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DIAMO VOCE ALL’ALTRA CAMPANA!

 

Con questo primo numero, nasce il giornalino del Coordinamento dei Comitati Civici di Bagno a Ripoli. Sin dalla sua costituzione, il Coordinamento, organizzazione apartitica e libera da legami con qualsivoglia schieramento politico, si è posto l’obiettivo di colmare il forte scollamento fra i cittadini e le Istituzioni, svolgendo attività di sensibilizzazione della popolazione sulle problematiche che interessano il Comune di Bagno a Ripoli e stimolando la partecipazione della cittadinanza alle decisioni dell’Amministrazione comunale. Questo obiettivo, a nostro avviso, è di fondamentale importanza, anche perché negli ultimi quindici anni sono state emanate importanti leggi, tese ad assicurare la massima trasparenza delle Amministrazioni pubbliche e a garantire la partecipazione dei cittadini, delle associazioni e dei comitati alle scelte degli enti locali, per una miglior tutela dei cosiddetti interessi ‘diffusi’, che quindi hanno assunto grande rilevanza giuridica. Tuttavia, si deve amaramente constatare come in concreto l’attività delle amministrazioni locali si ponga in totale controtendenza rispetto ai sopra menzionati principi; sempre più frequentemente, ormai, vengono compiute scelte contrastanti con gli interessi e le esigenze della collettività, in favore di interessi anche troppo particolari, e la stessa trasparenza viene vissuta dalle Amministrazioni con un certo ‘disagio’. Sarebbe naturale invece, quando si esamina una qualsiasi questione, dare voce alle varie posizioni che si formano in merito, ascoltare prima una campana e poi...l’altra campana. Nel caso di Bagno a Ripoli, l’Amministrazione comunale e il partito di maggior consistenza dell’attuale maggioranza fanno sentire la propria campana con i loro giornalini “Bagno a Ripoli” e “Macché”, ma non ascoltano né tantomeno danno voce all’altra campana: i cittadini, le associazioni ed i comitati apartitici. È venuto il momento, quindi, di dare voce anche a questa campana e questo giornalino nasce proprio per colmare una simile mancanza; con il giornalino, infatti, potremo dare alla cittadinanza un’informazione completa su quanto viene discusso nei consigli comunali e nei vari incontri pubblici, sulle vicende che in generale interessano il nostro Comune e su tutto quanto, fino ad ora, era conosciuto soltanto dagli ‘addetti ai lavori’. Allo stesso tempo, il giornalino è aperto a tutti coloro che vorranno scriverci, con lettere o brevi articoli, segnalando problematiche e quant’altro meriti di essere posto all’attenzione di tutti e, in particolare, dell’Amministrazione comunale. Ricordiamo anche che, oltre al giornalino, il Coordinamento ha già da tempo attivato un sito Internet          (http://digilander.libero.it/cccbaripoli), nel quale vengono trattati questi e altri argomenti.  Riteniamo che con tali strumenti si possa efficacemente dare voce all’altra campana, con la speranza di poter recuperare il distacco fra le Istituzioni pubbliche e la cittadinanza e di rendere le Amministrazioni più attente alle reali esigenze della popolazione.

…..Buona lettura

Dai Comitati Coordinati di Balatro, Osteria Nuova, Bubè


IN QUESTO NUMERO

 

l      La favola delle giovani coppie
Si avvicinano le elezioni e si risente parlare di costruire nuove case...

l     Presentata la variante per Capannuccia!

l     Non è uno scherzo ma la verità e vi spieghiamo perché. Intanto Grassina può attendere.

l      Rubriche:

·       Cosa succede nel Palazzo:

Resoconto Consiglio Comunale 13 Gennaio 2004

Resoconto Consiglio Comunale 28 Gennaio 2004

·         Perle di democrazia

La forma è salva ma la democrazia…...

·         Mai più Renzo e Lucia

Questo matrimonio non s’ha da fare.

 

LA FAVOLA DELLE GIOVANI COPPIE

 

Si avvicinano le elezioni e si risente parlare di costruire nuove case. I politici locali, a Bagno a Ripoli come altrove, provano a riproporre l’argomento che occorre costruire ancora “per offrire abitazioni a prezzi moderati, soprattutto ai giovani”. Stupisce che si abbia il coraggio di dire ancora cose che sono ampiamente smentite dalla realtà che è sotto gli occhi di tutti. Lo stesso argomento fu usato cinque anni fa, per giustificare la costruzione dell’equivalente di più di 1000 appartamenti; oggi abbiamo la dimostrazione che con questa politica edilizia non si è risolto alcun “disagio abitativo” - mentre in compenso si sono fatti sicuri danni all’ambiente e al paesaggio. Ma se questa politica non ha funzionato in passato, non potrà funzionare in futuro. Bastano poche semplici considerazioni:
1)          solo una piccola parte delle nuove case è a prezzo ridotto, e anche queste costano molto. A Bagno a Ripoli il prezzo degli appartamenti nuovi si aggira intorno ai 10 milioni di lire al metro quadro. Solo una piccola frazione (meno del 15% nei programmi iniziali del Comune) delle nuove costruzioni viene offerto a prezzi controllati. Anche se non si conoscono dati ufficiali - perché il Comune non ha mai voluto fornirli - gli esempi che si hanno a disposizione parlano di riduzioni di prezzo modeste anche per questa piccola frazione. Si aggiunga che la maggior parte delle case, per potere sfruttare la norma-truffa sul raddoppio delle dimensioni (di cui si parla in altra parte del giornale), sono superiori ai 100 mq. Si dice che nel complesso di via Don Perosi non ci sia un appartamento venduto sotto il miliardo di lire. Si tratta quindi, nella migliore delle ipotesi, di edilizia destinata alla fascia medio-alta del mercato.              
            
2)          non sarà mai possibile soddisfare tutte le richieste. Anche accettando il fatto che questa operazione tende a risolvere, non il “bisogno”, ma la “domanda” economica di cittadini a reddito elevato, è evidente che questa domanda di case, di alto valore ma comunque parzialmente scontate, è in sé sostanzialmente inesauribile. Non sono forse migliaia, o milioni se si considera il mercato >> segue a pag. II
segue da pag. I <<
nazionale e internazionale, i soggetti interessati a questi beni anche solo come investimento? Anche se si impongono requisiti sulla residenza del compratore (che pongono qualche dubbio di legittimità - pensiamo alle recenti polemiche sul maggior punteggio concesso ai lombardi per l’assegnazione di case in quella regione - e che comunque possono essere facilmente aggirati) il numero di potenziali acquirenti rimane enorme. Di fatto quindi, non solo si costruisce per chi ha un alto reddito, ma tra questi si fa una selezione arbitraria, inconciliabile con gli scopi sociali che ci si sono preposti - senza considerare che i meccanismi di assegnazione sono fortemente esposti al rischio di favoritismi e di corruzione.         

3)          la domanda dei residenti si può risolvere con le case che ci sono. Tutti continuano a ignorare un semplice dato: la popolazione del nostro Comune è in costante diminuzione. Ciò significa, pare ovvio, che gli spazi a disposizione degli abitanti aumentano, perché una quota di case esistenti si rende disponibile. Si aggiunga che con il passare del tempo la superficie abitativa media per persona tende a diminuire, quindi la stessa popolazione ha bisogno di meno edifici, non di più. In altre parole, un giovane che cerca una casa nello stesso comune la troverà perché un anziano è deceduto o a una famiglia in età avanzata, avendo bisogno di meno spazio, ristruttura e vende (o affitta) parte della propria abitazione.  

Alla luce di queste considerazioni, dire che si devono costruire nuove case per risolvere il disagio abitativo è un po’ come dire che si devono aprire nuovi ristoranti per risolvere il problema della fame nel mondo! Insomma: si tratta di affermazioni palesemente pretestuose, che nascondono i reali motivi che sono alla base dell’irrefrenabile inclinazione delle amministrazioni verso l’edilizia residenziale. “Vendere” una risorsa non propria e sostanzialmente illimitata come il territorio per incassare gli oneri di urbanizzazione (scaricando i costi e le responsabilità della reale urbanizzazione sulle amministrazioni future), l’ICI e le altre imposte, è infatti per gli amministratori uno dei modi più semplici (se non il più semplice) per ripianare i bilanci. Anche perché, a differenza di quando si alzano le tasse, in questa operazione si hanno come sicuri alleati tanti soggetti: i fortunati proprietari dei terreni, le imprese di costruzione, gli acquirenti.   

Ma se la favola del “costruire case per le giovani coppie a basso reddito” fosse solo un esempio di (odioso) sfruttamento a fini politico-economici di un problema sociale grave, di dimensione nazionale, come quello dei costi proibitivi delle case, non varrebbe la pena di parlarne qui. Purtroppo però a farne le spese è un bene pubblico, drammaticamente non rinnovabile, come il territorio. Un territorio che sotto il profilo paesaggistico e ambientale è già in situazione di emergenza e che dovrebbe essere amministrato con grande oculatezza. La triste realtà è invece che l’attuale Piano Regolatore e le sue prospettate varianti non produrranno una sola casa a prezzo accessibile, ma in compenso faranno scempio, come già si è fatto, di alcuni tra i luoghi più belli delle nostre colline - per un valore immobiliare stimabile in 700 miliardi di lire. Un vantaggio per pochi a spese del patrimonio di tutti.

Giorgio Signorini 


 


Presentata la variante per Capannuccia !  Grassina può attendere.

 


Un po’ di Storia della Variante di Grassina

Della variante di Grassina si è in pratica parlato fin dagli anni ’60 ed i più anziani ci hanno raccontato di varie ipotesi, alcune anche molto fantasiose, che la volevano far passare dalla Fattucchia altri sulla riva destra dell’Ema per poi proseguire verso Scolivigne e da lì, correndo lungo il fiume, fino a Meleto, sulla provinciale che da Strada in Chianti va a S.Polo, per poi ricongiungersi alla Chiantigiana. A parte l’ipotesi della Fattucchia, sulla quale vorremmo che qualcuno ci scrivesse per saperne di più, anche perché abbiamo qualche difficoltà nel capire, l’altra ci sembra abbastanza verosimile. Di fatto però solo a metà anni ‘90 nasce a Grassina in Comitato per la variante che raccoglie le firme per richiederla. Appoggiato dall’Amministrazione comunale il Comitato segue la stesura di un progetto che tiene giustamente in considerazione gli aspetti ambientali e funzionali di quest’opera. Verso il 2000 il progetto è pronto e viene presentato alla Regione. Partecipano alla presentazione anche i Comuni limitrofi interessati, Greve ed Impruneta. Il progetto viene subito accantonato per il costo eccessivo (si parlò di 130Miliardi di lire) derivante in parte dal fatto che, essendo all’epoca la Chiantigiana una strada statale, l’intervento doveva rispondere a normative costruttive che ne facevano quasi una superstrada con corsie e gallerie di standard dimensionale e costi superiori. Tuttavia il progetto ben si sposava con le necessità ambientali e funzionali; nonostante ciò ci fu ufficialmente il rifiuto da parte di Impruneta ad avere sul proprio territorio questa nuova strada, mentre il Comune di Greve manifestò l’indisponibilità a concorrere nel finanziamento. Successivamente la strada è stata declassata a Regionale e la nuova variante richiede di conseguenza standard costruttivi meno costosi. Questa variazione ne ha fatto passare anche la competenza dall'Anas alla Provincia di Firenze che ha predisposto, negli ultimi 3 anni, almeno due ipotesi di progetto che però percorrevano solo il territorio del nostro Comune. Poi è arrivato quest’ultimo progetto illustrato in Regione alle Amministrazioni interessate, a fine Dicembre.               

Dove passerà la Variante
 (vedi Fig.1 e 2 alle pagine VI e-VII)
Il progetto di variante attuale parte da Ponte a Niccheri, dove si innesta con la viabilità esistente in via dell'Antella, in corrispondenza dell'impianto depuratore; corre tra lo stadio ed il viale alberato con un viadotto in cemento armato, del quale al momento non conosciamo l'altezza, per poi salire a Belmonte, copiando nel primo tratto una mulattiera esistente, per innestarsi, in corrispondenza della nota curva a gomito, con l'attuale via di Belmonte. Prosegue sul crinale e dopo uno svincolo verso Balatro, scende verso il Fosso delle Argille, passa in trincea sotto via di Lilliano e prosegue tra la villa della Torre e l'abitato di via Giotto, fino a Ghiacciaia, dove è previsto il primo svincolo con rotatoria per via di Tizzano. Quindi, copiando l'attuale percorso della provinciale per >> segue a pag. III          
segue da pag. II << S.Polo, raggiunge altre due rotatorie, una a Scolivigne e l’altra a Capannuccia; supera l'Ema con un ponte; costeggia il fiume per un certo tratto e senza toccare il golf dell’Ugolino, inizia a salire verso le Mortinete, per reinnestarsi con la Chiantigiana poco sopra l'esistente laghetto artificiale, in corrispondenza della località La Presura.               

Ma questa è la variante per Capannuccia!     
Non è uno scherzo ma semplicemente quello che temiamo alla fine sarà questa variante. In primo luogo, visto che è stato riconfermato lo stesso finanziamento di 18 Milioni di Euro, già ritenuti insufficienti per precedenti ipotesi che tra l’altro prevedevano un percorso più breve, dubitiamo che quest’opera possa avere un inizio, ma se poi avesse anche una fine, immaginate quale potrebbe essere il suo livello qualitativo generale. Queste considerazioni autorizzano a pensare che il progetto sia in buona parte frutto di propaganda pre-elettorale o che comunque, la sua apparente irrealizzabilità, possa celare un piano d’azione premeditato per anticipare gli affari ai soliti noti costruttori, ma non certo per risolvere i problemi di Grassina. Attendono infatti di essere realizzati più di 200 appartamenti nell’area della vecchia fornace della Capannuccia, in aggiunta ad altri previsti intorno alla strada ed all'abitato attuale di quello che poi sarà un ex piccolo borgo. Per sbloccarne la costruzione, fino ad oggi improponibile per mancanza di un’idonea viabilità, basterà, con quei pochi soldi pubblici, realizzare solo il primo tratto di variante, quello da Ponte a Niccheri a via di Tizzano (Ghiacciaia), ed il gioco sarà fatto. Ecco qua la Variante per la Capannuccia! il resto potrà attendere. Potranno attendere i commercianti di Grassina, illusi con la favola del centro chiuso al traffico e gli abitanti, anch’essi illusi di non vedere più il traffico pesante del Chianti transitare sotto le loro finestre! Certo c'è chi starà peggio, come gli abitanti di Ponte A Niccheri che avranno anche il traffico del nuovo paese di Capannuccia, oltre a tutto quello che hanno già intorno, ed al nuovo traffico che con la scusa della variante proverrà da nuove urbanizzazioni dei comuni del Chianti. Vorremmo che qualcuno ci spiegasse chi porterà tutte queste auto da Ponte a Niccheri a Firenze perché in tutto questo progetto di variante non si fa riferimento a nessuna opera mirata al trasporto pubblico, che tenga conto anche del piano strategico di Firenze. Nel contesto di Grassina ci chiediamo invece chi possa ancora pensare di portare altra gente ad abitare a Capannuccia facendo ricadere altro traffico di servizio su via di Tizzano che nel tratto parallelo a via Giotto, non potrà mai sopportare!! Forse si vuole continuare nel segno del tanto peggio tanto meglio che ha permesso la cementificazione di Grassina su un'area molte volte più grande del paese originario, senza alcuna cura per mitigare l'impatto ambientale e paesaggistico; senza prevedere strutture urbanistiche (viabilità, opere pubbliche) e sociali (servizi, tessuto commerciale) adeguati. Purtroppo temiamo che anche la futura Amministrazione continui a ripetere gli stessi errori, magari, questa volta, coprendo gli occhi ai cittadini con l'alibi della Variante.                                          

Il Nostro punto vista sul progetto e le nostre proposte    
La prima impressione che si ha analizzando questo progetto è che in pratica non cambia niente rispetto alle ipotesi preliminari particolarmente contestate dai cittadini di Ponte a Niccheri, da Italia Nostra e dal Coordinamento dei Comitati. Non viene fisicamente toccato il viale dei tigli che caratterizza l'ingresso a Grassina, ma un viadotto sopraelevato lo affianca per metà. L’isolato di Ponte a Niccheri viene fatto prigioniero tra la vecchia e la nuova strada riproponendo la necessità di dare ascolto agli abitanti che chiedevano un innesto della variante con via dell’Antella, tra la Caserma dei Carabinieri e l’Ospedale ed una breve galleria ad una certa quota della collina di Belmonte che permettesse di recuperare una pendenza accettabile per superarla evitando di stravolgere ulteriormente la già nevralgica area abitata. Le novità, rispetto ai preliminari precedenti, riguardano la scomparsa dello svincolo di Lilliano e l'ultima parte del tracciato corre in territorio imprunetino, eliminando finalmente l’assurda reimmissione della variante a monte di Grassina, poco prima della strettoia della villa Ugolino, prevista nel precedente preliminare. Premesso quanto sopra riteniamo tuttavia che questo progetto non sia funzionale a Grassina: Secondo noi, infatti, i punti di innesto di questa variante, sono troppo distanti, rispetto all’abitato di Grassina, sia a monte che a valle introducendo il duplice difetto di sacrificare troppo territorio e di non essere efficace nell’allontanare il traffico locale dal centro del paese. A nostro parere, occorreva invece prendere in seria considerazione, ancor prima, l’ipotesi di una vera soluzione per Grassina, realizzabile in tempi brevi e con costi contenuti, che poteva costituire un'alternativa immediata al primo tratto della variante, realizzando una "bretella" che congiungesse i due estremi dell'abitato (più o meno l'incrocio tra la via Chiantigiana e via Boccaccio, verso Firenze, e tra la stessa strada e via di Tizzano, verso il Chianti) passando sulla riva destra dell'Ema; utilizzando a questo scopo gli spazi aperti tra il torrente e la collina, cogliendo l’occasione per ristrutturare e riqualificare le aree pubbliche, sportive e ricreative esistenti e ricavare lo spazio anche per un parcheggio e nuovi servizi, nonché accessi pedonali e ciclabili funzionali al centro del paese. Questo è quello che servirebbe ai cittadini di Grassina! Riteniamo tuttavia che qualsiasi soluzione risulterebbe vana se non si arrestasse ogni ulteriore espansione dell'abitato consolidato riconoscendo (attraverso la modifica dell'attuale piano regolatore) la vocazione agricola o/e il valore paesaggistico delle aree adiacenti al paese. Nel progetto rileviamo inoltre l’assoluta mancanza di premesse reali per un'alternativa efficace all'uso del mezzo privato per i collegamenti con Firenze, anche da parte dei comuni del Chianti, realizzabile attraverso un serio piano di trasporti pubblici in corsia protetta facente capo a parcheggi scambiatori ai limiti dell'abitato consolidato di Grassina. Dal punto di vista dei finanziamenti destinati alla variante, qualcuno ci ha spiegato che lo stanziamento di 18 Milioni è destinato dalla Regione a coprire solo i costi delle infrastrutture non rifinite, mentre il recupero paesaggistico per mitigare l'impatto ambientale della variante sarà a carico della sola Amministrazione Comunale di Bagno a Ripoli. Abbiamo pertanto qualche dubbio che si possa fare una seria ambietalizzazione, a meno di voler condizionare pesantemente, per molti lustri, i bilanci comunali.   
Sergio Morozzi

 



Cosa succede nel Palazzo

 


Resoconto Consiglio Comunale del

13 Gennaio 2004

All’ordine del giorno in questo Consiglio Comunale; c’erano vari argomenti molto interessanti, fra cui la ‘scottante’ questione della revisione del Piano Regolatore. L’argomento è stato affrontato dal Vice Sindaco Elena Dal Pino, in sue comunicazioni al Consiglio; con tali dichiarazioni, la signora Dal Pino ha dato piena dimostrazione di esercitare validamente le sue funzioni di Sindaco Reggente, perché la stessa ha assicurato di stare ‘reggendo’ il Piano per consegnarlo intatto alla futura Amministrazione comunale, che, se vorrà, potrà modificarlo...quando ormai zone come Baroncelli, Osteria Nuova, Villamagna e Balatro saranno  già state deturpate irrimediabilmente. Quindi, per i perimetri dei centri abitati, che allo stato sono vere e proprie ‘casse di espansione’ degli appetiti cementificatori, l’attuale Amministrazione si limiterà ad una delibera non vincolante che poi i futuri amministratori potranno modificare a loro piacimento...magari in peggio. Per la determinazione delle quantità e consistenza dei nuovi alloggi si dovrà ancora far riferimento al vano, con la conseguente necessità di andare a vedere il Regolamento edilizio comunale per capire la reale consistenza degli interventi edificatori; infatti, per il famoso art. 56, che indica la dimensione di un vano in quegli incredibili 36 mq e la dimensione di un mezzo vano in 18 mq, la nostra Amministrazione comunale ha pensato bene di limitare le modifiche alla numerazione (ora è l’art. 57), lasciando intatto tutto il resto, cosicché si potranno continuare a costruire alloggi di 3,5 vani, che in realtà sono di 6-7! Lasciando invariata questa norma scandalosa, la nostra Amministrazione ha scelto consapevolmente di sottostare alle pressioni di pochi soggetti privati, piuttosto che far valere tutta la sua autorità non accettando le loro condizioni ‘capestro’. Bisogna infatti ricordare che l’Amministrazione comunale, invece di redigere piani di edilizia economica e popolare, ha preferito seguire la via dell’edilizia convenzionata, attraverso la quale i privati proprietari di aree edificabili si sono obbligati, con atti che comunque non sono vincolanti per il Comune, a cedere parte delle nuove costruzioni a prezzo calmierato, ponendo però la condizione che il dimensionamento dei nuovi alloggi rimanesse invariato. Partendo da queste premesse, la sig.ra Dal Pino è giunta ad una conclusione aberrante: se modifichiamo l’art. 56 (ora art. 57) del Regolamento edilizio, cade l’impegno assunto dai privati con conseguenti loro pretese risarcitorie; il Sindaco, però, dimentica che in tali atti il Comune non ha assunto alcun obbligo e quindi ben può rivedere le sue norme edilizie,  rinegoziando gli obblighi dei costruttori e/o proprietari, senza timore di dover risarcire danni a chicchessìa!!  Del resto, proprio nell’altra questione ‘scottante’ all’ordine del giorno, quella della refezione scolastica, l’Amministrazione ha annunciato di voler abbandonare il metodo cook & chill per tornare al sistema tradizionale, nonostante fosse vincolata ad un contratto di servizio con la società che gestisce la cucina centralizzata...ma allora, quando vuole, il Comune ha l’autorità per mettere in discussione i contratti con i privati!  Sembra quindi che il paragone con “I Promessi Sposi”, fatto da questo Coordinamento nei suoi primi documenti, sia perfettamente calzante con la tormentata vicenda dell’urbanistica; nel nostro Comune, infatti, ci sono dei Don Rodrigo che a gran voce dicono: “questa modifica al Regolamento edilizio non s’ha da fare né ora né mai!” e l’Amministrazione - Don Abbondio si piega supinamente, con buona pace dei cittadini e delle eventuali giovani coppie Renzo e Lucia che vedranno il loro amato paesaggio devastato, senza peraltro poter accedere alle case da loro tanto desiderate, visto il vergognoso meccanismo che concede ai Don Rodrigo di scegliere arbitrariamente a chi attribuire gli alloggi a prezzo calmierato. Dobbiamo qundi ricrederci: pensavamo che il feudalesimo fosse stato spazzato via con la Rivoluzione francese, ma così non è stato perché il sistema feudale esiste ancora con tutta la sua arroganza.

Valerio Pellegrini


 

 


Resoconto Consiglio comunale

28 Gennaio 2004


Questo Consiglio Comunale aveva all’ordine del giorno l'approvazione di due piani attuavi contestati dal Comitato di Balatro e dintorni che aveva presentato osservazioni, relative sia al deposito di oli infiammabili (Kerosene), in zona Tavarnuzze e sia riguardo al Centro ippico di Via di Picille meglio conosciuto come "Il Borro". Una numerosa cornice di pubblico, interessata ad assistere al dibattimento da opposte motivazioni, ha seguito compostamente, fino alle 1.00 della notte, la conclusione del Consiglio. Sul primo piano attuativo i consiglieri contrari hanno espresso perplessità, non solo riguardo al piano di intervento ed al luogo prescelto, ma sulle cause che hanno portato alla scelta di questo sito. Sia Lazzeri (FI) che Ronchi (PRC) hanno manifestato la loro sorpresa per il fatto che guarda caso, dove si trovava precedentemente il deposito, in via di Picille, quell’area è stata edificata dallo stesso proprietario che oggi chiede un nuovo sito di stoccaggio per gli infiammabili, dimostrando che concedere di edificare viene, nel nostro Comune, ancor prima di chiedersi come e dove l'esistente deposito poteva o doveva essere spostato. Così ora ci ritroviamo questo piano attuativo, presentato come una necessità inderogabile. Il piano è stato approvato con i voti della maggioranza (DS, Margherita, SDI, Comunisti Italiani), contrari (Casa delle Libertà, PRC).     

Abbiamo poi assistito ad un deplorevole atto di “consociativismo” tra maggioranza ed opposizione di centro destra, per cercare un accordo dell’ultimo momento, nel corridoio del palazzo, sul piano attuativo del centro ippico il Borro. Il tutto mentre Vezzani dei CI legge un lungo quanto ben fatto documento di protesta contro la riforma della scuola Moratti da inviare al Presidente del Consiglio ed ai ministeri interessati, poi approvato da tutti i gruppi ad eccezione, naturalmente, della Casa delle Libertà. La “riunione consociativa" aveva però nel frattempo partorito un manoscritto comune tra la Casa delle Libertà e la maggioranza, nel quale vengono fissate alcune elementari questioni da sanare che riguardano gli accessi al maneggio da via di Picille e la strada privata del maneggio. A parer nostro non è ben chiaro chi dovrebbe effettuare questi interventi, come tanti altri che dovrebbero essere garantiti da una fideiussione. Alla resa dei voti: favorevoli, Ds, SDI, Comunisti Italiani, contrari PRC, astenuti (per ragioni diverse) Casa delle libertà e (Verdi-Margherita).          
Conclusioni. Non c'è stata la bagarre tra >>segue a pag. V segue da pag. IV<< le opposte fazioni, come tutti si aspettavano, a partire dalla V.S Dal Pino, ma si è capito benissimo che la riunione "consociativa" aveva lo scopo di mediare interessi trasversali tra i quali tuttavia non c'erano quelli della collettività locale più volte etichettata in passato come "quelli delle ville di Picille”.
 Certo, rispetto all'iniziale progetto presentato, che in pratica cementificava la valletta con un ecomostro di quasi 21.000 mc, più ulteriori superfici aperte, qualche passo è stato fatto, ma non quello più importante che doveva derivare dalla palese evidenza di incompatibilità ambientale di un intervento invasivo, non foss’altro perché insiste su un fazzoletto di terra incastrato appunto, in un borro. Osserviamo inoltre che le analisi tecniche e di sicurezza eseguite, secondo noi, hanno sorvolato sul contesto in cui "l'Associazione Sportiva il Borro" ha dichiarato di operare fin dall'inizio, facendosi fiore all'occhiello dell'attività equestre terapeutica per soggetti down. Come si fa a ritenere sicuro, con soggetti di tale natura, un sito ove sfidiamo chiunque a rimanere su una barella d'ambulanza quando la pendenza della strada raggiunge anche il 30%. Con quali mezzi si pensa di effettuare il soccorso di emergenza? Sempre con l'elicottero? Ci sono bastate queste constatazioni per capire che l'attività terapeutica qualificante era solo uno specchietto per le allodole ed un probabile mezzo per ricevere aiuti dalla Regione. Tralasciando per il momento le questioni tecniche, il Comitato di Balatro ha peccato nell'aver voluto credere che questa Amministrazione avesse al primo posto, tra le sue priorità, la tutela del benessere e della qualità di vita dei cittadini che vivono il loro territorio partecipando anche all'economia dell'Amministrazione. Dopo, semmai, sarebbero venuti coloro che considerano il nostro territorio come terra di conquista o per fare affari. Nonostante queste evidenti contraddizioni, l'Amministrazione (Dal Pino) e i DS (Burgassi) si sono detti pienamente soddisfattati per il lavoro svolto, sia dagli uffici che dal "meccanismo" della partecipazione popolare, confondendo forse la partecipazione con la ricezione di osservazioni che, a questo punto, sono servite solo a procurar loro un alibi per poter dire di "aver ascoltato tutti". Si sono invece ascoltate tutte le volontà dei proponenti i progetti, anteponendo talvolta le loro possibilità economiche all'interesse generale. Vogliamo vedere su quale base sarà calcolata la fideiussione (garanzia) per il ripristino dei luoghi e soprattutto su quali garanzie reali; a tal fine abbiamo richiesto copia della convenzione. Abbiamo assistito a giochi e giochetti per far credere che la viabilità non fosse determinante, così come gli sbancamenti la cui valutazione è stata furbescamente rimandata alla fase esecutiva, come se non fossero fondamentali per l'esistenza stessa del progetto e la tutela dei luoghi. L'importante era invece approvare le dimensioni del Centro, una cosa che tutti potevano capire trattandosi di un numero, il resto poteva aspettare. Questo modo di trattare gli interventi sul nostro territorio, rende l'idea del vuoto di significato che parole come valorizzazione (per chi? diciamo noi), e riqualificazione (di cosa, diciamo noi), principi ispiratori del PRG e del RU assumono in questo contesto. Per cui ci sentiamo di ricordare ai cittadini di Balatro ed in generale a chi comincia a capire come funziona la politica, una nota battuta:.Meditate gente, Meditate.....                                                              Lorenzo Sanseverino              


 

Perle di Democrazia

 


L’uso spregiudicato della propria forza di maggioranza può stravolgere i principi democratici e di rispetto delle minoranze facendo talvolta ricorso a giochetti che non fanno parte della correttezza politica, ma semmai di Machiavellici esercizi del potere. A scanso di equivoci premettiamo che con questa “perla” non intendiamo appoggiare uno dei due schieramenti politici ma intendiamo soltanto esemplificare il nostro concetto iniziale. Durante la seduta del Consiglio Comunale del 13 Gennaio, Forza Italia aveva presentato una mozione per la realizzazione di una mappa delle barriere architettoniche su edifici di competenza del Comune fondata su motivazioni che non potevano che essere condivise da tutte le forze politiche. La maggioranza ha tuttavia votato contro questa mozione ma ne ha subito ripresentata un’altra identica che è stata ovviamente approvata con un “colpo” di maggioranza.        
La forma è salva la democrazia molto meno”.

Potremmo tuttavia continuare con l’altra “perla” della riunione consociativa svoltasi durante il Consiglio del 28 Gennaio recensita nel precedente articolo, nella quale, maggioranza ed opposizione di centro destra, hanno dato un eccellente esempio di “democrazia basata sull’accordo preventivo” perché convenienza voleva  non accontentare e scontentare nessuno.

Il pubblico presente avrà gradito?

Mosè


Mai più Renzo e Lucia

 


Quando annunciammo la nascita del Coordinamento all’Amministrazione Comunale ci ergemmo a paladini di coloro che, ben inteso nel nostro contesto, possono comunque essere paragonati a queste due figure emblematiche dei Promessi sposi che loro malgrado sottostanno a tutte le imposizioni ed i soprusi che gli vengono da quei poteri dei quali non sapevano e non avrebbero mai immaginato che potessero essere persino interessati al loro destino di sposi promessi. Viene a proposito l’articolo che tratta della “favola delle giovani coppie” e successivo del C. Comunale del 13/1, nei quali si richiamano meccanismi poco trasparenti, che si vogliono comunque perpetuare, a causa di “impegni” presi dall’Amministrazione, con i costruttori e/o proprietari dei terreni edificabili. Impegni che a questo punto sarà bene rendere pubblici in quanto avranno effetti diretti sulla “felicità dei vari Renzo e Lucia” quando si scopriranno esclusi dall’acquisto della casa, non solo per il prezzo troppo elevato, ma anche per l’oscuro meccanismo di assegnazione della quota parte di case a prezzo concordato (pari ufficialmente a circa la metà di quello di mercato). Assegnazione che nella maggior parte dei casi avviene, dopo già discutibili discriminanti di accesso alla graduatoria, a completa discrezione del Costruttore/Proprietario, il quale, in questo contesto, è facile intuire come possa assumere il ruolo di “Don Rodrigo”, nelle vesti di battitore d'asta, partendo dal prezzo base concordato, tra i concorrenti in graduatoria, non facendo certo un piacere al fisco e neppure a Renzo e Lucia. “Questo matrimonio non s’ha da fare!” Così la similitudine con il capolavoro manzoniano é completa.

Mosè



Fig. 1  La Variante da Ponte a Niccheri a via di Tizzano (Ghiacciaia)


 

Fig. 2 La Variante da Ghiacciaia alle Mortinete (La Presura)

 


Comunicato:

Questa è una pagina

 vuota

perché

aspetta di essere riempita

da

tutti coloro che vorranno dare voce

 alle loro idee.

LA DEMOCRAZIA NASCE DALLA PARTECIPAZIONE

 

 

 

 

Scrivici dai siti Internet:

Coordinamento dei Comitati Civici di Bagno a Ripoli       http://digilander.libero.it/cccbaripoli

Comitato di Bubè                                                                 http://digilander.libero.it/comitatobube

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Redazione “L’Altra Campana”

Via Tina Lorenzoni 34

50015 Grassina -Bagno a Ripoli

Firenze

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