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La campana sta Suonando A FESTA!


 

Per un cittadino che ha sempre sognato una democrazia perfetta ancorata ad una etica rigidissima, all’amore per il dialogo paritetico ed una passione fedelissima al volontariato, costituisce una sensazione piacevole sentir suonare un’altra campana…Purtroppo nella nostra bella Italia con oltre 40 partiti regolarmente ufficializzati e con le problematiche secolarmente rimaste insolute, le campane non fanno altro che diffondere rintocchi funerei.

Nel complimentarmi per la Vostra iniziativa mi auguro di leggerVi sempre con la Vostra campana a … festa! Sono un cittadino che ama in maniera morbosa il nostro eccezionale territorio e che illusoriamente si ritiene un esperto come pochi, delle nostre vie di comunicazione, avendole percorse per ragioni professionali ogni giorno in lungo ed in largo per oltre mezzo secolo da Rosano a Tizzano, da S. Donato a Villamagna, dall’Antella a S. Giusto in uno splendore dell’Agricoltura con 800 famiglie di mezzadri!

Ma di un altro primato mi vanto: ormai sono certamente uno dei pochi viventi che ha conosciuto amichevolmente tutti i 7 Sindaci che dalla liberazione ad oggi hanno governato il nostro Comune: CASPRINI – FRANCHI – COCCHI – DEGLI INNOCENTI – GIROLAMI – ZAMPOLI – LASTRUCCI.

Ho visto nascere il casello autostradale nella piana del Niccheri e ho visto abbandonare i lavori già eseguiti per realizzarlo in Pian d’Ema ed ho visto nascere l’Ospedale molto bello e molto utile per la nostra zona , ma l’ho visto inserire incredibilmente in un contesto territoriale servito da una modestissima via di comunicazione che serviva solo la frazione di Antella. I guai ovviamente sono nati perché i nostri tecnici non avevano incautamente previsto il boom del traffico che sta ora avvelenando sia Grassina, sia Ponte a Niccheri, sia Ponte a Ema che rimane il più sfortunato paese d’Italia con tre fiumi di traffico che la dividono a fette (Chiantigiana, Circonvallazione ed Autostrada). A questo punto chiaramente il problema da decine di anni presenta soluzioni difficilissime e costosissime ed ogni progetto lascia i cittadini veramente perplessi perché secondo gli ultimi studi si dovrebbero realizzare autentici mostri costosi e deturpanti questa vallata bellissima.

A questo punto, secondo me, bisognerebbe avvertire il dovere di non rovinare irrimediabilmente l’ambiente con catastrofiche soluzioni di viadotti. Abbiamo aspettato decenni senza fortunatamente trovare un progetto che incontrasse il consenso popolare dobbiamo quindi aspettare ancora e trovare i finanziamenti giusti per le gallerie che salvino il paesaggio e nello stesso tempo possano snellire il caos attuale.

In tutta Europa hanno realizzato gallerie lunghissime per salvare il traffico e non ci è credibile che a Firenze non si riesca a realizzare una galleria di circa 1 km. che partendo tra l’ospedale e la caserma dei carabinieri in un Soffio arrivi a Sorgane risolvendo il nodo avvelenatissimo della circonvallazione di Ponte a Ema, salvi ponte a Niccheri dallo spettacolo orrendo e costoso del viadotto, che raccolga e snellisca il traffico del chianti e di Siena. Contattiamo il Comune per questa soluzione che gioverebbe anche all’Ospedale con 2 km si troverebbe collegato con il viale Europa regalando alle ambulanze percorsi rapidissimi invece degli attuali lancinanti cross!

Domandiamoci infine come ha fatto il Comune di SOMMARIVA DON BOSCO della Provincia di Asti a realizzare tre gallerie per togliere il traffico “tipo Grassina” dalla sua piccolissima frazione di Maniga posta su di una strada di secondaria importanza!

Rimango a Vostra disposizione per eventuali incontri e voglio sperare di far muovere… anche la Vostra Campana.

Lettera firmata

Pizzirani Dott. Pirano

 

IN QUESTO NUMERO

 

l      APERTA IN ANTICIPO LA CAMPAGNA ELETTORALE DEI DS ?

Il 9 Marzo si è tenuto, presso la casa del popolo dell’Antella, il Forum dei Democratici di Sinistra sulle interazioni del piano strategico dell’area metropolitana fiorentina…

 

l      MORATTI: LA SCUOLA CHE non aSPETTA

Qualche cenno per far capire questa riforma restauratrice.

 

l      Rubriche:

o        Cosa succede nel Palazzo:

Resoconto Consiglio Comunale 25 Febbraio 2004

Resoconto Consiglio Comunale 10 Marzo 2004

o        Pillole di Grandezza

La scuola di Don Milani ed il suo tempo pieno ..

l       La Campana sta Suonando

o        Tegolaia InForma

Una storia di normale”Amministrazione”.

 

ARIA DI ELEZIONI

E’arrivata la primavera a Bagno a Ripoli ma il clima è ormai quello pre-elettorale: si rifanno i marciapiedi dei principali centri abitati, le forze politiche organizzano incontri pubblici, si distribuiscono i primi ‘regalini’.

Il mese di marzo è stato tutto un susseguirsi di incontri pubblici e di riunioni del Consiglio comunale estremamente interessanti; hanno iniziato i D.S. il 9 marzo, con un incontro sul “futuro di Bagno a Ripoli nell’area metropolitana”, nel quale abbiamo assistito ad interventi di un certo spessore (come quelli di Casini, Ravenni e del sindaco di Impruneta Beneforti) che però si sono alternati agli interventi puramente propagandistici dell’assessore regionale Conti, del vice presidente del Consiglio provinciale Certosi e dell’assessore all’Urbanistica del Comune di Firenze Biagi.

Al termine, si è preferito ‘comprimere’ al massimo il dibattito con il pubblico per consentire al candidato sindaco dei D.S. Bartolini di fare il suo show, pieno di tante belle parole (vedi il parco fluviale dell’Arno) dai riflessi pratici che temiamo essere inconsistenti.

Il 12 marzo, invece, è stata la volta dei Socialisti Democratici Italiani (S.D.I.); avremmo partecipato volentieri anche al loro incontro, ma, complice forse una scarsa informazione, ne abbiamo avuto conoscenza quando ormai era troppo tardi.

Anche il consiglio comunale, poi, è in fervida attività, nonostante si continui ad affermare che lo stesso, essendo ormai sciolto, può far ben poco: infatti, il 25 febbraio scorso è stato affrontato l’improvviso ‘scossone’ delle dimissioni del presidente Cherubini, poi rientrate, e sono stati approvati importanti provvedimenti in tema di opere pubbliche e di bilancio; il 10 marzo la riunione era dedicata al problema della perimetrazione dei centri abitati; per la fine del mese o i primi di aprile, poi, è previsto l’esame di alcuni piani attuativi (varianti al Piano regolatore).

Ad essere prepotentemente alla ribalta è sempre e comunque il tema dell’urbanistica, non tanto per una nostra fissazione, quanto per la volontà dell’attuale amministrazione di riproporre in continuazione l’argomento per ‘forzare’ i tempi, in modo da approvare prima delle elezioni interventi edilizi ulteriori rispetto a quelli già previsti.

Ora, la realizzazione di alcune delle edificazioni previste dal vigente piano regolatore fornisce la chiara dimostrazione che gli obiettivi che l’amministrazione si proponeva con tali previsioni (portare la popolazione a 26.000 abitanti, dare una casa alle giovani coppie, riqualificare i centri abitati) erano un puro specchietto per allodole; infatti: a Bagno a Ripoli e Grassina si stanno realizzando più alloggi di quanti erano previsti (grazie algiochetto’ dei vani di 36 metri quadri); le case in corso di costruzione non sono certo per giovani coppie  (addirittura, come risulta dalla pubblicità apparsa sui giornali, quelle di via I° Maggio a Bagno a Ripoli hanno “finiture di pregio”); la costruzione di tali edifici non sta certo ‘riqualificando’ i centri abitati interessati (riqualifica, ad esempio, l’orrendo intervento di via Don Perosi, sempre a Bagno a Ripoli?!?).

A questo punto, sorgono spontanee alcune domande: visto che fin’ora si sta costruendo di più di quanto si diceva, non è il caso, prima di dare con tanta fretta la stura agli interventi sulle colline, accertare se questi ultimi sono ancora in linea con gli obiettivi che l’amministrazione si era proposta? Perché costruire in zone così delicate e non in altre? Perché, poi, incrementare senza alcuna ragione tali interventi, che, grazie sempre algiochetto’ di cui si diceva sopra, saranno già sovradimensionati? Se già gli alloggi in corso di realizzazione sono più grandi del previsto, di pessima qualità, cosa succederà quando si andrà a costruire nelle meravigliose zone collinari? Dovremo vedere tante vie Don Perosi?

Sarebbe bene che la nostra amministrazione rispondesse una volta per tutte a queste domande, invece di eludere l’argomento minimizzandolo con ridicole scuse del tipo: “l’urbanistica non è l’unica questione che interessa Bagno a Ripoli” (l’unica no, ma la più importante sì, viste le irreversibili conseguenze che si possono produrre); “in fondo, a Firenze si è costruito di più” (come se Sorgane e Ponte a Ema fossero uguali a Osteria Nuova, Barocelli, Balatro e Villamagna!); “vogliamo riqualificare i centri abitati” (ma mi facciano il piacere!...direbbe Totò).

Ci sembra che fino ad ora neppure la presenza dei Verdi nella maggioranza per cinque anni abbia scalfito il carattere affaristico della politica urbanistica del nostro comune. Anzi, i Verdi sono stati tenuti buoni e soprattutto distratti con l’elargizione di qualche caramella che costava poco, come il parco di Fontesanta (di fatto sempre esistito), la bio-architettura nella scuola di Croce a Varliano, il parco dell’Arno...il tutto mentre gli altri mangiavano panettoni e spumante a spese del territorio, patrimonio della collettività.

A questo punto ci chiediamo e chiediamo ai cittadini: a chi ci dobbiamo raccomandare per non avere solo caramelle?  A San Bartolini ?!?

 

I Comitati Coordinati di Balatro, Osteria Nuova, Bubè

 

APERTA IN ANTICIPO LA CAMPAGNA ELETTORALE DEI DS ?

 

Il 9 Marzo si è tenuto, presso la casa del popolo dell’Antella, il Forum dei Democratici di Sinistra volto a dare una risposta al futuro di Bagno a Ripoli in relazione alle interazioni che il piano strategico dell’area Fiorentina trasmetterà verso il nostro Comune. Al tavolo della presidenza, oltre al moderatore Rossi, di Macchè, c’erano gli amministratori locali presenti, Dal Pino e futuri, Bartolini, oltre ad altri personaggi di spicco: da Conti, assessore all’urbanistica della Regione, a Certosi, vice presidente uscente della Provincia, a Biagi, assessore all’urbanistica del Comune di Firenze.

Oltre ai politici erano poi presenti due esperti, Casini ricercatore dell’Istituto regionale di ricerca (IRPET), e Ravenni responsabile regionale area Cultura e Sport, ma in questo caso in qualità di presidente dell’unione comunale DS. All’incontro erano invitate tutte le parti sociali della nostra realtà comunale.

Il nostro punto di vista su questo Forum non è molto positivo ma teniamo a precisare che meritano di essere estratti dal flop qualitativo e propositivo della serata alcuni degli intervenuti che fortunatamente hanno controbilanciato le dichiarazioni a dir poco pazzesche e prive di ogni sensibilità come quelle di Conti che è arrivato perfino a dire che “le nostre colline sono belle ma visto che l’agricoltura non c’è più se non ci costruiamo non ci rendono niente”, strappando persino l’atteso applauso di qualche solito noto costruttore locale presente… Oppure l’auto incensamento di Certosi che ha rivendicato il primato della Toscana e nella Toscana quello della Provincia di Firenze e in generale delle Amministrazioni di sinistra su tutto il firmamento politico e sociale europeo. Non parliamo poi di Biagi che candidamente ha ripreso il filone di Conti, ed incurante delle possibili ragioni, per le quali Firenze ha perso 100.000 abitanti negli ultimi 10 anni, ha tuttavia ammesso che Novoli soffre di una periferizzazione maggiore di Bagno a Ripoli... Ma cosa avrà voluto dire?! Forse che tra poco il nostro Comune si periferizzerà in continuità con Sorgane ?!!…..

Questi interventi ci hanno veramente preoccupati e avremmo voluto chiedere, ai presenti se a loro sembrava di essere ad un forum oppure ad un anticipo di campagna elettorale; una sorta di sgambatura di precampionato, come si dice in gergo calcistico.

Per fortuna il contraltare lo ha fatto, la gente della nostra terra, quella che conosce il nostro territorio. Aveva infatti iniziato subito Ravenni, il quale, aprendo l’incontro, ha in sostanza ripercorso la storia di Bagno a Ripoli fatta di difesa della qualità ambientale e sociale richiamandosi anche al fatto che già nel ’64 il nostro Comune aveva predisposto un piano regolatore preventivo all’assalto delle speculazioni alle quali avrebbero probabilmente aperto la strada l’abbandono delle campagne come fenomeno locale e più in generale gli elevati flussi di immigrazione propri di quell’epoca. Ha tuttavia ammesso che, nonostante tutto, sono sorte realtà come Grassina che nel giro di 30 anni ha quadruplicato i propri abitanti, tanto che oggi rappresentano la metà della popolazione di Bagno a Ripoli. Per contro non hanno goduto di proporzionali interventi strutturali globali e neppure minimali, aggiungiamo noi. Ha concluso con una sfida a ritornare ai principi di quel piano regolatore. Nel complesso ci è sembrato un bell’intervento che, in quanto introduttivo, a posteriori rimane ancor più un’oasi di saggezza in mezzo a quello che avremmo sentito dopo, dai vari Conti, Certosi, Biagi, ma contrasta fortemente con la linea urbanistica attuale del nostro Comune fatta più che altro di edificazioni anche in aree rurali come la Fonte, Osteria Nuova, Villamagna, Balatro, con la stessa indifferenza con la quale si è permesso di costruire a Grassina sotto le mura della villa Medici, in via delle Fonti; linea che sicuramente va più nel senso auspicato dall’assessore Conti, che nella direzione indicata da Ravenni.

Interessante, anche se molto tecnico, l’intervento di Casini che in sostanza ha rilevato come la flessibilità debba rappresentare oggi il cardine non solo nel lavoro, ma anche delle politiche della casa. Da sempre l’uomo ha scelto la dimora in prossimità del luogo di lavoro e quindi, se il lavoro vive di flessibilità, si dovrà creare anche una flessibilità della casa per non aumentare i livelli di mobilità e quindi la necessità di strutture. Concetto semplice, che sembra moderno, ma che è vecchio quanto l’industrializzazione quando era normale dotare le fabbriche anche del relativo villaggio per le maestranze.

Ma continuando nella nostra breve recensione, l’intervento più bello e dirompente dal grigiore generale di un Forum nel quale ha parlato in pratica solo chi doveva parlare, ma nessuno del tema della serata “il piano strategico di Firenze”, lo ha fatto la sindaco di Impruneta, Beneforti con una lezione a tutti di come si dovrebbe interpretare la partecipazione in urbanistica e nella tutela del territorio.

Le conclusioni di Bartolini candidato, o meglio sicuro futuro Sindaco DS alle prossime amministrative di Maggio, sono state molto formali e secondo noi condite di eccessivi avvitamenti nei confronti degli ospiti, tuttavia una cosa importante Bartolini l’ha detta: il discorso introduttivo di Ravenni era stato concordato e pertanto costituisce in qualche modo la strada sulla quale si muoverà la futura amministrazione.

Da quest’incontro e dalle conclusioni di Bartolini, che noi, ben inteso, auspichiamo, perché vanno nel senso di ridare al nostro Comune quanto meno uno sviluppo su una base culturale e non sugli affari, come sembra essere quello attuale, siamo tuttavia scettici perché, come dice un vecchio proverbio “dimmi con chi esci e ti dirò chi sei”, questa sera, futuro sindaco Bartolini, molti di quei compagni con cui è uscito non erano quelli giusti.

Mosè

 

MORATTI: LA SCUOLA CHE NON ASPETTA

Non vorremmo passasse inosservata la mobilitazione che nel nostro Comune, e particolarmente a Grassina, si è verificata intorno alla contestata approvazione del 1° decreto attuativo della legge delega sulla scuola meglio conosciuta come riforma Moratti

Innanzi tutto si è costituito nel nostro Comune un Coordinamento genitori-insegnanti che si è collegato anche con i circoli didattici dell’area Firenze Sud, creando anche un sito internet http://digilander.libero.it/infoscuolabaripoli/ recensito come il referente, per Firenze, nel contesto nazionale.

In particolare, per quanto riguarda il Circolo didattico II, la volontà trascinatrice della sua presidente Lia e di altre Gisella e Paola, hanno permesso l’organizzazione di una settimana di incontri, dibattiti, spettacoli presso la Scuola di Lilliano, ed una manifestazione, il 13 Gennaio, che partendo da Grassina ha portato circa 200 manifestanti fino a Ponte a Niccheri.

La manifestazione è stata molto bella  e significativa perché a Grassina nessuno aveva mai organizzato niente del genere. E' stato bello scoprire che tante giovani mamme e qualche nonna, abbiano sentito il dovere di partecipare, nella convinzione che questa riforma, nei principi ispiratori nasconda meccanismi tali da affossare pian piano la scuola pubblica, impoverendone i contenuti socializzanti ed umani, sostituendola con una scuola per aiutare i giovani a “guadagnare di più”, come la Moratti ha affermato in qualche intervista. “Principi” che hanno già portato all’abolizione del tempo pieno e prolungato per sostituirlo con un arido conteggio di ore (40) che non conterrà più quel valore aggiunto di esperienze comuni derivanti dall’unitarietà della classe, che questo modello offriva, non solo per gli allievi ma anche per le famiglie. E' stato anche bello pensare che questa partecipazione così massiccia e sentita sia stata frutto delle brutte esperienze dei nostri circoli didattici, messi da parte dall'Amministrazione comunale all'epoca del cook & chill. E' stato bello annotare anche che nello stesso giorno il Consiglio Comunale di Bagno a Ripoli abbia votato il definitivo abbandono del coock&chill riconoscendo, nell'ambito della scuola, l'assoluta necessità di scelte partecipate. Le attività e comunque le iniziative mirate ad una revisione o abrogazione di questa legge continuano con una Biciclettata che il 3 Aprile ci porterà, insieme alle scuole di Firenze, ad un presidio della sede Rai. Altre iniziative e sviluppi ulteriori mirati ad un’abrogazione della legge in quanto ritenuta incostituzionale sono recensite sul sito internet sopra ricordato.

 

Ma cosa dice questa legge ?

La legge delega Moratti è la n°53 è stata approvata dal parlamento il 28/3/2003 ed interessa tutta l’istruzione, dalla scuola materna all’università ed alla ricerca. E’ bene ricordare che per legge delega si intende un atto del parlamento che delega l’incarico al governo di predisporre decreti legislativi attuativi senza i quali la legge non sarebbe applicabile. Il 19 Febbraio è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale il primo decreto legislativo attuativo, riguardante l’infanzia, le elementari e le medie. Alla luce anche della circolare ministeriale n°29 del 5 Marzo, gli aspetti salienti di modifica rispetto all’attuale regime sono i seguenti:

1.  Le scuole materne dovranno adattarsi a far convivere bambini di 2 anni e mezzo, con necessità molte volte ancora fisiologiche, con altri, anche di un anno più grandi, perpetuando tra l’altro, in loro un’ansia di emulazione dei maggiori che oggettivamente non potranno mai soddisfare. Per risolvere in parte questi aspetti la circolare ministeriale parla di individuazione di nuove figure da inserire tra gli insegnanti di questo comparto.

2.  Le scuole elementari, che si chiameranno scuole primarie, non saranno più strutturate su 5 anni ma in un primo anno di “collegamento con l’infanzia” e due bienni. Non esisterà più il modello scolastico “tempo pieno” fatto di 40 ore settimanali vissute nell’inscindibilità della classe, della didattica e con la compresenza di due insegnanti. La Moratti ha detto molte bugie su questo punto perché ha giocato beffardamente sul numero delle ore, come elemento equiparante con la sua riforma, senza dire, appunto, che tempo pieno vuol dire gruppo.          
 Gruppo di insegnanti, gruppo di  bambini e bambine con le loro diversità in una omologazione di tutti tra tutti dove anche la mensa è educativa. Il tempo pieno della Moratti si ferma invece a 27 ore settimanali, per poi trasformare il tempo mensa in un fast-food e disgregando nelle successive ore l’unitarietà della classe in tanti rivoli (materie facoltative) con il miraggio prospettato alle famiglie di offrire un ventaglio di “percorsi formativi personalizzati per i propri figli”, che invece serviranno a particolarizzare semmai la voglia di pericolosi narcisismi di famiglia fuori dalla scuola pubblica. Finiranno così per fruire della scuola pubblica, oltre le 27 ore, solo pochi ragazzi, per i quali sarà un ritorno al doposcuola, passatempo o posteggio che dir si voglia. Infatti il “ventaglio” delle offerte per le materie facoltative, oltre le 27 ore, finiranno per esaurirsi mancando la convenienza ad impegnare un insegnante per pochi alunni a meno di non creare raggruppamenti tra vari plessi (Scuole aggregate) con relativi problemi di mobilità e di integrazione.

3.  Nelle scuole medie, che si chiameranno scuole secondarie, non esisterà più il modello scolastico “tempo prolungato” ed anche qui le offerte formative alternative assumeranno le caratteristiche anzidette per le ex elementari. Il ciclo scolastico si conformerà con un biennio iniziale seguito da un terzo anno così detto di “orientamento”.

4.  Dopo le medie viene il bello! Non esiste più la scuola dell’obbligo sostituita dal concetto del diritto dovere, cioè se vuoi lo fai, io ti garantisco solo il diritto! E viene reintrodotto l’esame di ammissione (esame di stato) per accedere ai cicli successivi che saranno 2:   
- Licei, sembra otto, per cinque anni         
- Formazione Professionale, quattro anni.              
Per essere chiari non esisteranno più figure tecniche professionali come i Ragionieri, i Geometri, i Periti, gli stessi Maestri. I Licei, come ora del resto, non daranno nessuna abilitazione, ma la cosa eclatante è quella che comunque per raggiungere un diploma l’unica strada sarà quella universitaria e quindi con 8 anni di studio, e di costi per le famiglie, e non 5 come avveniva per le categorie di scuole tecniche prima ricordate. Ma non solo, chi ha preso uno dei due canali non potrà poi più cambiare. La scelta obbligata ed irreversibile di uno dei due canali di studio, costringerà le famiglie a prevedere il futuro dei propri figli nel peggior periodo della loro età, quando è nella normalità dell’adolescenza non avere certezze. Così il loro futuro sarà determinato magari dal giudizio di insegnanti prevalenti, introdotti da questa riforma (detti Tutor) i quali avranno archiviato negli anni un “curriculum vitae” dell’allievo chiamato “portfolio”. Ci chiediamo che valore potrà avere questo portfolio a quella età quando storie di vita significative come quella di Einstein ed altri ci dimostrano come abbiano scoperto la loro genialità in età certamente più avanzata dei 14 anni. Vi immaginate, magari con questa riforma Einstein poteva finire a fare l’operaio metalmeccanico! Pertanto, a parte l’abolizione dell’età dell’obbligo scolastico, questa impossibilità di passaggio trasversale tra i canali di studio sembra riportarci verso sperequazioni di accesso al sapere che sembravano spazzate via dalle lotte studentesche del 1968. Ci chiediamo: che si tratti di restaurazione?

5.  Per il comparto universitario ne rimandiamo la trattazione ad altra occasione dicendo soltanto che l’intendimento è quello di estendere il precariato a tutte le figure docenti e della ricerca.

 

Cosa dice la Moratti

La Moratti va in giro a dire che non cambia nulla con un continuo tam tam demagogico di percentuali e di “non è vero!” che non hanno nulla a che vedere con la realtà. Per il resto snocciola una serie di bugie, sapientemente orchestrate, facendo leva anche sulla non certo esaltante esperienza della riforma Berlinguer, che impedisce, ad una certa sinistra di contrastarla adeguatamente, tende a far credere alle famiglie di dare loro, grazie alle autonomie scolastiche “approvate dal governo D’Alema”, un ventaglio di percorsi formativi personalizzati per i propri figli. La verità è che questa riforma ci riporta ad una scuola selettiva, non solo perché ritorneranno gli esami di ammissione e prendere un diploma costerà molto di più, ma in prospettiva nel favorire l’emarginazione, “desocializzando” la scuola, rendendola solo una fornitore di servizi. Si affonderà il solco delle diversità che ritorneranno visibili proprio come erano evidenti, almeno fino alla riforma della scuola media unica, 42 anni fa. Diversità che nel frattempo si era cercato di superare anche, e soprattutto con esperienze didattiche tipo tempo pieno e prolungato che di fatto avevano permesso, in ultima analisi, di attuare, forse unico esempio funzionante, anche i principi della legge 104/92 sul superamento delle barriere sociali verso le disabilità.

Cosa si può fare?

In concreto il futuro vedrà impegnati economicamente i Comuni e le Regioni, per arginare le richieste di continuità e qualità didattica che i genitori per esempio, quest’anno hanno espresso con moduli di iscrizione alternativi e cercando di far votare nei collegi dei docenti la riconferma dei piani formativi dell’anno precedente, come è accaduto da noi a Bagno a Ripoli. Tutto questo è però un modo che permette comunque di cominciare ad applicare la riforma scaricando sugli insegnanti ed i genitori le responsabilità del come. Ci sembra infatti che l’Autonomia Scolastica, si ritorca contro di noi e venga, in questo caso, utilizzata dalla Ministra per aprire più brecce possibile facendo pressione sui dirigenti delle scuole. Per questo, per salvare la scuola italiana e la sua unità su tutto il territorio nazionale, per difenderla dalla disgregazione e dal caos a cui si andrà incontro, pensiamo si possa solo battersi per il ritiro del decreto e per l’abrogazione della legge.

 

Sergio Morozzi

 

Pillole di Grandezza

Tempo pieno……

Abbiamo ricevuto una mail che ci ha commossi nello scoprire ancora oggi, dopo 50 anni, quanto sia sempre attuale il pensiero di Don Milani, il mitico prete di S. Donato a Calenzano mandato in "esilio" a Barbiana, una minuscola parrocchia sperduta tra i monti del Mugello.

Ma non fu l'importanza della parrocchia a fare grande questo umile prete che voleva insegnare a tutti a leggere e scrivere con la sua semplice pedagogia "dell'aderenza alla vita", eccelse nella sua continua lotta per il superamento delle diversità e delle ingiustizie.

Grazie, Beatrice per avercelo fatto ricordare con questo brano.

“….Del resto bisognerebbe intendersi su cosa sia lingua corretta. Le lingue le creano i poveri e poi seguitano a rinnovarle all'infinito. I ricchi le cristallizzano per poter sfottere chi non parla come loro. O per bocciarlo. Voi dite che Pierino del dottore scrive bene. Per forza, parla come voi. Appartiene alla ditta. Invece la lingua che parla e scrive Gianni è quella del suo babbo. Quando Gianni era piccino chiamava la radio lalla. E il babbo serio:- Non si dice lalla, si dice aradio. Ora, se è possibile, è bene che Gianni impari a dire anche radio. La vostra lingua potrebbe fargli comodo. Ma intanto non potete cacciarlo dalla scuola. ”Tutti i cittadini sono uguali senza distinzione di lingua”. L'ha detto la Costituzione pensando a lui.

 

(Don Lorenzo Milani - Lettere ad una  professoressa)

 


Cosa succede nel Palazzo


 

 


Resoconto Consiglio Comunale del

25 Febbraio 2004

 

Di seguito riportiamo, per motivi di spazio e praticità un sunto dei principali argomenti ed interventi trattati in C.C

1)     Dichiarazioni della vice sindaco E. Dal Pino : la quale non ha nulla da dire, interviene allora il vice presidente Ronchi che porta la discussione al secondo ordine del giorno:

2)     Discussione su le dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio Comunale del prof. G. Cherubini: riguardo a questa discussione possiamo sintetizzare i vari interventi riassumendo quelli di Burgassi dei DS, Lazzeri di FI e Ronchi di PRC. Burgassi capogruppo DS a nome della maggioranza, ha letto una mozione in favore dell’ottimo lavoro svolto dal Cherubini chiedendo il ritiro delle dimissioni nella quale tra torni di “grande sorpresa, incredulità e dispiacere" nel leggere a suo tempo le ragioni di tali dimissioni, si è dilungato a lodare le qualità umane e politiche del Cherubini, non rinnegando comunque il percorso svolto per le designazioni dei "nuovi" membri della Commissione Edilizia Integrata, apertamente osteggiato da Cherubini, come “il percorso più trasparente possibile”.          
Lazzeri, di FI, ha chiesto al Presidente dimissionario di rendere noti al Consiglio i motivi che lo hanno portato a presentare le dimissioni. Cherubini autorizza pertanto Ronchi (Vice Presidente) a leggere la lettera di dimissioni nella quale si citano i due motivi che lo hanno portato a dimettersi: la modalità con cui si sono scelti i membri della Commissione Edilizia Integrata ed il rigetto delle accuse, che gli sono state mosse dai DS, di scarsa imparzialità e scarso rispetto del regolamento del C.C.
Cherubini, intervenuto in proposito ha chiarito che è stata soprattutto la seconda accusa la goccia che ha fatto traboccare il vaso; ricordando che semmai alcuni tra i suoi meriti maggiori sono stati: il rispetto del suo ruolo istituzionale a difesa del C.C da attacchi esterni ed interni; la scrupolosa applicazione del Regolamento del C.C; la ricerca di qualità politica; apertura alla società ed infine il suo ruolo di garante.   
Ronchi, PRC, dopo aver espresso, anche lui, lodi per Cherubini, parte all’assalto della maggioranza DS con tutta una serie di considerazioni sui problemi reali del nostro Comune. Ricorda infatti che questa Legislatura è stata costellata di dimissioni eclatanti, proprio di membri della maggioranza, e che quindi anche le dimissioni di Cherubini vanno interpretate come il “fallimento della politica della maggioranza, che è incapace di governare e gestire e che proprio per questo dovrebbe essere lei a dimettersi”             
Cherubini, per ultimo, prende quindi la parola per annunciare che il dibattito ha messo in luce un diverso clima politico-istituzionale che lo ha indotto a riconsiderare le sue dimissioni.      
3)     Approvazione del programma triennale dei lavori pubblici dell’elenco annuale 2004:           
La discussione ha assunto subito le caratteristiche politiche di scontro pre-elettorale con l’intervento molto duro del presidente della IIa comm. Urbanistica. Cortini, di FI, ha ravvisato il completo fallimento nella realizzazione del programma 2003-2004, specificando che l’Amministrazione non ha neanche realizzato gli interventi che erano nel programma elettorale del '99, come il rifacimento di p.zza Umberto 1° a Grassina, i vari parcheggi, la pista ciclabile, la Variante ecc, insomma un fiasco completo. Tutto ciò, per Cortini, è dovuto a previsioni troppo ottimistiche fatte già in partenza, legate più a considerazioni pre-elettorali che a possibilità oggettive. Gli interventi successivi, dell’Ass. Pisilli e del consigliere Da Fano sono stati di segno diametralmente opposto. Hanno infatti lodato il comportamento dell’Amministrazione la quale avrebbe, a detta loro, compiuto tutto quello che era stato promesso nel '99 ed avrebbe messo in ponte opere di certa realizzazione come la Variante di Grassina ed il parcheggio di V. Costa al Rosso.      
Il programma viene quindi messo al voto e approvato: Favorevoli: (Ds+Sdi+Ci+Margherita),  contrari: il centro destra e Rifondazione.
4)     Esame ed approvazione del bilancio pluriennale 2004/2006, relazione revisionale e programmatica e programma dei lavori pubblici di cui all’art 109/94.              Il dibattito si è aperto con l’intervento molto articolato e ricco di cifre del consigliere Naldoni di AN, il quale ha affermato che tutto si può dire di questo bilancio tranne che sia "dignitoso" riferendosi alla valutazione fatta dalla Vice Sindaco Dal Pino, difatti è frutto del profondo malessere politico dei Ds che ha portato ad un malessere sociale, evidenziato dalla continua nascita di Comitati Civici e dai numerosi sconcertanti eventi accaduti all’interno della maggioranza. Successivamente Naldoni ha argomentato il suo giudizio citando tutte una serie di spese fatte dall’Amministrazione per sostenere lo sviluppo sociale, economico ecc, nel Comune, quasi tutte in netta diminuzione rispetto al bilancio precedente. Guardando poi come sono stati spesi i precedenti fondi, Naldoni esprime forti dubbi sulle scelte attuate dall’Amministrazione, il campo di baseball dell’Antella, la nuova Scuola di Croce a Varliano e il ponte pedonale a l’Antella non erano certo opere prioritarie. Replicano di Merciai e Luzzi dei DS, i quali, dopo aver lodato è giustificato l’ottimo lavoro svolto dall’Amministrazione hanno espresso due concetti per noi estremamente preoccupanti. Il primo, ad opera di Merciai secondo il quale per avere servizi migliori si deve per forza innalzare il numero degli abitanti di Bagno a Ripoli fino a 26.000, costruendo il più possibile, (ma Merciai non è titolare di un'agenzia immobiliare!?!?) affermazione per altro contraddetta dalla successiva secondo la quale a Bagno a Ripoli esisterebbero centinaia di case sfitte, alcune delle quali di proprietà del Comune. Il discorso del Luzzi è stato invece incentrato sulla scia del classico "ubi maior minor cessat". Cioè siccome il Governo centrale sta facendo sperperi economici e scelte sociali gravemente impopolari noi possiamo consolarci delle scelte fatte dalla nostra Amministrazione.           
Per concludere, l’intervento di Ronchi, RC, è stato una triste considerazione del fallimento dei tanto acclamati principi legati a temi importanti quali il Bilancio partecipato, l’edilizia popolare convenzionata e a bando, la trasparenza degli atti. Tutti temi usati, secondo Ronchi, solo a scopi pre elettorali e subito dopo abbandonati o ancor peggio sconfessati da fatti di segno diametralmente opposto e antisociali. Per il futuro Ronchi suggerisce di attivare un confronto vero e costruttivo con le varie realtà sociali.

Lorenzo Sanseverino


 


Resoconto Consiglio comunale

10 Marzo 2004

La riunione del consiglio comunale del 10 marzo scorso aveva all’ordine del giorno gli argomenti più svariati (dal servizio taxi alla zanzara tigre); la questione al primo punto, però, riguardava il tormentato problema dell’urbanistica e, in particolare, la presentazione da parte dell’amministrazione di una proposta di delibera (già annunciata dal sindaco al consiglio comunale il 13 gennaio) contenente un indirizzo non vincolante sulla modifica della perimetrazione dei centri abitati.

Bisogna infatti ricordare che il vigente piano regolatore prevede per ogni centro abitato del comune una nuova delimitazione delle aree urbane che ingloba ingiustificatamente aree agricole (fra cui mezza collina di Baroncelli e oliveti ad Osteria Nuova e in altre zone collinari) diverse ed ulteriori rispetto a quelle previste per le nuove edificazioni, senza chiarirne la destinazione; per queste ragioni, i cittadini, le varie associazioni e i comitati hanno sempre temuto che tali zone costituissero delle vere e proprie ‘casse di espansione’ per interventi edilizi ulteriori rispetto a quelli già previsti dal piano.

È stata quindi iniziata una lunga battaglia, anche da parte di alcune forze politiche, per eliminare queste ‘casse di espansione’, restituendole al territorio aperto, battaglia che è sfociata in un accordo tra le forze di maggioranza, riconosciuto pubblicamente dal sindaco fin dal 2000 e risultante da atti ufficiali del consiglio comunale, che impegnava l’amministrazione ad adottare la relativa variante al piano regolatore o comunque ad assumersi un impegno per rivedere in senso restrittivo i perimetri dei centri abitati.

Però, tutto quello che l’Amministrazione è stata in grado di fare è la proposta di una delibera, con la quale si formula tutta una serie di raccomandazioni non vincolanti, che la futura Amministrazione sarà libera di valutare come crede; a corredo della proposta, sono state allegate delle cartine che evidenziano in giallo le aree agricole da sottrarre ai vari centri abitati del territorio comunale, aree che grosso modo corrispondono alle ‘casse di espansione’ di cui si parlava prima.

La proposta è stata presentata al consiglio del 10 marzo con una breve e chiara relazione del sindaco, poi i consiglieri Cortini e Lazzeri di Forza Italia hanno chiesto alla maggioranza se intendeva votare la proposta nella sua globalità o votare per ogni singola zona raffigurata nelle cartine; la richiesta ha gettato i gruppi di maggioranza nella massima indecisione, tanto che gli stessi si sono presi dieci minuti di pausa per discuterne e, alla fine, hanno deciso di votare la delibera per intero.

Si è aperta allora la discussione; fra i vari interventi che si sono susseguiti segnaliamo quello del diessino Luzzi, che ha difeso a spada tratta l’operato del suo partito, teso alla ‘rivitalizzazione’ dei centri abitati mediante la realizzazione di nuove costruzioni, e ha manifestato platealmente il suo disagio per una delibera che, restringendo il perimetro dei centri abitati, preclude ai proprietari dei terreni che uscirebbero dalle aree urbane (come avverrebbe ad esempio a Osteria Nuova) di richiedere modifiche al piano regolatore per costruire ulteriormente, impedendo così quella completa ‘riqualificazione’ dei centri urbani per la quale i D.S. si sono tanto battuti.

Degni di nota anche gli interventi del consigliere Lazzeri di Forza Italia, che ha sottolineato l’inconsistenza di una delibera non vincolante, tesa più a placare gli animi di chi si batte contro il piano che a risolvere i problemi dell’urbanistica, del consigliere Burgassi dei Democratici di Sinistra, che, per Osteria Nuova e La Fonte, ha chiesto che venisse annotata a verbale la proposta di restringere meno il perimetro delle aree urbane per costruire a maggior distanza dalle abitazioni esistenti (dimenticandosi che un tale allontanamento era già stato previsto!) e del consigliere Grevi (Forza Italia), che, al grido di “te lo rivitalizzo io il centro urbano!”, ha provocatoriamente proposto per La Fonte un perimetro ancora più vasto di quello esistente.

Al momento della votazione, l’intera Casa delle Libertà e Rifondazione Comunista hanno abbandonato l’aula facendo venir meno il numero legale (erano assenti anche due consiglieri D.S.) e il presidente Cherubini, fra i mugugni di qualche consigliere, ha sciolto la seduta, che quindi si è conclusa con un nulla di fatto.    

                Le nostre considerazioni. A ben vedere non siamo certo soddisfatti per la non approvazione di questa delibera ma chi ha assistito al dibattito in consiglio si sarebbe convinto che la differenza tra un simile provvedimento ed il nulla sarebbe stata ben poca. Infatti la delibera in questione avrebbe avuto la consistenza di una piccola caramellina pre-elettorale, che, appena messa in bocca, si sarebbe sciolta subito senza lasciare traccia di sé e soprattutto senza cancellare l’amarezza che suscita la politica urbanistica ripolese.

È infatti sconcertante che ai ripetuti appelli provenienti da più parti della società civile contro le evidenti storture del Piano regolatore l’amministrazione comunale abbia tentato di rispondere, dopo vari anni, con una mera proposta non vincolante, quando allo stesso tempo la stessa amministrazione è solerte nel venire incontro alle pressioni provenienti da alcuni soggetti privati i cui interessi (anche se legittimi) nulla hanno a che vedere con gli interessi della collettività.

Del resto, dagli interventi di alcuni consiglieri si è capito chiaramente che anche la stessa maggioranza non era troppo convinta di quello che stava facendo, visto che qualche esponente del maggior partito ha riconosciuto chiaramente che nuovi piani attuativi (contenenti varianti agli attuali interventi edificatori) sono alle porte e debbono essere approvati senza indugio (ma il Consiglio Comunale non era sciolto?), vincolando, questa volta sì, la futura Amministrazione che nulla potrà più fare per evitare lo scempio delle nostre colline.

 



LA CAMPANA STA SUONANDO                     TEGOLAIA     InFORMA


Il 5 marzo u.s. si è tenuto, presso il Comune di Bagno a Ripoli, l’ennesimo incontro tra il Sindaco ed una rappresentanza degli abitanti di Via Tegolaia. Presente all’incontro anche un rappresentante del Coordinamento dei Comitati Civici.    
Tema dell’incontro l’ormai annoso problema della viabilità della Via Tegolaia, un problema che è stato posto all’attenzione dell’Autorità Comunale fin dal 1996 e che l’anno scorso provocò anche una colorita protesta con affissioni di cartelli lungo tutta la strada. Ma cosa chiedono (o meglio chiedevano) gli abitanti di Via Tegolaia?

In sintesi:

1.      Impegno da parte dell’Amministrazione Comunale di acquisire l’area del magazzino Enel (da diversi anni inutilizzato) per destinarla a parcheggio pubblico;

2.      Messa in sicurezza della strada (prevedendo idonei marciapiedi) che è percorsa da un sempre crescente traffico veicolare, in modo da garantire l’incolumità dei pedoni.

 

Sul primo punto l’Amministrazione ha dichiarato di aver provveduto a ben definire la destinazione uso dell’area che, proprio in base alla nuova delibera, potrà essere utilizzata esclusivamente come parcheggio.

Sul secondo punto l’Amministrazione Comunale ha fatto, ancora una volta, la politica dello scarica barile. A conferma di quanto affermato, ricordiamo il contenuto delle due lettere inviateci da detta Amministrazione in risposta alla nostra del 26/7/96. Con la prima (3/10/96) il Sindaco si impegnava a migliorare la situazione di Via Tegolaia in considerazione anche della riattivazione della scuola elementare. Detto miglioramento si sarebbe concretizzato con lo spostamento della sede della Fratellanza Popolare e con un più idoneo utilizzo dell’area occupata dal magazzino Enel. Con la seconda (6/12/96) veniva ribadito l’impegno da parte del Comune di prendere in considerazione ogni soluzione capace di realizzare un percorso pedonale protetto ed un aumento dei posti macchina destinati a parcheggio.         
A fronte di detti impegni, nello scorso mese di febbraio, in concomitanza della manutenzione di un breve tratto di marciapiede, l’Amministrazione Comunale ha accolto (o meglio, fatto finta di accogliere) una richiesta degli abitanti provvedendo ad istituire, in Via Tegolaia, il senso unico. L’esperimento, inserito in un contesto dove la viabilità ha un equilibrio altamente precario e reso operante senza prendere gli adeguati correttivi che per forza di cose avrebbero dovuto coinvolgere anche aree adiacenti, era destinato a fallire.

E così è stato: il 5 marzo la V. Sindaco, mostrando lettere di protesta di alcuni cittadini, si è detta “obbligata” a ripristinare il doppio senso di marcia aggiungendo che l’attuale Amministrazione il problema di Via Tegolaia, e della viabilità in genere di Grassina, li lascia in eredità alla prossima Amministrazione (!?!).

 

Da questa esperienza si possono trarre alcune considerazioni:

 

1.      L’Amministrazione ha, ancora una volta, dimostrato tutta la sua incompetenza tecnica;

2.      L’Amministrazione, anziché sensibilizzare i cittadini non direttamente interessati, ha tentato di innescare una “guerra tra poveri” per continuare a non far niente per la sicurezza e la viabilità di Via Tegolaia in particolare e di tutta Grassina in generale;

3.      La ormai famosa “variante” non solo non apporterà miglioramenti alla viabilità di Grassina ma, fatta al solo scopo di poter effettuare l’ennesima colata di cemento, peggiorerà la situazione;

4.       L’Amministrazione non sta affrontando con la dovuta serietà la questione sicurezza. In Via Tegolaia si è rischiato molte volte l’incidente grave e pertanto gli abitanti colgono l’occasione per ribadire che, in caso di incidenti, riterranno colpevole l’Amministrazione Comunale e, se del caso, potranno anche costituirsi parte civile.

In considerazione di quanto sopra gli abitanti di Via Tegolaia, non accontentandosi delle stesse parole che si sentono ripetere da 8 anni, attueranno ulteriori forme di protesta e di mobilitazione anche in sedi extra comunali.

 

Documento ricevuto dal Comitato di Via Tegolaia e sottoscritto anche dal Coordinamento dei C. Civici

 

 

 

Grassina, 6 marzo 2004  

 

 


 


 

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