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Dopo elezioni: Sono cambiati i musicisti ma suonano la stessa musica…


L’estate sta ormai per volgere al termine. Un’estate che, nonostante la calura, ci ha visti protagonisti in varie occasioni, dopo l’insediamento della nuova Amministrazione. Come sempre abbiamo seguito i Consigli comunali che si sono tenuti a Luglio, dei quali troverete conto più avanti, ed allo stesso tempo abbiamo partorito, come hanno fatto altri privati cittadini e comitati, le osservazioni ai piani attuativi riguardanti le nuove edificazioni previste per Balatro, Vallina e Villamagna.

Certamente, il culmine dell’azione di protesta del Coordinamento si è verificato con l’invio della lettera di richiesta di aiuto al Presidente Ciampi, della quale troverete alcuni passi in questo numero, insieme ad un articolo che spiega le ragioni di questa nostra scelta. Tutti i giornali hanno dato molta rilevanza alle problematiche che abbiamo posto e molti cittadini ci hanno telefonato o scritto per congratularsi. Alcuni hanno appreso della nostra esistenza proprio grazie a quegli articoli e ci hanno ringraziato perché abbiamo dato loro la possibilità di capire tutta una serie di storture che si innestano su una democrazia che rischia sempre più di sopravvivere solo come partitocrazia scandita dagli interessi, a tutti i livelli. Certo l’articolo su Repubblica non l’avevamo scritto noi, ma ridicolizzava ampiamente le tesi del Sindaco Bartolini che intendeva “valorizzare le colline” costruendoci sopra e risolvere i problemi urbanistici di Villamagna con 60 posti macchina. Valorizzare per chi ?!!

Per meglio evidenziare l’assurdità di questo teorema, pubblichiamo in questo numero anche alcuni passi delle osservazioni generali ai piani attuativi presentate dal Coordinamento dei Comitati che sono state inviate anche a Regione e Provincia.

In questo numero abbiamo dato risalto anche al 60° anniversario della Liberazione con un articolo su questo tema che mette in evidenza alcuni temi sui quali invitiamo tutti a meditare…

Buona lettura.

I Comitati Coordinati di Balatro, Osteria Nuova, Villamagna Bubè

 

IN QUESTO NUMERO

 

l      4 Agosto ‘44

Resistenza non dev’essere “il nome della rosa”...

l      Caro Sindaco fai “qualcosa di sinistra”

Anni fa un film di Moretti…

l      Perche’ abbiamo scritto a ciampi

Perché crediamo in fra’ Cristoforo!…

l       le osservazioni dei comitati ai piani attuativi…

Carta inutile che finirà in qualche cassetto..

l       Rubriche:

o        troppe Pillole di televisione

Olocausto e televisione ..

o        Pillole Manzoniane: fra’ cristoforo

Fra’ Cristoforo era un….

o        Cosa succede nel Palazzo:

Resoconto Consiglio  Comunale 27 Luglio 2004

l       Suonano le campane

o        il nostro territorio e gli spazi per i bimbi

 


 


4 Agosto ’44: RESISTENZA non deve essere “il nome della rosa”


La sera del 4 di agosto del 2004 si sono tenute varie manifestazioni di commemorazione del 60° della liberazione dal nazifascismo del nostro Comune, presso vari monumenti presenti nelle principali frazioni. In chiusura di serata si è tenuta poi la commemorazione principale con il discorso del Sindaco Bartolini, nella neonata piazza della pace a Bagno a Ripoli, e con i racconti di chi ha vissuto quel giorno di 60 anni fa, mentre l’ANPI ha distribuito un volantino commemorativo ed alla fine è stata scoperta dai più giovani una lapide alla memoria di questo 60°.

I racconti che abbiamo sentito non hanno mancato di suscitare la commozione anche degli stessi narratori. Purtroppo, dato il periodo agostano, la partecipazione di popolo, e particolarmente di giovani, non è stata delle più numerose. Abbiamo rilevato infatti una maggioranza di “addetti ai lavori”. Tuttavia, l’aver inaugurato la nuova piazza della Pace, anche con questo appuntamento, è stato un fatto encomiabile. Abbiamo apprezzato la scelta dell’Amministrazione per non aver preferito la strada delle grandi occasioni, con discorsi e personaggi illustri a fare da gran cassa, ma quella tutta casalinga e per questo più genuina e vera. Ci aspettavamo, semmai, che la serata in fondo assumesse i connotati di una festa, mentre dobbiamo dire che alla fine c’è sembrata un po’ incolore. Sulla scia di questa critica ci permettiamo di fare qualche altro appunto, auspicando, come ha detto anche Bartolini, per il prossimo anno l’organizzazione di qualcosa che possa interessare e servire maggiormente ai giovani.

Innanzi tutto riteniamo importante che sul significato della Resistenza si debba riflettere più approfonditamente di quanto significhi solo “raccontare”, altrimenti si rischia di fare del memorialismo senza tramandare le radici della nostra Libertà riconquistata.

Comprendiamo che oggi questa Libertà possa apparire ai più giovani come un bene ormai definitivamente acquisito; noi pensiamo invece che questa sia solo una percezione, un’apparenza formale, mentre, nella realtà, la Libertà è un bene che va alimentato ogni giorno, di valori umani, di partecipazione, di giustizia e tolleranza, se si vuole preservarla a lungo. Dobbiamo pertanto formare soprattutto i giovani, affinché imparino ad alimentarla, riconoscendo e combattendo i molti pericoli che questa nostra Libertà corre ogni giorno per la diffusione subdola di disvalori, molti dei quali si rifanno alla ideologia del fascismo, anche se presentati con il paravento del liberismo.

Purtroppo la maggior parte dei giovani sono oggi ammaliati da questo edonismo liberista che falsa loro ogni percezione della realtà in cui vivono. Parlando con loro, nella maggior parte dei casi, pensano che il fascismo sia una fatto accaduto solo perché c’erano Mussolini ed Hitler ma che oggi pensano di non correre alcun pericolo.

Noi riteniamo invece che proprio oggi, la mancanza di riferimenti ideologici, in generale ed in particolare antifascisti, non necessariamente radicali, porti alla proliferazione di aspetti fascistizzanti subdolamente introdotti con l’alibi di una società globalizzata. Se non educheremo i giovani a riconoscere i sintomi del fascismo di oggi, e la festa della liberazione è una delle tante occasioni possibili, faremo della commemorazione della Resistenza solo un momento di memorialismo. Resistenza che in quanto frutto del sacrificio di coloro che sono morti per darci questa Libertà, non può e non deve essere solo un nome nudo, da blandire alle masse. “Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus.

La Resistenza deve essere il riferimento per tramandare nel mondo di oggi quei valori universali in nome dei quali uomini e donne, diversi per pensiero politico, razza e religione si unirono per combattere, a costo della propria giovane vita, il nazifascismo. Il loro esempio deve servire a coltivare una vera coscienza antifascista, giorno dopo giorno, altrimenti il fascismo continuerà a diffondersi nella nostra società anche se sotto forme immateriali e materiali diverse da quelle riconducibili ai due sciagurati dittatori.

Chiediamoci innanzi tutto se il fascismo non possa essere già nelle azioni di ognuno di noi. Non basta schierarsi tra coloro che si dicono antifascisti per non agire da fascista, anzi talvolta basta il nostro silenzio fiducioso nella democrazia non partecipata del consenso, a renderci complici.

Purtroppo, nella politica di tutti i giorni, si scoprono aspetti che fanno riflettere su un possibile ritorno delle istituzioni ad un assetto “gerarchizzato”, che non potrà che produrre, come in alcuni casi sta facendo, l’affermazione di caste, corporazioni, oligarchie politiche o economiche che renderanno sempre più poveri i già deboli e sempre più ricchi i già ricchi. Propaganda e mistificazione stanno già portando i giovani verso un’inconscia rassegnazione a subire sottili forme di ingiustizia e sopraffazione o a vedere intaccata la loro dignità.

Questo cos’è, se non Fascismo?!

Fascismo non è forse tutto quello che sfrutta le diversità e le inferiorità degli uni per rendere più forti altri.

Fascismo non è forse l’arbitrio, la sopraffazione fisica ed ideologica sui più deboli, la prepotenza, il non rispetto delle minoranze.

Fascismo in una parola è “me ne frego” degli altri.

Solo chi saprà riconoscere nelle proprie azioni questi mali potrà dire di non essere fascista.

Sergio Morozzi

 


Troppe pillole di televisione


Per darvi un’idea di quanto sia difficile parlare oggi ai giovani del nazifascismo ed in generale di valori frutto dell’esperienza del nostro passato, vi voglio raccontare un fatto veramente accaduto. Parlando di questo problema con un’amica, insegnante di lettere in un liceo fiorentino, concordavamo su questa difficoltà. A riprova di quanto dicevamo, lei mi confidò un fatto, accaduto nella sua classe, che può dare la misura di quanto i ragazzi siano oggi in un rapporto con la realtà surreale tanto da pensare che quello che abbiamo ora possa essere sempre esistito.

Come ogni anno in occasione della giornata in memoria dell’olocausto anche la mia amica insegnante ne parlò in classe, mostrò foto e lesse testimonianze. I ragazzi furono molto colpiti da tanta brutalità e razzismo. Tra loro, uno, si mostrò assai sorpreso e rivolgendosi alla professoressa le chiese come fosse potuto accadere che nessuno sapesse niente, “è possibile che la televisione non ne avesse parlato!.....”

 

Sergio Morozzi


Caro Sindaco Bartolini, fai “qualcosa di sinistra”


Anni fa un film di Moretti ebbe un certo successo anche per una scena nella quale l’attore/regista, guardando la televisione, incitava il presidente del Consiglio D’Alema a dire “qualcosa di sinistra”.

Noi, prendendo spunto da quella pellicola ed in modo particolare da quella battuta, inciteremo il sindaco Bartolini a fare…”qualcosa di sinistra”. Non è di sinistra infatti rifiutare di confrontarsi con i molti comitati sorti contro l’edificazione nelle località di Villamagna, Balatro e Vallina, come non è di sinistra disconoscere la protesta di numerosi cittadini. Non è neppure di sinistra rifiutare la bontà di alcune proposte alternative più razionali e socialmente più valide, come non è di sinistra rimettersi “al buon cuore dei costruttori” per cercare di limitare un danno ambientale irreversibile. Ed ancora non è di sinistra evitare di affrontare situazioni scabrose cercando un più facile consenso politico con la partecipazione a festeggiamenti, commemorazioni, inaugurazioni.

E’ di sinistra, signor sindaco, approvare un Piano regolatore dove si prevede la costruzione di appartamenti con la sola indicazione del “minimo” delle unità immobiliari per poi moltiplicarle a dismisura? Con questo sistema il previsto “piccolo insediamento abitativo” è già diventato un complesso residenziale di 28 appartamenti.            
E’ di sinistra giustificare tale edificazione con la richiesta di alcuni abitanti che sollecitavano la costruzione di un parcheggio per i visitatori occasionali di Villamagna?

E’ di sinistra costruire abitazioni il cui prezzo di vendita sarà superiore a 5.000 euro al metro quadro e volerla spacciare per edilizia destinata alle giovani coppie di Bagno a Ripoli?

E’ di sinistra, come si vocifera, spostare a Vallina tutta l’edilizia convenzionata e lasciare a libero mercato le costruzioni sulle colline?

E’ di sinistra imporre a tutti i cittadini, nel nome della più rigida tutela ambientale, una infinita trafila di pratiche burocratiche per abbattere un albero ormai secco, o negare la costruzione di una piccola tettoia sulla porta di casa o di un casottino per proteggere l’autoclave, e poi autorizzare l’edificazione di insediamenti distruttivi per l’ambiente e per le tradizioni?

Sono proprio queste soluzioni di sinistra che traumatizzano un piccolo paese e che spingono alcuni cittadini ultraottantenni, per la prima volta nella loro vita, a scriverle chiedendo di non seppellire la loro casa con nuove alte costruzioni. Non sia  sordo, signor sindaco, a tali richieste e faccia in modo che la protesta, quella davvero di sinistra, non sia l’unica e l’ultima possibilità per potere manifestare il proprio dissenso.

A riguardo corre voce fra gli abitanti delle colline che, durante il periodo dei lavori, si voglia istituire il senso unico che andrebbe da Candeli a Vallina, passando per Villamagna e Case di San Romolo per permettere il transito dei pesanti mezzi necessari per la costruzione delle case a Villamagna. Noi non sappiamo se ciò corrisponda a verità, ma riteniamo che sarebbe necessario che l’Amministrazione, facendo “qualcosa di sinistra”, consultasse i residenti perché una tale eventualità verrebbe percepita come una ulteriore provocazione al buon senso. Questa soluzione comporterebbe infatti un tale aggravio di percorrenze chilometriche e di perdita di tempo per recarsi al lavoro che la popolazione non è decisa assolutamente a sopportare.

Quando il sindaco Bartolini affidò la sua campagna elettorale ad un volantino intitolato “costruiamo insieme”, noi ingenui cittadini avevamo interpretato questo slogan come una intenzione a rendersi disponibile al dialogo e a sentire le proposte di tutti in modo da trovare insieme le giuste soluzioni; solo ora abbiamo capito che quel “costruire” era inteso nel senso letterale di “edificare”, “cementificare”. Non abbiamo invece ancora chiaro a chi si riferisca la parola “insieme”… insieme a chi?

 

Roberto Diligenti

Presidente del Comitato “Per Villamagna”


Perche’ abbiamo scritto a ciampi


Domenica 25 luglio sono apparsi su tutti i principali giornali, da Repubblica, alla Nazione ed il Corriere di Firenze, articoli che, per la loro complementarietà, hanno offerto un’informazione completa ed esaustiva sull’iniziativa dei comitati di B. a Ripoli di scrivere a Ciampi, quale ultimo baluardo di garanzia contro un potere degli affari in grado ormai di sopraffare qualsiasi velleità di tutela ambientale e paesaggistica. Certamente sarà balzato agli occhi dei più il titolo apparso sulla Repubblica che, in evidente tono sarcastico, metteva in evidenza la volontà singolare del sindaco Bartolini di “valorizzare” le colline costruendoci sopra. La giornalista, che ha voluto visitare di persona le nostre colline, perché non conosceva assolutamente Bagno a Ripoli, ha evidentemente capito subito di quale valorizzazione il sindaco stesse parlando.

La Nazione ha dato risalto, in modo molto garbato, ma con un articolo più “asettico”, ad alcuni passi salienti della lettera inviata a Ciampi, mentre il Corriere di Firenze ha sottolineato anche aspetti inquietanti dell’urbanistica di Bagno a Ripoli che i cittadini devono conoscere.

Ovviamente ci aspettiamo che questa lettera venga tacciata come al solito di “scadere in toni scandalistici” come ha tenuto a rimarcare Bartolini già da subito su Repubblica: perché scrivere? possiamo vederci, parlare.. e poi?...Poi tutto rimane come prima…

Ciampi o Striscia la Notizia?

La decisione di scrivere al Presidente Ciampi è stata invece molto sofferta, ma era inevitabile per la coerenza che ci ha contraddistinto da sempre ed in fondo noi crediamo che in ogni occasione ci sia un fra’ Cristoforo come nei Promessi Sposi. Non volevamo infatti venir tacciati di voler cercare solo visibilità sulle problematiche sollevate dal piano regolatore di Bagno a Ripoli, se era questo il nostro scopo, potevamo da tempo chiamare “striscia la notizia”. Si è scelto invece di appellarsi alla più alta carica Istituzionale per una scelta di denuncia in positivo affinché si adoperi per attivare percorsi istituzionali che garantiscano anche i più deboli, cioè il territorio e chi lo difende pur sapendo di combattere una battaglia ìmpari. Questa decisione è maturata dopo che sono state percorse tutte le strade per capire se era possibile evitare in qualche modo che si andassero a realizzare interventi come i piani attuativi di Balatro, Villamagna ed altri, che, è ormai chiaro a tutti, non risolverebbero nessuna delle problematiche contrabbandate: dalla casa alle giovani coppie, alla riqualificazione urbanistica di questi centri collinari, al tamponare la diminuzione della popolazione.

Una cosa sola appare invece ben chiara ed è lo spirito puramente speculativo di  questi interventi sulle colline.

I fatti

Il neo comitato di Villamagna ha fatto da apripista nel saggiare il terreno delle istituzioni con una serie di consultazioni che gli altri comitati hanno seguito molto da vicino. Per primo hanno incontrato il responsabile della Soprintendenza, arch. Pappagallo, che li ha subito sorpresi per il fatto che, in presenza di un vincolo paesaggistico, abbia minimizzato questo elemento, non nel senso della sua importanza, ma per il fatto che comunque il Comune può fare ciò che vuole con la legislazione attuale; se poi si mettono i bastoni tra le ruote viene trovato sempre qualche cavillo, come appunto successo nel caso dell’intervento previsto a Villamagna, per rimettere le cose a posto. Morale della favola, la Soprintendenza, pur con tutta la buona volontà e competenza, allo stato attuale può solo dire di che colore vuole i tetti, perché a tutto il resto pensano i Costruttori & C. Per dare un’idea di quanto diciamo, il funzionario si dice sorpreso per il fatto che il “buon cuore” del costruttore abbia fatto sì che l’intervento venisse spostato, da davanti alla pieve di S. Donnino, più sopra, lungo la strada di Poggio al Luco, perché avrebbe potuto benissimo costruire davanti alla Pieve.

I Villamagnesi, scoraggiati da questo primo incontro ma ancora fiduciosi per qualche “buona referenza” dell’assessore regionale con delega alla cultura ecc. Mariella Zoppi, hanno ripreso il cammino per incontrare anche lei e qui si sono resi conto di essere caduti dalla padella nella brace. In sostanza hanno constatato la completa latitanza gerarchica tra la Regione ed il Comune dato che, secondo la Zoppi, nessuno deve entrare in merito alle decisioni delle Autonomie Comunali. A tutti è venuto spontaneo domandarsi a cosa serva la Zoppi e tutto il resto, dato che per la Regione, come già sentito in altri casi anche per bocca dell’assessore all’urbanistica Conti, ogni Comune sembra poter fare ciò che vuole, salvo poi, diciamo noi, correre dietro ai problemi prodotti dagli insediamenti incontrollati con varianti stradali, disagi per disfunzioni di ogni tipo o mancanza di servizi, fino a piangere come coccodrilli sui condoni imposti da altri ecc.

Ma la trafila non è finita qui. I Villamagnesi hanno chiesto per primo, ma ottenuto per ultimo, di incontrare il neoSindaco di Bagno a Ripoli, visto che dalle esperienze degli altri incontri era ormai chiara la sua onnipotenza per qualsiasi decisione. Prima sorpresa; Bartolini ha fatto sapere che non li avrebbe incontrati, ma li avrebbe invece ascoltati l’Assessore “tuttofare” Tonarelli con il quale avrebbero finalmente parlato proprio di tutti i problemi: ambientali, paesaggistici ed urbanistici. Così Tonarelli ha sorpreso tutti ammettendo in pratica la sproporzione dell’intervento attuativo rispetto alla realtà di Villamagna, in quanto va ad aggiungere non meno del 30% al numero attuale di abitanti, con tutto quel che ne consegue in termini di numero di auto, di servizi, che già non sono sufficienti o praticamente non esistono, come l’acqua; senza parlare della strada e del fatto che il famoso parcheggio da 60 posti, a godimento dei clienti del circolo, dal quale sembrano essere partite le motivazioni di convenzionare questo intervento, diverrà il terzo o quarto posto macchina per i nuovi residenti, vista la sua distanza dal circolo; per cui la piazza di S. Donnino rimarrà sempre il punto di sosta preferito. Tonarelli ha promesso acqua a tutti, per nome e conto della Publiacqua s.p.a, anzi vuole legare l’intervento alla realizzazione di un vero acquedotto, ma per la riduzione dell’intervento edificativo rimane solo da sperare nel “buon cuore dei Costruttori”!!??. Ma in questo Comune, viene da chiedersi, chi comanda, eppure nelle liste non ci sembra di aver visto dei Costruttori….

Dopo tutta questa trafila di incontri, a Villamagna hanno toccato con mano quello che noi sosteniamo da anni e cioè che la logica di questo piano regolatore prescinde dalle necessità abitative e dai bisogni degli abitanti dei luoghi costretti ad essere rivitalizzanti. Ma quale sviluppo del territorio? Il PRG è’ un oggetto sacro, un dogma per blandire gli animi di ferventi ma interessati fedeli con la promessa di una casa in paradiso, a poco prezzo. Ma quale paradiso, giù tutti in Vallina, non è proprio la palude stigia ma in confronto a Villamagna, Osteria Nuova ecc.

Avremmo invece plaudito, nel caso di Villamagna e delle altre località collinari, ad un programma di interventi che avessero veramente rivitalizzato questi centri e favorito effettivamente gli abitanti; ad esempio attraverso il cofinanziamento di ampliamenti compatibili destinati a villeggiatura estiva e ad affitta camere. In cambio, in alcuni casi, avrebbe potuto essere previsto anche un recupero stilistico-ambientale di tante abitazioni sorte all’epoca del boom economico, ormai tollerate, ma che purtroppo non si richiamano certo allo stile o ai materiali caratteristici.

Con questo programma avremmo da tempo potuto vantare un complesso di alloggi, in generale per turisti, ma stagionalmente anche per locali, che avrebbe effettivamente riportato la vita  sulle nostre colline. Questo avrebbe voluto dire investire!

Meditate, meditate gente!

Mosè

 


Pillole manzoniane: Fra’ Cristoforo


Fra’ Cristoforo è un personaggio dei Promessi Sposi, un cappuccino dotato di una forte religiosità e sostenuto da alti valori morali. Prima di diventare frate, era conosciuto come Ludovico, figlio di un mercante vittima del pregiudizio. Dopo uno scontro con un nobile, in cui il suo fedele servo Cristoforo perde la vita, Ludovico lo vendica uccidendo il nobile, si rifugia in un convento e decide di farsi frate con il nome dell'amico caduto. Egli si propone un modello di società fondato sulla povertà, la giustizia e la solidarietà. Le caratteristiche di Ludovico divengono le doti di Fra Cristoforo ed il suo unico scopo è il trionfo della giustizia.

Mosè


 

Le osservazioni dei comitati ai piani attuativi di Vallina, Balatro e Villamagna…


I comitati coordinati di Balatro, Osteria Nuova, Villamagna e Bubè hanno deciso di inviare loro osservazioni congiunte anche se ritengono, come già rilevato in altre occasioni, che queste osservazioni potrebbero essere recepite dall’Amministrazione come apporto solo formale nell’ambito di una rituale e costosa procedura, pagata a suon di marche da bollo, poi rivenduta ai cittadini come forma di “partecipazione”. Tuttavia, con questo gesto vogliamo mettere alla prova la nuova Amministrazione nei fatti e su queste basi abbiamo richiesto che siano date risposte chiare e motivate, che non lascino dubbi ad interpretazioni soggettive o dipendenti da presunti condizionamenti futuri dei quali non esista già certezza legale di messa in essere. In caso contrario riterremo doveroso reclamare il rispetto delle regole di tutti in altre sedi istituzionali.

I punti salienti

Per ragioni di spazio, ci limiteremo ad esporre i punti fondamentali delle nostre osservazioni (la versione completa si trova sul sito internet), rilevando come, con una buona dose di mistificazione, questi piani attuativi vengono fatti passare come interventi di riqualificazione di quei siti, mentre di fatto sono finalizzati solo a massimizzare le edificazioni di ogni singolo intervento non tenendo conto di nessuna “valorizzazione” e “riqualificazione” di quei piccoli centri abitati, che, data la loro “fragilità ambientale” e urbanistica, dovevano essere trattati attraverso piani particolareggiati finalizzati a diluire l’impatto distribuendo eventuali benefici ed aspettative a tutta la popolazione e a ricercare un amalgama globale degli interventi con la realtà preesistente. Al contrario gli interventi così come proposti non riqualificano nessuno dei piccoli centri ma producono una concentrazione abitativa in un solo punto che va ad aumentare gli squilibri urbanistici, già presenti nei vari siti, aggravandone la già precaria qualità dei servizi, attraverso il sovraccarico di quelle poche infrastrutture, già ora palesemente insufficienti.

I tre interventi fanno vedere solo il lato peggiore della edificazione, quello speculativo. Viene contraddetta anche la nota delibera del 2001, votata quasi all’unanimità dal Consiglio comunale, nella quale, tra l’altro, veniva prefissato l’obbiettivo di tutelare la base dei possibili acquirenti più deboli senza ghettizzarli in determinate aree di minor pregio, come invece avviene con il trasferimento delle quote abitative “convenzionate”, inizialmente previste a Villamagna e Balatro, nell’insediamento di Vallina, come richiesto dai costruttori. Ma in questo Comune, ci richiediamo, chi comanda? 

Per quanto riguarda Vallina è di questi giorni la notizia del mancato finanziamento statale per ulteriori interventi sulla strada interregionale 67 e pertanto i ponti di Vallina resteranno solo ponti di parole come del resto noi avevamo sempre pensato. Rimanendo a Vallina che per altro costituisce l’unico intervento in qualche modo in grado di dare risposte abitative a costi più contenuti, si è riscontrata una singolare situazione: per massimizzare l’intervento il Comune ha messo in gioco più di 2200mq di terreno di sua proprietà corrispondente a più del 30% del totale edificabile ricevendo in cambio solo tre appartamenti corrispondenti al 4% del totale edificabile. Un vero affare!!! Ci preme poi ricordare che tutti gli interventi non beneficiano della fognatura comunale e di allaccio all’acquedotto (tranne Balatro).

 

Il Coordinamento              

 



Cosa succede nel palazzo


Resoconto Consiglio Comunale del
 27 Luglio 2004

Questo Consiglio, l’ultimo prima delle ferie, aveva all’ordine del giorno molti argomenti, ma tra tutti spiccava la Convenzione per la bonifica dell’area ex-Etelia e su questo argomento ci soffermeremo maggiormente.

Altri argomenti all’ordine del giorno riguardavano l’autorizzazione di nuovi punti vendita giornali e libri e la ratifica di una strana assunzione già deliberata dalla Giunta, con contratto già firmato, di un’esperta che dovrebbe lavorare alla creazione di un ufficio, all’interno del Comune, che si occupi di partecipare a bandi relativi a progetti comunitari; l’esperta dovrà anche formare alcuni dipendenti del Comune che faranno parte di questo ufficio. Per quanto riguarda l’Etelia si tratta di un piano di ristrutturazione artigianale che prevede la concessione per la realizzazione di 24 siti artigianali ed alcuni volumi abitativi utilizzando l’aumento della volumetria complessiva del 15%, invece che del 10% come normalmente previsto. Il 5% in più viene concesso normalmente in scambio di servizi pubblici (in questo caso 9 posti auto, marciapiedi, illuminazione). L’urgenza di questa concessione viene motivata con la necessità della bonifica ambientale dell’ex fabbrica di inchiostri che deve essere eseguita per legge, entro maggio 2005.

Gli interventi sull’Etelia

Gli interventi dei vari consiglieri dell’opposizione sono stati caratterizzati dalla richiesta di un rinvio del voto sul provvedimento sorpresi da come si potesse presentare in consiglio un provvedimento così importante senza alcuno studio preliminare di sostenibilità partecipato, come ha rivendicato Ronchi di PRC, su quello che si andrà a fare e per giunta senza aver avuto il tempo di analizzare nessun documento. Tutti hanno chiesto quale fosse la logica di legare la concessione alla bonifica ambientale del sito, visto che quest’ultima deve essere eseguita per legge, e che comunque, come ha ricordato la consigliere Verde Bensi, la bonifica citata interessa solo la superficie e che la Commissione dei servizi prevede poi ulteriori verifiche nel tempo per testare lo stato degli strati più profondi del terreno. Cosa si farà qualora quest’ultimi controlli fossero negativi e la concessione gia rilasciata? Un’altra inconguenza non da poco è emersa analizzando la bozza di convenzione la quale, sempre secondo la consigliere verde Bensi, concede il 5% in più di volumi, in scambio di opere di pubblica utilità, ma addirittura il costo di queste opere viene scomputato dagli oneri di urbanizzazione, concedendo così un doppio premio a spese dei cittadini. Primo concedendo un aumento del 5%, corrispondente in questo caso a circa 1000 mc, che, dipendentemente della loro destinazione d’uso, possono valere sul mercato da 500.000 a un  milione di euro. Secondo, scomputando dal pagamento degli oneri di urbanizzazione i costi presunti delle opere pubbliche suddette, in pratica così facendo, le pagheranno i cittadini. L’opposizione di centro destra, in particolare Briccolani e Cortini, ha rilevato come dietro società richiedente (Investe Fiore) ci sia una scatola cinese di società (sembra 18), delle quali addirittura due in liquidazione, e pertanto viene richiesta una verifica di solvibilità da parte dell’amministrazione.

Da parte della maggioranza l’atteggiamento dei consiglieri intervenuti è stato improntato ad una moderata prudenza ed anche il capogruppo DS Paoli ha ritenuto sempre positivo verificare la solvenza della proprietà e l’analisi delle attività compatibili;  comunque, insieme ad altri, da Vezzani PdCI a Grazzini DS si può rimandare la discussione ad altro consiglio ma il provvedimento va comunque approvato. Anche Casini Mar&Lib: si è detto favorevole a rinviare il provvedimento ad altro consiglio.

Le risposte dell’Amministrazione sull’Etelia

Il dirigente ing. Polloni interviene dicendo di ritenere inutile la verifica della solvenza dei soggetti richiedenti quando presentano garanzie delle banche; è scettico sulla possibilità di mantenere gli oneri di urbanizzazione dal 5% di aumento volumetrico. Il Sindaco Bartolini rileva come l’obbiettivo sia quello del recupero dell’area in tempi ragionevoli per cui si tratterà sulle ipotesi prospettate ma non si andrà ad inserire quest’area nella revisione del piano strutturale per il quale sarà avviato a settembre  l’iter conoscitivo. Bensi, interrompendolo, fa presente che la Dal Pino aveva dichiarato in più occasioni che l’iter conoscitivo era già partito ormai da un anno (..una presa in giro! Mentre il Reg. Edilizio continua a essere applicato illegittimamente..) .A chi chiedeva perché si lega la concessione alla bonifica che può essere addirittura da lui intimata, Bartolini si è nascosto dietro la possibilità di ricorsi e quindi di tempi lunghi per la bonifica (e soprattutto per l’affare diciamo noi!). Tonarelli Ass. Urbanistica e Ambiente, chiude gli interventi ricordando che l’urgenza della bonifica portava ad approvare subito il provvedimento, ma visto quanto emerso in Consiglio pensa che si debba riconvocare la Commissione dei servizi per dilatare i tempi di scadenza per eseguire la bonifica del sito oltre a chiarire gli aspetti controversi della convenzione rilevati dalla Bensi.

Il nostro punto di vista

Questo Consiglio comunale ha messo in evidenza come al cambio dei suonatori la musica sia sempre la stessa. Ci riferiamo in particolare ad una serie di “perle” che interessano la sfera della discrezionalità del Sindaco e pertanto ci danno modo di dubitare molto che la musica possa cambiare in futuro, come avevamo sperato con l’innesto in Consiglio anche di personaggi dotati di una loro personalità e cultura (uno a caso Ravenni); invece a malincuore dobbiamo sempre ricordarci che chi visse sperando…Eh sì, perché all’ordine del giorno c’erano due argomenti che avrebbero richiesto maggior tatto nel presentarli e non la solita arrogante baldanza propria di chi può contare sui numeri di maggioranze “bulgare”. Il primo, l’assunzione di un’esperta, se si è ben capito, per riempire certi moduli di progetti di partecipazione ai bandi comunitari ed il secondo una concessione a recuperare la vecchia fabbrica Etelia della quale molti ricorderanno le vicende che portarono nei primi anni ’90 all’arresto del sindaco Girolami.

Tutti e due sono stati presentati con i presupposti del “prendere o lasciare, o ora o mai più” perché dobbiamo andare in ferie. In ambedue i casi infatti, il Sindaco ha dato l’impressione di una fretta che ancora una volta è stata presa a pretesto per prevaricare certe regole. Così l’assunzione dell’esperta è stata legata allo scadere della presentazione di progetti europei inderogabilmente il 16 Luglio, mentre la concessione ai nuovi (o vecchi?!) padroni dell’Etelia è stata legata alla necessità di bonifica dell’area industriale imposta da più stringenti normative, entro una certa data.

In particolare, nel primo caso, il Consiglio è stato chiamato a ratificare l’assunzione da parte del Comune di una persona, sulla base delle sue sole ‘referenze’ (“ha lavorato per il Comune di Firenze!”), senza alcuna pubblicità e selezione fra più aspiranti, precludendo così ad altri soggetti la possibilità di cogliere una valida opportunità di lavoro; peraltro, l’esperta percepirà una retribuzione analoga a quella di un libero professionista (€ 60 all’ora per almeno 1000 ore l’anno), senza sopportare per due anni i rischi connessi con qualsiasi libera professione. Il tutto solo per inviare alcune domande di partecipazione ai bandi, i cui moduli si possono agevolmente trovare su Internet con tutte le istruzioni del caso, tanto che tutti gli interessati vi accedono senza difficoltà. Questo lavoro non poteva quindi essere svolto dagli attuali dipendenti del Comune, al limite supportati da un consulente esterno incaricato una tantum? Perché assumere per così tanto tempo una persona, che poi potrebbe avere una ‘corsia preferenziale’ per un’eventuale incarico da dirigente nell’ufficio che sarà creato?

Per quanto riguarda il caso ex-Etelia, non si vede perché il Comune debba sempre addossarsi oneri, che poi sono di tutti i cittadini, o dare l’impressione di essere messo in scacco, per interventi di bonifica che i proprietari devono fare, indipendentemente da tutto, per legge. Questa prassi discrezionale “del siccome loro devono fare questo, noi gli veniamo incontro concedendo di…” apre poi le porte ad adottare questo sistema anche con altri ed allora, poiché esiste un precedente la prassi si istituzionalizza. Possibile che nessuno in Consiglio si renda conto che quando non si rispettano certe regole si apre la porta alle prevaricazioni? Certo comprendiamo che il consenso si consolidi con i favori, in Italia abbiamo una lunga serie di illustri precedenti, ma così si distrugge la democrazia! Vorremmo poi richiamare l’attenzione sulle “mostruosità” che solo la Consigliere Bensi ha rilevato nella convenzione. Talvolta viene da dubitare della buona fede…

Silvia Michelacci

Sergio Morozzi

 


Suonano le Campane


Abbiamo ricevuto questa lettera e con piacere la pubblichiamo…grazie Tatiana per il tuo contributo.

 

Il nostro territorio e gli spazi per i bambini

Negli ultimi anni sono stati arricchiti, abbelliti molti giardini pubblici nel territorio di Bagno a Ripoli, chi più chi meno: mi soffermo su quello di Antella, che è molto bello per i grandi spazi e per i giochi numerosi, ma esposto al sole: si poteva piantare qualche alberello fra i vari giochi? O un po' di verde in più poteva nuocere all'ambiente?

Mi sposto poi a Grassina, dove risiedo: una grande area adibita a giardino pubblico scomodissima da raggiunge per nonni o genitori non automuniti, peggio ancora se con più di un figlio...e l'ingresso da Via 4 Agosto (mi pare, ora non ricordo bene il nome della via) che dispone di una bella transenna di legno che ahimè, non serve solo a vietare l'ingresso ai motorini ma anche a carrozzine e passeggini...che poi comunque non potrebbero praticare la stradina lastricata di pietre ben distanti fra loro, dove le ruote non riescono proprio a scorrere, s'incastrano continuamente...giardino consigliato per i mesi non troppo caldi, ovviamente non piovosi, perché completamente a tutto sole! E ci credo che il giardino è frequentato da adolescenti, i quali usufruiscono dei vari giochini… la frequentazione dei bimbi piccoli si riduce a determinati periodi dell'anno e previa energia dei loro accompagnatori.

Ma la particolarità di Grassina sono i giardinetti della Casa del Popolo, dove la maggior parte dei bambini grassinesi si ritrova: posizione comodissima, praticamente in paese, e con tanti alberi.. ma il giardino è mal curato e con giochi che mi paiono non a norma, oltre che d'epoca: e rifletto anche sul fatto di come ciò sia possibile, in un paese dove se il privato non ha qualsiasi cosa a norma, secondo quanto stabilito dalla legge, può essere punito con multe o anche peggio.

Per frequentare i giardini della casa del Popolo si dovrebbe essere in possesso della tessera ARCI (ma se non lo sei non è che non ti accettano, nessuno controlla: serve solo che nel caso ti faccia male esiste una sorta di assicurazione...se non sei socio non so, forse ci puoi anche schiantare?!!)

A tal proposito: sono socia ARCI 2004, e l'altro giorno la mia bambina di due anni e mezzo è caduta dalla scala a pioli dello scivolo, ovviamente sbattendo la testa sul terreno (nessun tappeto di gomma ad attutire il colpo...); l'ho portata a far visitare, si può dire che è andata bene...il giorno dopo ero di nuovo lì, perché lì vogliono andare le mie bimbe, ero sempre tesserata ARCI ed il giardino era ovviamente sempre nelle stesse condizioni..

Ancora una volta chiedo perché questo giardino non viene più curato, migliorato, reso idoneo? So che esiste la teoria secondo il quale se venisse realizzato un "giardino perbene" i ragazzi grandi lo danneggerebbero (Grassina è una delle zone più criminose della Toscana!).

Mi viene un'altro pensiero: com'è che un Comune può espropriare terreno a privati per costruire qualsiasi cosa ritenga necessario, e non può espropriare questo grazioso terreno e darsi daffare per realizzare un giardino a modo? Oppure potrebbero collaborare insieme, Casa del Popolo e Comune...chissà...

Che ne pensate?

 

Tatiana. C.

 


 

 


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