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DIAMO VOCE ALL’ALTRA CAMPANA!
Con questo primo numero, nasce il giornalino del Coordinamento dei Comitati Civici di Bagno a Ripoli. Sin dalla sua costituzione, il Coordinamento, organizzazione apartitica e libera da legami con qualsivoglia schieramento politico, si è posto l’obiettivo di colmare il forte scollamento fra i cittadini e le Istituzioni, svolgendo attività di sensibilizzazione della popolazione sulle problematiche che interessano il Comune di Bagno a Ripoli e stimolando la partecipazione della cittadinanza alle decisioni dell’Amministrazione comunale. Questo obiettivo, a nostro avviso, è di fondamentale importanza, anche perché negli ultimi quindici anni sono state emanate importanti leggi, tese ad assicurare la massima trasparenza delle Amministrazioni pubbliche e a garantire la partecipazione dei cittadini, delle associazioni e dei comitati alle scelte degli enti locali, per una miglior tutela dei cosiddetti interessi ‘diffusi’, che quindi hanno assunto grande rilevanza giuridica. Tuttavia, si deve amaramente constatare come in concreto l’attività delle amministrazioni locali si ponga in totale controtendenza rispetto ai sopra menzionati principi; sempre più frequentemente, ormai, vengono compiute scelte contrastanti con gli interessi e le esigenze della collettività, in favore di interessi anche troppo particolari, e la stessa trasparenza viene vissuta dalle Amministrazioni con un certo ‘disagio’. Sarebbe naturale invece, quando si esamina una qualsiasi questione, dare voce alle varie posizioni che si formano in merito, ascoltare prima una campana e poi...l’altra campana. Nel caso di Bagno a Ripoli, l’Amministrazione comunale e il partito di maggior consistenza dell’attuale maggioranza fanno sentire la propria campana con i loro giornalini “Bagno a Ripoli” e “Macché”, ma non ascoltano né tantomeno danno voce all’altra campana: i cittadini, le associazioni ed i comitati apartitici. È venuto il momento, quindi, di dare voce anche a questa campana e questo giornalino nasce proprio per colmare una simile mancanza; con il giornalino, infatti, potremo dare alla cittadinanza un’informazione completa su quanto viene discusso nei consigli comunali e nei vari incontri pubblici, sulle vicende che in generale interessano il nostro Comune e su tutto quanto, fino ad ora, era conosciuto soltanto dagli ‘addetti ai lavori’. Allo stesso tempo, il giornalino è aperto a tutti coloro che vorranno scriverci, con lettere o brevi articoli, segnalando problematiche e quant’altro meriti di essere posto all’attenzione di tutti e, in particolare, dell’Amministrazione comunale. Ricordiamo anche che, oltre al giornalino, il Coordinamento ha già da tempo attivato un sito Internet (http://digilander.libero.it/cccbaripoli), nel quale vengono trattati questi e altri argomenti. Riteniamo che con tali strumenti si possa efficacemente dare voce all’altra campana, con la speranza di poter recuperare il distacco fra le Istituzioni pubbliche e la cittadinanza e di rendere le Amministrazioni più attente alle reali esigenze della popolazione.
…..Buona lettura
Dai Comitati Coordinati di Balatro, Osteria Nuova, Bubè
IN QUESTO NUMERO
l
La favola delle giovani coppie
Si avvicinano le elezioni e si risente
parlare di costruire nuove case...
l Presentata la variante per Capannuccia!
l Non è uno scherzo ma la verità e vi spieghiamo perché. Intanto Grassina può attendere.
· Cosa succede nel Palazzo:
La forma è salva ma la democrazia…...
Questo matrimonio non s’ha da fare.
LA FAVOLA DELLE GIOVANI COPPIE
Si avvicinano le elezioni
e si risente parlare di costruire nuove case. I politici locali, a Bagno a
Ripoli come altrove, provano a riproporre l’argomento che occorre
costruire ancora “per offrire abitazioni a prezzi moderati, soprattutto
ai giovani”. Stupisce che si abbia il coraggio di dire ancora cose che
sono ampiamente smentite dalla realtà che è sotto gli occhi di
tutti. Lo stesso argomento fu usato cinque anni fa, per giustificare la
costruzione dell’equivalente di più di 1000 appartamenti; oggi
abbiamo la dimostrazione che con questa politica edilizia non si è
risolto alcun “disagio abitativo” - mentre in compenso si sono
fatti sicuri danni all’ambiente e al paesaggio. Ma se questa politica non
ha funzionato in passato, non potrà funzionare in futuro. Bastano poche
semplici considerazioni:
1) solo una piccola
parte delle nuove case è a prezzo ridotto, e anche queste costano molto.
A Bagno a Ripoli il prezzo degli appartamenti nuovi si aggira intorno
ai 10 milioni di lire al metro quadro. Solo una piccola frazione (meno del 15%
nei programmi iniziali del Comune) delle nuove costruzioni viene offerto a
prezzi controllati. Anche se non si conoscono dati ufficiali - perché il
Comune non ha mai voluto fornirli - gli esempi che si hanno a disposizione
parlano di riduzioni di prezzo modeste anche per questa piccola frazione. Si
aggiunga che la maggior parte delle case, per potere sfruttare la norma-truffa
sul raddoppio delle dimensioni (di cui si parla in altra parte del giornale),
sono superiori ai 100 mq. Si dice che nel complesso di via Don Perosi non ci
sia un appartamento venduto sotto il miliardo di lire. Si tratta quindi, nella
migliore delle ipotesi, di edilizia destinata alla fascia medio-alta del
mercato.
2) non sarà
mai possibile soddisfare tutte le richieste. Anche accettando il fatto
che questa operazione tende a risolvere, non il “bisogno”, ma la
“domanda” economica di cittadini a reddito elevato, è
evidente che questa domanda di case, di alto valore ma comunque parzialmente
scontate, è in sé sostanzialmente inesauribile. Non sono forse
migliaia, o milioni se si considera il mercato >> segue a pag. II
segue da pag. I << nazionale e internazionale, i soggetti interessati
a questi beni anche solo come investimento? Anche se si impongono requisiti
sulla residenza del compratore (che pongono qualche dubbio di
legittimità - pensiamo alle recenti polemiche sul maggior punteggio concesso
ai lombardi per l’assegnazione di case in quella regione - e che comunque
possono essere facilmente aggirati) il numero di potenziali acquirenti rimane
enorme. Di fatto quindi, non solo si costruisce per chi ha un alto reddito, ma
tra questi si fa una selezione arbitraria, inconciliabile con gli scopi
sociali che ci si sono preposti - senza considerare che i meccanismi di assegnazione
sono fortemente esposti al rischio di favoritismi e di corruzione.
3) la domanda dei
residenti si può risolvere con le case che ci sono. Tutti
continuano a ignorare un semplice dato: la popolazione del nostro Comune
è in costante diminuzione. Ciò significa, pare ovvio, che gli
spazi a disposizione degli abitanti aumentano, perché una quota di case
esistenti si rende disponibile. Si aggiunga che con il passare del tempo la
superficie abitativa media per persona tende a diminuire, quindi la stessa
popolazione ha bisogno di meno edifici, non di più. In altre parole, un
giovane che cerca una casa nello stesso comune la troverà perché
un anziano è deceduto o a una famiglia in età avanzata, avendo
bisogno di meno spazio, ristruttura e vende (o affitta) parte della propria
abitazione.
Alla luce di queste considerazioni, dire che si devono costruire nuove case per
risolvere il disagio abitativo è un po’ come dire che si devono
aprire nuovi ristoranti per risolvere il problema della fame nel mondo!
Insomma: si tratta di affermazioni palesemente pretestuose, che nascondono i
reali motivi che sono alla base dell’irrefrenabile inclinazione delle
amministrazioni verso l’edilizia residenziale. “Vendere” una
risorsa non propria e sostanzialmente illimitata come il territorio per
incassare gli oneri di urbanizzazione (scaricando i costi e le
responsabilità della reale urbanizzazione sulle amministrazioni future),
l’ICI e le altre imposte, è infatti per gli amministratori uno dei
modi più semplici (se non il più semplice) per ripianare i
bilanci. Anche perché, a differenza di quando si alzano le tasse, in questa
operazione si hanno come sicuri alleati tanti soggetti: i fortunati proprietari
dei terreni, le imprese di costruzione, gli acquirenti.
Ma se la favola del “costruire case per le giovani coppie a basso
reddito” fosse solo un esempio di (odioso) sfruttamento a fini
politico-economici di un problema sociale grave, di dimensione nazionale, come
quello dei costi proibitivi delle case, non varrebbe la pena di parlarne qui.
Purtroppo però a farne le spese è un bene pubblico,
drammaticamente non rinnovabile, come il territorio. Un territorio che sotto il
profilo paesaggistico e ambientale è già in situazione di emergenza
e che dovrebbe essere amministrato con grande oculatezza. La triste
realtà è invece che l’attuale Piano Regolatore e le sue
prospettate varianti non produrranno una sola casa a prezzo accessibile, ma in
compenso faranno scempio, come già si è fatto, di alcuni tra i
luoghi più belli delle nostre colline - per un valore immobiliare
stimabile in 700 miliardi di lire. Un vantaggio per pochi a spese del
patrimonio di tutti.
Giorgio Signorini
Presentata la variante per Capannuccia ! Grassina può attendere.
Un po’ di Storia della Variante di Grassina
Della variante di Grassina si
è in pratica parlato fin dagli anni ’60 ed i più anziani ci
hanno raccontato di varie ipotesi, alcune anche molto fantasiose, che la
volevano far passare dalla Fattucchia altri sulla riva destra
dell’Ema per poi proseguire verso Scolivigne e da lì,
correndo lungo il fiume, fino a Meleto, sulla provinciale che da Strada in
Chianti va a S.Polo, per poi ricongiungersi alla Chiantigiana. A
parte l’ipotesi della Fattucchia, sulla quale vorremmo che
qualcuno ci scrivesse per saperne di più, anche perché abbiamo
qualche difficoltà nel capire, l’altra ci sembra abbastanza
verosimile. Di fatto però solo a metà anni ‘90 nasce a
Grassina in Comitato per la variante che raccoglie le firme per
richiederla. Appoggiato dall’Amministrazione comunale il Comitato segue
la stesura di un progetto che tiene giustamente in considerazione gli aspetti
ambientali e funzionali di quest’opera. Verso il 2000 il progetto
è pronto e viene presentato alla Regione. Partecipano alla presentazione
anche i Comuni limitrofi interessati, Greve ed Impruneta. Il progetto viene
subito accantonato per il costo eccessivo (si parlò di 130Miliardi di
lire) derivante in parte dal fatto che, essendo all’epoca la Chiantigiana
una strada statale, l’intervento doveva rispondere a normative
costruttive che ne facevano quasi una superstrada con corsie e gallerie di
standard dimensionale e costi superiori. Tuttavia il progetto ben si sposava
con le necessità ambientali e funzionali; nonostante ciò ci fu
ufficialmente il rifiuto da parte di Impruneta ad avere sul proprio territorio
questa nuova strada, mentre il Comune di Greve manifestò
l’indisponibilità a concorrere nel finanziamento. Successivamente
la strada è stata declassata a Regionale e la nuova variante richiede di
conseguenza standard costruttivi meno costosi. Questa variazione ne ha fatto
passare anche la competenza dall'Anas alla Provincia di Firenze
che ha predisposto, negli ultimi 3 anni, almeno due ipotesi di progetto che
però percorrevano solo il territorio del nostro Comune. Poi è
arrivato quest’ultimo progetto illustrato in Regione alle Amministrazioni
interessate, a fine Dicembre.
Dove
passerà la Variante
(vedi Fig.1 e 2 alle pagine VI e-VII)
Il progetto di variante attuale parte da Ponte a Niccheri, dove si
innesta con la viabilità esistente in via dell'Antella, in
corrispondenza dell'impianto depuratore; corre tra lo stadio ed il viale
alberato con un viadotto in cemento armato, del quale al momento non conosciamo
l'altezza, per poi salire a Belmonte, copiando nel primo tratto una
mulattiera esistente, per innestarsi, in corrispondenza della nota curva a
gomito, con l'attuale via di Belmonte. Prosegue sul crinale e dopo uno
svincolo verso Balatro, scende verso il Fosso delle Argille,
passa in trincea sotto via di Lilliano e prosegue tra la villa della
Torre e l'abitato di via Giotto, fino a Ghiacciaia, dove
è previsto il primo svincolo con rotatoria per via di Tizzano.
Quindi, copiando l'attuale percorso della provinciale per >> segue a
pag. III
segue da pag. II << S.Polo, raggiunge altre due rotatorie,
una a Scolivigne e l’altra a Capannuccia; supera l'Ema con
un ponte; costeggia il fiume per un certo tratto e senza toccare il golf
dell’Ugolino, inizia a salire verso le Mortinete, per
reinnestarsi con la Chiantigiana poco sopra l'esistente laghetto
artificiale, in corrispondenza della località La Presura.
Ma questa
è la variante per Capannuccia!
Non è uno scherzo ma semplicemente quello che temiamo alla
fine sarà questa variante. In primo luogo, visto che è stato
riconfermato lo stesso finanziamento di 18 Milioni di Euro, già ritenuti
insufficienti per precedenti ipotesi che tra l’altro prevedevano un
percorso più breve, dubitiamo che quest’opera possa avere un
inizio, ma se poi avesse anche una fine, immaginate quale potrebbe essere il
suo livello qualitativo generale. Queste considerazioni autorizzano a pensare
che il progetto sia in buona parte frutto di propaganda pre-elettorale o che comunque,
la sua apparente irrealizzabilità, possa celare un piano d’azione
premeditato per anticipare gli affari ai soliti noti costruttori, ma non certo
per risolvere i problemi di Grassina. Attendono infatti di essere realizzati
più di 200 appartamenti nell’area della vecchia fornace della
Capannuccia, in aggiunta ad altri previsti intorno alla strada ed
all'abitato attuale di quello che poi sarà un ex piccolo borgo. Per
sbloccarne la costruzione, fino ad oggi improponibile per mancanza di
un’idonea viabilità, basterà, con quei pochi soldi
pubblici, realizzare solo il primo tratto di variante, quello da Ponte a Niccheri
a via di Tizzano (Ghiacciaia), ed il gioco sarà fatto. Ecco qua la Variante per la
Capannuccia! il resto potrà attendere. Potranno attendere i
commercianti di Grassina, illusi con la favola del centro chiuso al traffico e
gli abitanti, anch’essi illusi di non vedere più il traffico
pesante del Chianti transitare sotto le loro finestre! Certo c'è chi
starà peggio, come gli abitanti di Ponte A Niccheri che avranno
anche il traffico del nuovo paese di Capannuccia, oltre a tutto quello
che hanno già intorno, ed al nuovo traffico che con la scusa della
variante proverrà da nuove urbanizzazioni dei comuni del Chianti.
Vorremmo che qualcuno ci spiegasse chi porterà tutte queste auto da
Ponte a Niccheri a Firenze perché in tutto questo progetto di variante
non si fa riferimento a nessuna opera mirata al trasporto pubblico, che tenga
conto anche del piano strategico di Firenze. Nel contesto di Grassina ci
chiediamo invece chi possa ancora pensare di portare altra gente ad abitare a
Capannuccia facendo ricadere altro traffico di servizio su via di Tizzano
che nel tratto parallelo a via Giotto, non potrà mai sopportare!!
Forse si vuole continuare nel segno del tanto peggio tanto meglio che ha
permesso la cementificazione di Grassina su un'area molte volte più
grande del paese originario, senza alcuna cura per mitigare l'impatto
ambientale e paesaggistico; senza prevedere strutture urbanistiche
(viabilità, opere pubbliche) e sociali (servizi, tessuto commerciale)
adeguati. Purtroppo temiamo che anche la futura Amministrazione continui a
ripetere gli stessi errori, magari, questa volta, coprendo gli occhi ai
cittadini con l'alibi della Variante.
Il Nostro
punto vista sul progetto e le nostre proposte
La prima impressione che si ha analizzando questo progetto è
che in pratica non cambia niente rispetto alle ipotesi preliminari
particolarmente contestate dai cittadini di Ponte a Niccheri, da Italia
Nostra e dal Coordinamento dei Comitati. Non viene fisicamente
toccato il viale dei tigli che caratterizza l'ingresso a Grassina, ma un
viadotto sopraelevato lo affianca per metà. L’isolato di Ponte a Niccheri
viene fatto prigioniero tra la vecchia e la nuova strada riproponendo la
necessità di dare ascolto agli abitanti che chiedevano un innesto della
variante con via dell’Antella, tra la Caserma dei Carabinieri
e l’Ospedale ed una breve galleria ad una certa quota della collina
di Belmonte che permettesse di recuperare una pendenza accettabile per
superarla evitando di stravolgere ulteriormente la già nevralgica area
abitata. Le novità, rispetto ai preliminari precedenti, riguardano la
scomparsa dello svincolo di Lilliano e l'ultima parte del tracciato
corre in territorio imprunetino, eliminando finalmente l’assurda reimmissione
della variante a monte di Grassina, poco prima della strettoia della villa
Ugolino, prevista nel precedente preliminare. Premesso quanto sopra
riteniamo tuttavia che questo progetto non sia funzionale a Grassina: Secondo
noi, infatti, i punti di innesto di questa variante, sono troppo distanti,
rispetto all’abitato di Grassina, sia a monte che a valle introducendo il
duplice difetto di sacrificare troppo territorio e di non essere efficace
nell’allontanare il traffico locale dal centro del paese. A nostro parere,
occorreva invece prendere in seria considerazione, ancor prima, l’ipotesi
di una vera soluzione per Grassina, realizzabile in tempi brevi e con costi
contenuti, che poteva costituire un'alternativa immediata al primo tratto della
variante, realizzando una "bretella" che congiungesse i due estremi
dell'abitato (più o meno l'incrocio tra la via Chiantigiana e via
Boccaccio, verso Firenze, e tra la stessa strada e via di Tizzano,
verso il Chianti) passando sulla riva destra dell'Ema;
utilizzando a questo scopo gli spazi aperti tra il torrente e la collina,
cogliendo l’occasione per ristrutturare e riqualificare le aree
pubbliche, sportive e ricreative esistenti e ricavare lo spazio anche per un
parcheggio e nuovi servizi, nonché accessi pedonali e ciclabili
funzionali al centro del paese. Questo è quello che servirebbe ai
cittadini di Grassina! Riteniamo tuttavia che qualsiasi soluzione risulterebbe
vana se non si arrestasse ogni ulteriore espansione dell'abitato consolidato
riconoscendo (attraverso la modifica dell'attuale piano regolatore) la
vocazione agricola o/e il valore paesaggistico delle aree adiacenti al paese.
Nel progetto rileviamo inoltre l’assoluta mancanza di premesse reali per
un'alternativa efficace all'uso del mezzo privato per i collegamenti con
Firenze, anche da parte dei comuni del Chianti, realizzabile attraverso un
serio piano di trasporti pubblici in corsia protetta facente capo a parcheggi
scambiatori ai limiti dell'abitato consolidato di Grassina. Dal punto di vista
dei finanziamenti destinati alla variante, qualcuno ci ha spiegato che lo
stanziamento di 18 Milioni è destinato dalla Regione a coprire
solo i costi delle infrastrutture non rifinite, mentre il recupero
paesaggistico per mitigare l'impatto ambientale della variante sarà a
carico della sola Amministrazione Comunale di Bagno a Ripoli. Abbiamo
pertanto qualche dubbio che si possa fare una seria ambietalizzazione, a meno
di voler condizionare pesantemente, per molti lustri, i bilanci comunali.
Sergio Morozzi
Cosa succede nel Palazzo
Valerio Pellegrini
Resoconto Consiglio comunale
28 Gennaio 2004
Questo Consiglio Comunale aveva all’ordine del giorno l'approvazione di
due piani attuavi contestati dal Comitato di Balatro e dintorni che
aveva presentato osservazioni, relative sia al deposito di oli infiammabili
(Kerosene), in zona Tavarnuzze e sia riguardo al Centro ippico di Via
di Picille meglio conosciuto come "Il Borro". Una numerosa
cornice di pubblico, interessata ad assistere al dibattimento da opposte
motivazioni, ha seguito compostamente, fino alle 1.00 della notte, la conclusione
del Consiglio. Sul primo piano attuativo i consiglieri contrari hanno espresso
perplessità, non solo riguardo al piano di intervento ed al luogo
prescelto, ma sulle cause che hanno portato alla scelta di questo sito. Sia Lazzeri
(FI) che Ronchi (PRC) hanno manifestato la loro sorpresa per il fatto che
guarda caso, dove si trovava precedentemente il deposito, in via di Picille,
quell’area è stata edificata dallo stesso proprietario che oggi
chiede un nuovo sito di stoccaggio per gli infiammabili, dimostrando che
concedere di edificare viene, nel nostro Comune, ancor prima di chiedersi come
e dove l'esistente deposito poteva o doveva essere spostato. Così ora ci
ritroviamo questo piano attuativo, presentato come una necessità
inderogabile. Il piano è stato approvato con i voti della maggioranza
(DS, Margherita, SDI, Comunisti Italiani), contrari (Casa delle Libertà,
PRC).
Abbiamo poi assistito ad un deplorevole atto di “consociativismo”
tra maggioranza ed opposizione di centro destra, per cercare un accordo
dell’ultimo momento, nel corridoio del palazzo, sul piano attuativo del
centro ippico il Borro. Il tutto mentre Vezzani dei CI legge un lungo quanto
ben fatto documento di protesta contro la riforma della scuola Moratti da
inviare al Presidente del Consiglio ed ai ministeri interessati, poi approvato
da tutti i gruppi ad eccezione, naturalmente, della Casa delle Libertà.
La “riunione consociativa" aveva però nel frattempo partorito
un manoscritto comune tra la Casa delle Libertà e la maggioranza, nel
quale vengono fissate alcune elementari questioni da sanare che riguardano gli
accessi al maneggio da via di Picille e la strada privata del maneggio. A parer
nostro non è ben chiaro chi dovrebbe effettuare questi interventi, come
tanti altri che dovrebbero essere garantiti da una fideiussione. Alla
resa dei voti: favorevoli, Ds, SDI, Comunisti Italiani, contrari PRC, astenuti
(per ragioni diverse) Casa delle libertà e (Verdi-Margherita).
Conclusioni. Non c'è stata
la bagarre tra >>segue a pag. V segue da pag. IV<< le
opposte fazioni, come tutti si aspettavano, a partire dalla V.S Dal Pino, ma si
è capito benissimo che la riunione "consociativa" aveva lo
scopo di mediare interessi trasversali tra i quali tuttavia non c'erano
quelli della collettività locale più volte etichettata in passato
come "quelli delle ville di Picille”.
Certo, rispetto all'iniziale progetto presentato, che in pratica cementificava
la valletta con un ecomostro di quasi 21.000 mc, più ulteriori superfici
aperte, qualche passo è stato fatto, ma non quello più importante
che doveva derivare dalla palese evidenza di incompatibilità ambientale
di un intervento invasivo, non foss’altro perché insiste su un
fazzoletto di terra incastrato appunto, in un borro. Osserviamo inoltre che le
analisi tecniche e di sicurezza eseguite, secondo noi, hanno sorvolato sul contesto
in cui "l'Associazione Sportiva il Borro" ha dichiarato di operare
fin dall'inizio, facendosi fiore all'occhiello dell'attività equestre
terapeutica per soggetti down. Come si fa a ritenere sicuro, con soggetti di
tale natura, un sito ove sfidiamo chiunque a rimanere su una barella d'ambulanza
quando la pendenza della strada raggiunge anche il 30%. Con quali mezzi si
pensa di effettuare il soccorso di emergenza? Sempre con l'elicottero? Ci sono
bastate queste constatazioni per capire che l'attività terapeutica
qualificante era solo uno specchietto per le allodole ed un probabile mezzo per
ricevere aiuti dalla Regione. Tralasciando per il momento le questioni
tecniche, il Comitato di Balatro ha peccato nell'aver voluto credere che questa
Amministrazione avesse al primo posto, tra le sue priorità, la tutela
del benessere e della qualità di vita dei cittadini che vivono il loro
territorio partecipando anche all'economia dell'Amministrazione. Dopo, semmai,
sarebbero venuti coloro che considerano il nostro territorio come terra di
conquista o per fare affari. Nonostante queste evidenti contraddizioni,
l'Amministrazione (Dal Pino) e i DS (Burgassi) si sono detti pienamente
soddisfattati per il lavoro svolto, sia dagli uffici che dal
"meccanismo" della partecipazione popolare, confondendo forse la
partecipazione con la ricezione di osservazioni che, a questo punto, sono
servite solo a procurar loro un alibi per poter dire di "aver ascoltato
tutti". Si sono invece ascoltate tutte le volontà dei proponenti i
progetti, anteponendo talvolta le loro possibilità economiche
all'interesse generale. Vogliamo vedere su quale base sarà calcolata
la fideiussione (garanzia) per il ripristino dei luoghi e soprattutto su
quali garanzie reali; a tal fine abbiamo richiesto copia della convenzione.
Abbiamo assistito a giochi e giochetti per far credere che la viabilità
non fosse determinante, così come gli sbancamenti la cui valutazione
è stata furbescamente rimandata alla fase esecutiva, come se non fossero
fondamentali per l'esistenza stessa del progetto e la tutela dei luoghi.
L'importante era invece approvare le dimensioni del Centro, una cosa che tutti
potevano capire trattandosi di un numero, il resto poteva aspettare. Questo
modo di trattare gli interventi sul nostro territorio, rende l'idea del vuoto
di significato che parole come valorizzazione (per chi? diciamo noi), e
riqualificazione (di cosa, diciamo noi), principi ispiratori del PRG e del RU
assumono in questo contesto. Per cui ci sentiamo di ricordare ai cittadini di
Balatro ed in generale a chi comincia a capire come funziona la politica, una
nota battuta:.Meditate gente, Meditate..... Lorenzo Sanseverino
Perle di Democrazia
Potremmo tuttavia continuare con l’altra “perla” della riunione consociativa svoltasi durante il Consiglio del 28 Gennaio recensita nel precedente articolo, nella quale, maggioranza ed opposizione di centro destra, hanno dato un eccellente esempio di “democrazia basata sull’accordo preventivo” perché convenienza voleva non accontentare e scontentare nessuno.
Il pubblico presente avrà gradito?
Mosè
Mai più Renzo e Lucia
Quando annunciammo la nascita del Coordinamento all’Amministrazione Comunale ci ergemmo a paladini di coloro che, ben inteso nel nostro contesto, possono comunque essere paragonati a queste due figure emblematiche dei Promessi sposi che loro malgrado sottostanno a tutte le imposizioni ed i soprusi che gli vengono da quei poteri dei quali non sapevano e non avrebbero mai immaginato che potessero essere persino interessati al loro destino di sposi promessi. Viene a proposito l’articolo che tratta della “favola delle giovani coppie” e successivo del C. Comunale del 13/1, nei quali si richiamano meccanismi poco trasparenti, che si vogliono comunque perpetuare, a causa di “impegni” presi dall’Amministrazione, con i costruttori e/o proprietari dei terreni edificabili. Impegni che a questo punto sarà bene rendere pubblici in quanto avranno effetti diretti sulla “felicità dei vari Renzo e Lucia” quando si scopriranno esclusi dall’acquisto della casa, non solo per il prezzo troppo elevato, ma anche per l’oscuro meccanismo di assegnazione della quota parte di case a prezzo concordato (pari ufficialmente a circa la metà di quello di mercato). Assegnazione che nella maggior parte dei casi avviene, dopo già discutibili discriminanti di accesso alla graduatoria, a completa discrezione del Costruttore/Proprietario, il quale, in questo contesto, è facile intuire come possa assumere il ruolo di “Don Rodrigo”, nelle vesti di battitore d'asta, partendo dal prezzo base concordato, tra i concorrenti in graduatoria, non facendo certo un piacere al fisco e neppure a Renzo e Lucia. “Questo matrimonio non s’ha da fare!” Così la similitudine con il capolavoro manzoniano é completa.
Mosè
Fig. 1 La Variante da Ponte a Niccheri a via di Tizzano (Ghiacciaia)
Fig. 2 La Variante da Ghiacciaia alle Mortinete (La Presura)
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