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  I racconti di Dracula  

 Dough Steiner  *
 


DOUGH STEINER

SVENO TOZZI

sveno tozzi

Opere 
Femmine dell’al di là
La femmina dell’homuncolus
L’amante del loculo tre 
Cervello che cammina  romanzi.

Storie uniche, deliziosamente squilibrate verso un bizzarro soprannaturale.
Scrittore di gialli, fantascienza, horror, mistery, romanzi di metapsichica. Ho cercato a lungo questo Autore, ma purtroppo non sono riuscito a rintracciarlo finchè era in vita. Tutte le notizie sulla sua vita le ho ricavate dal suo libro autobiografico e dalla figlia.

Nato a Orvieto 1 ottobre 1923.  Morto a Nemi 6 settembre 1999.
Suo padre Famiano Tozzi, era ferroviere e da bambino lo scrittore seguiva gli spostamenti dei genitori. 
E’ stato uno dei 300 ragazzi prescelti per il Foro Italico, dove studiò. Successivamente entrò nell’aviazione. Partecipò alla guerra in Sardegna, col grado di sergente. 
Il 26 agosto 1944 sposò Catalani Rosa nata il 24 gennaio 1926. La moglie è di carattere opposto allo scrittore: è una donna pratica con grande spirito di sacrificio. Ebbero una unica figlia: Eliana Tozzi.
Dopo la guerra fondò un giornale clandestino: Ala Libera. Negli anni ’50 diventò giornalista per vari giornali fra i quali: un giornale di critica cinematografica e televisiva intitolato Araldo dello Spettacolo; un quindicinale satirico: Bertoldo. 
Nel 1960 entra a far parte del gruppo di scrittori alla editrice ERP di Roma e scrive pochi ma straordianari Racconti di Dracula elencati sopra. Scrive anche  circa 50 gialli e fantascienza; ecco alcuni titoli:
Gli occhi 
Lo spietato
Il castello degli orrori
L’importanza di morire nude
Prima di morire baciami
Sindacato del ricatto
Mostri umani
Esperimento del professor Hebon
Anonima disgrazie
Terrore a base K
Un’idea per arricchire
La francese l’amore e il delitto
Assalto al furgone
Pelle bianca.

Il primo giugno 1968 fonda e dirige assieme a Giorgio Boschero il mensile Scientific Secret Service con sede in Via Stellanello 9 Roma. Scrive il primo di 5 romanzi intitolato Il Cervello Trapiantato. Il numero successivo, pubblicizzato nel numero 1, si intitolerà: La banca dei cervelli. Io però non posseggo questo, né i  numeri successivi. 
Negli anni ’70 lo scrittore entrò nell’aviazione e rimase là alcuni anni avanzando al grado di maresciallo. Durante quel periodo lo affascinava il problema della catalogazione e inventò un sistema meccanico di schede per catalogare. 


Lo scrittore Doug Steiner raccontato dalla figlia Eliana:

Mio padre era inquietante come uomo e come scrittore. Non aveva un lavoro stabile, non poteva stare da nessuna parte. Come ogni vero artista, lui avrebbe voluto vivere senza il peso delle responsabilità. Ha dovuto lottare per tutta la vita, per la casa, per la famiglia, per il lavoro. 
 Era un uomo bello, fantasioso, unico, ma non era stimato dai familiari. Per lui la letteratura era un modo per dire qualcosa all’Umanità. Dalla critica ha ricevuto poche lodi e pochi riconoscimenti; non partecipava ai concorsi. Scriveva gialli per guadagnare, ma era uno scrittore nato e le sue opere erano sempre straordianarie, perché lui era un uomo straordianario. 
Aveva una casetta a Corchiano (che era di suo nonno) dove si rifugiava per riposarsi. Ascoltava la musica classica e leggeva di tutto. 
Amava camminare molto, percorreva chilometri a piedi e così si ispirava. Di notte si alzava, andava alla scrivania, scriveva, mangiava, beveva (ma non alcol). Scriveva un libro in poche notti e noi sentivamo il ticchettio della macchina da scrivere. Quando era raffreddato, passeggiava sotto la pioggia. Mamma invece ha il carattere opposto a quello del babbo. 



In ogni cosa, lo scrittore vedeva oltre, vedeva cose che gli altri non vedono. Era ipersensibile e percepiva le verità più sotterranee e più autentiche. Presentava agli altri le sue conclusioni, ma gli altri non potevano accettarle né capirle.  
 La conversazione con lo scrittore era problematica. Lui presentava le cose da punti di vista originali che mettevano in discussione i convenzionali modi di vedere delle persone mediocri. Così, per seguire lo scrittore, l’ascoltatore doveva sforzarsi di  uscire dai suoi abituali schemi mentali. 
Lo scrittore era un osservatore acuto, impulsivo, anticonformista, e a volte faceva cose assurde. Era instabile perché incominciava una attività e non la portava a termine. Solamente i libri li scriveva in poche notti. Adorava il mare, era un gran nuotatore. Amava camminare senza una meta. In macchina  amava girovagare. Durante un periodo della sua vita fumava 100 sigarette al giorno. Poi smise improvvisamente. Era astemio, beveva solo acqua ghiacciata.  
Negli anni ’90 andò in pensione. Nel 1997 la sua salue crollò: ictus, ischemia e due anni dentro e fuori dall’ospedale. Morì  nel 1999  di crisi cardiaca, mentre si trova di passaggio a Nemi. Si trova sepolto nel cimitero di Prima porta a Roma. 
Ha lasciato molte Opere inedite.

Nel 1986 lo scrittore pubblicò un libro autobiografico intitolato SERGENTE CORAGGIO. Nel libro l’Autore descrive le avventure della sua vita partendo dal periodo della guerra. Poi racconta la vita del dopoguerra vissuta nelle redazioni di giornali romani, di riviste, nel mondo del cinema, eccetera. 
L’Autore racconta  i suoi  vagabondaggi, le crisi, le ribellioni, i drammi, la miseria, le sofferenze esistenziali. 
Riguardo ai Racconti di Dracula l’Autore scrive a pagina 190:
<<Come autore di gialli io mi sono chiamato Burt Calloran, e all’ultimo Dough Steiner. Scrivevo velocemente e di idee ne avevo tante. Le collane Narratori Americani del Brivido, FBI, I Gialli dell’orrore, KKK, Racconti di Dracula, eccetera, sono piene di romanzacci miei. Romanzacci no. Almeno cinque o sei erano e sono capolavori, anche se hanno venduto solo poco più di centomila copie. Il genere era rovinato da un sacco di gente che scopiazzava gli americani e andava sempre a capo. Facevano venire il voltastomaco, ma a 200 lire a romanzo, il pubblico comprava e parecchi editori hanno fatto soldi (e, taluni, debiti). Tutte le edicole erano piene di gialli. Dapprima su una collana di cui non ricordo il nome e poi su  Scientific Secret Service, scrissi cinque romanzi sui trapianti di cervello. Quella era una buona serie, ma chi ci guadagnava era sempre il distributore, più che l’editore. Non parliamo dell’Autore.>> 
A pagina 133 troviamo la filosofia dell’Autore e la sua credenza nel destino predeterminato:
<< Non si può dimostrare che la volontà umana può cambiare un destino. Credo che quello che accadrà domani sia già accaduto, e noi lo viviamo in ritardo.>>



 


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Tutto ciò che è contenuto in questo articolo è © Sergio Bissoli.





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