Riportiamo in questa pagina alcuni suggerimenti per affrontare
la prima parte di Ricordi dal sottosuolo, sicuramente la parte più
difficile, più filosofica e per questo maggiormente stimolante.
Sono osservazioni o pensieri isolati, senza un nesso causale che
li colleghi, perchè lasciamo questo piacevole "compito"
ai lettori. Speriamo che sia comunque una cosa utile mettere in
comune con tutti alcune delle peculiarità che ci hanno colpito.
(Pg13) Nel preambolo- NON: ripetuto continuamente,
sottolinea la prevalenza della negazione (nessuno, nulla)
- contrapposizione a stato di normalità (infatti è
un malato, diverso da stato di sanità)
- c'è spesso una correlazione tra colto e malvagio-malato
- contrapporsi alle regole. Anche a quelle elementari, infatti tende
al male, al dolore
- sentirsi diverso, un escluso. Questo deriva dall'abuso del VOI
(i sani, i normali)
(pg14) Voluttà della rivalsa, fare male anche agli
altri: x sentirsi vivo? Per divertimento?
Vergogna non di essere malvagio ma di comportarsi normalmente: ma
stranamente la ricerca della malvagità è faticosa.
(Pg15)Inetto- "Niente son riuscito a diventare"
(ripensando a Socrate- "Divieni ciò che sei"):
assenza di carattere. Uomo intelligente è per forza un inetto.
Aver coscienza delle cose è una malattia. Impedisce di diventare
(inteso in modo dinamico) qualcosa.
La coscienza delle cose è inutile e dannosa pg19 non si può
cambiare né farci nulla
(pg18) "Per tutta la vita tenni nascosto ciò
che mi capitava" Inizia il concetto di Sottosuolo: analisi
della psiche fino ai confini. Tornare nel sottosuolo, nell'angolo=
nascondersi (solitudine, assenza di una vita sociale)
(pg19) Piacere nel fare azioni riprovevoli e bassezze (anche
qui molti NON)
(Pg20) In questo modo diviene colpevole anche secondo le
leggi di natura:
-perché più intelligente
-perché consapevole dell'inutilità delle grandezze
d'animo
-perché incapace di agire (perché pensa!)
(pg22) C'è invidia per l'uomo stupido che riesce a
vivere e agire; viene dalla natura: l'uomo raffinato (raziocinante)
da un errore. L'uomo stupido non si crea problemi o dubbi ("fangoso
guazzabuglio") che potrebbero impedire l'azione
.L'uomo intelligente è deriso (vd. Baudelaire "L'albatross")
e deve nascondersi nel suo buco dove accumula la rabbia per la vendetta
mancata.
In questo modo la vendetta diventa solo il segno della disperazione
(Pg25) Uomo d'azione si ferma davanti al concetto del Muro:
questo è rappresentato dalle leggi di natura, dalla matematica,
dalle scienze: queste sono cose che devono essere accettate.
L'uomo intelligente invece non le accetta
se non gli convengono.
(Pg27) Vedi anche Leopardi: la malvagità
di natura.
(Pg29, inizio cap.5) Uomo falso, ingannatore. Coscienza,
Noia, inerzia
Crearsi una vita fittizia. La coscienza non permette di trovare
senso e compimento nell'agire (vd pg15) Non permette fondamenti.
La razionalità diviene una maledizione. Forse allora la vera
intelligenza è quella di chi non agisce
(pg32) L'intelligenza intellettiva infatti si risolve in Chiacchiera
(impossibile l'azione)
(Pg 33) Ricerca di un RUOLO. L'inetto vuole essere qualcosa
ma non vi riesce perché si scontra colla coscienza.
Il Male: Non si agisce solo per tornaconto (ci si può augurare
il male) quindi non è vero che conoscendo che cosa è
male lo si eviterebbe. L'umanità non si può racchiudere
in leggi statistiche o matematiche perché c'è sempre
qualcosa che le butta all'aria. E' la libertà, il bisogno
di non sentirsi come tasti di un pianoforte. E' la volontà
di vincere la noia e agire per il piacere. La volontà esiste
perché i desideri dell'uomo non sono organizzati matematicamente.
Senza volontà l'uomo è tasto d'organo suonato dalla
natura. (pg35)
(Pg38) Contro il socialismo utopistico. L'umanità
non si sviluppa verso la razionalità e il bene: la storia
è irrazionale come l'uomo. Anzi l'umanità consiste
nell'irrazionalità perché è questa che fa l'uomo
libero da certezze precostituite (2+2=4 ma anche 2+2=5 pg52)
(Pg39) "L'uomo non si è ancora abituato ad agire
secondo ragione"
(Pg49) l'irrazionalità può spingersi fino alla
pazzia (vd Pirandello)
Il fine del socialismo sarebbe il palazzo di cristallo. Fragile
e bellissimo, di una bellezza distaccata, in cui tutto è
già predefinito. (NOIA)
(Pg44-45) Ragione- soddisfa solo la facoltà raziocinante
Volere- manifestazione complessiva della vita. Io parteggio per
il mio capriccio(pg52)
(Pg51) "..la vita meni non si sa dove" Ma c'è
paura nell'arrivare alla meta, forse perché la meta è
il processo verso la meta stessa.
(Pg53) Lo scacco finale al socialismo è la sofferenza
(è assurda nel palazzo di cristallo!) La sofferenza è
l'unico motivo perché esista la coscienza: la coscienza infatti
fa soffrire.