HARRY SMALL - JACK LEEDER
MARIO PINZAUTI
Roma
1 Maggio 1930, trascorse l’infanzia a Palermo.
Anno del matrimonio 1953. Vivente
Opere
La
valle dei cento morti
Vincolo macabro
Le piccole gocce
Lo squalo bianco
L’amante infernale
L’anello della strega
La
villa degli incubi
romanzi.
Le
sue storie del terrore sono torbide e avvolgenti.
Altri
pseudonimi: Jim Reevels, Perry Landers, ecc.
Ha
scritto circa 100 gialli, horror, spionaggio, thriller. E’ stato
introdotto alla ERP da Aldo Crudo, scrittore pure lui. E’ un
appassionato di armi. Dopo che ha smesso di scrivere è diventato
perito balistico del tribunale e maestro di tiro. Nel 1979 ha scritto
un libro tecnico sulle armi.
Pinzauti
racconta che quando aveva finito un giallo telefonava all’editore e
a volte questi gli diceva: ”Bah, lasci perdere, mi faccia un
Dracula”. Così era costretto a modificare il testo per adattarlo al
genere. Pinzauti scrisse
3 o 4 testi per un altro editore, prima di entrare nella Erp, ma non
fu pagato. Pinzauti riusciva a scrivere
un libro in 6 giorni. 2 giorni per idearlo e poi lo batteva con
una vecchia macchina da
scrivere Elwood, nera. Portava il dattilo di 90 pagine in redazione
alla vecchia sede in Via Pietro da Cortona
8. Qui firmava un contratto per cessione, per evitare la Siae.
Dopo 3 anni avrebbe dovuto rifarlo, altrimenti i diritti tornavano a
lui. Nel contratto si specificava che i diritti di eventuali riduzioni
cinematografiche restavano di proprietà dell’autore. Riceveva la
somma di Lire 30.000 negli anni 50 e 300.000 negli anni 70.
Pinzauti
poche volte disegnò copertine dei suoi libri firmandosi M P. Egli
disegnò anche delle tavole di soggetto boccaccesco e surreale
per un editore romano di Linus, ma i lavori andarono perduti.
Una
curiosità: in alcuni suoi libri è presente un tappeto di Bukara. Gli
chiesi perché e l’Autore mi ha spiegato che nella stanza dove si
isolava per scrivere c’era veramente un tappeto di Bukara, con
colori belli e cupi. Qui lo scrittore tirava fuori le atmosfere da
leggende strane, eventi inspiegabili, che ambientava in Scozia o nella
Foresta Nera; il tappeto era uno sfondo
adatto ad atmosfere fantastiche.
NOTE
BIOGRAFICHE DI MARIO PINZAUTI
Ecco cosa scrive Harry Small:
Stimato signor Bissoli, ho il piacere di inviarle alcune mie note
autobiografiche inerenti le mie attività professionale e i motivi
originali delle mie scelte.
Spero che le siano utili per le sue ricerche.
Mi perdoni l’irregolarità della stesura, ma io non uso il computer
ed ho la pessima abitudine di non rivedere mai le mie scritture
destinate alla corrispondenza privata, pur agendo con la massima
serietà. Se trova qualche insufficienza e, comunque, se posso esserle
ancora d’ausilio, mi chiami, o mi scriva.
Sono
nato a Roma nel 1930, trascorsi l’infanzia in Sicilia e ritornai a
Roma nel dopoguerra.
E molto più semplice raccontare una storia o scrivere un romanzo, che
parlare della propria formazione culturale; dei tempi di ricerca e di
conoscenza, specialmente quando si rischia la confusione degli
argomenti, apparentemente tanto diversi e distanti tra loro. La
passione e lo studio per la pittura ed il disegno; per le armi; le
origini dell’uomo; la criminologia negli aspetti positivi e negativi
fino allo studio inevitabile e l’analisi della filosofia sul
paranormale, escludendo comunque le pseudo ragioni e le banalità da
fattucchieri.
Tutto in paradossale contrasto con la mia istintiva avversione,
necessariamente controllata, per la uniformità didattica della scuola
ufficiale, con l’arroganza spesso caparbia degli insegnanti; la loro
supponenza, specialmente dalle elementari alle medie, tenendo conto
del periodo non particolarmente felice ( dal 1935 al 1943).
Le letture spesso pesanti nelle quali sprofondavo per analizzarne alla
fine contenuti ed origini; dai tomi enormi del Vecchio Testamento
rilegati in cuoio con le pagine ingiallite dal tempo, alle voluminose
gesta dei paladini di Francia, ancora in età adolescenziale,
nell’interno della Sicilia occidentale degli anni 30/40, nel costume
di una economia agricola feudataria e la mafia del latifondo (allora
non esistevano ancora gli interessi con estensione criminale attuale).
Con il trascorrere degli anni, le letture più costruttive e di
stimolo per la ricerca pratica e per il dibattito, dalla narrativa
classica a La Ricerca di Dio, (De Santis-Manganelli) dalle teorie
interplanetarie di Peter Kolosimo, ai classici dei fumetti, nella
semplicità dei loro testi e nella plastica bellezza dei disegni. Poi
l’abbandono della Sicilia e il ritorno a Roma, dove sono nato e ho
trascorso il primo anno di vita.
La città dei miraggi; il duro lavoro nei cantieri, in attesa di una
editoria per i miei manoscritti; l’attività pugilistica per dare
sfogo ad una indole
tutt’altro che tranquilla …
E un giorno l’incontro occasionale nello studio di una nota pittrice
in Via Margotta, con Stelio Tanzini, giovane giornalista toscano, dal
carattere solare e lo spirito carico di pungente ironia, tipico della
sua gente.
Egli collaborava con la Romana Editrice Periodici, quando non aveva
impegni giornalistici. Mi chiese se ero disposto a scrivere dei gialli
e non ebbi esitazione. Si trattava di un genere narrativo che faceva
parte delle mie letture, quindi non trovai difficoltà ad affrontare
il genere. L’unica condizione, in verità un po' amara, sulla base
del mercato editoriale, che avrei dovuto ambientare storie e
personaggi fuori dall’Italia, soprattutto in America, oltre a
firmare i miei racconti con pseudonimo americano, con la specifica del
mio vero nome nella prima pagina di testo, come traduttore! (io, che
non conoscevo una parola d’inglese).
Purtroppo, era ancora molto lontano il tempo di Camilleri e gli altri
giallisti italiani, con i vari commissari Esposito, Montalbano,
Santana, eccetera, così come l’invasione delle fiction su squadre
mobili, squadre volanti e carabiniere vamp!
Alcuni editori italiani avevano azzannato il businnes dei gialli,
polizieschi ed horror pseudoamericani ed io mi adeguai con la speranza
che sarebbe arrivato anche il momento di firmare con il mio vero nome.
NARRATORI AMERICANI DEL BRIVIDO: Perry Landers.
SCHEDARIO
F B I: Jim Reveels.
CRIMINAL DIVISION: Fred J. Logan.
I RACCONTI DI DRACULA: Harry Small. Alias Johanni Walther, alias
Hubert Sanchez.
Collane
e pseudonimi con cui sono
stati pubblicati i miei romanzi, per oltre venti anni.
Nello
stesso periodo feci la conoscenza con Al Cardif, al secolo Alberto
Cardone un bravissimo aiuto regista cinematografico, che si servì in
seguito dello pseudonimo per firmare la regia di qualche suo
western-spaghetti. Nel periodo della conoscenza, essendo egli
l’aiuto del regista americano per la produzione del film Damon e
Pitias e trovandosi la produzione
a lavorare su un copione piuttosto sballato, mi propose di
elaborare il rifacimento pressoché completo della sceneggiatura, per
dare alla realizzazione cinematografica una forza in origine assente.
Si trattava di un film basato su Dionisio il Vecchio, nella Siracusa
fondata dai greci. Era la mia prima esperienza nel campo del cinema,
come sceneggiatore, ma riuscii ad elaborare un buon copione, che
rimase comunque sotto la firma degli autori americani. Lo stesso
titolo con cui entrò in circuito il film, fu da me suggerito: Il
Tiranno di Siracusa.
Sulla scia di quel primo lavoro cinematografico scrissi e diressi
alcuni film, per modeste produzioni:
INTERPOL MORTE
AL MOLO 18 poliziesco
GIUNSE RINGO E FU TEMPO DI MASSACRO western
VADOS
A MATAR SARTANA western-giallo
DUE MAGNUM PER UNA CITTÀ DI CAROGNE tratto da uno dei miei romanzi per la trasposizione
cinematografica, ambientato in Italia su un cruento episodio della
malavita romana.
MANDINGA
ed EMANUELLE BIANCA E NERA due film in chiave avventuroso –erotico
–storico, ambientati nella Virginia degli schiavi 1850 circa.
CLOUZOT
& CO. CONTRO BORSALINO & CO. giallo in versione comica.
Stante la povertà dei compensi economici nella scrittura dei romanzi,
nonostante avessero fortissime tirature ( spesso, mancando la materia
prima, l’editore mi chiedeva romanzi che andavano in pubblicazione
per sequenza quindicinale) ero costretto a firmare i testi con
pseudonimi d’occasione e creare qualche piccola forzatura sul mio
stile narrativo.
Tuttavia, i compensi restavano sempre miseri, mentre dal cinema
purtroppo, entravano compensi spesso in cambiali insolute! Era la
piaga della superproduzione commerciale.
Quindi io continuavo ad applicarmi in lavori con remunerazioni più
regolari e non eccessivamente offensive. Continuando studi e
esperienze nel campo della criminologia e della armi, fino a dedicarmi
con tempi sempre crescenti alla balistica forense, teorica e pratica
ed all’applicazione pratica dell’oplologia fino ad
abbandonare il mondo deludente del cinema e della narrativa
commerciale, dopo aver seguito corsi anche di scuola
statunitense, realizzandomi come istruttore di tiro con armi da
fuoco presso il poligono T.S.N. di Roma.
L’iscrizione come perito balistico forense all’albo dei
periti in affari penali del tribunale di Roma. Professione che
esercito tutt’ora, con una esperienza adesso ventennale di casi
omicidiari compresi casi di suicidio, sia con armi da fuoco che con
esplosivi. Quest’ultimo è un lavoro che mi appassiona non memo di
quanto mi appassionava la scrittura dei miei gialli e dei miei
racconti sul paranormale, che continuerei a scrivere tutt’ora se non
avessi 72 anni e se fosse meno difficile accedere agli editori.
Nel tempo libero riesco a dipingere qualche tela; a scrivere ancora
qualcosa soltanto per tenerla nei cassetti. Tutto il mio tessuto
professionale è formato dalle esperienze
che mi hanno accompagnato nel tempo: dagli uomini che ho visto
morire in modo violento; alle lunghe letture; al disegno e alla
pittura imparati da un maestro per me eccezionale; le armi nel
male e nel bene, dalla guerra allo sport; la conoscenza di altri autori pseudoamericani, come Mario Raffi
alias Wallace Makentzie, scrittore spumeggiante, uomo un pò guascone
che andava in giro con una Government cal. 45 sotto l’ascella,
essendosi morbosamente immedesimato nel Makentzie dei suoi libri, pur
non avendo regolare licenza di porto d’armi; anche lui già editore,
fallito come editore per errata conduzione di marketing e per il
carattere pessimo. E Franco Prattico, ottimo giornalista; Aldo Crudo
autore e direttore responsabile precario di una collana delle Edizioni
Romane Periodici.
Il sistema contrattuale dei testi, che dovevano essere dattiloscritti,
avveniva per cessione dei diritti editoriali, che escludevano altri
diritti sulla vendita; l’assegno di cessione era al netto della
ritenuta d’acconto già tolta alla fonte. All’autore restavano i diritti di eventuali adattamenti cinematografici,
televisivi o teatrali (cioè campa cavallo). Va detto però, che
questo tipo di cessione autorizzava la proprietà all’editore
soltanto per tre anni, trascorsi i quali l’editore avrebbe dovuto
rinnovare il pagamento di cessione. In caso contrario, il testo con
annessi diritti sarebbe tornato all’autore. E’ questo il motivo
per cui tutti i miei romanzi sono attualmente tornati di mia proprietà
e diritto, non essendo mai stato rinnovato dall’editore il diritto
di cessione; editore ed edizione che, purtroppo non esistono più.
Comunque, mi resta la consolazione morale di aver trasmesso con i miei
racconti, con l’elaborazione spesso anche delle copertine, delle
emozioni; spesso sensazioni coinvolgenti a quanti mi leggevano e
questo posso affermarlo sulla base delle vendite dei miei libri, nonché
dalle attestazioni di molte lettere che pervenivano in redazione con
richieste specifiche dei romanzi di Harry Small, Perry Landers e Jim
Reevels; e questo avveniva quasi sempre quando i miei libri mancavano
dall’edicola per più di un mese.
Non so cosa altro aggiungere, Signor Bissoli, quindi concludo con i più
cordiali saluti e la ringrazio per essersi interessato al mio modesto
lavoro.
Mario
Pinzauti
* Tutto
ciò che è contenuto in questo articolo è © Sergio Bissoli.
|