte della Quadrifoglio e l’altra confessiamo di non aver capito di quale società si tratti. Sono state ripetute le stesse perplessità più volte espresse specialmente da Rifondazione, riguardo a queste S.p.Azioni a maggioranza pubblica, rivendicando la necessità di avere almeno un rappresentante nel consiglio di amministrazione. Al momento del voto si sono espressi  a favore dei nuovi statuti solo la maggioranza; si è astenuta la C.d.Libertà ed hanno votato contro Verdi e Rifondazione.

Il dibattito si è poi spostato sull’ordine del giorno relativo all’impatto che il D.L. 168/2004 “taglia spese” produrrà sul nostro Comune nei prossimi due anni: La relazione dell’Ass. al Bilancio De Donno ha inteso informare il Consiglio, sia sulle conseguenze dei tagli, che sulla linea che l’Amministrazione intende seguire per contrastare gli effetti del provvedimento, alla luce anche di quanto deciso in ambito ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia).

Nel dibattito che ne è seguito si sono accesi un po’ i toni quando Naldoni, di AN, ha accusato la maggioranza di provocare un allarmismo da campagna elettorale, visto che alla fine, essendo esclusi dai tagli scuola, sanità, sicurezza e gli interventi di carattere sociale si sostanzia in tagli pari a 60.000 Euro su un bilancio del nostro comune di 25 milioni di Euro. Tagli mirati ad evitare, secondo Naldoni, più che altro gli sprechi (consulenze) o spese inopportune come quando è stato deciso di assumere, per due anni, a 120.000 €, una collaboratrice esterna piuttosto che sfruttare le professionalità già presenti nell’Amministrazione. Paoli, c.g. dei DS, ha fatto notare che se i tagli sono in fondo di portata relativamente modesta per il nostro Comune, non è certo per merito del Governo, ma dell’ANCI, che, sostenuta anche da Comuni di centro destra, ha premuto affinché venissero apportate una serie di modifiche in sede di conversione del decreto. Vezzani del PdCI, dopo aver ripreso le tesi di Paoli, ha tuttavia riconosciuto la necessità di limitare le spese inopportune e riguardo all’incarico biennale alla dott.ssa Zippel ha dichiarato che lui sarebbe stato più favorevole ad una assegnazione pro tempore, ma ormai…. L’intervento del Sindaco ha integrato il dibattito con una serie di dati e se abbiamo capito bene il nostro comune appoggerà la presentazione da parte dell’ANCI, di una proposta per un ennesimo ricorso della Regione Toscana alla corte Costituzionale in questo caso contro la manovra “tagliaspesein quanto in contrasto con i principi di autonomia e di pari dignità degli enti locali prescritti dal titolo V della Costituzione.

La seduta è proseguita con la presentazione al Consiglio del piano di classificazione acustica del nostro Comune che dovrà costituire il riferimento d’ora in avanti per l’inserimento di nuove attività e per il recupero di situazioni anomale esistenti. Nel contesto dei rilievi strumentali sono state evidenziate nel nostro territorio fonti rumore oltre limiti derivanti solo dalla viabilità. Il piano adottato sarà esposto all’albo per le osservazioni prima di essere approvato.

Resoconto Consiglio Comunale del
 29 Settembre 2004

La seduta del 29/9 è stata in pratica tutta dedicata al caso ex Etelia che come si ricorderà nel precedente numero della Campana, era stato oggetto di abbondanti critiche per come era stato presentato al consiglio. Di mezzo ci sono state le ferie ed una commissione urbanistica che evidentemente devono aver portato consiglio visto che dalla cronaca che andremo a fare sono scomparse quelle velleità proprie delle maggioranze “bulgare”. Sono stati infatti soddisfatte quasi tutte le richieste espresse dai consiglieri nella precedente seduta del 27 luglio ed anche risposto in qualche modo ad una richiesta scritta dei Verdi recapitata in extremis pur di cercare di fare chiarezza. Dobbiamo dire che sembra stia prendendo piede un certo dinamismo “bartoliniano” che deve aver messo alla frusta anche gli uffici tecnici.

L’esposizione del Sindaco

 Il Sindaco è ripartito da Girolami, prima ricordando l’assoluzione dalle accuse per tutti gli inquisiti nella vicenda da noi diffusamente riferita nell’articolo di testa; poi il dopo vicende giudiziarie, quando la Fiorentinagas perfezionò il passaggio di proprietà, nel ’97, per 8 miliardi di lire, fino al 31 ottobre 2001 quando la società INVESTEFIORE acquistò la ex fabbrica per 6,8 miliardi di lire. Le trattative con il Comune, per giungere ad un recupero dell’area, >> Segue a pag.VII
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iniziarono subito dopo l’acquisto con l’intermediazione di un professionista del quale è stato fatto anche il nome (Niccolai Rolando). Quindi per almeno due anni l’affare Etelia è rimasto chiuso in qualche cassetto prima di portarlo a conoscenza dei Consiglieri. Questo fatto ha un po’  irritato alcuni di loro, presenti anche nella precedente compagine di maggioranza, tanto che Vezzani del PdCI parlerà nel suo intervento di una “discrezionalità eccessiva” per non dire di peggio... Bartolini ha confessato di essere voluto andare al sodo del problema, parlando personalmente con il Sig. Fontani, uno dei soggetti in “contiguità” con l’allora sindaco Girolami, per farsi assicurare che dietro alla vicenda non ci fossero oggi gli stessi o qualche attore di allora.  Nessun attore della vicenda precedente è presente nella società INVESTEFIORE, ma ha ammesso che sarà una ditta del Sig. Fontani ad eseguire la bonifica. Bartolini conoscendo le molte altre contraddizioni insite anche nell’operato dell’Amministrazione ha giocato la carta della massima trasparenza e magnanimità e per essere più convincente ha cominciato a dire quello che le opposizioni pensava volessero sentirsi dire, come aprire tavoli partecipati per l’analisi di questioni future tipo Etelia, fino ad arrivare a fare autocritica sull’operato della Fiorentinagas. Poi, quando la platea dei consiglieri era stata resa più mansueta dalla bonarietà e dai sorrisi “seducenti”, Bartolini ha concluso con una serie di fuochi d’artificio tirando fuori dal cassetto i sogni per la zona di Campigliano, come il parcheggio nell’ex area acquedotto comunale, la rotonda all’incrocio con la Chiantigiana ed una viabilità lungo fiume. Non si è dilungato invece sugli aspetti tecnici dell’intervento tanto che l’ufficio competente, presente, non è dovuto mai intervenire, ha solo riferito che l’intervento porterà una contropartita di opere pubbliche fino ad un valore di 230.000 Euro, senza alcuno scorporo degli oneri di urbanizzazione che, per un aumento volumetrico del 15%, ammonteranno a circa 700.000 Euro. In extremis ha aggiunto che ovviamente tutto quello che la proprietà dovrà fare sarà garantito da fidejussioni e che la concessione sarà data solo alla fine della positiva certificazione di bonifica. Ha ammesso la “garibaldina” estensione della prima bozza di convenzione che ora ha preso però forma e contenuti importanti grazie al lavoro degli uffici tecnici e della commissione. Alla fine la solita spina nel fianco, quella dei Verdi, che avevano richiesto con una lettera recapitata in extremis, di fare chiarezza sul fatto che l’intervento fosse da considerare una ristrutturazione urbanistica, anziché edilizia, come definita in convenzione: la risposta dell’ufficio legale associato è stata che trattasi di ristrutturazione edilizia.

Il dibattito

Riguardo a quest’ultima risposta non si sono dichiarati convinti neppure alcuni consiglieri della maggioranza, tra i quali il più esplicito, come abbiamo avuto modo di notare anche in altre occasioni, è stato Casini, della Margherita, che ha sostenuto, nel suo intervento, le tesi della Verde Bensi che precedentemente aveva rivendicato un piano particolareggiato, per il riassetto di tutta la zona, che avrebbe potuto essere predisposto qualora il provvedimento, invece di stare due anni in un cassetto, fosse stato portato in Commissione; ci sarebbe stato il tempo per ridisegnare non solo quell’area, ma tutta la zona, analizzando anche altre ipotesi di riutilizzo di quel volume, magari più consone alle necessità che via via si sono determinate dalla presenza dell’Ospedale, che contrasta con l’assenza di strutture recettive ad esso asservite, o un palazzetto dello sport, vista la vicina presenza dello stadio e la possibilità di realizzare un parcheggio. Il consigliere Ronchi, di PRC, sentite le dichiarazione del Sindaco sull’operato della Fiorentinagas, ha ripreso l’argomento delle società partecipate, sostenuto poi anche da Vezzani di PdCI e Briccolani di AN, rilevando come dal punto di vista gestionale la Fiorentinagas abbia in pratica sperperato denaro pubblico senza nessun controllo. Tuttavia, Ronchi rileva come il Sindaco abbia positivamente parlato di controparte , quando ha esposto alcuni aspetti economici degli accordi con la INVESTEFIORE, ed i risultati, rispetto alla prima bozza di convenzione del 27/7, sono evidenti e forse si poteva ottenere di più... Vezzani, mai avaro di dotti riferimenti, ha citato Platone a proposito di far corrispondere la forma con i fatti. Briccolani, di AN, condividendo i precedenti interventi, ha aggiunto che sul nostro territorio esistono altre realtà importanti, dall’audtorium del Volta, alla ex fornace della Capannuccia ed il suo gruppo si renderà disponibile a collaborare per far andare in porto, nel miglior dei modi per la collettività, questi recuperi. Ha sostenuto tuttavia, come altri, Verdi e Rifondazione in testa, la necessità di rivedere i regolamenti ed il PRG oltre alla istituzionalizzazione di tavoli di partecipazione di tutte le forze politiche e civili, per la definizione di interventi rilevanti, quale era quello dell’Etelia.

Poi sono arrivati gli interventi, in controtendenza, di Grazzini dei DS, al quale si sono evidentemente drizzate subito le orecchie quando ha sentito parlare di revisione del PRG, dei regolamenti eccetera e si è detto preoccupato per la tutela ambientale della zona di Campigliano, a differenza dei Verdi che tutelano solo le colline. In pieno gioco delle parti, a riparare allo strappo ci ha pensato il più autorevole collega di partito Ravenni che ha detto di aver ravvisato, nell’intervento di Grazzini, una preoccupazione legittima per il paesaggio visto che lo statuto dei beni artistici e paesistici del ministro Urbani lo prevede anche per le aree non protette. Ravenni aveva in precedenza corretto il significato etimologico di “maggioranza bulgara” della cui esistenza, dopo il consiglio del 27 Luglio, avevamo parlato sulla nostra Campana; e che, a suo dire, il consiglio di questa sera sembra contraddire. Abbastanza prudente, l’intervento del capo gruppo DS Paoli che ha posto l’attenzione sulla difficoltà che una revisione dei regolamenti pone per quell’incerto confine che separa la competenza tra l’attività tecnica e quella politica. In pratica cambiare sì ma con molta attenzione. Ai voti solo la maggioranza si è dichiarata favorevole, tutti gli altri gruppi contrari.

Dramma finale

La replica di Bartolini ha raffreddato un po’ gli animi di chi pensava di poter rivedere molte realtà del PRG ai tavoli di confronto, quando ha letto una lettera scritta al curatore dell’area ex Fornace Capannuccia nella quale ci è sembrato venissero ribadite solo le legittime intenzioni che il Comune ha in animo di fare nella zona: per risposta è arrivata una minaccia di querela per turbativa d’asta ravvisando nella lettera una minaccia di modifica delle previsioni di piano, come se il PRG non fosse una “previsione” ma un catalogo commerciale.

In ogni caso torneremo su questo argomento perché ci sembra che questa azione del sindaco sia degna di essere segnalata per coraggio e determinazione, nel senso di mostrare nei fatti la volontà di staccare la spina con il mondo degli affari. In questo caso, Bartolini sappia che ci avrà sempre dalla sua parte.

Il nostro punto di vista

Potremmo sintetizzare il nostro giudizio dicendo che per noi una rondine non fa primavera, non solo per giocare sui significati delle parole che hanno caratterizzato questo consiglio, iniziato con l’interrogazione >>Segue a pag.VIII
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di Naldoni, di AN, contro la frivolezza di certi corsi di seduzione che il Comune si sarebbe “abbandonato” a patrocinare. In vero, come Cortini di FI ha rilevato nel suo intervento di dichiarazione di voto, Bartolini, questa sera, ha fatto di tutto per sedurre il Consiglio, tanto che qualcuno ha maliziosamente pensato che il corso potrebbe tenerlo lui. In effetti chi era presente al consiglio del 27 luglio stenterà, come noi, a credere che  tutto quello che i Verdi ed altri (noi) hanno chiesto da anni sulla trasparenza, sulla partecipazione, sui regolamenti ed il PRG ora tutti sono d’accordo a farlo. Questa contraddizione ci spinge solo a pensare che si tratti solo di un tentativo di “seduzione”, forse perché si possa parlare tanto, basta non parlare troppo dell’Etelia. Tuttavia vogliamo fare, per una volta, un atto di fiducia verso Bartolini dando credito più a Carneade che ad Andreotti, riconoscendogli il merito di non aver avuto paura di potersi sporcare le mani, riesumando una vicenda che secondo noi doveva essere “bonificata” da tempo in tanti sensi, anche pregiudiziali. La strada scelta, dopo il consiglio del 27 luglio è sicuramente la via più semplice e giusta come sempre quando si ricerca la verità e la trasparenza. Pensiamo tuttavia che non sia giusto dare tutto il merito al Sindaco, perché ci sono certi Consiglieri, che per fortuna stanno nel “carro” del consiglio, i quali riteniamo abbiano sopravanzato in questo caso certi “cavalli di razza” che poi, pensiamo noi, hanno dovuto seguire il carro. Un riconoscimento ai Consiglieri Casini, Solazzi, Vezzani e Ravenni. Non da poco è stato l’apporto qualitativo che Beatrice Bensi dei Verdi ha dato affinché la vicenda prendesse questa strada, con il suo intervento in commissione e nel consiglio del 27/7. Certo è un bel cambiamento di clima, del quale noi ci sentiamo provocatori, per tutte quelle nostre azioni di denuncia che hanno contribuito ad aprire gli occhi a molti di coloro che non vogliono essere ne ciechi e ne sordi. Tuttavia, questo clima, se non sarà confermato da altri mutamenti di rotta, che potrebbero verificarsi in merito ai piani attuativi di edificazione sulle colline, pensiamo che tutto questo sia destinato a restare una rondine che non fa primavera. Purtroppo siamo portati ad essere scettici perché abbiamo notato certe insofferenze, in Commissione Urbanistica ed in Consiglio, da parte, per il momento, solo di Grazzini, ma significative, che ci fanno domandare se costui non abbia ancora capito che il professore vuole suonare un’altra musica, nel caso qualcuno lo avverta; oppure ci troviamo di fronte ad un Arlecchino che confessa burlando quello che altri riescono a nascondere!?. Ci fa un po’ preoccupare poi la “prudenza” del capo gruppo DS Paoli, il quale, rivendicando “l’incerto confine” tra attività tecnica e politica, non ha forse valutato che il problema esiste da noi perché i regolamenti sono fatti ad arte, non chiari, per permettere alla politica di entrarci e garantire discrezionalità nel concedere, che vuol dire potere, e non trasparenza e giustizia. “Purtroppo per qualcuno” in un sistema maggioritario i regolamenti devono essere più chiari possibile e condivisi, per garantire la democrazia nelle alleanze. Non possiamo pensare che la vicenda dei Verdi non abbia insegnato nulla ad un consigliere attento com’é Paoli….

Sergio Morozzi

 


Suonano le Campane


La coerenza è ancora un valore?

Abbiamo trovato questo volantino abbandonato, come tanti altri, al pubblico calpestio della gente in quel dell’Antella domenica 3 ottobre e ne vogliamo dare riscontro perché pensiamo valga la pena di dare voce a tutti.  Quanta disperazione nello scoprire la propria impotenza di fronte alle contraddizioni che albergano nella nostra società.

La ricerca della coerenza è sempre più difficile, eppure per qualcuno è pur sempre un valore….

Auspichiamo che l’anonimo estensore di questo volantino voglia trovare in questo giornale l’occasione per manifestare più diffusamente le proprie opinioni…lo aspettiamo!

 

 

 

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