Mail       cccbaripoli@hotmail.com                                                                                                                                           Web   http://digilander.libero.it/cccbaripoli


CAMPAGNA ELETTORALE: PARTITA LA COMPETIZIONE!

 


Si è ormai delineato lo schieramento di partenza per la competizione elettorale: mentre Rifondazione Comunista e i Verdi, dopo essere rimasti a lungo ai box nell’indecisione fra correre assieme o ognun per conto suo, hanno finalmente raggiunto la loro posizione rispettivamente con i candidati Marco Ronchi e Betrice Bensi e mentre, a destra, la Casa delle Libertà si è presa la prima fila con Naldoni, l’Ulivo ha conquistato la pole position schierando come ‘pilota’ il candidato a Sindaco Luciano Bartolini. Quest’ultimo, già prima della partenza ufficiale delgran premio’ elettorale, ha fatto rombare il suo motore, rilasciando interviste e inaugurando la sede del proprio comitato elettorale; queste sue prime ‘uscite’, però, confermano purtroppo che nel nostro Comune non è al momento possibile sperare in qualche cambiamento. Ci attendevamo almeno che il nuovo venisse da un riequilibrio dei valori in campo, con l’indicazione di un candidato non appartenente alla schiera del partito che alle scorse elezioni ha ottenuto il 41% dei voti. Invece, ci ritroviamo un candidato di apparato, che di nuovo ha solo la caratteristica di abitare a Grassina (cosa mai successa per un sindaco); è singolare, quindi, che Bartolini insista nel non riconoscersi come uomo di apparato, pur avendo ricoperto ininterrottamente, per più di 30 anni e più o meno in ombra, varie cariche all’interno del partito.                Oltretutto, sulla questione dei rapporti con i Comitati, Bartolini è senza dubbio partito con il piede sbagliato; pensiamo infatti che subordinare, come lui ha fatto, l’instaurazione di un dialogo alla condizione che da parte nostra si smetta di “insinuare nella gente il sospetto che il Comune abbia degli interessi nascosti” ci pare un mero pretesto per sottrarsi al confronto sulle concrete problematiche emerse in questi anni.  D’altra parte, il convincimento che certe scelte dell’Amministrazione comunale, specie in materia di urbanistica, siano ben lungi dal tutelare gli interessi della collettività, in favore di altri interessi neppure tanto nascosti, non nasce da un nostro astratto pregiudizio, ma si fonda su precise circostanze di fatto, quali le evidenti storture del Piano regolatore e del Regolamento edilizio, che noi abbiamo già segnalato in moltissime occasioni, e il complessivo atteggiamento tenuto dall’Amministrazione stessa, sempre solerte nell’accontentare pochi costruttori e, allo stesso tempo, insofferente verso le diverse istanze provenienti da cittadini, associazioni e comitati.   Come possiamo quindi lasciare da parte queste importanti questioni per iniziare un dialogo il cui oggetto ci sfugge? Sarebbe invece ora che si fornissero risposte precise agli interrogativi che in più riprese abbiamo posto, piuttosto che lasciarsi andare a facili slogan sulla necessità di case da parte delle giovani coppie per rivitalizzare i piccoli borghi!

Partita la campagna elettorale, Bartolini ha iniziato a girare per il territorio con una serie di incontri all’insegna dei bei discorsi, di cui vi diamo conto nelle pagine che seguono; c’è stato poi anche un confronto diretto con i candidati Bensi e Ronchi, anche questo commentato in questo numero.

Comunque vada a finire, sarà bene ricordare a tutti i contendenti che a Bagno a Ripoli abbiamo un solo tesoro, il nostro territorio, che scelte di amministratori, a questo punto illuminati ed ‘indipendenti’, ci hanno tramandato, commettendo forse qualche errore, ma mai svendendo questo tesoro, come sta avvenendo oggi. Auspichiamo quindi che la futura Amministrazione sia disponibile ad avviare un confronto serio sulle problematiche da noi più volte sollevate, nonostante l’attuale Amministrazione, con le sue recenti decisioni, stia facendo di tutto per vincolare i successori, con grave danno per la collettività.       
I Comitati Coordinati di Balatro, Osteria Nuova, Bubè

 

IN QUESTO NUMERO

 

l      le ragioni di una scelta

I comitati coordinati di Bagno a Ripoli hanno scelto di  non  partecipare con una propria lista..

l      La scoperta dell’acqua calda..

In Italia anche l’elezione dell’Amministratore del Condominio, tende ad essere politica…..

l      TERRITORIO MINACCIATO, ANZI INDIFESO

Forse non tutti sanno che dal 1 Maggio è entrato in vigore il nuovo codice dei beni culturali….

l       Una proposta di Massimo Casprini: La  riconversione dei circoli

 

l       Rubriche:

o        Cosa succede fuori dal Palazzo:

Resoconto Campagna elettorale

l       Suona la Campana

o        Villamagna: un altro comitato

o        Villamagna:Signor sindaco non la voto

o        Via Tegolaia: Un problema irrisolto

 

Le Ragioni di una Scelta

I comitati coordinati di Bagno a Ripoli hanno scelto di non partecipare con una propria lista a questa competizione elettorale e neppure con loro rappresentati in altre liste, poiché ritengono che tra le ragioni della loro nascita siano insiti elementi di spontaneità che nonostante la "trasversalità" nelle appartenenze politiche dei loro aderenti, hanno permesso la condivisione di problematiche specifiche, come la tutela civica ed ambientale. Diversamente avremmo fatto dei comitati un partito, un altro, magari con tante belle idee ma quali e quanti, anche tra gli stessi fondatori, avrebbero preferito questa lista ad un partito che magari votano da una vita? Il risultato sarebbe stato quello di disperdere voti e ingabbiare i comitati in un sistema di "palazzo" dove fino ad ora abbiamo visto contare solo i numeri e non le idee. Risultato: comitati "normalizzati" ed annullamento di tutto quel tessuto che anche attraverso questo giornale permette di dare rappresentatività alle istanze di tutti i cittadini in un contesto di informazione-formazione e di contro-informazione che in quanto tale deve rimanere libera da condizionamenti di qualsiasi genere. Tutto questo non vuol dire che i comitati debbano restare fuori a guardare mentre i partiti stanno facendo i loro giochi elettorali, anzi riteniamo che le elezioni siano un'occasione  irrinunciabile per giocare un ruolo molto importante nel contribuire a rendere più chiare certe posizioni che, pur velate da propagande di facciata, nei fatti vanno contro ai principi che i comitati hanno sempre sostenuto, come la partecipazione, la tutela ambientale, la trasparenza e, come sempre, la ricerca della verità.  

Mosè

Perché (per chi) votare Ovvero : la scoperta dell’acqua calda

In Italia ogni elezione, fosse anche l’elezione dell’Amministratore del Condominio, tende sempre ad assumere un significato politico.

Del resto, è nota la tendenza delle assemblee elettive amministrative (consigli comunali, provinciali e regionali) ad occuparsi di temi di politica generale e addirittura di politica estera.

Tutto ciò è bello, perché è sempre positivo discutere dei problemi all’ordine del giorno sulla scena nazionale o internazionale, ma dobbiamo sempre tenere presente che il fine immediato e diretto dei consigli amministrativi è occuparsi di amministrazione, cioè di cose pratiche, cioè di direttive anche generali ma a proposito di cose pratiche, che coinvolgono immediatamente e direttamente i cittadini, secondo la competenza di ciascun consiglio.

Perché votare, dunque? Il voto amministrativo è quello che più potrebbe incidere su scelte immediate e concrete che, come si è detto, immediatamente influiscono sugli interessi dei cittadini: dovrebbe, quindi, essere sentito come il principale strumento della democrazia, che, sarà bene rammentare, letteralmente significa “potere del popolo”.

Pertanto, sembrerebbe evidente che i cittadini debbano seguire con la massima attenzione i temi che si dibattono nelle campagne elettorali amministrative, perché più direttamente coinvolgenti i loro concreti interessi: problemi di viabilità di insediamenti urbanistici, di servizi prestati ai cittadini, di costi diretti ed indiretti, in generale tutti quei temi che concernono il miglioramento della qualità della vita per gli amministrati ed i costi che gli stessi debbono sopportare.

Invece, i cittadini sono portati a considerare ogni elezione solo per in significato “politico” che l’elezione riveste, come se scegliere un sindaco al posto di un altro, un consigliere di un partito al posto di un consigliere di un altro partito, fosse un atto che ha riflessi ed influssi sul quadro politico generale.

E allora, perché votare? Per tentare con il proprio voto di dare una spallata (o all’opposto un appoggio, un sostegno) al Presidente del Consiglio in carica? Per influire sulle scelte riguardanti temi politici generali (pensioni, pace o guerra, ecc.)? Niente di tutto questo: andare a votare in una elezione amministrativa implica compiere una scelta su programmi e sugli uomini che debbono realizzare questi programmi, quindi le decisioni sul voto debbono essere frutto di attenta meditazione sui piccoli temi locali, non sui grandi temi internazionali.

Con questo, abbiamo realizzato la clamorosa scoperta dell’acqua calda, tutti lo sanno che nelle elezioni comunali, il grave problema delle scelte di politica estera (tanto per fare un esempio) deve essere dimenticato, e ci si deve concentrare sulle scelte concrete, da cui, negli anni futuri, dipende in gran parte il benessere dei cittadini.

E allora, perché votare, in una elezione comunale? E’ evidente, quanto più è piccolo l’elettorato, tanto più importante è il singolo voto.                
Il cittadino, quindi, sa, o dovrebbe sapere, che esprimere il voto in una elezione amministrativa è una manifestazione di volontà che ha un peso infinitamente maggiore rispetto ad una elezione politica.              
E allora, una volta deciso di votare, a chi deve dare il proprio voto il cittadino? In base a quanto detto sopra, la scelta sarà facile: basta documentarsi, valutare i programmi, valutare gli uomini (che, essendo più vicini all’elettore, più facilmente possono essere conosciuti e valutati), e decidere quali programmi siano più consoni a soddisfare i bisogni dei cittadini, quali uomini appaiano più adatti alla loro realizzazione.     
Realizziamo quindi la seconda, ancor più clamorosa, scoperta dell’acqua calda:
il voto deve essere dato non avendo riguardo al simbolo politico che presenta il candidato, ma unicamente considerando la validità del programma e dell’uomo che quel programma deve attuare.               
Le considerazioni che precedono sono di una ovvietà assoluta, sono vere e proprie “scoperte dell’acqua calda”, ma di questi tempi non pare inutile ripetere anche le cose ovvie, se sono importanti e se minacciano di scomparire in mezzo ai soliti polveroni.

Carneade

a TERRITORIO MINACCIATO, ANZI INDIFESO


Forse non tutti sanno che dal 1 maggio 2004 è entrato in vigore il nuovo codice dei beni culturali e del paesaggio, che, fra l’altro, contiene una nuova disciplina sulla tutela delle zone soggette a vincolo paesaggistico. In varie occasioni, abbiamo avuto modo di denunciare come il nostro territorio sia quasi del tutto indifeso dalle varie minacce, ormai quotidiane. Già gli strumenti normativi esistenti si erano rivelati inidonei ad impedire che venissero perpetrati scempi di vario genere anche in zone sottoposte a vincolo paesaggistico.         
Non solo le ‘illuminate’ norme a tutela del territorio stabilite dalla legge regionale n. 5 del 1995 sono state sostanzialmente ‘tradite’ dall’impunita approvazione di piani regolatori comunali devastanti, ma anche le leggi nazionali a tutela dei beni paesaggistici non fornivano strumenti sufficienti per esercitare un efficace controllo sulle opere da realizzare e per cercare quindi di rimediare ai ‘tradimenti’ di cui sopra.

Fino ad ora, infatti, per alterare lo stato dei luoghi in zone vincolate era necessario ottenere dalla Regione un’autorizzazione ambientale, che poi veniva inoltrata alla Soprintendenza, che, nel termine di sessanta giorni, poteva eventualmente annullarla.

In sostanza, lo scopo della norma era quello di creare un duplice livello di controllo: di merito, demandato alla Regione, e di legittimità, demandato alla Soprintendenza.

Tuttavia, la competenza ad emettere autorizzazioni ambientali è stata poi delegata dalle regioni ai comuni, per cui, nel caso in cui ad essere oggetto di autorizzazione era una concessione edilizia, questi finivano per controllare sé stessi, auto-autorizzandosi.

L’unico soggetto esterno che poteva esercitare un certo controllo era la Soprintendenza, che però, come abbiamo visto, non poteva rimettere in discussione il merito dell’autorizzazione ambientale rilasciata dal Comune, ma solo accertarne la legittimità.

Di conseguenza, se il suddetto provvedimento era stato emesso nel rispetto delle norme di legge e con una motivazione adeguata, non c’era nulla da fare: l’autorizzazione non poteva essere annullata.

Bisogna poi considerare che, se la Soprintendenza non provvedeva entro il termine di sessanta giorni, scattava il cosiddetto silenzio-assenso, giuridica applicazione della massima “chi tace acconsente”.

Purtroppo, questo meccanismo scattava spesso, perché le Soprintendenze, per la loro cronica mancanza di personale e di mezzi, non hanno il tempo di esaminare tutti i provvedimenti che arrivano; quindi, la Soprintendenza taceva perché stava zitta, ma comunque per legge acconsentiva.

Quando poi in qualche modo veniva allertata, la Soprintendenza allora interveniva con l’annullamento, che però poteva a sua volta essere annullato dal TAR su ricorso dei privati, anche per motivazioni puramente formalistiche, come è avvenuto per Baroncelli e Villamagna.

A quel punto, non c’era più niente da fare e meravigliose zone vincolate venivano irrimediabilmente distrutte.

Con il nuovo codice dei beni ambientali le cose sono peggiorate: è stato abolito il potere di annullamento in capo alle soprintendenze, sostituendolo con una mera funzione consultiva.

Ciò significa che la Soprintendenza, prima del rilascio dell’autorizzazione ambientale, è tenuta a formulare un semplice parere non vincolante (che quindi potrà non essere preso in considerazione) entro il termine di sessanta giorni dalla richiesta; il termine è perentorio, per cui se non viene rispettato (e questo avverrà spesso per le ragioni sopra dette), la Soprintendenza non potrà più dire nulla e l’autorizzazione sarà rilasciata.

Oltretutto, abbiamo già visto che il potere di rilasciare autorizzazioni ambientali è stato delegato dalle regioni ai comuni, che potranno auto-autorizzarsi tutto quello che vorranno senza che nessuna autorità possa intervenire; possiamo immaginare come verrà utilizzato questo potere, dato che nella maggior parte dei comuni, anche se cambiano gli schieramenti, il partito trasversale del mattone e del cemento ha sempre la maggioranza.

In realtà, il nuovo codice prevede un’ultima possibilità di intervenire contro le autorizzazioni ambientali; infatti, le associazioni ambientaliste nazionali e chiunque vi abbia interesse possono ricorrere al TAR o al Capo dello Stato, ma, in pratica, sarà difficile che soprattutto le associazioni ambientaliste, con le loro magre risorse, possano permettersi di pagare avvocati in continuazione per impugnare tutte le autorizzazioni ambientali!

Si può quindi affermare che, se fino ad ora il territorio era gravemente minacciato, con la nuova normativa, che entrerà definitivamente in vigore quando saranno adottati i nuovi piani paesistici, sarà del tutto indifeso dai quotidiani assalti.

Sarà bene quindi, per tentare di attutire almeno in parte l’impatto devastante di questa nuova disciplina, che le regioni si riprendano il potere di rilasciare autorizzazioni ambientali, onde evitare che anche “un ufficio tecnico di un piccolo Comune [possa] disattendere il parere dell’organo statale [la Soprintendenza] dotato (si presume) della più alta competenza in materia” (D’Alessio, Trasformazioni solo se in linea con i valori protetti, “Guida al Diritto – Dossier mensile” aprile 2004, n. 4, p.134).

 

Usque Tandem    


Una Proposta: La RICONVERSIONE dei CIRCOLI              di Massimo Caprini


In un momento in cui i centri d’aggregazione tradizionali come le Case del Popolo, i Circoli Ricreativi e le Associazioni M. C. L. sono sempre meno riconoscibili e stanno lentamente perdendo quel  meraviglioso sistema d’unione sociale che per oltre un secolo – a partire dalle Società di Mutuo e di Reciproco Soccorso – ha unito le piccole e le grandi comunità, è necessaria una riflessione su quale potrà essere il loro prossimo futuro.

Grazie al lavoro prestato volontariamente e gratuitamente da migliaia di soci  queste Associazioni hanno avuto modo di vivere, di ingrandirsi e di offrire tante possibilità di svago, di sport e di cultura, specialmente nei piccoli paesi.

Le attività che sono state intraprese si sono adeguate nel tempo riuscendo sempre a cogliere il momento giusto per la trasformazione. Grazie alla lungimiranza e alla grande capacità d’iniziativa che ha sempre caratterizzato i propri soci, è stato trovato in ogni occasione il consenso di tutti per raggiungere gli obbiettivi previsti.

Le esigenze della popolazione sono sempre state rispettate offrendo inizialmente delle sale per le feste, aggiungendo poi le salette per il gioco del biliardo e quelle per le rappresentazioni cinematografiche. Anche l’organizzazione di gite in comitiva, che fino agli anni Sessanta hanno riscosso tanto successo, è stata una trasformazione che ha consumato energie distogliendole da altri settori.

Il continuo proliferare di cantanti e d’orchestre che venivano ad esibirsi fra la gente, impose ai Circoli (principalmente le Case del Popolo) dei cambiamenti radicali nelle loro usanze e nei loro spazi  che, con sacrifici e la partecipazione attiva di tutti, riuscirono a creare sale da ballo più grandi e adattate alle richieste del pubblico.

Recentemente è stato intuito che la gestione di pizzerie all’interno dei propri locali poteva essere una buona fonte di guadagno e nello stesso tempo d’aggregazione. E così grandi forze sono state dedicate a questo settore, sempre proseguendo per quella strada di rinnovamento e di conformazione ai tempi che i Circoli hanno seguito nel loro lungo cammino.

I guadagni ottenuti da tutte queste diverse attività hanno permesso alle Associazioni di poter continuare a vivere per perseguire i loro scopi istituzionali.

Oggi – in questo momento – si presenta di nuovo la necessità di un cambiamento. L’innovazione è necessaria e indispensabile se vogliamo salvare questo patrimonio creato dai nostri predecessori. Non ci possiamo permettere di abbandonarlo e disperderlo, è nostro dovere mantenerlo e conservarlo.

Un’idea che suona come un appello e un campanello d’allarme è quella di riconsiderare ex novo la funzione delle realtà associative esistenti nel territorio di Bagno a Ripoli. Sono molte e delle più varie estrazioni, ma tutte hanno oggi una grande opportunità.

Va preso atto che i Circoli così come sono articolati oggi stanno lentamente perdendo d’importanza e d’interesse perché i costumi e i modi di vita cambiano e per questo decadimento non ci sentiamo di accusare nessuno d’inerzia o d’incapacità.

Occorre perciò una trasformazione più radicale di quelle operate nel passato e non scandalizziamoci più di tanto se la proposta potrà sembrare rivoluzionaria.

Perché non trasformare parzialmente i nostri Circoli in vere e proprie “Case del Turista” realizzando al loro interno una serie di camere con servizi adeguati?

Lasciando inalterati gli spazi tradizionalmente occupati dai soci (bar sociale, saletta gioco carte e biliardi, giardino, spazi espositivi, saletta cinema-teatro, ecc.) rimarrebbero comunque perseguiti gli scopi e i principi del Circolo stesso. Continuerebbe così quella funzione sociale tanto importante d’intrattenimento dei giovani e d’accoglienza degli anziani che altrimenti - venendo a mancare queste strutture – gli uni si troverebbero senza un punto di riferimento e gli altri sarebbero costretti a stazionare nelle famiglie con evidenti e inevitabili problematiche.

Negli altri spazi oggi parzialmente utilizzati o usati male – che ogni Circolo possiede: chi più, chi meno – potrebbe essere ricavato un centro d’ospitalità, che non definiremo né albergo, né ostello, ma una vera e propria “Casa del Turista” con l’aggiunta di un nome di fantasia per la cui attribuzione è facile attingere alla ricca e fantasiosa toponomastica del nostro territorio.

Con un prezzo adeguato, ma certamente inferiore a quello d’alberghi tradizionali, verrebbe offerto un’alloggio in una stanza con servizi, un ambiente tranquillo, un’atmosfera familiar-paesana, un servizio di bar per una colazione, una pizzeria, un giardino e – perché no? – anche una saletta per improvvisare una partita a carte o a biliardo con la gente del posto.

Uno spazio potrebbe essere ricavato anche per pubblicizzare e vendere alcuni prodotti dell’artigianato e dell’agricoltura delle nostre zone.

Una piccola libreria con le guide e i libri sul nostro territorio sarebbe certamente di stimolo a voler studiare un po’ di storia locale e a visitare i luoghi più interessanti incrementando il turismo nel Comune di Bagno a Ripoli che, pur essendo ricchissimo di tante opere d’arte, non ha ancora trovato il modo giusto per farle vedere.

Non è da sottovalutare il fatto che il nostro Comune si trova in una posizione invidiabile dal punto di vista turistico. Strategicamente posto a due passi da Firenze e a quattro salti dall’Appennino verso Arezzo e dal Chianti verso Siena. Facilmente raggiungibile per mezzo di collegamenti autostradali e stradali. Dotato di un ambiente che, nonostante tutto, riesce a conservare una vivibilità desiderabile. Ricco di antiche pievi, di castelli storici e di tante opere d’arte.
Pertanto, un’opportunità e un livello di proposte turistiche molto alto e molto allettante, dove al turista verrebbe offerta la possibilità anche di divertirsi e d’imparare qualcosa sul nostro paese.
Benefici non solo economici, dunque, per i Circoli stessi, ma anche per l’intera comunità che trarrebbe profitto in diversi settori. Sicuramente molti e interessanti sarebbero i vantaggi sia per gli avventori che per i soci di questi Circoli i quali potrebbero instaurare conversazioni, fare amicizie e, nell’ambito di una globalizzazione generalizzata, approfondire conoscenze di paesi e usanze diverse.        
Una pubblicità efficiente dovrebbe essere trasmessa via Internet e per mezzo dell’Ufficio Relazioni Pubbliche del Comune. Fra l’altro, presso l’ARCI e altre Organizzazioni Cattoliche esiste già un servizio accoglienza che indirizza il turista che ne fa richiesta in ostelli, affittacamere, case religiose e piccoli alberghi che offrono la garanzia di un dignitoso servizio a prezzi economici.              
La gestione della Casa del Turista non richiede eccessiva mano d’opera, ma soltanto alcune persone addette alle mansioni di pulizie e di reception che, inizialmente, potrebbero essere svolte da soci volontari. In seguito, ogni unità potrebbe mettere a disposizione dei veri e propri posti di lavoro dipendente.              
Ma dove si trovano i soldi per operare una simile conversione?

L’impegno finanziario iniziale sarebbe notevole, ma tutti i Circoli – dal più grande al più piccolo – hanno sempre dimostrato di sapercela fare.

Prima di tutto ognuno di noi dovrebbe recuperare l’energia mossa dalla volontà di stare e di lavorare insieme, per ritrovare quell’aggregazione perduta della quale sentiamo una gran necessità. Ormai tutti i mezzi che la galoppante e frenetica civiltà tecnologica ci sta offrendo ci hanno stancato e non c’interessano più, perché stanno distruggendo il nostro pensiero, le nostre azioni e le relazioni interpersonali. Dovremmo ripartire coscienti e consapevoli di creare qualcosa per tutti noi. E quest’idea da realizzare potrebbe metterci sulla strada giusta.

Gli Enti e le Istituzioni dovrebbero essere preparati a svolgere i compiti accelerando le procedure delle pratiche necessarie, non ostacolando l’iter – sempre nel massimo rispetto delle normative – con esose lungaggini burocratiche.

Per quanto concerne i soldi necessari, si potrebbe far ricorso a mutui agevolati presso gli Istituti Bancari di zona. Una partecipazione potrebbe venire anche dagli Enti Locali (Comune, Provincia, Regione, Azienda di Promozione Turistica) che molto spesso e a più riprese, con convegni e pubblicazioni, caldeggiano una campagna per un turismo nuovo ai margini delle grandi città storiche.

Una dimostrazione di solidarietà sarebbe auspicabile da parte di privati cittadini e di quelle Associazioni economicamente più forti con prestiti a lunga scadenza tramite l’acquisto di simboliche azioni di partecipazione.

Pensiamo anche alla situazione del nostro Comune che, promuovendo gemellaggi o interscambi fra città e città, potrebbe usufruire di queste strutture per accogliere i giovani.

Ci piace ricordare che un’esperienza di questo tipo ha già avuto dei buoni risultati nel Piemonte e che la stessa Regione ha stanziato nel 2003 cinque milioni di euro a tale scopo (per informazioni: bianca.gera@regione.piemonte.it). Fra l’altro, sembra che esista anche un progetto dell’Unione Europea.

Bagno a Ripoli                                                         Maggio 2004


 

Cosa succede fuori dal Palazzo


Resoconto campagna elettorale

Forse tra tutti gli incontri che ci sono stati nel mese di maggio il più significativo è stato quello del 17 presso la SMS di Bagno a Ripoli perché ha visti riuniti tutti e tre i candidati a sindaco del centro e della sinistra: Beatrice Bensi per i Verdi, Luciano Bartolini per l’Ulivo e Marco Ronchi per Rifondazione. L’incontro organizzato dai circoli didattici del nostro Comune aveva come principale scopo conoscere le proposte dei vari candidati in merito alla scuola nel contesto di una controriforma Moratti che vedrà gli enti locali impegnati a tamponare quello che viene tolto alla scuola pubblica statale in termini didattici, formativi ed economici. Ad ogni candidato è stato assegnato un certo tempo per esporre il proprio programma e cavallerescamente è stata data la precedenza a Beatrice Bensi che ha iniziato con il racconto della esperienza dei Verdi nella maggioranza uscente rilevando la mancanza di un loro riconoscimento paritetico all’interno della coalizione di cui avevano fatto parte, ravvisando semmai un rapporto di prepotenza dei numeri piuttosto che di qualità delle idee e per questo, pur rappresentando un’anomalia nel contesto delle alleanze nella nostra Regione hanno deciso di correre da soli.

Ovviamente continueranno a battersi per cambiare le storture del piano regolatore e far ritornare la politica alla “luce del sole”. Ronchi ha in pratica rimproverato all’amministrazione uscente di non aver fatto cose di sinistra come le privatizzazioni e per questo ha proposto di istituire una “vincolo di mandato” nei confronti di Publiacqua o Casa spa istituzionalizzando una fattiva partecipazione del Consiglio comunale, con un proprio rappresentante che riferisca o riporti le indicazioni dell’amministrazione presso i consigli delle società. Ha richiamato poi l’attenzione sulla necessità di partecipazione dei cittadini sia attraverso la scelta della destinazione di una certa parte del bilancio (bilancio partecipato) sia attraverso l’attivazione di progetti partecipati per i quali esistono già protocolli consolidati che attendono solo di essere adottati coma hanno già fatto altri comuni (Empoli ecc.)

Poi è stata la volta di Bartolini il quale ha proposto una stagione dei parchi da Mondeggi a Fontesanta e dalla collina di Baroncelli a Sorgane, dalle Gualchiere al parco dell’Arno.

Ha poi stabilito delle priorità che premettono la variante di Grassina all’area di Vallina. Un rilancio delle attività agro turistiche ed un rafforzamento della cooperazione con i comuni limitrofi a partire da Firenze. Sulla partecipazione Bartolini ha riservato particolare attenzione a Bubè rilevando che in questo borgo durante il suo incontro del 15 maggio ha riscontrato che lì tutti d’accordo con l’amministrazione tanto che qualcuno, “del comitato”, gli ha detto che questo giornale del Coordinamento non lo condivide nessuno. Pertanto ha ribadito la singolare partecipazione tramite consulte di zona, una sorta di pseudo comitati istituzionalizzati (comitati buoni).

Trattandosi di un incontro tra candidati sindaci appartenenti tutti all’area della Sinistra il punto di vista sui temi della scuola e della pace, almeno questi, sono risultati al momento pressoché coincidenti. Per la scuola tutti sono d’accordo in sostanza per l’istituzione a livello locale di tavoli di confronto che stabiliscano un rapporto partecipato tra istituzione e genitori affinché non debbano ripetersi esperienze simili al Cook & Chil. Scelta alla quale Rifondazione si è sempre opposta come ha ricordato Ronchi, mentre la maggioranza, della quale facevano parte anche i Verdi, l’aveva approvata. Tuttavia, al momento attuale, il Consiglio Comunale ha deliberato, dopo le abbondanti proteste che ci sono state da parte dei genitori, l’abbandono di questo sistema di refezione.

Esauriti alcuni argomenti sollevati da parte del pubblico (Dogliani), riguardanti la necessità di aiuti economici alla scuola mirati e non a pioggia che finirebbero per non risolvere ma solo per tamponare momentaneamente qualche problema, i candidati, nel secondo giro di interventi hanno dato la stura a tutto campo tanto che il moderatore Torrini, forse non troppo energicamente, ha richiamato gli interventi ad attenersi ai temi della scuola.

Nella bagarre si sono evidenziate le principali diversità che hanno portato a questa scomposizione della sinistra in tre termini: Verdi, Ulivo e Rifondazione.

Tuttavia le diversità e le argomentazioni che hanno determinato il surriscaldamento del dibattito si può sintetizzare nella rivendicazione di una mancata partecipazione alle scelte che invece vengono prese sempre dagli stessi o forse da un solo partito indipendentemente dalle alleanze. Qui Bartolini ha veramente toccato il fondo portando ad esempio la forza delle 8.800 preferenze dei DS rispetto alle 650 dei Verdi riaffermando il concetto che contro la forza la ragione non può…

Il nostro punto di vista:

Abbiamo riportato testualmente quello che Bartolini ha detto riguardo ai comitati in quanto noi non abbiamo nessun interesse a censurare quello che viene detto contro di noi, anche perché se meritiamo di essere sempre citati vuol dire che qualcosa contiamo. Tuttavia già nell’intervento di risposta, chi scrive, ha osservato che se, come sembra, L’Altra Campana sia una spina nel fianco, questo giornale fin quando ci sarà libertà di stampa, con o senza comitati avrà sempre la prerogativa di fare contro informazione fino a quando ci saranno altri opuscoli che direttamente o indirettamente fanno da cinghia di trasmissione della propaganda della stessa amministrazione come il giornalino comunale o macchè.

SergioMorozzi


Suona la Campana


A Villamagna:è nato un altro Comitato


Dal 25 di Maggio è attivo un altro Comitato di tutela sul territorio di Villamagna. Quasi un fulmine a ciel sereno dopo che il 6 maggio scorso, alla scadenza del mandato dell’Amministrazione, il sindaco uscente Dal Pino aveva “accompagnato” il candidato DS, Bartolini per incontrare i cittadini di Villamagna al Circolo Protto. In quella sede solo una persona affrontò il problema del nuovo insediamento abitativo che dovrebbe sorgere nella frazione, costituito da 28 appartamenti che raggiungeranno gli 11 metri di altezza, posizionati in una zona che ostruirà completamente la vista sulla vallata anche a chi da una vita è abituato a vederla. Ma di rimando si sono sentiti dire dalla VS Dal Pino che non potevano certo sperare di mantenere a Villamagna questa situazione abitativa “dorata”, quasi fosse ormai anacronistico, in un mondo di affari, trovare qualcuno a cui piace ancora il panorama e la natura. Dopo queste affermazioni, che la dicono lunga sul grado di sensibilità ambientale di chi ci amministra e ci amministrerà, vista anche la presenza, in quell’occasione, del candidato da tutti accreditato come successore a Sindaco, la gente di Villamagna si è sentita veramente offesa, anche perché si è scoperta esclusa da ogni decisione. Infatti, a suo tempo, gli abitanti furono informati di un intervento che prevedeva “almeno” 18 appartamenti a basso costo, situati vicino al circolo Protto, i quali avrebbero permesso la stipula di una convenzione con il costruttore per realizzare un parcheggio funzionale al circolo, come per altro richiesto inizialmente dagli stessi abitanti. Si sono invece ritrovati, senza che nessuno li abbia consultati, 10 appartamenti in più rispetto al progetto iniziale, situati da tutt’altra parte, destinati al mercato libero e quindi a costi tali da fare abbandonare ai residenti anche l’illusione di una casa, per i loro figli.

Per questo, nei giorni successivi all’incontro, molti cittadini sono stati assaliti dal rimorso per non aver reagito al momento, neppure quando la Dal Pino ha citato la loro situazione “dorata”. Così hanno cercato di superare la loro frustrazione fondando un comitato che ha già visto l’adesione di 115 persone intenzionate a battersi per non realizzare l’intervento. Il 31 di maggio hanno invitato per un incontro i Verdi, Italia Nostra ed i Comitati coordinati per avere un’idea più allargata, rispetto a quello che, in campo urbanistico, si vuole contrabbandare nel nostro Comune in nome della rivitalizzazione dei piccoli centri o di dare una casa da 2 miliardi di lire alle giovani coppie. L’incontro non è stato certo una passeggiata anche perché i “palazzinari” avevano schierato alcuni agguerriti sostenitori locali insieme ad altri, consiglieri DS uscenti, per dare battaglia, a suon di invettive, come succede quando non si hanno altri argomenti validi. Inoltre, il consigliere uscente Masi, ha cercato di confondere le idee con dichiarazioni marcatamente in “mala fede” per convincere la gente a lasciar perdere tutto e fare semplici osservazioni sull’intervento edilizio, assicurando che sarebbero state prese in considerazione. Ovviamente cercava solo di fare breccia tra coloro che nella “trasversalità” dei componenti di un comitato potevano essere combattuti tra la loro appartenenza politica ed il comitato, ma dobbiamo dire che la maturità degli abitanti in termini di sensibilità ambientale è sembrata più forte di quanto fossero disposti a rinunciare in nome di un legame politico che comunque li aveva in questo caso delusi. Certo c’è chi ha rimproverato agli intervenuti di aver affrontato il problema anche o soprattutto da un punto di vista politico, sicuramente, ma era inevitabile. Come si può pensare di parlare solo del misfatto senza spiegare da quali scelte questo proviene? Come si fa a sottacere che la partecipazione dei cittadini “comuni” riguardo a questa, come ad altre scelte urbanistiche, è solo un fatto formale? Come si fa a non dire che dietro la scelta del come, dove costruire e perché non ci sono certo esigenze locali?  Come si fa a non dire che l’approvazione dei piani attuativi alla scadenza di mandato sottende la ricerca del consenso e non i bisogni degli abitanti di Villamagna?

Come si fa a non dire che tutto questo è in contrasto con i principi della legge regionale 5 sul governo del territorio e dei piani di coordinamento provinciali? Come si fa a non dire che se siamo a questo punto la democrazia è in pericolo perché le scelte, non corrispondendo ai principi delle leggi di tutti è ovvio che finiscano per favorire solo gli interessi di pochi? Ci dispiace, ma è inevitabile che si possa individuare in tutto questo la responsabilità di qualcuno come è altrettanto vero che purtroppo ognuno di noi possa aver pensato, per troppo tempo, che a fare politica dovessero essere altri senza rendersi conto che è la nostra partecipazione che deve fare la politica.

Ciò premesso il comitato di Villamagna si ritroverà quanto prima avendo più chiara la situazione, anche dal punto di vista politico amministrativo per decidere le azioni più idonee da intraprendere.

Concludiamo con il paradosso di Villamagna, ma non è il solo: “per meritarsi” un parcheggio bisogna ingoiare 28 appartamenti nonostante non esistano fognature, acqua e strade adeguate, oltre, naturalmente a rovinare la situazione “dorata” che finalmente non ci sarà più ad intralciare altri interventi.

Continuiamo a farci del male!

Sergio Morozzi


Signor Sindaco ….ecco perché non la voterò


Egregio Sindaco Bartolini,

la chiamo Sindaco perché ormai tutti, compreso lei, danno per scontata la sua elezione alla carica di primo cittadino del Comune di Bagno a Ripoli. Sono un abitante di Villamagna e non la voterò dopo avere attentamente letto le sue dichiarazioni su“La Nazione” del 1 giugno u.s.

Io non la voterò, signor Sindaco, perché lei nell’articolo dimostra di non aver valutato il devastante impatto ambientale della lottizzazione di Villamagna, zona dichiarata “di notevole interesse pubblico e sottoposta a vincolo al fine di garantirne la conservazione e preservarla da interventi che potrebbero irrimediabilmente comprometterne le pregevoli caratteristiche di paesaggio rurale tipico delle colline fiorentine” come si legge nel Decreto ministeriale 27/8/2003, pubblicato sulla “Gazzetta ufficiale” n. 48 del 27/2/2004.

Io non la voterò, signor Sindaco, perché lei afferma che i cittadini “non hanno niente da temere” mentre ritengo che le preoccupazioni di questi siano assolutamente fondate. Lei non accenna a nessuno dei problemi legati al nuovo insediamento quali l’approvvigionamento idrico, la rete fognaria, la viabilità. A proposito di quest’ultimo problema, se la cosa non fosse tanto preoccupante, mi verrebbe quasi da affermare che effettivamente i cittadini non hanno niente da temere… tranne che per la propria vita!

Io non la voterò, signor Sindaco, perché non capisco cosa lei intenda quando afferma “di essere pronto a migliorare l’intervento”, dato che i due interventi migliorativi hanno ampliato il numero delle unità abitative da 18 a 28, rispetto al Piano originario.

Io non la voterò, signor Sindaco, perché lei ha affermato che “il 50% del terreno della lottizzazione sarò lasciato come spazio verde pubblico” dimenticando, o peggio non accorgendosi, che attualmente quel luogo è già per il 100% verde, un lussureggiante e bellissimo verde, di cui possono godere tutti.

E, come se non bastasse, le ricordo che a 10 metri da questo nuovo insediamento esiste già un giardino pubblico, invisibile perché sommerso da erbacce e sterpi, scomparso dalla memoria anche dell’ufficio comunale adibito alla manutenzione verde pubblico, se non addirittura cancellato dalle stesse mappe comunali.

Con questo la saluto                                        Roberto Diligenti

Villamagna

 


VIA TEGOLAIA – UN PROBLEMA IRRISOLTO


Gli abitanti di Via Tegolaia non demordono, ed anche alla prossima Amministrazione Comunale chiederanno interventi atti a garantire la messa in sicurezza della strada, percorsa da un sempre crescente traffico veicolare, in modo da garantire l’incolumità dei pedoni, categoria che, nel paese di Grassina, purtroppo non è prevista. Continueranno a chiedere, inoltre, che il Comune acquisisca quanto prima il fabbricato Enel di Via Tegolaia (ormai inutilizzato da diversi anni e sempre più fatiscente) per destinarlo a parcheggio. Nei loro incontri con gli Amministratori, iniziati nel luglio del >> segue a pag. VII  segue da pag. VI << 1996, non si sono limitati alla sola protesta o alla sola rivendicazione, ma i loro interventi sono stati caratterizzati anche da proposte concrete a vantaggio di tutta la comunità. La delibera del febbraio u.s. con la quale l’Amministrazione ha destinato tutta l’area (coperta e scoperta) del suddetto fabbricato Enel a parcheggio pubblico, ne è un esempio.

Anche l’esperimento del “senso unico” faceva parte delle loro richieste. Certo non immaginavano che l’Amministrazione lo attuasse limitandosi a collocare in Via Chiantigiana un semplice cartello con divieto di svolta a destra. L’esperimento così attuato, inserito in un contesto con una viabilità già altamente precaria senza prevedere alcun correttivo anche in qualche strada adiacente, era destinato a fallire. 

La mancanza di una qualsiasi programmazione viaria è da sempre una costante per il paese di Grassina, come si evince dalla lettera del 11/3/04 (prot. n° 8813) che il Comune ha inviato ai referenti per il Comitato di Tegolaia. Di seguito l’ultimo capoverso:

Considerata la complessità del problema viabilità a Grassina, si concorda sulla necessità di lavorare ad un progetto che comprenda uno studio complessivo di riassetto della viabilità e della sosta, anche in relazione agli altri Comuni, con priorità pianificate (limitazione della sosta, parcheggi, piste ciclabili), progetto che potrà essere messo a punto dalla prossima Amministrazione Comunale, con il contributo degli stessi cittadini.

La dichiarazione sarebbe valida solo se fosse stata enunciata verso la metà del secolo scorso, quando il paese iniziò la sua espansione edilizia. Purtroppo è del 2004 e ci lascia perplessi. Molto candidamente viene ammesso che le varie licenze edilizie, tutte le colate di cemento che negli ultimi anni hanno caratterizzato l’espansione edilizia del paese, sono state autorizzate senza preoccuparsi della viabilità, senza una pianificazione, senza un progetto, senza curarsi, in pratica, di quella famosa “qualità della vita” che viene puntualmente riesumata durante tutte le campagne elettorali per poi essere miseramente abbandonata ad esclusivo vantaggio della speculazione.

Quanto accaduto in Via delle Fonti fa ben capire come sia stato amministrato il nostro territorio. Detta strada fino a pochi anni fa poteva ancora considerarsi a “misura d’uomo” e, tempo permettendo, era meta di passeggiate degli abitanti del paese di tutte le età, in un paesaggio che, dominato dalle mura medicee, era quasi incontaminato. Poi, nel 2002, incurante del parere contrario della maggioranza degli abitanti, il Comune autorizza la costruzione di 6 unità immobiliari. E così la piccola strada di campagna, a causa dell’aumentato traffico veicolare, destinato peraltro ad aumentare, non è più percorribile a piedi ed il tutto andrà ad aggravare la situazione viaria di Grassina in generale e quella di Via Tegolaia in particolare. 

 

Comitato di Tegolaia                                       Maggio 2004

 


OSSERVATORIO SULL’URBANISITICA: ATTUAZIONE DEL PRG

 

Pubblichiamo due fotografie che dimostrano inequivocabilmente cosa intende la nostra Amnministrazione perrivitalizzazione’ del nostro Comune.

Questi due documenti dimostrano anche le pesanti conseguenze che hanno sul nostro territorio nel storture del Piano regolatore e del Regolamento edilizio; due piccoli interventi previsti per il capoluogo, piccoli al punto da non attirare la nostra attenzione, si sono miracolosamente ‘gonfiati’ in enormi edifici che, visti da lontano, sono un vero pugno nell’occhio.

Nessuna giovane coppia, poi, ha in fondo al proprio cognome la dicitura S.r.l., chiara dimostrazione del fatto che queste vere e proprie ville sono concepite per  dare maggiore amenità a qualche fiorentino stufo della propria città.

Se sette alloggi hanno un simile impatto, cosa dire delle decine e decine di appartamenti che saranno realizzati sulle colline?  

 


 

 

Case in costruzione in via della Martellina

 

 

Case in costruzione in via Roma

 

 



 

Comunicato:

 

Questa pagina vuota

aspetta di essere nuovamente riempita

come altri hanno già fatto

dando voce su questo numero

alle loro idee

 

LA DEMOCRAZIA NASCE DALLA PARTECIPAZIONE

 

Scrivici dai siti Internet:

Coordinamento dei Comitati Civici di Bagno a Ripoli       http://digilander.libero.it/cccbaripoli

Comitato di Bubè                                                                 http://digilander.libero.it/comitatobube

Oppure invia una lettera a:

Redazione “L’Altra Campana”

Via Tina Lorenzoni 34

50015 Grassina -Bagno a Ripoli

Firenze

Partecipa alla redazione del Giornalino aiutalo a sopravvivere, telefona allo 055640733 se vuoi distribuirlo o inviare offerte.

Iscriviti alla Mailing-List dal sito http://digilander.libero.it/cccbaripoli per ricevere a casa tua il giornale in file PDF.